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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
e vini gli apprestò la Ninfa, ¶ Quali imbandir costumano
2
1867
ammanìan le donzelle. Allor la destra ¶ Stesero entrambi al
3
1867
e del ber tacque la voglia, ¶ A parlar cominciò
4
1867
voglia, ¶ A parlar cominciò la bella Ninfa: ¶ Di Laerte
5
1867
tanto agogni ¶ Di veder la tua sposa. A lei
6
1867
al volto, alla persona, ¶ La prudente Penelope tu vinca
7
1867
incessante nel mio cor la brama ¶ Della terra natìa
8
1867
soavi abbracciamenti, ¶ Si giacquero la notte. Al primo raggio
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1867
sottil velo. Indi così la Ninfa ¶ Alla partenza dell
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1867
che al cielo ergean la cima, ¶ Già da lunga
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1867
fe' ritorno; e tosto ¶ La selva Ulisse ad atterrar
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1867
dalla grotta gli recò la Ninfa, ¶ Ad uno ad
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1867
non compie, ¶ Avea finita la sua zatta Ulisse. ¶ D
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1867
in copia ¶ Vi gittò la zavorra. I bianchi lini
15
1867
lini, ¶ Che gli porse la Diva, ei destramente ¶ Va
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1867
e curri in mar la spinge. ¶ Era l'opra
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1867
negro vino in su la zatta ¶ Gli pose un
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1867
Girando, mira ad Orïon, la sola ¶ Che in grembo
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1867
D'ira fremendo e la testa crollando, ¶ Così ragiona
20
1867
Dal cielo allor precipitò la notte, ¶ Ed Euro ed
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1867
Tutto si compie ¶ Quanto la saggia Ninfa a me
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1867
Giù rovinando fa girar la zatta, ¶ Sì che, svelto
23
1867
impaccio, che gli avea la bella ¶ Ninfa indossate. Fuor
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1867
Fuor dell'onde alfine ¶ La testa egli solleva, e
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1867
Il salso umore. Ma la fida zatta ¶ Non dimentica
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1867
il minaccioso ¶ Flutto rompendo, la raggiunge, e sopra ¶ Vi
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1867
Lanciar di qua, di pe' campi un fascio
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1867
s'accese? ¶ Ma invano la tua morte egli desìa
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1867
salva ne' perigli avrai la vita. ¶ Ma non appena
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1867
sarai sceso al lido, ¶ La zona sciogli, e lunge
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1867
e lunge in mar la gitta, ¶ E torci altrove
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1867
il viso. ¶ Sì dicendo, la zona gli porgea; ¶ E
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1867
se lasciar m'ingiunge ¶ La fida zatta. Ma non
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1867
troppo ancor lontana ¶ Veggo la terra, ove trovar dovrei
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1867
terra, ove trovar dovrei ¶ La mia salvezza. Ciò si
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1867
quando sciolta mi sarà la zatta, ¶ Io nuoterò, poi
37
1867
al fianco si ravvolge ¶ La fatal zona, e con
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1867
dolorando, ¶ Finché t'accolga la diletta a Giove ¶ Feacia
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1867
Fin ch'egli attinga la feacia riva. ¶ Per due
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1867
gran fragore udì lungo la riva; ¶ Ed era il
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1867
ogni speme di veder la spiaggia, ¶ E che nuotando
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1867
basso lido, ¶ Temo che la rapace onda m'investa
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1867
alcun de' mostri ¶ Che la bella Anfitrite alberga e
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1867
sua nicchia ¶ Resta infissa la sabbia; all'aspra selce
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1867
così restava a brani ¶ La viva pelle delle man
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1867
non l'avesse ¶ Inspirato la Dea. Dall'onde uscito
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1867
grossa era del fiume ¶ La corrente, e così l
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1867
