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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «Io»

nautoretestoannoconcordanza
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famiglia. Ieri Antonio e io abbiamo avuto la fortuna
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meu Deus! Bisogna ch’io faccia fare estratti dal
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Siate la benvenuta, Eleonora. Io spero che vostro zio
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rivolse ancora a lei. ¶ «Io insisto perché leggiate gli
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citato La Mettrie e io ti dico: come si
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Veramente alla vostra maniera. Io pensavo, chissà perché, che
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uomo. ¶ «Niente affatto. Anch’io scrivo sforzandomi non d
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Lui scoppiò a ridere. ¶ «Io son fuori causa. Io
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Io son fuori causa. Io sono un nobile morto
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non studio nemmeno più. Io sono il marchese del
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c’è posto... Sono io, in verità, che non
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assunse aria seriosa. Sentenziò: «Io penso sia... Sia una
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tutti le avranno.» ¶ «Ed io?» chiese, stupidamente supplichevole. ¶ «Io
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io?» chiese, stupidamente supplichevole. ¶ «Io non sono né il
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tanto.» ¶ «Non è ch’io sia molto esperto in
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dovreste aiutarmi, Vincenzo. Perché io la debbo capire. La
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pesce...» ¶ «Ma no!» ¶ «Dicono. Io non l’ho visto
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orgoglioso. «Vi farò entrare io in Arcadia. Nella colonia
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quella di Metastasio.» ¶ «Ma io ormai sono già iscritta
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Le pochissime cose ch’io so sta sicura che
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Certo che no, perdio! Io farei il bagno in
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tu non è musica. Io sto aspettando la chiamata
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Porpora. ¶ «Morto e buono, io lo dico: Porpora era
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più di tremila guaglioncelli?» «Io preferisco Pergolesi.» «Roba per
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che aiutiamo a emergere.» ¶ «Io? Con un sonetto? Dove
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che mi vado occupando io, fra l’altro. Allora
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come intendiamo noi.» ¶ «Sarà. Io continuo a non capire
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aggiunse, in tono supplichevole. «Io voglio che anche voi
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in alto. Bisogna ch’io rifletta.» ¶ Ne parlò con
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Alla fine osservò: «Lenòr, io non voglio influenzarti, per
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Per quanto ne so io, la principale attività esteriore
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ne fotte delle poesie? Io una sola poesia saccio
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ne vai fujenno.» «Ma io pure la cerco» dialogavano
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nfaccia a la Madonna, io te ’mparo a chiagnere
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e pezzenti inebetiti salivavano. ¶ «Io me strafocasse la panza
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panza de sant’Antonio.» ¶ «Io le zizze de la
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tu non vuoi». ¶ «Ma io vorrei, Luigi...» gli aveva
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Vuoi mangiare? Hai fame? Io sì» disse Primicerio. La
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E tu?». ¶ «Ah, ma io non sono mai stato
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Serra. ¶ «Mais non. Perché io avrei civettato col re
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lo guardò con alterigia. ¶ «Io parlo di quel che
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Sarebbe meglio li bruciassimo, io l’ho fatto. I
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riverenza, un sorriso stremato. ¶ “Io che ’nce posso fa
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Giannone, Genovesi, Pagano. ¶ «Cercherò io di chiarirvi i passi
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Vienna, ve lo dico io.» ¶ «E proprio male non
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città molto viva, bella. Io me ne sono innamorata
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per lacci e spille.» ¶ «Io voglio danaro per libri
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questa la notte, Ruscia’. Io ce la faccio sempre
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esclamò Pascual. «Hai ragione. Io me so’ ’no poco
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del sesso. ¶ «Scusami, ma io non ce la faccio
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giocare? No? Ti imparo io. ’Nce avimma diverti’, donna
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mandare? Sono qua, sola, io e questo moribondo. Non
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stai dicendo, paizinho? Ch’io dovrei perdonare te?» ¶ Luce
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Li aveva rivenduti. ¶ «Ma io devo pagare le rate
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Vuoi lasciarmi tu pure? Io sono solo.» ¶ Certe sere
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arrabbiava, una notte strillò: «Io so’ marìtete! Tengo la
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vittima d’un bruto...” Io, io sono il bruto
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d’un bruto...” Io, io sono il bruto! L
