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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
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1920
altra volta in deliquio. Il Nicchioli disse a Niccolò
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1920
addosso alla scrivania; ma il Nicchioli non volle sentire
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1920
Mi aspettavo più coscienza! ¶ Il Corsali, che si teneva
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1920
ridere; ma a vedere il fratello come un morto
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1920
tentando di sorridere, chiese: ¶ — Il Nicchioli se n'è
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1920
Niccolò non si leva il cappello a nessuno! Senti
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1920
ti posso sopportare. Guarda il contegno che tengo io
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1920
le mani! ¶ E tese il braccio; ma la mano
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1920
giudicavo così. Fammi sentire il polso se hai la
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1920
le mani. Ci hai il vino in casa? ¶ Ma
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1920
Ma anche egli, benché il suo istinto fosse sempre
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1920
dietro la schiena, e il sigaro in bocca, benché
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1920
con un taglio. E il Palazzo, di pietra, con
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1920
voglia di scherzare; e il viso gli doventò scuro
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1920
insensata e si asciugava il viso che la donna
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1920
afferrarono Giulio, e con il loro peso lo fecero
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1920
calme che pesano come il piombo e se ne
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1920
non si lascerebbe mai il sonno. ¶ Niccolò tentò di
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Allora, pensò di trovare il Nisard; ma non riuscì
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1920
si mise a fare il chiasso con le nipoti
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1920
sbadigliando. ¶ A tavola, disse: ¶ — Il peggio sarà che non
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1920
fatto fino ad ora! Il resto, poi, non conta
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1920
sciancata; che, aiutandosi con il bastone e appoggiandosi anche
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1920
la sua disperazione crebbe. Il giorno dopo, la legge
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1920
strada, s'imbatté con il Nisard; che gli andò
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1920
gli andò incontro mentre il suo viso doventava rapidamente
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1920
Giulio lo guardò con il viso scomposto, quasi irriconoscibile
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1920
andremo un poco insieme. ¶ Il Nisard troncò subito la
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1920
nondimeno, voleva evitare che il Nisard lo mettesse al
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1920
insisteva perché mai cadesse il discorso anche su le
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1920
su le cambiali false. Il Nisard si meravigliava di
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1920
Perciò, senza volere, assecondava il desiderio del libraio; e
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1920
qui la mattina e il giorno. ¶ Viene subito alla
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1920
e ne fu orgoglioso. Il Nisard gli spiava nel
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1920
meno sicuro di vivere. Il sospetto che avevo non
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1920
Ma quella sensazione staccava il suo sogno, lo teneva
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1920
capire meglio, imagini che il presente stesso era per
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1920
stesso era per me il senso d'una realtà
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1920
non piaceva; e, arricciando il naso, si discostò dal
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non ci aspettiamo noi. ¶ Il Nisard storceva la bocca
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1920
malvagie; che volevano prendere il sopravvento. I suoi stati
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sempre attaccati. Ora, anche il desiderio di morire era
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1920
buio ed egli accese il gasse. Il rumore del
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1920
egli accese il gasse. Il rumore del gasse, prendendo
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1920
sgabello e provò, ficcandoci il manico del martello dentro
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1920
avrebbe dato retta, mettendoci il collo dentro. Egli delirando
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1920
mise la testa dentro il laccio. Sentendosi stringere, avrebbe
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1920
non gli riescì. ¶ XIV ¶ Il pretore fece staccare il
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1920
gli parve possibile che il cavaliere avrebbe annuito a
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1920
volta. Era, del resto, il mezzo di salvarsi soltanto
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1920
fanno comodo altri denari.... ¶ Il cavaliere impallidì, e chiese
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1920
Siamo restati al secco. ¶ Il cavaliere trasecolava e allibiva
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1920
che, parlando, aveva dato il tracollo a tutto. Ma
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1920
quando s'accorse che il cavaliere non aveva più
