parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
i treni erano per la prima volta treni. Centinaia
2
1991
da ogni altra, e la liberarono, allontanandosi dalle strade
3
1991
che aveva dentro, tutta la ridda di conseguenze che
4
1991
si mise a suonare la mezzanotte e Jun si
5
1991
Rail?”, il signor Rail la strinse forte e pensando
6
1991
sussurrò ¶ – Una locomotiva. ¶ 2 ¶ – Me la ripete la mia nota
7
1991
locomotiva. ¶ 2 ¶ – Me la ripete la mia nota, signor Pekisch
8
1991
che ogni settimana se la dimentichi, signora Trepper... ¶ – Le
9
1991
stanzone risuonò un nitido la bemolle. ¶ – Ecco, proprio quella
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1991
signora Arrani, sembra proprio la stessa, e invece... ¶ – La
11
1991
la stessa, e invece... ¶ – La signora Arrani ha il
12
1991
tutt’un’altra nota... ¶ La signora Arrani confermò facendo
13
1991
dagli Ornevall, sembra che la signora Ornevall avesse le
14
1991
mi... ognuno si tenga la sua nota e il
15
1991
bene, lo farà benissimo la prossima volta, adesso vediamo
16
1991
nota e una sola: la sua personale. Pekisch manovrava
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1991
strattone il cantore emetteva la sua nota. Se Pekisch
18
1991
teneva schiacciato il tasto la corda continuava a tirare
19
1991
il cantore continuava con la sua nota. Quando Pekisch
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1991
faceva risalire il tasto la corda mollava e il
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1991
venite qui a cantare la vostra nota. Non è
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1991
andarvene, semplicemente andarvene... ma la verità è che quella
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1991
è ma voi non la volete ascoltare. E questo
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1991
è sua, e se la lascia marcire dentro... no
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1991
a sentire... anche se la vita fa un rumore
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1991
nelle orecchie, e sotto la lingua e nella punta
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1991
testimoni tutti: mai. ¶ Insomma, la metteva giù elegante, Pekisch
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1991
giù elegante, Pekisch. E la gente lo stava ad
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1991
Ciò spiega come, salvo la saltuaria eccezione della signora
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1991
posto, chiedere di sentire la loro nota e quelli
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1991
quelli, con naturalezza infinita, la tiravano fuori, esatti come
32
1991
uomini. In effetti se la portavano dietro (e dentro
33
1991
tranne quella appena defunta. La cosa suscitò viva commozione
34
1991
dagli Ornevall, sembra che la signora Ornevall avesse le
35
1991
mi... ognuno si tenga la sua nota e il
36
1991
bene, lo farà benissimo la prossima volta, adesso vediamo
37
1991
scivolando nel buio verso la villetta della vedova Abegg
38
1991
Abegg dove uno aveva la sua stanza di pensionante
39
1991
figlio provvisorio. Pekisch fischiettava la melodia di Foresta incantata
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1991
quando sarà il momento la riconoscerai. ¶ – Sei sicuro? ¶ – Giuro
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1991
aveva inventati altrettanti, aveva la testa che frullava di
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1991
suono, che non è la stessa cosa di sentirlo
43
1991
note dentro per trovare la sua. È difficile da
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1991
starci anche una vita. La vita di Pekisch. Una
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1991
capirebbe. Pioveva che Dio la mandava e il campanile
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1991
di carrozza, sentenziò brevemente: ¶ – La necessità di una ferrovia
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1991
e chiese dov’era la casa del signor Rail
48
1991
sul calesse giù per la strada che portava alla
49
1991
tarlo miserabile che sfarina la presa infrangibile dei più
50
1991
il piacere e dentro la malattia e dentro la
51
1991
la malattia e dentro la paura e dentro il
52
1991
il piacere e dentro la malattia e dentro la
53
1991
la malattia e dentro la paura e dentro – venga
54
1991
venga qualcuno e silenziosamente la fermi, l’ammutolisca in
55
1991
angolo di vittoriosa quiete, la sciolga per sempre nel
56
1991
ormai più ore – o la faccia finita in un
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1991
memoria – in un attimo – la faccia finita. Sui treni
58
1991
per salvarsi, per fermare la perversa rotazione di quel
59
1991
che li martellava di dal vetro, e per
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1991
