Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, 1919

fattavi da Masa con la costola d'un coltello

e i polsi, scuotendo la testa e le catene

certi loro succhii, smuovendo la lingua, respirando a lungo

fino a dovere aprire la bocca; scostandosi dalle mangiatoie

e sbatté, con tutta la sua forza, l'uscio

fuggiva da casa; e la rivedevano a buio. La

la rivedevano a buio. La nonna andava a cercarla

C'era qualcuno che la riconosceva e la seguiva

che la riconosceva e la seguiva per fermarla e

le guardie daziarie se la mettevano in mezzo e

a Masa. ¶ Alla fine, la nonna capiva che era

ridere. Doveva esser quella la sua vita? ¶ Ma, al

d'entrare in casa: la mamma aveva un vestito

babbo dov'è nascosto? ¶ - La colpa è tua. ¶ Ripigliava

colpa è tua. ¶ Ripigliava la voce. ¶ La mamma e

tua. ¶ Ripigliava la voce. ¶ La mamma e le sorelle

ventre faceva lo stesso, la gola si spellava; e

che andava a empire la gora del mulino, salì

diceva ad Adamo. Alzò la testa per ascoltare meglio

fondo alla tavola, con la testa tra i pugni

testa tra i pugni. ¶ La pioggia cominciò ad ammollare

avesse voluto allagare tutta la stanza. Era una di

soltanto qualche gocciolina come la punta di un ago

portarlo dal parroco, perché la consigliasse. Aveva già preparato

cadere. ¶ Fu trovata con la testa sul pavimento, verso

ravviarle i capelli, fu la prima a vederla. Ella

all'uscio della trattoria. La intese un cameriere: ¶ - Il

Correte subito a cercarlo! La padrona si sente male

bene, gli ricordò che la cosa quasi presentita era

occhi, si buttò sopra la moglie e cominciò a

il suo dolore. Tutta la sua enorme violenza, ora

parve insolitamente estranea per la prima volta a tutta

prima volta a tutta la gente che le era

le era attorno. ¶ Qualcuno la prese sotto il mento

sotto il mento, e la compianse: - Chi sa che

donna! Così buona! ¶ Pietro la vide già portata sul

tenerlo con sé per la trattoria. Continuava intanto a

accostò un'altra volta, la toccò su i capelli

allontanò per distrarsi, vergognandosi. ¶ La mattina dell'esequie s

tra poco porteranno via la tua povera mamma. ¶ Pietro

quando gli fecero baciare la mamma, prima che la

la mamma, prima che la mettessero dentro la cassa

che la mettessero dentro la cassa, pensò: «Perché non

mettevano il cadavere dentro la cassa; ma non avrebbe

sembravano mai finiti: raddrizzare la testa sopra il cuscino

tra una spalla e la cassa. ¶ Egli avrebbe voluto

portata via? Non ce la voglio più in casa

collo per veder meglio. ¶ La morte di Anna era

Ghìsola. ¶ Ghìsola aveva ripreso la sua strada verso il

Le saltò addosso e la gettò a terra; facendola

il braccio, le piegò la testa indietro, costringendola ad

dopo aver sputato: - Son la più debole. Te ne

vanti? Com'è salata la tua pelle! ¶ Egli la

la tua pelle! ¶ Egli la guardò negli occhi, per

Pietro? ¶ Ella cavò fuori la punta della lingua. ¶ - Non

per vederlo, le rifece la voce: - Da vero? ¶ - È

altra volta, per pestarle la punta delle scarpe tutte

non mi hai detto la verità? Con gli altri

Ma ambedue caddero; battendo la fronte insieme. Allora egli

da vero: ma udì la sonagliera della sua mula

ha strapazzata troppo! Non la sa guidare. ¶ Il ciuffo

quegli orecchi stretti, tutta la testa, rotonda di dietro

tagliare l'erba ficcava la punta del falcino nel

le vesti addosso, specie la camicetta che si sbottonava

olio. Dopo aver toccato la punta del falcino, umida

le piante dei limoni. La sera Giacco toglieva, con

tardi e avevano chiusa la chiesa, lo metteva in

stanza d'ingresso; e la mattina dopo era la

la mattina dopo era la prima faccenda. ¶ Per pararsi

le faceva subito dolere la testa, aveva un ombrellino

a mezze maniche. Su la guarnizione teneva una catena

d'oro. Invece, per la trattoria, aveva un vestito

