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esplorazioni verbali


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Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

concordanze di «Il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1915
prua e poppa, attaccò il timone, munì fortemente i
2
1915
tela donata da Calipso. Il quarto giorno la zattera
3
1915
ella si era coperta il capo e il volto
4
1915
coperta il capo e il volto di un fitto
5
1915
fitto velo per nascondere il pianto. Quando Ulisse saltò
6
1915
possente Calipso» rispose, commosso, il re di Itaca. «Ti
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1915
sempre nel cuore come il ricordo più soave del
8
1915
timone, dirige con arte il corso della zattera. L
9
1915
L'onda spumeggia tranquilla, il cielo è sereno. Il
10
1915
il cielo è sereno. Il re navigatore guarda le
11
1915
ritorna solo. Volge indietro il pensiero ai tanti pericoli
12
1915
anche nel pianto: che il lungo travagliato viaggio di
13
1915
seduto al timone, governa il corso della zattera. Passano
14
1915
che agita le onde: il vento chiamato Aquilone. In
15
1915
baleno, nubi tempestose scavalcano il cielo, riconducono nel mondo
16
1915
a grandi bracciate, afferra il legno, vi si arrampica
17
1915
la quale ti avvolgerai il petto, e rimarrai a
18
1915
si spegne, si placa. Il nuotatore è già presso
19
1915
perde le forze e il coraggio. Girerà sempre intorno
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1915
serena, un approdo felice. Il nuotatore risale il fiume
21
1915
felice. Il nuotatore risale il fiume, si arrampica sulla
22
1915
Per la bocca, per il naso, gli esce acqua
23
1915
del padre. E tutto il popolo dei Feaci, governato
24
1915
re Alcinoo che aveva il senno simile a un
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1915
a lavare. Fammi apparecchiare il grande carro affinché io
26
1915
sole. Sei contento, padre?» ¶ Il re Alcinoo abbracciò la
27
1915
ai servi di preparare il carro coi muli. Intanto
28
1915
sul traballante carro verso il chiaro fiume. ¶ Giunte al
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1915
asciugare sul lido. Finito il lavoro, si spogliarono e
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1915
regina Arete, a bere il suo vino soave. E
31
1915
Nausicaa la bella intonava il canto alle compagne. ¶ La
32
1915
gridando a perdifiato, svegliarono il re di Itaca, Ulisse
33
1915
via della città e il palazzo del re». ¶ Era
34
1915
Figlia di re, – parlò il re di Itaca, Ulisse
35
1915
un triste navigatore che il mare da troppo tempo
36
1915
via della città e il palazzo del re». ¶ «Forestiero
37
1915
Isola Feacese. Fatti coraggio: il mio grande padre e
38
1915
una bella veste regale il re di Itaca Ulisse
39
1915
reale! Troppo hai possente il volto e dignitosa la
40
1915
Ulisse seguì a piedi il carro della bella Nausicaa
41
1915
della bella Nausicaa, con il cuore pieno di dolci
42
1915
VII ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
43
1915
garzoni. Cinquanta ancelle servivano il re: tutte belle e
44
1915
siepe viva. Vi crescevano il pero, il melo, il
45
1915
Vi crescevano il pero, il melo, il fico, il
46
1915
il pero, il melo, il fico, il melograno, l
47
1915
il melo, il fico, il melograno, l'uva, l
48
1915
per le aiuole e il frutteto, l'altra correva
49
1915
nave volava sul mare, il canto delle Sirene si
50
1915
tu, timoniere, reggi saldo il timone e guida la
51
1915
e Cariddi. Ulisse tacque il nuovo e ancor più
52
1915
della nave, e lasciassero il fragile legno in balìa
53
1915
triplice giro di denti. Il mostro sporgeva sulle onde
54
1915
quel passaggio: o, schivato il mostro Scilla, era caduta
55
1915
mostro Cariddi: o, schivato il mostro Cariddi, era caduta
56
1915
caduta nel mostro Scilla! ¶ Il mare era qui tra
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1915
ritto in piedi presso il timoniere, gli indicava con
58
1915
ai navigatori, stremati per il lungo sforzo e dolenti
59
1915
dunque, affrettate coi remi il cammino della nave». ¶ Ognuno
60
1915
si tacque: non Euriloco, il quale parlò di nuovo
61
1915
col ritorno del sole, il viaggio sul mare. ¶ La
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1915
mare. ¶ La tempesta cessò, il sole ritornò a splendere
63
1915
dono da Circe: venne il giorno in cui tutto
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1915
Ulisse era disperato. ¶ «Ricordatevi il giuramento fatto» diceva ai
65
1915
di pesci, e aspettiamo il ritorno del bel tempo
66
1915
arrostite al fuoco. Affrettò il passo col cuore che
67
1915
terra, pregando, per scongiurare il castigo celeste. ¶ Ma i
68
1915
i naviganti. «Splendido era il sole, azzurro il mare
69
1915
era il sole, azzurro il mare, sicuro il cammino
70
1915
azzurro il mare, sicuro il cammino». ¶ «Andiamo a Itaca
71
1915
Ulisse in disparte, trangugiava il pianto, col cuore ingombro
72
1915
Ed ecco, d'improvviso, il sole scomparve dietro una
73
1915
tutto rompe e abbatte. Il grande albero maestro piomba
74
1915
dèi vendicatori scagliano contro il naviglio un fulmine di
75
1915
e scompaiono per sempre. ¶ Il castigo è venuto. ¶ Il
76
1915
