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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «L»

nautoretestoannoconcordanza
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il naso proteso verso l’orizzonte, le bocche spalancate
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urlavano parole ritmate. Ce l’avevano con la guerra
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eco qualcuno del battaglione. ¶ L’aria era densa di
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fuoco. ¶ Il rogo segnò l’inizio della battaglia. I
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fumo, le sirene violarono l’armonia della valle. Mario
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camminò all’indietro seguendo l’istinto che gli suggeriva
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passare» ordinò il carabiniere. L’altro si mise a
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sollevato il braccio verso l’alto, tra le dita
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i gatti avevano smesso l’espressione querula e nei
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per gli spazi aperti, l’asfalto gli dava angoscia
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ci stanno le elezioni. L’allerta è massima, ché
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pantaloni. ¶ «Guagliò, je te l’avevo detto di cambiare
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c’aggia fa’? Chillo, l’amico tuo, ’o presidente
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serve infatti ad agevolare l’assolvimento del compito urgente
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Aggia stato je. Ce l’ho detto je al
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tra il tavolo e l’acquaio, le braccia mollemente
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cinse la vita e l’attirò a sé. ¶ «Sediamoci
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Dài retta a me, l’intimità è una falesia
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una rete di filigrana. L’ingresso, uno stretto portone
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gli sperciava di fare l’eroe. Aspettò a lungo
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dritto sull’attenti, finché l’uomo dietro la scrivania
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può prendere servizio subito. L’abbiamo destinato alla stazione
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ma deve essere contento. L’Albergheria è il suo
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Stato. Tenga conto che l’ho già proposta per
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e lei potrebbe essere l’uomo giusto.» ¶ «Grazie» rispose
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a togliersi dal viso l’espressione delusa. ¶ «Inoltre devo
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cornicione in grovigli arruffati. ¶ L’intonaco era segnato da
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scherzò Mario. ¶ «Quasi» borbottò l’altro, e si capiva
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tanti anni era cambiata l’Albergheria. Nessuno rispettava più
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tenuti in nessuna considerazione. L’arte della sopravvivenza che
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sui figli. E poi l’imponderabile pesava sul suo
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sui fianchi facendole perdere l’innocenza, e i peli
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avvicinarsi alla madre, perché l’aiutasse a capire quella
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Dài, copriti!» la pregò l’altra, un po’ rossa
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erano sempre ben serrate. ¶ L’amica, incurante del suo
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genitori separati e, secondo l’opinione corrente, tanto bastava
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le nere non ce l’hanno?” pensò e preferì
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ai fianchi e assunse l’aria da maestrina: «I
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cos’è una vagina?» ¶ L’altra diventò rossa: «Le
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tra le viscere e l’addome si sgonfiava come
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in bagno, seccata che l’impellente necessità le facesse
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butta giù e festeggiamo.» ¶ L’altra ingoiò tutto d
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sembrava latte mischiato con l’aceto. Acida come un
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mille piccole pieghe. «Meglio l’acqua e zucchero della
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il marito tira via l’imbastitura e la scuce
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sconforto si affievolì, ché l’emozione è per natura
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ombretti colorati, che disegnassero l’arco degli occhi. Voleva
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tesi, gli occhi febbrili, l’espressione nauseata. ¶ Mario rimase
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un regolamento di conti. L’uomo faceva parte di
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dall’uomo appassionato che l’aveva soggiogata. ¶ Lui la
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la voglia di fare l’amore. Da qualche settimana
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le allontanò le mani, l’afferrò per la vita
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sensazione di pericolo. Antonio l’afferrò per la nuca
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pur parlare, ora che l’appuntato Monti prestava servizio
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che avrebbe fatto Iddu?» ¶ «L’accordo con i comunisti
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è di mezzo pure l’Arma, un generale…» ¶ «Ora
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nobile ispirazione morale. È l’uomo che qui, come
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non accetta la miseria, l’ignoranza, la sopraffazione. E
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buona volontà, c’è l’incontro naturale di una
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si chiamava Mancuso e l’altro Moro. ¶ «Va’, guagliò
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Mario ogni mattina durante l’alzabandiera; quella vita non
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colma di tenerezza che l’aveva cullata molti anni
