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Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1538
vero, allor che intese ¶ La mirabil cagion di tanto
2
1538
smarrito. ¶ Asconde il sol la sua fulgente chioma, ¶ Spezzansi
3
1538
apronsi i monti, ¶ Trema la terra e 'l ciel
4
1538
dì sè s'erge la mente ¶ Sì che, d
5
1538
unita ¶ L'anima, errò la man cieca smarrita, ¶ Torcendol
6
1538
l gran padre irato, ¶ La cui gran forza il
7
1538
con lume divin ferma la fede. ¶ Bella cagion, che
8
1538
il dolce imperio e la bontade, ¶ Che parve ascosa
9
1538
Il nodo che legò la tua infinita ¶ Bontà, ma
10
1538
Dio dell'onor suo la gloria intera. ¶ Non giungon
11
1538
prigion, servo, legato ¶ Sotto la dura legge e l
12
1538
è il trionfo solo, ¶ La cui gloria per tempo
13
1538
forza all'opra. ¶ Vuol la nostra salute, e bada
14
1538
di lei, ma nè la mente ¶ Pur ombreggiasse il
15
1538
altera ¶ Contra dell'altra la vittrice schiera ¶ Mostra il
16
1538
Nè dell'alta umiltà la gloria vera: ¶ Sempre le
17
1538
l'altrui sangue assecurar la mente. ¶ Ma nel Signor
18
1538
e 'n tale stato ¶ La morte e l'avversario
19
1538
dopo 'l bel morire, ¶ La gloria dell'eterna sua
20
1538
si scrisse; ¶ Ma con la stampa sua nel cor
21
1538
giusto sdegno suo colui la tolse ¶ Che sol forma
22
1538
nodo universal non mai la sciolse, ¶ Perchè non la
23
1538
la sciolse, ¶ Perchè non la legò, nè meno in
24
1538
nè meno in forse ¶ La lasciò di cader; ma
25
1538
senza spezzar nè aprir la porta ¶ Del bel cristallo
26
1538
gli è fidata scorta; ¶ La castità, benchè si fosse
27
1538
pallidetta e smorta. ¶ Ma la fede la tenne, e
28
1538
smorta. ¶ Ma la fede la tenne, e disse, ch
29
1538
sempre più bella ¶ Risplender la farà di gente in
30
1538
un bel sol che la rende ¶ Tal, che falda
31
1538
unqua non pêra; ¶ Miri la vergin sacra, madre vera
32
1538
e 'l sol che la comprende ¶ Dentro e d
33
1538
non t'apriva ¶ Con la divina bocca il petto
34
1538
e dentro e fore ¶ La virtù, i sensi ed
35
1538
notti ne togli; e la serena ¶ Tua luce il
36
1538
ora insieme ¶ Risplender con la veste umana in cielo
37
1538
umana in cielo. ¶ Onde su nel sempre bel
38
1538
Al fedel servo qui la cara speme. ¶ SONETTO XCI
39
1538
vera vita, ¶ Che con la propria sua da sè
40
1538
al doloroso gioco, ¶ Chè la morte gli chiuse: onde
41
1538
chiuse: onde s'aperse ¶ La strada a noi del
42
1538
nudrica. ¶ SONETTO XCIV. ¶ Mentre la madre il suo figlio
43
1538
nel fido pensiero ¶ Scorgea la gloria del trionfo altero
44
1538
acerbo e fero; ¶ Ma la vittoria dell'eterno impero
45
1538
XCV. ¶ Un foco sol la Donna nostra accese ¶ Divino
46
1538
umile e pura ¶ Io la mente aggia, e sì
47
1538
chiara e secura ¶ Viva la fede mia d'ogni
48
1538
perigliosa, infesta! ¶ O con la schiera ebrea, ch'ardita
49
1538
E rinfreschi col pianto la radice. ¶ Verità sei! Dicesti
50
1538
Seco ne innesta or la bennata pianta, ¶ Onde vita
51
1538
languido il fior, nera la fronde. ¶ Ma spero ormai
52
1538
malvagio verme, ¶ Che dentro la radice mia s'asconde
53
1538
vede ¶ L'aere e la terra e l'uno
54
1538
aperto ¶ Le mostra, e la piagata man le porge
55
1538
vuol talor mostrar, discerne ¶ La mente; e sol quand
56
1538
disgombra. ¶ SONETTO XXXVIII. ¶ Poichè la vera ed invisibil luce
57
1538
ch'al ciel conduce? ¶ La cui virtù con l
58
1538
con l'esempio, ¶ Con la moderna istoria e con
59
1538
quell'ale ¶ Ch'egli, la sua mercè, conceder suole
60
1538
suole. ¶ Col primo, natural, la voglia indegna ¶ Vince quel
61
1538
udirà con vivo zelo ¶ La celeste armonia l'anima
62
1538
l'invoglia ¶ A lasciar la bramosa indegna voglia ¶ Di
63
1538
al lume vero ¶ Volga la vista del contrito core
64
1538
guerra ¶ Vincer sicuro, e la celeste pace ¶ Lieto acquistar
65
1538
XLV. ¶ Se per serbar la notte il vivo ardore
66
1538
Dei carboni da noi la sera accensi ¶ Nel legno
67
1538
notte oscura ¶ Per noi la porta all' inimico vento
68
1538
s'incontra me vien la profonda ¶ Acqua mondana irata
