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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Metastasio, Giustino, 1713

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1713
dell'amor suo, rotto il velo della vergogna, e
2
1713
conosciuta, fece chiaramente palese il suo affanno ad Asteria
3
1713
senza dimora alle nozze. Il messo a tal opra
4
1713
navi imperiali a mezzo il cammino, e trovolle in
5
1713
legno che avea recato il comando, volle, contro il
6
1713
il comando, volle, contro il parer del nocchiero, irrevocabilmente
7
1713
infelice Sofia ivi impaziente il suo ritorno sospirava; la
8
1713
stanze, e così persuadendole il suo disperato amore, bevve
9
1713
ottiene Asteria in consorte. ¶ Il soggetto è tratto interamente
10
1713
E neppur della guerra il nome intende. ¶ E quella
11
1713
è legata ¶ Dalla ragione il suo poter disperde, ¶ Né
12
1713
La vostra forza ed il maturo ingegno ¶ E così
13
1713
Andate ormai veloce, acciò il nemico ¶ Non possa apparecchiar
14
1713
quello, allor che meno il teme, ¶ Spesso è cagion
15
1713
Almo signor, che soggiogate il mondo ¶ E date norma
16
1713
doppia voglia: ¶ Primo è il desio che ho d
17
1713
voi, ¶ Dal cui volere il mio voler dipende, ¶ E
18
1713
mio voler dipende, ¶ E il cui volere è sommo
19
1713
Che già s'aggira il settantesim'anno ¶ Che mai
20
1713
E ai Vandali abbassasti il fiero ardire, ¶ Ancor l
21
1713
se col suo valore il gran Camillo, ¶ Dalla cui
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1713
Camillo, ¶ Dalla cui stirpe il sangue tuo deriva. ¶ Fece
23
1713
Fece vano de' Galli il rio disegno, ¶ Che voleano
24
1713
Con rifiutar la lode il merto accresci. ¶ Ma tu
25
1713
a porre in opra il tuo potere, ¶ Calcando l
26
1713
duce. ¶ GIUS. Eccelso imperatore, il gran desio ¶ Che ho
27
1713
invitto. ¶ TEOD. Gentil nipote, il desiderio ardente ¶ Che in
28
1713
meco ¶ Vado mille timori: il mare irato, ¶ La dubbia
29
1713
e dove suole ¶ Spesso il vile apparir pien d
30
1713
intollerabil pondo. ¶ GIUS. Tutto il mio arbitrio e tutto
31
1713
mio arbitrio e tutto il mio volere ¶ Di partire
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1713
che non si convenga il trar la vita ¶ Lunge
33
1713
è questa di fare il gran passaggio ¶ Per girne
34
1713
Ma, se potrò vittorioso il piede ¶ Porre su questo
35
1713
Già due volte solcato il mare ondoso, ¶ Qual sarà
36
1713
ch'or si prende il mio dolore a scherno
37
1713
a scherno. ¶ TEOD. Benché il vostro partir molto mi
38
1713
Se pria la spada il petto mio non passa
39
1713
al suo seno; ¶ Ché il mio dover, l'amore
40
1713
dover, l'amore ed il comando ¶ Che da voi
41
1713
destra ardita. ¶ IMP. Risponda il Cielo amico ai vostri
42
1713
vi cada di mente il nostro amore. ¶ TEOD Caro
43
1713
Che quasi in parte il favellar mi toglie. ¶ GIUS
44
1713
pria ¶ Di vittorioso alloro il capo mio. ¶ TEOD. Serva
45
1713
capo mio. ¶ TEOD. Serva il mare e la sorte
46
1713
già l'ardite navi ¶ Il canape han disciolto, ¶ E
47
1713
abbandonato a piene vele il porto; ¶ E vanno sì
48
1713
rinascer sento! ¶ Parmi che il cielo e l'aure
49
1713
onde amiche ¶ Prestin secondo il corso a quest'impresa
50
1713
impresa. ¶ TEOD. Oh se il tuo forte duce, eccelso
51
1713
Italia tutta, ¶ Stender vedremo il fortunato impero ¶ Dove l
52
1713
dove con l'onda il ciel confina. ¶ IMP. Era
53
1713
i regni, ¶ Rendon scemo il poter di chi governa
54
1713
più tenace nodo. ¶ TEOD. Il sole è chiaro e
55
1713
chiaro e senza nubi il cielo ¶ Ed Euro lieto
56
1713
Teodora; ¶ Ch'ambo portiamo il piede entro la reggia
57
1713
a me l'eseguire il tuo comando, ¶ Perché dal
58
1713
Come in un punto il tuo poter distendi ¶ Sovra
59
1713
mia crudeltà, sì che il ridussi ¶ A trarre il
60
1713
il ridussi ¶ A trarre il piede in perigliosa guerra
61
1713
punto istesso ¶ Che mancava il rimedio alla mia doglia
62
1713
Del suo vago sembiante il core accesi. ¶ Quanto era
