parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
Meils. ¶ – Qualcuno ha visto il dottore? ¶ – Non c’è
2
1991
dottore? ¶ – Non c’è il dottore, è andato dagli
3
1991
le doglie... ¶ Pekisch scrollò il capo. ¶ – Che nota aveva
4
1991
capo. ¶ – Che nota aveva il dottore? ¶ – Il mi. ¶ – Va
5
1991
nota aveva il dottore? ¶ – Il mi. ¶ – Va be’, lo
6
1991
be’, lo farò io il mi... ¶ – Pekisch, se vuoi
7
1991
se vuoi io faccio il mi e Arth fa
8
1991
mi e Arth fa il mio si e... ¶ – Non
9
1991
okay? Lo farò io il mi... ognuno si tenga
10
1991
la sua nota e il mi lo farò io
11
1991
mi lo farò io. ¶ – Il dottore lo faceva benissimo
12
1991
vita e l’altro il suo letto di simil
13
1991
ragazzo. Ma quando sarà il momento la riconoscerai. ¶ – Sei
14
1991
camminare sul filo immaginario. Il bello era che anche
15
1991
Perché, a dire tutto il vero, non ce l
16
1991
suoni infiniti, sapeva vedere il suono, che non è
17
1991
infinito, quella nota, come il mare può ingoiarsi una
18
1991
pioveva a dirotto e il campanile di Quinnipak suonava
19
1991
Dio la mandava e il campanile di Quinnipak incominciò
20
1991
aveva contratto anni prima, il giorno in cui, nella
21
1991
Insieme a lui viaggiava il suo assistente, un ometto
22
1991
senso dell’opportunità, portava il nome di Bonelli. Brath
23
1991
un tavolo: Bonetti, Bonelli, il signor Rail e il
24
1991
il signor Rail e il vecchio Andersson. “Che io
25
1991
fare io?” aveva protestato il vecchio Andersson. “Tu vieni
26
1991
penso io” aveva risposto il signor Rail. “E poi
27
1991
uno scrittoio da viaggio. Il signor Rail era in
28
1991
Bonetti guardò l’orologio. Il vecchio Andersson accese la
29
1991
già studiato quale sarà il percorso della via ferrata
30
1991
farla arrivare. ¶ – Ah, be’... il treno partirà da Quinnipak
31
1991
in cui fare arrivare il treno. ¶ – Be’, non c
32
1991
in cui fare arrivare il treno... no. ¶ – Mi perdoni
33
1991
all’altra, questo è il loro senso. Se un
34
1991
che non ha senso. ¶ Il signor Rail sospirò. Fece
35
1991
sale sopra e vede il mondo come non l
36
1991
è nessun bisogno che il mio treno abbia una
37
1991
da nessuna parte essendo il suo compito quello di
38
1991
sacco di soldi otterrebbe il formidabile risultato di riportare
39
1991
al punto di partenza! ¶ Il vecchio Andersson fumava senza
40
1991
senza fare una piega. Il signor Rail continuò con
41
1991
proiettile è rettilinea e il treno è un proiettile
42
1991
metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non
43
1991
se finirà a spappolare il cuore di un uomo
44
1991
muro qualunque. Lo vede il destino? Tutto è già
45
1991
ritratti. Tramanderanno per anni il profilo implacabile di ciò
46
1991
chiamiamo destino. Per questo, il mio treno andrà diritto
47
1991
a cento all’ora. ¶ Il signor Rail accennò un
48
1991
Gettò un’occhiata verso il vecchio Andersson e poi
49
1991
avevano vergogna di stritolare il più appassionato e sincero
50
1991
definitivo e inconfutabile. Ma il senatore aveva ancora qualche
51
1991
dopo avergli caricato sopra il corpo maciullato del senatore
52
1991
divorando l’aria e il tempo per lui, lanciato
53
1991
non prima. Sì che il giorno dopo, su tutti
54
1991
Huskisson, ma non sotto il titolo, che non sarebbe
55
1991
dal treno”, ma sotto il titolo, lungimirante, “Un treno
56
1991
in corsa per salvare il senatore”, sotto il quale
57
1991
salvare il senatore”, sotto il quale, con penna ispirata
58
1991
quale, con penna ispirata, il cronista di turno raccontava
59
1991
l’epica corsa contro il tempo, la formidabile capacità
60
1991
per riuscire a portare il corpo rantolante del senatore
61
1991
al senatore non spettò il destino anemico di crepare
62
1991
che la Storia deve il ricordo di quando i
63
1991
lo spazio e sminuzzare il tempo, ridisegnando le carte
64
1991
paura che si sfasciasse il mondo a stringerlo così
65
1991
un modo di sussurrare il futuro invece di gridarlo
66
1991
cosa immensa, a sentire il suono che fece esplodendo
67
1991
che quella sera, quando il campanile di Quinnipak si
68
1991
di un signor Rail?”, il signor Rail la strinse
69
1991
nella borsa finché trovò il fischietto giusto, ci soffiò
70
1991
La signora Arrani ha il sol, è tutt’un
71
1991
squillare con un acuto il suo sol personale. ¶ – Grazie
72
1991
solo dire che manca il dottor Meisl. ¶ – Qualcuno ha
73
1991
Meisl. ¶ – Qualcuno ha visto il dottore? ¶ – Non c’è
74
1991
dottore? ¶ – Non c’è il dottore, è andato dagli
75
1991
le doglie... ¶ Pekisch scrollò il capo. ¶ – Che nota aveva
76
1991
capo. ¶ – Che nota aveva il dottore? ¶ – Il mi. ¶ – Va
77
1991
nota aveva il dottore? ¶ – Il mi. ¶ – Va be’, lo
78
1991
be’, lo farò io il mi... ¶ – Pekisch, se vuoi
79
1991
se vuoi io faccio il mi e Arth fa
80
1991
mi e Arth fa il mio si e... ¶ – Non
81
1991
okay? Lo farò io il mi... ognuno si tenga
82
1991
la sua nota e il mi lo farò io
83
1991
mi lo farò io. ¶ – Il dottore lo faceva benissimo
84
1991
