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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1837
spirto; e innanzi sera il primo ¶ Suo dì felice
2
1837
m'inspiri o nascondendo il viso, ¶ Fuor se nel
3
1837
Fuor se nel sonno il core ¶ Ombra diva mi
4
1837
ove splenda ¶ Più vago il giorno e di natura
5
1837
giorno e di natura il riso; ¶ Forse tu l
6
1837
all'umana età propose il fato, ¶ Se vera e
7
1837
Se vera e quale il mio pensier ti pinge
8
1837
farebbe. Or non aggiunse ¶ Il ciel nullo conforto ai
9
1837
suona ¶ Del faticoso agricoltore il canto, ¶ Ed io seggo
10
1837
mio? di che speranze il core ¶ Vai sostentando? in
11
1837
alba tranquilla e vede il vespro, ¶ Se oziosa dirai
12
1837
giorni ¶ Tragge in ozio il nocchiero; ozio il perenne
13
1837
ozio il nocchiero; ozio il perenne ¶ Sudar nelle officine
14
1837
Son de' guerrieri e il perigliar nell'armi; ¶ E
15
1837
perigliar nell'armi; ¶ E il mercatante avaro in ozio
16
1837
infin dal dì che il mondo nacque ¶ D'esser
17
1837
lieto non può, corresse il giorno ¶ All'umana famiglia
18
1837
onde agitato ¶ E confuso il desio, men loco avesse
19
1837
loco avesse ¶ Al travagliarne il cor. Così de' bruti
20
1837
scopre e men gravoso il tempo, ¶ Né la lentezza
21
1837
ore. ¶ Ma noi, che il viver nostro all'altrui
22
1837
vesti e delle chiome il culto ¶ E degli atti
23
1837
Tengon la notte e il giorno; a lui dal
24
1837
Mai non si parte il riso; ahi, ma nel
25
1837
Di due nere pupille, il caro sguardo, ¶ La più
26
1837
che nocendo usar procaccia il tempo. ¶ E chi virtute
27
1837
e di ritrar parlando ¶ Il bel che raro e
28
1837
vaga fantasia produce ¶ E il nostro proprio error. Ben
29
1837
te conceda ¶ Tanta ventura il ciel; ti faccia un
30
1837
tempo ¶ La favilla che il petto oggi ti scalda
31
1837
né degli aprichi ¶ Campi il sereno e solitario riso
32
1837
Né degli augelli mattutini il canto ¶ Di primavera, né
33
1837
ciel tacita luna ¶ Commoverammi il cor; quando mi fia
34
1837
ultimo intento ¶ Lei spinga il fato e la natura
35
1837
volva ¶ Questo arcano universo; il qual di lode ¶ Colmano
36
1837
tristo, ¶ Ha suoi diletti il vero. E se del
37
1837
che già del tutto il vago ¶ Desio di gloria
38
1837
Diva più cieca. ¶ XX ¶ IL RISORGIMENTO ¶ Credei ch'al
39
1837
cosa al mondo ¶ Grato il sentir ci fa. ¶ Quante
40
1837
mio cor gelato ¶ Prima il dolor mancò! ¶ Mancàr gli
41
1837
venne meno, ¶ E irrigidito il seno ¶ Di sospirar cessò
42
1837
in eterno gel; ¶ Deserto il dì; la tacita ¶ Notte
43
1837
del petto ¶ Ancor viveva il cor. ¶ Chiedea l'usate
44
1837
Quasi perduto e morto, ¶ Il cor s'abbandonò. ¶ Qual
45
1837
Cantando al novo giorno, ¶ Il cor non mi ferì
46
1837
villa, ¶ La vespertina squilla, ¶ Il fuggitivo Sol. ¶ Invan brillare
47
1837
fuggitivo Sol. ¶ Invan brillare il vespero ¶ Vidi per muto
48
1837
non turbato, ¶ Ma placido il mio stato, ¶ Il volto
49
1837
non vivrai: già ruppe il fato ¶ La fe che
50
1837
abitator de' campi, e il Sol che nasce ¶ I
51
1837
i lievi nugoletti, e il primo ¶ Degli augelli susurro
52
1837
non resta altro che il ferro. ¶ Talor m'assido
53
1837
piante incoronato. ¶ Ivi, quando il meriggio in ciel si
54
1837
La sua tranquilla imago il Sol dipinge, ¶ Ed erba
55
1837
quasi me stesso e il mondo obblio ¶ Sedendo immoto
56
1837
Di paradiso. Al garzoncello il core ¶ Di vergine speranza
57
1837
a danza o gioco ¶ Il misero mortal. Ma non
58
1837
te m'accorsi, e il viver mio ¶ Fortuna avea
59
1837
Non altro convenia che il pianger sempre. ¶ Pur se
60
1837
Scontro di vaga donzelletta il viso; ¶ O qualor nella
61
1837
quiete ¶ D'estiva notte, il vagabondo passo ¶ Di rincontro
62
1837
e duolsi ¶ Alla mattina il cacciator, che trova ¶ L
63
1837