63
1713
passarti, o bel Giustino, il seno? ¶ Chi sa che
64
1713
seno? ¶ Chi sa che il sordo mare, ¶ Innalzando il
65
1713
il sordo mare, ¶ Innalzando il tuo legno ¶ Talor vicino
66
1713
Potrei dalla tua fronte ¶ Il cadente sudore ir rasciugando
67
1713
e perché porti ¶ Tutto il volto di pianto e
68
1713
volto di pianto e il petto molle? ¶ Non celarmi
69
1713
Chinando vergognosa a terra il volto, ¶ Vai trattenendo il
70
1713
il volto, ¶ Vai trattenendo il doloroso pianto? ¶ Di me
71
1713
ir rinnovando? ¶ AST. Spesso il narrare altrui li propri
72
1713
suo proprio alimento ¶ Anche il contrario umor che su
73
1713
salvezza ogni opra. ¶ SOF. Il tutto ¶ Narrerò brievemente, giacché
74
1713
te già noto ¶ È il bel Giustino, e sai
75
1713
non m'è contrario il fato, ¶ Far sì che
76
1713
nodo ¶ Resti teco congiunto il bel Giustino. ¶ Tu poni
77
1713
Premio ch'eguagliar possa il tuo gran merto, ¶ Poiché
78
1713
la tua contentezza e il tuo diletto, ¶ E che
79
1713
ciel che ti contenda il giorno, ¶ Vento nel mar
80
1713
mar che t'impedisca il legno, ¶ Del periglioso regno
81
1713
riposta sede ¶ Porta Nettuno il piede: ¶ E ad un
82
1713
I tuoi lini gonfiando, il flutto molce. ¶ Spira pur
83
1713
lido, ¶ Vento fido, ¶ Contro il gotico furor. ¶ Porta tu
84
1713
lo discacciasti; ¶ Or supplice il richiami? ¶ Impara almeno, impara
85
1713
d'amor, ¶ Se solo il tuo rigor ¶ Fu quel
86
1713
tradì. ¶ Quando ti porge il crine ¶ La sorte, allor
87
1713
A voi, sovrana imperatrice, il Cielo ¶ Lungamente conservi ¶ E
88
1713
la felice vita e il vasto regno. ¶ TEOD. Gentile
89
1713
Ne vengo ad implorare il vostro aiuto. ¶ TEOD. E
90
1713
Ieri, poiché nel mare il sol si ascose; ¶ Anzi
91
1713
E se non torna il bel Giustino a lei
92
1713
pria noi curava, anzi il fuggiva. ¶ Ma Amor, che
93
1713
Per rivocar d'Italia il bel Giustino? ¶ Se, Asteria
94
1713
pronta. ¶ AST Voi dentro il cor del regnator del
95
1713
E non ha pari il mondo ¶ Di nobili costumi
96
1713
TEOD. Assai mi piace il saggio tuo consiglio; ¶ E
97
1713
Sebben chiedessi dell'impero il freno. ¶ Vanne dunque, o
98
1713
porrò in opra tutto il mio potere ¶ Per torre
99
1713
AST. Dal buon principio il lieto fin dipende: ¶ E
100
1713
E se, come Teodora, il suo consorte ¶ Udirà i
101
1713
Sarà Sofia contenta e il bel Giustino ¶ Di quanto
102
1713
non mi attendesti? ¶ SOF. Il fuoco immenso, ¶ Che cresce
103
1713
almeno ¶ Finché non giunga il desiato giorno ¶ Che rompa
104
1713
desiato giorno ¶ Che rompa il corso all'amorosa doglia
105
1713
mente accesa, ¶ E conoscendo il danno, ancor lo siegue
106
1713
occhi ¶ Della sua debolezza il grave aspetto. ¶ Ma narrami
107
1713
colla sua presenza ¶ Troncare il mio racconto e darci
108
1713
tale è delle corti il rio costume, ¶ Ove dell
109
1713
A ogni brieve disagio il corso cangia, ¶ Né il
110
1713
il corso cangia, ¶ Né il sol timor può rattenerli
111
1713
che sotto duro impero ¶ Il popolo governa, ¶ Teme color
112
1713
timore, ¶ Tal che sopra il suo autor cade la
113
1713
genti, ¶ Fia buon consiglio il prevenir la fame ¶ Che
114
1713
Oh quanto è duro il ritrovar chi sappia ¶ I
115
1713
non men duro è il ritrovar signore ¶ Che giustamente
116
1713
ritrovar signore ¶ Che giustamente il premio ai degni porga
117
1713
vile adulatrice ¶ Che, rispingendo il maggior merto indietro, ¶ Tenta
118
1713
opra, ¶ Voglio tutto appoggiare il mio consiglio. ¶ Così dunque
119
1713
Ove di verdi piante il sito ameno ¶ Persuade al
120
1713
cura del regno ed il desio ¶ Di nuova gloria
121
1713
Che se pur desiasse il mio nipote, ¶ Per compiacere
122
1713
non congiunse o vide il sole. ¶ Oltre che già
123
1713
e fate ancora ¶ Che il cancellier gli scriva. Ecco
124
1713
le turbin mio malgrado il vento ¶ O l'onde
125
1713
or or le narriate il mio volere. ¶ So ben
126
1713
andar ne deggio ¶ Entro il palagio, e quivi dare
127
1713
voi non fosse ¶ Noioso il rimanere in questo luogo
