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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1920
giudizio se io me la prendessi prima del tempo
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1920
guardava Siena come se la vedesse per la prima
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1920
se la vedesse per la prima volta. Era tentato
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1920
con le mani dietro la schiena, a guardare la
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1920
la schiena, a guardare la basilica di San Francesco
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1920
e, tra essa e la basilica, la vallata che
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1920
essa e la basilica, la vallata che s'allargava
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1920
e anche umiliante. Ma la sua stessa albagia buonacciona
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1920
disse: ¶ — Oh, a presentare la cambiale, c'è ormai
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1920
a capo riverso su la sua sedia, sbattendo i
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1920
fatto perdere di più la testa. ¶ Egli era sempre
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1920
restava assorto a almanaccare la via di scampo più
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1920
ci vuole per comprare la cambiale: ci vado io
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1920
ciotola di legno; pigiandoci la punta delle dita sopra
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1920
come se, anzi, avesse la bramosia di comprare la
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1920
la bramosia di comprare la cambiale. Egli ci teneva
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1920
spazientito si ributtò su la sedia, spingendola a dietro
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1920
accennò di no, con la testa. ¶ — Ma bisognerebbe almeno
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1920
smosse un altra volta la sedia; che scricchiolò come
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1920
decidersi lui a comprare la cambiale da qualche tabaccaio
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1920
tratti da persona educata! La colpa è vostra, perché
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1920
una cosa sola con la loro collera. Anche Giulio
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1920
spigliato; e, quando venne la cambiale, la stese subito
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1920
quando venne la cambiale, la stese subito su la
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1920
la stese subito su la scrivania. Scelse una penna
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1920
che faceva bene, e la provò con l'unghia
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1920
volta della destra; tuffò la penna, guardò che non
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1920
troppo; e, tenendo ferma la cambiale con la sinistra
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1920
ferma la cambiale con la sinistra, cominciò la firma
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1920
con la sinistra, cominciò la firma. In quel momento
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1920
a meno di finire la firma; quasi protetto e
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1920
sua bravura. Egli esaminò la firma, da tutte le
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1920
tutte le parti; e la mostrò ai fratelli; che
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1920
mostrò ai fratelli; che la trovarono perfetta, confrontandola con
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1920
del Nicchioli. Ma, fatta la firma, bisognava portare la
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1920
la firma, bisognava portare la cambiale. E la titubanza
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1920
portare la cambiale. E la titubanza cominciava qui. Per
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1920
ch'io devo prendere la cambiale e portarla alla
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1920
da sedere! ¶ Egli prese la cambiale ed obbedì. Ma
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1920
ed obbedì. Ma, per la strada, sentiva di perdere
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1920
a dietro o strappare la cambiale? Egli ci pensò
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1920
avere fretta; e consegnò la cambiale all'impiegato, con
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1920
rispose: ¶ — Benissimo! ¶ E buttò la cambiale, insieme con le
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1920
Ma s'accorgeva che la sua allegria era impacciata
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1920
capire ai fratelli che la cambiale era stata presa
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1920
che parlavano. Soffiò meticolosamente la polvere da su la
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1920
la polvere da su la scrivania; quasi toccandola con
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1920
le guance, per piegare la testa e sogguardare da
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1920
al sensale; e se la svignò. I tre rimasti
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1920
ancora. Ma, essendo incominciata la partita, egli dovette sedersi
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1920
malattia lunga. Emaciato, con la pelle del viso più
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1920
e li richiuse smovendo la lingua come se l
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1920
che era, disse: ¶ — Vendiamo la libreria al primo che
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1920
perdere tempo! ¶ Giulio scosse la testa; con le mani
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1920
dal signor Riccardo Valentini. ¶ — La firmerà la prima volta
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1920
Riccardo Valentini. ¶ — La firmerà la prima volta, ma la
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1920
la prima volta, ma la seconda no. E, poi