Il castigo è venuto. ¶ Il fragile legno, sconquassato dal
77
1915
che un uomo solo: il re di Itaca, Ulisse
78
1915
VI ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
79
1915
egli riesce a legare il tronco dell'albero alla
80
1915
chiaro, ed egli vede il mostro Cariddi assorbire dentro
81
1915
attacca allo scoglio sotto il quale è Cariddi, si
82
1915
e aspetta. Aspetta che il mostro Cariddi rigetti tutta
83
1915
l'enorme bocca, vomita il mare assorbito. Riappare la
84
1915
nave rotta di Ulisse, il quale si lascia cadere
85
1915
così, per nove giorni, il re di Itaca Ulisse
86
1915
azzurra del cielo, risorse il sole sull'isola salvatrice
87
1915
la sua patria Itaca, il suo padre, la sua
88
1915
padre, la sua sposa, il suo figliolo. Era solo
89
1915
sono tanto stanco». ¶ Udì il lamento la Dea Calipso
90
1915
dalle sue grotte, vide il naufrago, gli si accostò
91
1915
che io possa riprendere il mare e raggiungere la
92
1915
sono una Dea e il mio nome è Calipso
93
1915
preghiere di Calipso. Tutto il giorno se ne stava
94
1915
partenza. ¶ Già scaduto era il settimo anno, e una
95
1915
ho nave da prendere il mare?» ¶ «Nave io ti
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1915
zattera. Sulla zattera prenderai il mare». ¶ A tali parole
97
1915
batteva il mare infaticabile: il naviglio di Ulisse. E
98
1915
altri erano morti lungo il periglioso viaggio: alcuni nella
99
1915
spelonca dell'orco Polifemo, il maggior numero nella maledetta
100
1915
con cupo cipiglio; ma il suo cuore silenziosamente piangeva
101
1915
andati? Avanti, sempre avanti. Il re di Itaca Ulisse
102
1915
a una ricca dimora. Il suo primo pensiero fu
103
1915
schiena così forte che il cervo cadde nella polvere
104
1915
con un rauco grido. Il gran corpo del cervo
105
1915
miei compagni – disse: – cessate il pianto, scacciate la tristezza
106
1915
un lauto banchetto, apparecchiarono il pranzo: e, per tutto
107
1915
del cervo e bevvero il dolce vino tolto ai
108
1915
Ciconi, con grandissimo conforto. ¶ Il giorno dopo, Ulisse li
109
1915
un fumo salire verso il cielo. È necessario sapere
110
1915
nella foresta, che occupa il centro dell'isola». ¶ I
111
1915
una schiera nominò capo il saggio compagno Euriloco, l
112
1915
l'altra pose sotto il suo proprio comando: ed
113
1915
Ulisse aveva veduto salire il fumo verso il cielo
114
1915
salire il fumo verso il cielo. ¶ Era la raggiante
115
1915
Polite. «Noi ricorderemo sempre il tuo nome, e sempre
116
1915
diventa un muso porcino, il corpo si fa grosso
117
1915
e raccontare a Ulisse il fatto spaventoso. Ulisse non
118
1915
Ulisse. Io non ho il coraggio di seguirti. La
119
1915
vile!» gli gridò, sdegnoso, il re di Itaca, Ulisse
120
1915
rispose Ulisse. ¶ «Infelice!» seguitò il giovanetto. «Tu non sai
121
1915
amico buono» fece Ulisse. ¶ Il giovinetto, che era un
122
1915
La radice era bruna, il fiore bianco come il
123
1915
il fiore bianco come il latte. ¶ «Prendi quest'erba
124
1915
erba – disse – e mangiane il fiore. Ogni sortilegio della
125
1915
detto, sparì. Ulisse mangiò il bianco fiore di quell
126
1915
erba salubre, e continuò il cammino verso la casa
127
1915
mangiò e bevve; ma il sortilegio della maga era
128
1915
urlo di terrore, sfuggì il colpo e, gettandosi alle
129
1915
Come hai potuto vincere il mio incanto? Sei forse
130
1915
di gioia. Unanime è il grido: ¶ «Viva la maga
131
1915
voglio che lungamente riposiate il corpo stanco e confortiate
132
1915
V ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
133
1915
in mezzo alla tempesta. ¶ Il canto delle Sirene ¶ Come
134
1915
cari compagni tornò acuto il desiderio della patria lontana
135
1915
quindi risolvettero di riprendere il viaggio verso la non
136
1915
compagno, di nome Elpenore, il quale, addormentatosi sul tetto
137
1915
caduto a terra sfracellandosi il capo. Restava a dormire
138
1915
spingere e di guidare il naviglio. ¶ Dopo qualche ora
139
1915
soavemente che ogni navigatore il quale le oda, non
140
1915
Noi non vogliamo udire il loro canto che dà
141
1915
Ma io voglio udire il canto che è più
142
1915
nave di Ulisse, intonarono il loro canto soave. ¶ I
143
1915
le udiva, ne ebbe il cuore preso e ammaliato
144
1915
restare con esse, udire il loro canto, essere eternamente
145
1915
e si nascose sotto il ventre del montone che
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1915
erano pronti, Ulisse prese il montone più grande e
147
1915
egli si nascose sotto il ventre, aggrappandosi alle lunghe
148
1915
aurora. ¶ Venuta l'aurora, il gregge si tolse dalle
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1915
s'accorgeva che sotto il ventre, pendevano legati gli
150
1915
davanti a Polifemo, anche il montone più grande e
151
1915
grande e più grosso, il fiore del gregge, sotto
152
1915
fiore del gregge, sotto il cui ventre pendeva Ulisse
153
1915
sospettò di nulla. E il bel montone passò, uscì
154
1915
IV ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
155
1915
con un gesto, ordinò il silenzio. ¶ «Ho vendicato i
156
1915
nostri morti – spiegò – accecando il crudele Ciclòpe. Ora bisogna
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1915
