parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «I»

nautoretestoannoconcordanza
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1986
otto mesi: paffuto, roseo, i capelli gli s’imbiondivano
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de merda! A Napoli i figli se so’ cresciuti
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dalla chiesa giungevano, puntuali, i funebri accordi d’organo
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volta debole, sciocca? ¶ Digrigna i denti, si torce sulla
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la pacchiana, le faceva i complimenti quando cucinava bene
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nella lettura: «“Beatamente passereste i giorni, tra noi!” La
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urlò per ore, picchiando i pugni sopra il pavimento
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di Metastasio: «Son secoli i miei pianti...». ¶ Meu Deus
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bianco: spalancò, facendo brillare i vetri, palpitare la casa
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ora avvertì fastidio. Aprì i battenti, le vecchie mattonelle
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una penna? Il tenere i capelli sporchi, nascosti sotto
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aperte dal re per i ragazzi del popolo grasso
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deterse viso, collo, braccia. I capelli, ispidissimi, non mandavano
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una pentola grande, rinforzò i carboni, preparò sapone di
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sapone di Marsiglia. Lavò i capelli strapazzandoli, risciacquando con
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un piccolo brivido. Toccò i capelli: abbastanza asciutti, tornati
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lei. Cosa poteva rimanerne? I versi? Se proprio non
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lavoro, spunteranno fiori, frutti, i bambini mangeranno. Se nessuno
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cassetto dei soldi, fece i conti: sì per il
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tagliati di sbieco. Persino i primi vestiti senza panier
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sfuggenti. Alcuni già calzavano i leggiadri cappelli all’androsmane
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scrivere versi. In fondo i versi appartengono all’infanzia
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usato non può rappresentare i sentimenti. È falso. O
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Di riflessione. Perciò vanno i romanzi.» ¶ Aprì il Werther
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in teletta rossiccia. Anche i libri stavano cambiando: edizioni
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Tanto da volersene liberare: i Romani vollero Cesare, non
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Sarà per ciò che i versi non mi piacciono
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Io non ci vogl’ì» dichiarò subito, nel basso
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quella si rannicchiava contro i muri. «Che avresti fatto
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de merda» sussultava, mostrando i pugni. «Chillo muorto de
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brutta, secca, sgraziata. Ora i foruncoli li notava meglio
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la faccia.» Le guardò i piedi scalzi, neri di
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neri di croste. «E i piedi. Così li frùngole
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un punto di riferimento: i suoi amici fuori del
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via della polemica contro i beni ecclesiastici. ¶ A palazzo
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Non siete sola, Lenòr. I vostri amici vi vogliono
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più che mai, ma i mezzi per conseguirli appaiono
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amica. Le nostre menti, i nostri cuori s’incontrano
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e non mi piace, i grandi sogni dell’avvenire
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a una certa età, i sogni, gli entusiasmi, quelli
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stato in Russia, conosce i loro gusti.» ¶ «Oh, grazie
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più istitutrice a Corte), i bei figli, due biondi
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venne, ma c’erano i granduchi e l’ammiraglio
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Non me ne voglio ì». ¶ «E invece te ne
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settimane singhiozzante. Si strappava i capellucci, gridava di non
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sole, “li ricchiune” sono i poveri poeti De Martino
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che parlano in latino, i ragazzi impazziti per quanto
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quanto avviene a Parigi, i “vecchi” criticoni e diffidenti
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tavola grande. Spolverò, aggiustò i libri nella scansia presso
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militare. ¶ In fondo anche i suoi amici invecchiavano. Vincenzo
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poteva averne, così Jeròcades. I decrepiti, come Belforte, almeno
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di Belmonte stava toccando i trenta. Maddalena, Giulia anche
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sciamannata, sudata, senza trucco, i capelli un inferno. Ma
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collo di velluto nero, i suoi poveri gioielli. ¶ Anche
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restar soli a discutere i capitoli. ¶ Si mise in
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Spagna. Giamberga nera, come i calzonetti, scarpe a fibbia
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salutava rantolando, Pascual batté i tacchi. Era ben rasato
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non era, forse oltre i quaranta, ma aveva aria
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castagne, l’era parso. I capelli, purtroppo, non si
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le sopracciglia fitte. E i denti sani. Una cosa
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venuti subito in mente i versi del Parini «la
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tollerante, esclamò: «Davvero. Tutti i forestieri trovano Napoli bella
