parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1896
suo caffè.» Maestro Piero, il mio vicino, era un
2
1896
ed asciutto, tutto bianco, il quale aveva tre grandi
3
1896
la sua quieta casetta, il suo caffè e la
4
1896
dirò, in particolare. Anzitutto il caffè.... Oh, se amava
5
1896
caffè.... Oh, se amava il «suo caffè» il buon
6
1896
amava il «suo caffè» il buon maestro Piero! Era
7
1896
buon maestro Piero! Era il più vecchio amico, il
8
1896
il più vecchio amico, il suo caffè. Giacchè non
9
1896
Giacchè non beveva vino, il maestro Piero aveva riposto
10
1896
gli comprava in paese il caffè più pregiato – ed
11
1896
e quanto era contento, il buon maestro, quando ad
12
1896
come si è detto, il sabato. Negli altri giorni
13
1896
giorni poi, quando sentiva il bisogno di ricorrere al
14
1896
amico – e questo, oltre il mattino, occorreva spesso lungo
15
1896
spesso lungo la giornata – il maestro Piero cavava il
16
1896
il maestro Piero cavava il suo storico macinino – un
17
1896
mi offriva di dividere il suo aromatico amico.... ¶ Il
18
1896
il suo aromatico amico.... ¶ Il buon maestro Piero viveva
19
1896
Piero, aveva affidato tutto il suo patrimonio, perchè se
20
1896
felice, col suo caffè, il suo orticello e la
21
1896
pieni di belle dame, il chiasso dei teatri affollati
22
1896
chiasso dei teatri affollati, il calore dei battimani.... Era
23
1896
è detto! Poi, poi.... il tempo era passato, come
24
1896
pratico del commercio.... ¶ Siccome il buon maestro Piero, nei
25
1896
altro s’era trovato il cantuccio più quieto del
26
1896
che sembravano alberi, agitavano il loro pennacchio di fiori
27
1896
in fiore che aprivano il loro verde ventaglio profumato
28
1896
rubino.... Come era felice il buon maestro Piero, quando
29
1896
nelle quali era tutto il suo alloggio, mi parve
30
1896
un bel fagotto panciuto, il tutto legato, tenuto insieme
31
1896
tuttavia due ritratti, sopra il caminetto, si appartavano dagli
32
1896
occhi vivi e ridenti. – Il mio buon angelo che
33
1896
non è più.... e il mio marmocchio, che ora
34
1896
a Milano e fa il commerciante – mi disse, la
35
1896
fare fortuna. ¶ Così passava il suo tempo maestro Piero
36
1896
zappatina nell’orto e il suo caffè; a decifrare
37
1896
bei giorni. ¶ Era quello il paradiso di maestro Piero
38
1896
lucide, scintillanti al sole. Il mio modesto eremo n
39
1896
fui vicino. ¶ Suo figlio – il suo ragazzo, quello del
40
1896
sua villeggiatura estiva. Invano il buon maestro Piero aveva
41
1896
e alla nuora che il luogo era troppo povero
42
1896
bel giardino!... ¶ Io osservai il povero maestro Piero. ¶ Era
43
1896
tutti i giornali e il mondo di cui erano
44
1896
eran venuti a usurpare il posto ove già eran
45
1896
E mi mostrò tristamente il tetto dalle tegole rosse
46
1896
balconcino di mezzo veniva il suono di un pianoforte
47
1896
che poc’anzi suonava il valzer alla moda, sul
48
1896
maestro Piero – fagli portare.... il caffè! ¶ Compresi ciò che
49
1896
Da quel giorno che il Conte lo aveva mandato
50
1896
belle sale del Conservatorio, il povero sior Tonino era
51
1896
Oh, se era timido, il povero sior Tonino!... ¶ Ma
52
1896
audacemente in volto. ¶ Intanto il calessino, guidato da quel
53
1896
di more mature. Ma il povero sior Tonino guardava
54
1896
che faceva quella strada. Il Conte partiva, ritornava in
55
1896
sior Tonino si sentiva il cuore stretto stretto per
56
1896
ancora due, ed ecco il cancello maestoso della vecchia
57
1896
villa. ¶ Ma quel mattino il vecchio cancello maestoso, sebbene
58
1896
era però solitario come il solito; una allegra turba
59
1896
che empì di spavento il povero sior Tonino. Nientemeno
60
1896
si affannavano ad aumentare il disordine ed il chiasso
61
1896
aumentare il disordine ed il chiasso per quanto era
62
1896
Sior Tonino non ebbe il tempo di pensarlo: il
63
1896
il tempo di pensarlo: il calessino fu attorniato dalla
64
1896
presentava agli arditi esploratori il suo bravo professore, sior