vetro, e per schivare la paura, e per non
61
1991
mondo che strisciava di dal vetro in forme
62
1991
istantaneamente rimetteva in corsa la paura, e di conseguenza
63
1991
salvarsi, leggevano. ¶ Linimento perfetto. La fissa esattezza della scrittura
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1991
tornanti dettati dalle righe la nitida scorciatoia per sfuggire
65
1991
apposite lampade, lampade per la lettura. Si reggevano con
66
1991
compasso di una fiammella. La velocità del treno e
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1991
velocità del treno e la fissità del libro illuminato
68
1991
pensare: non è che la bellezza di un’esatta
69
1991
paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso
70
1991
il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto
71
1991
libro aperto è sempre la certificazione della presenza di
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1991
vetro che chiamano libri – la più raffinata delle ritirate
73
1991
delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però
74
1991
non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta
75
1991
libro? No, quella è la sola e più dolce
76
1991
si portavano dentro anche la solitudine impagabile di quel
77
1991
tutt’intorno ti sferraglia la tentazione di farla finita
78
1991
morire, morire, morire, morire? La morte più assurda, ma
79
1991
e giusta e responsabile, la fece Walter Huskisson, il
80
1991
perché il parlamento e la nazione e il mondo
81
1991
il mondo tutto accettassero la rivoluzione delle strade ferrate
82
1991
ferrate, e in generale la benefica follia dei treni
83
1991
generoso fasto, si inaugurò la linea Liverpool-Manchester, facendo
84
1991
facendo partire da Liverpool la bellezza di otto treni
85
1991
avrà realizzato di essere la prima banda, con ogni
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1991
banda, con ogni probabilità, la prima in assoluto nella
87
1991
una stazioncina intermedia, perché la gente potesse riposarsi dall
88
1991
quel mondo che non la smetteva di sfrecciare via
89
1991
in mezzo al nulla. La gente scese dalle carrozze
90
1991
striscio, a dire tutta la verità. Lo lasciò lì
91
1991
negli occhi. Poteva essere la più clamorosa delle beffe
92
1991
più clamorosa delle beffe, la più lampante prova a
93
1991
corsa contro il tempo, la formidabile capacità del mostro
94
1991
anemico di crepare con la testa appoggiata a un
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1991
quella che poteva essere la peggiore delle beffe, lo
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1991
quelli come lui che la Storia deve il ricordo
97
1991
è la verità, e la legittimazione trascendentale di qualsiasi
98
1991
di qualsiasi orologio, e la dolcezza straziante di tutti
99
1991
essendo il rito, sempre, la ricomposizione di milioni di
100
1991
ancora ogni città aveva la sua ora, dunque il
101
1991
qui erano le 14 e 25 potevano essere le 15, ogni
102
1991
il suo orologio – e la Grand Junction era una
103
1991
corre con nel cuore la sua ora, sorda a
104
1991
ferroviaria che passava – era la Babele delle ore – e
105
1991
una scatola di velluto. La donna che lo aspettava
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1991
che lo aspettava apriva la scatola, vedeva il gioiello
107
1991
sapeva che sarebbe tornato. La gente credeva che fosse
108
1991
nelle mani dell’Ammiraglio. La gente credeva fosse un
109
1991
un orologio che teneva la ferrovia insieme, che teneva
110
1991
viaggiare da qui a era una cosa talmente
111
1991
soprattutto... era velocità... velocità. La velocità non perdonava. Se
112
1991
e l’ora di , lei li rendeva visibili
113
1991
poteva smascherarli per sempre. La velocità. Gli dev’essere
114
1991
a prima quando arrivò la velocità. Tutte le emozioni
115
1991
non era mai esistito. La macchina dell’impossibile. Una
116
1991
Così gareggiarono in quattro, la Rocket e le altre
117
1991
un miglio e mezzo. La Novelty lo divorò alla
118
1991
vedere una locomotiva esplodere, la caldaia che si disfa
119
1991
come una vescica rovente, la piccola stretta lunga ciminiera
120
1991
correre, e poi esplodere. La seconda prova prevedeva un
121
1991
velocità di 16 chilometri orari. La Rocket si lasciò dietro
122
1991
meccanismi del cervello. Videro la Rocket sfilare sul rettilineo
123
1991
allora prima o poi la storia li avrebbe fatti
124
1991
li avrebbe fatti salire sopra, in folle corsa
125
1991
finestrino – nel finestrino, di dal vetro, sfilavano via
126
1991
che inventassero le ferrovie la natura non palpitava più
127
1991
le prime volte che la Bella Addormentata si faceva
128
1991
colpevole velocità, fu appunto la violenza che rimase impressa
129
1991
e nei ricordi. E la paura. “È davvero un
130
1991
minimo incidente potrebbe causare la morte istantanea di tutti
131
1991
