parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «L»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
catenaccio, si spogliò, batté l’acciarino, accese la candela
2
1956
se non avessi trovato l’Omo morto? ¶ E il
3
1956
e dentro ho visto l’Omo morto? ¶ E il
4
1956
la settimana, e allora l’Omo morto s’è
5
1956
morto s’è disincantato, l’ha abbracciata e l
6
1956
l’ha abbracciata e l’ha sposata? ¶ E il
7
1956
e la schiava non l’aveva svegliata, e l
8
1956
l’aveva svegliata, e l’Omo morto ridestandosi aveva
9
1956
trovato la schiava, e l’aveva sposata. ¶ – Ora mi
10
1956
un bel bambino: me l’ha detto un Mago
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1956
sole: ma che nessuno l’aveva mai vista perché
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1956
la tradirà. ¶ – Però, – aggiunse l’altra Fata, – se ci
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1956
voleva diventare di marmo. ¶ L’indomani ripartirono e arrivarono
14
1956
fargli dire quale pensiero l’opprimesse. – Non ho niente
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1956
ammazzare! Già due volte l’ho perdonato, che questa
16
1956
giorni lo vestono per l’impiccagione. Morto per morto
17
1956
che il cavallo bianco l’avrebbe tradita. Ma, hanno
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1956
il Mago, sospirando: – Per l’amore che ho per
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1956
d’accompagnarlo alla forca, l’accompagnarono a casa in
20
1956
strega tornò e vide l’orto per metà pelato
21
1956
viene. ¶ Torna la donna l’indomani, e si mette
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1956
appena finito di brucare l’ultima piantina, che saltò
23
1956
Un mezzo resta e l’altro mezzo va a
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1956
La tira su e l’anguilla gli dice: – Lasciami
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1956
Lasciami andare, che per l’amor dell’anguillina, qualunque
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1956
a ridere. Lui alza l’occhio verso di lei
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1956
ridi… E allora, per l’amor dell’anguillina, la
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1956
chiamarono un Mago perché l’indovinasse lui. Il Mago
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1956
sì. ¶ Detto fatto, per l’amor dell’anguillina, la
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1956
di desinare, e per l’amor dell’anguillina apparve
31
1956
disse tra sé: «Per l’amor dell’anguillina, ch
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1956
lui, tra sé: «Per l’amor dell’anguillina, che
33
1956
dice tra sé: «Per l’amor dell’anguillina, che
34
1956
momento d’uscire, e l’aveva lasciata appesa a
35
1956
palazzo, mentre il Re l’aspettava giù. La ragazza
36
1956
mani nei capelli: – Te l’avevo detto di non
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1956
di prima, tutto contento l’abbraccia e le dice
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1956
fece il Re. E l’astrologo, che se l
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1956
l’astrologo, che se l’era avuta a male
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1956
unito a questo, – spiegò l’astrologo, – con dentro tutto
41
1956
e sedie uno sopra l’altro finché riuscì a
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1956
di sì, ma nessuno l’ha mai vista. ¶ – Può
43
1956
nel suo palazzo, con l’ordine che mai nessun
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1956
i veli uno dopo l’altro e quando si
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1956
quando si fu tolto l’ultimo chiese: – È bella
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1956
gli ambasciatori quando sollevò l’ultimo velo, – ma se
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1956
tirar su la botte. L’apersero in sua presenza
48
1956
sincera, ¶ Sento in bocca l’acquolina! ¶ Pierino Pierone pensò
49
1956
Pietro piena di gente. L’uomo sul cui capo
50
1956
suo padre. Il rimorso l’aveva ucciso e fece
51
1956
la nostra sorella maggiore l’ha mangiata il lupo
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1956
casetta di legno, spalancò l’uscio, e della Giulia
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1956
sé: «Il lupo me l’ha mangiata! Povera me
54
1956
spintone all’uscio, ma l’uscio era di ferro
55
1956
casa per mangiarsela. Perciò l’indomani si alzò prima
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1956
dal camino e sentirai l’odore, e a te
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1956
disse: – Ah, birichina, me l’hai fatta! E sì
58
1956
sua zucca, pensando che l’avrebbe mangiata con lei
59
1956
Sarà tanto difficile far l’astrologo? – si disse. – Mi
60
1956
da mangiare, si fecero l’idea che fosse un
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1956
stati loro a rubare l’anello, e con la
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1956
Ormai siamo scoperti, se l’astrologo ci accusa al
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1956
che vi dico. Prendete l’anello e fatelo inghiottire
64
1956
a sapere dov’era l’anello. ¶ – E dov’è
65
1956
anello. ¶ – E dov’è? ¶ – L’ha inghiottito un tacchino
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1956
