Clarice Tartufari, Il miracolo, 1909

in presenza del bambino, il quale, ben lungi dall

don Vitale e, dopo il pranzo, servito da Titta

padroncina, iniziando con Ermanno il giuoco della colezione in

della colezione in trattoria, il quale giuoco consisteva nel

dell'acqua. ¶ Avevano imparato il bel giuoco un mese

tovagliolo damascato, piegava lievemente il busto elegante, serbando nel

si dilettava nell'ascoltare il linguaggio figurato di monsignore

filosofia, esponendo con discrezione il risultato delle sue letture

riga; eppure, con tutto il rispetto verso i regolamenti

don Vitale appena sorbito il caffè si mostrava irrequieto

Mandi Titta a prendere il violoncello, don Vitale; suoneremo

e tornava subito stringendosi il violoncello nelle braccia. E

comodità, aveva fatto trasportare il pianoforte. ¶ Ella, vestita sempre

intorno al collo, ergendo il busto sottile e morbido

senza bisogno di fissare il foglio, e don Vitale

strattoni sulle corde, alzando il gomito tutto di un

pezzo e marcando forte il tempo sul tappeto con

punta dello scarpone. ¶ Per il caffè, pei liquori, per

volte nelle palme e il fazzoletto era sparito. ¶ Ermanno

con la faccia contro il muro, perchè a lei

e la sera stessa il fratellino lattante di Palmina

miagolava sulla strada, finchè il padre di Palmina, in

ronca in una mano, il secchio dell'acqua benedetta

braccio fasciato, aveva tolto il maleficio dalle membra smunte

giacchè Palmina gli specificava il nome della strega, precisando

oggetto le girava intorno, il cuore le tremava in

quasi ogni notte, e il sogno era sempre quello

baciava sulla bocca: quando il bacio si prolungava nel

bacio sognato era interrotta, il suo male aumentava, e

tristezza la fasciavano, strappandole il pianto. Tutti erano spaventati

decise finalmente di chiamare il medico, e gli espose

con parole di sgomento. Il medico, un bell'uomo

scintillò di malizia dietro il cristallo delle lenti; ma

inerte e, sopratutto, lasci il letto appena svegliata. Si

acciocchè ella non avesse il tempo di osservargli in

abitudine di abbandonare così il negozio, specie nei giorni

sorrideva fra sè, crollando il capo con tenerezza, nel

con tenerezza, nel contemplare il viso tondo del bambino

si volse per chiederne il prezzo a Bindo Ranieri

tracolla, una guida sotto il braccio, e di persona

da occupare quasi intiero il vano della porta. ¶ Egli

straniero spiccatissimo: ¶ - È questo il negozio?... frugò nelle tasche

e lesse l'indirizzo: ¶ - Il negozio del riveritissimo signor

egli si precipitò dentro il negozio, sberrettandosi alla signora

vedova di Gentile Monaldeschi, il più nobile signore di

Orvieto. Essa mi onora... ¶ Il forestiero lo interruppe vivacemente

intrecciando le mani dietro il dorso e appoggiandosi al

Monaldeschi pareva estinta verso il secolo decimosettimo. ¶ - Sicuro, sicuro

le parole, i volti, il brulichìo della gente, le

della gente, le musiche, il fruscìo delle sue vesti

delle sue vesti chiare, il riflesso della propria bellezza

una fresca notte lunare. Il disco, celato dai tetti

voce piena di melodia: ¶ Il segreto per esser felici

esser felici... ¶ Vanna guardò il cielo, mandando un sospiro

Essa lo aveva posseduto il segreto per esser felici

per esser felici! Ma il segreto era disceso nella

giornate ripresero per Vanna il loro corso interminabilmente monotono

di nuovo per affrettare il tempo verso la sera

verso la sera, ma il pensiero le rifuggiva da

vischiose. Intorpidita ancora per il sonno prolungato, sentiva dal