sua personale. Pekisch manovrava il tutto da una rudimentale
85
1991
quando sentiva lo strattone il cantore emetteva la sua
86
1991
Se Pekisch teneva schiacciato il tasto la corda continuava
87
1991
continuava a tirare e il cantore continuava con la
88
1991
Quando Pekisch faceva risalire il tasto la corda mollava
89
1991
la corda mollava e il cantore si zittiva. Elementare
90
1991
per lei, con tutto il rispetto, ma non ho
91
1991
ho mai visto entrare il suo sol da quella
92
1991
Per dire, quando morì il reverendo Hasek (cirrosi epatica
93
1991
non era solo morto il reverendo Hasek ma anche
94
1991
un certo senso soprattutto, il fa diesis più basso
95
1991
e signora Bardini) tennero il discorso commemorativo e Pekisch
96
1991
solo dire che manca il dottor Meils. ¶ – Qualcuno ha
97
1991
cioè le rotaie, per il fine. Lo squalificarono, comunque
98
1991
vola, improvvisamente leggera come il fumo che ha dentro
99
1991
sconcertante, questo sì, fu il pensiero che li punse
100
1991
impaurita curiosità – cosa sarà il mondo, visto da lassù
101
1991
destinazione. Nelle orecchie entrava il ritmico lamento delle rotaie
102
1991
sottrarsi all’idea che il minimo incidente potrebbe causare
103
1991
del rischio della vita, il mondo tutto offriva di
104
1991
paura, dentro l’altro, il bombardamento, come onde concentriche
105
1991
e in effetti ha il profilo, e il sapore
106
1991
ha il profilo, e il sapore, della malattia, quell
107
1991
di sonno a catturare il volo di immagini impazzite
108
1991
vortice della velocità, e il ragno, che eri tu
109
1991
bolo di cervello sfatto – il piacere lancinante di divorare
110
1991
a ritmo sovrumano e il dolore di quella gabbia
111
1991
tesa fino allo sfinimento – il piacere e il rumore
112
1991
sfinimento – il piacere e il rumore sordo dello sgretolamento
113
1991
rumore sordo dello sgretolamento – il piacere e dentro, subdola
114
1991
dentro, subdola, la malattia – il piacere e dentro la
115
1991
la malattia e dentro il piacere – tutt’e due
116
1991
due a inseguirsi dentro il bozzolo della paura – la
117
1991
la paura e dentro il piacere e dentro la
118
1991
la malattia e dentro il piacere – così ti girava
119
1991
dei più geniali desideri – il piacere e dentro la
120
1991
la paura e dentro il piacere e dentro la
121
1991
certo, ma impossibili perché il solo concederglisi per un
122
1991
effetti nient’altro che il sordo pensiero della morte
123
1991
di ferro, e dentro il treno un angolo di
124
1991
alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la
125
1991
una ad una stringono il fragore del mondo in
126
1991
malato, come un segreto, il segreto, che non sfumi
127
1991
rigavano avanti e indietro il mondo come ferite fumanti
128
1991
solo si avesse avuto il coraggio di alzarlo, lo
129
1991
del mondo di fuori. Il dentro del mondo e
130
1991
dentro del mondo e il mondo di fuori. Il
131
1991
il mondo di fuori. Il dentro del mondo e
132
1991
dentro del mondo e il mondo di fuori. Il
133
1991
il mondo di fuori. Il dentro del mondo e
134
1991
dentro del mondo e il mondo di fuori. Il
135
1991
il mondo di fuori. Il dentro del mondo e
136
1991
dentro del mondo e il mondo di fuori. Alla
137
1991
una volta, si sceglie il dentro del mondo, mentre
138
1991
la fece Walter Huskisson, il senatore Walter Huskisson. Era
139
1991
si era battuto perché il parlamento e la nazione
140
1991
e la nazione e il mondo tutto accettassero la
141
1991
in fila all’altro, il primo lo guidava George
142
1991
banda che suonò per il viaggio intero, chissà cosa
143
1991
si decise di fermare il mondo per un po
144
1991
sostegno di chi enunciava il demoniaco potere distruttivo di
145
1991
da ridire. Convenne che il discorso era sensato e
146
1991
aurea regola secondo cui il sistema più semplice per
147
1991
era quello di rimanere il più possibile in piedi
148
1991
voce nei tubi. Se il tubo fa delle curve
149
1991
in piedi, Pehnt, tieni il tubo più dritto che
150
1991
che puoi. ¶ Pehnt teneva il tubo più dritto che
151
1991
sedia. ¶ – Non che sia il massimo dell’educazione – diceva
152
1991
che, in qualche modo, il gioco consisteva nel diventare
153
1991
DUE ¶ 1 ¶ Jun stava con il capo appoggiato sul petto
154
1991
C’era di mezzo il bisogno che fosse comunque
155
1991
portato in giro per il mondo il signor Rail
156
1991
giro per il mondo il signor Rail, scompariva nel
157
1991
ci si era lasciati. Il sesso cancella fette di
158
1991
Stava lì, Jun, con il capo sul petto del
159
1991
dieci chilometri da lì, il campanile di Quinnipak suonò
160
1991
spicchi la notte, è il tempo che è una
161
1991
è la verità, perché il tempo numera i conati
162
1991
in un rito, essendo il rito, sempre, la ricomposizione
163
1991
un’unica danza divina, il palcoscenico su cui l
164
1991
rito, dico, che era il rito dell’orologio della
165
1991
la sua ora, dunque il suo tempo, mille tempi
166
1991
tempi diversi, ogni città il suo, se qui erano
167
1991
le 15, ogni città con il suo orologio – e la