istantanea di tutti”, così la pensavano. E certo dovette
132
1991
fiumi, animali... ¶ Bisogna immaginarselo, la paura da una parte
133
1991
altra, o meglio una, la paura, dentro l’altro
134
1991
che doveva avere dentro la scintilla di un qualche
135
1991
ebbrezza dell’abbuffata e la precisa, esatta, numerica certezza
136
1991
esatta, numerica certezza che la ragnatela era a un
137
1991
piacere e dentro, subdola, la malattia – il piacere e
138
1991
il piacere e dentro la malattia, la malattia e
139
1991
e dentro la malattia, la malattia e dentro il
140
1991
il bozzolo della paura – la paura e dentro il
141
1991
il piacere e dentro la malattia e dentro la
142
1991
la malattia e dentro la paura e dentro la
143
1991
la paura e dentro la malattia e dentro il
144
1991
qualunque dove non tiri la bisa di questa rotazione
145
1991
anni. Riletta a posteriori, la prima annotazione rivela una
146
1991
dimenticarle. ¶ Da questo assioma, la mappa del sapere di
147
1991
mistero della vita: perché la luna non è sempre
148
1991
sempre uguale, cos’è la Polizia, come si chiamano
149
1991
della diarrea, cos’è la felicità, sistema rapido di
150
1991
Inferno, regole fondamentali per la pesca alla trota, lista
151
1991
Pehnt è strambo – diceva la gente. ¶ – È la vita
152
1991
diceva la gente. ¶ – È la vita che è stramba
153
1991
nemmeno una madre. Cioè, la storia non era semplice
154
1991
ad allevarlo era stata la vedova Abegg, una donna
155
1991
cinquantina, stimata in tutta la città. Ad essere precisi
156
1991
era veramente vedova. Cioè, la storia era più complessa
157
1991
al momento di leggere la lettera di Marius Jobbard
158
1991
generale, di fare alcunché. La buona donna inviò al
159
1991
un felice passato. Informò la cittadinanza di Quinnipak che
160
1991
Le aveva scritte. Ma la cosa, per la vedova
161
1991
Ma la cosa, per la vedova Abegg, non faceva
162
1991
dai fatti appena riportati, la signora Abegg era una
163
1991
Non deve stupire dunque la storia della giacca di
164
1991
della giacca di Pehnt, la quale, tra l’altro
165
1991
Pehnt compì sette anni, la vedova Abegg tirò fuori
166
1991
tirò fuori dall’armadio la giacca nera in cui
167
1991
il fiore che nasce dove Dio l’ha
168
1991
stile vagamente militare che la signora Abegg adottava nelle
169
1991
poi così grande. Ce la farai – disse a Pehnt
170
1991
Per facilitare l’impresa la vedova Abegg mise a
171
1991
dieta che coniugava abilmente la sua scarsa disponibilità economica
172
1991
un po’ come per la voce nei tubi. Se
173
1991
tubo fa delle curve la voce fa più fatica
174
1991
stai in posizione eretta la forza che hai dentro
175
1991
sopra. ¶ – Siediti, Pehnt – diceva la gente. ¶ – Grazie – diceva lui
176
1991
massimo dell’educazione – diceva la vedova Abegg. ¶ – Neanche cagare
177
1991
busta che reca scritta la sua destinazione. Girava avviluppato
178
1991
Non aveva mai visto la capitale e non poteva
179
1991
diventare grandi. E ce la metteva tutta per vincere
180
1991
tutta per vincere. ¶ Però, la notte, sotto le coperte
181
1991
Fare l’amore così, la notte che lui tornava
182
1991
Sarà anche stupido, ma la gente si stringe con
183
1991
un po’ panico e la vita ne esce stropicciata
184
1991
Jun, quando sono belle. ¶ La voce del signor Rail
185
1991
sfiorava con le labbra la sua pelle – non c
186
1991
labbra di Jun, pensava la gente, quando sfiorano qualcosa
187
1991
qualcosa. ¶ – Potresti passare tutta la notte a provare, ma
188
1991
campanile di Quinnipak suonò la mezzanotte, c’era vento
189
1991
rintocchi facessero a spicchi la notte, è il tempo
190
1991
e seziona l’eternità – la chirurgia delle ore, ogni
191
1991
al tempo, questa è la verità, perché il tempo
192
1991
è salvarsi, questa è la verità, e la legittimazione
193
1991
a Lei rivolgermi con la certezza della Sua discrezione
194
1991
e disinteressato amore per la verità. Egli ha lavorato
195
1991
produrre il moto perpetuo. La pressoché totale mancanza di
196
1991
del professore e appannato la sua reputazione. Lei può
197
1991
aneddoti da riferirLe, ma la mia mano, come Lei
198
1991
più incerta. E così la mia mente. Dunque mi
199
1991
il Suo entusiasmo e la Sua fiducia sugli sviluppi
200
1991
Arnott, che ho avuto la fortuna di incontrare la
201
1991
la fortuna di incontrare la scorsa estate, mi ha
202
1991
Lei scrive rivela tutta la Sua profetica esattezza. Davvero
203
1991
in 340 metri al secondo la velocità del suono, sarà
204
1991
gli indugi e usare la magica proprietà motoria del
205
1991
insegnare ai popoli che la sola vera patria è
206
1991
poterLa conoscere personalmente e la speranza che Lei mi
207
1991
invito al concerto che la banda da Lei diretta
208
1991
professore non ha più la freschezza di un tempo
209
1991
rileggere, Marius Jobbard piegò la lettera e la infilò
210
1991
piegò la lettera e la infilò in una busta