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1920
lusso. Gli premeva che il Nicchioli non sospettasse, e
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1920
sospettasse, e sorrise. Ma il cavaliere, addirittura di un
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1920
non indovinò nulla, benché il cavaliere, lasciandolo, gli desse
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1920
non credeva più che il giorno dopo c'era
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chiese: ¶ — Sei stato con il cavaliere? ¶ — Sì: quasi due
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1920
Giulio rispose come se il fratello cercasse di fargli
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1920
Allora, se credi, fai il tuo comodo. ¶ E, ritirata
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1920
buttarsi a capofitto contro il muro? Chi lo poteva
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continuare a vivere, e il desiderio della morte gli
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1920
senza ch'io abbia il diritto di rifiutarmi. Anzi
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1920
rifiutarmi. E perché?". Ma il perché non lo trovava
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1920
divertito a girare tutto il giorno; senza parlare a
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1920
da insuperbire; e, solleticando il suo amor proprio, fossero
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1920
abbia fatto così." ¶ Quando il treno arrivò, era vicino
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1920
meno a mezzo chilometro, il pendio d'una collina
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1920
vi siete annoiati! ¶ XI ¶ Il Nicchioli non aveva sospettato
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1920
gli era parso che il libraio volesse troppo approfittarsi
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chiarezza, a non rifiutare il suo aiuto; quando non
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1920
tempo alla libreria; e, il lunedì, sebbene non ce
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1920
a un certo punto! ¶ Il lunedì mattina, tutti e
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1920
più prudente. Si teneva il mento con una mano
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1920
teneva a farsi vedere il più sveglio, quasi il
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1920
il più sveglio, quasi il più sagace; me siccome
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1920
a dietro con tutto il corpo e puntando i
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1920
andasse troppo lontano, entrò il Corsali; che aveva voglia
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1920
potevano dargli retta. ¶ Allora, il Corsali s'arrischiò: ¶ — Se
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1920
né meno una volta! ¶ Il Corsali, adirato, gli chiese
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1920
anche Giulio sbuffò; e il Corsali escì, minacciandoli. ¶ Erano
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1920
pensava: "Anche questa volta il colpo è fatto!". Ma
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1920
In bottega c'era il Nisard, che parlava con
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1920
vicino e contro luce. Il Nisard gli piaceva, anche
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1920
come una zitellona, con il labbro di sotto che
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1920
sotto che gli pendeva. ¶ Il Nisard capì, con un
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1920
strampalate: ¶ — Ci penserò tutto il giorno; così, la cambiale
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1920
tanto rannuvolati? Se viene il Corsali, quando io non
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1920
piedi. Per salvarsi, nascose il viso tra le mani
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1920
e pensò di dirglielo. ¶ Il Nicchioli non voleva crederci
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1920
Gambi o se aspettava il giorno dopo; quando si
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1920
sfinito. ¶ Si alzò con il proposito di andare alla
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1920
a prendere, in casa, il Corsali; che credeva piuttosto
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1920
casa. E, per essere il primo, disse tutto a
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1920
e sanguigna. ¶ Quando apparve il Nicchioli seguito dal Corsali
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1920
porti fuori di bottega! ¶ Il Nisard si accostò ad
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1920
Enrico, quasi lusingato che il Nisard si intromettesse, si
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la porta in faccia. ¶ Il Nisard non gradiva ascoltare
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1920
sono i miei amici. ¶ Il Nisard voleva sgridarlo, ma
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1920
e lasciò che facesse il suo comodo. Poi, affrettandosi
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1920
affrettandosi, tornò nella libreria. ¶ Il Corsali diceva cose sciocche
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1920
che gli pareva inverosimile. Il Nisard disse con sdegno
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andato a giocare. ¶ Soltanto il Corsali gli rispose: ¶ — Quello
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1920
gli rispose: ¶ — Quello è il suo posto! ¶ Allora il
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1920
il suo posto! ¶ Allora il Nisard dette la mano
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due fratelli, si tolse il cappello al sensale; e
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carte! Loro non avevano il coraggio di venire a
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1920