65
1896
bravo professore, sior Tonino, il «suo poeta!» ¶ Sior Tonino
66
1896
di quell’istante, venne il servo del signor Conte
67
1896
servo del signor Conte, il buon Giaco – una buona
68
1896
Ora dobbiamo far partecipe il nostro bravo professore del
69
1896
fondo alla sala, presentò: ¶ — Il signor marchese Gino Magni
70
1896
E rivolto al cacciatore: ¶ — Il signor professore Antonio Rabeschi
71
1896
che gli aveva accennato il Rico. ¶ Seguì il pranzo
72
1896
accennato il Rico. ¶ Seguì il pranzo, servito sopra una
73
1896
linea delle montagne azzurre. Il povero sior Tonino si
74
1896
appena seduto a tavola. ¶ Il pranzo seguì come in
75
1896
trilli delle signorine e il fumo delle vivande e
76
1896
fumo delle vivande e il vapore dei vini scelti
77
1896
o tre volte, che il marchesino Magni gli rivolgesse
78
1896
brindasse a lui: forse il Conte, chi sa?... Neppure
79
1896
cosa fosse andata. ¶ Terminato il pranzo, la brigata si
80
1896
bagliori infuocati del tramonto: il cielo preso tutto dalla
81
1896
quell’ora autunnale ed il parco pieno di ombre
82
1896
Tonino guardava, ancora turbato, il cuore vuoto, la mente
83
1896
professore. ¶ E gli prese il braccio familiarmente. Fecero così
84
1896
gioiose della brigata e il crepitio dei razzi. ¶ La
85
1896
contessina Nenè ruppe subito il silenzio: ¶ — Ora, caro sior
86
1896
avete portato per me. ¶ Il povero sior Tonino allibì
87
1896
contessina, sempre seria, prese il fogliolino di carta che
88
1896
la pazzarella del mattino. ¶ * ¶ * * ¶ Il giorno dopo, all’alba
89
1896
La contessina non ebbe il coraggio di continuare. ¶ — Povero
90
1896
volta la valle luminosa, il paesello bianco sull’alto
91
1896
facevano la Villa e il parco, ormai lontani, sul
92
1896
sul dorso del monte. ¶ Il Paradiso di maestro Piero
93
1896
le pergole di vite. Il solo orticello ci separava
94
1896
dalla mia finestra, vedeva il felice abitatore della casetta
95
1896
felice abitatore della casetta, il buon maestro Piero, seduto
96
1896
ogni sabato, per prepararsi il «suo caffè.» Maestro Piero
97
1896
guardava triste e pensoso. Il giovane fisse su lui
98
1896
gli occhi. E vide il volto buono del nonno
99
1896
egli piccoletto, era stato il grande amore, animarsi, colorirsi
100
1896
sei venuto? – chiedeva dolcemente il nonno – tu sei giovane
101
1896
nonno – tu sei giovane, il passato non ti riguarda
102
1896
ha scontato ormai duramente il peccato e Dio e
103
1896
peccato e Dio e il tempo han tutto livellato
104
1896
livellato.... ¶ — No, nonno – rispondeva il giovane appassionatamente – ho voluto
105
1896
mia mente, in tutto il mio essere.... Esso, lo
106
1896
abbandonato mai.... ¶ — Bene – rispondeva il nonno, dal suo ritratto
107
1896
compiere ancora, tu. Hai.... il passato da fare obliare
108
1896
mio, va: e quando il ricordo di ciò che
109
1896
doloroso nella vita, ricorda il volto di tuo nonno
110
1896
non metter mai più il piede in questo luogo
111
1896
a un sorriso e il giovane baciò il cuscino
112
1896
e il giovane baciò il cuscino dell’inginocchiatoio, ove
113
1896
Max, ritorniamo di sotto. ¶ Il vecchio Max che nel
114
1896
si alzò e seguì il giovane. ¶ Nel ripassare per
115
1896
e delle quali, dopo il passaggio. Max richiudeva accuratamente
116
1896
ritratti, i mobili rinnovavano il loro saluto al giovane
117
1896
anzi suonò l’ora. Il suono vibrò strano, sordo
118
1896
sonno e di silenzio. Il giovane si fermò un
119
1896
ancora solidamente sbarrata e il visitatore si trovò di
120
1896
nel verde del giardino. Il cielo s’era tutto
121
1896
tutto rasserenato, ormai, e il sole splendeva vivido giù
122
1896
vivido giù nella valle. ¶ Il visitatore mosse alcuni passi
123
1896
momento per riposarsi.... Ma il visitatore, con la mano
124
1896
natura non aveva interrotto il suo lavoro. Essa sola
125
1896
ogni angolo di terra. Il giovane guardò e confusamente
126
1896
del nonno.... ed ecco il suo sedile, sul quale