168
1991
le altre, per tutto il viaggio, e tornare intatta
169
1991
treno l’uomo coniò il rito, elementare e sacro
170
1991
del treno postale. Quando il treno arrivava di nuovo
171
1991
e allora si capisce il rito della Londra-Dublino
172
1991
apriva la scatola, vedeva il gioiello e allora sapeva
173
1991
per ogni fuga. Ma il segreto era che il
174
1991
il segreto era che il gioiello era sempre lo
175
1991
era ciò che custodiva il filo del loro amore
176
1991
e unico, che era il tempo del loro volersi
177
1991
non si era spezzato il filo di quel tempo
178
1991
Mai. Perché non esisteva il treno. Neanche lo possedevano
179
1991
e casuale, che comunque il tempo ci si smarriva
180
1991
generali discriminazioni – l’alba, il tramonto – tutto il resto
181
1991
alba, il tramonto – tutto il resto erano attimi confusi
182
1991
arrivava, tutto lì. Ma il treno... quello era esatto
183
1991
ridicoli... Di per sé il treno non sarebbe stata
184
1991
Fu lei a vincere, il 14 ottobre 1829, il certame di
185
1991
a vincere, il 14 ottobre 1829, il certame di Rainhill. In
186
1991
tre locomotive, ciascuna con il suo bel nome (a
187
1991
un nome, come dimostra il fatto che gli uomini
188
1991
Pareil, Perseverance. A dire il vero ne iscrissero anche
189
1991
come ogni volta, sempre, il passato resiste al futuro
190
1991
conia incredibili compromessi senza il minimo senso del ridicolo
191
1991
di continuare a possedere il presente, anche a tempo
192
1991
un trabiccolo che scambiava il mezzo, cioè le rotaie
193
1991
bicchiere di Beaujolais – che il massimo che si potesse
194
1991
si potesse ottenere con il logoforo era di poter
195
1991
alcove al secondo piano. Il collega del professore trovò
196
1991
io condivido senza riserve il Suo entusiasmo e la
197
1991
di quasi cento chilometri. Il prof. Arnott, che ho
198
1991
prima. Davvero è giunto il tempo, mi creda, di
199
1991
sola vera patria è il mondo, e gli unici
200
1991
sacerdoti, Lei sta percorrendo il luminoso cammino di una
201
1991
Jobbard ¶ P.S. Malauguratamente, il prof. Dallet non è
202
1991
condizioni di poter accettare il Suo cortese invito al
203
1991
prossima festività del 26 luglio. Il viaggio sarebbe molto lungo
204
1991
e, d’altra parte, il professore non ha più
205
1991
Asciugò l’inchiostro con il tampone, chiuse il calamaio
206
1991
con il tampone, chiuse il calamaio. Poi prese le
207
1991
vi aggiunse quella per il sig. Pekisch e si
208
1991
J. ¶ Com’era prevedibile il giovane allievo e segretario
209
1991
tasca della giacca, prese il rasoio che sapeva di
210
1991
alba la Polizia rinvenne il corpo esanime del prof
211
1991
disteso per terra, con il cranio trapassato da un
212
1991
lui gli investigatori trovarono il cadavere di un giovane
213
1991
Kaiskj, studente di giurisprudenza. Il corpo mostrava diverse ferite
214
1991
decesso. Come annotò diligentemente il rapporto della Polizia, il
215
1991
il rapporto della Polizia, il corpo “non si poteva
216
1991
mezzanotte del giorno precedente. ¶ Il fattaccio trovò posto, com
217
1991
cui si era consumato il dramma. Le prove a
218
1991
fare, fino in fondo, il proprio corso: Marius Jobbard
219
1991
se stessi. Questo è il problema. E per risolverlo
220
1991
niente di complicato. ¶ – No. ¶ – Il complicato arriva quando uno
221
1991
dalla testa, poi arriva il giorno che se lo
222
1991
non siamo qui con il fine principale di essere
223
1991
importante: che quando arriva il momento di pagare uno
224
1991
Tutto a posto. Chiuse il quadernetto e lo infilò
225
1991
Con una certa tempestività, il ragazzino aveva già intuito
226
1991
sconcertava – non a torto – il numero di cose che
227
1991
erano, appunto, tali): guardava il mondo, vedeva una sterminata
228
1991
parole e sentì che il mondo gli faceva molto
229
1991
sprecata, ragazzo. ¶ A Pehnt il discorso parve convincente. Optò
230
1991
si dimostrò limpidamente neutrale. Il mondo vi era ritratto
231
1991
dove va a finire il vento, festività dell’anno
232
1991
da che parte è il cuore, quando finirà il
233
1991
il cuore, quando finirà il mondo. Cose così. ¶ – Pehnt
234
1991
Pekisch non era, propriamente, il padre di Pehnt. Nel
235
1991
l’espressione “Come diceva il mio caro Charlus...”, seguita
236
1991
di vita. In realtà il sottotenente, quelle cose, non
237
1991
arrivava sotto le ginocchia. Il bottone più alto risultava
238
1991
felice, perché come diceva il mio caro Charlus “fortunato
239
1991
caro Charlus “fortunato è il fiore che nasce là
240
1991
della prolungata consuetudine con il sottotenente suo marito. Però
241
1991
imperdonabile ingenuità”, commenterà poi il prof. Dallet), era lungo
242
1991
lungo 565,8 metri e aveva il diametro di una tazza
243
1991
ideale per poter leggere il libriccino che con una
244
1991
annoterà, non a torto, il già citato prof. Dallet
245
1991
alzò faticosamente, si mise il libriccino in tasca, si
246
1991
prese a camminare lungo il tubo. 565 metri virgola 8 non
