parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «L»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
voialtri? ¶ Il fuoco crepitava l’ultime faville che allampavano
2
1930
ultime faville che allampavano l’ossatura delle barche, i
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1930
un fiume d’olio, l’Oceano batteva la spiaggia
4
1930
a casa mia soltanto l’ossa. Non senti che
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1930
i risucchi verdi molinavano l’erbe roride di brina
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1930
perchè te lo insegnerà l’esperienza e vai sempre
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1930
si preme il fondo. L’ometto, ingiallito sul luogo
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1930
passato tra due rulli. L’incerato che ricopriva la
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1930
teschio arso e scaglioso. L’omino scrutò accorto il
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1930
Sei o non sei? – L’ometto trasse, come sondaggio
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1930
un volumetto rosso urlando: L’internazionale: Storia dalla sua
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1930
la mano, bello — disse l’ometto al Tarmito — tu
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1930
dove vieni? ¶ — Dall’Italia. — L’ometto si posò una
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1930
qualcosa! — disse il Tarmito. ¶ — L’aria, la luce, i
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1930
son da te. ¶ Mentre l’omino sfaccendava consigliava il
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1930
all’isole Malvine. ¶ Quando l’omino ebbe ridotto il
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1930
poco son da te. ¶ L’omino sparì entro un
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1930
fata, apparve una donna. L’omino battè una mano
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1930
è la mia ganza. ¶ L’omino doveva conoscere la
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1930
da ponti sotto cui l’acqua era come olio
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1930
son già morti, — ammoniva l’omino. ¶ Taluni di questi
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1930
portati da gente negra. ¶ L’omino condusse il Tarmito
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1930
colpo d’ascia risoluto, l’osso della mandibola scarnato
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1930
ne stavo acquattato entro l’ossatura di un albero
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1930
sicchè egli rimanga schiacciato. ¶ L’uomo scarno di cui
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1930
cui si udiva scricchiolare l’ossame, al triste ricordo
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1930
colonia dei liberi — disse l’omino. ¶ — Sempre compagno. ¶ — Lo
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1930
più spaventevole ancora è l’uomo nel suo delirio
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1930
acrimonia mordente del Profeta l’ascoltavano attenti e deferenti
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1930
Profeta parlava si aveva l’impressione come si udisse
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1930
colossale. Il negro aveva l’aria di chi cerca
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1930
mozziconi di sigaro, dondolava l’enorme testone qua e
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1930
della peluria. Egli aveva l’andatura del ragazzo quando
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1930
che nel Serchio — disse l’omino al Tarmito. ¶ Una
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1930
un trave, nell’accappiamento l’occhio di vetro schizzò
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1930
uscisse di cella per l’ultima volta con il
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1930
vendetta! Una vendetta! — rispose l’Argene. ¶ — Qui ha sudato
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1930
vendetta. ¶ — Una tragedia — asserì l’ometto. ¶ L’Argene camminava
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1930
tragedia — asserì l’ometto. ¶ L’Argene camminava per la
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1930
fuoco. Coteste cose voi l’avete apprese sui libri
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1930
Chetati: terra sterile — urlò l’omino. ¶ La stanza del
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1930
Quella è mercanzia — disse l’ometto accennando dei tomiti
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1930
darei anche lei — disse l’omino accennando l’Argene
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1930
disse l’omino accennando l’Argene — ma quelli no
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1930
ma quelli no. Ecco l’egoismo schiumato, quintessenziato, direi
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1930
libro ma dei libri. — L’ometto cominciò a sentenziare
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1930
a sentenziare con gravità: — L’animo con cotesto cibo
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1930
con parsimonia: il pesce, l’olio i libri e
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1930
acque stagnanti; prima che l’ancorotto potesse arare sul
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1930
camiciotti celesti, con su ’l capo i berretti baschi
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1930
di ingegnarsi, non è l’ora dei canti. ¶ — Vilona