notti reina. Infesto scende ¶ Il raggio tuo fra macchie
64
1837
ch'a teso orecchio ¶ Il fragor delle rote e
65
1837
Da lungi osserva o il calpestio de' piedi ¶ Su
66
1837
E col funereo ceffo il core agghiaccia ¶ Al passegger
67
1837
Per le contrade cittadine il bianco ¶ Tuo lume al
68
1837
A me sempre benigno il tuo cospetto ¶ Sarà per
69
1837
Bench'innocente io fossi, il tuo vezzoso ¶ Raggio accusar
70
1837
più, che a mezzo ¶ Il quinto lustro, gli pendea
71
1837
gli pendea sul capo ¶ Il sospirato obblio. Qual da
72
1837
pietà condotta ¶ A consolare il suo deserto stato, ¶ Quella
73
1837
Fatto schiavo e fanciullo il troppo amore. ¶ Ma ruppe
74
1837
ruppe alfin la morte il nodo antico ¶ Alla sua
75
1837
tue cure ¶ Dar possa il labbro mio. Premio daratti
76
1837
Impallidia la bella, e il petto anelo ¶ Udendo le
77
1837
sempre stringe ¶ All'uomo il cor dogliosamente, ancora ¶ Ch
78
1837
fato, ¶ Al moribondo. Ma il suo dir prevenne ¶ Quegli
79
1837
te. Mi si divide il core ¶ In questo dir
80
1837
bacio solo ¶ In tutto il viver mio? Grazia ch
81
1837
bellissima donna; e fiso il guardo, ¶ Di mille vezzi
82
1837
Lacrima rilucea. Né dielle il core ¶ Di sprezzar la
83
1837
sprezzar la dimanda, e il mesto addio ¶ Rinacerbir col
84
1837
infinito affetto ¶ Che governa il cor mio, se non
85
1837
l'avesse ¶ Fatto ardito il morir. Morrò contento ¶ Del
86
1837
Due cose belle ha il mondo: ¶ Amore e morte
87
1837
e morte. All'una il ciel mi guida ¶ In
88
1837
volta, ¶ Solo una volta il lungo amor quieto ¶ E
89
1837
a sostentarla ¶ Bastato sempre il rimembrar sarebbe ¶ d'un
90
1837
un solo istante, e il dir: felice io fui
91
1837
Esser beato non consente il cielo ¶ A natura terrena
92
1837
a cui tu schiuda ¶ Il sorriso d'amor! felice
93
1837
sparga con la vita il sangue! ¶ Lice, lice al
94
1837
Provar felicità. Ciò seppi il giorno ¶ Che fiso io
95
1837
tu vivi beata, e il mondo abbella, ¶ Elvira mia
96
1837
d'amor. Passato è il tempo, ¶ Né questo di
97
1837
fingo; ove per poco ¶ Il cor non si spaura
98
1837
si spaura. E come il vento ¶ Odo stormir tra
99
1837
presente ¶ E viva, e il suon di lei. Così
100
1837
questa ¶ Immensità s'annega il pensier mio: ¶ E il
101
1837
il pensier mio: ¶ E il naufragar m'è dolce
102
1837
via ¶ Odo non lunge il solitario canto ¶ Dell'artigian
103
1837
fieramente mi si stringe il core, ¶ A pensar come
104
1837
lascia. Ecco è fuggito ¶ Il dì festivo, ed al
105
1837
festivo, ed al festivo il giorno ¶ Volgar succede, e
106
1837
e se ne porta il tempo ¶ Ogni umano accidente
107
1837
accidente. Or dov'è il suono ¶ Di que' popoli
108
1837
antichi? or dov'è il grido ¶ De' nostri avi
109
1837
nostri avi famosi, e il grande impero ¶ Di quella
110
1837
e l'armi, e il fragorio ¶ Che n'andò
111
1837
silenzio, e tutto posa ¶ Il mondo, e più di
112
1837
quando s'aspetta ¶ Bramosamente il dì festivo, or poscia
113
1837
Già similmente mi stringeva il core. ¶ XIV ¶ ALLA LUNA
114
1837
ciglio, alle mie luci ¶ Il tuo volto apparia, che
115
1837
giova ¶ La ricordanza, e il noverar l'etate ¶ Del
116
1837
breve ha la memoria il corso, ¶ Il rimembrar delle
117
1837
la memoria il corso, ¶ Il rimembrar delle passate cose
118
1837
l'affanno duri! ¶ XV ¶ IL SOGNO ¶ Era il mattino
119
1837
XV ¶ IL SOGNO ¶ Era il mattino, e tra le
120
1837
Per lo balcone insinuava il sole ¶ Nella mia cieca
121
1837
Nella mia cieca stanza il primo albore; ¶ Quando in
122
1837
tempo che più leve il sonno ¶ E più soave
123
1837
e riguardommi in viso ¶ Il simulacro di colei che
124
1837
questo ¶ Facea più sconsolato il dolor mio. ¶ Ma sei
125
1837
pensieri, e gli avviluppa il sonno, ¶ Disse colei. Son
126
1837
oppresse a queste voci il petto. ¶ Ella seguì: nel
127