127
1896
suoi piedi.... Ed ecco il cespo delle rose.... la
128
1896
la vasca bianca, e il puttino di marmo.... – Lo
129
1896
tante cose eran morte.... ¶ Il giovane ritornò pe’ viali
130
1896
tempo.... ¶ Egli salutava anche il giardino, poichè se ne
131
1896
egli abbracciò in silenzio il vecchio Max che piangeva
132
1896
sul volto rugoso: volle il bacio dalle sue vecchie
133
1896
della frusta di Rico, il giovane mozzo del signor
134
1896
del signor Conte, ed il rumore delle ruote del
135
1896
riempì tutta la viuzza, il calessino si fermò, ed
136
1896
ei cercava di nascondere il più che poteva, sotto
137
1896
più che poteva, sotto il suo risolino rassegnato. ¶ Per
138
1896
Prenda posto, sior Tonino; il carrozzino è tutto suo
139
1896
schioccata! In due salti il cavallino fu fuori del
140
1896
e badava ad incitare il cavallo, facendo schioccare la
141
1896
però la prima furia, il calessino prese un’andatura
142
1896
Rico sciolse la parlantina: ¶ — Il Conte parte stasera. La
143
1896
fa più vivo. Eppoi il signor Conte ha preparato
144
1896
Egli si spaventava subito, il povero sior Tonino: la
145
1896
guidami. Max. ¶ — Nessuno – diceva il vecchio Max mentre si
146
1896
ha mai più messo il piede qua dentro, da
147
1896
Dopo un breve silenzio il giovine chiese ancora: ¶ — Nessuno
148
1896
Fu pochi anni dopo.... il fatto. Una signora; era
149
1896
che fece? ¶ — Voleva visitare il castello: ma non osò
150
1896
girar un poco per il giardino, guardando di fuori
151
1896
giardino, guardando di fuori il castello.... Poi se ne
152
1896
Povero devoto Max!... – mormorò il giovane commosso. ¶ Il vecchio
153
1896
mormorò il giovane commosso. ¶ Il vecchio Max aveva lasciato
154
1896
aveva lasciato un momento il visitatore nel picciol spianato
155
1896
nel grande silenzio che il solo frusciare degli alberi
156
1896
raccogliersi e vivere intensamente il momento di sua vita
157
1896
mano del vecchio e il visitatore dovette afferrar lui
158
1896
grossa chiave ribelle. E il congegno scricchiolò sotto la
159
1896
chiuso fece arretrare alquanto il visitatore, che però inoltrò
160
1896
mano del vecchio custode. ¶ Il visitatore si tolse il
161
1896
Il visitatore si tolse il cappello. ¶ Ed ecco la
162
1896
luce e parvero salutare il nuovo venuto, nel chiarore
163
1896
per la densa polvere. Il visitatore li guardò tutti
164
1896
visitatore e gli mandavano il loro saluto. Le tele
165
1896
si arrestò ed ascoltò il vecchio tic-tac sonnacchioso
166
1896
cornice d’oro, sopra il mobile di lacca bianco
167
1896
polvere aveva pietosamente steso il suo velo di oblìo
168
1896
davanti ad una porta. Il visitatore si arrestò pallidissimo
169
1896
qua – disse egli sottovoce. ¶ Il vecchio custode alzò il
170
1896
Il vecchio custode alzò il volto su di lui
171
1896
comprese e gli dette il mazzo di chiavi. ¶ Il
172
1896
il mazzo di chiavi. ¶ Il visitatore, gettato il cappello
173
1896
chiavi. ¶ Il visitatore, gettato il cappello sur una scranna
174
1896
solo. ¶ * ¶ * * ¶ Era quivi tutto il passato. Era ben questo
175
1896
passato. Era ben questo il luogo ove si era
176
1896
cose che avevano veduto il dramma crudele e miserando
177
1896
stato portato via, nulla il tempo avea cancellato; anzi
178
1896
avea cancellato; anzi, egli, il tempo, s’era fatto
179
1896
Dopo venticinque anni, egli, il figlio, era il primo
180
1896
egli, il figlio, era il primo. Finalmente! Si segnò
181
1896
rievocò e ricostruì.... ¶ Ecco il primo gabinetto. Quivi sua
182
1896
tappezzerie, i quadri. Ecco il piccolo tavolino di ebano
183
1896
borsetta di seta trapunta: il fulgore della seta tra
184
1896
di sua madre. E il panierino di avorio.... ah
185
1896
la madre avea scoperto il danno!... In alto sopra
186
1896
danno!... In alto sopra il tavolino, la pastorella dell
187
1896
imposte. ¶ La luce rivelò il grande letto di noce
188
1896
piedi del letto era il grande inginocchiatoio di noce
189
1896