molto abbattuto d'animo. ¶ Il Nisard tornò subito il
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1920
Il Nisard tornò subito il giorno dopo a trovarli
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1920
allappata. Sapeva qualche cosa il Nisard, forse? A lui
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bastò ch'egli guardasse il Nisard per rassicurarsi. Allora
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hoc ita. ¶ Rimise subito il libro al posto, e
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1920
chi ha scritto così? ¶ Il francese voleva contraddirlo, ma
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1920
ma restò colpito che il libraio gli avesse fatto
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sedia, stirandosi e mettendo il petto in fuori. Egli
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addirittura infantili per aiutare il fratello; ch'era costretto
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1920
a Roma; e trovo il compratore. Lo porto qua
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qua con me; e il rimedio è preso! ¶ E
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Non ci avevo pensato! Il meglio è dirlo al
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1920
Abbiamo fatto già tutto il possibile. ¶ — Seguiteremo. ¶ Giulio aprì
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possibile. ¶ — Seguiteremo. ¶ Giulio aprì il cassetto della scrivania, come
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chiedo che ci lasci il tempo di riparare alla
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false, no. M'ammazzo! ¶ Il malessere di Giulio si
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ebbe più compassione per il fratello che per se
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non mi vengano sotto il viso! Sarà una festa
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una festa per parecchi il nostro fallimento. ¶ — Zitto! Non
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ti affaticare troppo per il mangiare! Non voglio! Anche
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Chiarina, è venuto già il tuo fidanzato? ¶ La ragazza
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fece una carezza sotto il mento e girò gli
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1920
hai? Mi fai battere il cuore. Io mando a
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1920
Io mando a chiamare il medico. ¶ — Il medico? Non
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1920
a chiamare il medico. ¶ — Il medico? Non ce n
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1920
visita e a cercare il mio cappello sodo, che
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1920
ci sto io! ¶ Ma il suo dolore, che doveva
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1920
che non perderò mai il mio appetito. Se, stasera
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1920
nessuno. Alla bottega sarei il primo io a darle
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1920
più! ¶ Gli mancava anche il respiro, e dovette riposarsi
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stiamo zitti, perché entra il verro! ¶ Enrico, con la
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1920
La domenica, Giulio e il cavaliere Nicchioli fecero un
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né meno a trovarlo. ¶ Il cavaliere chiese a Giulio
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1920
da Ovile a Pispini? ¶ Il libraio era distratto, e
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1920
nel cielo, dalle mura. ¶ Il cavaliere disse: ¶ — Si volti
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gli metteva nell'animo il desiderio di compensarlo con
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lo stesso. Si calcò il cappello fin sugli occhi
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1920
io pensi agli sposalizii? ¶ Il Nisard, con una voce
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1920
nipote. E restò con il sorriso sospeso, aspettando a
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aspettando a ricominciarlo quando il libraio gli avesse risposto
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come se gli facessero il solletico; rannicchiandosi con le
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1920
cose simili! ¶ Giulio, con il suo sorriso che si
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dopo un poco ronfava. ¶ Il Nisard sfogliò, sul banco
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Nisard sfogliò, sul banco, il fascicolo del Magazine; batté
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per la campagna! Ora il governo ha fatto inventariare
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toccare la maniglia: era il cavaliere Nicchioli. Allora, Niccolò
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richiuse lesto gli occhi. ¶ Il cavaliere disse tutto festoso
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tutto festoso: ¶ — Ho incontrato il Nisard, e m'ha
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un giovine a domandarmi il consenso di.... ¶ — Oh, lo
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si prestava... amorevolmente... con il mio bambino. ¶ — È una
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1920
d'una timidità floscia. ¶ Il libraio gli rispose: ¶ — Credo
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1920
vero piacere. Mi dia il nome. ¶ Scrisse il nome
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1920
dia il nome. ¶ Scrisse il nome, e riescì dicendo
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1920
e dovevano accendere presto il gasse. Nella strada, vedevano
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1920
a dire: ¶ — Quello è il pazzo che dovette fuggire
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1920
ragione. ¶ — Mi ha detto il Nisard che è venuto
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1920