1837
anni estinta, ¶ Quand'è il viver più dolce, e
128
1837
dolce, e pria che il core ¶ Certo si renda
129
1837
Che d'ogni affanno il tragge, ha poco andare
130
1837
giovanetti, e duro è il fato ¶ Di quella speme
131
1837
molto ¶ All'immatura sapienza il cieco ¶ Dolor prevale. Oh
132
1837
schianti ¶ Con questi detti il cor. Dunque sei morta
133
1837
prova ¶ Intenderlo potessi, e il capo inerme ¶ Agli atroci
134
1837
da vecchiezza si discorda ¶ Il fior dell'età mia
135
1837
viver nostro; e dilettossi il cielo ¶ De' nostri affanni
136
1837
Or se di pianto il ciglio, ¶ Soggiunsi, e di
137
1837
e di pallor velato il viso ¶ Per la tua
138
1837
d'angoscia ¶ Porto gravido il cor; dimmi: d'amore
139
1837
di pietà, giammai ¶ Verso il misero amante il cor
140
1837
Verso il misero amante il cor t'assalse ¶ Mentre
141
1837
La rimembranza or che il futuro è tolto ¶ Ai
142
1837
la stringo, di sudore il volto ¶ Ferveva e il
143
1837
il volto ¶ Ferveva e il petto, nelle fauci stava
144
1837
voce, al guardo traballava il giorno. ¶ Quando colei teneramente
145
1837
nefando eccesso ¶ Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
146
1837
natale, onde sì torvo ¶ Il ciel mi fosse e
147
1837
fosse e di fortuna il volto? ¶ In che peccai
148
1837
indomita Parca si volvesse ¶ Il ferrigno mio stame? Incaute
149
1837
stame? Incaute voci ¶ Spande il tuo labbro: i destinati
150
1837
è tutto, ¶ Fuor che il nostro dolor. Negletta prole
151
1837
verd'anni! Alle sembianze il Padre, ¶ Alle amene sembianze
152
1837
in disadorno ammanto. ¶ Morremo. Il velo indegno a terra
153
1837
animo a Dite, ¶ E il crudo fallo emenderà del
154
1837
perir gl'inganni e il sogno ¶ Della mia fanciullezza
155
1837
primo s'invola. ¶ Sottentra il morbo, e la vecchiezza
156
1837
palme e dilettosi errori, ¶ Il Tartaro m'avanza; e
157
1837
Tartaro m'avanza; e il prode ingegno ¶ Han la
158
1837
la silente riva. ¶ X ¶ IL PRIMO AMORE ¶ Tornami a
159
1837
AMORE ¶ Tornami a mente il dì che la battaglia
160
1837
a questo core ¶ Primiera il varco ed innocente aprissi
161
1837
in su le piume il fianco, ¶ Ad ogni or
162
1837
febre ¶ Rotto e deliro il sonno venia manco. ¶ Oh
163
1837
penando ivi e battendo? ¶ Il cuocer non più tosto
164
1837
vampa d'amor, che il venticello ¶ Che l'aleggiava
165
1837
La voce, ch'altro il cielo, ahi, mi togliea
166
1837
volte plebea voce percosse ¶ Il dubitoso orecchio, e un
167
1837
gel mi prese, ¶ E il core in forse a
168
1837
cavai ¶ E delle rote il romorio s'intese; ¶ Orbo
169
1837
chiusi gli occhi, ¶ Strinsi il cor con la mano
170
1837
altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi? ¶ Amarissima
171
1837
serrava ¶ Ad ogni voce il core, a ogni sembianza
172
1837
sembianza. ¶ E lunga doglia il sen mi ricercava, ¶ Com
173
1837
M'era degli astri il riso, o dell'aurora
174
1837
o dell'aurora ¶ Queta il silenzio, o il verdeggiar
175
1837
Queta il silenzio, o il verdeggiar del prato. ¶ Anche
176
1837
vani siam nui! ¶ Solo il mio cor piaceami, e
177
1837
anima ci grava, ¶ E il piacer che passò cangia
178
1837
dì mi stimolava ¶ Tuttora il sen: che la vergogna
179
1837
sen: che la vergogna il duro ¶ Suo morso in
180
1837
lei m'appago. ¶ XI ¶ IL PASSERO SOLITARIO ¶ D'in
181
1837
vai finché non more il giorno; ¶ Ed erra l
182
1837
ch'a mirarla intenerisce il core. ¶ Odi greggi belar
183
1837
mille giri, ¶ Pur festeggiando il lor tempo migliore: ¶ Tu
184
1837
Tu pensoso in disparte il tutto miri; ¶ Non compagni
185
1837
e di tua vita il più bel fiore. ¶ Oimè
186
1837
somiglia ¶ Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso
187
1837
altro tempo: e intanto il guardo ¶ Steso nell'aria
188
1837
aria aprica ¶ Mi fere il Sol che tra lontani
189
1837