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1920
si mise a bucarsi la punta delle dita. ¶ — Vogliamo
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1920
una stratta alla sedia, la fece rompere. Allora, come
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1920
quasi correndo, giù per la scesa di Via del
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1920
le nipoti. ¶ — Che hai? La febbre! Quando t'è
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1920
già il tuo fidanzato? ¶ La ragazza gli rispose ridendo
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1920
era ancora fermato; e la moglie gli domandò: ¶ — E
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1920
l'aprì, mandò indietro la moglie e saltò giù
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1920
sorrise: ¶ — T'ho accomodato la sedia e mi son
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1920
credere! ¶ — Fino ad ora, la fortuna ci ha sempre
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1920
dire che subiremo insieme la stessa sorte: io non
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1920
poi a dimenarsi su la sedia; come quando, d
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1920
pulirei anche gli ossi. La soddisfazione di farmi stare
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1920
darle fuoco! Perché te la vuoi prendere, Giulio? ¶ — C
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1920
uomini né a Dio. La mia volontà consiste appunto
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1920
mi prendo lo stesso la colpa: e voglio morire
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1920
firme false, solo perché la mia firma vera non
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1920
un falsario, mi darebbe la mano. Non me ne
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1920
il verro! ¶ Enrico, con la sua collottola dura di
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1920
Vi manca altro? ¶ X ¶ La domenica, Giulio e il
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1920
se in quel punto la pendenza non fosse più
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1920
una corda allentata. Poi, la strada gira troppo sotto
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1920
strada gira troppo sotto la cinta; e Siena non
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1920
ammucchiare alla ridossa. E la Torre del Mangia pare
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1920
vedere com'è bella la nostra Siena! ¶ Ma Giulio
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1920
Era adirato? Era finita la loro amicizia? O sarebbe
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1920
cavaliere, lasciandolo, gli desse la mano in un modo
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1920
senapismo caldo, perché durante la notte aveva avuto un
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1920
giorno dopo c'era la scadenza d'una cambiale
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1920
più; ed Enrico, sporgendo la testa dall'uscio, dopo
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1920
aveva tutt'altro per la testa. Non sarebbe stato
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1920
tuo comodo. ¶ E, ritirata la testa, chiuse l'uscio
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1920
così. Poi, pensava: "Tutta la nostra regola di vivere
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1920
Ma, siccome per eseguire la mia volontà, dovrei necessariamente
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1920
effetto della mia coscienza. La paura che io ho
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1920
anzi di prenderla, è la causa della mia indifferenza
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1920
indifferenza. Non vale, dunque, la pena ch'io soffra
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1920
possibile cedere e trasmettere la sua sofferenza a qualcuno
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1920
subito a contatto con la sua giovinezza; che, con
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1920
soltanto alle sue ricchezze. La giornata gli parve troppo
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1920
si fermava a guardare la vetrina. Allora, Niccolò, che
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1920
di quelle due signore, la più brutta, è la
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1920
la più brutta, è la moglie di un tale
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1920
debiti dal suocero... Ecco la contessa, che al servizio
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1920
tenere donne... Oh, ecco la marchesa tradita dal marito
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1920
tradita dal marito con la governante dei figlioli... Lo
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1920
che abbia per amante la zia di quel signore
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1920
per vedersi!. Oh, ecco la governante che tradisce la
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1920
la governante che tradisce la marchesa! È giovine! Si
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1920
hai visto come soffre la marchesa?.. Bada quella signorina
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1920
M'hanno detto che la mantiene quel conte tanto
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1920
me l'ha detto, la conosce fin da bambina
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1920
quella signora vecchia! Non la posso né meno guardare
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1920
meno un dente!. Almeno la baronessa, che va sempre
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1920
si mise a togliere la polvere di sopra alla
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1920
te! ¶ — Perché non hanno la mia furbizia! ¶ E con
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1920
mia furbizia! ¶ E con la voce, che gli cambiava
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1920
topo e spruzzolando lontano la saliva. ¶ VIII ¶ Enrico era
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1920
