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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

concordanze di «L»

nautoretestoannoconcordanza
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1822
VERGINALE CONSACRA QUESTO ADELCHI ¶ L'AUTORE ¶ DOLENTE DI NON
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1822
residenza reale (i). Con l'andar del tempo, i
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veneziani in terra ferma, l'esarcato di Ravenna tenuto
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1822
e che, per tutto l'oro del mondo, non
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1822
nostri giorni inclusivamente: tanto l'ingegno umano si ferma
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1822
S'avviò quindi con l'esercito alle Chiuse d
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1822
arrendersi (xxxii). ¶ Carlo mise l'assedio a Pavia, fece
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1822
un figlio liberatore (xxxiii). L'assedio di Pavia durò
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1822
Verona. Questo anacronismo, e l'altro d'aver supposta
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1822
momento in cui comincia l'azione (mentre in realtà
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1822
in caso di portar l'armi, e che possedevano
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1822
xlv). ¶ SCENA IV, v. 212 ¶ L'omaggio si prestava dai
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1822
il palazzo d'Aquisgrana.(l) ¶ Il vocabolo Fedele, che
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sostituire, e per evitar l'equivoco che farebbe col
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altro che distinguerlo con l'iniziale grande. Drudo, che
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posa: io la precorsi, ¶ L'annunzio ad arrecar. ¶ DESIDERIO
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annunzio ad arrecar. ¶ DESIDERIO ¶ L'ira del cielo, ¶ E
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ira del cielo, ¶ E l'abbominio della terra, e
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me la rende ¶ Con l'ignominia d'un ripudio
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che il più tapino, ¶ L'ultimo de' soggetti si
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1822
un tempo; a cui ¶ L'abbattimento delle nostre fronti
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giorno ¶ Lungi non è; l'arme, io la tengo
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1822
in mille petti è l'ira ¶ Contro l'iniquo
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1822
è l'ira ¶ Contro l'iniquo usurpator. ¶ ADELCHI ¶ Ma
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E gloria, a lui l'alto favor di Piero
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due volte Astolfo ¶ Piegò l'insegne, e si fuggì
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1822
All'impotente gemito. Oltre l'Alpe ¶ Fu quel gemito
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1822
Abborrite sorgean, dove scorrea ¶ L'ugna de' franchi corridor
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1822
nella destra ¶ - Tremenda allor - l'asta real fu posta
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1822
Che tu brami, io l'affretto. ¶ ADELCHI ¶ O padre
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1822
ai concordi impera. ¶ Odio l'aurora che m'annunzia
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1822
giorno ¶ Della battaglia, incresce l'asta e pesa ¶ Alla
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via di scampo ¶ Fuorché l'ardir? Tu, che proponi
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1822
e DETTI, DONZELLE che l'accompagnano ¶ VERMONDO ¶ O regi
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1822
il tuo dolor, nostro l'oltraggio. ¶ DESIDERIO ¶ E nostro
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chiede il mio dolor; l'obblìo ¶ Sol bramo; e
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e il mondo volentier l'accorda ¶ Agl'infelici; oh
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1822
dorrìa? quel vile, ¶ Tu l'ameresti ancor? ¶ ERMENGARDA ¶ Padre
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1822
DESIDERIO ¶ Donde vien? Chi l'invia? ¶ ANFRIDO ¶ Da Roma
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1822
il nome ¶ Abbia e l'onor. ¶ (Ermengarda parte con
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1822
Carlo? ¶ ANFRIDO ¶ O re, l'hai detto. ¶ DESIDERIO ¶ Che
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1822
di blandir. ¶ DESIDERIO ¶ Conosco ¶ L'arti di Carlo. ¶ ADELCHI
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1822
solo cor domanda: ¶ Dì, l'abbiam noi? Che pensi
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1822
terre abbandonar di cui ¶ L'uomo illustre Pipin fe
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1822
FEDELI ¶ Guerra! ¶ ALBINO ¶ E l'avrete, ¶ E tosto, e
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E tosto, e qui: l'angiol di Dio, che