venuto quel giovine, per il fidanzamento. ¶ — Lo sai anche
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Per l'appunto è il primo e l'unico
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1920
trovato bene, specie dopo il matrimonio di Niccolò; e
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1920
com'era difficile trovare il denaro per scontarla, o
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1920
anche questa volta suggerisca il mezzo di toglierci d
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scherzare. ¶ Egli, indispettito, piantò il fratello nell'intrigo; pensando
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1920
noi! ¶ Niccolò, allora, difese il fratello, e rispose: ¶ — È
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1920
avessi un fratello come il mio? Non sarebbe meglio
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carte. Ma egli tenne il mazzo chiuso in mano
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1920
ragazzo! È sempre stato il mio torto. ¶ Egli aveva
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1920
la faccio io, per il mangiare dò l'ordine
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so, ho finito con il sacrificarmi e con il
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il sacrificarmi e con il doventare ingiusto anche verso
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tutti e due. ¶ Ma il padrone della bettola stava
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bottega; dove doveva esserci il Nisard e anche il
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1920
il Nisard e anche il Corsali. Egli sapeva che
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dicesse; e, sentendo che il Nisard sosteneva che il
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il Nisard sosteneva che il Pinturicchio gli piaceva meno
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1920
dopo un pezzo. Anche il Nisard rise, come un
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1920
mica molto! Del resto, il Nisard è più competente
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1920
quel che voglio alludere. ¶ Il Corsali disse: ¶ — Ho capito
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1920
riesciva a rimpiattare niente. Il suo dolore gli faceva
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nascondere la sua ira. ¶ Il Corsali disse: ¶ — Ho capito
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aspettate di essere soli. ¶ Il Nisard, vedendo Giulio così
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1920
la giovialità di prima. Il Corsali, credendo di far
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1920
uno con l'altro. ¶ Il Nisard non se ne
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Niccolò? Voglio conoscere anche il tuo sentimento. ¶ Niccolò si
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1920
storse tutto, e, raccattando il sigaro acceso che gli
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1920
la lingua. ¶ — Tu, nonostante il bene che ti voglio
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1920
ma senza sentirsi avvilita. Il marito non le poteva
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1920
una sciocca. Ma, nondimeno, il suo istinto non la
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1920
in salotto a bevere il caffè, mentre gli preparava
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1920
libreria? ¶ — Non c'è il tuo marito? Perché non
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1920
di sì. Non fare il sentimentale. ¶ — Oggi, le parleremo
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1920
incapace di difendersi. Era il suo istinto che le
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1920
aspettava né meno che il marito le avrebbe fatto
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1920
portare la minestra. ¶ Durante il pranzo, incitava gli altri
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1920
l'avessero sentito sghignazzare il cassiere e il direttore
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1920
sghignazzare il cassiere e il direttore della banca, sarebbe
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1920
ancora: ¶ — Che tu sei il più sboccato, lo sapevo
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1920
delle bambine, no. Metti il grifo dentro ai piatti
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1920
che altercare! ¶ Niccolò faceva il pentito, con un'aria
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1920
Egli si strofinò con il tovagliolo dov'era stato
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1920
confessare. Ma nascondevano soltanto il loro pudore e la
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1920
a braccetto, per guardare il muraglione, a mattoni, del
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1920
vecchia e stinta; senza il ferro. Un arco più
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1920
quando all'improvviso sentivano il fruscìo di una scala
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1920
ad aspettare la zia, il cielo era tutto cinereo
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1920
cinereo, ma chiaro; e il sole faceva doventare abbarbagliante
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1920
ficcato. La campagna, sotto il Monte Amiata, sempre più
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1920
città esce fuori soltanto il campanile del Carmine; a
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1920
del giorno avanti, con il marito e i cognati
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1920
serena e sicura. Dunque, il suo istinto, questa volta
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1920
toccava a Chiarina; perché il segreto riguardava lei; ma
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1920
messa? ¶ — C'entrerebbe soltanto il prete. ¶ — Sicuro! Scommetto che