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scambio di discorsi con i Tria. ¶ Quando gli ospiti
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parvero sollevati. ¶ «Senti, Lenorzinha. I capitoli risultano soddisfacenti. In
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bianchi di neve, come i Lattari fino alla punta
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Per fortuna c’erano i commilitoni di Pascual in
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gala, con le mogli: i colori delle divise, il
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malinconica della chiesa. Scarsi i fiori ma, con quel
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ma, con quel freddo, i garofani bianchi costavano un
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la famiglia: il marito, i figli. Non è vero
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Le balzarono in mente i volti sgradevoli, ostili, delle
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di vecchio, trasandato, banale: i mobiloni pesanti, lugubri, di
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lugubri, di gusto spagnolo, i decrepiti arazzi. Al sentore
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ragù, d’olio pesante. ¶ I servi schierati nell’ingresso
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Ma solo perché erano i doni dello sposo alla
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giochi?». ¶ «Quello ca vuo’.» ¶ «I regali dello sposalizio!» ¶ Pascual
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cercava di reprimerlo, serrando i denti. ¶ «Tu stai morendo
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con violenza estrema, strappò i cordoni delle mutande a
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pensò. “Ora succede.” ¶ Sentiva i muscoli delle cosce indurirsi
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avveniva in basso, tra i loro organi genitali. Forse
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Tria. Lionora” come pronunziavano i Napoletani. ¶ Lenòr, dunque, doveva
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vorrebbero andare. ¶ «Sai, Lenòr, i bambini son rimasti soli
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raffiche di grandine, poi i duri colpi dei chicchi
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tenaci, cogliendo con perfidia i momenti nei quali lei
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un segnale, uno fra i tanti che da cinque
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il bambino. ¶ Lascia dilagare i ricordi delle cose infami
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cui pesava misteriosa fatica, i capellucci radi incollati alla
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rabbia immensa provata contro i Tria: un altro regalo
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la fissa, contraendo appena i muscoli nella mano ferma
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a Chiaia per vedere i lavori della Villa Reale
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ci ripiglio quasi tutti i soldi. Mo’ sto radunando
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voce alta, per sfregio. I primi tempi lei s
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ai miei soldi per i lacci» gli aveva urlato
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spille, voglio la carta, i libri, la posta.» ¶ «Ve
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giorno non trovò più i primi dieci volumi dell
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camera, buttò all’aria i cassetti della moglie. Restava
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primi coriandoli, le palline, i fiori. ¶ Desiderò uscire dalla
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Provò a sfilare lungo i muri, finì nel salotto
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un uscio semiaperto vide i servitori che correvano a
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che correvano a vuotare i pitali riempiti dagli ospiti
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lei pure. Come dicevano i napoletani per significare “nulla
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entrato in un Banco. I ragazzi respinsero il progetto
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Filangieri sul diritto pubblico, i primi saggi di Pagano
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cominciava a vedere dentro i fatti, le persone. La
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chi presume di svelare i misteri. Così i preti
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svelare i misteri. Così i preti hanno conquistato potere
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loro forza. Ecco perché i signori del potere materiale
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Esistono, al contrario, uomini i quali non derivano potere
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da vicino o attraverso i libri. Unico vero santo
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davvero, e sulla Terra, i superbi, esaltava gli umili
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Ma la vecchia società, i suoi re, si sarebbero
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le coscienze, non più i preti. ¶ E lì, nel
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con cui avrebbero tenuto i rapporti con la monarchia
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trasformazione del mondo? Educare i potenti, anche il popolo
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lunatico Jeròcades, ora che i massoni erano forti, avrebbe
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principino ereditario (che portava i nomi significativi di Carlo
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con le cifre regali, i confetti azzurri del bambino
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a studiare, leggere, visitare i Cassano. Anche il salotto
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lui, con allegra vanità. «I cavalli possono fare tutto
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pure voglia di lasciare i Cassano, sebbene le paresse
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più gusto né tornaconto. I pettegolezzi s’eran trasformati
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Però occorre pure che i giovani crescano alle idee
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Cercherò io di chiarirvi i passi più difficili» soggiunse
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il re a liberare i prigionieri (Jerocadès scrisse una
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moriva? Ué, qua stanno i Carafa, i Caracciolo, i
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qua stanno i Carafa, i Caracciolo, i Cassano. Fossimo