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Siamo cambiati tutti. Anch’io non sono quello d
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essere così. Per esempio, io non riesco più a
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Procurarsi il cibo.» ¶ «Sì. Io trovo importante quel concetto
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molto cara» lei disse. «Io adesso sono libera. Posso
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Ci ho pensato anch’io, almeno un paio di
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vita perché ero viva io. Non riesco a spiegartelo
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un po’ dura: «Adesso io vita non ne posso
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acqua in cortile, pulire. ¶ «Io non saccio fa’ niente
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non saccio fa’ niente. Io non ci vogl’ì
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muorto de famme. Ma io li vado accidere.» ¶ Provò
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Non me paccaria’ cchiù. Io t’obbedisco.» ¶ Non ci
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Tu si’ scema, signo’. Io non saccio manco vólliere
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contenta. Ci sono sempre io dentro, come mi diceste
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nuovo al braccio, mormorando: «Io non v’ho mai
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traendola in un canto. «Io non sono mai riuscito
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bisbigliò cupamente, senza guardarla: «Io non ho mai avuto
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memoria non perdona. E io che volevo farti una
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nuovi accordi con Pietroburgo. Io pensavo d’inserire nei
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Corte.» ¶ «Lenòr, mia cara! Io non so più dove
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si stracciava le vesti: «Io voglio sta’ ccà». ¶ «E
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veramente non lo sai?» ¶ «Io sono stata sposata. Ho
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Quelle cose llà no. Io me so’ fatta zoccola
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le malattie dei popoli.» ¶ «Io pure vi rispondo con
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non sono d’accordo. Io dico che le linee
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a forza un’industria.» ¶ «Io non credo al successo
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les systèmes de direction.» ¶ «Io sarei morta di paura
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parlò chiaro. ¶ «Alberto, anch’io vi voglio bene, perciò
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proprio come la voglio io. Questa è un’altra
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emozione aveva confidato: «Signo’. Io stasera me ne vado
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pace per queste responsabilità.» ¶ «Io, invece, ve ne sarò
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La roba è assai. Io solo non ce la
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tegnosa. So’ bbinte.»12 ¶ «Cèveze! Io te la meno pe
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rispose, con sprezzo: «Cavalie’. Io te dongo a mangia
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comme fai? Tu faticasse?» ¶ «Io non fatico. La fatica
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sghignazzare clamoroso. ¶ «Aniello songh’io» annunziò con degnazione il
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superiore. Fattosi serio, aggiunse: «Io ricordo benissimo la buonanima
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sapete quel che succede. Io terrei a capire come
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uffici, scuole, ospedali.» ¶ «E io per gli uffici pubblici
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annuì. ¶ «Vi pare ch’io possa fare questo per
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E poi, marchesina bella: io mo’ lavoro quando come
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come e perché dico io. Se deve venire qualcuno
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è per la campata. Io tengo tre figli, comm
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figli, comm’avimmo mangiato io, li fratelli miei, avessero
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lo saccio. È destino. Io so’ stato pure aiuto
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E addo’ sta scritto? Io tengo vent’anni. Li
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Non Lenòr. Lo farò io». ¶ «Tutti e due» borbottò
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ma dice cose ch’io sostengo da sempre. Le
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grosse. Fanno venti. ¶ 13 Accidenti! Io cerco di concludere e
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i ragazzi appurano ch’io lavoro per voi mi
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libera fino all’ultimo, io li scarico lì. ¶ La
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parlare napoletano» borbottò Maddalena. «Io dell’inglese non ne
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battute, tali e quali. Io stavo perdendo, lui m
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Duchi’, vi sto fottendo”. Io gli ho risposto: “Maestà
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vostro, con rispetto parlando”. Io cercai di rimanere calmo
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di vostra lingua». ¶ «Oh! Io posso anche comprendere italiano
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di Mozart. Papageno cantò Io son l’uccellatore, poi
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più fiera la sofferenza.» ¶ «Io non ho più sogni
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lui. «È proprio morbo. Io credo, ad esempio, che
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forse, sono ammalato anch’io: della stessa malattia.» ¶ «Ma