onda tranquilla, e su la riva ¶ Presso alla foce
49
1867
la regina, e su la soglia ¶ S'abbandona del
50
1867
Itacesi palesar convenga ¶ Che la morte si trama al
51
1867
unico avanzo. ¶ Disse allor la nudrice: O tu m
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1867
tu m'uccida, ¶ O la vita mi lasci, omai
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1867
Non fosse in ciel la dodicesma Aurora. ¶ O tu
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1867
o conosciuta ¶ n'avessi la partenza, onde col pianto
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1867
Arcesio ancor non è la stirpe, ¶ Che in Itaca
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1867
un grido acuto, ¶ E la cerula Diva il prego
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1867
noi tanto desïate ¶ Prepara la regina, e non sospetta
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1867
suo figlio noi cerchiam la morte. ¶ Così diceano i
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1867
lei già manifesta era la trama. ¶ Ma sorse Antinoo
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1867
aspettando della notte. ¶ Ma la saggia Penelope, rinchiusa ¶ Nelle
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1867
Alla regina invia costei la Diva, ¶ Perché ne freni
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1867
lagrime ne terga. Per la toppa ¶ S'insinuò nel
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1867
colga; ¶ Poiché molti giurâr la sua rovina, ¶ E lo
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1867
fianco ¶ Che ciascun bramerebbe, la possente ¶ Figlia di Giove
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1867
e ratto scomparve per la toppa, ¶ Come soffio di
66
1867
su l'Alba ¶ Avea la grata visïon trasfusa. ¶ Per
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1867
I Proci intanto su la bruna prora ¶ Fendean l
68
1867
l'umide vie. Fra la petrosa ¶ Itaca e Samo
69
1867
Palla Minerva, ¶ Dolente che la Ninfa trattenesse ¶ Nelle sue
70
1867
e riveder gli vieta ¶ La contrada natìa. Navi e
71
1867
è destino ¶ Che così la sua terra e la
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1867
la sua terra e la sua casa ¶ E i
73
1867
par de' venti. Indi la verga impugna, ¶ Con cui
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1867
antro s'incammina ¶ Ove la Ninfa dalle crespe chiome
75
1867
un grato olezzo, ¶ E la sua bella voce vi
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1867
bella voce vi facea ¶ La Ninfa udir con lieta
77
1867
e tosto il riconobbe ¶ La bellissima Dea; perché a
78
1867
il figliuol, che su la riva ¶ Del mar sonante
79
1867
volse ¶ Con tai detti la Ninfa: A che ne
80
1867
tacque; ¶ E gli spiegò la mensa, e dolce ambrosia
81
1867
suo fido Orïone ¶ Così la bella Aurora aveasi appena
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1867
crudeli, ¶ Nol soffriste, e la Dea dall'aureo seggio
83
1867
Ortigia il colpì. Così la bionda ¶ Cerere il vago
84
1867
suo cor si godea nel maggese ¶ Che il
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1867
l'onde; ¶ Ma ben la via gli mostrerò, che
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1867
Nume, e sparì. Poiché la Ninfa ¶ Ebbe il messaggio
87
1867
tristamente ¶ Lagrimando sedea su la deserta ¶ Spiaggia e, bramoso
88
1867
anni il fiore; ¶ Ché la vezzosa Ninfa ei non
89
1867
al fianco ¶ Gli comparve la Ninfa, e così disse
90
1867
io di vermiglio ¶ Vino la fornirò, sì che la
91
1867
la fornirò, sì che la fame ¶ Cacciar tu possa
92
1867
un qualche inganno. ¶ Rise la vaga Ninfa, e con
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1867
vaga Ninfa, e con la destra ¶ Carezzandogli il mento
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1867
che così favelli! ¶ Sappia la Terra, sappia lo stellato
95
1867
E il divo Ulisse la seguìa. Venuti ¶ Alla grotta
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1867
s'assise in su la scranna ¶ Che lasciata poc
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1867
il re coricossi, e la più bella ¶ Delle donne
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1867
Già sui colli splendea la nova luce, ¶ Quando l
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1867
Una superba gente ¶ Inonda la mia casa, e di
100
1867
udissi; ché infelice troppo ¶ La madre il partorì. Né
101
1867
e colline; arriva intanto ¶ La terribile belva, e de
102
1867
porto si schiude, onde la prora ¶ Il vigile nocchiero
103
1867
al mar commette, ¶ Poiché la fresca attinse insipid'onda
104
1867