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1930
d’avorio, con su ’l capo riccio un tarbusce
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1930
vilucchio delle barbe e l’altra aperta come una
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1930
le conti en centotrentasette. ¶ — L’hai voluta? ¶ — Legatela al
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1930
fritte in padella ¶ Massimamente l’osso della spalla ¶ Il
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1930
acquaiolo carico di barile. L’uomo aveva tamponato con
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1930
e roca: — Tu dici l’orazione? Avvicinati! ¶ La ragazza
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1930
aveva dilatato su tutta l’orbita con della tinta
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1930
la ragazza. ¶ — Cosa dici l’orazione? ¶ La voce, passata
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1930
un gatto appiattato tra l’ombra e la luce
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1930
Tarmito la guardava e l’ascoltava attento come chi
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1930
tono di voce, egli, l’aveva riudito, ma la
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1930
un velo, la ragazza l’alzò e disse: ¶ — La
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1930
disse: ¶ — La riconosci? ¶ — Sì. ¶ L’immagine era la madre
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1930
come un serpe; egli l’afferrò e quelli di
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1930
del Tarmito sbiancò, palpitando. L’argano salpava l’ancora
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1930
palpitando. L’argano salpava l’ancora in coverta. Quando
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1930
volta celeste, raddoppiata, concludeva l’infinito. ¶ Il Tarmito s
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1930
venti, tutto fremente, sollevava l’onde che trasparivano il
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1930
un nembo di faville. L’acque si luttavano nel
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1930
verde impenetrabile, remigavano con l’ali aperte a fior
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1930
sciame di pesci giganteschi l’abboccava e lo traeva
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1930
Pirenèo al cui impeto l’isola d’Atro s
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1930
era un silenzio profondo, l’enorme bestia pareva còlta
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1930
avesse strappato gli ormeggi. L’Oceano l’attrasse in
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1930
gli ormeggi. L’Oceano l’attrasse in un suo
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1930
un suo palpito bianco. ¶ L’Oceano ebbe il variare
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1930
dove diventava di cielo. L’onde, spumanti bianco sui
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1930
un disco bianco come l’ostia consacrata. ¶ Un marinaro
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1930
tinto di verde con l’uccellino pitturato di terra
81
1930
in andàna, una dietro l’altra, legate da una
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1930
al suo lavoro perchè l’acque son basse e
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1930
colli celesti. Rassegnato, pesca l’acqua. ¶ Parole nere battono
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1930
acqua. ¶ Parole nere battono l’ali sull’anima: — Mi
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1930
ossa degli umili esulteranno: l’Oceano ha lo strepito
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1930
in un mare pesante, l’onde lambirono lo scafo
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1930
già di accordi notturni; l’altomare celeste, i gorghi
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1930
acciaio senza riflessi. Tra l’abbaglio dei lumi, nera
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1930
curva del viandante che l’alzava per maledire, e
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1930
e rorida nella lontananza. L’ore morto battevano da
91
1930
vento che facevano rotear l’edificio alberato da antenne
92
1930
Sulle sponde del rio l’ossatura di un baraccone
93
1930
intorno ad un focone, l’ossame delle barche sulle
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1930
spalmate di catrame davano l’idea d’ossa d
95
1930
rimasto sulle secche chè l’acque continuano a ritirarsi
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1930
gente? ¶ — Quella è come l’avete lasciata voi. — Tutti
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1930
bottiglie, c’era appesa l’immagine della Madonna del
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1930
cliente. ¶ — Il viso ce l’hai, aggrottescato da quel
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1930
egli esclamò — Ho capito l’arcano. ¶ Amedeo e il
100
1930
peso sui velacci ma l’inquietudine non gli faceva
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1930
guardando la città. ¶ — Dove l’avete imbarcato? — chiese il
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1930
di affamati che aspettasse l’ora dell’arrembaggio alla
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1930
arrembaggio alla città alta. L’accampamento si allungava di
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1930
che pareva elevato contro l’avanzata dei cenciosi. Lontani
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1930