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1920
paura della croce e il suo desiderio; e disse
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1920
Chiarina, dopo aver dato il pugno alla sorella, piangeva
222
1920
schiacciava a sé, con il desiderio di non lasciarla
223
1920
eguale. Soltanto dove cominciava, il cielo rimaneva come un
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1920
chiaro; che, però, affievoliva. Il vento frusciava nei giardini
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1920
che si sfanno con il tartaro dell'acquiccia. L
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1920
voltò per guardare fisso il Cristo d'ebano e
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1920
Era curioso di conoscere il giovine; e aspettava, da
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1920
che avrebbe potuto. Tutto il suo sentimento d'uomo
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1920
Demanio, tu che conosci il direttore, dovresti informartene. ¶ Niccolò
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1920
un bell'imbecille! Sono il primo io a dirglielo
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1920
dietro la scrivania, e il giovine si presentò: ¶ — Sono
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1920
giovine si presentò: ¶ — Sono il ragioniere Bruno Pallini, impiegato
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1920
pure quello che vuole. ¶ Il giovine stette un momento
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1920
lenti. Aspettava ansioso che il libraio aprisse bocca. ¶ — Non
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1920
ragazza sono piuttosto modeste. ¶ Il giovine, esaltato, disse senza
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1920
Stasera, domattina... Meglio domattina. ¶ Il giovine avrebbe voluto stare
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1920
mia nipote; di Chiarina. ¶ Il Nisard, a cui piaceva
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1920
gliel'ho chiesto. ¶ Ma il Nisard aveva parlato abbastanza
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1920
la son battuta. ¶ Allora il Nisard gli chiese scherzando
240
1920
viso, ridendo; e ora, il suo riso era tranquillo
241
1920
da sopra le lenti. ¶ Il giorno dopo che i
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1920
parlargli; come quando trovava il pretesto magari d'andare
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1920
non gliela perdonasse. ¶ Ma il Nicchioli doventava, qualche volta
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1920
lei ci fa sempre il piacere di venirci a
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1920
di trattenersi quanto vuole. ¶ Il cavaliere, allora, s'intenerì
246
1920
Sta bene; grazie. ¶ — E il bambino? ¶ — Ingrassa sempre più
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1920
più. ¶ — Che bel bambino! ¶ Il cavaliere n'era tanto
248
1920
fece finta di starnutire. ¶ Il cavaliere disse a Giulio
249
1920
potendo rifiutare, si mise il tubino e rispose: ¶ — Vengo
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1920
un rialzo che sporge. Il cielo era tinto di
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1920
una nebbiolina rosea; e il Monistero, su un'altura
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1920
forte e fresco che il Nicchioli smise di parlare
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1920
niente, segno tutto qui. Il bambino non piange mai
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1920
dico immediatamente, a chiamare il medico di casa... che
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1920
scordato di dirle... che il bambino aveva la febbre
256
1920
Le lascio immaginare tutto il rimanente!.. ¶ E siccome egli
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1920
ne poteva più. E il cavaliere disse a Niccolò
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1920
Che cosa farebbe? ¶ Ma il cavaliere non seppe quel
259
1920
Giulio aveva paura che il Nicchioli volesse farli parlare
260
1920
parecchio per conoscere meglio il loro animo. E, siccome
261
1920
altri, gli pareva che il Nicchioli già sospettasse. E
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1920
non capisse. Gli saliva il sangue alla testa; e
263
1920
alla testa; e, se il cavaliere si tratteneva molto
264
1920
e dimagrava; benché, ormai, il suo carattere non potesse
265
1920
blu; lustro e magagnato. ¶ Il Nicchioli li ammonì: ¶ — È
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1920
ridica, mi pare: se il denaro dei vostri incassi
267
1920
sapere come... si trova il mio denaro. ¶ Niccolò andò
268
1920
anche Giulio stette zitto. Il cavaliere si meravigliò un
269
1920
troppo corto. ¶ Passava tutto il reggimento, e si sentivano
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1920
con l'animo sospeso. Il Nicchioli aspettò un poco
271
1920
lei vuole, noi restituiremo il suo denaro dentro due
272
1920
credette di avere irritato il loro amor proprio. ¶ — Lei
273
1920
le cose sempre per il peggio! ¶ Giulio, con una
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1920
che gli repugnava, disse: ¶ — Il cavaliere non intendeva dire
275
1920
si dica! Doventa irresponsabile. ¶ Il Nicchioli fu soddisfatto, e
276
1920
io sono lunatico! ¶ Ma il cavaliere non s'era
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1920
ventina di lire per il pesce! M'hanno detto
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1920
una palomba bianca come il sale, e una cesta
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lasci soli quand'entra il cavaliere, ti giuro che
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la nostra libreria fosse il suo confessionale! È un
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gente può stare tutto il giorno senza fare nulla
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soldi, vado a comprare il pesce. Ci vado da
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riescito a truffarle, disse: ¶ — Il cavaliere parla sempre di