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i Carafa, i Caracciolo, i Cassano. Fossimo diventati moniglia
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de Masaniello?» ¶ «Perché no? I lazzari li conosco: con
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tempi di Masaniello intervennero i Carafa.» ¶ «Sono cose di
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duca, credete ancora che i lazzari siano come gli
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Carafa.» ¶ «Oggi, caro Ruvo, i lazzari sono culo e
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ancora non avevano applicato i numeri civici. Infine giunse
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Lo credo» disse beffarda. «I miei versi fanno schifo
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consolato portoghese. Col Sambuca i rapporti fra Napoli e
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dei pescivendoli, sulla Rotonda i tavolini dei caffè. Pian
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patina levigata della porcellana i colori dei volti, degli
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raso ricamato, si vedevano i merletti delle tre sottovesti
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calze verdi e gialle, i calzonetti di velluto nero
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Mentre tia Michaela mondava i friarielli, preparò il sugo
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bolliva l’acqua per i maccheroni. Pensò di buttare
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a conoscerti e stendere i capitoli per il matrimonio
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troppo: avrebbe rimediato lavando i fiori di stoffa di
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il divanetto spelato, pulì i vetri dei quadri, spolverò
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polvere, lucidò le maniglie. I fiori di vovó, purtroppo
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Napoli è paradiso per i legulei!» ¶ «Potete sempre sperare
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mormorò. Lo vide tendere i muscoli del viso, in
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era appena reminiscenza musicale, i contenuti maschi, privi d
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porcellane bianche nei caffè, i vetri sfaccettati ai ristoranti
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sfaccettati ai ristoranti, sotto i lampioncini veneziani. Avevano mangiato
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palme aperte, ne stringeva i capezzoli. Poi lei intravide
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sgarbato. Le aveva rificcato i seni nel corsetto, s
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suo marito? Pian piano i singhiozzi si spensero. Diede
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di no! Perché mai i ducati del re se
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qualità, eppure figurava tra i pittori di Corte. ¶ «Tutta
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acqua.» ¶ Sperava d’allontanare i ghiribizzi, ma lei s
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gl’Inglesi han massacrato i coloni?» ¶ «Non lo so
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fai». ¶ 4 ¶ E finì veramente. I muli scendevano piano, una
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di disgusto verso Primicerio, i mulattieri, le persone in
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lei s’erano accesi i fuochi. Ma per attimi
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torace, tremava da battere i denti. Si facevano strada
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a schiacciarsi in gola i “Deixe-me você tambèm
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afa, ma anche con i venti del mare. Una
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in tempo ad approfondire i segretucci di Corte. Non
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Chiara lo guardò appena. ¶ «I problemi gravi sono altri
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Vuol dire che pure i Filangieri sono entrati in
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di rissa. Jeròcades sbatté i pugni per aria. Se
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chiangiarriti». ¶ Maddalena chiamò per i gelati, il caffè, i
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i gelati, il caffè, i datteri di Tunisi ch
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nell’appartamento Lopez, con i suoi sventurati. Papài si
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cortile, ridiscendere a rovesciare i secchi sporchi nel fognolo
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Per chi? Aveva trascorso i primi giorni in stordimento
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o idea di smoccolare i ceri, che man mano
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di papài, stretta fra i pugni, quella attonita di
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volto scorzoso di vovó, i visi infantili nonostante le
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si guadagnano il mondo. I deboli, i perversi, ne
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il mondo. I deboli, i perversi, ne restano infettati
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cercò di pettinarsi, aggiustarsi. I capelli! Una fatica spazzolarli
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farsene un altro. Mise i gioielli lasciati da mamãe
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di Capodanno. Quasi tutti i saloni sgomberati per le
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coi marmi d’Ercolano, i tavolini per la cena
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scherzò con Sanges, ascoltò i pettegolezzi delle dame. Si
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re Luigi aveva sciolto i Parlamenti, provocando putiferio. ¶ «La
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a morte. ¶ «Se avessi i mezzi per andare in
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non!» gridarono in tanti. I giovani ulularono, pestando i
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I giovani ulularono, pestando i piedi e battendo le
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avevi incominciato. Piacevoli anche i movimenti degli uomini, il
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lui sussurrò: «Lenòr. Conservo i tuoi versi scritti per
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me. E tu hai i miei. Vuoi che te
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io l’ho fatto. I posteri non dovranno sapere