giovane testa, gli accennava il Crocifisso nero, sopra la
190
1896
quell’inginocchiatoio era corso il suo sangue; quel tappeto
191
1896
stinte, s’era bevuto il suo sangue!... Chiuse gli
192
1896
In fondo alla stanza il ritratto al naturale del
193
1896
fosse possibile. Riaprendoli rividi il visino pallido di Delfina
194
1896
pallido di Delfina e il buon Franz che piangeva
195
1896
buon Franz che piangeva. Il Professore mi strinse forte
196
1896
due fischi acutissimi, e il treno si mosse. Agnese
197
1896
si mosse. Agnese, Franz, il professore Ense von Nörten
198
1896
sono passati trent’anni. ¶ Il passato. ¶ Smontato alla piccola
199
1896
piccola stazione di C.... il solitario viaggiatore sostò davanti
200
1896
tristi nell’ora mattinale, il lungo nero convoglio che
201
1896
di pensiero ostinato. Quando il treno fu scomparso tra
202
1896
anche di dolori. Così il vestito bruno, e, all
203
1896
A colui si diresse il viaggiatore e gli domandò
204
1896
andare a.... Al nome il ferroviere alzò la testa
205
1896
testa molto maravigliato, guardò il viaggiatore a lungo, poi
206
1896
non troverà nessuno, lassù! ¶ Il viaggiatore parve contrariato, più
207
1896
ditemi ove si passa. ¶ Il ferroviere allora alzatosi fe
208
1896
fe’ attraversare al viaggiatore il breve andito che recava
209
1896
empì per un momento il sereno, sopra la piazza
210
1896
alpestre e mattutina che il viaggiatore aspirò intensamente, mentre
211
1896
quel silenzio, la croce, il sereno e la brezza
212
1896
strada, come aveva detto il ferroviere, saliva. Saliva, saliva
213
1896
della brezza alpestre: e il viaggiatore si fermava ogni
214
1896
s’era preso tutto il suo picciolo essere infantile
215
1896
fuga nel buio. ¶ E il viaggiatore, pallido e polveroso
216
1896
sè davanti. In alto, il Castello, si levava, sulla
217
1896
sassi con cui finiva il colle, lo cingeva da
218
1896
da tutti i lati. Il Castello, o meglio il
219
1896
Il Castello, o meglio il nero palazzotto foggiato a
220
1896
da ogni lato circondava il solitario viaggiatore che saliva
221
1896
viaggiatore che saliva sempre. ¶ Il cielo, da prima sereno
222
1896
squarci enormi, da’ quali il sole a sprazzi obliqui
223
1896
rincorrevano.... ¶ Davanti al cancello il viaggiatore sostò alquanto. ¶ S
224
1896
molto pallido. ¶ Si tolse il cappello e parve per
225
1896
essa, svolgeva serenamente, ora, il suo nastrino innocente tra
226
1896
Veniva ora da tutto il paesaggio luminoso, poc’anzi
227
1896
si fece vivo tra il viluppo misterioso delle rame
228
1896
toccavano terra. Due volte il viaggiatore fece echeggiare la
229
1896
contadinesca s’avanzò verso il cancello. Costui cercò di
230
1896
Chi siete? che volete? ¶ Il viaggiatore mormorò, solamente con
231
1896
Apri, Max. ¶ Al nome il vecchio sobbalzò, addossò tutta
232
1896
scorgere meglio in volto il visitatore. ¶ Poi con la
233
1896
lamentosamente su cardini. ¶ E il visitatore fu dentro. ¶ — Mi
234
1896
Nessun altri sa più il mio nome.... ¶ Il viaggiatore
235
1896
più il mio nome.... ¶ Il viaggiatore guardò la cadente
236
1896
Sono proprio io, Max. ¶ Il vecchio servo a cui
237
1896
e cercò di scorgerne il volto. ¶ — Sono mutato molto
238
1896
vecchio Max? – chiese sorridendo il visitatore. ¶ E soggiunse a
239
1896
passati quasi trent’anni? ¶ Il vecchio taceva commosso: le
240
1896
vecchie membra tremavano tutte. ¶ Il visitatore ripigliò: ¶ — Orsù, calmati
241
1896
Dato, s’intende, che il professore Ense von Nörten
242
1896
delizioso pomeriggio di aprile, il giorno venticinque, mi sembra
243
1896
a noi veniva paternamente il professore con due altri
244
1896
tenevamo in mezzo, e il cielo di Franconia, anzi
245
1896
due innamorati felici!... Soltanto il babbo professore von Nörten
246
1896
professore von Nörten e il mio caro condiscepolo Franz
247
1896
l’indomani mattina mentre il professore mi squadrava davanti
248
1896
Cioè: gli feci conoscere il mio sentimento sincero per
249
1896