glie ne era rimasta la presunzione; e non avrebbe
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1920
biasimato. Ma egli aveva la convinzione che i fratelli
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1920
Ora che s'avvicinava la scadenza di un'altra
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1920
volte che aveva messo la sua carta, domandava a
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1920
diverto; anche alla banda, la domenica, mi annoierei. Faccio
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1920
di nessuno. ¶ — Ma con la cognata va d'accordo
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1920
non le rivolgo mai la parola, altro che quando
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1920
che penso a tutto. La spesa la faccio io
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1920
a tutto. La spesa la faccio io, per il
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1920
verso me stesso! È la mia disgrazia. Avrei dovuto
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1920
un giorno, dovranno chiudere la libreria e anche la
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1920
la libreria e anche la legatoria. Anzi, bisogna che
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1920
qualche cosa che attirasse la loro attenzione. ¶ Quand'egli
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1920
un forestiero a dire la verità. ¶ Ma Niccolò, per
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1920
dolore gli faceva girare la testa; e non sentiva
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1920
dicevano; benché alzassero tutti la voce. ¶ Niccolò stringeva i
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1920
della giubba, per nascondere la sua ira. ¶ Il Corsali
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1920
appoggiato alla scrivania, chinò la testa, aspettando che tornasse
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1920
testa, aspettando che tornasse la giovialità di prima. Il
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1920
dici chiaramente qual è la ragione della mia arrabbiatura
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1920
Vuoi dare a me la colpa di tutto? ¶ Enrico
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1920
rispondere. Ma Giulio proseguì: ¶ — La prendo io! Tu che
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1920
al Nisard: ¶ — Mi faccia la cortesia lei: lo porti
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1920
era lei mi sbattevano la porta in faccia. ¶ Il
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1920
dove sono stato dianzi. ci sono i miei
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1920
voleva sgridarlo, ma torse la bocca e lasciò che
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1920
per tutti i versi la cassapanca e la roba
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1920
versi la cassapanca e la roba che c'era
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1920
Giulio cercava d'inghiottire la sua amarezza; che gli
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1920
Allora il Nisard dette la mano ai due fratelli
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1920
le spalle e su la testa quanto poteva. Modesta
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1920
quanto poteva. Modesta glie la tolse di sotto e
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1920
per vendicarsi, rispose per la sorella; lagrimando: ¶ — È vero
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1920
stretta stretta; con tutta la sua amorevolezza, che la
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1920
la sua amorevolezza, che la faceva tremare. Lola, pentita
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1920
vendicata a quel modo, la schiacciava a sé, con
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1920
degli zii. Ma ella, la sera stessa, lo fece
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1920
chi sa come darebbe la baia a Chiarina. ¶ E
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1920
non l'avesse persuasa la sorella. Si vergognava; e
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1920
più serio del solito. ¶ La sorella, dopo, le chiese
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1920
stare al buio, con la finestra aperta. Voglio provare
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1920
loro camera, si vedeva la campagna tra Porta Ovile
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1920
già troppo buio, e la campagna doventava di un
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1920
piè delle case; dentro la cinta delle mura di
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1920
un gran tiglio, sotto la finestra della camera, staccarsi
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1920
della prima comunione, su la parete del letto. ¶ VII
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1920
che gli aveva detto la cognata. Ma da solo
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1920
fatto a fingere che la ragazza avesse almeno una
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1920
non desiderava più che la sua sfortuna mutasse; e
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1920
garantì che non valeva la pena né meno di
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1920
trovava d'accordo con la sua coscienza. E credette
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1920
di prendere sul serio la possibilità che una abbia
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1920
è uno che cerca la dote, ha sbagliato! La
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1920
la dote, ha sbagliato! La dote non c'è
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1920
c'è e non la piglia. Si trovi un
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1920
gridando: ¶ — Ti pare che la sposi senza una dote
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1920
mio fratello! ¶ E, abbottonatasi la giubba, scappò. ¶ Giulio escì
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1920
Giulio escì da dietro la scrivania, e il giovine
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1920
momento zitto. ¶ — Sa... è la prima volta ch'io