cammin solingo, ¶ Fêssi innanzi la Ninfa, e così disse
105
1867
l'inedia e per la fame, ¶ Languono i tuoi
106
1867
tue brame appagherò, soggiunse ¶ La bellissima Diva. Ha qui
107
1867
E a me così la Diva: ¶ Questo pur ti
108
1867
a voi di tutta ¶ La vostra gagliardìa sarà mestieri
109
1867
Ivi cenammo; e intanto la notturna ¶ Ombra discese, e
110
1867
Ombra discese, e su la spiaggia ognuno ¶ A dormir
111
1867
impresa. ¶ Già per ordir la trama era Idotea ¶ Dall
112
1867
ne porse aita ¶ Tosto la Ninfa, che inspirar ne
113
1867
mi vieta ¶ Di toccar la mia terra, e dimmi
114
1867
Dell'alto Olimpo. Allor la via che cerchi ¶ Ti
115
1867
e solo a due la Parca ¶ Fu crudele al
116
1867
ei schivato ¶ Certo avrebbe la morte, a cui Minerva
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1867
Sarebbe alla procella. Udì la voce ¶ Di quell'insano
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1867
crollator Nettuno, ¶ E con la man gagliarda il gran
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1867
appostata l'avea con la promessa ¶ Di due talenti
120
1867
col suo braccio poderoso ¶ La prole di Tïeste. Il
121
1867
lai, più non potea la vita ¶ Né l'aurea
122
1867
inclita Diva; ed ei la cara ¶ Natìa contrada riveder
123
1867
o molestia all'uom la vita. ¶ Colà mai neve
124
1867
vi fummo, s'allestì la mensa, ¶ E, discesa la
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1867
la mensa, ¶ E, discesa la notte, ci corcammo ¶ Su
126
1867
notte, ci corcammo ¶ Su la spiaggia a dormir. Ma
127
1867
E il frumento e la spelda. Ampie carriere ¶ E
128
1867
il bellicoso Atride, ¶ E la mano stringendogli, e per
129
1867
mano ¶ Insigni opre compose, la più bella ¶ Io ti
130
1867
Vulcan fatica. ¶ A me la diede Fèdimo, il potente
131
1867
si diêro ad allestir la cena. ¶ I Proci in
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1867
venìan trastullando in su la porta ¶ Dell'albergo d
133
1867
Si tolse a forza la tua bella nave ¶ Telemaco
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1867
buon grado gli prestai la nave. ¶ E chi l
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1867
lo segue; ¶ E su la nave, pari ad un
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1867
una voce, ed ordinâr la nave; ¶ Quindi sorgendo entrâr
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1867
tempo a Penelope segreta ¶ La trama non restò. L
138
1867
il vide ¶ Apparir su la soglia, A che, gli
139
1867
i lavori, e che la cena ¶ Vengano ad allestir
140
1867
Perché, cessando ¶ D'ambir la mano mia, non vanno
141
1867
Dai fatti abbominosi, e la memoria ¶ De' ricevuti benefizi
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1867
le ginocchia ¶ Sentì mancarsi la infelice, a lungo ¶ Irrigidita
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1867
lungo ¶ Irrigidita le restò la lingua, ¶ Gli occhi s
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1867
più seduta ¶ Può restar la regina, e su la
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1867
al cocchio aggiunti, ¶ Ove la saggia dispensiera e pani
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1867
Alfeo nipote. ¶ Ivi dormîr la notte, ed ei cortese
147
1867
ad essi offrìa. ¶ Come la bella Aurora il cielo
148
1867
i corsieri, e su la pinta ¶ Biga entrambi salîr
149
1867
sacro ¶ Ilio promessa avea la figlia a Pirro, ¶ Germe
150
1867
città de' forti Mirmidóni ¶ La mandava, in cui Pirro
151
1867
d'Elena più, dopo la sola ¶ Diva Ermïone, a
152
1867
Fiorìan le grazie e la beltà sul viso. ¶ Così
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1867
un dolce canto ¶ Su la cetra sciogliea l'illustre
154
1867
Alla tersa parete indi la biga ¶ Avvicinata, per l
155
1867
d'argento ¶ Versò loro la pura onda alle mani
156
1867
onda alle mani, ¶ E la mensa spiegò, che la
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1867
la mensa spiegò, che la pudica ¶ Dispensiera sollecita coperse
158
1867
l'Atride ¶ Agli ospiti la mano, e, Meco, disse
159
1867
fermo ¶ È di Giove la reggia! Io nel mirarla
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1867
Prima Cipro io vidi, ¶ La Fenicia e l'Egitto
161
1867
gli Etïópi, ¶ Tutta cercai la Libia, ove le agnelle
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1867
padri queste cose udiste, ¶ La storia udiste de' miei
163
1867
e come ¶ Fu rovinata la mia casa, un tempo
164
1867
come d'un solo, ¶ La cui memoria più gustar
165
1867
penando, e ch'io la lunga ¶ Assenza ne piangessi
166
1867
sia morto; e morto ¶ La sposa il piange e
167
1867
dal profumato ¶ Suo talamo la bella Elena uscìa, ¶ All
168
1867