tacchino e si trovò l’anello. Il Re colmò
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1956
Re colmò di ricchezze l’astrologo e diede un
68
1956
tutte le strade e l’ammazzarono. Gli tagliarono subito
69
1956
visto che io ce l’ho fatta! ¶ (Lago di
70
1956
guardava un’anatra bere l’acqua del mare. ¶ – Per
71
1956
incontrato il vecchio con l’anatra: dove prima era
72
1956
il suo cognome nessuno l’aveva mai inteso. Ci
73
1956
terra, quando il carrettiere l’abbrancò per un braccio
74
1956
una aveva sessantasette anni, l’altra settantacinque e la
75
1956
dovette tacere. Non vedeva l’ora che venisse la
76
1956
in tasca una candela, l’accese e chi si
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1956
nella stanza. E quando l’ebbe vicina, felice e
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1956
ci penso? E quando l’avrò ammazzata? ¶ – Non stateci
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1956
il falegname le piallò l’altra ganascia. La vecchia
80
1956
insieme a vedere. ¶ Così l’indomani, nuotando per il
81
1956
divertita, e nient’altro. ¶ L’indomani alle tre, si
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1956
tutti, salta fuori, e l’assassino l’acchiappa. – Oh
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1956
fuori, e l’assassino l’acchiappa. – Oh, t’ho
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1956
non sapeva dove andare. L’assassino la consolò e
85
1956
la grazia che aspettino l’indomani a farla morire
86
1956
il Re gliela concede. L’indomani la portano sul
87
1956
quattro, lei sale già l’altro scalino, quando vengono
88
1956
maritare se non trovi l’Omo morto! ¶ La figlia
89
1956
voglio andare a cercare l’Omo morto! ¶ – Fa’ quello
90
1956
la schiava, s’alza, l’abbraccia e dice: – Tu
91
1956
la mia fortuna! Maledetta l’ora e il momento
92
1956
ho comperato quella schiava! ¶ L’Omo morto era re
93
1956
da gran regina, con l’oro e coi brillanti
94
1956
beni, e che aveva l’uso, ogni volta che
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1956
tornare. Il bastimento levò l’ancora, ma non poteva
96
1956
si disse: «Ecco, me l’ha fatta ancora una
97
1956
tornarono uomini tutti, anche l’agnello, tutti forti e
98
1956
chiamavano Cric e non l’avevano potuto mai pigliare
99
1956
sconosciuto. Fa per guardare l’ora e vede che
100
1956
costui m’ha rubato l’orologio senza che me
101
1956
tu sei Cric. ¶ E l’altro: – E tu sei
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1956
lire la libbra. Chi l’andrà a comperare sarà
103
1956
tinozza. Cric, visto che l’amico era morto nella
104
1956
rotto dei piatti, e l’uomo che la picchia
105
1956
Hai buona cera, vedo, l’aria è buona. Stai
106
1956
non permetteva altre comunicazioni. ¶ L’indomani quel figlio di
107
1956
pagine nel senso giusto l’uomo diventa uccello e
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1956
le pagine all’incontrario l’uccello diventa uomo». ¶ La
109
1956
più, ma non vedeva l’ora di farlo tornare
110
1956
La ragazza tornò con l’acqua e zucchero, e
111
1956
di non poter raggiungere l’innamorato. Si mise a
112
1956
sentito un fischio. Tese l’orecchio e sentì un
113
1956
nuove. ¶ – Io ho visto l’Imperatore dei Cinesi che
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1956
prepararono le nozze, con l’invito per tutti i
115
1956
E perché non ce l’ha detto? ¶ – Perché, – disse
116
1956
mia matrigna, – e puntò l’indice contro la Regina
117
1956
sala dove la sposa l’attendeva e con l
118
1956
l’attendeva e con l’aria di farle delle
119
1956
e gridò: – Hai rotto l’incantesimo e non mi
120
1956
a me. Gli daremo l’indormia3 e lui non
121
1956
lei, saltò su e l’abbracciò. Con tutte quelle
122
1956
me mi lasciarono dietro l’uscio. ¶ (Colline del Po
123
1956
e se ne andò. L’indomani, il duetto continuò
124
1956
Diana! E io che l’ho uccisa! Cos’ho
125
1956
mica morta! ¶ Lo sposo l’abbracciò felice e contento
126
1956
guardarono e s’innamorarono l’uno dell’altro. Disse
127
1956
con suo marito? ¶ E l’uomo e la donna
128
1956
il figlio, e con l’idea che questa sapienza
129
1956
loro cosa dovevano fare l’indomani. ¶ Alla mattina, Bobo
130
1956
gli si sedette vicino; l’altro, a cassetta, frustò
131
1956
morte il padroncino. ¶ E l’altro rispondeva: – Crudele è
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1956
rispondeva: – Crudele è stato l’ordine di suo padre
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1956
padre. ¶ – Dunque, voi avete l’ordine da mio padre
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1956
lo sapete? – chiesero. ¶ – Me l’han detto i cavalli
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1956
lo sapete? Chi ve l’ha detto? ¶ – L’ho
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1956
ve l’ha detto? ¶ – L’ho saputo dal cane
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1956
ascoltare; dicevano: – Dài, passami l’ostia! A me! A
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1956
non mi lanciate mai l’ostia a me, non
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1956
prendi e si rompe! L’abbiamo serbata intera per
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1956
comunione nascose in tasca l’ostia, e poi ritornando
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1956