128
1713
un piacer si giunga! ¶ Il qual, poiché si ottenne
129
1713
sofia e detta. ¶ SOF. Il sommo imperatore a voi
130
1713
Or non è questo il modo ¶ Di bandire ogni
131
1713
M'è stabilito? ¶ TEOD. Il suo nipote appunto, ¶ Il
132
1713
Il suo nipote appunto, ¶ Il bel Giustin, che fu
133
1713
ancora ¶ Di mestizia ripieno il core e il volto
134
1713
ripieno il core e il volto. ¶ SOF. Oh se
135
1713
quale chiuso e suggellato il foglio, ¶ Testimonio sarà del
136
1713
messo. ¶ Perché tanto è il contento ond'io m
137
1713
anco i brevi momenti ¶ Il mio desire in secoli
138
1713
v'è dolor che il suo piacer non abbia
139
1713
vicenda delle umane cose ¶ Il bene e il mal
140
1713
cose ¶ Il bene e il mal con questa legge
141
1713
della turbata fronte, ¶ Ché il pianto tuo già la
142
1713
d'amore aura soave ¶ Il pronto corso accelera e
143
1713
A rapir dai perigli il tuo contento. ¶ Al vostro
144
1713
vostro pianto, ¶ Pupille belle, ¶ Il ciel, le stelle, ¶ La
145
1713
le stelle, ¶ La sorte, il fato ¶ Pugnar non sa
146
1713
ha. ¶ Ma quale entro il tuo petto ¶ Timoroso pensiere
147
1713
minor col suo gelo il tuo piacere? ¶ T'intendo
148
1713
stanco le lacere vele, ¶ Il furor dell'irata procella
149
1713
teodora ¶ SOF. Or che il messo partissi, in brieve
150
1713
caso ¶ Disturbasse, o regina, il suo ritorno. ¶ TEOD. Deh
151
1713
temer, Sofia: ¶ Mira che il vento e l'onde
152
1713
e l'onde ¶ Sieguono il corso ancor del tuo
153
1713
piacer che doglia. ¶ TEOD. Il tuo soverchio amore ¶ Forse
154
1713
al sen doglia maggiore ¶ Il desio d'ottener l
155
1713
l'amato bene ¶ O il timor di non perder
156
1713
Ma mai non cangio il mio penoso stato. ¶ TEOD
157
1713
penoso stato. ¶ TEOD. Sempre il presente duolo ¶ Più grave
158
1713
di questo si conosce il danno, ¶ Dell'altra in
159
1713
godrei ¶ Saper se giunse il messo, ed a Giustino
160
1713
a Giustino ¶ Abbia recato il foglio, e s'ei
161
1713
del fido messaggiero è il nome, ¶ Tosto d'Italia
162
1713
ei tutto saprà svelarmi il fato, ¶ Perché dal Ciel
163
1713
cose. ¶ TEOD. Non sempre il fato è discoperto a
164
1713
E poi, quand'anche il fosse, ¶ Qual giovamento mai
165
1713
innanzi tempo ¶ E scemarti il piacer quando sei lieta
166
1713
a più crudel tormento; ¶ Il qual, se inaspettato a
167
1713
potria della mia vita il filo; ¶ Ché mal resister
168
1713
E dell'imperatrice esponi il cenno. ¶ SCENA SECONDA ¶ fosca
169
1713
fuoco ¶ Per Asteria Cleone il petto acceso: ¶ Dovrebbe esservi
170
1713
virtù di Cleone e il nobil sangue ¶ Forse destato
171
1713
Ecco ch'io reco il buon Cleone a voi
172
1713
poss'io ¶ Soddisfare... ¶ SOF. Il potere è in vostre
173
1713
menti, ¶ Che non sanno il principio ove s'asconda
174
1713
Su le quali scendendo il primo moto ¶ Si comunica
175
1713
che d'alto cada, ¶ Il quale, ancor che fosse
176
1713
Tal è quel moto, il qual non trova pace
177
1713
ripiglia un'altra volta il corso ¶ Per mantener l
178
1713
Pur renderà più dolce il lor riposo. ¶ Ma qual
179
1713
gli eterni oggetti, ¶ E il grave peso del terreno
180
1713
da me procede. ¶ AST. Il mio silenzio ¶ Di meraviglia
181
1713
voi ne vengo. ¶ CLE. Il Ciel vi doni ¶ Ciò
182
1713
vi doni ¶ Ciò che il vostro desir può render
183
1713
Un sasso ancora ¶ Avrebbe il mio dolor cangiato e
184
1713
trattenete ¶ Per tema che il mio sangue ¶ Non sia
185
1713
del vostro core. ¶ AST. Il sangue, la ricchezza e
186
1713
Per indurmi a compire il desir vostro. ¶ Ma la
187
1713
ottener ciò che vorrebbe il core, ¶ Che perder ciò
188
1713
parmi opra da saggio ¶ Il fuggire un dolore ¶ Con
189
1713
Oh quanto è duro il ritrovar tal fede! ¶ CLE
190
1713
Ah che non puote il saggio ¶ Fuggire amor, di
191
1713
animo nostro e cangia il core, ¶ Ancorché di ragion
192
1713
nodo, ¶ Sopporta in pace il tuo dolore. Anch'io
193
1713
e peno ¶ Resta, ed il tuo martire ¶ Col prudente
194
1713
solo. ¶ Ch'io scacci il mio martìre ¶ Col prudente
