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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «Jun»

nautoretestoannoconcordanza
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Rail... ¶ Allora, solo allora, Jun Rail sollevò il capo
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verso la porta chiusa. Jun Rail. Il volto di
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Rail. Il volto di Jun Rail. Quando le donne
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pensavano al volto di Jun Rail. Quando gli uomini
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pensavano al volto di Jun Rail. I capelli, gli
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piega degli occhi di Jun Rail. Ma più di
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aspettare – la bocca di Jun Rail. La bocca di
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Rail. La bocca di Jun Rail non ti lasciava
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disegnò la bocca di Jun Rail. È lì che
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tutti. Il volto di Jun Rail, ovviamente. Stava nella
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per lei. ¶ – Fammi vedere. ¶ Jun Rail si alzò, prese
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una scatola viola dove Jun Rail trovò una piccola
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la lampada, lui e Jun restavano nel buio, in
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diceva ¶ – Quando parti? ¶ – Domani, Jun. ¶ L’indomani partiva. ¶ Dove
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nessuno lo sapeva. Nemmeno Jun. Alcuni sostengono che neanche
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più normale del mondo. Jun non gli chiese niente
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Non una lettera, niente. Jun sapeva e non perdeva
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con Mormy, e guardando Jun negli occhi le disse
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fissava il volto di Jun e la sua bellezza
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sguardo verso terra. Solo Jun non lo fece. Guardava
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Mormy. Io mi chiamo Jun e non sono tua
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Mormy. Io mi chiamo Jun e non sono tua
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immagini: il volto di Jun, il più bello che
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e il volto di Jun. Gli erano entrate negli
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là se ne stava Jun, in piedi, con il
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era bassa e segreta. ¶ – Jun, se c’è qualcosa
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vuoi chiedermi fallo adesso. ¶ Jun incominciò a sciogliergli il
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verso il volto di Jun per dire – ma era
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quasi un pregare ¶ – Ascoltami, Jun... guardami e chiedimi quello
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quello che vuoi... ¶ Ma Jun non disse nulla. Semplicemente
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minuta disfatta. Così piangeva, Jun. E non smise mai
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ripassava il proprio stupore, Jun disse ¶ – Ti prego, non
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a nessuno. ¶ – Non posso, Jun. Mormy è mio figlio
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tutti lo devono sapere. ¶ Jun stava lì, con la
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quel che ha fatto Jun”. Non ci si capiva
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tornare faceva arrivare a Jun, immancabilmente, un piccolo pacco
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come gli altri né Jun una donna come tutte
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il tutto constatare che Jun non sfoggiava mai, assolutamente
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eternamente troppo grande. ¶ DUE ¶ 1 ¶ Jun stava con il capo
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capiti. Così. ¶ Stava lì, Jun, con il capo sul
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di un uomo, pensava Jun, quando sono belle. ¶ La
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aria di un sorriso ¶ – Jun, non puoi immaginare cosa
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bello delle labbra di Jun, pensava la gente, quando
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Molto di più. ¶ – Stupido. ¶ Jun alzò lo sguardo verso
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suonare la mezzanotte e Jun si chinò sul volto
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due lapidi. ¶ – E poi Jun non me lo perdonerebbe
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aver mormorato “E poi Jun non me lo perdonerebbe
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Salotto cinese. ¶ – Non solo Jun ti perdonerà: ma quello
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giorno, e quel giorno Jun dovrà andarci, a Morivar
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Abbassò lo sguardo. ¶ – Però Jun non lo capirà. ¶ – Quel
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e altri ancora. E Jun, e Mormy. E il
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Mormy!... ¶ La voce di Jun gli arrivò da lontano
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rapidamente, tutte quelle immagini – Jun, il prato, il bosco
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e poi di nuovo Jun, il prato, il bosco
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e poi di nuovo Jun, il prato, il bosco
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le labbra socchiuse di Jun, FRENATE PERDIO, quaranta metri
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essere maledettamente sola – disse Jun. ¶ – Ti piace? ¶ – È strana
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città? ¶ – È un treno, Jun, è solo un treno
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treno arriverà a Morivar, Jun. ¶ E allora Jun si
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Morivar, Jun. ¶ E allora Jun si voltò lentamente e
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filo di voce. ¶ – Amami, Jun. ¶ E basta. ¶ Una cosa
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sedia a dondolo e Jun rientrare in casa. Senza
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sedia a dondolo e Jun che lentamente si volta