minuti, per avvertirla che il bagno era pronto; anche

anche sapeva che, dopo il bagno, Palmina asciugandola avrebbe

tazza del caffè sopra il vassoio di argento e

anni: ¶ - A lei piace il dolce, signora, metta dunque

le mani sulle ginocchia, il busto ripiegato, gli occhi

ammassavano in cielo e il tuono echeggiava in lontananza

Di solito era quello il momento in cui Palmina

carte. ¶ - Ecco, guardi, signora, il giuoco è chiaro. Adesso

intenzione. ¶ Vanna, infastidita, volgeva il capo altrove; ma Palmina

del tavolo. ¶ - Oggi è il secondo venerdì del mese

i vari mucchietti. ¶ - Posi il dito qui, signora, e

qui, signora, e concentri il pensiero. Se lei non

Se lei non guarda, il giuoco non riesce. ¶ Incuriosita

superiore. Eccolo. Si convinca. Il re di bastoni è

re di bastoni è il superiore. Qui non c

era combattuto aspramente fra il rispetto alla gentildonna di

la cupidigia sua trasse il maschio alla perdizione, inducendolo

riuscendo a trattenere completamente il riso nel vederlo quadrato

di lasciarli crescere. ¶ Ermanno, il quale al piano terra

scappava poi subito, gridando: ¶ - Il lupo! Il lupo! - La

subito, gridando: ¶ - Il lupo! Il lupo! - La qual cosa

per predilezione. ¶ Vanna torceva il capo, acciocchè don Vitale

già si sentiva ribollire il sangue. ¶ - Hai studiato almeno

capito? ¶ Ermanno taceva, contemplando il lampadario appeso al soffitto

ritorni al principio. Sentiamo il dativo di puella. ¶ - Puellae

Vitale nutriva per Ermanno il rude amore di quei

un giorno avendo fatto il gesto di alzar la

alzar la mano contro il bambino, Ermanno si era

di alterezza offesa, che il maestro, raumiliato, aveva addotto

da stritolargliela, specie allorchè il bambino gli rivolgeva domande

è un castigo dire il Credo? ¶ Vanna lo guardò

Come può far dispiacere il salutare la Beata Vergine

la Beata Vergine? E il Credo? Non sai tu

sai tu che recitare il Credo è la gioia

Regina e due volte il Credo? La penitenza fa

Ermanno, e monsignore colse il destro per insinuare a

Chi ha fatto scavare il pozzo di San Patrizio

tuoi papi! Io voglio il trionfo della classe proletaria

trionfo della classe proletaria! Il Duomo è della città

dei lavoratori, e dentro il Duomo ci faremo baldoria

Ranieri si buttò indietro il cappello di paglia, e

pantaloni, cominciò a dondolarsi. Il lungo pizzo, già brizzolato

po', conosci la storia? ¶ Il Paterino rimase interdetto e

Bindo Ranieri insistè, allargando il viso in una risata

soprastanti? Credi tu che il Maitani sia venuto qui

sai tutte queste cose? ¶ Il Paterino, evidentemente, rimaneva annichilito

i baffi: ¶ - Io faccio il barbiere e non ho

del rasoio. A ciascuno il mestiere suo. ¶ - Ben detto

Bindo sentenziosamente - Tu fa il barbiere dunque e lascia

barbiere dunque e lascia il Duomo come si trova

trova. ¶ Ermanno aveva ascoltato il dialogo con attenzione, girando

processione passava adesso per il corso, procedendo col medesimo

vestite di bianco, chinavano il capo sotto il fluttuare

chinavano il capo sotto il fluttuare dei lunghi veli

piazze, per tre ore il vescovo procedè immoto e

del tabernacolo si davano il cambio. ¶ La cittadinanza era

attenzione e di conversazione: il nuovo ingresso nella vita

qualche parola. In principio il compianto era stato universale

signore citavano ad esempio il dolore incurabile di Vanna

assunto un colore solo: il colore della riprovazione unanime

della riprovazione unanime per il brusco passaggio di Vanna