195
1713
inganno della mente e il proprio errore? ¶ Ah no
196
1713
Ah no; si rompa il laccio, ¶ Quel laccio che
197
1713
che al pensier trattiene il volo. ¶ Si faccia omai
198
1713
e sia ¶ Questo momento il fin del mio dolore
199
1713
che mi giova ¶ Mirare il fil delle future cose
200
1713
future cose, ¶ Se conosco il mio danno e pur
201
1713
prender riposo, ¶ Né immaginarsi il fin di tale impresa
202
1713
voi, cui del tutto il vel si scopre, ¶ Potrete
203
1713
Calmar de' miei pensieri il vario flutto. ¶ CLE. Alto
204
1713
lei giusto fin prescrive il Cielo. ¶ Sarà libera Italia
205
1713
fin ora ingiustamente; ¶ E il crudo rege loro a
206
1713
Fiaccherà la superbia e il fiero ardire, ¶ E Italia
207
1713
perigli opposti a lui! ¶ Il veggo che, passando in
208
1713
le immagini sacre e il culto loro: ¶ Irriteran le
209
1713
i bei costumi, ¶ Ed il roman Pontefice, che in
210
1713
imperadore aita chiede. ¶ Ma il magno Carlo coll'invitta
211
1713
coll'invitta destra ¶ Scaccia il barbaro stuolo, e nel
212
1713
Riduce un'altra volta il bel paese; ¶ E il
213
1713
il bel paese; ¶ E il popolo romano, ¶ Condotto dal
214
1713
rio Leone in lui ¶ Il sommo imperio; ed ogni
215
1713
Quivi ritroverà qualche riposo ¶ Il vostro scettro; e pur
216
1713
Dopo tant'altri eroi, ¶ Il sesto Carlo, che col
217
1713
E renderà all'Impero il primo onore ¶ Coll'armi
218
1713
stato in ascoltar, Cleone, ¶ Il dubbio giro di tant
219
1713
chiaro vegga del futuro il corso? ¶ CLE. Quell'immenso
220
1713
la rende a prevedere il fine, ¶ Benché dall'altrui
221
1713
vista assai lontano. ¶ Ma il denso vel delle terrene
222
1713
Così ricopre ad esso il chiaro lume, ¶ Ch'egli
223
1713
e più non vede ¶ Il gran cammin delle future
224
1713
delle future cose; ¶ Siccome il sol se l'interposta
225
1713
l'interposta luna ¶ Rompe il libero corso a' raggi
226
1713
tanto preval che rompe il velo, ¶ E passa a
227
1713
così potessi ¶ Soddisfar pienamente il tuo desire! ¶ CORO ¶ Oh
228
1713
saranno allora ¶ A Marte il suo furor, ¶ E al
229
1713
detti di Cleone ¶ Chiuso il voler delle divine menti
230
1713
sormontar procura, ¶ Colla caduta il folle ardir misura. ¶ Non
231
1713
uman pensiero ¶ Nel futuro il vol portò: ¶ Per interpreti
232
1713
fato ¶ Sol gli eventi il Ciel donò. ¶ ATTO QUARTO
233
1713
Rimira, o Fosca, come il mar s'innalza, ¶ Come
234
1713
e pur mel niega il mare: ¶ Quel mar che
235
1713
Termina colla calma, e il vostro duolo ¶ Avrà piacevol
236
1713
signora, ¶ Riducete all'estremo il vostro affanno. ¶ Non vi
237
1713
aure vitali. ¶ Ma se il dolor s'avanza, ¶ Sarà
238
1713
al mio furore. ¶ FOS. Il rimirar la morte assai
239
1713
Non sarebbe, o Sofia, ¶ Il tollerar con pace il
240
1713
Il tollerar con pace il suo tormento? ¶ SOF. Deve
241
1713
Deve la mente saggia ¶ Il dolor della vita ed
242
1713
dolor della vita ed il piacere ¶ Che da lei
243
1713
pesare insieme. ¶ E quando il duolo avanza. ¶ Una morte
244
1713
or s'abbassa appresso il lido. ¶ Lo spesso moto
245
1713
Dio, chi sa che il mio Giustin non fosse
246
1713
A liberar da morte il mio bel sole; ¶ E
247
1713
Giustino attende più sereno il cielo, ¶ Più cheto il
248
1713
il cielo, ¶ Più cheto il mare e più tranquilli
249
1713
vedrem su queste sponde il legno ¶ Che portar dée
250
1713
detti! ¶ FOS. Come lieve il pensiero è degli amanti
251
1713
in su l'arena. Il mare ¶ L'avrà sommerso
252
1713
Pur non coprono affatto il suo colore. ¶ Ah ch
253
1713
è Giustino, ¶ Questo è il mio bene; il volto
254
1713
è il mio bene; il volto suo l'accusa
255
1713
le luci, ¶ Deh rimira il mio pianto, alma fedele
256
1713
senza moto ¶ Gli giace il cor nel petto, e
257
1713
lei la vita? ¶ FOS. Il suo dolor l'uccide
258
1713
su queste arene morto ¶ Il mare appiè gli espose
259
1713
sosterrò sopra le braccia il peso, ¶ E con qualche
260
1713
ah piangi meco. ¶ AST. Il pianger nulla giova; il
261
1713