247
1991
seguiva con lo sguardo il tubo, un po’ le
248
1991
sue scarpe un po’ il tubo, l’erba gli
249
1991
i piedi, sfilava via il tubo che sembrava un
250
1991
terra, meglio che guardo il tubo, e le scarpe
251
1991
e le scarpe e il tubo – il cuore gli
252
1991
scarpe e il tubo – il cuore gli incominciò a
253
1991
tutt’intorno, della sera. Il sole ti piglia di
254
1991
e guarda un po’ il tubo e un po
255
1991
ferma, Pekisch. Gli bolle il cuore, deragliato. E il
256
1991
il cuore, deragliato. E il respiro caracolla, squinterna, scarrucola
257
1991
gli occhi che guardano il cielo, senza vederlo, peraltro
258
1991
sinistra la tiene dentro il tubo, più dentro che
259
1991
santo che tenga. ¶ – PEHNT! ¶ Il ragazzino apre gli occhi
260
1991
apre gli occhi. Vede il cielo e vede Pekisch
261
1991
cadere per terra. Guarda il ragazzino negli occhi. ¶ – Allora
262
1991
cosa? ¶ – Ciao. ¶ Non avesse il cuore che ancora gli
263
1991
era quando Caino faceva il fratello di Abele e
264
1991
bisogna provare, questo è il segreto, provare e riprovare
265
1991
Pekisch si ferma. Guarda il tubo. Guarda Pehnt. ¶ – Un
266
1991
inopinatamente, piove. C’è il sole, il sole della
267
1991
C’è il sole, il sole della sera, e
268
1991
e piove. Quello è il massimo. E non c
269
1991
veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro
270
1991
una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica
271
1991
Pehnt si è alzato il bavero della giacca, tiene
272
1991
se ne tornano lungo il tubo, uno a sinistra
273
1991
d’anni e scrive il nome dell’accademico prussiano
274
1991
l’indirizzo. Asciuga con il tampone assorbente. Controlla la
275
1991
attraverso tubi metallici. Purtroppo il prof. Dallet è attualmente
276
1991
leggere la Sua lettera il prof. Dallet non ha
277
1991
giudicato “un’imperdonabile ingenuità” il fatto che i tubi
278
1991
tappare con le mani il buco di ingresso del
279
1991
affermazione, che mi corre il dovere di riportarLe nella
280
1991
resoconto – sarebbe Lei. ¶ Poiché il prof. Dallet non ha
281
1991
missiva, qui dovrebbe finire il mio umilissimo compito di
282
1991
macchina capace di produrre il moto perpetuo. La pressoché
283
1991
apprezzabili ha comprensibilmente logorato il morale del professore e
284
1991
luce di tutto ciò, il benevolo caso che ha
285
1991
tubi di zinco che il professore aveva messo a
286
1991
è divenuto per tutti il profeta del “logoforo”, lo
287
1991
In verità, mi creda, il prof. Dallet non si
288
1991
di aver sentito personalmente il prof. Dallet confessare – a
289
1991
significative giravolte. Così fa il destino: potrebbe filar via
290
1991
pomeriggio di gennaio: quando il signor Rail, tornando da
291
1991
le disse – proprio mentre il ragazzino fissava il volto
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mentre il ragazzino fissava il volto di Jun e
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figlio. ¶ C’era, sopra, il logoro cielo di gennaio
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mille anni fa. E il suo primo pensiero fu
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stretto tra le gambe il signor Rail, chissà se
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probabilmente per mestiere. Guardava il ragazzino, i suoi occhi
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distintamente – così distintamente che il suo secondo e limpido
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teologia perché aveva fatto il cuoco in un seminario
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negli occhi due immagini: il volto di Jun, il
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il volto di Jun, il più bello che avesse
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tre candelieri, la luce, il collo stretto di bottiglie
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misteriose lettere ricamate sopra, il fumo che saliva dalla
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saliva dalla zuppiera bianca, il bordo dorato dei piatti
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Tutte queste cose e il volto di Jun. Gli
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Jun, in piedi, con il naso schiacciato sui vetri
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Jun incominciò a sciogliergli il foulard rosso che teneva
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in silenzio, proprio mentre il signor Rail si chinava
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Rail si chinava verso il volto di Jun per
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le sue mani spogliavano il signor Rail, e nemmeno
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mai, continuò a sciogliere il grumo della propria tristezza
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stringeva tra le mani il sesso del signor Rail
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po’ con rabbia, prese il sesso del signor Rail