la mia piccola amica.... ¶ Il professore che alle mie
250
1896
un coraggio da leone. ¶ Il professore, al tavolino, leggeva
251
1896
terrazzino, nell’ombra, intravvidi il telescopio che guardava il
252
1896
il telescopio che guardava il cielo nero, vivido di
253
1896
nero, vivido di stelle. ¶ Il professore si volse a
254
1896
me sbagliati, al solito, il mattino.... Dio buono! Il
255
1896
il mattino.... Dio buono! Il professore andava ancora innanzi
256
1896
che egli stava studiando. Il cuore mi batteva mentre
257
1896
avrebbe dimenticato un poco il suo benedetto telescopio e
258
1896
nel mio cuore con il mio amore.... ¶ Tutta questa
259
1896
lente del telescopio, mentre il Professore con l’ardore
260
1896
coraggio e gli ricordai il mio discorso del mattino
261
1896
lampioni delle due sponde. Il telescopio in mezzo al
262
1896
terrazzino guardava in alto il cielo nero pieno di
263
1896
occhio concavo vedeva riflettersi il luccichio di que’ milioni
264
1896
di fiammelle brillanti. ¶ E il Professore, presa con insolito
265
1896
Pisa.... ¶ Lo guardai sbalordito. Il Professore era stato in
266
1896
mai detto nulla, mai! ¶ Il Professore Ense von Nörten
267
1896
Ense von Nörten comprese il silenzioso mio stupore e
268
1896
pisana? Ella notò subito il mio sentimento e non
269
1896
buona e tanto bella; il padre dapprima si oppose
270
1896
nella nostra nuvolosa Baviera. ¶ Il Professore Ense von Nörten
271
1896
ed io rispettai religiosamente il suo silenzio. ¶ — I primi
272
1896
cominciò in lei sottilmente il doloroso lavorìo della malattia
273
1896
di nebbia; essa anelava il cielo azzurro della sua
274
1896
della sua Toscana e il cielo di cenere della
275
1896
cinque anni.... Un giorno.... ¶ Il Professore si arrestò. Parve
276
1896
passati giorni si compiva il ventesimo anniversario del nostro
277
1896
potuta dimenticare ancora.... ¶ E il professore Ense von Nörten
278
1896
risparmiato forse altri dolori. ¶ Il Professore si levò in
279
1896
con Delfina, Franz e il Professore ci dirigemmo verso
280
1896
stato promosso. Ed ora il cielo sereno e mite
281
1896
Bassa Franconia mi dava il suo ultimo saluto, mettendo
282
1896
ne’ nostri cuori. Franz, il Professore e persino la
283
1896
ed afflitti avean dato il più dolce ed efficace
284
1896
opposto di quello che il mio cuore anelerebbe, io
285
1896
vedeva davanti a me il lungo binario nero, sul
286
1896
quale si stava formando il treno che doveva portarmi
287
1896
v’era l’Italia, il mio paese, i miei
288
1896
gli occhi per trattenerla il più che mi fosse
289
1896
quest’ultimo pomeriggio arrivò il cugino, Vico, da Milano
290
1896
que’ giorni dolorosi. ¶ * ¶ * * ¶ Finalmente il mattino terribile venne. Appena
291
1896
terra. La donna facendosi il segno della croce sollevò
292
1896
i ceri accesi circondavano il letto candido, come una
293
1896
quel chiarore dei ceri, il letto era tutto bianco
294
1896
sua testa, ancor nera il giorno innanzi, in quella
295
1896
appoggiato alla spalliera, era il ritratto della Biblioteca: il
296
1896
il ritratto della Biblioteca: il ritratto della madre che
297
1896
gettai in ginocchio, mentre il muto singhiozzo – il terribile
298
1896
mentre il muto singhiozzo – il terribile muto singhiozzo dei
299
1896
buoni würzburghesi – incontrai Franz, il mio buon collega Franz
300
1896
conosceva da molto tempo il buon Franz come il
301
1896
il buon Franz come il più tranquillo, il più
302
1896
come il più tranquillo, il più sereno e il
303
1896
il più sereno e il più inalterabile di tutti
304
1896
all’ora della lezione il professore Ense von Nörten
305
1896
questo è semplicemente impossibile! ¶ Il buon Franz sospirò di
306
1896
sospirò di nuovo e il suo onesto faccione si
307
1896
lei conosce bene, vero, il nostro professore von Nörten
308
1896
ritroverà più nel professore il nostro professore Ense von
309
1896
addolorava in quel momento il buon faccione del mio
310
1896
e collega universitario Franz, il più matematico dei matematici