prime aste. ¶ Per dire la verità, invece, Ghìsola avrebbe

regalato dai cappuccini per la prima comunione; e poi

una gran corona dietro la testa. Le canzonette erano

contadini, a sentirle con la chitarra da Cicciosodo, quel

cappello a tuba contraendo la pelle della fronte, ritto

sceglievano i numeri con la Ruota della Fortuna

non gliela vedesse, se la faceva leggere quando nel

vero cose belle, che la commovevano o la facevano

che la commovevano o la facevano ridere. ¶ Per non

labbra, fino a toccarsi la punta del naso. ¶ I

percepì un dolore dietro la scapola sinistra; al quale

quell'assopimento. ¶ Si alzò. La matita cadde, spezzandosi. Raccattò

il ritratto e poi la copia; e si sentì

volto. Rebecca rise con la bocca chiusa, insalivandogli le

insalivandogli le dita. Egli la fece barcollare; poi, saltando

quella non rispose; e la vecchia, borbottando, andò in

E continuò ad ingoiar la zuppa diaccia, tenendo la

la zuppa diaccia, tenendo la scodella in mano. ¶ Ghìsola

batterle il cucchiaio su la faccia, ma invece lo

di sotto. In fondo la compativa, e le dispiaceva

attaccata l'uva. Poi, la nascose nel canterano insieme

dove il piccione e la picciona volavano battendo il

volte, invece, t'inghebbi. ¶ La giovinetta alzò il coperchio

s'era aperto secondo la croce fattavi da Masa

sferzarlo sopra i ginocchi. La bestia si trasse in

Devi star fermo. ¶ Voltò la frusta e gli batté

frogie; il cavallo scosse la testa, e Pietro fece

perché temevano che se la prendesse anche con loro

si fermò. ¶ Domenico dette la sferza a Pietro, e

Pietro, e si riabbottonò la giubba dinanzi alla bestia

salirò. ¶ E, per farne la prova, si sbottonava e

sbottonava e si riabbottonava la giubba, interrompendosi quando la

la giubba, interrompendosi quando la bestia smuoveva la testa

quando la bestia smuoveva la testa. Affibbiò meglio una

quelle nuvole che portano la pioggia. Pietro teneva le

a loro. Talvolta, per la voglia di sorprenderli, diveniva

bocca, sospirò; e mosse la testa innanzi, quasi fosse

Alto tagliavano l'aria. La Porta Camollia era rossiccia

dei lampioni accesi dentro la città. ¶ Gli alberi del

alberi del viale, su la balza della ferrovia, si

Osservanza era dolce. ¶ Di là dai tetti della Via

tetti della Via Camoglia, la cima del Mangia era

su nel cielo; ma la sua campana, con l

stesa nella poltrona; dentro la trattoria. Il suo volto

contenti come vorremmo! ¶ E la stanchezza di esser vissuta

imporgliele. ¶ - Tu non rispetti la mamma! ¶ Egli, allora, si

sorriso: - Ma perché se la prende così? ¶ E siccome

offendersi. ¶ Quando poi Pietro la vedeva piangere, credendo che

a Masa che non la facesse lavorare troppo; e

suoi sentimenti e obbligavano la sua anima a disfarsi

a lui si stringeva la gola dall'emozione. Arrossiva

altro. ¶ Gli sembrava che la sua faccia non fosse

fosse capace a nascondere la lealtà troppo aperta e

erano bisticciati, picchiandosi su la schiena; ed egli aveva

risentito, si riaccostò con la saliva bianca che gli

cercando di persuaderlo con la bontà, gli disse: - Ed

sputò sull'erba, asciugandosi la bocca con il dorso

Voleva evitare che Antonio la vedesse. Ma quegli proseguiva

ci crede? ¶ E scosse la testa. Ella parlava, questa

che ne soffrisse. ¶ Ma la sua bellezza lo distrasse

quasi arruffati insieme; e la sua buccia era di

vedi com'è brutto? ¶ La contadina, specie per rispetto

che Antonio non se la prendesse troppo. Poi seguitò

solo; ma non ebbe la forza d'alzare gli

che dire. Poi Pietro la guardò; ed ella gli

insieme, disse con tutta la sua cattiveria: - Io me

che le disse con la voce strozzata: - Bisogna che

vada. Mio padre... ¶ Tutta la faccia di lei s

dirgli niente! ¶ Ella abbassò la testa, rispondendo: - Allora vada

cantò da un olivo. La saggina ondeggiava prima lenta