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1920
onore di fidanzarmi con la signorina Chiarina. ¶ Aveva gli
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1920
nulla in contrario, se la mia nipote acconsente: purché
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1920
né meno sapere! ¶ — Allora... la cosa può essere fattibile
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1920
e timido, gli tese la mano; e se ne
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1920
un signore a chiedere la mano d'una mia
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1920
sapevo. E perciò me la son battuta. ¶ Allora il
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1920
gli chiese scherzando, con la sua voce crepitante come
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1920
che le sopracciglia toccarono la tesa, e gli rispose
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1920
ne intendo! ¶ Poi, chinò la testa, e dopo un
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1920
fascicolo del Magazine; batté la punta del bastone su
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1920
un trombone; e, spalancando la bocca con un altro
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1920
si poteva cercare per la campagna! Ora il governo
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1920
ambedue si volsero verso la porta, sentendo toccare la
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1920
la porta, sentendo toccare la maniglia: era il cavaliere
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1920
m'ha detto che la vostra Chiarina è per
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1920
perché ho dovuto cambiare la donna di servizio... che
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1920
sangue. E nessuno ce la leva. Anzi, io, le
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1920
seme. Dorme davvero Niccolò? ¶ La voce del cavaliere pareva
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1920
vantò: ¶ — Sognavo perfino! ¶ Dentro la libreria c'era poca
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1920
riso; e, allora, con la sua ilarità avrebbe voluto
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1920
Egli rideva anche con la voce; i suoi occhi
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1920
suoi occhi luccicavano, destando la malcreanza d'Enrico, e
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1920
malcreanza d'Enrico, e la timidità corrotta di Giulio
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1920
i piatti; battendo su la tavola. Tutto doventava ridicolo
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1920
le devi serbare per la bottega. In presenza delle
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1920
vino; e vi passerà la voglia di fare un
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1920
un'aria che rimetteva la voglia di ridere. Le
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1920
sua sedia; e, prendendogli la testa, lo baciò. Egli
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1920
e si assomigliavano. Chiarina la maggiore. Vestivano alla buona
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1920
insulse; da nascondere. Quando la zia le sorprendeva a
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1920
il loro pudore e la loro innocenza. E si
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1920
quantunque, specie certi giorni, la loro amicizia avesse bisogno
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1920
passeggiate in campagna. E la zia, sebbene non più
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1920
più di due volte la settimana, le portava fuori
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1920
davano un'occhiata dentro la porta; per vedere se
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1920
vedere se ci fosse la direttrice a salutare qualcuna
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1920
a Porta Tufi quando la zia stava ancora a
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1920
alla zia, prendevano sempre la Strada del Mandorlo. E
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1920
soffermarono lì, ad aspettare la zia, il cielo era
213
1920
sole faceva doventare abbarbagliante la nebbia dove restava ficcato
214
1920
nebbia dove restava ficcato. La campagna, sotto il Monte
215
1920
della cinta cascano dentro la terra gialla, tra l
216
1920
quasi dritta; mentre, verso la Porta San Marco, stramba
217
1920
Carmine; a punta. ¶ Seguitando la china, sentivano i loro
218
1920
loro passi risonare; perché la strada si fa più
219
1920
muri sempre più alti. La poggiaia fuori di Porta
220
1920
per tutto. Più in , ma come della stessa
221
1920
ad una villa con la facciata scolorita dall'umidità
222
1920
un portalettere sciancato; con la pipa in bocca; volta
223
1920
volta in giù; con la borsa logora a tracolla
224
1920
arrivavano al tetto. Aveva la facciata gialleggiante di licheni
225
1920
pensavano a niente; e la zia disse loro: ¶ — Non
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1920
due sorelle volevano fare la passeggiata più lunga, perché
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1920
diseguali anche d'altezza. La cappella pare un casotto
228
1920
di tegole smosse. ¶ — Ce la diranno mai la messa
229
1920
Ce la diranno mai la messa? ¶ — C'entrerebbe soltanto
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1920
Scommetto che a sentire la messa restano di fuori
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1920
siamo noi. ¶ Più in , dove sboccava un'altra
232
1920
quasi sperse; come se la croce proibisse loro di
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1920
di star sole senza la zia. ¶ — Non sarebbe meglio
234
1920
Ma Chiarina stava tra la paura della croce e
235
1920
suo desiderio; e disse: ¶ — La zia vorrà riposarsi! ¶ — E
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1920
che, se le dispiace, la colpa è tua! ¶ — Va
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1920
è tua! ¶ — Va bene: la prenderò io. ¶ Modesta giunse
238
1920
sebbene quelle due donne la guardassero. ¶ — Io disse Modesta
239
1920
ti voleva dire questo! ¶ La sorella smise di piangere