ambascia sofferta per darsi il fastidio di simularla ora

l'ambascia andava cedendo, il presidente dell'Opera, un

nella sua giovialità, girava il capo verso l'interno

avanti a testa bassa, il calzolaio gobbo si precipitò

Lasciatemi passare, io sono il cognato - gridava un tipo

rosso per l'emozione. ¶ Il calzolaio, con la gobba

la gobba aguzza e il viso affilato, si asciugava

viso affilato, si asciugava il sudore della fronte e

Era un sogno, e il gobbetto ne rimaneva inebetito

ed a tale annunzio il gobbetto, ch'era rimasto

ingiustizia della sorte. Ma il giuoco, si sa, è

vinta. Te la regalo. ¶ Il gobbetto guardò la signora

la regalo. ¶ Egli ghermì il foglio con le dita

città notizia immediata, e il Paterino, reso anche più

Vanna, che sentiva mancarsi il respiro. Allontanò da sè

scricchiolato. Senza dubbio era il vento, il vento cauto

dubbio era il vento, il vento cauto della notte

stanza. Nessun dubbio, era il vento. Ma se fosse

ad occupare all'improvviso il suo letto, ella ne

sollevando con le dita il peso enorme dei capelli

da luoghi ignoti, apportandole il sapore di nuovi baci

vinta dall'ansia insostenibile. ¶ Il movimento della giornata, il

Il movimento della giornata, il chiasso, le parole, i

immenso palazzo cadente o il portale superbo di qualche

lungo ordine di secoli, il senso d'arte di

priva di nozze, adorava il Signore, esaltandosi in lui

nude, le braccia nude, il capo nascosto dentro un

la nipotina; affrettò invece il passo per raggiungerla e

che mi ha regalato il vestito bianco e anche

in quel momento batteva il martello sulla campana e

negozietto, dov'ella e il marito facevano commercio di

della facciata, che sotto il bacio della luce viveva

adunò forza per sostenere il bagliore di tanta bellezza

quanti patriarchi! Pare che il cielo si apra e

s’incrociarono e confusero il frullio delle loro penne

capo della Vergine, sotto il padiglione, nel portale di

gioia la travolgeva verso il fondo della navata, dove

ella era sicura che il Beato Angelico aveva dipinto

Dio! Domitilla Rosa celò il viso tra le pieghe

a riguardare e fissò il gruppo isolato della bellissima

toccata la sorte medesima. Il cuore le battè precipitoso

amor ¶ Che va girando il mondo, cercando il traditor

girando il mondo, cercando il traditor. ¶ E Domitilla Rosa

sedici anni, si figurava il traditore come un essere

braccia, felice di sentire il calore della sua bocca

pelle nuda! Ahimè! Ahimè! Il Signore aveva certo scritto

entrava nella cappella. Alzò il viso, già riconfortata, e

sorriso, prese posto sopra il suo inginocchiatoio gentilizio e

ch'egli batteva sopra il selciato, facendo largo tra

mazziere incaricato di preannunziare il sopraggiungere delle loro maestà

piazza del Popolo, costeggiando il grandioso palazzo, dove la

dettero a correre verso, il Duomo, tenendosi per mano

e lasciandosi indietro Titta, il quale inutilmente allungava il

il quale inutilmente allungava il passo per raggiungerli. ¶ - Signorino

all'ingresso del Duomo. ¶ Il portale di mezzo, ampio

mai di aver visto il miracolo cogli occhi della

favole di Palmina? Perchè il sangue era grondato una

di sangue in tutto il mondo? ¶ Ma Serena non

di stupore nel vedere il vescovo, imponente nella sua

a mani giunte. Che il vescovo potesse camminare così

diritto, così immobile, tenendo il collo eretto, le palpebre

l'enorme peso, apparve il tabernacolo illustre, dove la

al culto dei credenti, il breve lembo di tela

Serena volle inginocchiarsi; ma il sedile di pietra su