oro fulgidi talenti, ¶ Quando la moglie sua dava ad
169
1867
Questo le mise innanzi la vezzosa ¶ Ancella, colmo di
170
1867
di ritorto filo, ¶ E la conocchia sopra vi giacea
171
1867
forse ei n'è la prole, ¶ Che in sua
172
1867
arrivato, ei non osava ¶ La tua voce arrestar, che
173
1867
Rischi per amor mio la vita espose? ¶ Se co
174
1867
lagrimare irresistibil voglia: ¶ Piangea la figlia del Saturnio, Elèna
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1867
biondo ¶ Menelao rispondea. Già la prudenza ¶ Vinci de' più
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1867
riconosce d'un eroe la prole, ¶ Cui dalle fasce
177
1867
ira, apportator d'oblìo, ¶ La bella donna nelle tazze
178
1867
bagna: anco se spenta ¶ La stessa madre o il
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1867
il caro figlio. ¶ Questo la prole custodìa di Giove
180
1867
in Egitto, ¶ Ove possenti la feconda gleba ¶ Erbe produce
181
1867
tazze il suco infuso ¶ La vaga donna, di versarvi
182
1867
Ilio ¶ L'astuto eroe la imprese e la sostenne
183
1867
eroe la imprese e la sostenne, ¶ Una pur ne
184
1867
trafitti ¶ Molti nemici con la spada, al lido ¶ Fuggì
185
1867
iliache donne ¶ Tutta empìan la città d'urli e
186
1867
del mio fallo, e la sciagura ¶ Piangendo, in che
187
1867
il patrio nido, ¶ E la figlia diletta, ed il
188
1867
avvenni in chi potesse ¶ La sagacia emular del divo
189
1867
del divo Ulisse ¶ E la costanza. Al mio pensier
190
1867
accingea; ma pronto Ulisse ¶ La bocca gli serrò con
191
1867
bocca gli serrò con la man forte, ¶ E più
192
1867
forte, ¶ E più non la ritrasse, finché Palla ¶ Te
193
1867
torbidi flutti navigando ¶ Verso la preda, che il divino
194
1867
Grecia il fiore. Ivi la salma ¶ Riposa del figliuol
195
1867
riposa ¶ Dell'innocente Antiloco la salma, ¶ d'Antiloco mio
196
1867
d'udirne il fine. ¶ La forza e l'arte
197
1867
supremi ¶ Atridi in petto la discordia accese. ¶ Contro il
198
1867
cangia ¶ In un giorno la mente un Nume offeso
199
1867
ai duci. Ma calò la notte, ¶ E Giove su
200
1867
Atridi del ritorno avea ¶ La tenzon suscitata, i nostri
201
1867
alla sinistra ¶ Lasciando, sopra la selvosa Chio ¶ Navigar convenisse
202
1867
a tradimento ucciso. ¶ Ma la pena ei scontò del
203
1867
Del traditor ne vendicò la morte. ¶ E tu, garzone
204
1867
del padre Oreste, ¶ E la Grecia gli plause, e
205
1867
Grecia gli plause, e la sua gloria ¶ Immortal durerà
206
1867
Così l'audacia, ¶ Così la lena nel mio petto
207
1867
me sperar; no, se la mente ¶ Questa pur fosse
208
1867
il divino Agamennón perìa. ¶ La morte solo, che a
209
1867
Saturnio non può, quando la Parca ¶ D'eterno sonno
210
1867
morte lo condusse, e la sua terra ¶ Egli più
211
1867
di terra avrìa coperto ¶ La salma di costui; ma
212
1867
nefanda e bieca ¶ Fu la sua colpa! Ne' troiani
213
1867
melati accenti ¶ D'Agamennón la sposa! Onesta e piena
214
1867
proposte d'Egisto respinse ¶ La saggia Clitennestra, in sin
215
1867
le genti in governar la nave ¶ Quando ruggìa più
216
1867
Quando ruggìa più forte la tempesta. ¶ Benché pressato di
217
1867
Benché pressato di seguir la via, ¶ Il biondo Atride
218
1867
e dell'iniqua ¶ Genitrice la morte, ai cittadini ¶ Apparecchiava
219
1867
Le tue sostanze e la tua casa ai Proci
220
1867
dunque ¶ N'andrai con la tua nave e i
221
1867
si coprìa di tenebre la terra. ¶ Tu ben parlasti
222
1867
figlio di Neleo ¶ Sclamò la Diva dalle luci azzurre
223
1867
gli ospiti suoi giaccian la notte. ¶ Molte io ne
224
1867
miei, non fia ¶ Che la mia casa a un
225
1867
turbe e stupefatte, ¶ Seguon la Diva con gli sguardi
226
1867
anch'egli ¶ Maravigliando Nestore la mano ¶ A Telemaco stringe
227
1867
i miei figli e la mia sposa ¶ E me
228
1867
compia. ¶ Disse; e Minerva la sua prece accolse. ¶ Con
229
1867
il coperchio sollevato, avea ¶ La dispensiera attinto; e dello
230
1867
Che allestito gli avea la casta moglie. ¶ Cinta il
231
1867
scelta una giovenca, ¶ Qui la conduca il mandrïano. Un
232
1867
alle fantesche ¶ Apparecchiar comandino la mensa, ¶ Seggi e legne
233
1867
onde in suo cor la Diva, ¶ Mirandola godesse. Conducea
234
1867
Conducea ¶ Per le corna la vittima Echefrone ¶ E Strazio
235
1867
e col tagliente acciaro ¶ La vittima colpìa che, tronco
236
1867
suore e cognate ¶ E la casta Euridice, veneranda ¶ Di
237
1867
al suol giacea, levâr la testa; ¶ E la scannò
238
1867
levâr la testa; ¶ E la scannò Pisistrato, e ne
239
1867
abbrustolâr, girandolo sul fuoco. ¶ La minor figlia del Nelide
240
1867
figlia del Nelide intanto, ¶ La gentil Policasta, il giovinetto
241
1867
De' prenci achivi sposerò la madre. ¶ Così detto, s
242