240
1920
smise di piangere, e la picchiò su le spalle
241
1920
quanti medici avevano assistito la sua moglie partoriente; tutto
242
1920
piange mai... né meno la notte... ma quando lo
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1920
casa... che, per dire la verità, a suo onore
244
1920
che il bambino aveva la febbre... In casa avevamo
245
1920
casa avevamo già perso la testa... chi correva di
246
1920
di qua... chi di ... Era venuta anche la
247
1920
là... Era venuta anche la mia suocera, che voleva
248
1920
abbiamo tutti e tre la gotta, come lei sa
249
1920
molto, stava male tutta la giornata. ¶ Giulio, a lungo
250
1920
lungo andare, aveva perso la salute; e dimagrava; benché
251
1920
amico... ve ne do la prova... Non mi crediate
252
1920
sbalùgina né meno per la mente! ¶ Giulio lo avrebbe
253
1920
più intenso. All'improvviso, la banda attaccò, con tutti
254
1920
benché in contrasto con la musica sgargiante; come stupefatti
255
1920
vantarmene.... ¶ Niccolò disse con la sua voce robusta, che
256
1920
più di me... conosce la vostra onestà... nessuno, più
257
1920
falsa? Io scommetto che la pagherebbe! È così benefico
258
1920
Ti dico che pagherebbe la cambiale! Dammi retta, almeno
259
1920
volta! ¶ — Vuoi assumerti tu la responsabilità di dirglielo? ¶ — Io
260
1920
niente. ¶ Enrico, zoppicando per la gotta, aprì l'uscio
261
1920
zeppi qui, come se la nostra libreria fosse il
262
1920
È un'indecenza. Quando la gente può stare tutto
263
1920
che viveva soltanto per la famiglia: non sapeva fare
264
1920
lavorava più lei che la donna di servizio. Per
265
1920
i cognati le empivano la casa di provviste da
266
1920
ti lamenti sempre che la libreria non guadagna, e
267
1920
tuo posto. Queste domande, la mia moglie non le
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1920
che non mi dici la verità. ¶ Niccolò rise più
269
1920
in cucina; a preparargli la cioccolata. Egli s'affrettò
270
1920
s'affrettò a mettersi la giubba, prima che tornasse
271
1920
arrischiata ad insistere, ma la sua ansia le dette
272
1920
dette forza. E, portatagli la cioccolata in camera, senza
273
1920
essere mite, credendo che la moglie la facesse finita
274
1920
credendo che la moglie la facesse finita. Ma non
275
1920
non gli importava che la cioccolata gli bruciasse la
276
1920
la cioccolata gli bruciasse la lingua. ¶ — Tu, nonostante il
277
1920
il suo istinto non la persuadeva. Come quando aveva
278
1920
ragione di sospettare. Egli la guardava con disprezzo, accigliato
279
1920
Enrico, invece di fare la passeggiata di tutte le
280
1920
Niccolò: ¶ — Mi pare che la tua moglie metta su
281
1920
non sa niente. Piuttosto, la strozzo. ¶ — Io le ho
282
1920
lo farei scontare. ¶ — Con la mia moglie ci penso
283
1920
di metterci a tavola, la facciamo pentire. ¶ — Senza tanti
284
1920
mi aiuterete. ¶ Enrico scosse la testa, ed escì. Ma
285
1920
anche spiacente di obbligare la cognata a non immischiarsi
286
1920
spero. ¶ A mezzogiorno, Niccolò, la fece chiamare in salotto
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cucina, chiuse insieme con la donna di servizio. E
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nipoti che potevano portare la minestra. ¶ Durante il pranzo
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In quel mentre, aprì la porta Enrico, senza richiuderla
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Il fratello gli accennò la porta, e quegli escì
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male. ¶ Allora Giulio disse: ¶ — La tavola bene apparecchiata è
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Siamo tutti eguali: anche la mia cognata, Modesta, l
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Nisard, avrebbe chiuso subito la bottega; quantunque un signore
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i denari per comprare la carta stampata! Io sto
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il fratello che se la prendeva con la moglie
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se la prendeva con la moglie; senza smettere più
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e anche San Cristoforo, la chiesa più vicina alla
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si dette a suonare. La gente era meno rada
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ottobre. Gli era venuta la gotta, come agli altri
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pena le gambe. ¶ Per la strada, fingeva di fare
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allungò un passo verso la porta, per andarsene. ¶ Niccolò
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i denti; e tutta la testa pareva, all'incirca
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compagnia d'assicurazioni. E , dal piovano, ho visto
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a cercare! ¶ E spalancò la bocca, come se avesse
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Si mise disteso su la sedia, guardando ora il
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che anche gli altri la sentirono subito. Ma quando
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anello del mignolo su la cassapanca; poi, disse, sbadigliando
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disse, sbadigliando: ¶ — Mi duole la testa: m'ha fatto
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lo proibisce. Non è la prima volta. ¶ — E tu
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trovo: minestra magari come la broscia, lesso, e poi
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disse: ¶ — Io vorrei trovarmi la tacchina; per domani. Ci
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fa perfino male! Stanotte, la mia moglie s'è
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me delle sue corna! La moglie glie le fa
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domandiamolo a chi volete, la ragione l'ho io
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ti sei succhiata tutta la bottiglia del cognacche? ¶ Niccolò
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quando s'arrabbiava, aveva la voce di cattivo; e
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si rilegano mica con la mia pelle! Se avete