Bobo bussò alla casa. L’invitarono a cena. Parlando
142
1956
ha buttato nel fosso l’ostia sacra. Bisogna cercare
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1956
frugò nel fosso, trovò l’ostia, fece comunicare la
144
1956
linguaggio, – disse Bobo. Tese l’orecchio, e poi: – Sapete
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1956
appena Naso d’Argento l’avesse lasciata sola. La
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1956
venuto se ne andò. ¶ L’indomani mattina, Naso d
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1956
e quella stanza era l’Inferno. Diede un grido
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1956
d’Argento tornò con l’altra sorella. Anche a
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1956
anche lei all’Inferno. ¶ L’indomani, vestito come al
150
1956
sanno che a Pocapaglia ¶ L’asino fischia e il
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1956
vicini, i quali ce l’avevano coi Pocapagliesi solo
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1956
si rinfrescasse, sua madre l’aveva messo in culla
153
1956
dalla cascina, ¶ Guarda con l’occhio storto, ¶ E ti
154
1956
lisciavano i baffi con l’olio per farli luccicare
155
1956
se la Maschera non l’ho mai vista ¶ Vuol
156
1956
E poi subito: – Dove l’avete messo il vino
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1956
fare una guerra dopo l’altra, tutte così lunghe
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1956
la ragazza cresceva, cresceva l’invidia delle serve; per
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1956
Ma il Re insistette: – L’hai detto e parola
160
1956
scodelletta. ¶ A quelle parole l’acqua si ritirò e
161
1956
rispondeva: – No che non l’ammazzo, perché da tanto
162
1956
c’era nella cassetta. L’aperse e scappò via
163
1956
la cassa di carbone, l’aperse e saltò fuori
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1956
e sgridò le ragazze. ¶ L’indomani ci andò la
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1956
mise nel grembiule. Portò l’altro paniere al padre
166
1956
subito chiuso la finestra. ¶ L’indomani, tornando in giardino
167
1956
cogliere le melagrane, ma l’albero cresceva a occhiate
168
1956
Savi perché gli spiegassero l’incanto. E il più
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1956
pesche, e lui con l’asino ne portò subito
170
1956
Ma io ero dietro l’uscio, ¶ Per mangiare andai
171
1956
vennero dietro. ¶ C’era l’erba alta, le pecore
172
1956
tante gliene diede che l’ammazzò. ¶ Poi gli tagliò
173
1956
li prese al volo. ¶ L’indomani, tornato a quella
174
1956
a quella pietra, schiacciò l’altra testa di serpente
175
1956
via senz’essere riconosciuto. ¶ L’indomani tornò su un
176
1956
ognuno correva a portare l’anello alla fidanzata. Il
177
1956
rana! ¶ – Chi mi chiama? ¶ – L’amor tuo che poco
178
1956
era il suo mestiere – l’aveva filata che pareva
179
1956
rana! ¶ – Chi mi chiama? ¶ – L’amor tuo che poco
180
1956
tra un mese: chi l’avrà allevato meglio sarà
181
1956
fosso, e la rana l’aspettava in una carrozza
182
1956
sposo alla ragazza che l’aveva salvato. ¶ Il servitore
183
1956
mercante, però, non vedeva l’ora di sapere come
184
1956
raccontato la fiaba e l’altro Re morì di
185
1956
pieno. ¶ Uno dei dodici l’indomani stette di guardia
186
1956
disse che in cambio l’indomani sarebbe venuta a
187
1956
gli undici buoi e l’agnello furono messi in
188
1956
vigna con suo fratello l’agnellino che portava sempre
189
1956
la Principessa cadde giù. L’agnello cominciò a belare
190
1956
vuoi mangiare? ¶ La strega l’aveva fatto il marrone
191
1956
si mise a inseguire l’agnello che belava come
192
1956
belava come un disperato. L’agnello andò vicino alla
193
1956
tirarsi manrovesci l’un l’altra da gonfiarsi la
194
1956
quattro donne-sbirro con l’arrestata, furono mandati quattro
195
1956
alla cavallina uno dopo l’altro. ¶ In quel momento
196
1956
da filare. Ormai era l’ultimo giorno, e l
197
1956
l’ultimo giorno, e l’indomani sarebbe arrivato il
198
1956
e tu sarai perduta. ¶ L’indomani arrivò il capitano
199
1956
se quando sarò tornato l’avrai filata tutta, ti
200
1956
chiese fin dalla strada: – L’hai filata tutta? ¶ E
201
1956
e rimandò le nozze l’indomani. L’indomani era
202
1956
le nozze l’indomani. L’indomani era ancor peggio
203
1956
di ponente) ¶ 6 ¶ Corpo-senza-l’anima ¶ C’era una
204
1956
bel mattino saltò contro l’albero con tutte le
205
1956
le sue forze e l’albero s’inchinò, s
206
1956
Il cavallo non vedeva l’ombra e non si
207
1956
dal Mago Corpo-senza-l’anima e nessuno ne
208
1956
sia mai visto –. E l’aquila: – Ecco una penna
209
1956
mie ali; potrai diventare l’aquila più grande e
210
1956
perché poteva darsi che l’avessero preso in giro
211
1956
del Mago Corpo-senza-l’anima. Giuanin si trasformò
212
1956
sei un corpo senza l’anima e quindi non
213
1956
si scopra dove hai l’anima e ti si
214
1956
sfidarla. Ma se anche l’aquila nera fosse uccisa
215
1956
nera, ma Giuanin diventò l’aquila più grande del
216
1956
colpi d’artiglio, finché l’aquila nera non chiuse
217
1956
aquila e vi trovò l’uovo nero. Andò al
218
1956
del Re gli ruppe l’uovo nero sulla fronte
219
1956
Il Mago Corpo-senza-l’anima restò lì morto
220
1956
la figlia del Re l’avevano chiusa in un
221
1956
domani? Siete matta! – esclamò l’orefice. ¶ – Ho detto per