69
1538
occhi; e tanto più la spoglio ¶ Del suo vigor
70
1538
Al Padre Eterno con la mente pura, ¶ Che veste
71
1538
ed oscura è ancor la mente, ¶ Pur son tutti
72
1538
pensier, l'opre e la fede ¶ Discerne; nè velar
73
1538
il primo padre e la sua donna, ¶ Dobbiam del
74
1538
biasmare altrui; ¶ Ma con la speme accesa e dolor
75
1538
Aprir dentro, passando oltra la gonna, ¶ I falli nostri
76
1538
Uopo non fora mai la cieca gente ¶ Cercare in
77
1538
bel lume ardente. ¶ Ma la nebbia dei sensi a
78
1538
ch'ad un fin la conduce ¶ Or nelle stelle
79
1538
mortai colori. ¶ Non sottragge la grazia, nè ci asconde
80
1538
grazia, nè ci asconde ¶ La bella luce l'immortal
81
1538
caro padre, ergi sovente ¶ La speme a lui, c
82
1538
dal proprio amore. ¶ Con la croce, col sangue e
83
1538
l'arder che suole ¶ La tua bontade al mio
84
1538
dentro, ¶ Che almen lontan la scaldi tu, gran sole
85
1538
con fede viva ¶ Portin la legge tua scritta nel
86
1538
Santa. ¶ Già si rinverde la gioiosa speme, ¶ Che quasi
87
1538
Render può l'uom la viva eterna face, ¶ Quand
88
1538
senso infermo piace. ¶ Apre la calda e sempiterna luce
89
1538
primavera orni ed ammante ¶ La terra, e corran puro
90
1538
oggi nel pensier sotto la mano ¶ Di Battista, il
91
1538
dona il pegno ¶ Con la colomba; ed ei con
92
1538
più acuto sprone ¶ Trovar la nostra eterna regïone ¶ Per
93
1538
amore ¶ Avean vinto e la legge con la fede
94
1538
e la legge con la fede, ¶ Il dono che
95
1538
scoverse ¶ Colui, che con la vita al padre offerse
96
1538
errore. ¶ SONETTO LXV. ¶ Quando la croce al Signor mio
97
1538
cibo è stato, e la sua vita ¶ Di quel
98
1538
Dal soverchio desio nasce la tema ¶ E fa che
99
1538
Il mal fugge e la noia, ¶ E sol m
100
1538
gli alluma intorno, apre la mente ¶ Umíle alle scïenze
101
1538
ed altro monte ¶ Scopre la viva fede all'intelletto
102
1538
l'uom diletto invano. ¶ La fè mostra al disio
103
1538
onore. ¶ SONETTO V. ¶ Con la croce a gran passi
104
1538
prender non soglio unqua la lima ¶ Del buon giudicio
105
1538
non adorno ¶ Nè tergo la mia rozza incolta rima
106
1538
anch'ei volando, ¶ E la ringrazia in tal modo
107
1538
ch'oltre 'l poter la lingua snode; ¶ Tal io
108
1538
usato lucido lampeggia, ¶ Muovo la penna spinta dall'amore
109
1538
che in un momento ¶ La può far degna; ch
110
1538
pur ch'io con la precinta vesta, ¶ Con gli
111
1538
e presta, ¶ Per aprirgli la porta; e piana e
112
1538
m'offerse; ¶ Ma perchè la man santa non m
113
1538
m'additi, ¶ Dicendo: Ecco la cieca che non scerse
114
1538
Al vero ardor con la sua parte interna; ¶ Ma
115
1538
più salda e ferma ¶ La stabil pietra della sua
116
1538
insieme, e vuol che la pietade ¶ Sua dolce il
117
1538
Avute in pregio per la breve gioia, ¶ Che li
118
1538
a quel ch'entro la face ¶ Del calor vero
119
1538
pioggia lo irrore ¶ Onde la vite del divino amore
120
1538
l'ombra in tutto la ricopra, ¶ E poscia indarno
121
1538
vivo interno ¶ Del cor la fede sua fondata e
122
1538
Condurmi al porto per la via men dura: ¶ O
123
1538
ben ricco tesoro, ¶ Che la può far con largo
124
1538
gelata mente? ¶ È forte la virtù, l'esca possente
125
1538
lume ardente. ¶ Guerra, disunïon, la viva face ¶ Minaccia e
126
1538
E scalda in guisa la mia fredda speme, ¶ Ch
127
1538
periglioso e rio. ¶ Con la piagata man dolce e
128
1538
un lampo eterno entro la mente; ¶ E non sì
129
1538
che di Dio per la man pura ¶ Del santo
130
1538
manchi il fango uman la sua figura! ¶ Lungi da
131
1538
vile. ¶ SONETTO XXIV. ¶ Perchè la vista e più la
132
1538
la vista e più la mente adombra, ¶ Della propria
133
1538
d'amore, ¶ Andrebbon con la croce all'erto monte
134
1538
monte ¶ Per sentir con la morte dolce vita ¶ Non
135
1538
dal ciel porta ¶ Dentro la piaga del suo destro
136
1538
spirito alcun gli apre la porta, ¶ Dicon che inganna
137
1538
guardo al mio Signor, la cui grandezza ¶ Non cape
138
1538
i suoi tesori e la vaghezza ¶ Ch'ei scopre
139
