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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
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Il primo libro sarebbe meglio
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averlo mai scritto. ¶ Finché il primo libro non è
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sola volta nella vita, il primo libro già ti
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prescinderne.” ¶ “Forse, in fondo, il primo libro è il
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il primo libro è il solo che conta, forse
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scrivere quello e basta, il grande strappo lo dai
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presenta una volta sola, il nodo che porti dentro
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tornerai che a fare il verso agli altri o
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dalla sua prima edizione, il mio romanzo d’esordio
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del suo primo libro, Il sentiero dei nidi di
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lui: bisognerebbe scrivere soltanto il primo libro, il primo
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soltanto il primo libro, il primo libro sarebbe meglio
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letteraria, ma incompatibile con il principio opposto, il che
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con il principio opposto, il che fa sì che
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accorto che, celata dietro il gioco intellettuale delle false
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ripartenze, conteneva, delineata con il solito impareggiabile nitore, la
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oggi, quarant’anni dopo il momento in cui quella
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la materia su cui il simbolo fu graffiato. Sono
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comprendere questa sinistra frantumazione, il ragionamento a partire da
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separano dalla composizione de Il sentiero dei nidi di
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come Calvino, nel 1964, rievocava il clima dell’Italia dell
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vi si verificò, prendendo il nome arbitrario di neorealismo
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tra lo scrittore e il suo pubblico [...] ci si
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tomba dove essa giace. “Il senso della vita come
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tra lo scrittore e il pubblico”, sono tutte condizioni
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sottoposte a una decreazione. Il rullo del tempo, riavvolgendosi
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Queste cose non occupano il posto di ciò che
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per la prima volta il problema di che cosa
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alla vita presente per il riscatto del futuro, scrivete
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al futuro anteriore, per il giorno in cui questo
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questo presente sarà stato il passato. Così Foscolo, ancora
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risarcimento e della riparazione. Il futuro, giustizia e vendetta
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Prima la frase sopraffaceva il contenuto; ora il contenuto
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sopraffaceva il contenuto; ora il contenuto trionfa sulla frase
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sepolcri è senza sepolcro. Il lavoro del lutto, a
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futuro è divenuta oscena, il culto del passato perversione
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dei contenuti” che caratterizzava il neorealismo italiano del dopoguerra
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far sì che, per il giovane Calvino e per
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che era per noi il mondo.” Oggi il problema
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noi il mondo.” Oggi il problema si riformula così
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assenza di un mondo. Il mondo non c’è
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privata, ricorda ancora Calvino, il libro che tutta la
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anni fa, ha dipinto il ritratto della nostra attuale
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realtà e immaginazione, tra il reale, il simbolico e
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immaginazione, tra il reale, il simbolico e l’immaginario
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che ci dicono essere il nostro ma che non
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alle nostre spalle, raddoppiando il senso di inautenticità che
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con un verso perfetto, il senso della nostra vita
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a mancare non è il talento. Non sono gli
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raccontare, doveva solo risolvere il problema di trovare la
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che Calvino stabilisce tra il “senso di nullatenenza assoluta
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fecondo ossimoro sarebbe nato Il sentiero dei nidi di
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l’arte del neorealismo. Il Calvino del ’47 poté fare
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vissuto poco”, “conoscerebbe poco il mondo” ecc. – è la
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della società tardo-moderna. Il mondo oggi non “si
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nuova forma di indigenza, il nuovo senso di “nullatenenza
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L’inesperienza, questo è il nostro stato di povertà
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una tappa fondamentale con il diffondersi dei mezzi di
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nascita e la malattia; il carcere per il delitto
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malattia; il carcere per il delitto; il manicomio per
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carcere per il delitto; il manicomio per la follia
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scarnificazione dell’esperienza vissuta, il suo dissanguamento in asettiche
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intellettuali durante quasi tutto il Novecento, cioè la tattica
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nella Società dello spettacolo “il vero è un momento