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momento della tavola, mentre i servitori preparavano graziosi cesti
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Chiara. Pagano era accerrito, i capelli rossi scompigliati, e
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una sarabanda velocissima, volarono i primi coriandoli, le palline
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la chioma bionda e i denti lampeggianti di Caterina
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breve rilievo del corsetto. I capelli gonfiati ad arte
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grosso labbro inferiore, acquosi i tondi, illeggibili occhi chiari
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centro della scena: entrarono i protagonisti. La prima donna
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abito di broccato azzurro, i cantanti in costumi sontuosi
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San Carlo e Palazzo. I presenti si consolarono ammirando
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presenti si consolarono ammirando i fuochi artificiali nel mare
200
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venire avanti noi, altrimenti i pochi che capiscono, come
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detto? Dobbiamo mandare avanti i nostri migliori. Lo pensa
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ma, dopo, da slacciare i cordoni alle mutande. Lui
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ai suoi libri, prese i bei fogli di carta
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liscio della carta contro i polpastrelli, quasi pelle di
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de Fonseca Pimentel, tra i Filaleti Epolnifenora Olcesamante, come
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venuto un giorno, quando i fratelli liberi muratori avessero
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vivere sul serio, tra i giardini, gli alberi, le
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che vi regna, con i tesori del suo affetto
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religioni sono ipocrisia, mortificazione. I preti ne celebrano i
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I preti ne celebrano i sinistri misteri, invitando l
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Fra loro ci sono i re: Maria Carolina, la
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il principe Giuseppe. Odiano i preti, ma accettano padre
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accettano padre Caracciolo. Detestano i Gesuiti e ne son
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dagli Asburgo per domare i ribelli. O raccogliere soldi
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idiozie delle cerimonie misteriose, i simboli, gl’intrighi. Ricordati
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Jerónimo s’erano ottenuti i posti nella Paggeria del
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1986
e nello spirito? Forse i lazzari sì, a pensarci
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via “dolce amica”. Tra i sogni teneri e impossibili
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di Palazzo, ove per i poeti era pronto un
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1986
cupo cenno di saluto. ¶ I poeti cominciarono a occupare
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l’unico fiore tra i rovi. Splenderete di più
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sul significato della gara, i nomi dei poeti. Avvertì
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1986
più di niente. Teneva i suoi versi davanti, i
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1986
i suoi versi davanti, i bei versi sui quali
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1986
andarsene prima che distribuissero i lauri d’oro e
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1986
Se ne stava dietro i vetri a guardare Santa
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1986
occhi infelicemente puntati, come i suoi, sul grigiopiombo universale
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1986
rugoso. Vovó spasimava per i dolori artritici: prendeva gocce
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1986
la gonfia salma gialla. I funerali riuscirono straordinari. C
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giansenista dell’Archetto. E i cervelli di Napoli. Lei
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1986
lazzari, preti, animali, ragazzi. ¶ I portatori presero a dondolare
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1986
istante ricomparvero, quasi contemporaneamente, i trafelati cortei di san
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1986
Madonna. ¶ Uno spettacolo straordinario. I portatori movevano le statue
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1986
pure la cerco» dialogavano i preti. «Allora jammola a
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1986
tratto l’epilogo felice: i tre cortei comparvero tutti
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1986
Feste si celebravano sotto i tabernacoli sistemati da padre
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1986
era scritto. ¶ Avevano ragione i Napoletani, che dai Greci
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1986
borbottavano rassegnati: «Accossì adda ì», ben sapendo che nessuno
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1986
soddisfazione, sicurezza, come tutti i riti. Riattizzò la brace
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1986
nel cuore della gente. I servitori tenevano accesi giganteschi
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1986
nell’Università? Nella Consulta? I soliti caproni, capaci solo
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1986
Mamãe aveva portato via i mozziconi di candele consunte
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1986
Lenorzinha. Andiamo a cena.» ¶ I profili un po’ agiografici
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1986
Va beh che pure i Pignatelli... Loro hanno nello
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1986
riferimento, né terra sotto i piedi. Probabilmente si sente
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1986
amore, la gloria. Tutti i giovani sognano queste cose
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1986
servono appunto per consumare i prodotti dell’agricoltura?» ¶ «Sì
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1986
Galiani. A ogni modo i servizi sono, come posso
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1986
pagar tasse, vuole cacciare i Gesuiti. Bisognerebbe appoggiarlo. Questi
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1986
forse vi vedrò nascere i miei figli. Ci morirò