1538
rotonda ¶ Palla celeste con la mente salda, ¶ Ella usa
140
1538
quanto giace qui sotto la luna, ¶ La morte, il
141
1538
qui sotto la luna, ¶ La morte, il mondo e
142
1538
Veggio il sol di la su splender fra noi
143
1538
stessa, i sensi e la ragione umana, ¶ Andrei con
144
1538
e seco intiera ¶ Vuol la nostra virtù solo per
145
1538
proprio inferno. ¶ La patria, la ragion svegli l'ardire
146
1538
fiori oppur fronde novelle ¶ La terra, nè sparir fa
147
1538
Nel più sereno ciel la vaga aurora; ¶ Con quanti
148
1538
SONETTO CVIII. ¶ ARGOMENTO. ¶ Invidia la sorte di Giulia moglie
149
1538
e le speranze chiuse ¶ dove insieme la ragion
150
1538
chiuse ¶ Là dove insieme la ragion ristrinse! ¶ L'amato
151
1538
d'altrui sangue tinse ¶ La veste, quando alto timor
152
1538
che dovunque altri vada ¶ La sua gloria udirà crescer
153
1538
sempre in orto ¶ Sarà la luce sua, per cui
154
1538
l'alma contenta, ¶ E la mia qui del suo
155
1538
rami apre, anzi raccoglie ¶ La cima, e tutto 'n
156
1538
che nel mal cresca la fede. ¶ SONETTO CXII. ¶ Quante
157
1538
Ma con lume maggior su contende; ¶ Odo che
158
1538
eterno onore. ¶ Non cambierò la fè, nè questo scoglio
159
1538
ei volle sgombrar pria la mia mente ¶ Con quel
160
1538
aspiri. ¶ CANZONE. ¶ I. ¶ Mentre la nave mia lunge dal
161
1538
nodrirsi sempre. ¶ Ma par la speme a quella il
162
1538
lunge al mio sol la man raffrena. ¶ V. ¶ Poscia
163
1538
miglior tempo lor fuggì la spene. ¶ Ma basti vincer
164
1538
sdegna quel sol che la sostiene; ¶ Chè quante io
165
1538
L'anima accesa e la cuopre e rinforza ¶ D
166
1538
pena ogn'altra; e la cagion può tanto, ¶ Che
167
1538
dispietato inizio. ¶ Del padre la pietà, di te l
168
1538
Che m' ha fatto la mente e il cor
169
1538
il cor di smalto, ¶ La vostra gran virtù s
170
1538
abbandonata! ¶ Sempre dubbiosa fu la mente mia: ¶ Chi me
171
1538
Semo per voi: e la sorella il fratre, ¶ La
172
1538
la sorella il fratre, ¶ La sposa il sposo vuol
173
1538
sposa il sposo vuol, la madre il figlio. ¶ Ma
174
1538
per cosa, ¶ Per far la mente mia gioiosa e
175
1538
dì di pasca in la gentil stagione. ¶ Era coi
176
1538
veloce: ¶ Non han con la fortuna tregua o patti
177
1538
il mal successo, ¶ Che la memoria il petto ancor
178
1538
e solo, ¶ Tenendo con la speme il doler misto
179
1538
dell'antica gloria ¶ Orna la nostra etade, e sua
180
1538
di bello ottiene, e la divina ¶ Interna parte vince
181
1538
chiari spirti eterno tempio: ¶ La carta il marmo fia
182
1538
altra vita. ¶ RIME ¶ Stampate la prima volta nell'edizione
183
1538
nel suo albergo, e la mia mente ¶ De' suoi
184
1538
giunge lieto e ardente ¶ 've l'invio, sì
185
1538
Pianger l'esilio e la perduta speme ¶ Di veder
186
1538
Morte mi tolse e la mia cruda stella ¶ Il
187
1538
giusto sdegno acceso ¶ Cacciar la fera gente a Dio
188
1538
E ver che amor la strada erta dimostri ¶ Di
189
1538
sempre nel diletto nuove ¶ La giusta man con santo
190
1538
manca il vigore, ¶ Contra la mia salute anch'io
191
1538
A GIOVANNA D'ARAGONA. ¶ La mente avvezza al suo
192
1538
cieco error smarrita. ¶ Se la natura e 'l ciel
193
1538
E noi nel pianto la purghiamo insieme. ¶ SONETTO LXXXIV
194
1538
alma si duole: ¶ Chi la sua vita vide e
195
1538
sua vita vide e la mia vede, ¶ Eguale alla
196
1538
vede, ¶ Eguale alla virtù la pena crede: ¶ Quella sospira
197
1538
quella spoglia ¶ Pianto ha la tua, beato, almo, sincero
198
1538
Dice perchè non celebra la memoria del padre suo
199
1538
mancare il pensier, cader la mano. ¶ Nè può le
200
1538
Spinge il voler che la ragion non cura. ¶ Ben
201
1538
non ho più presente ¶ La fida scorta di quel
202
1538
già visto splendor chiara la mente! ¶ Atra notte di
203
1538
Orna di propria man la fronte altiera: ¶ Chè la
204
1538
la fronte altiera: ¶ Chè la sua dotta musa oggi
205
1538
invitto animo altiero ¶ Volgo la mente ognor, fermo il
206
1538
uman si scorse, ¶ Anzi la virtù vera e la
207
1538
la virtù vera e la beltade, ¶ In lui rifulser