tra lontani monti, ¶ Dopo il giorno sereno, ¶ Cadendo si
190
1837
E lor fia vòto il mondo, e il dì
191
1837
vòto il mondo, e il dì futuro ¶ Del dì
192
1837
parte ¶ Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. ¶ Ma sedendo
193
1837
me dintorno ¶ Le penne il bruno augello avido roti
194
1837
Prema la fera, e il nembo ¶ Tratti l'ignota
195
1837
spoglia; ¶ E l'aura il nome e la memoria
196
1837
i celesti danni ¶ Ristori il sole, e perché l
197
1837
ombra s'avvalla; ¶ Credano il petto inerme ¶ Gli augelli
198
1837
santa ¶ Natura? vivi e il dissueto orecchio ¶ Della materna
199
1837
orecchio ¶ Della materna voce il suono accoglie? ¶ Già di
200
1837
Nido de' venti): e il pastorel ch'all'ombre
201
1837
tergea della sanguigna caccia ¶ Il niveo lato e le
202
1837
Con gli occhi intenti il viator seguendo, ¶ Te compagna
203
1837
che sommerse in Eridano il sole. ¶ Né dell'umano
204
1837
chiomato bosco ¶ Or vieni il rinascente anno cantando, ¶ E
205
1837
e di pietà pallido il giorno. ¶ Ma non cognato
206
1837
non cognato al nostro ¶ Il gener tuo; quelle tue
207
1837
d'Olimpo, e cieco il tuono ¶ Per l'atre
208
1837
e poi ch'estrano ¶ Il suol nativo, e di
209
1837
voi de' figli dolorosi il canto, ¶ Voi dell'umana
210
1837
l'opaca tomba e il fato estremo, ¶ Non la
211
1837
n'increbbe, e detestato il parto ¶ Fu del grembo
212
1837
materno, e violento ¶ Emerse il disperato Erebo in terra
213
1837
in terra. ¶ Tu primo il giorno, e le purpuree
214
1837
nefande ¶ Ali di morte il divo etere impara. ¶ Trepido
215
1837
etere impara. ¶ Trepido, errante il fratricida, e l'ombre
216
1837
cure, innalza; e primo ¶ Il disperato pentimento i ciechi
217
1837
ne' corpi inerti ¶ Domo il vigor natio, languide, ignave
218
1837
Riede alla terra, e il crudo affetto e gli
219
1837
e la sciagura e il pianto ¶ A novi liti
220
1837
i generosi alunni ¶ Medita il petto mio. Dirò siccome
221
1837
all'odiata soma ¶ Volenteroso il prode animo addisse. ¶ Fu
222
1837
canto e della fama il grido ¶ Pasce l'avida
223
1837
latte ¶ Onda rigasse intemerata il fianco ¶ Delle balze materne
224
1837
i lupi al fonte ¶ Il pastorel; ma di suo
225
1837
ameno error, le fraudi, il molle ¶ Pristino velo; e
226
1837
non sugge ¶ Pallida cura il petto, a cui le
227
1837
non doma; e vitto il bosco, ¶ Nidi l'intima
228
1837
L'irrigua valle, inopinato il giorno ¶ Dell'atra morte
229
1837
morte incombe. Oh contra il nostro ¶ Scellerato ardimento inermi
230
1837
fur l'erinni e il fato, ¶ Sembianze agli occhi
231
1837
per li campi trepidanti il flutto ¶ Polveroso de' Noti
232
1837
de' Noti, e quando il carro, ¶ Grave carro di
233
1837
noi sul capo, ¶ Tonando, il tenebroso aere divide. ¶ Noi
234
1837
Fiume alla dubbia sponda ¶ Il suono e la vittrice
235
1837
ira dell'onda. ¶ Bello il tuo manto, o divo
236
1837
alle vezzose ¶ Tue forme il core e le pupille
237
1837
e dall'eterea porta ¶ Il mattutino albor; me non
238
1837
mattutino albor; me non il canto ¶ De' colorati augelli
239
1837
e non de' faggi ¶ Il murmure saluta: e dove
240
1837
salici dispiega ¶ Candido rivo il puro seno, al mio
241
1837
dato. A senno vostro il saggio ¶ E il forte
242
1837
vostro il saggio ¶ E il forte adopra e pensa
243
1837
e pensa; e quanto il giorno ¶ Col divo carro
244
1837
e di polpe ¶ Scemo il valor natio, son vostre
245
1837
petto ¶ Non si rallegra il cor quando a tenzone
246
1837
e fiede le montagne il rombo ¶ Della procella. O
247
1837
nomate. I danni e il pianto ¶ Della virtude a
248
1837
Tra le memorie e il grido ¶ Crescean di Sparta
249
1837
Finché la sposa giovanetta il fido ¶ Brando cingeva al
250
1837
Disdegni tuoi si sconsolava il folle ¶ Signor di Roma
251
1837
dolci sogni invita, ¶ Quando il rozzo paterno acciar ti