bolliva sul grigio stagnante. L’alba insanguinò i rossi
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1930
portare oltre il mare l’onta della schiavitù. ¶ Le
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1930
eliche del piroscafo sconvolsero l’acque vorticosamente, gli argani
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1930
anelli della catena assommando l’ancora, quando il maniglione
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1930
virò la prua verso l’antemurale, si apprestò a
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1930
ancorotto e pareva premesse l’aratro. Gli occhi intrepidi
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1930
Gli occhi intrepidi fissavano l’arco del mare: CRISTOFORO
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1930
il braccio teso verso l’infinito deve significare: Lì
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1930
infinito deve significare: Lì. L’ancora è il simbolo
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1930
si accostò timoroso. Entrò: l’andito era buio e
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1930
impastati d’ossa calcinate: “L’Italia del Popolo”. Sopra
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1930
bocca che pareva esalasse l’ultimo sospiro. Il velluto
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1930
quasi a voler palpare l’infinito: — Beati questi occhi
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1930
di fortuna terzarolata e l’altra ammainata; nembi d
119
1930
timone a orza perchè l’impeto dell’acque rompeva
120
1930
fra i denti scrutava l’abisso. Da un momento
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1930
è cascato dal pensatoio. L’indomani rialzammo la vela
122
1930
col vento, nè con l’acqua, ma diventa amico
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1930
le cui fatiche se l’ingollò il mare: — Ebbimo
124
1930
una allo stretto e l’altro al Golfo del
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1930
Ben detto. ¶ — Verità scritta. ¶ — L’arabo dice: Piuttosto udire
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1930
come segno di fortuna, l’ormeggio sicuro, il viaggio
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1930
anni altere e per l’eterno verde ¶ e l
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1930
l’eterno verde ¶ e l’alto muro delle antiche
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1930
malvagia ¶ spiando occulto ove l’armento pasca; ¶ il selvatico
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1930
del mare in burrasca ¶ l’irto cinghial dagli occhi
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1930
porto, io in persona l’avevo aspettato a Ponte
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1930
tu di quali sei? ¶ L’uomo poggiò le mani
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1930
sua. — E quasi dicesse l’orazione, il cantore barbottando
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1930
mi addiletta tal soggiorno, ¶ l’estate c’è la
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1930
è la grossa malattia ¶ l’inverno sempre il temporale
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1930
il grecale. ¶ Sottosopra rivolse l’onda insana ¶ e noi
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1930
Guinea, Capoverde, il Brasile, l’Indie, la Plata, la
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1930
Alaska. Tutti avevano circonnavigato l’America, l’Africa, toccato
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1930
avevano circonnavigato l’America, l’Africa, toccato l’India
140
1930
America, l’Africa, toccato l’India, il Giappone, la
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1930
alla famiglia, e fantasticavano l’approdo estremo al piccolo
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1930
dove stroscia, sciambrotta, sciaborda l’onda densa e morta
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1930
densa e morta. Oltre l’antemurale esplodeva la luce
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1930
tonfando, ruppe in frangenti l’acque stagnanti; prima che
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1930
il tempo di scrutarlo. L’uomo arrancò ratto sulla
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1930
maestra lattata di brina; l’ombra nera parve quella
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1930
ombra si distendevano verso l’Alpe; sulle fiancate celesti
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1930
dei cani erano come l’ultime voci spaurite della
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1930
lavacro matutino egli sentì l’anima grondare tutte le
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1930
gli sfebbrò il cuore. ¶ L’orrido Casone con le
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1930
gabbia. Un dì o l’altro si sarebbero spezzati
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1930
di primo mattino tra l’acre profumo della terra
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1930
diacciato dall’acque correnti. L’ebrezza gli fece desiderare
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1930
ebrezza gli fece desiderare l’isola della Patagonia, con
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1930
il Tarmito vide ricomposta l’ossatura di Cuore trasumanato
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1930
massime: Guardate la natura. L’acqua ferma imputridisce. Il
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1930
le avrebbe cancellate per l’eternità. ¶ Il paese di