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1822
Ogni Giudice intìmi, e l'oste aduni; ¶ Ogni uom
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1822
fatti, e ne malleva ¶ L'adempimento o la vendetta
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1822
giace ¶ Il mio; se l'urna non si scote
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1822
mi teme? - Oh! se l'ardire ¶ Desse gli onor
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1822
la sorte! e se l'impero ¶ Si contendesse a
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1822
superbi, chi di noi l'avria. ¶ Se toccasse all
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1822
oro appagarmi ¶ Credete voi. L'oro! gittarlo al piede
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1822
ed il sospetto ¶ Cercherà l'orme sue, fin che
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1822
labbro real tosto smentita, ¶ L'empia voce cader! L
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1822
L'empia voce cader! L'età ventura ¶ Non abbia
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1822
dato il suo ¶ Necessità. L'Onnipotente è un solo
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1822
infranti ¶ Idoli vincitor, dietro l'infido ¶ Sassone camminava; e
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1822
Era questa tenzon, certa l'impresa... ¶ Fin troppo certa
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1822
senza nome, un fuggitivo, ¶ L'avria con me divisa
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1822
Il crisma santo su l'altar di Dio, ¶ Pria
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1822
puote. ¶ Detto io te l'ho; né volentier ripeto
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1822
egli agogna conseguir con l'opra, ¶ Quei conosce i
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1822
per la pace; e l'oro ¶ Ei ricusò! Vergogna
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1822
parte) ¶ E tu meco l'udrai. Nulla intentato ¶ Per
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1822
noi? Chi se'? Donde l'ardito ¶ Pensier ti venne
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1822
Sono i cavalli e l'armi; ivi raccolta ¶ Tutta
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1822
chioma, il mento ignudo, ¶ L'abito, il volto ed
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1822
Dal campo ¶ Inosservato uscii; l'orme ripresi ¶ Poco innanzi
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1822
e tuguri: era codesta ¶ L'ultima stanza de' mortali
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1822
Presso un pastor, chiesi l'ospizio, e sovra ¶ Lanose
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1822
scrosciar dei torrenti, o l'improvviso ¶ Stridir del falco
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1822
Stridir del falco, o l'aquila, dall'erto ¶ Nido
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1822
tre giorni; ¶ E sotto l'alte piante, o ne
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1822
il sommo ne toccai, l'orecchio ¶ Mi percosse un
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1822
immoto ascoltai. Non eran l'acque ¶ Rotte fra i
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1822
rumor più presso: divorai ¶ L'estrema via: giunsi sull
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1822
nell'opra, ¶ A cui l'Eccelso ti destina! ¶ CARLO
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1822
puote. ¶ E a che l'avrebbe preparata il Cielo
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1822
Gli stava innanzi; ma l'avea giurato, ¶ Egli in
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1822
re non puote ¶ Correr l'alta sua via, senza
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1822
tu sei quello ¶ Che l'hai respinto. Il padre
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1822
d'esti Franchi, incontro ¶ L'apostolico sire il campo
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1822
ruine ¶ Sopra ruine ammucchierem: l'antica ¶ Nostr'arte è
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1822
pietà, la gioia e l'alte ¶ Lodi d'un
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1822
di tua man porrai ¶ L'ultima fronda, e la
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1822
mia mano; e intera ¶ L'avrai, fin ch'io
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1822
Chiuse. A Dio ¶ Tutto l'onor. Terra d'Italia
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1822
e sperso, ¶ Io non l'inseguo. ¶ CARLO ¶ E non
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1822
si gridaro. - Amici? ¶ Noi l'eravam più assai, quando
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1822
un regno, ¶ Sia comunque, l'acquisto; in lungo, il
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1822
bocca ¶ De' Longobardi tuoi l'omaggio accetta, ¶ A te
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1822
ch'io proferita or l'abbia. ¶ (s'avvia) ¶ SCENA