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massiccia e meno grassa. Il marito e i cognati
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Niccolò finiva di asciugarsi il viso e le mani
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Egli, allora, seguitò con il suo solito brio: ¶ — Le
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vuoi guastare. ¶ — Non fare il buffo! ¶ — E tu le
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ai fratelli. Egli aveva il viso afflitto; e, pure
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qualche volta, gliene restasse il ricordo nel suo amor
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nel suo amor proprio. Il Nisard gli disse: ¶ — Per
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quel che Dio vorrà. ¶ Il Nisard, credendo che esagerasse
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dirle! ¶ E restò soprapensiero. Il Nisard lo guardava in
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allegro: ¶ — Ora, ci manca il gorgonzola! Non inventerete che
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io sono un egoista! ¶ Il Nisard si divertiva a
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è altro da comprare? ¶ Il fratello gli accennò la
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non ci fosse stato il Nisard, avrebbe chiuso subito
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qui dentro, sacrificato tutto il giorno; non vedo mai
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di che colore è il cielo; m'è venuto
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crede né meno ora! ¶ Il Nisard allargò le braccia
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ricordarsi se avevano comprato il parmigiano da grattare su
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gli pareva di vedere il fratello che se la
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smettere più, per tutto il pranzo. Era capace di
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mezzo di bottega, con il viso ubriaco di godimento
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con dolcezza: ¶ — Posso chiudere! ¶ Il Nisard, che doveva andare
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Giulio, invece, durante tutto il chilo, faceva ripetizione alle
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strada, fingeva di fare il viso da ridere; e
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bastava per fumare tutto il sigaro, trovò in bottega
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violento, sensuale e acre. Il Corsali disse a Giulio
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Io ti prendo per il collo, e ti metto
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forte, mordendosi le mani. ¶ Il Corsali, che era per
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celiavo? ¶ — Non è questo il modo di trattare gli
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ad ascoltarlo? Ci farai il piacere di dircelo. ¶ — Tutte
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domani io vado con il calesse a Radicondoli, per
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la sedia, guardando ora il fratello e ora l
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ridere. Aveva in tutto il viso una ilarità così
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parlate! ¶ Poi, come se il Corsali non ci fosse
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mise a parlare con il fratello: ¶ — Hai mandato quelle
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I signori vogliono fare il loro comodo. ¶ Niccolò picchiò
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così! ¶ — Stasera, c'è il pollo? ¶ — Credo. ¶ — Se no
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domani. Ci credi che il lesso io non lo
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era, sotto le finestre, il marmista che faceva un
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sbatacchiare! ¶ — Gli sarà arrivato il marmo! ¶ — Eh, ma si
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quella mi ci netto il codrione. ¶ Egli, quando s
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tua legatoria? ¶ — Io faccio il mio comodo. Ne ho
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le mani! Fagli posare il vaso! Non mica perché
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di ridere, disse: ¶ — Fatemi il piacere di smettere, tutti
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è così. Fagli posare il vaso. Non vuol dare
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Io vorrei che morisse. ¶ Il Corsali chiese: ¶ — E perché
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Corsali chiese: ¶ — E perché? ¶ — Il perché lo so io
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resti fino a quando.... ¶ Il Corsali non capì a
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commettere un'imprudenza. E il Corsali, accortosene, disse perché
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bocca con una mano. ¶ Il Corsali s'era incuriosito
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come una giovinetta imbarazzata. Il Corsali disse: ¶ — Pochi minuti
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accecavano. ¶ E non ebbero il coraggio di guardarsi ancora
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di guardarsi ancora. ¶ IV ¶ Il cavaliere Orazio Nicchioli, assessore
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che egli si considerava il padrone della libreria; e
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Pirandello ¶ I ¶ Giulio chiamò il fratello: ¶ — Niccolò! Déstati! ¶ Quegli
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aprì gli occhi guardando il fratello. ¶ — Ma che vuoi
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bado io! ¶ Niccolò, mentre il fratello cercava il tubino
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mentre il fratello cercava il tubino, si alzò, giunse