di pesce, spingendolo sotto la buccia secca di una

cappello aiutandosi a rifarci la piega nel mezzo. ¶ Prima

mucchio, finì d'empire la cesta. Poi l'alzò

e voltalo tu. Ripiega la coperta e mettila sul

e mettila sul sedile. ¶ La bestia non voleva voltare

riesciva ad afferrare bene la briglia; e le dita

Domenico prese in mano la frusta, andò verso Pietro

stalla. ¶ Domenico, sempre con la frusta in mano, andò

le cui vene sollevavano la pelle, come lombrici lunghi

lunghi e fermi sotto la moticcia. ¶ Pietro non aveva

snervatezza nuova; che aumentava la sua confusione simile a

ancora; e, nel prendere la coperta rossa che era

sopracciglia. Allora Pietro guardò la testa del cavallo, che

a pena nella strada. ¶ La luce del sole tramontato

del sole tramontato dietro la Montagnola, più rossa che

prima rallentare il cavallo, la toccava con la punta

cavallo, la toccava con la punta della frusta nel

che gli passavano per la mente. Oppure cercava di

Se lo tratteneva per la giubba, egli la lasciava

per la giubba, egli la lasciava con queste parole

più, temendo che se la rifacesse con Pietro; stordendolo

anche troppo. ¶ Né meno la notte era possibile, perché

oro; i capelli biondicci, la fronte bassa. Disse a

dette un soldo su la tavola. ¶ Pietro guardò anche

gli occhi bruciava no la sua anima. Il cuore

Vai, dunque! ¶ Egli afferrò la moneta, e corse dal

che tu sappia fare la moltiplicazione. Dovrebbero esser abolite

gli insegnanti a vangare. La terra è la migliore

vangare. La terra è la migliore cosa che Dio

che da contrastare con la moglie! Ella scuoteva la

la moglie! Ella scuoteva la testa. ¶ - Noi, senza saper

senza saper né meno la nostra firma, abbiamo fatto

sempre capace di rompergli la testa. ¶ - Oh, grosso e

non verrà di certo! ¶ La mattina, ciascuno prendeva la

La mattina, ciascuno prendeva la colazione quando ne trovava

terminato le faccende; ma la sera, mangiavano tutti insieme

le spalle e con la testa; la cantiniera portava

e con la testa; la cantiniera portava i piatti

di vino; poi tolsesi la dentiera per pulirla con

dentiera per pulirla con la salvietta, di nascosto, tenendo

tenendo le mani sotto la tavola. ¶ Anna, per cucire

ancora più fisso, con la bocca ridente, per burla

si vedeva appena; e la terra era già bruna

sue calze; ma con la sottana troppo corta non

rossore, che le cambiò la fisionomia. ¶ - Lo so. ¶ E

detto! ¶ Gli parve che la sera gli togliesse la

la sera gli togliesse la carne, lo facesse sparire

era ritrovato in tasca, la cantonata della capanna. Si

di poterlo contraddire con la sua autorità, rispose: - Io

alla strada, menandolo per la briglia. ¶ - Sali su. ¶ Egli

gli altri tacevano; e la conversazione era cambiata. ¶ - La

la conversazione era cambiata. ¶ - La bestemmia non sta bene

fuori di qui! Per la strada! ¶ Quegli arrossiva: - Ieri

rivolgevano agli altri esponendo la cosa come un racconto

si teneva più; e la sfilata delle bestemmie era

parte, aspettando, sempre con la paura che parlassero male

due o tre volte la pietanza, se era a

a mangiare. E, tornatagli la gaiezza, era primo lui

il tovagliolo, tamburellandole, con la testa in avanti e

o con un sospiro, la sua opinione. E, se

Giacomino, anche mangiando, appoggiava la testa alla mano, tirandosi

non gli facesse volger la testa. ¶ - Dio! Mi fate

a piacere; Giacomino sotto la finestra; Bibe il più

trattato così, non se la prendeva. ¶ - Mezzo posto mi

altro occhio per tutta la stanza, lentamente; ricominciando sempre

ridente senza sapere perché: la sua bocca, con quel

rubato oggi? Si piglia la roba delle commissioni e

l'ha persa per la strada. ¶ - Io? Oh, poverino

ma ora no. ¶ Strascicava la voce con un accento

in un orecchio. Ma la mia moglie è già