252
1837
paterno acciar ti ruppe ¶ Il bianchissimo petto, ¶ E all
253
1837
a' tuoi dì splendesse il sole ¶ Ch'oggi non
254
1837
Ecco di polve ¶ Lorda il tiranno i crini; ¶ E
255
1837
e nella doma ¶ Terra il marte latino arduo s
256
1837
NEL PALLONE ¶ Di gloria il viso e la gioconda
257
1837
veloce ¶ Piena degli anni il tuo valor contrasti ¶ La
258
1837
tuo nome), attendi e il core ¶ Movi ad alto
259
1837
l'echeggiante ¶ Arena e il circo, e te fremendo
260
1837
appella ¶ Ai fatti illustri il popolar favore; ¶ Te rigoglioso
261
1837
gli atleti ignudi e il campo eleo, ¶ Che stupido
262
1837
corona ¶ D'emula brama il punse. E nell'Alfeo
263
1837
le greche insegne e il greco acciaro ¶ Guidò de
264
1837
sen dell'Eufrate e il servo lido. ¶ Vano dirai
265
1837
negli egri petti avviva ¶ Il caduco fervor? Le meste
266
1837
men vano ¶ Della menzogna il vero? A noi di
267
1837
torce dalle abbiette genti ¶ Il ciel fatto cortese ¶ Dal
268
1837
putri e lente ¶ Ore il danno misura e il
269
1837
il danno misura e il flutto ascolta; ¶ Beata allor
270
1837
ascolta; ¶ Beata allor che il piede ¶ Spinto al varco
271
1837
e al tiberino lido, ¶ Il calpestio de' barbari cavalli
272
1837
de' barbari cavalli ¶ Prepara il fato, e dalle selve
273
1837
si volge a tergo ¶ Il pentimento. A voi, marmorei
274
1837
esulta ¶ Per l'aere il nembo, e quando ¶ Il
275
1837
il nembo, e quando ¶ Il tuon rapido spingi, ¶ Ne
276
1837
sacra fiamma stringi? ¶ Preme il destino invitto e la
277
1837
necessarii danni ¶ Si consola il plebeo. Men duro è
278
1837
plebeo. Men duro è il male ¶ Che riparo non
279
1837
o fato indegno, ¶ Teco il prode guerreggia, ¶ Di cedere
280
1837
destra, allor che vincitrice il grava, ¶ Indomito scrollando si
281
1837
travagli nostri, e forse il cielo ¶ I casi acerbi
282
1837
beati empio costume, ¶ E il viver macro ad altre
283
1837
ricusa, ¶ Riede natura, e il non suo dardo accusa
284
1837
voi, fra quante ¶ Stirpi il cielo avvivò, soli fra
285
1837
le morte ripe, ¶ Se il fato ignavo pende, ¶ Soli
286
1837
campagna esplori. ¶ Cognati petti il vincitor calpesta, ¶ Fremono i
287
1837
Del consueto obblio gravido il petto, ¶ L'alta ruina
288
1837
mondo: e come prima il tetto ¶ Rosseggerà del villanello
289
1837
t'infonde, ¶ Italo egregio, il fato? O con l
290
1837
umano ¶ Valor forse contrasta il fato invano? ¶ Certo senza
291
1837
lento ¶ E grave è il nostro disperato obblio, ¶ A
292
1837
pio ¶ Dunque all'Italia il cielo; anco si cura
293
1837
tanto e tale ¶ È il clamor de' sepolti, e
294
1837
che gli eroi ¶ Dimenticati il suol quasi dischiude, ¶ A
295
1837
periti? A voi forse il futuro ¶ Conoscer non si
296
1837
men grava e morde ¶ Il mal che n'addolora
297
1837
A cui fu vita il pianto! A noi le
298
1837
noi le fasce ¶ Cinse il fastidio; a noi presso
299
1837
e su la tomba, il nulla. ¶ Ma tua vita
300
1837
con gli astri e il mare, ¶ Ligure ardita prole
301
1837
infiniti ¶ Flutti commesso, ritrovasti il raggio ¶ Del Sol caduto
302
1837
Del Sol caduto, e il giorno ¶ Che nasce allor
303
1837
Ahi ahi, ma conosciuto il mondo ¶ Non cresce, anzi
304
1837
l'alma terra e il mare ¶ Al fanciullin, che
305
1837
punto, ¶ E figurato è il mondo in breve carta
306
1837
simile, e discoprendo, ¶ Solo il nulla s'accresce. A
307
1837
A noi ti vieta ¶ Il vero appena è giunto
308
1837
sottraggon gli anni; ¶ E il conforto perì de' nostri
309
1837
dolci sogni intanto, e il primo ¶ Sole splendeati in
310
1837
resta? or poi che il verde ¶ È spogliato alle
311
1837
È spogliato alle cose? Il certo e solo ¶ Veder
312
1837
è vano altro che il duolo. ¶ O Torquato, o
313
1837
eccelsa ¶ Tua mente allora, il pianto ¶ A te, non
314
1837