208
1538
S'ebbe tal gloria la più chiara etade. ¶ SONETTO
209
1538
chiara etade. ¶ SONETTO XC. ¶ La mia divina luce e
210
1538
onor m'invita, ¶ E col bel pensier sempre
211
1538
col bel pensier sempre la porta: ¶ A l'una
212
1538
l'altra gloria apro la porta; ¶ E se dai
213
1538
fosse seguita, ¶ Io goderei su quell'infinita, ¶ E
214
1538
in parte ¶ Che saria beata, e qua felice
215
1538
il moto, l'ordin, la misura; ¶ E gli altri
216
1538
altri poi, che con la mente pura ¶ Alzâr sopra
217
1538
stessi tanto, ¶ Ch'ebber la fede vera e 'l
218
1538
largo, e a me la stella ¶ Sì parca, che
219
1538
miei, ¶ Che ritien con la vista, e come suole
220
1538
vista, e come suole ¶ La ferma in lui, per
221
1538
non veder men bella ¶ La vostra lode, e tôrmi
222
1538
XCIII. ¶ Spense il dolor la voce, e poi non
223
1538
error palese ascosa porto ¶ La cagion, poscia al cor
224
1538
suo sposo. ¶ Vid'io la cima, il grembo e
225
1538
e salde ¶ Mentre stabil la terra e mobil l
226
1538
gloria ¶ Cader non può la mia depressa e umile
227
1538
luce, u' più celar la crede ¶ Più la discopre
228
1538
celar la crede ¶ Più la discopre e sè medesmo
229
1538
gli dà il frutto la smarrita speme; ¶ Dal qual
230
1538
il petto carco, ¶ Mostro la minor parte e l
231
1538
Con secca speme rinverdir la voglia, ¶ Legar di nuovo
232
1538
quando discioglia ¶ Segno maggior la vista altiera ed alma
233
1538
insegna amor, e agevolar la salma, ¶ Mentre più alto
234
1538
nel dolce cader scemar la doglia, ¶ Perch'abbia altrui
235
1538
altrui del mio languir la palma. ¶ Soave cibo mi
236
1538
ch'accende in ciel la quinta sfera, ¶ Dal sommo
237
1538
più stringe il cor la fiamma ardente, ¶ Corro all
238
1538
amata luce al ciel la chiama e spinge, ¶ Folta
239
1538
finge, ¶ Che fia di se qui l'appaga
240
1538
minor del proprio inferno. ¶ La patria, la ragion svegli
241
1538
il mondo adorno, se la terra porge ¶ Le sue
242
1538
e altiero volo ¶ Giunger la mente al mio sommo
243
1538
dolce ed ameno: ¶ Morte la svelse allor ch'ella
244
1538
fia l'ultimo segno ¶ La bella luce ch'è
245
1538
Piagner l'aere e la terra e 'l mar
246
1538
sè virtudi accolse! ¶ Quanto la nuova libertà m'increbbe
247
1538
minor il dolor, maggior la speme: ¶ Morì il rimedio
248
1538
martir non mi distempre, ¶ La cagion s'appresenta e
249
1538
se d'alto desir la mente accesa ¶ Vaneggia astretta
250
1538
non me 'l vieta la terrena scorza; ¶ La quale
251
1538
vieta la terrena scorza; ¶ La quale, e spesso, di
252
1538
alzar sopra di lei la mente. ¶ Celeste luce ed
253
1538
mostra ove drizzar convien la vela ¶ Per questo mar
254
1538
fragil pensiero ¶ Soccorso attende la mia debil vita; ¶ Quando
255
1538
mio bel sole altiero ¶ La scorge con la sua
256
1538
altiero ¶ La scorge con la sua luce infinita, ¶ Dicendo
257
1538
a farmi forte, ¶ Porgi la man che morte mi
258
1538
si dole. ¶ Non toglie la materia il nome eterno
259
1538
nell'alte menti sei la prima, ¶ Esser de' tua
260
1538
prima, ¶ Esser de' tua la più pregiata sede. ¶ Fin
261
1538
viva all'occhio riede, ¶ La tua memoria nella nobil
262
1538
invidia qua giù, nè su merto, ¶ Di fama
263
1538
tuffar nel cieco oblio ¶ La memoria del ben, dal
264
1538
al mio piè finchè la vaga ¶ Aura vital sostien
265
1538
vedrà il tempo mai la gloria estinta. ¶ Felice chi
266
1538
con noi rara ventura. ¶ La gran virtù per questo
267
1538
momento ¶ Quel, ch'era la mia stella e 'l
268
1538
anni cari. ¶ Questa è la legge di quel rio
269
1538
alta virtute, ¶ Ch'è la scala del ciel, l
270
1538
che tardi a venir la sua salute, ¶ Per seguir
271
1538
e del duol morte la spoglie. ¶ SONETTO LXXV. ¶ ARGOMENTO
272
1538
degna ¶ L'alma, che su goda o qua
273
1538
caldo del desio: ¶ Chè la sua verde speme in
274
1538
larga aprilla, ¶ Che non la fa maggior novel dolore
275
1538
manto? ¶ Conobbi allor che la passion il vero ¶ Mostrava
276
1538
desiri e pianti veri, ¶ La cagion immortal vuol che
277
1538