1867
avea partendo ¶ Della reggia la cura e la custodia
243
1867
reggia la cura e la custodia ¶ L'eroe medesmo
244
1867
suo padre, a Telemaco la nave ¶ Allestiranno; tuttavolta io
245
1867
Mentore le forme e la favella, ¶ Al suo fianco
246
1867
Fe' dal labbro volar la glauca Diva: ¶ Telemaco, fa
247
1867
figlio ¶ Di raro avanza la virtù del padre, ¶ Di
248
1867
del padre, ¶ Di raro la pareggia, e n'è
249
1867
Ulisse il core ¶ E la saggezza tu sortisti, e
250
1867
un istante ritardar potranno ¶ La tua partenza. Io, già
251
1867
incontro sorridendo Antinoo, ¶ E la mano gli stringe, e
252
1867
remigante che sul mar la guidi ¶ A voi piacque
253
1867
man d'Antinoo ¶ Sdegnosamente la sua man ritrasse. ¶ La
254
1867
la sua man ritrasse. ¶ La mensa in questa s
255
1867
sacra ¶ Pilo, a sbramar la sete che lo strugge
256
1867
Icario e a chi la impalma. ¶ Così tra lor
257
1867
Riveder si sperava. Avea la stanza ¶ Belle e massiccie
258
1867
notte e dì sollecita la figlia ¶ d'Opi di
259
1867
d'Opi di Pisenòr la custodìa. ¶ Telemaco la chiama
260
1867
Pisenòr la custodìa. ¶ Telemaco la chiama, e sì le
261
1867
s'accorga. Come poi la madre, ¶ Sopraggiunta la notte
262
1867
poi la madre, ¶ Sopraggiunta la notte, alle sue stanze
263
1867
leva un grido acuto ¶ La vecchiarella, e lagrimando esclama
264
1867
da qualcuno ¶ Non sa la madre che partito io
265
1867
rechi. ¶ Così disse; e la vecchia, in testimonio ¶ Chiamati
266
1867
di buon grado ¶ Noemon la promise. Il Sol caduto
267
1867
che avea Minerva ¶ Invitati. La Diva indi facea ¶ Altro
268
1867
Novamente Minerva, e su la soglia ¶ A se chiamò
269
1867
Telemaco, dicendo: ¶ Già su la spiaggia assisi i tuoi
270
1867
andiam senz'altro indugio. ¶ La Dea, ciò detto, s
271
1867
egli imposto avea, su la veloce ¶ Nave il carco
272
1867
cerulea Diva, e su la poppa ¶ Al fianco suo
273
1867
Telemaco si pose. ¶ Poi la gomona sciolta dai ritegni
274
1867
ai compagni ¶ D'armar la nave; ed essi, al
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1867
alto Olimpo ¶ E su la terra apportator di luce
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1867
Facean quel giorno su la spiaggia al forte ¶ Scuotitor
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1867
di cacciar dal petto ¶ La pueril vergogna. Il mar
278
1867
malgrado ¶ Non ti figliò la madre e non ti
279
1867
crebbe. ¶ In ciò dir la Glaucopide divina ¶ In via
280
1867
libamenti, porgi ¶ Al compagno la tazza. Ei pure, io
281
1867
uom prudente e giusto ¶ La tazza d'oro prima
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1867
correttor dell'onde, ¶ E la mia prece adempi. Al
283
1867
Ella stessa intendea. Quindi la tazza ¶ A Telemaco diè
284
1867
egli ¶ Al Saturnio Nettun la sua preghiera. ¶ S'arrostîr
285
1867
Che altrui spogliando arrischiano la vita? ¶ E il giovinetto
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1867
piacque a Giove rivelar la morte, ¶ E non sappiam
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1867
ti scongiuro ¶ Di svelarmi la sua misera fine, ¶ Onde
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1867
me ne rendi ¶ Or la mercede, e mi racconta
289
1867
Alzossi allor di Polibo la prole, ¶ Eurimaco, dicendo: In
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1867
regnar. Ma tu governa ¶ La casa tua, tu serba
291
1867
attenta ¶ Finché un uom la petrosa Itaca alberga. ¶ Io
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1867
l'accorto garzone: Omai la speme ¶ Che faccia Ulisse
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1867
bugiarda voce, ¶ Che sovente la mia povera madre ¶ A
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1867
I baldi Proci con la danza e il dolce
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1867
Da pensier diversi ¶ Agitata la mente, ei pur s
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1867
man tenendo, il precedea la figlia ¶ D'Opi di
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1867
gelose ¶ Della consorte. Con la face in mano ¶ Iva
298
1867
Iva innanzi al garzon la buona vecchia, ¶ Che l
299
1867
avea. Giunti alla stanza, ¶ La porta ella ne schiuse
300
1867
s'assise, ove spogliando ¶ La sottil veste, ad Euriclea
301
1867
sottil veste, ad Euriclea la porse, ¶ Che piegata l
302
1867
il tornito letto. Indi la vecchia ¶ Ad uscir s
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1867
dorme. ¶ LIBRO SECONDO ¶ Come la bella Aurora il ciel
304
1867
di beltà l'avea la figlia ¶ Di Giove circondato
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1867
altro favellar disegna ¶ Che la patria riguardi? Umano e