te, non altro, preparava il cielo. ¶ Oh misero Torquato
315
1837
cielo. ¶ Oh misero Torquato! il dolce canto ¶ Non valse
316
1837
consolarti o a sciorre il gelo ¶ Onde l'alma
317
1837
e salda ¶ Ti parve il nulla, e il mondo
318
1837
parve il nulla, e il mondo ¶ Inabitata piaggia. Al
319
1837
sì nefando, ¶ È peggiorato il viver nostro. O caro
320
1837
Chi stolto non direbbe il tuo mortale ¶ Affanno anche
321
1837
Affanno anche oggidì se il grande e il raro
322
1837
se il grande e il raro ¶ Ha nome di
323
1837
Se più de' carmi, il computar s'ascolta, ¶ Ti
324
1837
s'ascolta, ¶ Ti appresterebbe il lauro un'altra volta
325
1837
arena ¶ Scese, e nullo il seguì, che l'ozio
326
1837
che l'ozio e il brutto ¶ Silenzio or preme
327
1837
scorti ¶ Da mediocrità: sceso il sapiente ¶ E salita è
328
1837
un sol confine, ¶ Che il mondo agguaglia. O scopritor
329
1837
polve della vita e il suono ¶ Tragge il destin
330
1837
e il suono ¶ Tragge il destin; l'obbrobriosa etate
331
1837
l'obbrobriosa etate ¶ Che il duro cielo a noi
332
1837
e valor dissidio pose ¶ Il corrotto costume. Ahi troppo
333
1837
Acquista oggi chi nasce il moto e il senso
334
1837
nasce il moto e il senso. ¶ Al ciel ne
335
1837
raggio ¶ Delle pupille vostre il ferro e il foco
336
1837
vostre il ferro e il foco ¶ Domar fu dato
337
1837
non vedo, ¶ Non vedo il lauro e il ferro
338
1837
vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi
339
1837
la fronte e nudo il petto mostri. ¶ Oimè quante
340
1837
vive, ¶ Mai non potrebbe il pianto ¶ Adeguarsi al tuo
341
1837
o scrive, ¶ Che, rimembrando il tuo passato vanto, ¶ Non
342
1837
Dove l'armi e il valore e la costanza
343
1837
costanza? ¶ Chi ti discinse il brando? ¶ Chi ti tradì
344
1837
possanza ¶ Valse a spogliarti il manto e l'auree
345
1837
foco ¶ Agl'italici petti il sangue mio. ¶ Dove sono
346
1837
Dove la Persia e il fato assai men forte
347
1837
Si sottrasse da morte il santo stuolo, ¶ Simonide salia
348
1837
e la marina e il suolo. ¶ E di lacrime
349
1837
ambe le guance, ¶ E il petto ansante, e vacillante
350
1837
petto ansante, e vacillante il piede, ¶ Toglieasi in man
351
1837
Beatissimi voi, ¶ Ch'offriste il petto alle nemiche lance
352
1837
la Grecia cole, e il mondo ammira. ¶ Nell'armi
353
1837
Che la memoria e il vostro ¶ Amor trascorra o
354
1837
alma terra. ¶ Che se il fato è diverso, e
355
1837
vostra duri. ¶ II ¶ SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE ¶ CHE
356
1837
per lo cui verso ¶ Il meonio cantor non è
357
1837
udia ¶ Che non che il cener freddo e l
358
1837
Giaccian esuli ancora ¶ Dopo il funereo dì sott'altro
359
1837
la cui virtude ¶ Tutto il mondo t'onora. ¶ Oh
360
1837
che amari ¶ Giorni dopo il seren dato n'ha
361
1837
seren dato n'ha il cielo. ¶ Spirti v'aggiunga
362
1837
costei le guance e il velo. ¶ Ma voi di
363
1837
dirà l'onda e il turbo ¶ Del furor vostro
364
1837
sembiante? ¶ Chi degli occhi il baleno? ¶ Qual può voce
365
1837
quando? ¶ Voi, di ch'il nostro mal si disacerba
366
1837
mesco all'opra vostra il canto mio, ¶ Sedendo u
367
1837
tua stirpe a tutto il mondo oscura. ¶ Ma non
368
1837
che un tratto alzino il viso. ¶ Ahi, da che
369
1837
sera. ¶ Beato te che il fato ¶ A viver non
370
1837
L'asta inimica e il peregrin furore; ¶ Non degl
371
1837
che ne schernia ¶ Tra il suon delle catene e
372
1837
sì perversi tempi? ¶ Perché il nascer ne desti o
373
1837
prima ¶ Non ne desti il morire, ¶ Acerbo fato? onde
374
1837
parte alcuna. ¶ Ahi non il sangue nostro e non
375
1837
fea l'aere e il cielo ¶ E gli uomini
376
1837
letto agli egri corpi il gelo. ¶ Allor, quando traean
377
1837
venti, ¶ Ma ne spegnesse il ferro, e per tuo
378
1837
età sorride, ¶ A tutto il mondo ignoti, ¶ Moriam per