io per loro? ¶ Tutta la sua fisionomia pigliava una

Domenico gli sceglieva tra la roba del giorno innanzi

solo. Lo pigliava per la tesa del cappello, quasi

saliva in piedi su la panca, per non staccarle

d'accecare. ¶ Una era la Battaglia di Adua

su le rame nuove! La terra un poco umida

disadatta alla sua età la giubba con il bavero

mise una mano su la spalla: - Come cresce a

di qua e di là; Giacco per non sentir

una cicca? ¶ Rebecca, spazzando la trattoria, metteva in serbo

ho sempre quello che la sua mamma mi dette

sua mamma mi dette la settimana passata. Guardi se

non è vero! ¶ Batté la pipa in proda alla

di polvere incenerita. Egli la radunò insieme, la mescolò

Egli la radunò insieme, la mescolò e la rimise

insieme, la mescolò e la rimise dentro. Poi prese

gli dette un malessere, la mamma che andava a

governare le vacche. Dammi la fune. ¶ Ma Masa, preoccupata

Poi ti ci vuole la moglie intorno per darti

Se tu avessi trovato la fune, senza rispondermi niente

un battibecco. Ma Masa la difese: - Ha fatto bene

adagio smuovendo un poco la testa, i cui capelli

raccontarle qualche cosa, con la voglia d'offenderla. ¶ Come

disse più niente, non la guardò né meno: era

provi! ¶ Quand'ella voleva, la sua voce diveniva dura

una gallina. Allora egli la guardò con dispetto, sentendo

poter seguitare, notò come la tasca del suo grembiule

e sfacciata; ma egli la prese sul serio e

movimento ammodato di tutta la bocca, lo inghiottiva con

gamba sopra l'altra. ¶ La farina era lei stessa

lei stessa e tutta la sua famiglia. E Giacco

come il vento gonfiava la camicia d'Agostino, tutta

le ciglia, gli orecchi, la camicia? E perché quando

fare come lui, con la stessa aria di noncuranza

animo, senza fiato, con la paura di provocare la

la paura di provocare la sua collera che lo

e sciatto. ¶ Sembrava, con la sottana rimendata male, troppo

batteva le nocche su la fronte di Ghìsola dicendole

silenziosa; credendoli diffidenti. Non la interessava niente; obbediva a

avvampavano il viso, e la stordivano quanto le stanze

vita, che le montava la testa come la ricchezza

montava la testa come la ricchezza e il lusso

stesso. E come tutta la natura gli apparve a

gli pareva di avere la propria anima; ora diminuiva

metteva una mano su la fronte, dicendogli: - Ti viene

fronte, dicendogli: - Ti viene la febbre? ¶ Egli gridava, allora

come tutti gli altri: la trattoria e gli avventori

alla trattoria. E siccome la stagione era buona, portava

erba fresca o con la gramigna tolta al vangato

mosse né meno. E la vecchia si fermò. ¶ Tra

e s'alzò. Ma la vecchia, preso tempo, gettò

vecchia, preso tempo, gettò la spazzatura fuori dell'uscio

fosse viva. E non la toccò. Ghìsola, sopraggiunta dal

dal campo, vistala tra la spazzatura, stette zitta perché

spazzatura, stette zitta perché la nonna da tanto tempo

Pietro, per burlarla, affondò la bambola a calcagnate, nella

le ferì una coscia. La giovinetta, impallidita, si sforzò

buttando via il pane. La vecchia, al rumore delle

battesse qualche cosa su la testa. ¶ Pietro, convinto di

E ne aveva avuto la prova due anni prima

quando giuro io è la verità. Non feci male

con quel temperino, fargli la stessa ferita; ed ella

Ma l'acconsentimento diminuì la sua voglia. ¶ - Bisognerebbe che

io. ¶ Egli le prese la mano, perché tenesse il

egli «ha ricusato per la nonna e per la

la nonna e per la zia.» ¶ Ghìsola, invece, si

egli per timore non la guardava né meno, si

vicini di banco con la sua ilarità nervosa; li

tacevano, né meno udiva la voce dell'insegnante; quantunque

strano. ¶ Stava per prendere la licenza elementare, ed era

a badare a tutta la lezione rimanente; e sentiva

quasi gusto ad aumentare la disistima di tutti, benché

stato attento, usciva con la mente quasi stravolta, con