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loro può essere dolcissimo. Io credo sia meraviglioso sentire
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sono tanti studenti ed io lo trovo strano. È
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farli felici.» ¶ «Non scherzare: io provai vergogna laggiù. Ci
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Tu non hai colpe.» ¶ «Io forse no, ma Ferdinando
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sarebbe ben disposto. Ma io poco ci credo. Con
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convinti di farsi seguire. Io dico che se lo
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Ma con quali mezzi? Io sto imparando a conoscerli
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Molo.» ¶ «Vorrei sentirli anch’io» chiede, eccitata. Sente le
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antica sospira: «Gennaro mio, io non ne posso più
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verità mi toglierei pur’io questa dannata redingote. Ah
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dote, l’assegno ereditario. Io, poi, che ci sto
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mormora, scuotendo la testa. «Io non ho paura di
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d’una sedia. «Asciugati. Io non mi sento, me
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fatto? Vuoi parla’?» ¶ «Signo’, io mo’ sto bbona. Non
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addolorata.» ¶ S’alza, tremando. ¶ «Io non me fido, signo
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per fa’ li servizi, io so’ bbona ancora. Chiano
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dint’a la casa. Io non me ne vado
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posto te lo spiego io, Grazie’.» ¶ L’appartamento è
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preoccupata. «‘Nce lo dico io de non veni’. Ma
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quanti» mormora, sconcertata. ¶ «Pure io e te, io e
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Pure io e te, io e la regina, don
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approfittata» mormora Graziella, seria. ¶ «Io no, ma gli altri
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di Francia.» ¶ È perplessa. ¶ «Io credo vi stiate facendo
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d’andar via. ¶ «Vengo io pure con te sulla
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alla Vicarìa? E pure io. E pure tu.» ¶ Graziella
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spalle. Brontola con durezza: «Io no. Io co’ li
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con durezza: «Io no. Io co’ li Frangise non
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mio non lo sai? Io non mi chiamo Giacomina
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Giacomina. E manco Giacobbe. Io mi chiamo Lenòr, te
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di cavolfiore, un arancio. ¶ «Io volevo il capretto. O
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età che si ritrova? Io sento fiato grosso solo
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voi trarrete vanto che io, nato da voi, fui
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te. ¶ «È ciò ch’io non comprendo» insiste lei
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poteri d’un monarca.» ¶ «Io penso alla situazione nostra
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ci teneva nulla. Ho io le sue carte: in
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paga’ bbuono» sorride Gennaro. ¶ «Io campo cchiù onestamente de
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foglietto. ¶ «Da’ qui. Leggo io.» ¶ Gennaro prova a decifrare
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addio frate e sora. ¶ Io vaco a Trèmmole e
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è dovuto andare, resto io a fare il Ciclope
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costumi patri e leggi.» ¶ «Io penso vogliate scherzare» ribatte
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affatto» insiste lui, secco. «Io guardo la realtà. E
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obéissance passive des esclaves.» ¶ «Io penso invece, e lo
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militare: con relative conseguenze.» ¶ «Io non saprò tutto quel
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com’è il generale. ¶ «Io non l’ho visto
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più vedere in giro. Io me ne vado a
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Non mi sento» mormorò. «Io non mi sento.» ¶ «E
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ma la testa gira. ¶ «Io scrivo, sì. Libri, poesie
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il segno di croce. ¶ «Io pregherò per voi e
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chi?» domanda ansiosa, agitandosi. ¶ «Io che ne saccio?» ¶ Donna
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niente! Ve lo giuro io, ca sto sempre qua
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Genovesi. ¶ Nuova frase folgorante: «Io credo, signore, che se
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è roba di cui io m’intenda.» ¶ «Quindi fareste
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È lo marito vostro? Io scrivesse qualche bella parola
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fare?» ¶ «Se lo permetto io sì.» ¶ Donna Crezia continuava
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fa’ ’nzora’ co’ Mazzetiello, io perciò l’aggio segato
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voi padre di figli.» ¶ «Io li figli e la
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la pericolosa esibizione. ¶ «Compa’! Io te vaso li mmane
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venuta l’artrite?», «No, io no. Tanta umidità nella
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parlare il cittadino Salfi.» ¶ «Io unificherei i punti uno
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loro? Per azione armata io intendo un’azione studiata