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1867
suo pensier secondi! ¶ Rasserenò la fronte a questi detti
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1867
caterva ¶ Di tristi inonda la mia casa, e tutta
308
1867
casa, e tutta ¶ Miseramente la diserta. I figli ¶ De
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1867
alcun non osa, ¶ Che la dote le porga, e
310
1867
gli piaccia ¶ Ne consenta la mano. I giorni interi
311
1867
che tanto il bramerei, la forza ¶ Ancor non basta
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1867
il senno. Oh! se la destra ¶ Avessi io ferma
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1867
fondo ¶ Ecco tutta rovina la mia casa ¶ Indegnamente. Deh
314
1867
per Giove e per la sacra Temi, ¶ Che gli
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1867
fine io rechi ¶ (E la trama sottil non si
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1867
funereo manto, in cui la salma ¶ Avvolger di Laerte
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1867
Intanto il giorno ¶ Tessea la tela, e la stessea
318
1867
Tessea la tela, e la stessea la notte ¶ Al
319
1867
tela, e la stessea la notte ¶ Al chiaror delle
320
1867
tre lunghi ¶ Anni così la sua frode nascose, ¶ E
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1867
condotto, ¶ A noi scoperse la sottil malizia ¶ Una conscia
322
1867
Una conscia donzella, e la cogliemmo ¶ Mentre sciogliea la
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1867
la cogliemmo ¶ Mentre sciogliea la tela; onde costretta ¶ Fu
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1867
gl'Itacensi odano tutti ¶ La risposta che fanno per
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1867
ciò che avverrà. Per la tua casa ¶ S'aggireranno
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1867
gloria ¶ N'avrà così la madre, ma secura ¶ E
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1867
ma secura ¶ E memoranda la rovina il figlio. ¶ No
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1867
Non usciranno prima che la destra ¶ Ella non abbia
329
1867
colei che mi donò la vita, ¶ Che del suo
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1867
Pur mi sarìa restituir la ricca ¶ Dote ad Icario
331
1867
punitor, vi stenda ¶ Morti tutti e invendicati al
332
1867
unite l'ali, ¶ Fendean la vana regïon de' venti
333
1867
Achivi, ¶ Ne spïavano indarno la cagione. ¶ Ma levossi Aliterse
334
1867
egli di pingue ¶ Dote la fornirà, qual di sì
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1867
pria lascino i Proci ¶ La sua bella magion; perché
336
1867
l'attenderò. Ma se la morte il colse, ¶ Tosto
337
1867
Nelle amene sue grotte la superba ¶ Ninfa e Diva
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1867
rimembrando, a cui togliea ¶ La vita Oreste, il figlio
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1867
Immortali, e fato appella ¶ La sua follia. Così sposava
340
1867
sposava Egisto ¶ D'Agamennón la moglie, e lui medesmo
341
1867
anni, e in cor la brama ¶ Sorgendogli del regno
342
1867
di sue colpe, con la morte, il fio. ¶ Giove
343
1867
de' mortali, ¶ Gli rispose la Dea dagli occhi azzurri
344
1867
e che del ciel la vòlta ¶ Con gli omeri
345
1867
entro a' suoi spechi ¶ La Ninfa ingannatrice, e con
346
1867
Pria che il colga la Parca. E non ti
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1867
Polifemo, fortissimo Ciclope, ¶ Che la Ninfa Toosa, illustre figlia
348
1867
l'onde, ¶ Lei su la terra portano veloce ¶ Al
349
1867
par de' venti; e la fulminea lancia, ¶ Salda, grave
350
1867
albergo d'Ulisse entrò la Diva, ¶ E al limitar
351
1867
Pensiero assorto, quando su la soglia ¶ Scòrse Minerva; né
352
1867
Con l'una man la mano della Diva, ¶ l
353
1867
palese. ¶ In questo favellar la glauca Diva ¶ Precedea nella
354
1867
Precedea nella sala, e la tremenda ¶ Lancia depose in
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1867
buon garzone ¶ A seder la invitava; e si sedea
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1867
leggiadra ¶ Fante a versar la fresca onda alle mani
357
1867
i Proci, e ricevean la pura ¶ Linfa dai servi
358
1867
all'apprestata mensa ¶ Stendea la destra. Ma de' cibi
359
1867
Proci; e il banditor la bella ¶ Eburnea cetra presentava
360
1867
ne venia temprando, ¶ Telemaco la testa lievemente ¶ Chinò verso
361
1867
le bianche ¶ Ossa bagna la pioggia in terra ignota
362
1867
qui giungi ¶ Or per la prima volta, o sei
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1867
se il vero ¶ Narra la fama, alla città da
364
1867