Il pianger nulla giova; il Ciel non volle ¶ Farti
262
1713
invido vento, ¶ Tu commovesti. il mare, e tu le
263
1713
Scindesti in mille pezzi; il legno stanco ¶ Tu fra
264
1713
fra scogli spingesti, onde il mio bene ¶ Restò nel
265
1713
la cagion di tutto il mio tormento? ¶ Perché stolta
266
1713
un debole spirto effetto il pianto, ¶ Ed è sciocchezza
267
1713
estrema usarlo allora ¶ Che il mal non può schivarsi
268
1713
SOF. Oh pietosa sorella, il modo istesso ¶ Ch'usi
269
1713
pegno maggiore ¶ Ti prepara il cor mio. La grave
270
1713
Dimostrandomi amorosa, ¶ Poiché vivendo il mio destin mel niega
271
1713
E dove corri? ¶ SOF. Il mio dolor tanto nel
272
1713
vuo' portarmi ¶ Per sciorre il freno all'impaziente doglia
273
1713
acerba sua pena ed il suo pianto. ¶ SCENA QUARTA
274
1713
morto! ¶ Come finì funestamente il giro ¶ De' tuoi sereni
275
1713
cieco scoglio ¶ Che rompe il corso ad ogni sua
276
1713
tanto fa più grave il suo perire ¶ Quant'era
277
1713
L'ora attendea che il bel Giustin giungesse, ¶ Mira
278
1713
Che per suo danno il mondo appella Amore. ¶ Ma
279
1713
Giustino ¶ Non mi dà il cor. Ma già ne
280
1713
e tante. ¶ Quando meno il curava, il ver diceste
281
1713
Quando meno il curava, il ver diceste. ¶ Oh foss
282
1713
affanno minor sempre crediamo ¶ Il duol che di presente
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duol che di presente il cor non punge. ¶ AST
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sapesti in vita, ¶ Cleone, il fato, al misero Giustino
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consiglio alcun'aita, ¶ Acciocché il corpo sia quindi rimosso
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E dal popolo ottenga il giusto onore. ¶ CLE. Ciò
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Ma sì debole è il filo a cui s
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servi, ¶ Nelle mie stanze il bel Giustin recate ¶ Senza
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io che in quanto il sol colora ¶ Più mesta
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esca d'affanno. ¶ Ovunque il guardo doloroso invio, ¶ Su
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del mio morir cagione. ¶ Il miro, aimè! qual su
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qual su l'arene il vidi, ¶ Enfiato, umido, lacero
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lacero e grondante ¶ Ancora il crin dell'infelice flutto
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in atto di pigliare il veleno) ¶ Mio bellissimo sol
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luce ¶ Che a mezzo il corso tuo giungesti a
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vita; oh quanto lieta ¶ Il vorrei far! Ma poiché
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vorrei far! Ma poiché il Cielo avverso ¶ Tanto non
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fai per fin che il sol si estingua, ¶ Andranne
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AST. Appunto è vivo il bel Giustino, e spesso
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Che narri, Asteria? ¶ AST. Il ver ti narro. ¶ Egli
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Morto parea: ma poiché il buon Cleone ¶ Volgere il
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il buon Cleone ¶ Volgere il fe' co' piedi in
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co' piedi in verso il cielo ¶ E là col
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D'ogni travaglio sopra il capo mio, ¶ Se non
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Giustin, non mio, ché il Ciel non vuole: ¶ S
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doglia, ¶ Acquistando vigore entro il mio seno, ¶ Al mortifero
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seno, ¶ Al mortifero umore il colpo involi, (parte) ¶ AST