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prima. Era il padre, l’istinto glielo diceva, ché
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di lente che copriva l’unico, gigantesco occhio. «La
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una per la sintonia, l’altra per il volume
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gli sceneggiati e sognavano l’amore. Gli uomini alla
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altri soldi. Il marito l’aveva fulminata – «Sono nostri
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le illusioni si dissolsero, l’infantile contentezza degli anni
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loro per essere felici. L’invidia si diffuse come
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Tanto bastò a riaccendere l’amore di Mario, che
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nel letto, finì con l’avvicinarsi a Melina. Aderì
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gentile, trattenne il nervosismo. L’acquisto della lavatrice senza
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bolla d’aria tra l’albume e il guscio
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la testa. ¶ Il padre l’aveva portata dal barbiere
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cipiglio militaresco. E quello l’aveva sbucciata come una
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lei. «Starai più fresca» l’aveva consolata la madre
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merita rispetto.» ¶ Zà Enza l’aveva assistita nei primi
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uomo. E invece ce l’aveva fatta anche lei
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né luna di miele. “L’ho defraudata di un
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di colpa, ma per l’intera cerimonia lei non
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fare lo stesso. Poi l’organista intonò la marcia
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darò di più…» suonava l’orchestra quando Mario con
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scalzato dalla sua anima l’innocenza e l’incanto
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anima l’innocenza e l’incanto, le suggerì di
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un segno rosso sotto l’occhio. ¶ Poi la musica
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niente?» ¶ «Zitto zitto» disse l’appuntato Monti incollato allo
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nostra Italia.» ¶ «Auguri!» disse l’appuntato Monti e sollevò
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risentiva di ogni stravizio. ¶ L’anno nuovo arrivò con
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la solitudine sembrava lontana. ¶ L’ultima sera, prima di
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e respirava a fatica. ¶ L’orologio di Santa Chiara
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figlia e corse verso l’ingresso. ¶ «Pippo, Salvina, venite
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dice che c’è l’epidemia! E poi è
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risolti. ¶ I gesti stizziti, l’insofferenza repressa, l’aria
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stizziti, l’insofferenza repressa, l’aria di sufficienza con
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a fare leggi.» ¶ Mario l’avrebbe spaccata a mani
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posizione da diverse ore. L’umidità che saliva dalla
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di polvere e sabbia, l’intonaco crepato, dal tetto
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raggi della luna e l’umidità della notte. Niente
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Niente luce né gas, l’acqua gocciolava da un
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lei con un sospiro. L’uomo le prese dolcemente
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di emigrare. “Ci vuole l’ospedale” s’era detta
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ho bisogno di soldi.” L’anno dopo aveva lasciato
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maschera di legno e l’appese alla porta. ¶ “Si
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quello strano copricapo e l’abito lungo. ¶ Madame fluttuava
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le diventavano neri come l’inferno. ¶ “Mamma Africa”, cominciarono
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aveva gli occhi umidi, l’afferrò con le sue
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da mangiare» disse risoluta l’ivoriana. Si aggiustò il
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fondo. La bambina aveva l’acquolina in bocca e
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casa. Purifica, scarcagnifica, toglie l’intossico.» ¶ A Maruzza, Mamma
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che arroventava il tetto, l’umida frescura del pavimento
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saliva lungo la schiena, l’eccitazione un’onda sincrona
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piccola donna. ¶ Capitolo 17 ¶ Quando l’atmosfera del quartiere era
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sulle spine. Sapeva che l’essere umano non ama
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meglio delle sue tasche. L’aveva scoperto casualmente in
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era traccia di umidità. L’aria circolava dentro alla
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del quartiere. ¶ Taccitedda ce l’avevano portato qualche giorno
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lo prese in giro l’aguzzino e scoppiò in
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ben disposto» lo assecondò l’altro e gli sferrò
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luce propria ed ebbe l’impressione di poter vedere
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delle sedute disposte simmetricamente l’una di fronte all
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fecero più violenti. Aveva l’impressione che l’intero
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Aveva l’impressione che l’intero manipolo dell’Albergheria
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pezzo. ¶ Le campane suonarono l’ora della Compieta. ¶ «Devo
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E allora sbrigati» rispose l’altro. ¶ «Vabbe’, finiamo dopo
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a scorrere una dietro l’altra. Nica che gli