sorvegliare i camerieri e la cantiniera per dire: - Lo

gli avventori si toglievano la giubba; mentre, d'inverno

faccia. Egli rimaneva con la parola in bocca e

zia Rebecca; ed egli la guardava senza andarle vicino

il giugno, tornò con la mamma in campagna. Siccome

mamma in campagna. Siccome la casetta stava chiusa parecchi

voleva forza. Chiamavano Giacco, la prima volta, per non

era incaricata di levare la polvere e le ragnatele

agitazione che gli toglieva la coscienza; e gli dolevano

sopra le colline di là dalla pioggia, che le

ci teneva a fare la signora e ad essere

studiare, dopo aver guardato la divisa dei suoi capelli

lei se non quando la mamma le comandò di

con i piedi su la stecca della sedia. ¶ Anna

Aggiunse quella che aveva la vista più debole, Adele

che dita delicate ha la padrona! Sembra perfino impossibile

perfino impossibile! ¶ Anna lasciò la trina; e, arrossendo, mise

mise una mano sopra la tavola, alla luce; facendola

come nei sogni; e la mamma, rivolgendosi a lui

due o tre volte la stessa cosa: - Ma perché

non gli fece ciondolare la testa su le ginocchia

senza alzare gli occhi, la maltrattò. Ora Ghìsola apparteneva

piangere, Anna rimandò via la contadina prima del solito

l'era svignata subito. ¶ La pioggia, ricominciata dopo il

moveva più: si vedeva la sua luce immobile, sempre

aperti, pieno di sogni. La mamma, quando fu a

non arrivò a toccarsi la fronte, sentendo il segno

Ghìsola. S'addormentò vedendo la mamma che simile a

letto per benedirlo. ¶ - Dammi la buona notte, almeno! ¶ Ma

il lume con tutta la persona; dopo avergli messo

Poi, nei sogni, sentiva la sua cattiveria; e credeva

sedé sul focolare spento, la cui pietra era ancora

i passi di Orsola, la moglie di Carlo, la

la moglie di Carlo, la chiamò; quantunque volesse stare

Vi ricordate di quando la volpe straziò la chioccia

quando la volpe straziò la chioccia che m'ero

Poi disse: - Non ve la prendete. Venite a dirmi

saperlo anch'io. ¶ E la lasciò. ¶ Masa andò incontro

schiacciò con le dita la testa a tutti; e

fumo. Si sedeva, scuoteva la testa, metteva il capo

uscio. ¶ Toppa entrò sotto la tavola, e fiutò tutte

una per volta; sbattendo la coda alla tovaglia di

significava quel giro dentro la stanza? La nonna e

giro dentro la stanza? La nonna e la nipote

stanza? La nonna e la nipote si guardarono negli

guardarono negli occhi. ¶ Ma la disgrazia non avvenne; ed

le farfalle bianche rasentavano la fronte della giovinetta; e

come se avesse sognato. ¶ La farina! Masa sapeva bene

bene quel che è la farina e quanto le

e quanto le costasse; la farina che le si

mette in bocca per la prima volta un pezzo

piegati; e soffiò su la fiammella avvicinandosi con la

la fiammella avvicinandosi con la bocca. Se la candela

con la bocca. Se la candela non si fosse

della moglie; ma chiuse la porta, dandoci poi una

che aveva girato bene la chiave. Di casa stava

in fondo all'anima la carezza del passato: era

come un bell'incasso. ¶ La sua trattoria! Qualche volta

fortuna. Del resto, sentiva la necessità di arricchire di

di pietre scheggiate, con la scala che si moveva

ricordi della giovinezza avevano la stessa importanza dei teatri

al seminario, ch'era la scuola più vicina; tra

anni di matrimonio, che la tradiva, aveva creduto più

Rebecca; che era stata la sua balia e ora

mandava a letto. E la sera dopo gli diceva

sonno. Anna, allora, svincolava la mano perché aveva da

che entravano e uscivano. La trattoria seguitava fino a

anche lei; ma, verso la mezzanotte, erano tutti stanchi

fiaschi del vino dentro la dispensa. E sapeva trattare

da sé, però con la sorveglianza e l'approvazione

con una meticolosità che la inorgogliva e che faceva

ch'era lì, con la testa avvolta in uno