si riabbassarono i remi: il timone fu drizzato verso
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1915
gridò. – Sappi che colui il quale ti ha vinto
159
1915
tornarvi dovrai, ciò avvenga il più tardi possibile, dopo
160
1915
smisurata grandezza che pareva il cocuzzolo d'un monte
161
1915
la nave di Ulisse. ¶ Il masso piombò con spaventevole
162
1915
tonfo nell'acqua, rasentando il timone della nave: l
163
1915
ci siano favorevoli. Riprendiamo il viaggio verso la nostra
164
1915
terra, prima di proseguire il viaggio. Eolo accolse i
165
1915
e, quando seppe che il capo della piccola armata
166
1915
della piccola armata era il re di Itaca, Ulisse
167
1915
si inchinò, gli aprì il palazzo, lo colmò di
168
1915
guerra di Troia. ¶ Trascorso il mese, Ulisse prese congedo
169
1915
ai miei compagni punge il desiderio, dopo tante traversie
170
1915
chi io sia» continuò il buono e grande Eolo
171
1915
grande Eolo. «Io sono il padrone di tutti i
172
1915
non ti molestino durante il viaggio, non sollevino contro
173
1915
portarvi a Itaca entro il decimo giorno». ¶ Tutti proruppero
174
1915
tranquillo. E unanime era il grido: ¶ «Itaca! Itaca nostra
175
1915
nove notti passarono. Già il decimo sole spuntava e
176
1915
al timone per affrettare il corso del viaggio, si
177
1915
raggiunta» disse. «Io lascio il timone per riposarmi un
178
1915
sì, sì e no: il marinaio dalla faccia torva
179
1915
poi cercò di reggere il timone contro il vento
180
1915
reggere il timone contro il vento avverso, che respingeva
181
1915
reggevano con deboli mani il timone, le ciurme stavano
182
1915
sedute e inerti; lamentavano il destino crudele che li
183
1915
lucentissima terra, sulla quale il sole mai non tramontava
184
1915
mai non tramontava. Sempre il cielo è chiaro e
185
1915
l'aria: e mai il lavoro degli uomini tace
186
1915
sulla rupe, Ulisse esplorò il paese, fiorente di pascoli
187
1915
riprese coi due compagni il cammino verso Lamo. ¶ Entrarono
188
1915
apparve sulla pubblica piazza, il volto enorme e truce
189
1915
sulle rupi che circondavano il porto, e lasciarono cadere
190
1915
vista sulle onde, prese il largo, fu salva. ¶ Ma
191
1915
cari compagni perduti, bevendo il loro sangue come un
192
1915
un solo naviglio batteva il mare infaticabile: il naviglio
193
1915
III ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
194
1915
e formaggio che erano il loro nutrimento preferito: e
195
1915
tra la montagna e il mare. ¶ Erano molti, e
196
1915
parlavano, la voce superava il rumore del tuono se
197
1915
suoi compagni, non immaginando il pericolo cui andavano incontro
198
1915
volgerci indietro». ¶ Ulisse tentennò il capo e rispose: ¶ «No
199
1915
compagni. Lietamente mangiando, aspettarono il ritorno dell'ospite Ciclòpe
200
1915
spelonca, gettò a terra il tronco, e tale fu
201
1915
tronco, e tale fu il rumore che Ulisse e
202
1915
della spelonca. ¶ Polifemo accomodò il gregge dentro e fuori
203
1915
ingresso della spelonca, chiudendo il varco. ¶ Ciò fatto, si
204
1915
e le capre, raccogliendo il latte in otri enormi
205
1915
degli otri per fare il formaggio, quello dei vasi
206
1915
che ebbe, mentre accendeva il fuoco, si volse a
207
1915
volse a guardare verso il fondo della spelonca dove
208
1915
loro, si sentirono gelare il sangue. ¶ Polifemo li aveva
209
1915
Polifemo!». ¶ Per tutta risposta, il tremendo Ciclòpe abbrancò con
210
1915
spada, e potrei colpire il mostro mentre dorme. Ma
211
1915
con aria soddisfatta. Riaccese il fuoco, rimunse le grasse
212
1915
le grasse pecore, raccolse il latte, accudì a tutte
213
1915
si rimpinzò. E, riunito il gregge sollevò senza fatica
214
1915
lasciasse aperto e libero il varco; ma Polifemo ricollocò
215
1915
varco; ma Polifemo ricollocò il masso contro l'ingresso
216
1915
le montagne, a pascolare il suo gregge. ¶ La vendetta
217
1915
lamentarsi come femminucce? Seguite il mio esempio, siate forti
218
1915
aveva già nella mente il suo piano di vendetta
219
1915
un albero di nave, il tronco d'olivo fu
220
1915
punta nel fuoco: e il palo puntato e affumicato
221
1915
ansia la sera e il ritorno del Ciclòpe. ¶ Ecco
222
1915
del Ciclòpe. ¶ Ecco, che il tremendo giunge. Smuove il
223
1915
il tremendo giunge. Smuove il masso che chiude la
224
1915
spelonca, entra con tutto il gregge, richiude il varco
225
1915
tutto il gregge, richiude il varco, si dispone all
226
1915
e ogni mattina. Compiuto il pacifico onesto lavoro, ecco
227
1915
ospite bello, – bofonchiò infine il Ciclòpe, preso dai fumi
228
1915
dell'ubriachezza. – Dimmi adesso il tuo nome, perché io
229
1915
Ah, tu vuoi sapere il mio nome?» parlò Ulisse
230
1915
mancare alla tua promessa. Il mio nome è Nessuno
231
1915
capito? E ora dammi il dono promesso». ¶ Polifemo, che
232
1915
dall'ubriachezza, rispose: ¶ «Ecco il mio dono: l'ultimo
233
1915
con me a prendere il palo d'olivo!» gridò
234
1915
Con grande fatica, trassero il palo dal nascondiglio dov
235
1915
sui piedi, faceva girare il palo su se stesso
236
1915
bruciò: scaturì dalla piaga il sangue: e un fumo
237
1915
si rifugiarono nel fondo. Il Ciclòpe si cavò il
238
1915
Il Ciclòpe si cavò il palo dall'occhiaia e
239
1915