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uomini. ¶ Aranciu Pilusu ebbe l’impressione che in quella
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sofferenza. ¶ Nel buio immaginò l’acqua smeraldina del Kemonia
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estate, lo aspettavano per l’ultimo bagno purificatore. Del
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il Mikveh, a mondare l’anima. ¶ Il sicario lo
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Aveva capito subito che l’onestà non era la
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toccare terra. «Permette che l’accompagni?» ¶ Le bruttine assetate
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quell’amore tardivo che l’aveva trasformata in una
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clienti perché potessero trovare l’amore. ¶ Le facoltose signore
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delle abitudini covava però l’insoddisfazione. ¶ Una mattina Taccitedda
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punto di vanto. Prese l’abitudine di alzarsi sempre
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dalla porta. Lui aspettava l’ora di cena camminando
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Livia cantava e lui l’accompagnava fischiettando; oppure leggevano
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della guerra in Vietnam?» ¶ L’uomo non ne capiva
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giro di alcuni mesi, l’uomo cambiò aspetto. Smise
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della strada. Il successo l’aveva resa indipendente, ora
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un po’ perché temeva l’abbandono improvviso. “Venti anni
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ridire. Masticava veleno, ce l’aveva con Ninetta, non
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dello stivale e guardò l’orologio: era il momento
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Aranciu Pilusu è morto. L’hanno ammazzato» rispose lui
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dei fatti suoi, mentre l’ufficiale sembrava in vena
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non ha mai tempo.» ¶ L’altro si mise a
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ti sta succedendo» insisté l’ufficiale con uno sguardo
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genitori erano poveri» considerò l’altro, desiderando di mettere
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pace. ¶ «Ma almeno lei l’ha avuta una famiglia
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Io mia madre neanche l’ho conosciuta.» La voce
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po’ di nostalgia ce l’hai della tua famiglia
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essere trasferito a casa?» ¶ L’altro piegò la testa
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comm’hai fatto, ma l’amico che tieni nelle
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mi raccomando!» ¶ * * * ¶ Aveva ragione l’onorevole Aldo Moro che
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ad alcuni passanti raggiungendo l’altro lato della piazza
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lato della piazza. Varcato l’ingresso, si trovò in
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non sapeva cosa dire. L’altro fece il giro
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Tutto e niente» balbettò l’altro. ¶ «Che scuole hai
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un’occupazione.» ¶ * * * ¶ Mario diventò l’ombra del presidente. Si
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sul sedile davanti, poi l’automobile si muoveva verso
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distrattamente alcuni libri, poi l’amore per la conoscenza
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la conoscenza gli incendiò l’animo e continuò a
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e fu pronto per l’esame di terza media
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occhiacci. ¶ «Zizzì, zizzì» squittiva l’altra come un topolino
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impaurito. ¶ «Brùm brùm, arriva l’aeroplanino… apri la boccuccia
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inganna!» ¶ «Zizzì, zizzì.» ¶ «Ce l’hanno per vizio in
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li chiamava lei, per l’anticipo della lavatrice. ¶ Ne
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commesso dai baffi impomatati l’aveva rimbambita di chiacchiere
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famiglia» aveva concluso strizzandole l’occhio. ¶ Melina era arrossita
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insistito quello spingendola verso l’elettrodomestico. ¶ Massiccia e tetragona
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bocca buona» aveva detto l’uomo aprendo l’oblò
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detto l’uomo aprendo l’oblò e indicando il
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di una Ferrari!» esclamò l’uomo. Poi, piegando la
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sordi.» ¶ «Nemmeno io» rispose l’altro e cominciò a
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primavera. ¶ Quando ebbe finito, l’uomo ripose gli attrezzi
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elegante?» chiese Melina sospettosa. ¶ «L’ho comprato al mio
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comprato al mio Paese. L’abito fa il monaco
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quel comportamento da sbirro. ¶ L’uomo riprese allora a
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ottone. ¶ «Colpa di questa. L’avevo portata per sembrare
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le mani una contro l’altra ed emise un
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ché la donna ingentilisce l’uomo.» ¶ «Zizzì, zizzì!» ¶ Maruzza
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e urlava per richiamare l’attenzione della mamma. ¶ «Devo
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un premio a chi l’ha inventata.» ¶ «Zizzì, zizzì
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trasformasse in portico, o l’androne di un palazzo
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più bisogno di partire: l’Africa era venuta da
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nutriva speranza e praticava l’accoglienza. Da principio nessuno