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1930
sonante, il Tarmito ebbe l’illusione d’entrare nel
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1930
stupore veruno e continuò l’opra dicendo soltanto: — Sei
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1930
te lo dissi che l’acqua ferma imputridisce! ¶ Il
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1930
che tutti siamo acciecati. L’idea è un’altra
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1930
idea è un’altra, l’idea è: Molas, Alsina
163
1930
SCHIAVO PORTATOR DI COLONNE ¶ L’UMILE STIPE DEL COLLEGIO
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1930
OPEROSA ¶ TENTÒ PRIMO INTEGRAR L’IDEA DI UN PIÙ
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1930
Patria — disse Cuore accennando l’estremo riposo. ¶ Una sera
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1930
madre continuava a singhiozzare; l’ampio petto sollevato dagli
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1930
là dal mare. Per l’Americhe. ¶ La madre con
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1930
pianto pareva avesse raddoppiato l’Oceano. — Deve traversar tutto
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1930
profondità del mare, con l’alghe accercinate alle chiome
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1930
saliva che aveva preso l’acredine virulenta del sale
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1930
ginocchioni sull’ammattonato, con l’unghie graffiva le connettiture
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1930
ad agucchiare: ¶ — Quel figliolo l’ho trascurato?! ¶ Di questo
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1930
Di questo rimorso, che l’acerbiva, volle anche confessarsene
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1930
rispose il Tarmito distratto. ¶ L’ultimo giorno di permanenza
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1930
il cuore invelato filava l’Oceano. Durante il desinare
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1930
vie del paese risentivano l’albore del cielo, le
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1930
cielo, le darsene specchiavano l’alba sotto le barche
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1930
sul mare. Nella campagna l’ontanete risentivano la freschezza
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1930
Il treno aveva preso l’impeto della corsa sfrenata
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1930
sul cielo viola. Sotto l’Alpe, i campi, qua
181
1930
delle pinete parevano consolare l’ossa dei morti. ¶ Le
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1930
contro i picchi taglienti. L’Altissimo, sull’ordine dei
183
1930
mondo. Tutti si stringevano l’uno all’altro, a
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1930
di essere pungolate verso l’ammazzatoio. ¶ Amedeo si sbrancò
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1930
nuovo c’era ancorata l’andàna dei bastimenti del
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1930
E a che fare? ¶ — L’ossigeno tanto è consumarlo
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1930
raccolti nel pensiero medesimo. ¶ — L’America non è più
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1930
gli antichi sentenziavano che l’ospite e il pesce
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1930
morti sulle spalle. ¶ Oltre l’antemurale s’udiva uno
190
1930
ritmo dell’eternità, riempiva l’intrico dei sartiami, le
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1930
piedi non si ritorna. L’onde rompevano sull’onde
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1930
non si rifiuta mai. ¶ L’aria della taverna era
193
1930
capo in sù, squadrò l’insegna su cui lampava
194
1930
vetro riluceva immobile entro l’orbita, l’altro sembrava
195
1930
immobile entro l’orbita, l’altro sembrava un occhiello
196
1930
altro sembrava un occhiello. L’uomo aveva dell’imbalsamato
197
1930
il mento. ¶ Qualcuno rabbrividì. L’effigie era stata veduta
198
1930
il quale guardò meravigliato l’uomo misterioso. ¶ — Sono io
199
1930
sono fatte le spie. ¶ L’occhio di vetro non
200
1930
di vetro non mutò l’espressione insulsa. L’altro
201
1930
mutò l’espressione insulsa. L’altro scolava lacrime sul
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1930
petto che sussultava; e l’uomo tremava. ¶ L’uomo
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1930
e l’uomo tremava. ¶ L’uomo con un colpo
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1930
di dito si tolse l’occhio falso dall’orbita
205
1930
se posso essere spia. ¶ L’uomo era del paese
206
1930
terre egli aveva propagandato l’idea e si era
207
1930
paese natìo. I catecumeni l’avevano invocato tante volte
208
1930
ma un dì comparve l’effigie nella rubrica dell
209
1930
sotto ratti. Nessuno salutò l’uomo. Egli brancolò come
210
1930
là?! ¶ — Son io — disse l’uomo; poi entrando nella
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1930
bovi, e che poi l’avessero raschiato con una
212
1930
Sembrava che nello sbollentarlo l’avessero tenuto per i
213
1930
una palla di concio. ¶ L’uomo una notte parlò
214
1930
mi vedesse sarei perduto. ¶ L’indomani fui arrestato nella
215
1930
mia lingua, dovevo gesticolare. L’uomo si fece ventola
216
1930
potevo articolar verbo. Allora l’uomo s’alzò e
217
1930
Certo per darmi coraggio l’uomo mi fece fissare
218
1930
veduto? — mi disse gelido l’uomo che mi aveva
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1930
alle mie spalle contratte. ¶ L’indomani il mio ritratto