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che credo aver sicuro il porto, ¶ Sorge nuova tempesta
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corra ¶ Per dimandar consiglio. Il pianto amaro ¶ Non porge
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lucente acciaro ¶ Non armava il furore, ¶ Né dell'oro
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furore, ¶ Né dell'oro il fulgore ¶ Per entro le
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e dolce amore! ¶ Fu il mondo allor felice ¶ Che
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stanchezza, o Giustino, ed il timore ¶ Della passata orribile
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perigli a me medesmo il frutto. ¶ TEOD. Qui fra
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ormai le sarà giunto il nostro avviso ¶ Con cui
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a noi, Giustin, potreste il corso ¶ Del vostro periglioso
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quand'anche non fosse, il vostro impero, ¶ Eccelso regnatore
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Durazzo i curvi legni, ¶ Il dolce vento che di
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vigore ¶ Accrebbe a Greco il violento fiato ¶ Del feroce
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volte avean l'ore il picciol giro. ¶ Ma la
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bel del cammin rivolse il corso, ¶ E fe' l
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per quanto le agitava il mare, ¶ Che non aveva
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l vostro impero e il mio piacer chiudea. ¶ TEOD
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TEOD. Seguita dunque. ¶ GIUS. Il desiato foglio ¶ Tosto ch
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E a me chiamato il provvido nocchiero, ¶ 'Sciogli il
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il provvido nocchiero, ¶ 'Sciogli il canape,' dissi, 'e dà
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In viso ¶ Mirommi sorridendo il buon nocchiero, ¶ E disse
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E pure è chiaro il ciel, segno sicuro ¶ Di
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non curo,' io risposi: 'il legno sciogli; ¶ Ché Amore
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legno sciogli; ¶ Ché Amore, il qual de' miei pensieri
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è guida, ¶ Saprà reggere il corso al tuo naviglio
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Di folte nubi, ricopriano il sole; ¶ Talché l'incerto
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rendea dubbio ogni oggetto. ¶ Il rio soffiar de' scatenati
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soffiar de' scatenati venti; ¶ Il nero orror del procelloso
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bianche spume ¶ Che rompendosi il flutto al ciel mandava
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mandava: ¶ De' spessi lampi il sanguinoso lume ¶ Che squarciando
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Che squarciando alle nubi il denso seno ¶ O in
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gridi ¶ De' timidi nocchieri, il lor pallore; ¶ L'ardite
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scisse, ¶ Che o ricopriano il mare, o senza legge
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le divulse antenne; ¶ E il pino ancora, che fra
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mia man m'offesi il volto! ¶ Oh quante volte
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doglia e pena; ¶ Perché il furor dell'impaziente Noto
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che da poppa alzava il legno ¶ Sospinsero la prora
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flutti. ¶ Chi potria dire il miserabil suono ¶ Delle interrotte