Muove, e quella ragion la colpa toglie, ¶ Che fa
278
1538
toglie, ¶ Che fa viva la fede e 'l duolo
279
1538
alto pensiero ¶ Di lodar la cagion, piangere il danno
280
1538
n terra è ancor la prima ¶ Luce che 'l
281
1538
terra il gelo o la fredd'ombra ¶ Dissolve e
282
1538
spente. ¶ Così mi sforza la nimica sorte ¶ Le tenebre
283
1538
Le tenebre cercar, fuggir la luce, ¶ Odiar la vita
284
1538
fuggir la luce, ¶ Odiar la vita e desiar la
285
1538
la vita e desiar la morte. ¶ Quel che gli
286
1538
all'altrui dolore. ¶ Mirando la cagion, cresce l'ardore
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1538
cresce l'ardore; ¶ Non la mirando voi, che vi
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1538
ne par che non la finga, ¶ Ma sempre intorno
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1538
e di viole ¶ Stava la terra, e 'l mar
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1538
fin del desio lascia la speme. ¶ Nè laccio il
291
1538
Come t'interni in la divina luce? ¶ Giusta man
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1538
e duce. ¶ SONETTO XXIX. ¶ La ragion, ch'assai tempo
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1538
l desir freni e la mente rischiari. ¶ SONETTO XXX
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1538
in ciel unita ¶ Con la sua luce glorïosa ed
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A che sempre chiamar la sorda morte, ¶ E far
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1538
Vincer me insieme e la nimica sorte. ¶ Gli schermi
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1538
opre. ¶ SONETTO XXXII. ¶ Riman la gloria tua larga e
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1538
mezzo il suo corso la vita, ¶ Quando al fin
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1538
il mondo adorno, ¶ Vaga la terra e 'l ciel
300
1538
e invaghir sì, che la vostra ¶ Or sento e
301
1538
poi questa produce; ¶ Ma la mia fa beata l
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1538
nostra, ¶ Che ne mostrò la via che al ciel
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1538
girar degli anni. ¶ Pur la noia de' miei gravosi
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cerco darle in man la morta vita, ¶ Perchè di
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albergo anzi divin ricetto? ¶ La scorta, il lume 'l
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cieco error smarrita. ¶ Se la natura e 'l ciel
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1538
SONETTO XXXVII. ¶ ARGOMENTO. ¶ Invidia la sorte dei genitori di
308
1538
Amor, se morta è la mia prima speme, ¶ Nel
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1538
avrò nell'ore estreme. ¶ La vita e 'l bel
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1538
più, meno divora ¶ Signor la fama vostra, e d
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1538
Nei saggi petti ognor la vostra gloria. ¶ Per proprio
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1538
è il vero onor, la gloria bella: ¶ Nascosta è
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1538
vento, ¶ C'hanno smarrita la lor propria cura. ¶ Di
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1538
e caro, ¶ Ch'ambo giù ne strinse e
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1538
desiderio giunto, ¶ Non sofferse la gloria: onde mi duole
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1538
nero, ¶ Questo d'oscurità la notte priva, ¶ E se
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1538
l proprio arder rinnova la mercede: ¶ Chè se fuggì
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1538
fuggì il piacere e la speranza, ¶ Con maggior forza
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1538
forza allor s'armò la fede. ¶ SONETTO XLIV. ¶ Quanto
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1538
Dimostrò il mondo, e la mia pena antica ¶ Mi