220
1930
mi lordasse di sangue. L’occhio buono sembrò vedere
221
1930
gelide e inanimate come l’effigie di smalto sopra
222
1930
allora? — chiesero tutti ansanti. ¶ L’uomo s’annodò il
223
1930
Egli s’era tolto l’occhio di vetro e
224
1930
castigo aveva invaso anche l’anima del ciabattino e
225
1930
avevano battuto al Casone, l’unico a mentovare l
226
1930
l’unico a mentovare l’associazione era stato il
227
1930
ritorno verso la bestialità. ¶ L’umanità, sfrondata da tutte
228
1930
era il termine e l’ascensione suprema. ¶ Bestialità o
229
1930
carne e dello spirito. L’individualismo esasperato, sospinto alle
230
1930
può e deve signoreggiare l’Io. ¶ Idee più grandi
231
1930
che frattati uno contro l’altro suscitavano il fuoco
232
1930
fanti, guardate la natura. L’uomo qui s’angoscia
233
1930
la sua sazietà stessa l’angoscia. ¶ I catecumeni eran
234
1930
cimitero è la Patria. ¶ L’uomo parlava con la
235
1930
fiume gonfio che porta l’acque soverchie al mare
236
1930
mi chiamo Cuore — e l’uomo si posò una
237
1930
la grotta d’Aronte. L’acqua ferma marcisce. ¶ Un
238
1930
Ma egli udiva anche l’ondeggiar dell’erbe e
239
1930
La gente fuggiva atterrita l’uragano. ¶ La grand’alpe
240
1930
torso come i rimorchiatori l’alzaia. Un vettone d
241
1930
guerre, et maxime per l’Italia et hanno a
242
1930
nate e non create! ¶ L’ipocrita che dava le
243
1930
e le casse, scrissero: L’inferno è sotto il
244
1930
Morte ai frati. Finita l’opra, rovesciarono il bugliolo
245
1930
società segrete avevano abbracciato l’idea redentrice. ¶ Nei porti
246
1930
là dal mare annunziava l’avvento della grande idea
247
1930
notte tempo era cieco. L’avevano condotto costì dal
248
1930
audacia. Le occhiaie sotto l’ombra delle ciglia folte
249
1930
morti. Egli si faceva l’eco di questi spettri
250
1930
rivolta. ¶ Il cieco era l’ideatore delle azioni temerarie
251
1930
improvvise piene del fiume. L’unico conforto è il
252
1930
impose: — Liberiamoli! ¶ I neofiti l’ascoltavano ad occhi aperti
253
1930
la fuga di Bakunine, l’orso di Basilea, dall
254
1930
i ghiacciai passò come l’arcangelo della rivolta. Egli
255
1930
di un pioppo, lungo l’argine rotto, a un
256
1930
barcone col tagliamare fendeva l’acqua, le staminare tritolavano
257
1930
acqua, le staminare tritolavano l’arcate dei ponti. Al
258
1930
la trivellavano i tarli, l’ossa del cranio roventivano
259
1930
fu spenta dal vento, l’acqua percotendo i vetri
260
1930
il vento avesse spalancato l’uscio. La tenda sventolò
261
1930
Sì. ¶ — Voi siete? ¶ — Noi! ¶ L’uomo tese una mano
262
1930
era irrigidita al muro. L’uomo toltosi il berretto
263
1930
tutti un tenue sorriso. L’uomo rimase in piedi
264
1930
su quel volto martoriato l’impronta di una contegnosa
265
1930
feste del sole elaboro l’egoarchica e possente signoria
266
1930
stesso. In me palpita l’assurdo e sublime mistero
267
1930
le braccia antelucane, tra l’ardente fiamma del sole
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1930
Spinoza, Descartes, Shelling, Hegel, l’essere supremo di Robespierre
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1930
di tonnina e cipolle. L’uomo badava a declamare
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1930
accaldati alla sua dialettica. ¶ L’uomo e i catecumeni
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1930
dalla parte di levante. L’intrico delle pagliole e
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1930
nuda terra intorno a l’uomo che aveva la
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1930
i Profeti ¶ — Dio appare, l’uomo si annienta. Più
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1930
fa grande e più l’umanità diventa miserabile. Nella
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1930
la caduta dell’uomo. ¶ L’apostolo si alzava rigido
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1930
alzava rigido armato con l’impeto della passione distruttrice
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1930
I catecumeni sembravano comunicati. ¶ L’apostolo più pacato parlava
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1930
il tramonto delle speranze, l’ombra della sconfitta, il
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1930
amore per la compagna: l’esser precipitati avvinghiati nell
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1930
precipitati avvinghiati nell’abbiezione, l’algide notti accosciati sotto
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1930
catecumeni. ¶ — Di rabbia — rispose l’uomo asciuttandosi col dosso
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1930
diventati di cielo torbato. L’apostolo s’era immerso
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1930
lì presso. Piovigginava e l’acque sembravano fiorire di
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1930
Quando il fiume risucchiò l’acqua, il visionario fu
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1930
i suoi occhi straniati. ¶ L’uomo trasse di tasca
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1930
cordino giallo, lo snodò, l’aprì, trasse un libretto
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1930
il cuore dei catecumeni. L’uomo sorrise felino. Disse
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1930
aveva stazionato e predicato. L’uomo chiamò a sè
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1930
giorni di sollevazione, sembrava l’orrendo carcame di un
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1930
giacere sul concime con l’abito con cui andò
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1930