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nessuna voglia di alzare la voce. ¶ — Tu, no; ma
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E tu, per rompermi la testa, sciuperesti codesto vaso
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abbia paura, ma perché la roba di bottega la
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la roba di bottega la deve tenere di conto
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ammaccato con i piedi la cassapanca! Sei un lezzone
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zitto! ¶ E si turò la bocca con una mano
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Io allegro? Questa è la più grande calunnia che
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in piedi, da dietro la scrivania, sentì gli occhi
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sicuro di trovare sempre la stessa accoglienza deferente. Entrava
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arricciava sempre. Guardava, abbassando la testa, da sopra le
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gli rivolgesse per primo la parola, e con lui
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attento di non perdere la testa. Sarebbe andato via
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Giulio, dàgli una sedia! ¶ — La prendo da me. ¶ — Non
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altro! Piuttosto, le do la mia. ¶ Ma nondimeno non
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tre giorni fa... È la mia consolazione!.. ¶ Niccolò cominciava
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cenno di sì con la testa. ¶ Andarono fino a
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in città da Fontebranda. La strada di Pescaia cala
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più dietro ad essa. La campagna, a destra, divalla
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raccontato, benché non fosse la prima volta, quanti medici
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si tirò più giù la tesa del cappello; e
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tasca dei calzoni e la testa appoggiata a uno
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a dormire! È tutta la mattina! Fai rabbia! ¶ Niccolò
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alto e grasso; con la barbetta brizzolata, le labbra
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mise le lenti, guardò la firma su la cambiale
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guardò la firma su la cambiale e disse: ¶ — Bada
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bene! ¶ Il fratello abbassò la testa e fece un
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a battere lesto lesto la punta d'un piede
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e, allora, tremava tutta la cassapanca con quel che
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di guadagnare tanto con la libreria, da non correre
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lo preoccupava piuttosto per la puntualità che ci voleva
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ormai da tre anni la cosa andasse bene: avevano
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le sere; a fare la chiacchierata. ¶ Giulio era anche
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di lavorare, stando dentro la libreria dalla mattina alla
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a poco a poco, la libreria aveva sempre fruttato
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poco incerto a esaminare la cambiale aperta su lo
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grattò vicino alla bocca, la prese e se la
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la prese e se la mise in tasca. Niccolò
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ci voglio andare! ¶ Aveva la voce forte e robusta
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umiliato. E rispose, con la sua pacatezza di uomo
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un accidente! ¶ Giulio, tenendo la mano in tasca dov
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in tasca dov'era la cambiale, perché aveva paura
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faceva. ¶ Niccolò restò su la sua sedia; e si
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sedere! ¶ — Lo so! Me la invidia anche lei? ¶ — Io
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batté una mano su la spalla. Poi, chiese: ¶ — Che
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Anzi! A lei dirò la verità: è una Madonna
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un contadino. Non me la volevano vendere a nessun
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Si alzò, e con la voce che doventava acuta
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quante ce ne prenderà? ¶ La voce di Niccolò si
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non l'ha data? ¶ La voce parve calmarsi, farsi
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fuggisse perché non valeva la pena di rispondergli. ¶ II
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da perdere. Giunse, per la Via Cavour, fin dov
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aveva mangiate durante tutta la sua vita. Quasi gli
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non mi levo anche la voglia di quelle! ¶ — Ci
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e aprire. Guardò tutta la bottega; per vedere se
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gli rispose Enrico, con la sua voce nasale e
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dello scrittoio, prese con la punta delle dita dieci
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regolari le lenti su la carta sugante, disse: ¶ — Con
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carta sugante, disse: ¶ — Con la cambiale d'oggi, sono
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Allora, Niccolò divenne affettuoso; la sua voce quasi supplichevole
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si drizzava con tutta la persona; mandando in fuora
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e in giù per la bottega, che allora per