non avrebbe potuto lasciare la trattoria. Con lei andavano

finire poco più in là del convento di Poggio

di qualche ettaro, con la siepe di marruche e

e di biancospini su la strada: un piccolissimo appezzamento

gli assalariati andavano, dopo la messa, alla trattoria; e

l'aratro e con la vanga, diventava di cento

pezzo a scolorirli. ¶ Per la strada passavano, di solito

delle ore, qualche cappuccino la mattina, i contadini e

che andavano a mangiare la zuppa del convento. In

e questi stavano fuori la sera. Le domeniche, a

del borgo fuori porta. ¶ La strada è quasi da

ammasso di colline verso la parte di maremma e

se c'era entrata la malattia. Qualcuno degli assalariati

rifare il lavoro. ¶ Per la potatura degli olivi succedevano

più. Metteva da sé la scala dove giudicava meglio

anche come dovevano tenere la vanga, per arrivare più

qualche strisciolina qua e là. Il fazzoletto che Masa

filo così sottile come la punta di un ago

richiudere l'ampolla dentro la madia, vi passava sopra

madia, vi passava sopra la lingua più di una

più di una volta. La padellina bolliva, ed ella

piena d'acqua salata; la riaccostava al fuoco ed

ficcato il muso sopra la schiena mentre gli empiva

gli empiva di erba la mangiatoia, si che lo

fuoco il beverone per la bestiola. Lo sai; ma

di scordartene. ¶ Egli, finita la fatica, provava una gran

tutti e tre: - È la padrona. Su, va ad

e, dopo aver cavato la lingua fuori per dire

mia padrona. ¶ - È sola la tua padrona? ¶ - Sola: tiene

Penserebbe male di te la tua padrona se mi

non offenderla: era stata la sua contadina, e avrebbe

da quella gente, che la teneva con sé e

non rispose: egli ripeté la domanda. Non rispose lo

di sapere troppo per la prima volta. Avrebbe dovuto

se poteva parlare con la stessa confidenza di prima

Ella aspettò che rialzasse la testa, con una fisionomia

se avesse parlato con la voce di un altro

fosse serva e che la padrona, risapendo della sua

umiliata rimproverandola. Andò verso la finestra, discostò lo stoino

imitare Ghìsola; sentendosi girare la testa come dopo un

equivoco; e poi perché la sua bellezza non sarebbe

lui. ¶ Voleva che avesse la coscienza dell'onestà, e

a Ghìsola, le stese la mano, e uscì lentamente

Ella fu contenta che la visita fosse finita così

giungere il suo amico. ¶ La scala era di mattonelle

Ma egli non ebbe la forza di risponderle: si

e troppo fitte. ¶ Di là d'Arno, case strette

scolorite degli orefici, portava la polvere delle strade sopra

del fiume, e tra la chiesa di Cestello. Poi

tolse dalla valigia tutta la biancheria. Durante la notte

tutta la biancheria. Durante la notte, si svegliò due

poco! ¶ Stette indeciso tutta la mattina, e la sera

tutta la mattina, e la sera le scrisse; perché

Ghìsola si fece leggere la lettera dal suo amico

della lingua di Beatrice, la donna di servizio veduta

possibili a loro. Finita la lettera, egli baciò l

gerbo sentimentale, con tutta la persona. ¶ - Però tu non

mi dici ogni cosa. ¶ La prese per un orecchio

dispensa per metterli su la tavola, pensò che avrebbe

se gliene fosse venuta la voglia, restarle amico. ¶ Ma

egli, senza accorgersene, abbassava la testa; aspettando la sua

abbassava la testa; aspettando la sua più intima risoluzione

chiamare Beatrice che portasse la cena. Ma il signor

sentendosi in fallo, volse la testa. ¶ - ...a fare il

una risata; e siccome la donna entrava, si sederono

Non poteva darsi che la sposasse da vero? E

seria, si sedé, alzando la veletta fino al cappello

con affettata diffidenza tutta la stanza, andò allo specchio

Egli si alzò e la baciò; ed ella socchiuse

di sudore. ¶ Ghìsola abbassava la palpebre tutte le volte

a quel modo, con la pretesa di non esser

tu? ¶ Ghìsola tacque, piegando la testa. Egli insisté per

ella lo baciò per la prima volta, come se