avevano gli occhi e l’istinto della volpe. I
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1930
fondaccio del Casone e l’acqua per intridere il
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1930
Casone c’era anche l’osteria dei Trascurati, tanto
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1930
disse: — Sarebbe come significare: l’inferno non esiste e
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1930
dietro la chiudenda beveva l’acqua che scolava dal
296
1930
dell’orbite e receva l’acqua dal telaio dei
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1930
Quando i cavalli ebbero l’acqua sopra gli zoccoli
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1930
acqua sopra gli zoccoli, l’attacco si raddoppiò nella
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1930
dall’andrione al carro l’inceratino fu bagnato da
300
1930
nera uscì di sotto l’arcata ammainata all’asta
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1930
piena, il cataletto, con l’acqua ai mozzi, parve
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1930
segni di Cristo. Tutte l’ombre che si aprivano
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1930
delle darsene, a strappare l’ulivo benedetto, lo vedevano
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1930
dita a coltella faceva l’atto di recidersi la
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1930
dice che lo sacchettano: l’aspettano di notte tempo
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1930
casamento. La prigione era l’orologio dei poveri. Un
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1930
puntute. Visto di dentro, l’orologio pareva un girarrosto
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1930
tutte trasudavano acqua diaccia. L’aria la davano di
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1930
il cielo di nero, l’isole sembravano enormi scafi
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1930
era lessata dalle salive, l’ultimo se la mangiava
311
1930
Il carceriere mirandoli per l’ira, da rosso vinaccia
312
1930
Casone che un tempo l’abitavano le monache: anche
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1930
in fondo al giardino l’avevano trasformata in Carbonaia
314
1930
La piletta con su l’Jesus il calice e
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1930
Jesus il calice e l’ostia consacrata era il
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1930
la gamba drittagna non l’alzava se il piede
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1930
diceva tra sè: — È l’unico modo per farli
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1930
qualche vagabondo epilettico, dopo l’attacco, rimaneva cenderone sul
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1930
boschi. ¶ — Ma la mandragola l’ho meccanicata io — accampava
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1930
che tu ci vedi. L’altro dì li messi
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1930
il ladro di macchia, l’acceffa-galline, il rentacchio
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1930
a farneticare: — Cotesto falso l’ho rimesso all’onor
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1930
a palate e tornano l’estate grassi come tordi
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1930
là, viscida come glie l’avessero leccata le lumache
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1930
Zoppa camminando non divincolava l’anche anzi era piantata
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1930
tutta irta di spille, l’arnese sembrava un porcorpino
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1930
linda e lisa dava l’idea che il cliente
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1930
la gabbia e sventolava l’ombellico rattratto. Un tàitte
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1930
pitizzavano come due galli. L’altro, smunto di ritorno
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1930
a fare? ¶ — Tu, che l’hai segnato. ¶ — Te certo
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1930
nere aveva le unghie, l’abito dall’uso era
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1930
somministrato del tossico. — Guardatemi l’unghie, i denti, gli
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1930
bene e ne vedrai l’effetto — ¶ e l’infermo
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1930
vedrai l’effetto — ¶ e l’infermo stabaccava una presa
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1930
sconsolata si doleva chiamando l’affogato: — Oreste, Oreste, Oreste
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1930
pescò una custodietta con l’ossa benedette di San
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1930
una nuvola di bambagia, l’erbe e l’arie
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1930
bambagia, l’erbe e l’arie argentate dalla notte
339
1930
mare, cielo capovolto verso l’abisso, le paranze avevano
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1930
il ghiaino, sparivano sotto l’ombra delle acacie verso
341
1930
trasportati dal vento. ¶ Verso l’orizzonte restavano immoti sull
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1930
udivano i ranocchi sorseggiare l’acque stemperate di stelle
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1930
e di turchino, diacciavano l’aria. Per distrazione alcuno
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1930
profondità del firmamento. Quando l’alba spense tutto in
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1930