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immagini. Grazie alla televisione il mondo sembra presentarsi da
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in televisione esiste soltanto il presente, o meglio, tutto
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fornisce in ogni immagine il proprio certificato di stato
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vita (la televisione è il contrario dell’arte, ci
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sua presenza pseudonaturale nega il proprio statuto di rappresentazione
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l’unica possibilità che il mondo aveva di rivestire
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romanzo, la testimonianza era il racconto dell’esperienza (magari
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racconto dell’esperienza (magari il racconto dell’esperienza impossibile
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si affidava alla narrazione il compito fondante di dischiudere
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compito fondante di dischiudere il mondo dell’esperienza, e
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esperienza, e all’esperienza il ruolo fondante di conoscenza
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narrazione. La testimonianza era il racconto di chi aveva
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sopravvissuto, prima di essere il racconto di ciò che
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quest’autorità del vivere, il prestigio della nuda vita
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sforzando di esprimere con il concetto di inesperienza si
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dovuto e deve affrontare il problema di come trasformare
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me, individualmente, quando scrissi Il rumore sordo della battaglia
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la guerra uno per il quale la guerra è
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uno spettacolo televisivo? Perché il nodo cruciale, l’experimentum
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casa sorseggiando birra fresca. ¶ Il racconto della guerra – massima
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prima, a capitoli alternati. Il romanzo storico raccontava dell
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fine del Quattrocento e il principio del Cinquecento) e
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denunciare la finzione attraverso il rilievo dato alla figura
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una tattica vecchia come il mondo. Lo scarto fra
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l’ha concepita e il pubblico a cui è
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ammissione di colpa traccia il sottile discrimine tra la
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giunge fino a noi, il contrario della falsità non
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Volevo guastare al lettore il facile piacere di una
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modo, come voleva Adorno, il romanzo avrebbe accolto nel
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nella sua fase matura. Il principale di questi era
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forma fuorviata di immaginario. Il triplice trionfo a cui
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a prevalere su tutto il resto, istituendo un regime
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coscienza individuale (senza risarcirle). Il nuovo statuto dell’immaginario
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culturale del nostro tempo, il tempo della cultura di
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l’analisi ma non il giudizio. A mio giudizio
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su di un punto, il che non significa disconoscerla
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significa disconoscerla né rifiutarla. Il punto in cui sento
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che esclude da sé il senso del tragico. La
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della guerra, lì dove il bisogno di fare esperienza
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massa, scrive Morin, è il luogo in cui il
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il luogo in cui il grande tema sacrificale – “essi
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massa, pensai di aggredirne il grande rimosso raccontando non
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guerra. Per farlo, affilai il vecchio arnese letterario del
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spirito del tempo, bevesse il suo whisky, ci andasse
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a letto assieme e il giorno dopo rimanesse comunque
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su se stessa, avvelenare il piacere dell’immaginario, queste
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revisione stilistica, ho eliminato il metalivello dal mio romanzo
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meno nelle mie intenzioni, il senso del finale e
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finale e, spero, anche il senso del suo finire
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suo finire (e dunque il senso del tutto). ¶ Credo
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deve continuare a essere il veleno del proprio ambiente
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ambiente sociale, ma oggi il suo ambiente sociale è
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a un romanzo pop. Il metalivello finisce con l
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ha più senso rimarcare il territorio finzionale del romanzo
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ha presa per fame. ¶ Il romanzo storico mi appare
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è un caso che il romanzo storico, dopo esser
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televisioni commerciali ne segnava il trionfo. ¶ Ciò di cui
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romanzo si scriva, anche il più ferocemente autobiografico, il
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il più ferocemente autobiografico, il più ingenuamente attuale, lo
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l’edizione del 1964 de Il sentiero dei nidi di
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cui cito qui, ossia Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte
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riletta in quest’ottica. Il riferimento a Debord rimanda
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teorie in Edgar Morin, Il cinema o l’uomo