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chi ridusse ¶ In Durazzo il mio corpo, in me
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sola ¶ Fuggii piangendo, ed il veleno ormai ¶ Le avrà
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ella giace, ¶ Prima che il .duol mi uccida, affinch
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alle stelle ¶ Piacque salvare il corpo mio dall'onde
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a questo core. ¶ Se il viver mio non rende
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a lei la vita, ¶ Il suo morir mi donerà
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di sua morte? ¶ AST. Il suo periglio ¶ Pur troppo
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certo appena. ¶ AST. Mira il suo volto, e ne
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Sofia, sarà mai giunto il fine ¶ Di tanti acerbi
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Sofia, m'è grato il viver vostro, ¶ Tanto quello
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Tanto quello che opraste il cor mi preme. ¶ E
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che violò coll'opre ¶ Il divin culto ed il
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Il divin culto ed il decoro umano: ¶ Né crediate
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umano: ¶ Né crediate che il dare a sé la
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ornar la mente; ¶ Poiché il Ciel volle in mezzo
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felicitadi e de' disagi ¶ Il corso invariabile e sicuro
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fé, della costanza ¶ Veggiate il premio, e ne godiate
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premio, e ne godiate il frutto. ¶ Però, se v
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Oh che dolce comando! Il mio volere ¶ Dal voler
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Ad eseguir di Giustiniano il cenno. ¶ TEOD. Dunque unite
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porgervi la destra, oggi il possesso ¶ Di me, del
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D'ogni vostro piacere il tempo è giunto. ¶ CLE
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in questo giorno ¶ Cleone il saggio, de' futuri eventi
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saggio, de' futuri eventi ¶ Il corso prevedendo, ed agli
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certo credo ¶ Che possa il vostro generoso core ¶ Esser
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Le cure accresce ed il desire avanza. ¶ La più
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Esser cagion che giustamente il mondo ¶ O d'ingrato
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al buon Cleone. ¶ AST Il piacer vostro, almo signor
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Ma non vi dono il mio, perch'ei si
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in un sol giorno il fato! ¶ IMP. Come soglion
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un chiaro vetro ¶ Piegando il corso in un sol
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del ben più sente il lume, ¶ Che più da
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veloce; ¶ Perché non sempre il duol che i cori
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ancora al dolce fiato ¶ Il prudente nocchier giammai non
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riluce; ¶ Fuggì l'ombra, il sol tornò. ¶ Felicissimi amanti
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pur de' vostri affanni il frutto; ¶ Ché il passato
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affanni il frutto; ¶ Ché il passato dolore ¶ È prezzo
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In diletto si cangia il timor.