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non poteva tollerare che l’ignoranza ostacolasse la realizzazione
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occhio al futuro e l’altro al Vangelo, don
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le loro madri lavoravano. ¶ L’asilo diventò presto scuola
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che imparavano a parlare l’italiano, a leggere e
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secondo un’armonia celeste. L’intreccio di vicoli dalla
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sugo e ragù acquietavano l’ansia per figli e
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abbia mai conosciuto» esclamò l’uomo con galanteria. Lei
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sovrastava di alcuni centimetri. L’uomo era piccolo ma
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da una corrente sotterranea. L’incarnato liscio brillava alle
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mascara decise di cogliere l’occasione, ché ogni lasciata
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invece siete bellissima» rilanciò l’uomo, azzardando una carezza
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Andiamo da Ilardo» propose l’uomo offrendo il braccio
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note di scorzonero resero l’incontro indimenticabile. Antonio mangiava
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nipotina al suo posto. «L’avrà scambiato per il
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Ninetta fissava la luna. L’astro era comparso tardi
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i denti” considerò Ninetta. “L’avessi avuta io una
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e bianchi dell’elleboro, l’abito marrone era tutt
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che si allargavano verso l’alto assumendo forme bizzarre
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per rompere il ghiaccio. L’altro si frugò in
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sapore» e fece scattare l’accendino. ¶ Ninetta avvicinò alla
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Che sera, eh?» disse l’uomo alzando gli occhi
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Non ti avevo dato l’indirizzo.» ¶ «Nel quartiere si
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testa per quel ragazzo. L’amore era un’illusione
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di Castro, dove lui l’aspettava in un basso
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come adolescenti, e facevano l’amore con la furia
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del fiume Kemonia. Antonio l’assaporava con l’avidità
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Antonio l’assaporava con l’avidità di un giovane
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volta come se fosse l’ultima. ¶ Stanca e madida
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sarebbe di nuovo tornata. ¶ L’amore fuori tempo aveva
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era diventato insopportabile fare l’esattore. Riscuotere il pizzo
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riferirmi». ¶ Aranciu Pilusu affrontò l’amico senza indugi. ¶ «Taccitedda
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sei diventato pazzo!» urlò l’altro. «Glieli portavi i
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non riuscì a far l’amore con Ninetta. Se
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si fece sbirro, spattammo». ¶ L’uomo continuò a parlare
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i sentimenti per lei l’avessero cambiato. ¶ Ninetta lo
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sempre tu» la interruppe l’altro. ¶ «Insomma, che famiglia
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Sai che novità! Ce l’hai per abitudine di
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scuse: i gatti che l’aspettavano, le piante del
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sentivamo mai soli. Avevamo l’appoggio incondizionato dei nostri
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sarei sognato di accettare l’incarico di presidente del
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orecchie a punta, e l’incarico è stato affidato
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questioni. ¶ Ti abbraccio con l’affetto di sempre, prega
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tutti i palermitani facevano l’acchianata di monte Pellegrino
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Maruzza, la baciò per l’ultima volta e scivolò
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il suo amante. Antonio l’aspettava all’ingresso del
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Napoli. In mare aperto, l’ansia per il futuro
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si addormentarono sfiniti. ¶ Capitolo 13 ¶ L’orto botanico era deserto
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stesso. ¶ Si guardò intorno, l’umidità veniva su come
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di aggraziate succulente. Raggiunse l’angolo degli alberi monumentali
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giorni successivi a ricordare l’emozione di quel momento
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metri più in là, l’acqua sgorgava con foga
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Gli zampilli sottili fendevano l’aria, frammentandosi all’apice
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dietro il Gianicolo e l’aria era più pungente
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aria era più pungente. L’ombra scura del colle
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sollievo. “Almeno un problema l’abbiamo risolto” si disse
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figlia ha un problema». ¶ «L’avevo detto io» mormorò
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casa. ¶ Il contatto con l’aria lo fece rinsavire
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caseggiato dall’aria familiare. L’intonaco scrostato, l’androne
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familiare. L’intonaco scrostato, l’androne buio, i balconcini
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tramonto. ¶ «Nicolina» disse e l’emozione del ricordo lo
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c’avesse pensato non l’avrebbe fatto, percorse l
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l’avrebbe fatto, percorse l’atrio, salì al secondo
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i freni, non vedeva l’ora di dare seguito