A queste sponde ¶ Drizzai la prora, per saper se
365
1867
il padre tuo, come la voce ¶ n'era corsa
366
1867
hai tu sortito, ¶ Sclamò la Diva, se dal grembo
367
1867
Tempo già fu che la magion d'Ulisse ¶ Per
368
1867
con Ulisse. I Numi ¶ La gravâr d'ogni male
369
1867
di mia madre ¶ Sospirano la mano. Ella non compie
370
1867
in testimonio, ¶ Di lasciar la tua casa ai prepotenti
371
1867
desìo di nozze ¶ Punge la madre tua, faccia all
372
1867
monumento ¶ Gl'innalza su la spiaggia, ed al migliore
373
1867
migliore ¶ De' prenci achivi la tua madre impalma. ¶ Volgi
374
1867
degno. ¶ Non trattenermi, ripigliò la Diva, ¶ Che tardar non
375
1867
cor gli accese, ¶ E la lena gli crebbe e
376
1867
Metro n'udì Penelope, la saggia ¶ Prole d'Icario
377
1867
il pie' ritenne ¶ Su la marmorea soglia, un sottil
378
1867
onde sì ricca ¶ Hai la memoria; degli eroi l
379
1867
piena ¶ Del suo nome la Grecia, un caro sposo
380
1867
Agita, infiamma ¶ Giove talor la fantasia de' vati, ¶ E
381
1867
nostro cor più grata ¶ La sua canzone. E tu
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1867
me cui spetta governar la casa. ¶ A quel prudente
383
1867
A quel prudente ragionar la casta ¶ Donna, commossa, al
384
1867
Strepitavano i Proci per la sala. ¶ Ma que' superbi
385
1867
però non v'entrai, la mia veloce ¶ Nave con
386
1867
uno scoglio alla punta. La scoscesa ¶ Vetta poi ne
387
1867
Umane genti. Presero costoro ¶ La via diritta, onde la
388
1867
La via diritta, onde la selva i carri ¶ Portan
389
1867
incontrâr del Lestrigone ¶ Antìfate la figlia, che venìa ¶ L
390
1867
Che d'aqua tutta la città provvede. ¶ Trassero innanzi
391
1867
ove, giungendo, ¶ Videro su la soglia inorriditi ¶ Una donna
392
1867
levò tutta a rumore ¶ La città. D'ogni parte
393
1867
nave in fretta ¶ Con la spada la gomena recisi
394
1867
fretta ¶ Con la spada la gomena recisi. ¶ Indi ai
395
1867
le sue nozze con la vaga Persa ¶ Figlia dell
396
1867
umana voce udissi. ¶ Di girando le pupille, io
397
1867
ferro acuto; ¶ Sì che la belva mugolando al suolo
398
1867
piedi. Al collo indi la belva ¶ Attraversata, ed appoggiato
399
1867
lavatesi nell'onda, ¶ Presso la nave apparecchiâr la mensa
400
1867
Presso la nave apparecchiâr la mensa, ¶ A cui lieti
401
1867
fino a sera. ¶ Scesa la notte, su la verde
402
1867
Scesa la notte, su la verde spiaggia ¶ Noi ci
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1867
sappiam, né dove ¶ Sotto la terra il Sol discenda
404
1867
ameno ¶ Trovâr di Circe la magion, costrutta ¶ Di bianchi
405
1867
Co' segreti suoi farmaci la Ninfa; ¶ Né questi s
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1867
piede arrestando in su la porta ¶ Di quel palagio
407
1867
dentro ¶ Con bella voce la chiomata Circe, ¶ Mentre un
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1867
e tosto ¶ Essi fuor la chiamâro. Uscì la bella
409
1867
fuor la chiamâro. Uscì la bella ¶ Circe, schiudendo le
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1867
entrar gl'invitò. Tutti la Ninfa ¶ Sconsigliati seguìan; ma
411
1867
Non appena vuotata ebber la coppa, ¶ Circe con una
412
1867
E cornïole vi gittò la Ninfa, ¶ Onde il maiale
413
1867
parlasse; ed egli alfin la storia ¶ Così narrava de
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1867
tu comandasti, inclito Ulisse, ¶ La selva delle querce attraversando
415
1867
tela. ¶ Noi dalla soglia la chiamammo; ed ella ¶ Uscendo
416
1867
entrar ne invitò. Ciascun la segue ¶ Senza sospetto, e
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1867
ingiungo ¶ Di meco ricalcar la via già corsa. ¶ Ma
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1867
bisogna. ¶ Così detto, lasciai la nave e il lido
419
1867
verga il messaggiero Ermete; ¶ La man mi stende, e
420
1867
porci setolosi ha trasformati ¶ La maga Circe i tuoi
421
1867
Quando poi Circe con la lunga verga ¶ T'avrà
422
1867
T'avrà percosso, tu la spada impugna, ¶ E a
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1867
atto di ferirla. ¶ Sbigottita la Ninfa a quella vista
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1867
terren divelta, ¶ Che bruna la radice e come latte
425
1867
facea ¶ A me palese la virtù segreta. ¶ Moli dai
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1867
braccio umano ¶ A fatica la sbarbica; ma nulla ¶ È
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1867
Ermete, ¶ Ciò fatto, valicando la silvestre ¶ Isola, ai gioghi
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1867
pensoso. Giunto in su la soglia, ¶ Io m'arresto
429
1867
Io m'arresto, e la chiamo. Incontanente ¶ Esce la