311
1896
vecchia Agnese mi aprì. ¶ — Il professore?... – e aspettai con
312
1896
paura, le dico, che il mio buon padrone voglia
313
1896
miei progressi trigonometrici e il mio amore per i
314
1896
la lezione a Franz, il prediletto de’ suoi allievi
315
1896
prediletto de’ suoi allievi, il futuro professore von Nörten
316
1896
grave, indubbiamente, doveva agitare il cuore e la mente
317
1896
io quando sentiva pronunciare il mio nome nella sua
318
1896
sicura e tranquilla, accarezzandomi il volto con lo sguardo
319
1896
Meno è passata sotto il gran ponte della vostra
320
1896
voi. Delfina.... ¶ Ella attese il seguito, serena e tranquilla
321
1896
possa ancora passare sotto il gran ponte di Würzburg
322
1896
Heinrich, non credo ora il momento di parlare di
323
1896
Delfina? ¶ — Sì, non è il momento questo. Voi lo
324
1896
dolcemente Delfina. ¶ — C’è il professore, in fondo alla
325
1896
lo studente che attende il suo professore, e riordinai
326
1896
riordinai le mie carte. ¶ Il professor Ense von Nörten
327
1896
dei suoi occhi verdi.... Il professore rientrò, mi si
328
1896
noi, ma prende tosto il largo e pian piano
329
1896
temporale s’è dileguata, il cielo ritorna a risplendere
330
1896
mi parve avvenisse così. Il cielo rimase, dopo la
331
1896
ne convinsi sin troppo. Il buon mio professore non
332
1896
lo circondavamo. Invece, dopo il famoso temporale, egli non
333
1896
pur troppo, un professore, il mio professore! Oh, con
334
1896
un errore avvenuto durante il cammino, un miserabile errore
335
1896
mandava a rotoli tutto il già fatto! ¶ Ma dunque
336
1896
non aveva mai indovinato, il buon professore Ense von
337
1896
Davanti a me è il grande deserto delle acque
338
1896
Le onde mormorano, giunge il grido dei gabbiani, e
339
1896
mia giovinezza fantastica. Quando il turbine della vita ha
340
1896
della vita ha gelato il mio cuore e la
341
1896
e improvvisa, che empiè il mio cuore giovanetto di
342
1896
grigiore del crepuscolo, sopra il tenebroso sfondo de’ grandissimi
343
1896
terrore. ¶ In alto, sopra il colossale arco di pietra
344
1896
o di una chiesa. Il cielo, sopra, aveva larghi
345
1896
larghi squarci sinistri e il vento s’inabissava nel
346
1896
anche Agata, strano, come il padre mi guardava, in
347
1896
di altro volto?... ¶ Ma il vecchio parco che avea
348
1896
della notte era seguito il più fresco e luminoso
349
1896
Balzai dal letto che il sole non era ancor
350
1896
ancor sorto e spalancai il balcone. Nella nebbia che
351
1896
una sottil trasparenza cilestrina, il vecchio parco si svegliava
352
1896
quel verde, su cui il cielo sereno pioveva la
353
1896
che io, giovinetto, subiva il grande fascino della campagna
354
1896
a Milano, era dato il condurre, da solo, la
355
1896
fastosa e spensierata che il padre e la sorella
356
1896
Biblioteca. Giacchè era questo il luogo preferito dalla bizzarra
357
1896
ella mi appariva sopra il suo sfondo naturale. Era
358
1896
dormivano i vecchi libri il loro sonno secolare sotto
359
1896
polvere che ne proteggeva il riposo, e il parco
360
1896
proteggeva il riposo, e il parco mandava dal balcone
361
1896
mandava dal balcone aperto il suo largo stormire di
362
1896
lavorava tranquilla e composta, il volto calmo nel pallore
363
1896
mondana ch’era stato il profumo squisito della vita
364
1896
tenda che ben dissimulava il vano, era un quadro
365
1896
la tenda, nè sollevava il velo che lo nascondeva
366
1896
esso e scoprirne audacemente il mistero. Un sottil timore
367
1896
giorno, a pranzo.... oh! il solito malinconico pranzo che
368
1896
sala e sempre oscura. Il balcone era aperto ed
369
1896
gaia, nel verde, sopra il mare; le ultime luci
370
1896
dal tono della voce: il suo volto mi apparì
371
1896
Era molto pallido e il suo sguardo avea una
372
1896
mi lasciò e vidi il suo volto contratto distendersi
373
1896
volto contratto distendersi sotto il vivo sentimento della pietà
374