occhio perduto e per il dolore dell'orrenda piaga
240
1915
aggrapparsi e nascondersi sotto il ventre lanoso dei montoni
241
1915
nei loro letti, appiccarono il fuoco alle case conquistate
242
1915
con grandi grida selvagge. ¶ Il popolo troiano, svegliato dal
243
1915
troiani, fra i quali il fortissimo Enea, fecero prodigi
244
1915
ancora la reggia, dove il vecchio re Priamo e
245
1915
onore. Intorno alla reggia il combattimento si tramutò in
246
1915
giardini odorosi. E finalmente il valore troiano dovette cedere
247
1915
presa e incendiata. E il buon re Priamo cadde
248
1915
sulla vasta carneficina; e il sole del nuovo giorno
249
1915
II ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
250
1915
caro paese natale pungeva il cuore di tutti, dopo
251
1915
l'ansia dell'animo il cammino delle navi, e
252
1915
mucchio di cenere sepolcrale. ¶ Il re di Itaca, Ulisse
253
1915
imprese compiute sotto Troia. ¶ Il vento gonfiò le vele
254
1915
parte, tra di loro, il molto bottino, tripudiarono, sugli
255
1915
continuarono a banchettare, disprezzando il comando del loro re
256
1915
compagni perduti, amaro fu il suo dire: ¶ «Ogni nave
257
1915
del loto ¶ Partì, tra il silenzio delle ciurme, il
258
1915
il silenzio delle ciurme, il mesto ricordo dei compagni
259
1915
incontro alla piccola armata il terribile vento chiamato Bòrea
260
1915
terribile vento chiamato Bòrea, il quale coprì di nere
261
1915
coprì di nere nubi il cielo e sollevò le
262
1915
ora della morte. ¶ Solo il re Ulisse restava, contro
263
1915
le rotte vele, affinché il vento gonfiandole e tendendole
264
1915
alba rosata e serena. Il mare era tranquillo come
265
1915
tranquillo come uno specchio: il sole spuntò da oriente
266
1915
riacquistata fiducia di proseguire il viaggio senza più affanni
267
1915
tranquillo. E unanime era il grido: ¶ «Itaca, Itaca nostra
268
1915
Ti rivedremo alfine!». ¶ Ma il funesto vento che ha
269
1915
di un popolo felice. ¶ Il re Ulisse non conosceva
270
1915
re Ulisse non conosceva il nome di quella terra
271
1915
e che era certamente il re di quella terra
272
1915
del loto, che sono il nostro unico cibo, e
273
1915
ringraziarono dell'offerta, e il maggiore di essi si
274
1915
contrada, noi volentieri assaggeremo il fiore del loto, ma
275
1915
del mare». ¶ «Certamente – rispose il vegliardo – e tutti godrete
276
1915
lontana: non ebbero più il desiderio di ritornare alle
277
1915
dei fiori del loto, il nobile vegliardo e i
278
1915
immemori della loro patria?» ¶ Il nobile vegliardo sorrise. ¶ «O
279
1915
rispose – mangia tu pure il fiore del loto, e
280
1915
baleno, Ulisse capì. Guardò il vecchio con occhio torvo
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fiori stregati. E allora il re Ulisse respirò soddisfatto
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ciurme sorrideva pur sempre il desiderio della serena Itaca
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frondoso bosco che occupava il centro dell'isola, delle
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Lieto di tanto bene, il re Ulisse chiamò a
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le tenne per sé. ¶ Il resto di quella giornata
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e di vino. Unico, il re Ulisse aveva conservata
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la mente e desto il sonno. Pure mangiando e
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visto salire nell'aria il fumo, come da nascoste
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sofferenze». ¶ Il truce racconto, il pianto dell'infelice, il
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il pianto dell'infelice, il suo miserando stato commossero
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suo miserando stato commossero il re e la moltitudine
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la moltitudine dei Troiani. Il prigioniero fu sciolto e
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liberato dai ferri. E il buon re, parlandogli dolcemente
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dèi? Se tu dirai il vero, io ti compenserò
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in poi dei nostri». ¶ Il falso prigioniero – mandato qui
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volgere in prossima fortuna il triste risultato della guerra
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A queste bugiarde parole, il popolo troiano circondò il
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il popolo troiano circondò il re con rispettose preghiere
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re nostro, concedi che il grande cavallo dei Greci
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Concedi, o re, concedi!». ¶ Il vecchio sacerdote Laocoonte si
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Laocoonte si gettò tra il popolo e il re
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tra il popolo e il re: ¶ «No!» urlò. «No
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e l'avvinghiarono togliendogli il fiato e succhiandogli il
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il fiato e succhiandogli il sangue. Egli cadde con