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1986
alle spalle. ¶ «Qua vivono i Luciani. Una tribù nella
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1986
di gente alta, chiara: i frutti svevi e angioini
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1986
nemmeno per gli altri. I Napoletani li vedo allegri
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1986
Chiaia splendida. Spiaggia lambiva i bàsoli, scendeva dolce verso
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1986
Ischitella, Serracapriola...». ¶ Man mano i palazzi cedevano a muraglie
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1986
fune della rete, puntavano i piedi, s’inarcavano. ¶ Un
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1986
Laggiù, in fondo, tra i pini: Pignatelli.» ¶ Il barcaiolo
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1986
un gran palazzo rosa. I piani superiori, privi d
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1986
ci soffrì: come tutti i Carafa, era vanitosissima. Lo
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1986
scogliera verde ci sono i resti d’una villa
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1986
dei gabbiani. Sanges bisbigliava i nomi che gli uomini
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1986
sotto gli abiti, inaridiva i capelli. ¶ All’altro lato
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1986
avvenimenti stupefecero il mondo. I lazzari uscirono dall’estraneità
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1986
a governare Napoli secondo i loro bizzarri, semplici criteri
265
1986
Vi formavano anello variopinto i teloni dei banchi mercantili
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1986
vidi decapitare un marchese. I nobili han diritto di
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1986
mucchi di paglia, tra i quali si moveva una
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1986
stantuffo. Ragazzi galopparono verso i suoni, tirandosi dietro cani
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1986
La canzone risultava piacevole: i quattro erano intonati, facevan
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1986
liscia, peccato. ¶ Dentro, però, i mutamenti importanti. Forse ora
271
1986
fra banalità, segreti pregevoli. I Napoletani li succhiavano col
272
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nulla. E c’erano i ragazzini, i suoi coetanei
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c’erano i ragazzini, i suoi coetanei. Due o
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simpatia di nuovi amici, i primi riconoscimenti pubblici della
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restavano che titìo e i giansenisti dell’Archetto. Le
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Le s’erano accentuati i dolori nei lombi, alle
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del giorno declinava, sfavillarono i lampadari di cristallo. Maîtres
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coi marmi ercolanesi e i vasi greci, dove si
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di profittarne. Belforte e i letterati la tenevano sempre
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Fin quando non rovinano i miei» brontolò, fintamente arrabbiata
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Marco s’è fatta i più begli uomini di
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di Napoli.» ¶ «Non soltanto i più belli» mormorò la
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dietro Toledo, ci sono i bordelli più frequentati di
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questa austriaca dovremo fare i conti.» ¶ Arrivò Giordano, al
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di preparare gli usseri, i reggimenti “Real Farnese”, “Regina
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Le rivoluzioni le fanno i popoli. E fanno ammoìna
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tutti insieme, gli aristòi, i diversi, i benedetti da
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gli aristòi, i diversi, i benedetti da fortuna, abilità
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teneva a bada, oltre i ferri, la folla che
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gridarono stralunati, grondanti sudore, i soldati, cercando d’aprir
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Gli mancavano quasi tutti i denti, ma sorrideva sempre
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paglia, saltava a scoperchiare i vapori d’un’altra
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uomini usavano con disinvoltura i muri dei palazzi, gli
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strane bestemmie in cui i nomi sacri venivano sostituiti
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baritono Minichiello, il quale i primi giorni li accompagnava
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vicolo. Giù giù, oltre i tetti a terrazza, che
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le facce dei palazzi, i festoni dei panni, che
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al centro della strada, i bassi erano aperti, ma
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sotto il sole, sotto i piedi della gente. L
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quel primo giorno imbarazzato. I venditori, la gente, non
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sulla grande strada. Dietro i vetri madidi d’un
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con delicatezza sulle schiene i viandanti, s’immergevano dentro
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viandanti, s’immergevano dentro i flutti di Toledo, per
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due. Il latrinaro vuotava i piccoli in un buco
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sommo della botte, per i grandi usava il coppino
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per la campata quotidiana. ¶ I saponari cacciavano a fatica
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roba vecchia. E uscivano i venditori di fusaglie, come
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chiamavano lupini, spassatiempo, semmente), i raccoglitori di cicche, i
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i raccoglitori di cicche, i domestici delle case signorili
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tutto il vicolo, perché i cocchieri non sapevano dove
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fermavano con strafottenza accosto i palazzi di Santa Teresella
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in quanto quasi tutti i nobili della zona ricevevano
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disprezzo. ¶ Ben diversi, invece, i primi timidi incontri nel