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in certo modo, tutto il signor Rail dentro di
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letto, guardando dall’alto il volto dell’uomo che
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vinta resistenza che era il sesso del signor Rail
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e furore forse, mentre il signor Rail le piantava
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si era presa ormai il suo cazzo e con
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sue cosce piantandole istericamente il cazzo nelle viscere in
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Solo dopo – dopo – mentre il signor Rail la guardava
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penombra e accarezzandola ripassava il proprio stupore, Jun disse
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si sarebbe potuti sfarinare il cervello a cercar di
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quel che ha fatto il signor Rail”. Oppure: “È
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Per esempio: mai che il signor Rail mandasse uno
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scontata e cioè che il signor Rail aveva qualcosa
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portafoglio. Non essendo però il signor Rail un uomo
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d’amore. Non semplificava il tutto constatare che Jun
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Così succedeva che quando il signor Rail tornava la
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gente chiedeva “è arrivato il gioiello?”, e qualcuno diceva
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bello quel che fa il signor Rail”. Perché nient
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era bello. ¶ Così erano il signore e la signora
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E infatti era così. ¶ Il signore e la signora
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giorno, arrivò Elisabeth. ¶ 2 ¶ – “E il Signore benedisse la nuova
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era chiara: non era il caso di stare a
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figlie di Giobbe, e il loro padre le mise
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sino alla quarta generazione.” ¶ Il testo andava a capo
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un tubo di stagno. Il tubo era, anche lui
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che sto qui a... ¶ – Il tuo calesse è a
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giro così... ¶ – Lascia perdere il calesse e prendi ’sta
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Pit, ti ha morso il demonio, per caso? Dove
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allora, Jun Rail sollevò il capo dallo scrittoio e
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porta chiusa. Jun Rail. Il volto di Jun Rail
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teologia, perché aveva fatto il cuoco in un seminario
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a disegnarlo, dicevano tutti. Il volto di Jun Rail
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Rail si alzò, prese il pacco, lesse il suo
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prese il pacco, lesse il suo nome scritto in
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sulla carta marrone, rigirò il pacco, alzò lo sguardo
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riaprì, tornò a guardare il pacco, prese il tagliacarte
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guardare il pacco, prese il tagliacarte sullo scrittoio, tagliò
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disse ¶ – Sta per tornare il signor Rail. ¶ Così. ¶ E
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dire Sta per tornare il signor Rail e Stitt
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disse Sta per tornare il signor Rail, e per
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mormorare Sta per tornare il signor Rail, finché qualcuno
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finestra Sta per tornare il signor Rail, e così
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voce Sta per tornare il signor Rail, da un
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urlare Sta per tornare il signor Rail così forte
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e si voltò verso il vicino per mormorare Sta
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mormorare Sta per tornare il signor Rail, cosa che
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bocca di tutti, nonostante il rumore delle fornaci, che
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detto?, Sta per tornare il signor Rail, in un
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diceva Sta per tornare il signor Rail, Ah, sta