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l'ira degli dèi! Il cavallo dei Greci dentro
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dei Greci dentro Troia! Il cavallo dentro Troia!». ¶ L
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di Itaca Ulisse sortiva il suo effetto. Spento Laocoonte
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suo effetto. Spento Laocoonte, il re e il popolo
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Laocoonte, il re e il popolo deliberarono di portare
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popolo deliberarono di portare il cavallo dei Greci sulla
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sua mole resero necessari il concorso e l'aiuto
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l'aiuto di tutto il popolo troiano: uomini, donne
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e solide funi, e il popolo, tirando le funi
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alle porte della città, il, popolo s'avvide che
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popolo s'avvide che il cavallo non avrebbe mai
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grande porta. Come fare? ¶ Il popolo sospese di tirare
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di tirare le funi: il cavallo si fermò. E
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la voce del re. Il re comandava: ¶ «Gente Troiana
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re comandava: ¶ «Gente Troiana, il cavallo dono dei Greci
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lungo tratto di mura». ¶ Il popolo obbedì, diede mano
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e ricominciò a tirare il cavallo. L'immenso cavallo
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entrarono nell'infelice città il tradimento e la morte
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e la morte. ¶ Dentro il ventre del mostruoso cavallo
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in una cieca grotta, il re di Itaca Ulisse
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combattere, di uccidere. ¶ Intanto, il cavallo tirato e sospinto
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più alto di Troia, il cavallo di legno fu
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Cassandra. Quand'ella vide il cavallo di legno sull
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braccia al cielo, sbiancato il volto, la bocca urlante
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dentro la vostra città il tradimento, la rovina e
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notte stessa, si compì il destino di Troia. ¶ Dall
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drizzò le prore verso il vicino lido di Troia
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le navi greche presso il lido, fecero un segnale
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un gran fuoco. Vide il segnale quel prigioniero greco
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di nome Sinone, che il buon re Priamo aveva
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di legno, gli aprì il ventre, disse ai guerrieri
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l'ora di uscire. ¶ Il re di Itaca Ulisse
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I ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
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la resistenza, ad appiccarvi il fuoco, a raderla al
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coraggiosi e più forti, il fiore dei due popoli
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guerriero ammirabile, ma aveva il cuore dolce e caldissimi
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a morte. Quindi legò il cadavere al proprio cocchio
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mura di Troia, fra il pianto dei Troiani che
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dei Troiani che lamentavano il triste fato del loro
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campione. ¶ Da quel momento il destino di Troia fu
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Ettore toglieva a Troia il senno più esperto, il
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il senno più esperto, il braccio più valido. ¶ Così
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modo vedremo più avanti. ¶ Il Cavallo di Legno ¶ La
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così parlò: ¶ «Volge già il decimo anno che noi
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di far vela per il ritorno. È, quindi, necessario
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Ulisse. Accettato che fu il suo consiglio, s'apprestarono
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guardare stupiti e ammirati il meraviglioso lavoro, domandandosi la
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preparato rovina e morte. ¶ Il grandissimo cavallo fu condotto
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greco, fra i quali il re d'Itaca Ulisse