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ve lo pulisco io.» ¶ L’uomo ringraziò con un
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il vestito. ¶ Mario dimenticò l’amore coniugale, l’obbligo
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dimenticò l’amore coniugale, l’obbligo di fedeltà, il
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con un gesto rapace, l’attirò a sé affondando
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sollevò le braccia verso l’alto, le unghie laccate
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di cotone. Lui sentì l’impulso di mordere, con
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arcuate. Al tramonto, quando l’ombra del campanile si
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minna, che le occludeva l’orizzonte, non sapeva che
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avanti un piede, poi l’altro e si lasciò
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la sconzajoco» la rimproverò l’altra seccata. Poi addolcendo
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sui piedi, ma perse l’equilibrio e ricadde indietro
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una gamba, tirandosi dietro l’altra come fosse morta
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tre zampe. E se l’avesse saputo Mario? ¶ “Ci
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me è poliomielite» ribadì l’uomo infastidito. Che ne
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con la lingua?». Ma l’altra sembrava irraggiungibile, aveva
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gli procurava una vertigine, l’aria gli mancava all
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cibo, si trovava con l’appuntato Monti nel cortile
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e del meno, poi l’appuntato si appartava nella
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di yoga, Mario imboccava l’uscita secondaria per una
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di sotto. Era quello l’unico brivido nella sua
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Tra un singhiozzo e l’altro, raccontò di Maruzza
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mentre si sfogava sentì l’animo gravato dall’angoscia
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su con il naso. ¶ L’altro fece una smorfia
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che lo abitava. “Ce l’ha di soperchio la
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un affetto disinteressato, restituendogli l’illusione di una giovinezza
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con la sua irruenza l’esile relazione con la
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giovinezza aveva conservato però l’insensata fiducia nella magia
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I ricordi si stratificavano l’uno sull’altro, senza
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biancheria. Tic, tic, tic, l’ago affondava nella stoffa
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quella per non perdere l’equilibrio; la destra, più
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Mario a starsene lontano.» ¶ L’altra si strinse nelle
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ricordare ai vivi che l’esistenza è un soffio
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un soffio, la memoria l’unico antidoto alla morte
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scritto lì.» ¶ «Mma, Ma…» l’assecondò la bambina. ¶ «E
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sole del primo pomeriggio. L’aria era tiepida, ma
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una folata gelida preannunciava l’inverno. I caldarrostai arrivarono
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pozza tra due barche. L’acqua color verde marcio
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che lui la seguisse. L’uomo le stava dietro
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come un soffio dentro l’orecchio. La donna si
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loro amico. ¶ Le vicine l’avevano accolta come una
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se ne stava quieto l’Intercity per Palermo, i
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i sedili rigidi: aveva l’aspetto consumato di un
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cuore pieno di paura. L’acqua a quell’ora
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città allegra come mai l’aveva vista. ¶ Mario arrivò
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le braccia sollevate verso l’alto, i pugni stretti
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orgoglioso, invece era turbato. L’amore gli pareva una
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felino davanti alla preda. L’agguantò con tutte e
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corpo della moglie con l’accanimento di un suicida
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loro imperfezioni fisiche, scambiando l’assenza di vergogna per
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salutarono sulla porta, appoggiandosi l’uno all’altra, i
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consiglio all’appuntato Monti. ¶ L’amico era impegnato in
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e puntate al soffitto, l’uomo forzava l’aria
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soffitto, l’uomo forzava l’aria dentro la pancia
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riempì di fragranze buone. ¶ L’appuntato intanto aveva aperto
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fissava: così felice non l’aveva mai visto. Sciolse
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vedere una cosa» continuò l’appuntato e tirò fuori
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e il viso piatto, l’altra grassottella, i denti
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ca’ nun ci curpi!» L’appuntato Monti assunse un
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me, mannaggia alla morte!» ¶ L’altro cominciò a camminare
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tutti e due» acconsentì l’appuntato. ¶ * * * ¶ L’inaspettata paternità
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due» acconsentì l’appuntato. ¶ * * * ¶ L’inaspettata paternità non fu
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inaspettata paternità non fu l’unico problema di quell
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ostinazione a ogni cambiamento. L’atmosfera nell’intero Paese