211
1991
curiosamente, segnate qua e da insospettabili macchie di
212
1991
professore e si chiuse la porta alle spalle. La
213
1991
la porta alle spalle. La stanza gli girava attorno
214
1991
prima di dirigersi verso la scrivania. ¶ Si sedette. ¶ Chiuse
215
1991
i pensieri. ¶ Poi affondò la mano nella tasca della
216
1991
ora prima dell’alba la Polizia rinvenne il corpo
217
1991
cui andava verosimilmente attribuita la causa prima del decesso
218
1991
di una violenta colluttazione. La morte del prof. Dallet
219
1991
e solo in seguito la lettera di Marius Jobbard
220
1991
una accanto agli altri, la lettera di Marius Jobbard
221
1991
scemo magari passa tutta la vita e non gliene
222
1991
in mente neppure una. ¶ La cosa si complicava. Pekisch
223
1991
deve fare e poi la sera va a dormire
224
1991
ha tanta voglia: e la fa: ed eccola lì
225
1991
fa: ed eccola lì la schifezza. ¶ – Però non dovrebbe
226
1991
non dovrebbe farla, vero, la schifezza? ¶ – No. Ma sta
227
1991
puliti. I desideri sono la cosa più importante che
228
1991
Così, alle volte, vale la pena di non dormire
229
1991
proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi la
230
1991
la schifezza e poi la si paga. E solo
231
1991
avanti e indietro per la stanza, rimuginando pensieri e
232
1991
di frasi. Poi aprì la porta, uscì sotto la
233
1991
la porta, uscì sotto la veranda e si sedette
234
1991
giornale. Non alzò nemmeno la testa. ¶ – Due otto zero
235
1991
già intuito, allora, che la vita è un casino
236
1991
all’ennesima lista per la spesa che la signora
237
1991
per la spesa che la signora Abegg gli mise
238
1991
di noumenica illuminazione, che la soluzione stava nell’astuzia
239
1991
parve convincente. Optò per la soluzione “Una cosa al
240
1991
regalò un quaderno con la copertina viola. Quella sera
241
1991
verde”, e allora sorrideva, la gente, e dentro di
242
1991
erano il signore e la signora Rail. ¶ Così strani
243
1991
così. ¶ Il signore e la signora Rail. ¶ Vivevano la
244
1991
la signora Rail. ¶ Vivevano la vita. ¶ Poi, un giorno
245
1991
E il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe
246
1991
sdraiato sull’erba con la faccia schiacciata nell’estremità
247
1991
ci aveva schiacciato dentro la faccia in modo che
248
1991
buona i vuoti che la sua faccia, non propriamente
249
1991
Aveva stampata sulla faccia la circonferenza del tubo e
250
1991
distanza che uno se la ingoia in un minuto
251
1991
non pensare. C’è la luce, tutt’intorno, della
252
1991
più facile pensarsi buoni, la sera – quand’invece a
253
1991
sé, incomincia a riconoscere la piccola sagoma di Pehnt
254
1991
e ogni volta se la ritrova dietro, e gli
255
1991
male che c’è la luce, tutt’intorno, della
256
1991
orecchia destra: quella sinistra la tiene dentro il tubo
257
1991
ci entrerebbe con tutta la testa, in quel tubo
258
1991
quel tubo, ma neppure la testa di un ragazzino
259
1991
di un ragazzino ce la può fare a entrare
260
1991
intorno, come a cercare la via più lunga per
261
1991
e Golia? ¶ – No, Pehnt. ¶ – La storia del mar Rosso
262
1991
gli occhi... chi se la beve tutta quella voce
263
1991
metà del tubo... finita la spinta, quella si ferma
264
1991
tubo e lo stagno la assorbe... è sicuramente una
265
1991
cosa può significare?... praticamente la gente potrebbe risentirsi, potrebbe
266
1991
potrebbe risentirsi, potrebbe ascoltare la propria stessa medesima voce
267
1991
ad ascoltare, e... e la voce sale, sale poi
268
1991
torna indietro, e lui la sente, capisci, la sente
269
1991
lui la sente, capisci, la sente... la sua voce
270
1991
sente, capisci, la sente... la sua voce... sarebbe straordinario
271
1991
le misure, e studiare la pendenza migliore, provare tutti
272
1991
buco nel tubo e la voce se n’è
273
1991
quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c
274
1991
sera, ed è per la precisione quando, per incomprensibili
275
1991
luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente
276
1991
luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente
277
1991
sarebbe poi un niente la felicità. ¶ –Ehi, Pekisch... ¶ –Non
278
1991
Che storia era? ¶ – Era la storia di Giobbe, di
279
1991
tre del mattino e la città se ne stava
280
1991
il tampone assorbente. Controlla la busta, la mette insieme
281
1991
assorbente. Controlla la busta, la mette insieme alle altre
282
1991
Sig. Pekisch – Quinnipak. Recupera la lettera del sig. Pekisch
283
1991
città di Quinnipak, e la legge. Lentamente. Poi prende
284
1991
Sig. Pekisch, ¶ abbiamo ricevuto la Sua lettera contenente i
285
1991
riferirLe che nel leggere la Sua lettera il prof
286
1991
suonare un violino con la sordina”: queste sono le
287
1991
tubo largo esattamente come la sua bocca, cosa che
288
1991
colonna d’aria tutta la potenza della voce. Quanto
289
1991
del 7 agosto e tornò la sera del giorno dopo