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navi, aspettò che ritornasse il giorno, e, davanti ai
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lido troiano. Qui – seguendo il piano d'astuzie di
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rimasero in grandissimo segreto. ¶ Il cavallo di legno fu
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tutti, disse: ¶ «Troiani, portiamo il ricco dono dei Greci
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fecero innanzi a contrastare il consiglio di Timete. E
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propose: ¶ «Ho in sospetto il cavallo offerto dai Greci
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un altro ancora: ¶ «Foriamogli il petto e laceriamogli il
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il petto e laceriamogli il fianco. Se racchiude un
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Se racchiude un tradimento, il tradimento sarà svelato». ¶ Il
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il tradimento sarà svelato». ¶ Il popolo stava incerto e
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Dicendo queste infiammate parole, il vegliardo s'era avvicinato
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asta, l'avventò contro il ventre del cavallo, e
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Come fosse stato vivo, il cavallo scrollò e tremò
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rintronò di armi dentro il ventre incavato. ¶ Si fece
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stava per essere svelato. Il re di Troia, il
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Il re di Troia, il venerando Priamo, apparve tra
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inchinarono rispettosamente. E già il re stava per parlare
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fatto nuovo. ¶ Priamo guardò il prigioniero lacero, scalzo, insozzato
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domandò: ¶ «Chi sei tu?». ¶ Il prigioniero tremò da capo
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rispose: ¶ «Sono un greco». ¶ Il popolo troiano urlò di
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urlò di rabbia. Ma il re fece segno di
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rivolto al prigioniero, chiese: ¶ «Il tuo nome?». ¶ «Sinone». ¶ «Sinone
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Sinone, come sei qui?» ¶ Il prigioniero si sciolse in
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mi ascolti». ¶ «Parla!» comandò il re. ¶ «Obbedisco – rispose il
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il re. ¶ «Obbedisco – rispose il greco e continuò: – Prima
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spiegare le vele per il ritorno in patria, l
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nel lungo viaggio per il mare e, pensando che
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di offrire ad Essi il corpo vivo e fiorente
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i miei figli e il mio padre invano mi
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invano mi aspetteranno. Sorto il giorno, e scomparsa l
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e delle mie sofferenze». ¶ Il truce racconto, il pianto
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Nella sala maggiore, stavano il re Alcinoo, la regina
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nebbia si dissipò, e il re di Itaca apparve
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unanime lo stupore e il desiderio di conoscerlo. Allora
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cenere del focolare. Ma il re Alcinoo alzandosi, dal
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si ristori». ¶ Ulisse ringraziò il re, sedette su una
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bevve. ¶ Ristorato che fu, il re Alcinoo gli volse
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Parla, dunque, e confida». ¶ Il re, la regina, gli
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reggia, tacquero per udire il racconto del forestiero. ¶ «Io
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del forestiero. ¶ «Io sono il re di Itaca, Ulisse
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A queste prime parole, il re Alcinoo, la regina
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e attenti, Ulisse incominciò il racconto del suo viaggio
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Dopo un lungo silenzio, il re dei Feaci Alcinoo
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e andò ad abbracciare il re di Itaca, Ulisse
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Ulisse. ¶ «Fatti coraggio» disse il buon re. «I tuoi
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tuoi patimenti sono finiti il tuo desiderio è finalmente
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alla tua Itaca: e il tuo lungo e triste
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seppe dir nulla. Abbassò il capo e pianse: e