379
1837
uccide. ¶ Di lor querela il boreal deserto ¶ E conscie
380
1837
le belve ¶ E sarà il nome degli egregi e
381
1837
Al cui supremo danno ¶ Il vostro solo è tal
382
1837
sempre amaramente piagna ¶ E il suo col vostro lacrimar
383
1837
alleggiò per gran tempo il nostro male? ¶ Nostre corone
384
1837
In eterno perimmo? e il nostro scorno ¶ Non ha
385
1837
placido il mio stato, ¶ Il volto era seren. ¶ Desiderato
386
1837
volto era seren. ¶ Desiderato il termine ¶ Avrei del viver
387
1837
mio; ¶ Ma spento era il desio ¶ Nello spossato sen
388
1837
sì fugaci e brevi ¶ Il cielo a noi sortì
389
1837
ai verdi margini, ¶ Ovunque il guardo mira, ¶ Tutto un
390
1837
a vivere ¶ La piaggia, il bosco, il monte; ¶ Parla
391
1837
La piaggia, il bosco, il monte; ¶ Parla al mio
392
1837
Parla al mio core il fonte, ¶ Meco favella il
393
1837
il fonte, ¶ Meco favella il mar. ¶ Chi mi ridona
394
1837
mar. ¶ Chi mi ridona il piangere ¶ Dopo cotanto obblio
395
1837
al guardo mio ¶ Cangiato il mondo appar? ¶ Forse la
396
1837
riso? ¶ Ahi della speme il viso ¶ Io non vedrò
397
1837
l'annullàr: non vinsela ¶ Il fato e la sventura
398
1837
pietà fra gli uomini ¶ Il misero non trova; ¶ Che
399
1837
ogni mortal. ¶ Che ignora il tristo secolo ¶ Gl'ingegni
400
1837
proprii moti ¶ Si maraviglia il sen. ¶ Da te, mio
401
1837
te mi vien. ¶ Mancano, il sento, all'anima ¶ Alta
402
1837
La sorte, la natura, ¶ Il mondo e la beltà
403
1837
tu, lieta e pensosa, il limitare ¶ Di gioventù salivi
404
1837
in mente avevi. ¶ Era il maggio odoroso: e tu
405
1837
tu solevi ¶ Così menare il giorno. ¶ Io gli studi
406
1837
le sudate carte, ¶ Ove il tempo mio primo ¶ E
407
1837
la faticosa tela. ¶ Mirava il ciel sereno, ¶ Le vie
408
1837
gli orti, ¶ E quinci il mar da lungi, e
409
1837
da lungi, e quindi il monte. ¶ Lingua mortal non
410
1837
La vita umana e il fato! ¶ Quando sovviemmi di
411
1837
che l'erbe inaridisse il verno, ¶ Da chiuso morbo
412
1837
tenerella. E non vedevi ¶ Il fior degli anni tuoi
413
1837
tuoi; ¶ Non ti molceva il core ¶ La dolce lode
414
1837
passar gran parte ¶ Mirando il cielo, ed ascoltando il
415
1837
il cielo, ed ascoltando il canto ¶ Della rana rimota
416
1837
cangiato. ¶ Né mi diceva il cor che l'età
417
1837
appresso: e intanto vola ¶ Il caro tempo giovanil; più
418
1837
vita unico fiore. ¶ Viene il vento recando il suon
419
1837
Viene il vento recando il suon dell'ora ¶ Dalla
420
1837
terrori io vigilava, ¶ Sospirando il mattin. Qui non è
421
1837
ma con dolor sottentra ¶ Il pensier del presente, un
422
1837
passato, ancor tristo, e il dire: io fui. ¶ Quella
423
1837
Quei figurati armenti, e il Sol che nasce ¶ Su
424
1837
fianco ¶ M'era, parlando, il mio possente errore ¶ Sempre
425
1837
queste ¶ Ampie finestre sibilando il vento, ¶ Rimbombaro i sollazzi
426
1837
di dolcezza; indelibata, intera ¶ Il garzoncel, come inesperto amante
427
1837
miei, sebben deserto, oscuro ¶ Il mio stato mortal, poco
428
1837
mio primo; ¶ Indi riguardo il viver mio sì vile
429
1837
m'avanza; ¶ Sento serrarmi il cor, sento ch'al
430
1837
allato, e sarà giunto il fine ¶ Della sventura mia
431
1837
acque ¶ La speme e il dolor mio. Poscia, per
432
1837
la bella giovanezza, e il fiore ¶ De' miei poveri
433
1837
e con la notte ¶ Il fuggitivo spirto, ed a
434
1837
e quasi ¶ (Inusitata maraviglia!) il mondo ¶ La destra soccorrevole
435
1837
gli errori suoi, festeggia il novo ¶ Suo venir nella
436
1837
Quella vaga stagion, se il suo buon tempo, ¶ Se
437
1837
Mesto riluce delle stelle il raggio, ¶ È deserta. Ove
438
1837
ch'a me giungesse, il volto ¶ Scolorarmi? Altro tempo
439
1837
amor. Passasti. Ad altri ¶ Il passar per la terra
440
1837