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leggere a tio Antonio i versi migliori fra i
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i versi migliori fra i molti che da un
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cantilene da bimba e i brani scelti dei Lusiades
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nascosti; pareva, addirittura, che i poeti si divertissero a
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propri (“So’ de foco”), i suoi folti capelli neri
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concepite certe cose, nonostante i rimpianti di vovó. Nel
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fossero, anche nella vita, i poeti dei suoi piccoli
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come si fossero formati i vortici, dai quali quanto
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quelli italiani e portoghesi, i libri di Francia. ¶ Giornate
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le mani, aggiustandosi macchinalmente i capelli. Era pallida. ¶ «Niente
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stato un peccato nascondere i bei capelli biondi, ondulati
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li farete sentire subito i vostri versi. Subito» insisté
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verità! In assoluto! Critichi i preti, però santoni e
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Giordano, con stanchezza. «E i pensieri di La Mettrie
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questo nome sono stati i Greci.» ¶ «Tu non hai
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segreto della sua musica. I miei contenuti son diversi
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proprio bella, forse solo i famosi occhi “de foco
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famosi occhi “de foco”, i capelli crespi, lucenti, magari
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con questa Francia! Con i suoi... nouveaux philosophes! E
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il popolo eleggeva direttamente i suoi rappresentanti! Senza distinzioni
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di governare senza imposte! I nobili, i ricchi, debbono
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senza imposte! I nobili, i ricchi, debbono pagare. Se
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fottere pure loro!» ¶ «E i preti no?» chiese allegramente
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imposte semiaperte e dilagavano i miasmi: vapori di vino
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un po’ paurosa che i Romani fossero attaccabrighe, violenti
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undici anni. Pensava. E i Romani le parevano pure
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mani dibattute nel vento. I fogli ondeggiarono sul tumulto
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conoscere, con precisione: perché i de Fonseca Pimentel Chaves
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Fonseca Pimentel Chaves e i Lopez de Leon avessero
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tutte le mattine saliva i vicoli tortuosi di Ripetta
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enormi, piccole, seminate fra i cespugli, emergenti dagli acquitrini
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marchese di Pombal cacciò i Gesuiti dal Portogallo. ¶ «A
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che ordinerà a tutti i Portoghesi di Roma di
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muito civilizado» esclamò. «Lì i preti li fanno stare
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non si voleva che i ragazzi capissero. «Les écrivains
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avevano mandato a letto i ragazzi, il conciliabolo dei
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chitarra e canzoni, che i romani cantavano con belle
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sapere di chi erano i nomi detti da vovó
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del passato, conservava, riproponeva i ricordi. Recitava antichi versi
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otto di settembre. Eccitati i giovanissimi, un po’ svogliati
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un po’ svogliati, cupi, i grandi. ¶ Era un po
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mentre la diligenza srotolava i cerchioni giganteschi sui ciottoli
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cupo, delle macerie antiche. ¶ I cavalli andavano di buon
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s’era fatta erta, i cavalli avevano rallentato l
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gloria e antichità: viveva i fatti, vedeva i personaggi
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viveva i fatti, vedeva i personaggi. Anche adesso, mentre
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Tra quelle schiere marciavano i sei gloriosi, decisivi fratelli
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avvertimento preoccupò e azzittì i ragazzi. Lei fissava il
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apparivano stanchi, s’asciugavano i volti madidi. D’improvviso
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falcate incrostati di melma. ¶ «I bufali» spiegò tio Antonio
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lei. Erano apparsi tra i canneti, su cavallucci neri
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insetti, leggero ma fastidioso. I viaggiatori si grattavano, qualcuno
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gridava più. Aveva sfiancato i cavalli e cercava di
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chiaro del cielo sopra i monti, riapparir d’alberi
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Sulle vecchie guance ricomparsi i colori. ¶ La diligenza abbandonò
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compiacete di scendere, vedremo i vostri documenti.» ¶ Fu eccitata
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erano Napoletani! ¶ Man mano i viaggiatori scendevano. A vovó
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Mentre il caporale precedeva i viaggiatori al corpo di
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al prato ove brucavano i cavalli. ¶ Qui un soldato
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bbuono.» ¶ Così salutano, dunque, i Napoletani. Sorrise. Non era
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Ma diceva stretto, senza i toni ingoiati. ¶ Scosse la
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l’ostessa avesse buttato i maccheroni e vantasse il