222
1956
vi do il resto. ¶ L’orefice era rimasto a
223
1956
Si può provare. ¶ E l’indomani, l’oca era
224
1956
provare. ¶ E l’indomani, l’oca era pronta: una
225
1956
vecchia si tirava dietro l’oca d’argento con
226
1956
potrai uscire a vedere l’oca. ¶ Ma la figlia
227
1956
che la vecchia con l’oca l’indomani avrebbe
228
1956
vecchia con l’oca l’indomani avrebbe lasciato la
229
1956
diede il permesso che l’oca fosse portata nel
230
1956
Principessa fu sola con l’oca d’argento, mentre
231
1956
tutt’a un tratto l’oca aprirsi, e saltarne
232
1956
Non abbiate paura, – disse l’uomo. – Sono il Principe
233
1956
avermi parlato e salvarmi. ¶ L’indomani, il Re fece
234
1956
una donnina che faceva l’altalena in un guscio
235
1956
domandò della bella Bargaglina. L’uomo gli disse che
236
1956
in tasca per mangiare l’altra mezza mela e
237
1956
pastore prendeva anche lei l’acqua in quel pozzo
238
1956
Allora il pastore tagliò l’albero e ne fece
239
1956
mio servizio? ¶ La madre l’avrebbe lasciata andare subito
240
1956
figlia, che non vedeva l’ora d’andarsene di
241
1956
VITALETTI. ¶ 36. L’Umbria è l’unica regione che non
242
1956
nel recente volume di L. LA ROCCA, Pisticci e
243
1956
e non ci dà l’idea del modo di
244
1956
poesia, Torino 1936. ¶ 43. Cfr. soprattutto l’ultimo capitolo del citato
245
1956
poiché cerca di precisare l’area e il periodo
246
1956
voluto modificare in nulla l’introduzione scritta nel 1956 e
247
1956
nel 1956 e che rispecchia l’orizzonte culturale di quegli
248
1956
e disse: – Alla salute! ¶ L’omone disse: – Piglia il
249
1956
mosse. ¶ – Passa avanti! – disse l’uomo. ¶ – Passa tu, – disse
250
1956
disse Giovannino. ¶ – Tu! – disse l’uomo. ¶ – Tu! – disse Giovannino
251
1956
Tu! – disse Giovannino. ¶ Allora l’uomo passò lui e
252
1956
e una stanza dopo l’altra traversò il palazzo
253
1956
una porticina. ¶ – Apri! – disse l’uomo a Giovannino. ¶ E
254
1956
Giovannino: – Apri tu! ¶ E l’uomo aperse con una
255
1956
a chiocciola. ¶ – Scendi, – disse l’uomo. ¶ – Scendi prima tu
256
1956
in un sotterraneo, e l’uomo indicò una lastra
257
1956
tu! – disse Giovannino, e l’uomo la sollevò come
258
1956
oro. – Portale su! – disse l’uomo. ¶ – Portale su tu
259
1956
tu! – disse Giovannino. E l’uomo se le portò
260
1956
nella sala del camino, l’uomo disse: – Giovannino, l
261
1956
l’uomo disse: – Giovannino, l’incanto è rotto! – Gli
262
1956
gli si staccò anche l’altro braccio e inseguì
263
1956
passa, – gli si staccò l’altra gamba e rimase
264
1956
spaventò tanto che morì. ¶ 2 ¶ L’uomo verde d’alghe
265
1956
a finire questa ragazza: l’avevano rapita una notte
266
1956
di lungo corso venne l’idea che se non
267
1956
Ma quando volle ingaggiare l’equipaggio, non trovava marinai
268
1956
sullo scoglio. Ma venne l’ora in cui doveva
269
1956
e si trova davanti l’uomo verde d’alghe
270
1956
anello scintillò al sole. ¶ – L’anello di mia figlia
271
1956
padrino a questo figlio? – L’uomo disse di sì
272
1956
trovassero parole per ringraziare l’uomo e per chiedere
273
1956
lui in via per l’Inghilterra, viaggiarono insieme. A
274
1956
il tignoso non vedeva l’ora di disfarsene e
275
1956
non sapeva come raggiungere l’isola della Principessa. Gli
276
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fa per noi. ¶ Era l’Isola dei Topi, e
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fa per noi! ¶ Era l’Isola delle Formiche, e
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calarono sulla nave. ¶ Era l’Isola degli Avvoltoi, abitata
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si sfaldava, si sfaldava… ¶ L’indomani la Fata Sibiana
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pronunciate queste parole, tutto l’enorme sotterraneo formicolò di
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dove il vecchio marinaio l’aspettava per levar l
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l’aspettava per levar l’ancora. ¶ Il Re d
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Riviera ligure di ponente) ¶ 4 ¶ L’uomo che usciva solo
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franchi. ¶ – E io, – disse l’altro, – te ne do
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un momento a impastare. ¶ L’uomo si mise a
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a chiudere la porta. ¶ L’uomo chiude la porta
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e venne il mattino. ¶ – L’hai chiusa, questa porta
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presero a tirarsi manrovesci l’un l’altra da
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lettura – di Giggi Zanazzo.28 ¶ L’Abruzzo ha due raccolte
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già basta a darci l’idea d’un mondo
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casa sua e trovi l’uscio chiuso), ma non
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un saggio del 1934,42 dove l’aggiornata conoscenza dei problemi
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tanto n’è casuale l’attestazione, soprattutto se si
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folklore il quesito se l’Italia fosse più o
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più remote – bisogna riconoscere l’importanza di quella vita