precipitò a sollevarla e il velluto nero della giacca

Bindo rideva, tenendosi fermo il ventre con le mani

le mani incrociate, e il Paterino, di cui le

fai bene a stringerti il ventre. Il tempo della

a stringerti il ventre. Il tempo della cuccagna sta

sta per finire. Dentro il Duomo ci metteremo la

al posto dei canonici. Il Duomo non è stato

invariabilmente: ¶ - Andiamo a giuocare il giuoco del piroscafo. ¶ Allora

a barcollare, per simular il rullio del bastimento. Ermanno

capo. ¶ - Io voglio fare il giuoco del piroscafo con

Domitilla Rosa, che guardava il cielo e non aveva

Domitilla Rosa, sempre fissando il cielo, rispose piano, con

sua voce opaca, dolcissima: ¶ - Il Signore che me l

lui a difenderla. Tutto il Signore dispone per la

oceano, molto più che il padre di lei, fratello

riposto dentro un nascondiglio il poco danaro portato di

ammirandolo ed esaltandolo dentro il suo spirito. La vita

stile arcaico e affidava il disbrigo delle poche faccende

tacitamente, perocchè ella praticava il silenzio; ma talvolta parlava

la gloria del Padre, il quale aveva permesso il

il quale aveva permesso il miracolo di Bolsena, da

le loro faccende dentro il salone, e si avvicinarono

città. ¶ Domitilla Rosa fissò il cielo con occhio estatico

a calde lagrime per il suo dubbio, mormorava con

visto intridere, può scendere il corpo del Figliuolo di

di Dio? Perchè sopra il palato io sento il

il palato io sento il sapore del grano che

in luogo di sentir il sapore del sangue? Compisci

sapore del sangue? Compisci il miracolo, o Signore, confermami

sangue prezioso! - Così implorava il sacerdote, e si recò

Giunto a Bolsena, presso il bel lago, il sacerdote

presso il bel lago, il sacerdote volle celebrare la

gradini dell'altare, e il Corporale rimase bagnato del

carne viva, lasciava grondare. Il sacerdote scomparve e il

Il sacerdote scomparve e il sacro lino, con pompa

trasportato in Orvieto, dove il pontefice l'accolse alla

figliuolo di Dio! - E il Crocifisso, piegando sul legno

Sì, Tommaso, bene dicesti! - Il Papa allora impose a

di festeggiare ogni anno il Corpo del Signore. ¶ Domitilla

atto di riconoscente adorazione. ¶ Il bagliore di una luce

del bimbo. - Guarda, Ermanno, il cielo sembra fuoco. Illuminano

non rispose. ¶ - Oh! dorme il piccolo cherubino! Si è

Si è addormentato, ascoltando il racconto di Domitilla Rosa

dalla faccia e piegò il busto per meglio contemplare

busto per meglio contemplare il bimbo dormente; ma il

il bimbo dormente; ma il vecchio Sem fratello di

fratello di Cam raccolse il cherubino di terra con

a svestirlo senza interrompergli il sonno. ¶ CAPITOLO II. ¶ La

stretta rampa esteriore e il loggiato breve, a colonne

all'interno della città; il viso le si rischiarò

ma in quella mattina il cielo appariva così radioso

che le facevano battere il cuore, e da accessi

la spingevano a battersi il petto ed a rimanere

ore di prova, perocchè il demonio su di lei

che forse avevano abbellito il seno delle ave degli

rispose: ¶ - Stamattina pareva che il tempo volesse rabbuiarsi; ma

magnifica - e, parlando, aspirava il grato odore d'incenso

tempi primissimi della vedovanza, il dolore la rendeva quasi

stemperavano lo smalto, aprendo il varco alle lacrime. Talvolta

Talvolta ella non seguiva il filo del ragionamento; ma

vestire e tornare sopra il balcone a prendere il

il balcone a prendere il fresco. ¶ Entrambi accompagnarono il

il fresco. ¶ Entrambi accompagnarono il bimbo, mentre egli si