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La polizia li caricò. ¶ L’8 luglio a Palermo ci
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mastro muratore, lui se l’è cercata: era uno
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di famiglia, un proiettile l’ha colpita mentre stava
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o core» aggiunse comprensivo. ¶ L’altro aveva un’espressione
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è successo? Stava male?» ¶ «L’hanno trovata per terra
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mantenere la calma. Guardò l’orologio, erano le tre
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con le mani sotto l’ombelico, aspettando che la
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saliva dal pavimento, assecondò l’onda che nasceva sotto
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avevo nulla da fare». ¶ L’altra, intenerita, le diede
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mise a singhiozzare per l’umiliazione. ¶ «Matri Sant’Anna
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quel momento ed ebbe l’impressione che Melina stesse
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colonia, la mamma se l’attaccava al seno e
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annacquati. ¶ «Finiscila!» la rimproverò l’altra. «Con tutto quello
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al mondo, povera picciridda. L’ho tirata fuori a
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troppo sola» le disse l’ostetrica preoccupata, «hai bisogno
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di compagnia.» Poi prese l’iniziativa di mandare una
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tieni ’na creatura!» esclamò l’altro sorpreso. ¶ L’imprudenza
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esclamò l’altro sorpreso. ¶ L’imprudenza costò al Mancuso
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con la figlia. ¶ «Congratulazioni! L’hai scelto il nome
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di mezzanotte.» ¶ «Ma vossia l’ha vista la picciridda
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mi preoccupa. Il parto, l’allattamento e pure la
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di affetto, comprensione, tenerezza.» ¶ L’altro si accese una
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consiglio, qualche vitamina. Con l’aiuto del Signore ce
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protrusa all’aria, turbava l’armonia del visino. Un
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James Emman Kwegyir Aggrey ¶ L’amore è paziente, ¶ è
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è paziente, ¶ è benigno l’amore; ¶ non è invidioso
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amore; ¶ non è invidioso l’amore, ¶ non si vanta
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tutto spera, ¶ tutto sopporta. ¶ L’amore non avrà mai
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dell’animo. ¶ Zia Ninetta, l’unica della famiglia sopravvissuta
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li facianu caminari supra l’acqua senza vagnàrisi. Ogni
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urlato e lei, con l’animo colmo di pena
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i muscoli poco sviluppati; l’incarnato aveva una sfumatura
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faceva caso, gli bastavano l’affetto della zia e
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piena si ritirò, aveva l’animo arido e pietroso
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continuò con gli insulti l’altro, un tipo compatto
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è possibile» si ripetevano l’un l’altro pieni
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si ripetevano l’un l’altro pieni di speranza
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delle sue tasche. ¶ Senza l’affetto dei genitori, dopo
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affetto dei genitori, dopo l’abbandono di zia Ninetta
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a scattare. ¶ All’Albergheria l’infanzia durava poco, già
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in cerca d’aiuto. L’uomo lo ascoltò con
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la figura del garruso?» ¶ L’uomo era stato cacciato
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tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e
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Lasciò cadere sul pavimento l’abituccio misero, fece una
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piede. «Dove sei?» scherzava l’uomo. «Ah, se ti
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abbassavano senza alcun tremolizzo. L’uomo la assecondò finché
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un forsennato galoppo e l’uomo cominciò ad ansimare
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famiglia, attaccato ai soldi, l’uomo si rifiutava di
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tragedia: «La mia morte l’avrete sulla coscienza!» urlava
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gliene rimase uno solo: l’indipendenza economica. ¶ La madre
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generoooso» le diceva calcando l’accento sulla sfilza di
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sarto disposto ad assumerla. L’avrebbe pagata bene. E
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bancarella di frutta con l’acquolina in bocca. ¶ «Caspita
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rossi. Lui le fece l’occhietto. Melina, tremante di
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il braccio. ¶ S’incamminarono l’uno accanto all’altra
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ragazzo fantasticava sul futuro. L’idea di una famiglia
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rullino fotografico prese luce. L’unica foto che si
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pece e assenti come l’aria. ¶ Nella saletta del
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città era grande e l’atrio della caserma gli
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annichilito dai turni serrati. L’addestramento lo sfiancava e
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della sua coscienza. Perse l’appetito, il cibo lo
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seguito. ¶ “Se sono fortunato, l’indirizzo è sempre quello