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gioia fa piangere come il più gran dolore. ¶ Ulisse
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lini e ricca coltre. Il re di Itaca salutò
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re di Itaca salutò il re Alcinoo, la regina
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fratelli, i grandi Feacesi, il popolo tutto: e si
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dal porto, solcò rapida il mare sonante, si allontanò
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deposti ai suoi piedi, il bel verde paese: e
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sua Itaca serena e il suo Ionio mare. In
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E come si chiama?» ¶ Il pastorello rispose: ¶ «Itaca». ¶ Ulisse
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Ulisse tremò dentro, trattenne il grido impetuoso di saluto
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Itaca?...». ¶ «Itaca» confermò semplicemente il giovane pastore. ¶ E allora
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patria tanto sospirata. Vide il porto di Fòrcine in
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in cui era sbarcato: il frondoso olivo che sorge
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Siano lodati gli dèi». ¶ Il vecchio cane Argo ¶ Ma
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o andavano dispersi per il mondo? Mentre Ulisse volgeva
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si decideva di continuare il cammino verso il suo
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continuare il cammino verso il suo palazzo reale, gli
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regina Penelope, per prendere il tuo posto di marito
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Calmati, Ulisse, e ascolta il mio consiglio. Se tu
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suo corpo, e accettò il consiglio della fata. La
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occhio. La fata veste il falso mendicante di un
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irriconoscibile a tutti, prese il cammino per la casa
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Presso la casa, dentro il recinto, vi erano dodici
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si accucciarono e salutò il triste mendicante. ¶ Il vecchio
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salutò il triste mendicante. ¶ Il vecchio servo non aveva
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servo non aveva riconosciuto il suo antico padrone. ¶ «Ospite
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padroni». ¶ «E chi è il tuo re? E dove
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Ulisse, abbassando gli occhi. ¶ «Il mio re è il
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Il mio re è il grande Ulisse, – rispose – e
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rispose – e io sono il suo servo fedele. Tanti
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ha fatto più ritorno. Il suo vecchio padre Laerte
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dai Proci, non dimentica il suo Ulisse, e risponde
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ai Proci che sposerà il migliore di loro quando
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tela? Di notte distrugge il lavoro fatto durante il
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il lavoro fatto durante il giorno, e la tela
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al medesimo punto. Infine, il figlio Telemaco è partito
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miei nuovi padroni». ¶ E il fedele servo piangeva a
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servo piangeva a dirotto. ¶ Il vecchio mendico, che era
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quest'anno stesso, metterà il piede nella sua reggia
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di pelli e riprese il suo bastone per uscire
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vai, ospite mendico?» domandò il servo fedele. ¶ «Vado alla
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aspettando che ella, compiuto il lavoro, si offra sposa
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Ulisse rientrò con Eumèo, il quale dispose carne e
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udì al di fuori il gioioso latrare dei quattro
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vederlo, si sentì rompere il cuore: aveva riconosciuto suo
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grido, corse ad abbracciare il padroncino, e parlava e
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Telemaco abbracciò e baciò il vecchio servo fedele, e
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alla sua Itaca, dove il mio avo Laerte e
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sorte è decisa. Se il mio grande padre non
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si inchinò a Telemaco. Il quale, visto il mendico
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Telemaco. Il quale, visto il mendico, gli disse: ¶ «Siedi