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a diffondersi per tutta l’area in cui la
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seguirne le trasmigrazioni attraverso l’analisi di tutte le
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ingrosso possiamo dire che l’influenza del mondo germanico
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viene dalla Francia, che l’influenza del mondo arabo
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viene data per sicura l’origine orientale,47 una sedimentazione
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cantare – ricordiamo Liombruno, Gismirante, l’Istoria di tre giovani
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scambiati). ¶ Detto questo però, l’impronta medievale sulla fiaba
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influenza in Italia attraverso l’epica popolare. Quel sottofondo
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qualche punto fondendosi con l’altra onda di suggestioni
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in Occidente è stato l’ultimo (nonostante che ci
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rare fiabe – o forse l’unica?50 – sulla quale si
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e al suo «cunto» (l’ultimo del Pentamerone) rimando
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sta nell’accostamento-metafora: l’immagine di freschezza della
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il vederselo fuggire; o l’amante evocato con un
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in volo su per l’aria, che un’insidia
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quando a patire è l’uomo – è la sposa
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di storia d’amore: l’innamoramento e le traversie
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in cui si fa l’amore alla finestra, si
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giovani sono segregati durante l’ultimo periodo della loro
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un amore nato durante l’iniziazione e condannato ad
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a considerare «letteratura per l’infanzia», ancora nell’Ottocento
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anche se confrontata con l’intento moralistico. La morale
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profano ed edonistico?): affascinando l’ascoltatore con la sua
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qualcosa di più profondo: l’intelligenza tecnica di cui
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pelle di cavallo che l’aquila solleva, il pozzo
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tenerli su uno sopra l’altro come i mattoni
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alcuna attribuzione regale, né l’idea d’una Corte
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re, quello dei contadini. L’avvio «realistico» di molte
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principio alla fine, con l’eroe zappatore, coi poteri
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terra da muovere con l’aratro o la zappa
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il mondo siciliana, e l’abruzzese Giuseppe Ciufolo che
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autocoscienza che non rifiuta l’invenzione d’un destino
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di studi, e per l’inquadramento d’essi in
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della cultura, e per l’informazione e valutazione del
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manuale che dà tutto l’essenziale sulla fiaba dal
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anche i russi riconoscono l’importanza delle loro fiabe
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di solito vi richiamano l’attenzione nelle loro note
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da Giovanni Becheroni contadino, l’avevo già messa nella
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ben fatte esistono per l’Istria (Antonio Ive) e
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scrittore e illustratore per l’infanzia, Antonio Rubino, narrò
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Marca di GUIDO VITALETTI. ¶ 36. L’Umbria è l’unica
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concedersi a un gioco, l’astioso e supercilioso Carlo
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divertimento grave e sforzato: l’ora della fiaba batteva
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complicate che per spiegarsi l’aurora inventavano Cenerentola e
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Hermann Knust a Livorno, l’austriaco Schneller nel Trentino
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del Chiaro a Napoli, l’«Archivio per lo studio
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voga romantica che percorse l’Europa da Tieck a
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libro di fiabe per l’infanzia; ricorderemo, come eccezionale
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solo per fonte, non l’abbiamo avuto. Si poteva
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e dalla luna, fondavano l’evoluzione religiosa e civile