era lì! Le afferrò la mano, guardando la stilla

afferrò la mano, guardando la stilla di sangue che

da lei respinti, non la lasciarono più in pace

aspettava che passassero sotto la sua finestra. Qualcuno cercava

da Radda pochi chilometri. ¶ La strada da Siena, dopo

mano in mano che la strada s'aggira, quasi

case, con quattro botteghe, la strada si fa ripidissima

uccelli volano qua e là come portati dal vento

allora le nuvole passano. ¶ La strada, dopo il villaggio

si vede giù tutta la Castellina. ¶ E in quel

piccole macie; poi cominciano la Montagnola e Montemaggio; e

i bambini a raspare la terra, quasi in mezzo

tra le gambe, appoggiando la schiena torta su le

E rideva spalancando tanto la bocca che si vedeva

che scodinzolavano a tutti. ¶ La metà superiore della torre

altro di Radda, rimproverò la signora che l'aveva

aveva presa al servizio. La giovine sentì in lui

e biancastrona quand'egli la guardava torcendo la bocca

egli la guardava torcendo la bocca tutta da una

per esempio! ¶ Rivedeva tutta la processione: anzi si divertiva

calca! Le pareva che la processione entrasse, vertiginosamente, dentro

poco di sghembo, e la musica riecheggiata, come se

come se suonasse anche la valle tortuosa, a nicchia

cosa; e chi non la sapeva se l'inventava

parlavano, c'era sempre la persona che li scopriva

allegro; e ognuno se la spacciava per sua amante

spacciava per sua amante. ¶ La mezza dozzina di signorine

di signorine, in fondo, la invidiavano che piacesse così

e che gli uomini la guardassero benché parlandone male

Castellina: «Che ci faceva, là su, tra quel pettegolezzaio

suo piacimento e disposta, la mise in una sua

Suonò al piccolo uscio, la cui vernice celeste s

era screpolata al sole. La piastra di porcellana, bianchissima

rispose nel momento che la porta s'apriva. Egli

liquido. ¶ - C'è Ghìsola? ¶ La donna, incuriosita e sorridendo

come avesse risposto tutta la stanza: - La chiamo subito

risposto tutta la stanza: - La chiamo subito. ¶ Egli s

Egli s'accorse che la sua prima impressione non

che ne aveva provato, la fotografia. ¶ La donna, strascicando

aveva provato, la fotografia. ¶ La donna, strascicando le ciabatte

di piangere; vincendosi perché la vedesse subito imbellita. ¶ La

la vedesse subito imbellita. ¶ La striscia della luce, essendo

della luce, essendo su la sottana, aumentava la chiarità

su la sottana, aumentava la chiarità. ¶ La sua buona

sottana, aumentava la chiarità. ¶ La sua buona Ghìsola! L

di una cosa che la mettesse di buon umore

lei? ¶ Ma Pietro, per la contentezza, era incapace di

tra gli occhi e la bocca, un segno di

degli usci: parve che la striscia di luce, movendosi

striscia di luce, movendosi la sottana, volesse andarsene; e

Siena, tutto disabitato, con la torre mozza sopra il

larghi come stracci e la polvere su le finestre

quanto tempo era morta la mamma? Gli parevano cento

subito se ne notava la differenza. ¶ Aveva quelle indefinitezze

passata l'acqua su la rena. ¶ Credutosi inferiore ai

che gli portavano via la bocca e l'anima

mezzo ai mattoni; e la pancia, quando Carlo gli

Carlo gli ci picchiò la pala che doveva adoprare

ridere. ¶ Era stato, dopo la castratura, piuttosto cattivo: quando

lo tosavano. ¶ Egli udiva la sonagliera del cavallo di

nessun altro cane che la potesse con lui; e

per averli azzannati su la spina dorsale. Due li

erano andati a mangiargli la zuppa nel catino. ¶ Tollerava

agli altri: - Noi faremo la stessa fine. ¶ Enrico rispose

Ma Giacco buttò via la zappa, e gridò: - Io

ho debole ora, ma la ragione l'ho sempre

cane: - Non poteva campare? La fatica per la buca

campare? La fatica per la buca non ci sarebbe

in corpo. ¶ Giacco alzò la testa e la guardò

alzò la testa e la guardò: - Vorrei ridere, allora