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è venuta proprio bene! ¶ Il fratello abbassò la testa
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firme false? ¶ Giulio era il più melanconico dei tre
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fratelli Gambi, ma anche il più forte e quello
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le firme. Ma quando il fratello gli diceva a
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destare nessun sospetto, e il cavaliere Orazio Nicchioli, che
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aveva fatto da vero il favore di firmare qualche
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Seguitava sempre ad essere il loro amico, e ad
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baffetti erano ancora biondi; il viso roseo; e gli
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pietra di quel colore. Il più intelligente e il
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Il più intelligente e il solo che avesse voglia
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da comprare. ¶ Enrico faceva il legatore, a una piccola
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giovinette orfane, loro nipoti. ¶ Il loro padre era stato
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meno. ¶ Giulio si mise il tubino, dopo averlo spolverato
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dopo averlo spolverato con il gomito, stette un poco
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accorgeva: ¶ — Si abbia riguardo! ¶ Il signor Riccardo Valentini, allora
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se non c'era. ¶ Il Valentini gli disse: ¶ — Bella
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bene? Devono tutti mangiarsi il fegato dalla rabbia! ¶ Il
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il fegato dalla rabbia! ¶ Il signor Valentini fece una
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venire a Siena, perché il fattore mi s'è
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di desinare con me! ¶ Il signor Valentini rise e
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di soffocare. ¶ Giulio, con il cappello su gli occhi
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mezzo della strada, facendo il grande; rispondeva a pena
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fermarsi, girando un poco il collo come se avesse
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se avesse da accomodarsi il solino. L'odore della
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Ma decise di supplicare il fratello, perché glie le
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non c'era più il signor Valentini; ed egli
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che dev'essere come il burro! Io oggi non
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ruzzare. Ho visto escire il Valentini: che ci viene
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Se stesse a casa, il fattore non terrebbe compagnia
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lo stesso. ¶ Giulio aprì il cassetto dello scrittoio, prese
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Hai paura di guastarti il sangue? ¶ — Giulio! Smettila! Tu
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una spina grossa come il mio pollice. ¶ — Lo so
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guardò con tenerezza; ma il fratello gli disse: ¶ — Non
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persona; mandando in fuora il petto: camminando in su
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via! ¶ E Giulio sbirciò il suo orologio. ¶ — Io vado
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e un bastone con il pomo d'avorio cerchiato
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sapere? ¶ — Mi servirà per il libro che sto preparando
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che me la dica. ¶ Il libraio aveva una specie
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consapevolezza dei fratelli. Perciò il suo sorriso restava sempre
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avere tenerezze. ¶ Giulio ascoltava il Nisard, con le mani
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voluto né meno che il Nisard gli desse la
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la mano! ¶ Quel giorno il Nisard, pensando che a
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andare avanti! ¶ E, allora, il piacere sentito ascoltando il
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il piacere sentito ascoltando il Nisard, lo fece soffrire
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Il pretore fece staccare il cadavere e portarlo all
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due giorni, fu dato il permesso di seppellirlo nel
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essere arrestati insieme con il morto. C'era soltanto
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morto. C'era soltanto il becchino che li aiutò
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li aiutò a collocare il cadavere dentro la cassa
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Pochi minuti dopo, venne il cappellano del cimitero; che
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vecchio prete atticciato, con il viso adusto e le
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anch'essi avevano macchiato il pavimento della piccola cappella
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pavimento della piccola cappella. ¶ Il prete, arrossendo e accennando
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arrossendo e accennando con il mento la bara del
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Con un nodo scorsoio. ¶ Il prete, allora, li salutò
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con l'ombrello e il cappello in mano. Egli
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la sua casa e il cimitero; e non aveva