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1538
Come all'or che la vide chiara in terra
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1538
vincerà l'alto pensier la guerra. ¶ SONETTO XLV. ¶ ARGOMENTO
323
1538
pensiero, ¶ Sopra le stelle, la fortuna e 'l fato
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1538
ciel da' primi anni la mia mente, ¶ Che la
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1538
la mia mente, ¶ Che la ritiene ancor viva ed
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1538
glorie al mondo sole. ¶ La mente il raggio bel
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1538
sì dubbia speranza erga la mente. ¶ Nè men convien
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1538
Nè men convien tra la perduta gente ¶ Cercar rimedio
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1538
L. ¶ Sperando di veder su 'l mio sole
330
1538
sua quarta spera. ¶ È la sua luce d'ogni
331
1538
intera: ¶ Non s'asconde la notte o il dì
332
1538
Qui co' be' rai, con la forma vera
333
1538
be' rai, là con la forma vera. ¶ Sono i
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1538
Le frondi verdi fa la dolce spene ¶ Ch'egli
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1538
l'alma le porse ¶ La dolce libertà ch'io
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1538
dolce soggiorno! ¶ Ma fu la speme al ver lunge
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1538
invoglia: ¶ Ch'io scemi la sua gloria assai mi
338
1538
suo gran nome toglia. ¶ La pura fè, l'ardor
339
1538
raggio altero, ¶ Ch'è la sua scorta, il mio
340
1538
veste? ¶ SONETTO III. ¶ ARGOMENTO. ¶ La morte del Pescara rialza
341
1538
Pescara rialza in Italia la insegna di Francia. ¶ Quella
342
1538
quell'ardire, ¶ Che per la tua vittorïosa mano ¶ Fece
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1538
imprese tue felice fine. ¶ La chiara fama qui, la
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1538
La chiara fama qui, la gloria bella ¶ Lassù nel
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1538
Fugge il piacere e la speranza insieme, ¶ Come dunque
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1538
speranza insieme, ¶ Come dunque la piaga si rinfresca? ¶ Chi
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1538
diede il tempo o la stagion favore: ¶ La spada
348
1538
o la stagion favore: ¶ La spada, la virtù, l
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1538
stagion favore: ¶ La spada, la virtù, l'invitto core
350
1538
Fur li ministri tuoi la state e 'l verno
351
1538
chiare onde ¶ Solcava già la mia spalmata barca, ¶ Di
352
1538
Ma l'alma ancor la fida stella scòrge. ¶ SONETTO
353
1538
nè morte il sciolse, ¶ La fede l'annodò, tempo
354
1538
con novei colori ¶ Orni la terra de' suoi vaghi
355
1538
Teneste l'alma, era la nostra vita ¶ Morta in
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1538
manchi al cor fedel la vostra aita ¶ Contro il
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1538
X. ¶ A quale strazio la mia vita adduce ¶ Amor
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morte svelse. A lui la grave salma ¶ Tolse un
359
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li scoperse il vero. ¶ La morte fama al suo
360
1538
Nel mio bel sol la vostra aquila altera ¶ Fermando
361
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lui d'intorno, ¶ Fan la notte fuggir che gli
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D'eterna fiamma ornò la bella spoglia, ¶ E di
363
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Or gode in ciel la più onorata palma. ¶ SONETTO
364
1538
quel m'appaga molto. ¶ La grata vista il lagrimar
365
1538
ciò non fusse, per la dolce vena ¶ Delle lagrime
366
1538
Come non depos'io la mortal salma ¶ Al miglior
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1538
Che temev'io con la mia scorta armata ¶ Il
368
1538