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tra i paesi buddistici, l’Irlanda ed il Sahara
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appassionati di tradizioni dialettali, l’umile fede in un
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d’ossigeno che è l’entusiasmo – che oggi molto
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di disappunto se trovavo l’episodio dello sposo che
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del cavaliere, o con l’incertezza se usare il
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penna d’aquila e l’unghia di leone che
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interna ad ogni vita; l’amore incontrato prima di
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uomini bestie piante cose, l’infinita possibilità di metamorfosi
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integrando una variante con l’altra, rinarrando dove il
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tre quarti, e per l’ultimo quarto frutto d
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serbandone intatto il carattere, l’interna unità, in modo
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di cui è documentata l’esistenza nei dialetti italiani
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creazione di certi personaggi, l’atmosfera che avvolge il
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dell’epoca, per cui l’accento batteva sull’eguale
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o romantiche, o come l’Andersen. ¶ Non sarò insensibile
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ho trovato già tradotte) l’ho dovuto compiere per
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mondo o Sfortuna o l’allegoria L’orologio del
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Sfortuna o l’allegoria L’orologio del barbiere), talaltra
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raccolte più belle che l’Italia possieda. Sono le
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siciliani di Giuseppe Pitrè. L’uno è un libro
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libro d’uno scrittore. L’altro consiste in quattro
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Verga è del ’74) tendevano l’orecchio, pur con diversissimi
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proverbi ed usi che l’uno e l’altro
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che l’uno e l’altro cercarono di comporre
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annate della sua rivista (l’«Archivio per lo studio
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sue, sulla quale chiamo l’attenzione dei miei lettori
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voce de’ personaggi e l’atto che essi compiono
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ebbero mai vita o l’ebbero solo una volta
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in aperto contrasto con l’idea passiva e chiusa
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storie che correvano per l’Italia, doveva essere Montale
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italiane erano uscite, ma l’avvocato Gherardo Nerucci (che
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chieda a gran voce l’interpretazione dell’etnologo; oppure
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sua mano. A Montale l’eroe non è il
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d’una rendita fissa. L’origine soprannaturale delle fortune
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da uomo d’affari. ¶ L’Agatuzza Messia di Nerucci
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potete parlarne con seco –. L’omo all’ora solita
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letteralmente o liberamente secondando l’avvio del testo.) Tolto
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sua propria, e per l’abbondanza e la qualità
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sta Venezia, anzi tutta l’area dei dialetti veneti
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un dito; anzi ce l’avevano sempre con lei
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porti in regalo? ¶ Dice l’Assunta: – Io voglio un
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dei vestiti ad Assunta, l’altro a Carolina, poi
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e poi mai ve l’avrebbe condotta, e anche
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quel punto non se l’era proprio immaginato. Ma
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Il povero padre diede l’ultimo bacio alla figlia
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ci aveva tanto preso l’abitudine, che se una
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se una sera non l’avesse visto, se l
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l’avesse visto, se l’avrebbe avuta a male
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albero fronzuto che era l’albero del pianto e
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giorno Bellinda vide che l’albero del pianto e
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poteva dirsi ricca, e l’Assunta sposava un semplice