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Ma, ormai, bisogna aspettare. ¶ Il becchino chiamò due compagni
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due compagni; e misero il morto in una fossa
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muri della strada, affrettò il passo e lo lasciò
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s'affrettò a trovare il Corsali. E in meno
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giusto quel che disse il marito; ed Enrico tentò
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doveva essere né meno il bisogno che te lo
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loro più nulla; ed il cavaliere Nicchioli ricavò a
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finché, sopraggiungendoli, quando credeva il momento opportuno, li costringeva
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Lo divorerei vivo con il mio odio. A tal
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sempre più libero dopo il processo, cominciava a trovarsi
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fretta. Egli diceva, picchiandosi il petto: ¶ — Io ho fortuna
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Chiarina non aveva perso il fidanzato; ma s'era
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gioielli. La Madonna, dietro il vetro lustro e luccicante
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Soltanto, continuava a fare il proprio comodo; con quella
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Modesta; che, a biasciare il pane, le pareva meno
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pena due mesi dopo il suicidio di Giulio, cominciò
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anche l'insonnia; e il giorno dopo non si
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mai capace di prendere il treno. Restava a letto
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L'insonnia gli lasciava il senso di vivere troppo
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di vivere troppo, quasi il doppio. E, lì, a
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lagrimare, egli le rifaceva il verso; e voleva che
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ve l'ha dato il permesso? ¶ E, crucciato, stava
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bavosa, che gli bagnava il pizzo. I delirii doventarono
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andavano via, gli restava il dolore alla testa; che
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quasi peggio. Ma, durante il giorno, esciva come prima
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strafinefatto; e riprendesse subito il suo solito aspetto. Si
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faceva floscia e pallida, il viso doventava paralizzato, solido
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mancargli. Allora, gli cominciò il rantolo, che pareva una
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la sbornia! Quel giorno, il nostro oste non ci
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bottiglia d'acqua dentro il collo, mentre non se
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la fronte sopra. ¶ — Stamani il conte, quello che ha
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oste gli rispose: ¶ — Sarebbe il mestiere più adatto per
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fece una lunga spiegazione: ¶ — Il carretto, come fanno tanti
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dovrei mettere a fare il fabbro? E la forza
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a passeggiare; anche perché il freddo mi faccia meno
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soldo! Vattene: se no, il passeggio dei signori finisce
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chiese a quelli dentro il bugigattolo: ¶ — Volete niente da
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in bocca, per biascicarla. Il suo vestito non ne
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Non sapendo come arzigogolare il tempo, andò al cimitero
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andò al cimitero. Ma il guardiano non lo voleva
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Ho capito: vado! ¶ Ma il guardiano, non rassicurato del
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venire i brividi. Tutto il vecchio cimitero era stato
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sul muro di cinta. ¶ Il guardiano, per avvertire ch
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sopra; poi, tornò via. ¶ Il guardiano gli tenne gli
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si ricordò di come il fratello l'aveva lasciato
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sul muraglione alto, con il dorso verso la strada
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né meno da spilluzzicare. Il vecchio stava lassù, tranquillo
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converti a Dio? Anche il povero Niccolò è morto
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loro anime. ¶ Enrico faceva il viso cattivo; e si
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ed egli, allora, guardava il cane che mangiava, e
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ancora; perché non sapevano il suo desiderio; e passavano
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aveva ormai infettato tutto il sangue, morì senza né
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mattina era freddo come il marmo del refettorio. ¶ Lola
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sego, si piegava per il calore della sua fiamma
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in mezzo a loro, il morto doventava sempre più
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doventava sempre più buono. ¶ Il giorno dopo, spaccarono il
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Il giorno dopo, spaccarono il salvadanaio di coccio e