Di gioventù, quando spegneali il fato, ¶ E giacevi. Ahi
441
1837
Questo vagar mio breve, ¶ Il tuo corso immortale? ¶ Vecchierel
442
1837
la via ¶ E dove il tanto affaticar fu volto
443
1837
immenso, ¶ Ov'ei precipitando, il tutto obblia. ¶ Vergine luna
444
1837
è rischio di morte il nascimento. ¶ Prova pena e
445
1837
stesso ¶ La madre e il genitore ¶ Il prende a
446
1837
madre e il genitore ¶ Il prende a consolar dell
447
1837
uno e l'altro il sostiene, e via pur
448
1837
intendi, ¶ Questo viver terreno, ¶ Il patir nostro, il sospirar
449
1837
terreno, ¶ Il patir nostro, il sospirar, che sia; ¶ Che
450
1837
E tu certo comprendi ¶ Il perché delle cose, e
451
1837
delle cose, e vedi il frutto ¶ Del mattin, della
452
1837
ardore, e che procacci ¶ Il verno co' suoi ghiacci
453
1837
certo, ¶ Giovinetta immortal, conosci il tutto. ¶ Questo io conosco
454
1837
io giaccio in riposo, il tedio assale? ¶ Forse s
455
1837
ad una, ¶ O come il tuono errar di giogo
456
1837
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: ¶ Forse in
457
1837
funesto a chi nasce il dì natale. ¶ XXIV ¶ LA
458
1837
la via, ¶ Che ripete il suo verso. Ecco il
459
1837
il suo verso. Ecco il sereno ¶ Rompe là da
460
1837
E chiaro nella valle il fiume appare. ¶ Ogni cor
461
1837
in ogni lato ¶ Risorge il romorio ¶ Torna il lavoro
462
1837
Risorge il romorio ¶ Torna il lavoro usato. ¶ L'artigiano
463
1837
Di sentiero in sentiero ¶ Il grido giornaliero. ¶ Ecco il
464
1837
Il grido giornaliero. ¶ Ecco il Sol che ritorna, ecco
465
1837
lontano ¶ Tintinnio di sonagli; il carro stride ¶ Del passeggier
466
1837
stride ¶ Del passeggier che il suo cammin ripiglia. ¶ Si
467
1837
spargi a larga mano; il duolo ¶ Spontaneo sorge e
468
1837
dolor morte risana. ¶ XXV ¶ IL SABATO DEL VILLAGGIO ¶ La
469
1837
al dì di festa, il petto e il crine
470
1837
festa, il petto e il crine. ¶ Siede con le
471
1837
là dove si perde il giorno; ¶ E novellando vien
472
1837
aria imbruna, ¶ Torna azzurro il sereno, e tornan l
473
1837
quel suon diresti ¶ Che il cor si riconforta. ¶ I
474
1837
sua parca mensa, ¶ Fischiando, il zappatore, ¶ E seco pensa
475
1837
l'altro tace, ¶ Odi il martel picchiare, odi la
476
1837
fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba. ¶ Questo
477
1837
Questo di sette è il più gradito giorno, ¶ Pien
478
1837
ti sia grave. ¶ XXVI ¶ IL PENSIERO DOMINANTE ¶ Dolcissimo, possente
479
1837
arcana ¶ Chi non favella? il suo poter fra noi
480
1837
suoi ¶ Le umane lingue il sentir proprio sprona, ¶ Par
481
1837
Volge gli occhi bramoso il pellegrino; ¶ Tal io dal
482
1837
ristora i miei sensi il tuo soggiorno. ¶ Quasi incredibil
483
1837
la vita infelice e il mondo sciocco ¶ Già per
484
1837
morte non mi strinse il petto. ¶ Oggi mi pare
485
1837
un gioco ¶ Quella che il mondo inetto, ¶ Talor lodando
486
1837
gli umani giudizi; e il vario volgo ¶ A' bei
487
1837
tal segno a incominciare il corso: ¶ Che tra le
488
1837
le sabbie e tra il vipereo morso, ¶ Giammai finor
489
1837
quello ¶ Là dove spesso il tuo stupendo incanto ¶ Parmi
490
1837
che l'usata errando, ¶ Il mio terreno stato ¶ E
491
1837
stato ¶ E tutto quanto il ver pongo in obblio
492
1837
parte onde s'abbella il vero ¶ Sei tu, dolce
493
1837
Altri gentili inganni ¶ Soleami il vero aspetto ¶ Più sempre
494
1837
Quasi una finta imago ¶ Il tuo volto imitar. Tu
495
1837
più dolce aver che il tuo pensiero? ¶ XXVII ¶ AMORE
496
1837
quaggiù sì belle ¶ Altre il mondo non ha, non
497
1837
stelle. ¶ Nasce dall'uno il bene, ¶ Nasce il piacer
498
1837
uno il bene, ¶ Nasce il piacer maggiore ¶ Che per
499
1837
la codarda gente, ¶ Gode il fanciullo Amore ¶ Accompagnar sovente
500
1837
porgi aita, ¶ Amor, nasce il coraggio, ¶ O si ridesta