pericoli della vita, quando il mio cuore non gli

Iddio vede e provvede - il sacerdote disse con solennità

Non vorrei di più. ¶ - Il buon albero dà buoni

noi penseremo ad avviare il giovanetto sulle vie del

e poi disse crollando il capo: ¶ - Don Vitale ieri

a grani di riso. ¶ Il suono di un violoncello

un violoncello, stridente come il cigolio di una ruota

ma non bisogna affrettarne il germoglio con le nostre

gote di Vanna e il lampo di un desiderio

disse con umiltà remissiva: ¶ - Il mondo è così pieno

stato detto in confessione. ¶ - Il tribunale della penitenza è

amico della sua famiglia, il tutore morale del suo

guardi bene di sostituire il suo proprio desiderio alla

vestita di scuro, nascosto il capo sotto un piccolo

di tela bianca; ma il viso appariva schietto per

diluvio. ¶ Monsignore, facendo girare il cucchiaino d'argento dentro

cucchiaino d'argento dentro il bicchiere, gli domandò scherzoso

esultanza: ¶ - Devo tirare ancora il numero della leva. Dopo

Dopo, quando avrò fatto il soldato, mi sposerò. ¶ La

povero vecchio servo, era il suo orgoglio e la

potesse spingersi, quando fosse il punto di arrestarsi. ¶ Monsignore

lo incoraggiò: ¶ - Bravo, bravo, il nostro Titta. Non bisogna

davanti a voi e il matrimonio è un sacramento

Signorelli, a destra, giungeva il suono rauco del violoncello

Corso per andare verso il Duomo. ¶ Ermanno lo chiamò

disperato. ¶ - Cercarla? Chiamarla? E il tempo? Per bastare io

e io ho consigliato il Ranieri di concludere. ¶ Vanna

altronde, come lei dice, il suo povero marito ha

insomma con signorile decoro il posto a lei dovuto

che scompariva adagio verso il cielo tutto velato di

mandavano effluvi, celando tra il verde i petali paurosi

lembi delle sottane violacee. ¶ Il calzolaio gobbo si tolse

si tolse in ispalla il suo deschetto e dileguò

sotto l'arcata, zuffolando il motivo del brindisi: ¶ Il

il motivo del brindisi: ¶ Il segreto per esser felici

segreto per esser felici... ¶ Il motivo di quel brindisi

la fronte e scosse il capo; la musica di

si buttava addosso, solleticandole il viso con le anella

in piazza del Duomo? ¶ Il bimbo rispose di no

l'attendeva per fare il giuoco del piroscafo? Questo

cieca di veder correre il suo bel cavallo di

cavallo di legno ed il cavallo si era ostinato

rifiutato proprio a lui il favore meschino di far

meschino di far correre il suo cavallo di legno

credeva di avere coperto il raggio, vide che il

il raggio, vide che il raggio era stato pronto

pronto subito a coprirgli il piede, sicchè ne prese

seta ricamate in oro, il calice smaltato, la patena

rispose, senza nemmeno sollevare il capo, che teneva nascosto

e terribilmente logico. ¶ Se il babbo si trovava in

gli aveva detto che il babbo era andato in

Chi mentiva? Monsignore verso il quale tutti mostravano tanto

ancora: ¶ - Perchè dici che il babbo non è in

dei peccati commessi. Taci. ¶ Il bimbo tacque; ma frugò

proprio pensiero. ¶ Quali peccati il babbo aveva potuto commettere

ricordava perfettissimamente che, quando il babbo era morto, tutti

dalla città!» e Titta, il vecchio servo, aveva giurato

Dunque Ermanno disse convinto: ¶ - Il babbo non deve stare

segna tutto, misura tutto; il più piccolo pensiero, la

compiaceva di tormentare alquanto il piccolino, eccitando con la

mal riuscendo a frenare il riso. - Perchè fiuti? Cosa

regalarti» voleva significare che il dono stava lì, nascosto

stava lì, nascosto dentro il tiretto di qualche mobile