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1822
FRANCO ¶ Gran parte ¶ Gettan l'arme, o si danno
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1822
al più vicino ¶ Vibra l'asta, e lo abbatte
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1822
feste: a chi resiste ¶ L'ire vostre serbate. ¶ (a
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1822
tale Adelchi, ¶ Che chi l'offende, il Dio del
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1822
vivrà; le franche donne ¶ L'udran dal nostro labbro
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1822
e su queste ¶ Erbe l'antico e venerabil fianco
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1822
Capelli del lor re; l'hanno costretto, ¶ Come un
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1822
d'intorno ¶ Li chiamerà l'onor; ti restan tante
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1822
Verona. O re, trascegli ¶ L'uom che restar deva
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1822
repente si desta; ¶ Intende l'orecchio, solleva la testa
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1822
cercar; ¶ E quivi, deposta l'usata minaccia, ¶ Le donne
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1822
d'ignoto contento, ¶ Con l'agile speme precorre l
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1822
l'agile speme precorre l'evento, ¶ E sogna la
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1822
Col novo signore rimane l'antico; ¶ L'un popolo
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1822
signore rimane l'antico; ¶ L'un popolo e l
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1822
L'un popolo e l'altro sul collo vi
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1822
fianco infermo, ¶ Pago feste l'amor ch'oggi mi
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1822
foriera della tomba: incontro ¶ L'ora di Dio più
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1822
non avrei, dal laccio ¶ L'anima, antica nel dolor
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1822
nel dolor, si solve. ¶ L'ultima grazia ora ti
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1822
lontane ¶ Da noi son l'armi ancor: contra Verona
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1822
Il nostro ¶ Nobil cugin, l'ardito Baudo, il santo
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1822
E s'Ei non l'ode, alto consiglio è
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1822
ANSBERGA ¶ Carlo! ¶ ERMENGARDA ¶ Tu l'hai nomato: e sì
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perdono. - Lo farai? ¶ ANSBERGA ¶ L'estreme ¶ Parole mie riceva
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Cui mentre un soffio l'animò, sì larga ¶ Fosti
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ti sia ribrezzo ¶ Prender l'estrema; e la componi
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1822
a Dio. Modesta ¶ Sia l'urna mia: - tutti siam
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1822
d'ogni umana ¶ Cosa l'obblio. ¶ ERMENGARDA ¶ Che mi
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1822
non mandarmi. ¶ ANSBERGA ¶ Oh! l'empio ¶ il suo delitto
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1822
uomini e di Dio, l'inverecondo, ¶ Come in trionfo
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1822
Vedete: il suo dolor l'uccide. ¶ PRIMA SUORA ¶ Fa
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1822
pudico osato avria ¶ Dirti l'ebbrezza del mio cor
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1822
fosse un sogno! e l'alba ¶ Lo risolvesse in
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fido ¶ Mio letticciol traetemi: l'estrema ¶ Fatica è questa
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Sulla pupilla cerula ¶ Stende l'estremo vel. ¶ Sgombra, o
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E dai tentati triboli ¶ L'irto cinghiale uscir; ¶ E
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d'Aquisgrano! ¶ Ove, deposta l'orrida ¶ Maglia, il guerrier
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1822
Tale al pensier, cui l'empia ¶ Virtù d'amor
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il sol che, reduce, ¶ L'erta infocata ascende, ¶ E
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con la vampa assidua ¶ L'immobil aura incende, ¶ Risorti
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tenue ¶ Obblio torna immortale ¶ L'amor sopito, e l
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L'amor sopito, e l'anima ¶ Impaurita assale, ¶ E
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numero, ¶ Cui fu ragion l'offesa, ¶ E dritto il
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mai? ¶ GUNTIGI ¶ No; ma l'istante è giunto ¶ Che
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altro ¶ Guerriero allontanai. Tendi l'orecchio, ¶ E osserva al
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bello il morir. - Chi 'l dice? ¶ Quello per cui
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cui si muor. - Ma l'universo ¶ Seco il ripete