disperso! ¶ — Quanti morti! ¶ — Italo l’ho sepolto io sulla
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1930
Datemi la mano — e l’ardito stese la sua
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1930
si domandarono tutti sorpresi. ¶ L’ardito aveva il viso
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1930
aveva sforbiciati. ¶ — Chi sarà? ¶ L’ardito sembrava sbalordito. ¶ — Di
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1930
eri sperso là per l’Americhe! ¶ — Sì. ¶ — Ma di
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1930
diretti alle loro case. ¶ L’ardito rimase solo: non
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1930
grimi gli uccelli. Quando l’ardito fu sull’arcate
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1930
ali sopra una graticola. L’ardito si fermò stupito
353
1930
di S. Francesco aveva l’acceso candore dell’avorio
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1930
cielo terso e profondo. ¶ L’ardito, col cuore diventato
355
1930
nidi. ¶ Sperso là, per l’America, egli era volato
356
1930
I gabbiani sciamando percotevano l’acque, l’aguglie sguisciavano
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1930
sciamando percotevano l’acque, l’aguglie sguisciavano argento. Tra
358
1930
vapori eruttavano fumacee nere. ¶ L’immutabile vinse. L’ardito
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1930
nere. ¶ L’immutabile vinse. L’ardito scompannandosi esalò il
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1930
grand’Alpe del Carchio. ¶ L’ardito agguantò una spranga
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1930
del Faro ed ebbe l’illusione che il pietrame
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1930
sogno. ¶ I navarchi accennando l’ardito si chiedevano incuriositi
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1930
chiedevano incuriositi: — Chi sarà? ¶ L’ardito era il secondo
364
1930
e a denti serrati. L’uomo, navigatore ardito, che
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1930
mentre faceva vela per l’Americhe. La signora Dina
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1930
la bocca sigillata e l’occhio impietrato nel taglio
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1930
della indovina. Molti ragazzi l’attorniavano attoniti; ciò faceva
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1930
era gobbo ed orbo. L’infermità lo colse in
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1930
aveva del domenicano sofista, l’alito gli sapeva di
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1930
rabdomante ma lui sentiva l’acqua di cielo. Molte
371
1930
Divinità. Federigo conosceva anche l’arte del negromante. Sapeva
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1930
modo e a verso l’olio dalla bocciuola della
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1930
profumo di una rosa, l’umidore della bocca aveva
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1930
a casa tenendolo sotto l’ascelle — Coraggio, dromedario! ¶ L
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1930
l’ascelle — Coraggio, dromedario! ¶ L’indomani il gobbo, purgato
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1930
pesca viola schiacciata. ¶ — Chi l’avrebbe detto che eri
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1930
ch’egli aveva sposato l’idea dell’Anarchia. La
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1930
Tarmito diluviava il pasto. L’aria salmastra, il vento
379
1930
mattinata e Filiberto sentiva l’odore dello sparmaceto in
380
1930
dentro i cenci e l’ossa di San Valentino
381
1930
figgiu du diaul! — poi l’ira gli annodava la
382
1930
santissime mani in capo, l’ha presa la demonia
383
1930
lievitato dai colpi, mostrava l’ammaccature al Tarmito: — Per
384
1930
A quei dì invece, l’orrido Casone, nei giorni
385
1930
dai mari a disseppellire l’ossa umiliate. Di là
386
1930
prima volta gli apparve l’ostia consacrata tralucente il
387
1930
li stesero uno tocca l’altro come nella trincea
388
1930
gli effluvi, il regamo, l’uva, la salvastrella, la
389
1930
col ferro di cavallo, l’edera e il quadrifoglio
390
1930
santini col calice e l’ostia, la Madonna dei
391
1930
con le daghe recidevano l’erbe alte, i palei
392
1930
ciglio davanti casa sua. L’acque croccolavano nei fossatelli
393
1930
siepi mattinavano le verle. L’estate aveva steso ad
394
1930
tritolavano la sassaia, sorseggiavano l’acque dei fossati, l
395
1930
l’acque dei fossati, l’indaco del cielo. ¶ I
396
1930
alberi e parevano risoffiare l’ombra sull’erbe intenerite
397
1930
in riposo ad Aquileja. L’Abate colpito da una
398
1930
polvere bianca che spengeva l’andatura pesante, tra il
399
1930
dell’alga palustre ritemperava l’aria salmastra. Nel verde
400
1930
caporuota di prua fendeva l’ondeggiare delle quote, il
401
1930
Il fasciame schiavardato mostrava l’ossatura delle staminare simili
402
1930
vi rifletteva toni dorati. L’imbandigione era per tre
403
1930
con delle manopole bianche. L’ufficiale aveva la carnagione
404
1930
scintillava sul viso, abbagliava l’altro occhio che si
405
1930
sigillava nell’orbita molle. L’ufficiale pareva si cibasse
406
1930
altare. ¶ Una granata schiantò l’altro lato della nave
407
1930
della nave sparpagliando pietrame. L’imbandigione fu inghiottita dalla
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1930
il cigolìo delle carrucole. L’astro d’argento lampò
409
1930
i falaschi, fe’ alzare l’acqua sulle lame abbozzite
410
1930
sull’astro, pareva aspettassero l’abbaio dei cani. ¶ — Qui
411
1930
Queste son pietre focaie. ¶ L’ufficiale bianco si stradò