1896
angolo della sala, presso il ritratto velato. Io la
375
1896
ci guardava in silenzio. Il suo volto pallidissimo e
376
1896
leggere del loro mistero, il mistero che agitava ormai
377
1896
mistero che agitava ormai il mio piccolo cuore inquieto
378
1896
di andarla a vedere. Il dì seguente la giornata
379
1896
per me, dopo che il giovane maestro prete, più
380
1896
posto vuoto mi stringeva il cuore. Sul telaino la
381
1896
passavano lente, grigie, eterne: il vecchissimo pendolo della Biblioteca
382
1896
un lamento quasi lugubre. ¶ Il soffio di tristezza dolorosa
383
1896
tutta la villa gelava il mio cuore spaurito. Non
384
1896
pauroso presentimento mi serrava il cuore. Ripensava a mia
385
1896
del «suo caffè» che il maestro Piero d’un
386
1896
tutto felice.... e voltai il capo dall’altra parte
387
1896
troppo chiaramente sul volto. ¶ Il dolce inganno. ¶ Poi che
388
1896
monotona e fastidiosa e il vento, che faceva lamentare
389
1896
nel giardino, avevan messo il gelo e la tristezza
390
1896
di malinconia, io accesi il bel fuoco amico nel
391
1896
storiella di altri tempi. ¶ * ¶ * * ¶ «Il castello del conte Oldrado
392
1896
lungo tutta la giornata, il dominio delle sue mura
393
1896
piedi. ¶ Sebbene molto giovane il conte Oldrado aveva fama
394
1896
in quanto a questo, il giovine conte era un
395
1896
tanto in sul forse: il suo amore per la
396
1896
nella sua veste succinta, il corsetto di seta attillato
397
1896
pianamente nella stanza, con il berretto in mano, dopo
398
1896
La fanciulla si coprì il volto con le mani
399
1896
Nobile damigella, mi manda il mio nobilissimo padrone il
400
1896
il mio nobilissimo padrone il conte Oldrado, per assicurarvi
401
1896
ordini, madamigella; comandatemi pure. ¶ Il giovane tacque, attendendo rispettoso
402
1896
voce era sì dolce, il suo viso sì nobile
403
1896
un istante in volto. – Il giovine continuò: ¶ — Voi avrete
404
1896
vostri servizi, madamigella. ¶ E il giovane scudiero, piegato lievemente
405
1896
giovane scudiero, piegato lievemente il ginocchio, si allontanò. ¶ La
406
1896
del quale si scorgeva il tozzo maniero dalla sua
407
1896
e soffusa di luce, il paesello bianco appariva come
408
1896
Tecla, sua madre, e il povero Conte suo padre
409
1896
i giorni passavano e il Conte non compariva. – La
410
1896
i racconti avventurosi che il giovane scudiero improvvisava per
411
1896
strano incanto nella voce, il giovane scudiero: e le
412
1896
bello, in quei momenti, il giovane scudiero del conte
413
1896
la nobile fanciulla e il giovane scudiero un tenero
414
1896
dal fianco della contessina, il giovane scudiero, pallido e
415
1896
all’imprudente scudiero: ma il suo sguardo smarrito ben
416
1896
pensiero. ¶ — Ah! comprendo – mormorò il giovane – io sono un
417
1896
non era un cavaliere. ¶ Il domani il giovane scudiero
418
1896
un cavaliere. ¶ Il domani il giovane scudiero, molto triste
419
1896
annunciò alla damigella che il suo nobile padrone era
420
1896
suo onore. ¶ E per il resto del giorno lo
421
1896
si degnasse seguirla, che il nobile Conte Oldrado, suo
422
1896
La fanciulla raccolse tutto il suo coraggio e seguì
423
1896
entrò risoluta.... Splendidamente vestito il conte Oldrado le venne
424
1896
a’ propri occhi.... Ma il dubbio più possibile non
425
1896
più possibile non era! Il nobile conte Oldrado altri
426
1896
altri non era che il giovine e malinconico scudiero
427
1896
diceva: ¶ — Amor mio, perdona il dolce inganno: io ho
428
1896
Un mese dopo – ottenuto il perdono dal vecchio marchese
429
1896
maniero di Oldrado e il cavaliere spagnuolo partiva per
430
1896
in singolar tenzone con il nobile conte Oldrado.» ¶ * ¶ * * ¶ La
431
1896
fili d’argento. Però il praticello e lo stagno
432
1896
acqua dormente, verde lungo il giorno, ora color della
433
1896
color della perla, sotto il bacio della luna. Le
434
1896
che allo stagno danno il nome, dormon quiete ancor
435
1896