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per le labbra di Jun... ¶ Era proprio di sera
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in quel modo, poi. ¶ Jun che corre giù per
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odore del corpo di Jun. ¶ 1016. Balena. Il più grande
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gli frullava dentro. Anche Jun lo guardava e sempre
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diventare veramente. Lei era Jun, e basta. Un giorno
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ma gli piaceva che Jun fosse lì. Stava immobile
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Stava immobile, nell’acqua. Jun lasciò cadere il panno
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spalancati. La mano di Jun salì lentamente fino al
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in mano a Mormy. Jun avvicinò il suo volto
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da te. ¶ Si alzò, Jun, e se ne andò
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di quell’anno. ¶ – No. ¶ Jun si voltò. Lo guardò
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chiama Emporio Betty Pun. ¶ Jun apre un armadio e
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baciare le labbra di Jun, aprire una lettera aspettata
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là, le carezze di Jun, quelli che nacquero, i
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altro, la voglia di Jun, Mormy nel fienile con
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sempre più giusta, ritrovare Jun, la storia di Morivar
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Andersson, le labbra di Jun. Un sacco di roba
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donna che si chiamava Jun. Horeau pensò che si
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il signor Rail né Jun avevano la pelle nera
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sarebbe arrivato alla fine. Jun li lasciò soli. ¶ – Dovrebbe
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Era una bella stanza. Jun mise dei fiori sul
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e lui disse a Jun che non poteva venire
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dice il signor Rail. Jun non sa se metterà
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è sul collo di Jun che alla fine sono
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questa è la verità – Jun se ne sta giusto
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le orecchie – rapita come Jun, in piedi in mezzo
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quei corpi addosso – sorride, Jun, sembra un gioco – chiude
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gioco – chiude gli occhi, Jun, e mentre si lascia
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che la mano di Jun sia lentamente scesa fino
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e un po’ nero – Jun immobile, con gli occhi
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assurdo, la mano di Jun sul suo sesso, premere
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realtà, quella è proprio Jun ed è sua la
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scivola la mano di Jun tra bottoni e pudori
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finalmente la mano di Jun sul sesso di Mormy
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vederla la mano di Jun che scivola sul sesso
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si scioglie in testa, Jun, e contemporaneamente il sesso
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tensione – è lì che Jun sente battere il cazzo
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esatta della mano di Jun e lo stremato desiderio
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fiume – la mano di Jun che scivola via, lentissima
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le due mani di Jun, una nell’altra, appoggiate
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via, nessuno sapeva dove. Jun era sola, quando seppellirono
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era un gioiello. ¶ Allora Jun chiamò Brath e gli
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puoi. ¶ Due giorni dopo Jun si trovò seduta nella
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era il signor Rail. ¶ – Jun, cosa fai qui? ¶ Lei
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compito infinito. ¶ – Era vero, Jun. Te lo giuro. ¶ Quando
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fare l’amore con Jun. ¶ Silenzio. ¶ – Lei stava sopra
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fu lì che vide Jun. ¶ E pensò: io vivrò
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io vivrò con lei. ¶ Jun era in mezzo ad
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bene, Andersson, com’è Jun quando ride, non è
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niente, se c’è Jun che gli ride lì
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signor Rail comunicò a Jun che se lei non
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signor Rail raccontò a Jun del vetro. Inventò quasi
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erano vere. E bellissime. Jun ascoltava. Come se le
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bagagli, bambini che piangono. Jun si alza. Prende la
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e le corre dietro. Jun cammina svelta verso la
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volta si chiamava Esther. Jun ci voleva proprio salire
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qualcuno e un giorno Jun arriverà davanti a lui
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il suo viaggio. E Jun è quel viaggio. Lo
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ogni tanto penso... forse Jun è così bella perché
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via dai gesti di Jun, fino a che proprio
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di anni, prima che Jun riprendesse la sua valigia
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rumori. In giro, nessuno. Jun scende il sentiero che
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Lo vede passare. ¶ È Jun. ¶ È Jun che se
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passare. ¶ È Jun. ¶ È Jun che se ne va
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era: America. ¶ Silenzio. ¶ – Continua, Jun. Hai voglia? ¶ Jun alzò
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Continua, Jun. Hai voglia? ¶ Jun alzò lo sguardo dal