non so cosa darti. ¶ - Il regalo. - E si aggrappava

aveva la faccia compunta, il collo piegato verso sinistra

un San Luigi Gonzaga, il santo giovinetto che don

purezza. ¶ Vanna, seduta, contemplava il bimbo con faccia amorosa

sè. ¶ Vanna ne indovinò il rammarico. ¶ - Rifletti. Pensa che

Lo rappresentano così, perchè il giglio è l'emblema

grembo della madre, cingendole il collo e posandole il

il collo e posandole il capo sulla spalla. Ridevano

Pare proprio di vedere il quadro del Duomo - ella

sua nobile signora, come il giorno in cui, arrivata

vedeva costretta a raddoppiare il dono per trovarsi al

Vanna, baciò con effusione il piede scalzo di Ermanno

alla signora che era il momento di abbigliarsi per

sedersi poi a respirare il fresco sul balcone, acciocchè

della fronte a mostrarne il candore. ¶ Vanna si alzò

mormora che lei porta il lutto da troppo tempo

sentiva in modo confuso il dolore staccarsi da lei

propria sventura. Crollò dunque il capo e ripetè: ¶ - Dammi

capo e ripetè: ¶ - Dammi il vestito nero. ¶ Palmina, più

ori, quante perle porterà il suo sposo in Paradiso

della sua veste. ¶ Distolse il capo, irritata contro di

si avviò sollecita verso il grande salone, di cui

e, raccolto sul braccio il ferraioletto di seta, s

che riassunse con naturalezza il suo fare di gentildonna

monsignore ad assidersi sopra il balcone, poichè la giornata

trasfondere nelle pagine di Il Miracolo quella particolare tonalità

di vapori leggermente azzurrognoli il Duomo meraviglioso, e quel

libro, a me incombe il piacevole dovere di porgere

Raffaelli, mia guida instancabile, il professore Pericle Perali, indagatore

passati della sua terra, il dottissimo Fumi, di cui

di letteratura regionale che il Carducci invocava e suggeriva

Sirola ¶ con tenero affetto ¶ IL MIRACOLO ¶ PARTE PRIMA ¶ CAPITOLO

continuò ad innalzare verso il cielo diafano la sua

poi tarde, sciogliendo isolatamente il volo dall'alto delle

cose tornarono ad assumere il loro aspetto di benigna

dell'uscio socchiuso, protese il volto arguto a scrutare

divertì a misurare replicatamente il circuito della stanza e

abbaiare festoso del cane. ¶ Il bimbo infatti pareva in

di spingersi fin sotto il letto, e, non riuscendovi

sprizzava in minutissime faville. ¶ Il bimbo provocò sulla coperta

di un'ombra lieve il delicato pallore delle gote

Dalla torre di Maurizio il suono dell'ora giunse

alzò subito in alto il braccio destro e, chiuso

braccio destro e, chiuso il pugno, cominciò a marcare

l'uomo di bronzo, il quale dimora in cima

beata, giungendo le palme: «Il Signore ti conservi nella

si sarebbe svegliata ed il bimbo non voleva incorrere

propria stanza. A dire il vero le collere della

si limitava a crollare il capo in atto di

la giovane signora allungò il braccio con moto istintivo

fossero esistite mai, ed il rammarico invece stava lì

spartiti sulla fronte, marmoreo il volto nel giro della

coppe ricolme, scendevano verso il fondo della memoria, sopraffatti

Come si erano amati! Il rimorso pungeva talvolta per

pensava con rimpianto che il Signore forse non l

amare. ¶ Sciolse le mani; il calore di esse sopra

una mollezza vaga, come il senso fastidioso, eppur delizioso

a contemplarsi per indagare il mistero di se medesima

ma che le accendevano il sangue, trasfondendole un'arsura

del letto e sollevava il volto, sollevava le braccia

adesso la voce aveva il suono fioco della eco

ricordare. Da venti mesi il dolore la sollevava, la

sollevava, la sbatteva, come il mare in tempesta fa