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portar via a Bellinda l’anello, con la scusa
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sorelle di renderle subito l’anello. Appena l’ebbe
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subito l’anello. Appena l’ebbe in mano, lei
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stavolta Bellinda andò con l’anello e un baule
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di roba. Le sorelle l’accolsero con un risolino
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le sorelle le trafugarono l’anello e quando glielo
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la mattina dopo, con l’aria languente e le
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a star meglio. Bellinda l’assistette giorno e notte
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lavarsi le mani posò l’anello sul tavolino e
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padre di Bellinda che l’abbracciò, e le due
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lì per quella notte. ¶ L’uomo disse: – Hai portato
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per sorvegliare quell’uomo. L’uomo neanche lui dormiva
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tra sé, credendo che l’altro dormisse: – Cosa posso
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tovagliolo, la scatolina e l’organetto. L’uomo non
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scatolina e l’organetto. L’uomo non c’era
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più. E lui non l’aveva neanche visto in
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e ogni volta che l’apriva c’era dentro
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fagioli, stiamo allegri! ¶ – Certo, l’allegria non deve mancare
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il ragazzotto tirò fuori l’organino e prese a
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Diede una nota con l’organino e il Re
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Regina Marmotta, ed è l’acqua del suo pozzo
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chi fosse, ma nessuno l’aveva mai visto. A
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che faceva vela per l’Isola di Buda, e
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fermata si ripartiva verso l’Armenia. A Buda Gugliermo
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Gugliermo scese per vedere l’Isola, e passeggiando incontrò
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Giovanni scese a visitare l’Isola; entrò in giardini
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dimenticò il padre e l’acqua miracolosa e restò
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tutti salvi e con l’acqua miracolosa, e il
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acconsentì. ¶ La nave gettò l’ancora all’Isola di
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padre! Io devo trovare l’acqua della Regina Marmotta
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pareva che nessuno mai l’avesse sentita nominare. Dopo
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giovane, – disse Farfanello, – sì, l’ho sentito ricordare questo
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disgrazia, perché la chiamano l’Isola del Pianto. ¶ Andreino
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quel Mago. Questa è l’acqua che guarirà mio
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ed egli capì che l’incantesimo l’aveva colta
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capì che l’incantesimo l’aveva colta nel sonno
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Busso, e c’è l’Orco. ¶ – Eh, galantuomo mio
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una bestia da nulla, l’Orco? Ora vi dico
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perché a quell’ora l’Orco non c’è
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sottosopra. Cosa vorrà dire? ¶ L’uomo l’indomani mattina
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vorrà dire? ¶ L’uomo l’indomani mattina salì sulla
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far da mangiare per l’Orco. – Quando ha fame
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rumore alla porta, e l’uomo, svelto, si cacciò
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sotto il letto. Entrò l’Orco, e cominciò a
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fame. Mettetevi a mangiare. ¶ L’Orco si mise a
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mise a mangiare, ma l’odore di cristiano continuava
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la casa. Finalmente venne l’ora d’andare a
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sotto le coperte, e l’Orco s’addormentò. ¶ L
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l’Orco s’addormentò. ¶ L’uomo sotto il letto
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fai? Mi spenni! – disse l’Orco. ¶ – Oh… Stavo sognando
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è la verità, – disse l’Orco. – Quei frati sono
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Diavolo, – e così dicendo l’Orco si riaddormentò. ¶ Di