caro scoglio miro intorno ¶ La terra e 'l ciel
369
1538
son nate, allora ¶ Scaccia la vaga vista e 'l
370
1538
arco tese ¶ Che fe la piaga, ch'or serbo
371
1538
offende; ¶ Già mi tolse la pace, or me la
372
1538
la pace, or me la rende ¶ Quel bel principio
373
1538
in dolce affanno. ¶ E la ragion che prima il
374
1538
XXI. ¶ Di gravosi pensier la turba infesta ¶ Così combatte
375
1538
turba infesta ¶ Così combatte la mia miser'alma, ¶ Che
376
1538
l viver lungo e la terrena salma ¶ Prova più
377
1538
e più molesta. ¶ E la cagion ch'al mio
378
1538
lungi e amari giorni, ¶ La propria man dal duol
379
1538
Che il cielo avvinse la natura e amore, ¶ Tolse
380
1538
Quel ch'or vedi su nel santo regno
381
1538
l mortal velo, ¶ Spronando la ragion, frenando i sensi
382
1538
non ti fa minor la gloria in cielo, ¶ Come
383
1538
io con queste piume. ¶ La luce sparve e 'l
384
1538
Onde al desio che la speranza atterga, ¶ Convien che
385
1538
ch'io sento ¶ Cader la fede al sollevar dell
386
1538
accesa mente. ¶ E disse: la sua notte all'empio
387
1538
Ardor, l'oro immortal, la vera luce. ¶ SONETTO C
388
1538
C. ¶ Non sol per la sua mente e pura
389
1538
lieto sen gisse ¶ Verso la gloria al suo martirio
390
1538
offerse ¶ Il buon Signor la piaga, e tai gli
391
1538
costato aperto; ¶ A noi la strada assai più corta
392
1538
E vi raccolse con la forte mano ¶ Dentro l
393
1538
altri ciechi dura morte. ¶ La tua fortezza celere e
394
1538
e stanco; ¶ Nè per la notte il dì viene
395
1538
ange il core, ¶ Nè la sazïetà fastidio rende. ¶ Gradito
396
1538
quel nodo ¶ Che diè la pace, la salute e
397
1538
Che diè la pace, la salute e 'l modo
398
1538
alma inchino, e con la mente lodo, ¶ E dell
399
1538
timore, ¶ L'ardente carità, la fede viva ¶ Della Donna
400
1538
foco acceso ¶ Nè mostrâr la virtù viva ed ardente
401
1538
fugge ogn'ombra, ¶ Onde la fiamma sua, che scaccia
402
1538
vero obietto. ¶ Non può la mia finita egra virtute
403
1538
forte e interna fu la sua difesa. ¶ Il mortal
404
1538
tanta umiltà v'alzò la mente. ¶ Il loco, gli
405
1538
securo segno. ¶ E per la stella e per lo
406
1538
d'amor sovente torno ¶ su con l'alma
407
1538
che con soavi canti ¶ La gloria del Signor là
408
1538
La gloria del Signor su lodate, ¶ E con
409
1538
bei fochi eletti, ¶ Legate la preghiera, che non erra
410
1538
con puri alti pensieri ¶ La vostra guerra in ciel
411
1538
Ma se ben per la patria e per l
412
1538
v'armaste, e per la pace eterna, ¶ D'altra
413
1538
altra maggior virtù fu la vittoria; ¶ Voi v'inchinaste
414
1538
concesse a voi per la sua gloria. ¶ SONETTO CXIII
415
1538
assalto, ¶ L'angel, per la cui forza elle il
416
1538
dritto calle al ciel la mente: ¶ E qualor l
417
1538
al giunger mio trovi la porta. ¶ E perchè il
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1538
c'hai di me la cura, ch'ei ti
419
1538
Nell'altro ov'ei la legge al popol diede
420
1538
quanti bei secreti scopre ¶ La sua mercede, chi da
421
1538
ben più tanto amara ¶ La tua avversaria ch'ogni
422
1538
suo onor, e tu la gloria ¶ Del signor che
423
1538
armi. ¶ Non può fallir la tua secura mira, ¶ Perchè
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1538
l piede erri o la man si disarmi; ¶ Chè
425
1538
entro 'l tuo cor la tua vittoria. ¶ SONETTO CXIX
426
1538
te quanto intera ¶ Diè la sua forma e le
427
1538
Onde fra noi per la sua sposa eresse ¶ Il
428
1538
Spirto, ch'io segua la bell'orma umíle, ¶ I
429
1538
mostrasti ¶ Quanto può con la grazia un core umano
430
1538
Le piaghe ond'ei la morte e 'l mondo
431
1538
vari modi onora; ¶ Per la prima che venne, e
432
1538
egli in oriente ¶ Lieto la scorge, lieto l'accompagna
433
1538
alma amica, ¶ Quando più la consuma ardente e pura
434
1538
Ond'allor per destar la pigra terra, ¶ E quetar
435
1538
pigra terra, ¶ E quetar su il ciel, riprese
436
1538
E intrando in mezzo la spietata guerra ¶ Tolse agli
437
1538
via ¶ Col favor di su correr leggiero; ¶ Onde