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terre amate, opulente, e i paesi che andavano incontrando
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paesi che andavano incontrando, i contadini curvi nei solchi
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nei solchi, fermi davanti i cascinali. Miserabili i paesi
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davanti i cascinali. Miserabili i paesi (niente più che
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tragitto, in modo incomprensibile. ¶ I viaggiatori erano ormai distrutti
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dalle mille finestre, tra i vapori d’una vallata
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d’acqua, candidissimi marmi. ¶ «I giardini d’Armida» mormorò
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del semplice, sereno paesaggio. ¶ I punti luminosi del presepe
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di carri contadini, tra i quali si dibattevano carrozze
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famiglia reale, la Corte, i ministri son tutti i
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i ministri son tutti i giorni in Duomo, tra
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ride. ¶ «Ferdinando vuol fermare i Francesi con le preghiere
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la sua aria pedagogica, i guizzi. «C’è qualcosa
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sostanza è vero che i Francesi, se venissero a
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insulterebbero le donne, saccheggerebbero i beni.» ¶ «Che eresie stai
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dei Francesi non risolverà i problemi del nostro popolo
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il permesso. ¶ «Quando verranno i Francesi, renderete conto delle
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più s’è avuta: i banchieri, i mercanti, i
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è avuta: i banchieri, i mercanti, i militari hanno
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i banchieri, i mercanti, i militari hanno voce in
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approche!» gridava Chiara, entusiasta. I ragazzi parevano impazziti, due
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due o tre, fra i quali Pepe, erano fuggiti
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soltanto per nome» commentavano i saggi. «È diventato un
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cosa che fa ammattire i nostri ragazzi.» ¶ «Dovremo ringraziare
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nostri ragazzi.» ¶ «Dovremo ringraziare i Francesi anche di questo
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a non sentirsi bene. I disturbi nervosi, il male
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papa prima che arrivino i Francesi), nell’Abruzzo ulteriore
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Si dice che anche i lazzari si preparino, che
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protezioni incredibili: dopo tutti i guai combinati, l’han
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gli permette imbrogli colossali. I due appaiono carichi di
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Tribunale dovrebbe farti restituire i beni dotali. Forse ti
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di debiti.» ¶ «Ma ha i parenti. La tua dote
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sotto la cuffia, tra i capelli sporchi. Tutto è
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antico e d’escrementi: i suoi. ¶ Continua a sentirsi
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la finestruola a sbarre. I sudici vetri sono aperti
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le strappavano di dosso i vestiti, la spinsero per
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Tuttavia provò a spiegarsi i suoni della vita notturna
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delle sentinelle. Ad attendere i battiti sonori da un
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agli inizi di quel 1798! I Francesi, creata la Cisalpina
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vinse ad Aboukir. ¶ 2 ¶ Ricorda i giorni che precedettero l
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pavese, spararono con tutti i cannoni. Palazzo imbandierato, re
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tutto nel bugliolo. Batteva i denti, il cranio scoppiava
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tetri palazzi gialli, dietro i quali s’insegue chissà
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ancora, e le tornano i crampi nello stomaco, nausea
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disse d’aver visitato i carcerati di Santa Maria
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Non è niente.» ¶ Sentì i muscoli delle mascelle contrarsi
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strillo che fece scattare i soldati. ¶ «Te li porti
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stagioni dentro un carcere. I segnali consueti assumono aspetti
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consueti assumono aspetti diversi, i brividi d’autunno perdono
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frecciate d’acqua oltre i vetri, pei rivoli nerastri
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può dare. Ad accettare i riti meschini delle ventiquattr
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perché lo recensisse. Erano i giorni in cui si
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plebei. Che hanno, tra i loro fini, la distruzione
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libri proibiti.» ¶ «Per esempio?» ¶ «I libri del principe Filangieri
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sconfitto. ¶ «Allora quali sono i libri che si possono
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Eravate nota, ammirata per i vostri versi. Come avete
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perdonare. Noi dobbiamo individuare i nemici del Regno che
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frigi all’occhiello, ostentavano i capelli corti, raccontavano a
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ragazzo. ¶ Non può scordare i balbettii allucinati del vecchio
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veniva recitata in tutti i clubs come nelle chiese
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Risate, richiami, gli “Ué”, i fischi napoletani di sempre
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fischi napoletani di sempre. I primi venditori, con fiasche
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agitarsi: si pigia, strilla, i soldati fanno fatica a