sotto di esse, verso il fondo dello stagno, luminoso
436
1896
come solitan fare lungo il giorno, narrandosi i sogni
437
1896
sogni, ch’esse proteggon, il giorno, sotto le vecchie
438
1896
trasse dopo tanti anni il Poeta padrone dello stagno
439
1896
la luna bacia castamente il bianchissimo corpo di marmo
440
1896
da giaciglio alla dea il fitto riparo delle loro
441
1896
spazio ove non giunge il musco che fa da
442
1896
ha incise un giorno il Poeta padrone della villa
443
1896
è la sampogna e il suo flauto. Egli non
444
1896
folta capigliatura e sorveglia il sonno della dea, così
445
1896
bianca e silente sotto il bacio della luna. ¶ Ma
446
1896
notte luminosa si ode il leggero passo dell’uomo
447
1896
dell’uomo. Ah! è il Poeta padrone che viene
448
1896
breve invocazione a Morfeo, il dio che protegge il
449
1896
il dio che protegge il sonno della bianca dea
450
1896
chiude gli occhi: e il Sogno incomincia. ¶ * ¶ * * ¶ Il piccolo
451
1896
e il Sogno incomincia. ¶ * ¶ * * ¶ Il piccolo Pane di bronzo
452
1896
muove, si alza, raccoglie il flauto e la zampogna
453
1896
d’argento, si sente il primo sospiro del flauto
454
1896
sale nella luce lunare il bianco canto pastorale. L
455
1896
sotto le larghe foglie. Il canto del flauto di
456
1896
indecisi ove ne viene il canto dolcissimo. Le belle
457
1896
che ora ha deposto il flauto e canta sulla
458
1896
celato dalla sua roccia. Il canto sulla sampogna sale
459
1896
che tutta la iradiano. Il bel canto di Pane
460
1896
luminosa; e dolcemente, strisciando il bel fianco sul musco
461
1896
alle giovinette membra divine. ¶ Il piccol Pane è uscito
462
1896
luminose di candore. E il Pane riprende la sampogna
463
1896
tra le ninfee, continua il suo bagno nell’acqua
464
1896
Geme sempre e implora il picciol Pane di bronzo
465
1896
nell’alto, in cielo, il primo bagliore: è il
466
1896
il primo bagliore: è il primo roseo barlume delle
467
1896
più sulla sampogna. Anzi il povero Pane di bronzo
468
1896
bronzo ha lasciato cadere il suo flauto e la
469
1896
ridargli viva se non il Sogno del Poeta.... ¶ Ma
470
1896
Sogno del Poeta.... ¶ Ma il bagliore nel cielo si
471
1896
un rapido soffio misterioso: il Pane e la dea
472
1896
e che ha gelato il Sogno. ¶ E il Poeta
473
1896
gelato il Sogno. ¶ E il Poeta padrone della Villa
474
1896
prato. ¶ Una visita. ¶ Mentre il treno, che avea corso
475
1896
del mattino, io consultai il tacquino ove il nome
476
1896
consultai il tacquino ove il nome dello sconosciuto paesello
477
1896
sì dolorosa vivezza. Vedeva il treno corrente, come ora
478
1896
prima luce del mattino il povero bimbo biondo, pallido
479
1896
non sanno che fare. Il treno si ferma un
480
1896
alcuni pietosi han preso il bambino che muore e
481
1896
perchè si è fermato il treno? che cosa è
482
1896
al paese dove andranno, il ricordo del triste quadretto
483
1896
piccola sala della stazione il bambino agonizza. Hanno portato
484
1896
si stringe al cuore il suo angioletto biondo, muta
485
1896
da un tremito convulso. Il povero piccino è là
486
1896
saletta la stazioncina bianca, il paesello tra il verde
487
1896
bianca, il paesello tra il verde, la collina ride
488
1896
ride: ride tutto sotto il sole gaio del mattino
489
1896
stessa passione nella voce. Il bambino era stato seppellito
490
1896
del paesello bianco, tra il verde, sotto il sole
491
1896
tra il verde, sotto il sole gaio che ne
492
1896
baciava la piccola tomba. Il curato del villaggio aveva
493
1896
e iniziare intanto con il curato le formalità per
494
1896
italiani, la valle ed il villaggio, nascosto nel verde
495
1896
silenziosa, e mi tolsi il cappello religiosamente, commosso. Mi
496
1896
ancora nell’aria quieta il Dolore ineffabile della povera
497
1896
verde e quanta luce! Il paesello bianco in mezzo
498
1896
mezzo agli alberi, sotto il cielo azzurro, allontanava l
499
1896
bussare alla sua porta. Il buon curato era nel
500
1896
e mi fece venire il latte, il suo latte