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precedente. Sono d’accordo io pure d’aspettare Pagano
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Se permettete, la guido io. Conosco di persona il
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potrebbe... Deve essere nostro!» ¶ «Io ci vado!» tuonano Marra
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andrà questa cosa? E io, intanto, che faccio? Si
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il giornale dovrò farlo io. Da sola, ha detto
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scrivo quel che dico io. E cosa dico io
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io. E cosa dico io? ¶ Corruga la fronte. Si
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non l’ho creato io, m’è stato imposto
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parlo bene italiano. Però io voglio emparare presto. Anzi
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voglio emparare presto. Anzi. Io voglio emparare la langua
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contro di loro. Ma io devo dire che si
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tu arrubbe a me, io arrubbo a te! ¶ Intorno
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chi farà questa distribuzione?» ¶ «Io, Meola, chiamiamo i ragazzi
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esercito d’occupazione?» ¶ «S’io venissi a constatare questo
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parlano di stolide uguaglianze. Io voglio dire che una
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del popolo. Ho sentito io, giorni fa, nella Sala
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patrioti, preti, ex borbonici. Io cerco di far capire
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servizievole. ¶ «Noi qua stiamo.» ¶ «Io penso che dovreste dare
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finalmente il giovane Cammarano. «Io lo farei pure, ma
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morte. ¶ «Come volete ch’io non pubblichi questo, sul
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questo, sul “Monitore”?» ¶ «Lenòr, io sono più disgustato di
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te. E, se vuoi, io e Ignazio sfidiamo a
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ci possiamo lamentare. Almeno io. Quand’ero ragazzo, sognavo
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camminare in fretta”. Devo io spiegare contenuto di Tanzlied
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ne.» ¶ «Mah. Beati voi. Io continuo a pensare a
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me ne sono assunto io l’incarico». ¶ Lo considera
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giorno di vita. ¶ Ma io credo di sapere cosa
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si procederà agli arresti. Io devo fare solo ciò
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Vuol sapere cosa farò io? Conoscere il verdetto? Ha
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conoscete, in modo ch’io possa stendere un articolo
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Vi pare?» ¶ «Sì, certo. Io non ho dubbi sulla
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se sarai solo.” Ed io son rimasto tutto mio
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che modificano il brutto?» ¶ «Io ti vedo bella. Forse
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pochi ne abbiano, ormai. Io, però, non vorrei che
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comprato il tuo giornale. Io non ho fatto niente
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fronte a tutto questo, io sono stato merda». ¶ È
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non trovo di meglio.» ¶ «Io non ho mai pensato
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a sbagliare sono stata io, con questo primo uomo
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quel che dico anch’io. Resisteranno qualche giorno, poi
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sacchetto, con tenera obbedienza. ¶ «Io non posso andarmene, Luigi
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non posso andarmene, Luigi. Io sono... Sono stata la
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disegna il destino. E io mi piegherò. Com’è
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molle si gonfia, ansando. ¶ «Io non ho mai deciso
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animali, persone. ¶ «No, Luigi. Io non sento niente.» ¶ «Aspetta
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Logoteta. «Ad ogni modo io domando al cittadino comandante
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Naturalmente a condizioni onorevoli. Io non parlo per me
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rossogialla lacera e sporca. ¶ «Io so’ abituato alle intemperanze
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diventa un eroe. Anch’io.» ¶ «Vatténne, va’, fetente e
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tardi» balbetta il prete. «Io volevo, però, aiutarvi a
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Non lo so nemmeno io» spiega. «Forse perché penso
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scatto di vivacità. ¶ «Vedete, io, come forse sapete, non
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volevo parlarvi» dice, precipitosamente. ¶ «Io ho già reso conto
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stessi. Ma a Dio...» ¶ «Io non ho più quasi
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arrivo. A proposito, padre: io sono nobile, di nobiltà
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vostra anima?» ¶ «Posso farvi io delle domande? Dio, secondo
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sue mani, figlia mia. Io ero venuto qui per
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nelle sue mani. Anch’io lo penso.» ¶ «Allora... Volete
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le scelte misteriose? Perché io devo morire oggi, insieme