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Ah, sta per tornare il signor Rail, una specie
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Madonna, ripigliare in mano il suo cappello e con
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suo cappello e con il culo nel fango mormorare
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sé ¶ – Sta per tornare il signor Rail. ¶ Di tanto
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Di tanto in tanto il signor Rail tornava. Di
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personaggio. A modo suo il signor Rail amava l
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estate in cui partì il mattino del 7 agosto e
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di tanto in tanto il signor Rail se ne
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dei suoi viaggi che il signor Rail, senza neppure
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riusciremmo a farla grande? ¶ Il vecchio Andersson se ne
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a che fare con il vetro, di paghe non
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vetro lungo due metri... ¶ Il signor Rail si lasciò
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grande? ¶ Così gli chiese, il vecchio: cosa ci facciamo
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volte più grande? ¶ E il signor Rail rispose. ¶ – Soldi
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a dirla proprio tutta, il sistema che il signor
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tutta, il sistema che il signor Rail si era
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padre lo era stato il padre di suo padre
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suo padre e cioè il primo in famiglia che
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avesse mandato all’inferno il proprio padre e il
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il proprio padre e il suo mestiere di contadino
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e questo, propriamente, era il tratto geniale del sistema
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una certa notorietà con il nome di “Brevetto Andersson
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qua e là per il mondo. Quel che più
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conta è che proprio il “Brevetto Andersson delle Vetrerie
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vetro fa il resto. ¶ – Il resto? ¶ – Sì... diciamo... il
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Il resto? ¶ – Sì... diciamo... il miracolo. Il vetro fa
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Sì... diciamo... il miracolo. Il vetro fa il miracolo
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miracolo. Il vetro fa il miracolo, la magia... Entrare
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eppure liberi... questo è il miracolo, e a farlo
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e a farlo è il vetro, solo il vetro
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è il vetro, solo il vetro. ¶ – Ma ce ne
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Che immagino significhi produrne il doppio, no? ¶ – Sì, qualcosa
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i cristalli e tutto il resto. Erano lì quando
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pilastro a cui appoggiarsi. Il signor Rail vide il
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Il signor Rail vide il suo volto coprirsi di
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alcuni operai. Si fermò il signor Rail: ma tutti
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istanti. Lunghissimi. ¶ Poi sparì il lamento sordo dalla gola
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vero? ¶ – No – gli rispose il signor Rail, avvicinandosi, finalmente
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avvicinandosi, finalmente, e offrendogli il braccio. ¶ – Adesso va molto
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l’indomani, non era il caso di fare un
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della sera che pungeva, il signor Rail stette ad
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interruppe e voltandosi verso il signor Rail sussurrò ¶ – Che
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un tetto e vedere il cielo... sentirsi dentro e
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lo capiva, tutto quello, il signor Rail. Pensava che
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successo, la sicurezza, e il controllo di sé. Una
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vie di mezzo tra il trionfo e la disfatta
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e la disfatta. Con il signor Rail aveva concordato