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casa, e vi aspetto tutti e due. Vieni
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non voglio che me la dica. ¶ Il libraio aveva
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da sé, accettava soltanto la consapevolezza dei fratelli. Perciò
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il Nisard gli desse la mano! ¶ Quel giorno il
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con lui: ¶ — Va bene la bottega? ¶ Giulio scosse la
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la bottega? ¶ Giulio scosse la testa; e, poi, disse
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con lui poteva mostrare la sua erudizione di bibliofilo
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fossero costretti ad ammirare la sua amabilità, sfoggiò, prima
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disse: ¶ — Domani sapremo se la cambiale sarà accettata dalla
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suo parere e scuoteva la testa. Poi s'impennò
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io fossi certo che la respingono, anderei ad ammazzarli
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dici di no, che la cambiale sarà presa! Andrà
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par di vederla, quando la prenderanno in mano quelli
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tutto il giorno; così, la cambiale doventerà viva come
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conseguenze che né meno la moglie riescì a calmarlo
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potuto accasciarsi di più. La moglie gli diceva che
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senza sapere se andava la sera stessa a trovare
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fosse tornato in sé. La moglie non lo fece
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fece escire; ed egli la notte non poté mai
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poté mai addormentarsi. Verso la mattina, pianse per più
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i Gambi; ma, per la strada, la sua furia
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ma, per la strada, la sua furia diminuiva; ed
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i Gambi sapevano che la cambiale era stata non
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partita a carte per la sera; e un suo
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gli aveva riso su la faccia. Egli, sgattaiolando, corse
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vedere con che aria la gente si fermava davanti
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deliquio; e Niccolò, stringendo la sua testa fra le
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gli veniva alla mente. La sua voce sembrava un
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specie di risata, che la rendeva più tagliente e
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certa distanza, gli aprì la porta; e, prima di
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di peso, accomodandolo su la sedia. Egli pensava: — Ci
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Mi son sentito girare la testa. Guarda che le
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un imbecille, dovrebbe pagare la cambiale; e anche lui
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tese il braccio; ma la mano gli tremava così
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tremava così forte che la ritirò subito. ¶ — Che gente
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resta questa cassapanca. Me la faccio mettere in camera
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in camera, e me la guarderò quanto voglio. ¶ Ma
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oggi tu hai perso la testa! Non ti giudicavo
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il polso se hai la febbre! ¶ Allora, Giulio disse
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insieme. Perdio! Le turo la bocca con le mani
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con le mani dietro la schiena, e il sigaro
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si trattò di girare la chiave nella serratura di
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asciugava il viso che la donna gli bagnava con
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che andassero a prendere la zia e la portassero
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prendere la zia e la portassero in salotto. Egli
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non mi avete detto la verità prima? Vedi ch
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stato schietto? ¶ Egli storceva la bocca e chiudeva gli
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ma si rilasciò su la sedia. ¶ — Certamente, non avrei
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andò a serrarsi dentro la libreria; a stracciare carte
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a qualche tristizia inaudita. ¶ La sera non mangiò niente
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aveva né meno aperto la legatoria; e i due
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non conta niente. ¶ XIII ¶ La mattina, Giulio si disse
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che mi possa togliere la vita, sarebbe lo stesso
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può essere mi manchi la forza di fare a
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è necessario io faccia la prova della morte. Stanotte
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a che fare con la mia solita vita, alla
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sognato così bene!". ¶ Ma la calma della sera innanzi
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Ed escì di casa. La mattina era umida e
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cercò in vano. E la sua disperazione crebbe. Il
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crebbe. Il giorno dopo, la legge avrebbe fatto mettere
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con me, specie per la gente, andremo un poco