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1867
la chiamo. Incontanente ¶ Esce la Ninfa dalle crespe chiome
431
1867
m'accenna, ed io la seguo. ¶ Essa per man
432
1867
mi porge, ¶ Ove già la mistura affatturata ¶ Infuso avea
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1867
che sì forte ¶ Per la placida notte vai gridando
434
1867
A tradimento, ¶ O con la forza, qualchedun t'uccide
435
1867
a tradimento, ¶ Non con la forza. - Se nessun t
436
1867
E poi, seduto su la soglia, in giro ¶ Stendea
437
1867
qualcuno ¶ Ch'uscisse con la greggia: in noi cotanta
438
1867
Su cui dormir solea la notte il mostro, ¶ Tacitamente
439
1867
Io poscia ¶ Afferrai per la groppa un arïete, ¶ Il
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1867
seguir tu non solevi ¶ La greggia, ma, la testa
441
1867
solevi ¶ La greggia, ma, la testa alto portando, ¶ N
442
1867
ovile sempre in su la sera ¶ Primo tornavi; ed
443
1867
poiché doma ¶ Gli ebbe la mente con purpureo vino
444
1867
andrìan di qua, di per la spelonca ¶ Disperse
445
1867
qua, di là per la spelonca ¶ Disperse le cervella
446
1867
cacciammo a furia ¶ Verso la nave. Con allegro viso
447
1867
coi cenni, ¶ Or con la voce, comandai di tosto
448
1867
comandai di tosto ¶ Su la nave gittar le pingui
449
1867
Omai lontani quanto può la voce ¶ Giunger d'un
450
1867
Arse il Ciclope, e la crollata cima ¶ Avventava d
451
1867
al legno, ne lambì la prora, ¶ Ed un gran
452
1867
un masso ¶ Avventando, sbalzò la nostra nave ¶ Contro la
453
1867
la nostra nave ¶ Contro la spiaggia, ove perir credemmo
454
1867
occhio ¶ Avrei perduto per la man d'Ulisse. ¶ Ma
455
1867
D'essermi padre e la perduta luce ¶ Ridonar mi
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1867
Nettuno ¶ Renderti non potrà la spenta luce. ¶ Allor levando
457
1867
odi, o Nettuno, che la terra abbracci, ¶ Ed azzurre
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1867
seme di Laerte, ¶ Più la patria non vegga. E
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1867
ripiena di guai trovi la casa. ¶ Ei tacque, e
460
1867
il Nume n'esaudìa la prece. ¶ Ad un masso
461
1867
sollevata ¶ L'onda investe la nave, e furïosa ¶ L
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1867
incalza, ed oltre verso la contraria ¶ Sponda la caccia
463
1867
verso la contraria ¶ Sponda la caccia, dove i prodi
464
1867
ugualmente ¶ Fra noi divisa la rapita greggia, ¶ Il bel
465
1867
legni ¶ Già venia macchinando la ruina. ¶ Noi quel dì
466
1867
disparve, e s'oscurò la terra, ¶ Ciascun si diede
467
1867
ciel di rose inghirlandata ¶ La figlia del mattino, io
468
1867
muraglia, ¶ Coronata di marmo, la natante ¶ Isola gira. Dodici
469
1867
genitor diletto e con la casta ¶ Genitrice seder sogliono
470
1867
Fanno il dì risonar la vasta sala, ¶ E dormono
471
1867
vasta sala, ¶ E dormono la notte con le spose
472
1867
chiesi, ¶ Ei benigno esaudì la mia preghiera, ¶ E fatto
473
1867
fatto un otre con la fresca spoglia ¶ Di bue
474
1867
dono, ché a perir la nostra ¶ Follia ne trasse
475
1867
tutti ¶ Innamora costui! come la gente ¶ d'ogni terra
476
1867
Il mal consiglio. Sciolsero la fune ¶ All'otre, e
477
1867
Ancor dovessi, e sopportar la vita. ¶ Pur mi contenni
478
1867
all'Eolia ¶ Ne ricacciava la crudel bufera. ¶ S'afferrò
479
1867
banchetto ¶ Ei sedea con la sposa e i cari
480
1867
Noi ci prostrammo su la soglia; e questi ¶ Dicean
481
1867
con gli altri. ¶ Di salpammo, tutti ancor dolenti
482
1867
un procelloso Borea, ¶ Che la terra coperse e il
483
1867
sarei, se nel girar la punta ¶ Della Malea respinto
484
1867
sonoro ¶ Di qua, di sbalzati, le gioconde ¶ Rive
485
1867
soave, i messaggieri, ¶ Dimenticando la natìa contrada, ¶ Restâr volean
486
1867
ed il frumento ¶ E la vite vinifera, che grosse
487
1867
per dirupi ¶ Si logora la vita. Essa pastori, ¶ Essa
488
1867
Vi gira e pasce la belante capra. ¶ Navi non
489
1867
Crescer perenne si vedrìa la vite; ¶ E, lieve essendo
490
1867
d'uopo di gittar la fune, ¶ Né l'àncora
491
1867
dal ciel mandava ¶ Raggio la Luna, fra le nubi
492
1867
non vide, che battea la spiaggia, ¶ Pria ch'approdate
493
1867
ciel comparve, ¶ Andavam per la bella isola errando ¶ Maravigliati
494
1867
silvestri capre, ¶ Per fornirci la mensa; e noi, togliendo
495
1867
di dieci ¶ A me la scelta. Così lieti a
496
1867
a sacco; ¶ E vedevam la terra de' Ciclopi ¶ Fumar
497
1867
presso, e n'udivam la voce, ¶ E dell'agne
498
1867
non tosto in cielo ¶ La rosea figlia del mattino
499
1867
all'opposto lido ¶ Con la sola mia nave e
500
1867
pietra una muraglia eccelsa ¶ La circondava, e querce annose