438
1538
suo giusto impero. ¶ Allor la fede mostra in quella
439
1538
face ¶ Del divin figlio la beata speme ¶ Delle infallibil
440
1538
con le promesse insieme ¶ La bontà, che le dona
441
1538
raggio dell'ardor che la governa. ¶ SONETTO CXXVII. ¶ Quanto
442
1538
fin, nè mezzo eguale: ¶ La ragion par col senso
443
1538
Bon puote ella abbracciar la breve terra, ¶ Signoreggiando il
444
1538
il proprio amore, e la non certa fede ¶ Delle
445
1538
ed alla luce prima; ¶ La cui beltà non mai
446
1538
sua patria vera. ¶ Ma la sempre rubella voglia altera
447
1538
CXXXIV. ¶ Parmi veder con la sua face accesa ¶ Ir
448
1538
cavalieri han già compresa ¶ La lor pace futura, e
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1538
a ciascun giova ¶ Che la guerra cominci, e s
450
1538
sì felice impresa. ¶ Già la tromba celeste intorno grida
451
1538
lagrimoso verno, ¶ E percota la pietra, u' per governo
452
1538
pace gode ¶ Sì, che la guerra sprezzi e tenga
453
1538
omai sì carca, ¶ Pietro, la rete tua, che se
454
1538
l'assale o intorno la circonda, ¶ Potria spezzarsi e
455
1538
e a rischio andar la barca; ¶ La qual, non
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1538
rischio andar la barca; ¶ La qual, non come suol
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1538
gli affanni, ¶ D'assai la tua bontà vince ogni
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1538
carco d'orrore, ¶ Deposta la superbia e i ricchi
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1538
il bel raggio tuo la cieca gente! ¶ Senta il
460
1538
con mano armata ¶ Batte la mia colonna entro e
461
1538
entro e d'intorno, ¶ La notte in foco e
462
1538
beata, ¶ Sua mercè, con la mente: onde portata ¶ Sono
463
1538
dolce riso in pianto ¶ 've io prima toccai
464
1538
Se di quel di su l'alma s
465
1538
Saran già colme; con la verga in pace ¶ Si
466
1538
alto diletto ¶ Gli promette su, rivolge il piede
467
1538
nostro infermo lume appanna ¶ La nebbia rea delle speranze
468
1538
durò 'l suo pane, ¶ La gente ebrea dal ciel
469
1538
opre amorose e con la mente ¶ Fedele e salda
470
1538
non consente, ¶ A cui la scorge, unqua volgersi a
471
1538
face; ¶ Nè fede per la cui luce verace ¶ Gioia
472
1538
l suo stesso veder la inganna e adombra. ¶ SONETTO
473
1538
Discopre il sol che la tien seco unita, ¶ Onde
474
1538
Benchè 'l velo mortal la cinga ancora; ¶ Quanto dolce
475
1538
che 'l ciel onora; ¶ La cui luce l'intrata
476
1538
cui il possente ¶ Raggio la gloria in prima offesa
477
1538
accende ¶ Contra di sè la viva luce ardente. ¶ Arsa
478
1538
Arsa da cotai fochi, la infinita ¶ Sua virtù parve
479
1538
spirto al suo ritorno ¶ su sente il desir
480
1538
Gli è quel che la fa andar leggiera e
481
1538
d'intorno. ¶ Poco vive su; ma son quei
482
1538
rivolto ¶ A quella di su beata speme, ¶ Mostra
483
1538
gridando dice ¶ Non con la lingua più, ma sol
484
1538
or apre or serra, ¶ La chiave il fonte eterno
485
1538
e mai non erra ¶ La fede umíl che regge
486
1538
a misura, ¶ Che ove la macchia è impressa ivi
487
1538
più umile. ¶ SONETTO CLVII. ¶ La bella donna a cui
488
1538
qui della divina ¶ Luce su, che d'ogn
489
1538
d'alzar al ciel la mente e 'l ciglio
490
1538
sereno ¶ Senta del mondo la più lunga riva. ¶ SONETTO
491
1538
cura; ¶ Forse fuggir vedrei la nebbia oscura, ¶ Che sì
492
1538
andrebbe alto e leggiero. ¶ La divina ragion supremo impero
493
1538
bel frutto, il fior, la fronde ¶ Mostran ch'è
494
1538
poi malvagio verme entro la pura ¶ Midolla la consuma
495
1538
entro la pura ¶ Midolla la consuma, ov'ei s
496
1538
virtudi egro infeconde, ¶ E la vaghezza sua, languida, oscura
497
1538
Asconde un grave error, la macchia e strugge ¶ L
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1538
il caldo umore ¶ Che la nudriva, ond'ella ancor
499
1538
assai possente ¶ Apparve e la tua fede alta lucente
500
1538
sostegno, ¶ SONETTO CLXVII. ¶ Veggio la vite glorïosa eterna ¶ Nel