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Il Nisard troncò subito la sua titubanza e tornò
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un branco di monelli. La Chiesa è d'un
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tappate a mattoni e la torre crettata da cima
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sono più belli che la sera. Io me ne
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sono convinto venendo qui la mattina e il giorno
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di case; e, dentro, la Cattedrale. In Fontebranda, le
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attaccate e schiacciate sotto la Cattedrale; a strapiombo su
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gli orti e su la campagna. Poi si abbassano
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spargono per le chine. La campagna era d'un
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come allora, aveva amato la sua Siena; e ne
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voluto che fosse stata la realtà, invece. Ma quella
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una cosa sola. Ebbene la realtà - la chiamano realtà
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sola. Ebbene la realtà - la chiamano realtà - che m
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da capo. Pare che la nostra memoria sparisca e
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noi. ¶ Il Nisard storceva la bocca; e, ridacchiando, disse
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venuto con lei per la curiosità che ho di
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ho di sapere tutta la storia delle cambiali; e
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libero e comprendeva che la coscienza quotidiana si era
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alla libreria, ne aprì la porta come se andasse
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se andasse a conoscere la realtà del suo sentimento
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una corda forte, con la quale era stato legato
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sarebbe ammazzato! Ci lega la fune, a nodo scorsoio
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tutte le parti; sentendo la voglia di sorridere. La
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la voglia di sorridere. La guardava scherzando; ma pensò
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più toccarla. Egli disse: "La lascerò qui per sempre
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un pazzo; e appuntellò la porta per paura che
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puntelli saltavano via. Su la cassapanca, tutti quegli oggetti
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una firma". E vide la sua firma falsa saltellare
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per chiapparla; entro con la testa sotto gli scaffali
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testa sotto gli scaffali: la firma c'era, ma
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era, ma egli non la vedeva più. "Guardate: in
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l'ho!". ¶ Allora, spense la luce. E, al buio
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che si ammazzava, mise la testa dentro il laccio
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Niccolò lo accompagnarono, dietro la lettiga d'incerato verde
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collocare il cadavere dentro la cassa. Pochi minuti dopo
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del cimitero; che, messa la stola, benedì con l
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accennando con il mento la bara del Gambi, chiese
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andava e veniva tra la sua casa e il
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che bagnava tutto. Anche la cancellata del cimitero sgocciolava
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lapidi si lavavano e la cima dei cipressi restava
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un velo addosso che la faceva assomigliare ad una
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dolgono le ginocchia: è la mia gotta reumatica. Ma
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cominciarono subito a buttarci la terra con le pale
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Giulio s'era preso la responsabilità di tutto, e
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fratello: ¶ — Tu passi per la strada più corta per
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è posto. Io e la mia moglie prendiamo una
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tu farai portare via la tua roba. ¶ Si trattava
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Nicchioli ricavò a pena la metà della cambiale firmata
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tasca invece di pagare la retta della camera, gli
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anche a quella bettola. si doleva, e attribuiva
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e attribuiva a Niccolò la sua miseria. La gotta
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Niccolò la sua miseria. La gotta lo perseguitava e
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dimensioni e dai gioielli. La Madonna, dietro il vetro
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quella disgraziata; che, senza la fede, non si sarebbe
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eguale. Nondimeno egli, verso la fine dell'anno, a
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e gli andava via la voglia di celiare. Poi
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È vero che, allora, la casa pare morta? Quando
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morta? Quando rido, io la scuoto tutta e anche
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non portassi a casa la mia cassapanca, che avevo
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pareti; e avrebbe abbellito la stanza. ¶ Poi si voltava
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Poi si voltava verso la finestra, e diceva: ¶ — Gli