avversa, non girava più il capo indietro ad invocare

capo indietro ad invocare il lido dond'era partita

rimprovero. ¶ - Perchè dici bugie? Il topolino mi ha raccontato

sapeva per esperienza che il topolino della mamma era

un animaluccio assai discreto, il quale si contentava di

e allora ho fatto il cane. Ho fatto il

il cane. Ho fatto il cane qui nella tua

camice da notte, e il camice da notte, scendendogli

di cui non conosceva il pregio, e per essere

indignato e stupito, allorchè il favore non gli veniva

sangue preziosissimo per placare il padre adirato! Così parlava

parlava Domitilla Rosa, e il viso estatico, soffuso di

greve, quasi in letargo. Il ricordo di Fritz Langen

un vapore che salpa. Il mare è vasto, il

Il mare è vasto, il cielo è vasto e

cielo è vasto e il bianco lembo che si

voce disperata, che implorava il soccorso di una parola

egli tornasse, odiandolo per il male che le faceva

ricadde col peso e il fragore di tutto un

che crolla. Le mancava il respiro, le mancava la

uscendo di chiesa, e il cuore le martellava per

pratiche religiose, e poichè il fervore di Domitilla Rosa

giorno spaventevole del Giudizio, il Signore avrebbe misurato il

il Signore avrebbe misurato il pondo dei suoi peccati

suoi peccati amorosi e il demonio, in agguato, avrebbe

s'indugiavano pigre entro il volume dell'acqua. ¶ - Oh

sè - egli ha fatto il malocchio alla mia signora

della penitenza. Come trovare il coraggio di esporre a

del suo peccato? Egli, il padre spirituale, avrebbe dovuto

leggera, dopo avere deposto il fardello delle sue colpe

la grazia le toccasse il cuore, e difatti in

nella sala. - Vorrei aprirle il mio cuore in confessione

in atto di assentimento. ¶ - Il mio cuore trabocca di

maggiore indignazione quanto più il suo peccato le appariva

colori smaglianti. ¶ Dio! Dio! Il Signore non avrebbe dunque

spirituale seduto. ¶ Monsignore aprì il piccolo sportello infisso all

monsignore aveva fumato dopo il pranzo. ¶ - Ah! padre, padre

ruppe in singhiozzi, picchiandosi il petto col piccolo pugno

Io sono colpevole, e il Signore non potrà perdonarmi

Signore non potrà perdonarmi! ¶ -Il Signore perdona volentieri chi

divina e dimentica che il cristiano deve essere attivo

di quali inestricabili lusinghe il demonio si era valso

ho peccato senza che il peccato mi inspirasse orrore

Ne allontani da sè il ricordo con orrore e

dall'ozio e serva il Signore con pacata allegrezza

misericordioso verso di lei il capo coronato di spine

di pianto e, sollevando il viso cosparso di lagrime

cosparso di lagrime verso il Crocifisso, di nuovo singhiozzò

di nuovo singhiozzò picchiandosi il petto: ¶ - Gesù, Gesù, pietà

e, sotto l'arcata, il calzolaio gobbo tirava lo

Vanna lo contemplava attraverso il velo della pioggia, provando

sospensione al respiro se il gobbetto per poco allentasse

gobbetto per poco allentasse il moto delle lunghe zampe

a sera e, battendo il martello, s'intratteneva con

d'accordo. ¶ Rideva allora il gobbo sonoramente, deponendo la

avrebbe suggerito egli stesso il nome di un sacerdote

Si tolse con ossequio il tricorno e si allontanò

per lei grande sventura. ¶ Il sacerdote, un canonico del

va macchiato. Ricordati, Ermanno, il nome che si riceve

al Signore nell'altra. ¶ Il bimbo ascoltava attento; Vanna

occhio interrogatore, ella rinnovò il cenno, ed egli salì

uno sguardo rapido, sporse il viso per baciarla. ¶ Vanna

sgualcendo impaziente nelle mani il cappello di feltro bigio