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particolari della fornitura per il Crystal Palace: quantità, prezzi
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lo scetticismo della gente. ¶ Il signor Rail lo accompagnò
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grazie. E di che? ¶ – Il comitato dovrebbe decidere entro
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poi si voltò verso il signor Rail. ¶ – Posso chiedergliela
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Certo che può – rispose il signor Rail portando meccanicamente
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che gli correva lungo il viso. ¶ – Ma a chi
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che ci fa lì? ¶ Il signor Rail aveva passato
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montagne di numeri con il pensiero di ventimila lastre
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uno potrebbe dire ‘è il caso’, ma cosa vuol
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questione di caso, è il destino, è una cosa
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manda all’altro mondo... il destino fa fuoco con
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e sa che è il primo gesto di una
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nella capitale, quello era il suo destino... via da
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ma perché quello era il suo destino... da qualsiasi
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Pekisch gli disse ‘parti il giorno di San Lorenzo
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di San Lorenzo, ‘parti il giorno di San Lorenzo
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parti’, così gli disse... il fatto è che lui
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chiuso la porta con il chiavistello, tiene le mani
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testa. Ore. Poi chiude il pianoforte, si alza ed
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Mormy, voglio dire, perché il signor Rail all’ultimo
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ma lui diceva ‘con il vetro si possono fare
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telegrafato un messaggio per il signor Rail, una sola
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gran giorno, domani, dice il signor Rail. Jun non
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non sa se metterà il vestito rosso o quello
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di San Lorenzo. Verrà il signor Horeau, pensa il
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Hector Horeau si imbarcò il mattino di un giorno
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Marsiglia ad Alessandria: ma il suo dèmone personale, inaspettatamente
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passate in Egitto consumarono il tempo di una silenziosa
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guarigione. Hector Horeau passava il tempo a disegnare i
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Tecnica e dell’Industria. Il palazzo doveva sorgere in
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al centro del parco. Il concorso fu reso pubblico
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concorso fu reso pubblico il 13 marzo 1849. La data di
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e notte, per tutto il tempo che gli restava
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della sua stanchezza. ¶ Consegnò il suo progetto l’ultimo
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l’ultimo giorno utile, il mattino dell’8 aprile. Alla
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furono proclamati due vincitori. Il primo si chiamava Richard
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un architetto di Dublino. Il secondo si chiamava Hector
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di vincerli quanto per il piacere di sconcertare le
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di sconcertare le giurie. Il fatto che tra tanti
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illusoria consolazione. Capì che il Crystal Palace non vagabondava
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la signora Horeau e il treno delle 17 e 14 per
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treno delle 17 e 14 per il sud, si dimostrò improvvisamente
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dimostrò improvvisamente non inutile. Il ritaglio con la notiziola
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cercando di far sparire il mal di testa in
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che oltre ad essere il proprietario del locale era
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proprietario del locale era il fa diesis più basso
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quello del brevetto? ¶ – Andersson il vecchio Andersson. Adesso non