412
1930
bianco si stradò sotto l’ombra delle acacie. ¶ I
413
1930
ma lui di sotto l’arcate della loggia dell
414
1930
areoplani, quando la notte l’astro stupiva d’ombre
415
1930
sole del Carso e l’elmo rovente, v’erano
416
1930
v’erano coloro che l’estate portavano l’ombrello
417
1930
che l’estate portavano l’ombrello da sole. Qui
418
1930
all’idea di passare l’eternità della vita nell
419
1930
bianco che significar vorrebbe l’ostia consacrata. ¶ — Io sulla
420
1930
e al Remito che l’ascoltavano a orecchi ritti
421
1930
testa nel ventre. ¶ — Non l’empiresti con la piena
422
1930
abbandonato da secoli: soltanto l’erpice delle granate poteva
423
1930
comun danno impera ¶ e l’infinita vanità del tutto
424
1930
sole che li trapelava. L’isola dei pioppi addensati
425
1930
i draghi lo allumachivano. L’acque dei fossati prendevano
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1930
il riverbero del sole l’arcate del portico sul
427
1930
di sole cadente dietro l’altar maggiore. Nel sotterraneo
428
1930
prete. ¶ — La natura imita l’arte — rispose il poeta
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1930
muro ombravano le tombe. L’ombre eran trapuntate in
430
1930
uccelli, le coccole fiorivano l’erba non mietuta. L
431
1930
l’erba non mietuta. L’albero maestro del campanile
432
1930
bifora fissava il Carso. ¶ L’orologio era fermo. Un
433
1930
là, sulle aie, recitavano l’Angelus. ¶ La notte calante
434
1930
martellìo della tradotta e l’udivano di lontano chè
435
1930
sui cristalli argento, sciogliendo l’immagine in sogno: — Oggi
436
1930
divelti dalle rotaie recintava l’orto infoltito d’ortaglie
437
1930
concimaie. Il capostazione con l’aria di un deportato
438
1930
il facchino sbracalato confitta l’asta di una bandierina
439
1930
sulla proprietà i temerari, l’arcile e la madia
440
1930
arcile e la madia, l’arca e il pancone
441
1930
degli uomini di pena. ¶ L’uomo del mare, dagli
442
1930
custodiremo come nostri figli. ¶ L’uomo della terra e
443
1930
ferro. ¶ La tradotta dinoccolava l’ossame sulle rotaie, i
444
1930
il fronte. ¶ Fu dato l’ordine di discendere e
445
1930
venivano in giù con l’andatura stanca dei bifolchi
446
1930
gettavano sui fieni con l’abbandono di quando riposavano
447
1930
schiantati dalle granate mostravano l’ossame rosso, le sassa
448
1930
Ho chiappato quell’uccellino ¶ l’ho tenuto compiti sett
449
1930
su’ mamma ¶ e se l’è morta la ci
450
1930
la ci stia ¶ quando l’ero in prigionìa ¶ non
451
1930
battaglione marciava a rilento, l’ossa s’erano appesantite
452
1930
peso, le cinghie risegolavano l’ascelle, i piedi sbollentati
453
1930
focaie crepate fu dato l’alt. Sotto la sassaia
454
1930
una quinta di faggi. L’effluvio che alita nelle
455
1930
videro col viso celeste. L’alba gelò il sudor
456
1930
torchio, ma lasciateci vedere l’ultim’ora con chiarezza
457
1930
in ogni vena e l’orbite schizzeranno via gli
458
1930
sulle strade, ha digrumato l’erbe, le ha rifrante
459
1930
con le scarpe e l’elmo. Qualcuno ammusato accennava
460
1930
Un soldato che aveva l’andatura del marinaro dalla
461
1930
mare: gli zigomi e l’ossa del mento stretti
462
1930
Trieste. È vero che l’Italia si difende sulla
463
1930
ma il marinaro brama l’acqua salmastra. Io ho
464
1930
Io ho difeso sempre l’Italia, anche quando non
465
1930
è morto là, per l’Americhe dove si era
466
1930
Perchè anche tu, dato l’età, sei un volontario
467
1930
guerra la chiamavano rivoluzione, l’avrebbero accettata anche loro
468
1930
Carso — disse il marinaio. — L’inferno, ma non temere
469
1930
accorgeva che gli pigliava l’insulto s’aggranfiava al
470
1930
sotto il treno che l’aveva schizzato a pezzi
471
1930
detto che questo è l’inferno — disse il Tarmito
472
1930
si accovacciarono uno tocca l’altro come in capanna
473
1930
Tacevano; e sognavano. Era l’estate dei morti. Vedevano
474
1930
vampate della polvere nera. ¶ — L’ossa sembrano schegge di
475
1930
sognavano bovi fermi sotto l’aratro rosso, intelaiati sulle
476
1930
il capo e bruciata l’anima spurgano, schizzano boccate
477
1930
fuoco. Denti verticali spezzano l’armatura delle trincee. Furie
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1930
pietrisco. Ranocchiaie mostruose sorseggiano l’acqua marcia. I soldati
479
1930
del Sabotino c’era l’incendio di una carbonaia
480
1930
vivessero sarebbero qui. Ora l’abbiamo imposta agli altri
481
1930
Quando il Tarmito fe’ l’atto d’avventarsi su
482
1930
gemito umano. Il Tarmito l’afferrò per il collare
483
1930
piuttosto strangolare che seguirlo. ¶ L’ossa di Nicodemo cominciarono
484
1930
segno d’infausto presagio. L’anima di Nicodemo s
485
1930
jena che fece diacciare l’ossa del Tarmito. ¶ — Triste
486
1930
sentì fiatare sul viso l’alito caldo del cane
487
1930
si udì un sibilo, l’uomo che piantonava la
488
1930
una lancia. ¶ — Un salvagente. ¶ — L’arsaglino e le sagole
489
1930
allunga la bibita con l’acqua dolce. ¶ — L’untume
490
1930
con l’acqua dolce. ¶ — L’untume lo spurga. ¶ — Domani
491
1930
gonfio come una botte. ¶ — L’acqua non frigge in
492
1930
perennemente agitata dal vento, l’ossa di Nicodemo già
493
1930
parte di cielo. Quando l’alba lampò sulle fiancate
494
1930
fiancate dentro s’udì l’urlìo che s’ode
495
1930
un vascello in isfacelo. ¶ L’insonnia, l’umidore, gli
496
1930
in isfacelo. ¶ L’insonnia, l’umidore, gli eventi avevano
497
1930
gli eventi avevano appesantito l’ossa del Tarmito, lentamente
498
1930
commettiture delle pietre tra l’erbe, spolveravano nero sul
499
1930
tutte le massime e l’anima si denuda: — Che
500
1930
il Tarmito non ricordava l’effige, gli apparve bianco