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mobili dei rimpianti. ¶ «Succede. L’importante è ritrovarsi» rispose
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la sua acrimonia era l’unico mezzo per non
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solo. ¶ Al tramonto, quando l’oscurità si mischiò alla
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con la vocazione e l’odore di una barbona
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note struggenti che riempivano l’aria di malinconia. Zia
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balate scurite di pioggia, l’arcobaleno che si estendeva
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Bruciava come lava incandescente l’idea di aver mancato
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casa. Fu allora che l’Albergheria diventò nella sua
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nel silenzio che seguiva l’ultima nota, echeggiavano il
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una formichina operosa, così l’aveva abituata il padre
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gli mancarono le parole. L’altro ascoltò senza interrompere
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gialle di Porta Nuova. L’aquila bronzea ad ali
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pensieri, alle sue spalle l’insulto “sbirro” fischiò più
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a che fare con l’abbigliamento, aveva opposto un
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sai com’è geloso». ¶ L’altra aveva sbuffato, protestato
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la gonna, appena girato l’angolo, la posso arrotolare
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dai tempi del terremoto. ¶ L’aria era morbida, il
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vetrina, gemendo di meraviglia; l’altra la tirava via
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torvo. «Tieniteli da conto» l’ammonì una volta fuori
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era lui a rappresentare l’autorità costituita. Nei sei
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desiderio di legalità e l’istinto di sopravvivenza, avevano
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vogghiu beni chiù di l’Universu, ¶ chiù di la
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vista e chiù di l’arma mia. ¶ Si lu
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la jurnata, ¶ t’offro l’umili miu, solitu cantu
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inchino e aggiunse: «Finito». ¶ L’applauso si levò timido
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pensava, e quasi ce l’aveva con Teresina che
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Lui sua mamma non l’aveva mai conosciuta e
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mai conosciuta e disapprovava l’atteggiamento della ragazzina. Il
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che possiamo fare?» sospirò l’appuntato Mancuso. ¶ «Niente, solo
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a terra, stava mimando l’atto sessuale. Durò qualche
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tempestiva irruppe nel cerchio, l’acchiappò per i capelli
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la trascinò via: «Ve l’avevo detto che è
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Il silenzio gli sembrò l’unica difesa. ¶ Si avvicinò
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ferito da Roma. ¶ Nonostante l’atteggimento comprensivo di Melina
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volta i fiammiferi, o l’olio: una scusa c
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di divincolarsi. La vecchia l’afferrava per la treccia
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già dentro. ¶ Mario guardò l’orologio: «Puntuali come un
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scalciare. ¶ «Vieni» le disse l’appuntato con occhi dolci
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Come si cambia con l’età! ¶ Appoggiò l’orecchio
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con l’età! ¶ Appoggiò l’orecchio alla parete, la
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luce che smorzandosi suggeriva l’idea della fine, né
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lì, la famiglia ce l’aveva vicino, non esisteva
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era una donna seria, l’aveva specificato fin dal
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così acido da allappare l’anima. ¶ La piazzetta intanto
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avanzava a grandi passi, l’aria si riempiva del
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una bambina e lei l’aiutava a vestirsi, acconciava
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lavava il viso con l’acqua di rose, la
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cosa di femmine» concluse l’altra. ¶ Le campane suonarono
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sua bambina piagnucolava, era l’ora della pappa. L
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l’ora della pappa. L’aveva chiamata Khepri, mattinata
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San Giuseppe. ¶ Biko era l’ultimo nato della famiglia
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come il conte Ruggero. L’aristocratico era tornato da
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rendeva ancora più trasparente l’indaco del cielo. ¶ Le
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aveva una consistenza cremosa, l’alloro s’era ammollato
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labbra. ¶ «Amunì, che vuoi?» ¶ L’altra tirò un respiro
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urlò prima di girare l’angolo. ¶ Il piccolo strusciò
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lo so che vuole, l’ho pure portato in
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Melina sarcastica. ¶ Mamma Africa l’azzittì con uno sguardo
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chiamava “bianco mangiare”» disse l’altra, il suo sguardo
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ché altrimenti ti avvelena l’anima.» ¶ Melina si sentì
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nata» disse Mamma Africa, «l’istinto è più forte
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negli animali» si rammaricò l’altra, ma non proseguì
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a chista!» aveva esclamato l’africana con le mani