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derelitto? E voi ¶ Che l'ammirate, chi vi tien
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consolarlo, a fargli ¶ Onor, l'ingiurie della sorte iniqua
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dir m'udrei: rigetta ¶ L'offerte indegne; de' tuoi
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ti spregerà. - Chi ve l'ha detto? ¶ Spregia egli
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1822
core a voi ¶ Chi 'l rivela? E che importa
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suo mi disse ¶ Che l'ira di nemico a
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già tenesti, tu non l'hai lasciato ¶ Che per
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Da questo istante ¶ Io l'ufizio ne assumo; e
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sua mano il re; l'impresa allora ¶ Precipita al
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di resistenza ¶ Chi parlerà? L'altre città che sparse
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1822
d'uopo; ed ei l'avrà: domani, ¶ Non più
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1822
domani, ¶ Non più tardi, l'avrà. Verso la porta
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1822
e agevol fia, siccome ¶ L'altra già fu, questa
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de' Franchi, amico, ¶ Reca l'omaggio mio. ¶ SVARTO ¶ Doman
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sostener; né quelli ¶ Che l'han difesa fino ad
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Quanto il dover, quanto l'onor chiedea, ¶ Il diero
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il pane ¶ Di chi l'offese, e l'ebbe
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chi l'offese, e l'ebbe a prezzo! E
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1822
Nol puoi? Sento che l'alma in questo ¶ Pensier
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1822
ei mi sorride, ¶ Come l'amico che sul volto
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Vince ogni tua virtù; l'ansia di questa ¶ Ora
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era difficil troppo; ¶ E l'ho deserto! - Empio! fuggire
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Al vento, ¶ Empio pensier. - L'animo tuo ripiglia, ¶ Adelchi
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per sua bocca ¶ Te l'offre Iddio: grato l
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l'offre Iddio: grato l'accetta: il solo ¶ Saggio
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partito han preso? ¶ TEUDI ¶ L'aspettano da te. ¶ ADELCHI
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se no, più tarda ¶ L'entrata fia, ma non
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li detta, e inacerbito. ¶ (l'Araldo parte) ¶ ARVINO ¶ Il
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me con detti acerbi ¶ L'odio antico appagar lice
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lor, forza è che l'un piangendo ¶ Esca dal
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1822
questo ¶ Tu scendevi, e l'hai detto: allor tu
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Dal tuo labbro or l'aspetto. Ahi! già venduto
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1822
vendetta addensa. ¶ Ti fe' l'inganno vincitor; superbo ¶ La
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avvezze, ei, da spergiuro, ¶ L'olio versasse del Signor
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1822
Signor. Sceglieste ¶ Un pugnal, l'affilaste, e al più
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1822
E quando ¶ Io, tra 'l Vèsero infido o la
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1822
è d'offeso vincitor l'orecchio. ¶ SCENA SESTA ¶ CARLO
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Nunzio di morte, tu l'hai detto. ¶ CARLO ¶ Adelchi
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e nol comprende ¶ Che l'ora estrema. Ti fu
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nome tuo saravvi ¶ Con l'imprecar de' tribolati asceso
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degli avi insanguinata ¶ Seminò l'ingiustizia; i padri l
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l'ingiustizia; i padri l'hanno ¶ Coltivata col sangue
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Dolce non è; tu l'hai provato: e fosse
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perdon divino ¶ Han qui l'accesso. ¶ (parte con Arvino
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Vengo alla pace tua: l'anima stanca ¶ Accogli. ¶ DESIDERIO
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De Charlem., trad. de l' Allem., p. 116. ¶ (xvii) ANAST
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di poca importanza, copiarsi l'uno coll'altro, al
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Martino, di cui descrive l'alta statura e le
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Fr., t. V, p. 388. ¶ (l) Delectabatur etiam vaporibus aquarum