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Alla mattina alle sei, l’Orco s’alzò, salutò
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e andò via. Allora l’uomo uscì da sotto
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Sentite, m’ha detto l’Orco che uno tra
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fare. ¶ Giunto alla locanda, l’uomo gridò: – Locandiere, sono
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gli diede una mancia. L’uomo disse: – Ora se
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Arrivò alla locanda, ma l’Orco s’era accorto
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traghetto, – disse il barcaiolo. L’Orco pagò e non
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riva per primo, e l’Orco non poté più
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pesce prese a supplicare l’uomo, che si contentasse
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pesce per un pezzo. ¶ L’indomani, il pescatore, per
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parla: ma anche stavolta l’uomo si lasciò commuovere
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di tutto quel nero. L’oste gli disse: – Come
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di te hanno tentato l’impresa, e ci han
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finito questi ragionamenti, che l’orologio del palazzo scoccò
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tanto che una dopo l’altra gli tagliò sei
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figlia del Re: – Ce l’hai un fazzoletto da
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Ecco davanti a voi l’ammazzatore del Drago: e
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fosse dato al popolo l’annunzio, e si preparassero
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dava per le piazze l’annunzio degli sponsali della
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impedire quelle nozze, scoprire l’inganno e farsi riconoscere
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e farsi riconoscere come l’uccisore del Drago. ¶ A
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sono io, Maestà, e l’ho salvata. ¶ A quelle
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è vero! Il Drago l’ho ammazzato io con
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fulmini e saette, e l’acqua che veniva giù
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legna secca e con l’acciarino accese un po
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che somiglia a me l’avete visto? ¶ E tutti
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scansato una volta e l’ansia che m’hai
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il terzogenito non vedeva l’ora di ritrovare i
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la vecchierella confessò tutto l’incantesimo e gli promise
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e gli promise che l’avrebbe obbedito, pur d
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obbligò a far lei l’unzione delle statue. E
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la squartarono senza misericordia; l’incantesimo della selva fu
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di quattrini. ¶ Fiore accettò. L’Arciprete lo condusse a
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terra che doveva lavorare l’indomani, e gli disse
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come gli aveva detto l’Arciprete. E così continuò
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a pancia vuota, aspettando l’ora del desinare. Viene
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ora del desinare. Viene l’ora del desinare, e
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diceva la serva con l’aria innocente, – l’abbiamo
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con l’aria innocente, – l’abbiamo chiusa così perché
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serva tornò a casa. L’Arciprete l’aspettava sulla
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a casa. L’Arciprete l’aspettava sulla porta. – Com
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non vi ricordate, – disse l’Arciprete, – che abbiamo fatto
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lasciandoci lo staio. E l’Arciprete con le sue
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per paura che anche l’ultimo staio di quattrini
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si arrabbia prima, e l’Arciprete disse: – Io di
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al lavoro. Quando fu l’ora di colazione, e
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signor Arciprete della premura. ¶ L’Arciprete aspettava la vecchia
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che gli passa, – disse l’Arciprete. ¶ Tornò Pìrolo e
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le due serve, e l’Arciprete friggeva. ¶ – E domani
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Sta’ a sentire, – disse l’Arciprete, – io ho cento
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fuori solo il ricciolo! ¶ L’Arciprete s’affacciò alla
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segni disperati di venire. L’Arciprete accorse. ¶ – Guardate se