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a chi non ce l’ha» rilanciò Mamma Africa
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rigida disciplina della comunità l’avrebbe ridotta a un
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sentire. ¶ «Buonasera» disse poi l’uomo prendendo posto a
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con la suora. ¶ «Ce l’avete con me?» chiese
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credenza. ¶ Mario imbarazzato versò l’acqua nei bicchieri e
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lisciò il tovagliolo. Aveva l’impressione di essere di
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torta» intervenne Mamma Africa, «l’ho fatta fresca questa
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buono: «Non ci fate l’abitudine, è che oggi
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le dita che tormentavano l’orlo della gonna; con
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di liquore e brindarono. L’alcol riscaldò gli animi
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indignazione. ¶ «Lasciamo perdere» rispose l’uomo stringendosi nelle spalle
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pratica a signuri a l’anno è mezza dama
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Gli occhi allungati verso l’alto e i capelli
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sono carabiniere?» la rintuzzò l’uomo, aggiungendo poi in
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Madame; lei sapeva che l’orgoglio era un lusso
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frittata è conzata.” ¶ Sembrava l’avesse chiamata Maruzza, perché
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a sottrarsi, ma Melina l’afferrò per un braccio
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un po’ di ragione l’avevano: sua figlia era
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se il tuo non l’hai mai conosciuto». Nella
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debito a uomo che l’ha portata in Italia
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c’è nuddu» rispose l’uomo strizzando gli occhi
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di vita. ¶ Mamma Africa l’accolse con un abbraccio
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Tra una cucchiaiata e l’altra, puliva la bocca
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la mano e lei l’abbracciò forte. Quando si
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forte. Quando si staccò, l’altra era turbata, non
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un mese aveva imparato l’italiano e sapeva orientarsi
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prima di lasciarla andare. ¶ L’uomo arrivò all’appuntamento
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se fosse morta, chi l’avrebbe cresciuta? Doveva fare
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e diede uno strattone. L’uomo perse l’equilibrio
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strattone. L’uomo perse l’equilibrio, mollò la presa
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mai visto il mare. L’acqua argentata aveva lo
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esami di terza media. ¶ L’inverno di quel ’73 se
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non si presentò e l’estate arrivò con il
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tra le foglie ingiallite. L’acqua della propria cisterna
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della propria cisterna, Melina l’aveva destinata tutta al
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fin dal primo giorno l’edificio tetro e squadrato
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a rendere meno tetra l’atmosfera. ¶ Era stata Melina
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dolevano come se avesse l’artrosi, che un’umidità
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della figlia: “Vuole attirare l’attenzione” pensò considerando l
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l’attenzione” pensò considerando l’avvenimento una sorta di
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ginocchia si intravedevano sotto l’orlo, la ragazza non
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fumava una sigaretta dietro l’altra. Era una studiosa
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alcuna reazione. Era questo l’obiettivo di quella scuola
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concluso. ¶ La professoressa Esposito, l’unica laica della scuola
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che servivano ad alleggerire l’umore di Maruzza. ¶ Una
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fumo senza essere disturbata. ¶ L’insegnante ebbe un moto
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glielo dico» rispose Maruzza. ¶ L’insegnante si acquietò. Quello
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pare mia madre!» esclamò. ¶ L’insegnante si mise a
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braccia. «Ne parliamo quando l’hai letto tutto.» ¶ Maruzza
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il corpo, dall’altra l’anima. ¶ Capitolo 31 ¶ Il cavalletto
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mentalmente e, appena girato l’angolo, saltò sul sellino
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le piaceva correre con l’aria sulla faccia. I
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caffè tra le mani: «L’ho appena fatto» le
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unico, si allontanavano poi l’una dall’altra, per
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spino» le ordinò Maruzza. ¶ L’altra frugò nella borsa
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estremità. ¶ «Voilà, a te l’onore!» esclamò Caterina offrendo
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bianca rimase sospesa tra l’armadio e la tenda
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copriva metà della fronte. ¶ L’altra aprì anche la
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pochi mesi, e teneva l’atteggiamento di una mamma
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destro, comparso subito dopo l’amore e che non
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Vabbe’, succede quando fai l’amore le prime volte
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ci devi raccontare.» ¶ «Niente, l’ho conosciuto, m’è
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piaciuto, c’ho fatto l’amore.» ¶ Le altre rimasero