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si tappa le orecchie. I reparti che aprono il
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rosso: s’esibisce tra i motteggi e l’ilarità
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accorgersene, gli lancia sputi. I lazzari ridono sino alle
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contro di lui, tende i pugni, fa le corna
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imprecazioni orrende. Vitaliano pesta i piedi come un bambino
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cui De Deo poggiava i piedi e si presenta
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sullo sgabello che regge i condannati. ¶ Giù, sotto la
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Giù, sotto la pedana, i Bianchi attorniano gli altri
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lettera, un giornale. Proibiti i libri di Genovesi e
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Giunta. Ora hanno bloccato i salvacondotti, le frontiere e
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fatta.» ¶ Cuoco deve finire i vermicelli. Scuote il capo
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pasta intorno ai rebbi. «I Francesi si sono annessi
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capire come si svilupperà.» ¶ «I Francesi attaccheranno l’Italia
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odio. Mette in galera i pochi che pensano...» ¶ Chiara
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in attesa che vengano i Francesi,» prosegue, ansando «non
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spaventate. Unica speranza sono i Francesi, cara. Vedrai che
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mostrare pugno di ferro.» ¶ «I tuoi zii non possono
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San Pietro a Maiella, i Tribunali. Lei passa la
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s’arrampica ad accendere i fuochi nelle lanterne sopra
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fumosi. Picchiano sulle doghe i tinellari. Davanti a bassi
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Davanti a bassi puzzolenti i zapattari, rattrappiti ai deschetti
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in pietra, aggetti sotto i davanzali ricordano che una
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militari. Frugando il terreno, i cespugli, s’aggirano lazzarielli
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un fischio misterioso, lontano, i ragazzi prendono la corsa
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Gennaro prova a decifrare i segni che Ciaia ha
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Nce vedimmo all’eternità. ¶ I cani han ripreso ad
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carrozze per offrirne cestini. ¶ I Serra coraggiosamente han riaperto
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redingote chiara, ha tagliato i capelli. Maddalena Serra, Mariangela
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Mariantonia Popoli, imperterrite, continuano i pettegolezzi. È tornata Angiola
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grassissima, pelosa: possibile, con i guai che le passano
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ne parla bene, nonostante i soldati di Napoleone gli
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genere. ¶ «Lui ha apprezzato i miei cavalleggeri del “Regina
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giovanotto risoluto, che fiacca i migliori eserciti d’Europa
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eserciti d’Europa con i suoi scalzacani, sta affascinando
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affascinando parecchi, specie tra i ragazzi. ¶ C’è un
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ad aspettare!» esclama, agitando i pugni. «Dobbiamo andare noi
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loro re, che disertarono i templi, trucidando o disperdendo
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templi, trucidando o disperdendo i sacerdoti, che tutte le
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voci dei sacerdoti, seguitene i consigli predicati dal pergamo
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religione cristiana, le donne, i figli, i beni, le
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le donne, i figli, i beni, le dolcezze della
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le dolcezze della vita, i patrii costumi, le leggi
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se fa accossì.» ¶ Butta i punti con le dita
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portelli le navi brandeggiano i cannoni verso la città
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dell’Ovo bordeggiano cauti i vascelli napoletani, bianchi e
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barca in navigazione verso i vascelli repubblicani. Per un
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Jeròcades, Pagano, Russo, Astore, i fratelli Pignatelli, Pasquale Baffi
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La Touche de Trèville, i cittadini marinai gli danno
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di Frisa, a Posillipo. I Francesi portarono casse dei
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un popolo libero. Anche i versi. Eccezionali.» ¶ Recita, con
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galloni candidi, celeste pastello i fiori delle tapisseries, nivei
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baccalà cucinato in tutti i modi (rosso in umido
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una redingote azzurra, ha i capelli pettinati alla Romano
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ha quasi cinquant’anni. I capelli lunghi ingrigiti, ma
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s’avvicina. Ha perso i capelli, salvo due cernecchi
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a parlarlo e imperversano i “citoyens”. Sono “citoyens” pure
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citoyens” pure e soprattutto i servitori, l’ostricaro, il
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a lievi inchini. ¶ Eccitati i ragazzi. In verità molti
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uniforme di capitano bombardiere. I veri ragazzi sono i
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I veri ragazzi sono i tre fratelli Pignatelli in
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di casa straordinario. Anche i suoi fratelli Alessio e
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piedi nudi, sui giubbotti i berrettini frigi. Guardano con