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in cerca di elemosine. Il tuo servo è stato
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sa dove si trova il mio caro padre!» ¶ Quindi
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1915
casa. Rimasero soli, presso il focolare, Ulisse e Telemaco
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1915
e Telemaco non riconosceva il suo sospirato padre. Ma
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magica verga, la fronte, il petto, le gambe di
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Ulisse e, d'incanto, il cadente mendico si trasformò
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o Dio?» ¶ Ulisse guardò il figlio che, dopo tanti
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tu sei mio padre... il mio caro padre... Ulisse
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Uccidere i Proci?» esclamò il prudente Telemaco. «Ma sai
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Non dubitare, padre» promise il bravo Telemaco. «Farò tutto
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tremule stelle. ¶ Si riudì il gioioso latrare dei quattro
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parole di giubilo, dandogli il ben tornato. Telemaco non
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dunque tornato, ma senza il tuo padre. Dov'è
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tuo padre. Dov'è il mio grande sposo Ulisse
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la confortò Telemaco – asciuga il pianto e frena i
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Mentre la madre e il figlio si scambiavano baci
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città e la reggia. ¶ Il re di Itaca camminava
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furore terribile gli arse il cuore: egli doveva andare
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Sentiva acuto e prepotente il bisogno di riprendere il
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il bisogno di riprendere il suo posto di padrone
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pace e, in amore il resto dei suoi giorni
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Si staccarono dalla fontana: il fedele servo e il
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il fedele servo e il falso mendico ripresero il
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il falso mendico ripresero il cammino verso la reggia
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capre, di nome Melanzio, il quale conduceva il fiore
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Melanzio, il quale conduceva il fiore delle greggi di
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Non appena Melanzio scorse il servo e il mendico
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scorse il servo e il mendico, si fece loro
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vile pastore, e tacque. Il servo Eumèo levò le
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dèi giusti – pregò – che il mio re e signore
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sorgeva poco distante. Tremò il cuore del re di
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anni: ora moriva, sognando il suo dolce padrone e
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dello straniero, Argo levò il muso a guardare il
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il muso a guardare il cadente vecchio coperto del
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gli squassò e scrollò il povero corpo sfinito. E
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aver riveduto e salutato il suo caro padrone, sulla
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della sua grande casa, il giorno del tanto sospirato
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sospirato ritorno. ¶ Ulisse frenò il pianto che gli sgorgava
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1915
VIII ¶ Come fu che il re di Itaca, Ulisse
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la moglie Penelope e il figlio Telemaco. ¶ Epilogo ¶ E
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di Ulisse e finisce il racconto del suo lungo
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soglia della sua casa, il re di Itaca vede
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insultano e percuotono nuovamente il vecchio mendico che è
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regina saluta assai gentilmente il mendico, che è affidato
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la prega di serbare il segreto. ¶ Il giorno dopo
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di serbare il segreto. ¶ Il giorno dopo è grande
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re di Itaca. ¶ Anche il vecchio mendico vuol tirare
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scocca la freccia, colpisce il segno. I Proci si
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giusta vendetta. Telemaco aiuta il padre. In breve tempo