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tempia sinistra fin sotto il mento. Horeau si sentì
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sprovvista. Prese in tasca il ritaglio del giornale: come
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Rail, ecco, Rail. ¶ – Cerco il signor Rail... il signor
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Cerco il signor Rail... il signor Rail delle Vetrerie
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Horeau rimise in tasca il ritaglio, posò la grossa
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la tovaglia di lino. Il signor Rail aveva un
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seduto a tavola. Era il figlio del signor Rail
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mulatto, visto che né il signor Rail né Jun
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Mormy, che ancora sorseggiava il brodo e chissà quando
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lei. ¶ Hector Horeau e il signor Rail uno davanti
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centimetri. E sul foglio il disegno del Crystal Palace
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Problemi strutturali ed economici. Il vetro deve essere molto
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Ecco perché è importante il suo brevetto. Se lei
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farlo stare in piedi, il Crystal Palace... ¶ Il signor
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piedi, il Crystal Palace... ¶ Il signor Rail diede un
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voluto, o avesse avuto il tempo... ¶ – Delle bocce? ¶ – Sì
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le lastre, e tutto il resto... non importa. ¶ Tacque
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Tacque Hector Horeau. Tacque il signor Rail. Scivolava il
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il signor Rail. Scivolava il silenzio sul disegno del
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l’altro. E se il mondo non comincerà ad
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io lo so, sarà il posto in cui dovevo
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non conterà più niente. ¶ Il signor Rail aveva gli
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Le pareti, la copertura, il transetto, i quattro grandi
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tre millimetri? ¶ – Non proprio. Il palazzo sta in piedi
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piedi grazie al ferro. Il vetro fa il resto
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ferro. Il vetro fa il resto. ¶ – Il resto? ¶ – Sì
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mattina e mette su il bricco del caffè, allora
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cosa? ¶ Richiuse gli occhi, il vecchio Andersson. Aveva addosso
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mai. ¶ Alzò la testa, il vecchio Andersson, voleva parlare
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che riuscisse a parlare, il vecchio Andersson, gli riusciva
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parte c’era, e il signor Rail sapeva dove
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l’ho capito, che il mondo è pieno di
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piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono
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modo suo... meravigliosa vita. ¶ Il signor Rail aveva due
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disse nulla. Taceva anche il vecchio Andersson. Se ne
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a bestemmiare. ¶ – Addio, Andersson. ¶ Il vecchio Andersson morì con
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vecchio Andersson morì con il cuore spaccato, quella notte
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esatta, parola: “Merda”. ¶ con il cuore spaccato, quella notte
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le prove della banda, il libriccino viola di Pehnt
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la bellezza di Mormy, il primo amore di Pehnt
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volta che Pekisch diventò il vecchio Pekisch, venti metri
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che sembra lontana ¶ – Cerco il signor Rail... il signor
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Cerco il signor Rail... il signor Rail delle Vetrerie
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Si mette in tasca il ritaglio di giornale. Posa
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cartella per terra. Guarda il signor Rail, ma non
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iniziato undici anni prima, il giorno in cui Hector