Si chiacchiera, si maligna. Il mio nome è di

singhiozzare, premendosi alla bocca il fazzoletto per attutire il

il fazzoletto per attutire il suono dei singhiozzi. ¶ Egli

saputo farti amare. Tutto il cuore mi hai preso

Ma la vide rovesciare il capo e torcersi le

ritemprarsi nella realtà. Anche il buon Maurizio, solerte in

fati. ¶ Così portava scritto il buon Maurizio intorno alla

L'urto violento che il cuore gli diede in

licenziò da lei lasciando il biglietto in portineria, e

le sue scuse. ¶ - Dunque il signor professore ci ha

messa. ¶ Vanna, che teneva il figliuoletto per mano, illividì

assai velata: ¶ - È partito il signor professore? ¶ - L'ho

discorsi di Bindo Ranieri, il quale non aveva osservato

Monaldeschi, quella nobile gentildonna? Il signor professore Fritz Langen

accusatori cambiavano discorso. ¶ Durante il desinare Vanna fu messa

con disgusto dal piatto il cucchiaio di argento e

Vanna rispose, e abbandonò il polso sull'orlo della

oggi non ti piace - il bimbo disse, alzando il

il bimbo disse, alzando il capo con risolutezza. - Perchè

Perchè oggi è partito il signor Frì - e gli

cosa bisognava rispondere, crollò il capo con dolcezza e

contento che è partito il signor Frì... - cominciò Ermanno

Titta che rientrava. Appena il servo fu uscito di

di nuovo, Ermanno riprese il filo della sua idea

all'ira, avrebbe alleviato il peso immane del suo

si mostrò ingiusta contro il figliuolo. ¶ - Don Vitale ha

dalle macchie. Rispose audacemente: ¶ - Il signor Frì era bugiardo

cantuccio, col viso contro il muro - essa gl'impose

odiando sempre di più il signor Frì; orgoglioso per

Frì e ricordandosi che il vecchio Titta alzava in

Titta alzava in alto il bastone, dietro le spalle

voglio restare sempre qui - il bimbo rispose, e si

gli propose di fare il giuoco del povero cieco

ella stessa a cercare il bambino per mandarlo a

sentiva disperatamente infelice, se il cuore le pesava come

ella sola doveva soffrire. ¶ - Il mondo è orribile - Vanna

quale stava seduta presso il balcone e dolcemente rideva

qualche suo tenue pensiero. ¶ Il mondo? Ma che cosa

Ma che cosa era il mondo per Domitilla Rosa

mezzi guanti di seta: ¶ - Il mondo è una falsità

Rosa - ella mormorò - orribile il mondo è, e io

delle donne pietose, avvolgenti il corpo santo dentro un

mandavano raggi. E nonpertanto il mondo perverso si ostinava

trovare gli oggetti richiesti. ¶ Il signor professore andava in

giorno che voi incontrerete il vostro Ulisse, e vi

nessuno fosse a prendere il fresco davanti la botteguccia

incontrava qualche persona lungo il breve tragitto, le veniva

tragitto, le veniva meno il coraggio e mancava all

attraversava a passi lievi il giardinetta odoroso e si

Liebling (diletta mia). ¶ Ma il nomignolo che più di

e che meglio esprimeva il carattere del suo sentimento

domenicale di giugno e il mondo pareva ad essi

pregato Vanna di affidargli il piccolo Monaldeschi; Palmina aveva

era stata altrettanto completa. Il sole cadeva, una luce

un piccolo fiume e il cielo è benigno, l

buono, è istruitissimo, è il padre di tutti i

era nato per fare il prete, eppure la sua

Egli sollevava, abbassava adagio il ginocchio per vederle oscillar

ginocchio per vederle oscillar il busto sottile. A un

spaventato. ¶ - Vanna, Vanna. ¶ Ma il sangue doveva farle gran

ribellione violenta di tutto il suo orgoglio offeso di

poteva durare; essa aveva il presentimento di un crollo

mezzo a tale ubbriacatura, il primo sassolino le fu