290
1991
sette valigie intatte e la faccia di uno che
291
1991
uno che stava facendo la cosa più normale del
292
1991
Lui non disse niente. La servitù disfece le valigie
293
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servitù disfece le valigie. La vita, dopo un attimo
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stare via dei mesi. La cosa non spostava di
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radicate consuetudini: non dare la benché minima notizia di
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perdeva tempo ad aspettare. ¶ La gente, che in genere
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gli tocca andare fin . ¶ Così dicevano. Dove fosse
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Così dicevano. Dove fosse rimaneva una cosa vaga
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neppure togliersi di dosso la polvere della strada, e
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alla fabbrica, e dentro la fabbrica fino allo sgabuzzino
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Andersson, più grande... proprio la più grande che riesci
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fosse mai passato per la testa di averne bisogno
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spiritose menti qua e per il mondo. Quel
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a qualche anno cambiato la vita del signor Rail
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sue vie per scivolare dove doveva arrivare, dove
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di sé, qua e , alcuni istanti, fra i
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ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della
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volto di Jun e la sua bellezza – disse ¶ – Si
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non lo fece. Guardava la pelle lucida del ragazzino
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puttana era una negra”. ¶ La vedeva, quella donna che
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suoi denti, e se la vedeva sempre più distintamente
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Perché poi, subito, filtrò la sua voce, attraverso lo
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E tirò avanti tutta la notte con meravigliosa ferocia
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gli altri, stupidi è la stessa cosa diceva lui
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coperte tirate fin sopra la testa aspettando tuoni che
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avesse mai visto, e la tavola apparecchiata giù, in
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pranzo. I tre candelieri, la luce, il collo stretto
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bordo dorato dei piatti, la frutta tutta lucida posata
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così che ti frega, la vita. Ti piglia quando
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E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo
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Due stanze più in se ne stava Jun
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sui vetri, a guardare la gran pisciata. E lì
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le sue mani che la giravano dolcemente, i suoi
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i suoi occhi che la guardavano stranamente seri e
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stranamente seri e infine la sua voce che era
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e poi gli aprì la giacca e a uno
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mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta. Così
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guardando quel volto che la guardava prese a rigirare
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rigirare dentro di sé la vinta resistenza che era
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mentre il signor Rail la guardava nella penombra e
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Jun stava lì, con la testa sprofondata nel cuscino
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Non una riga, nemmeno la firma: solo un gioiello
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Tanto che, anni dopo la sua morte, ancora si
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si sarebbe trovati. Insomma, la si poteva rivoltare mille
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spiegazione definitiva, comunque, non la si sarebbe trovata. Così
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il signor Rail tornava la gente chiedeva “è arrivato
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pacco, un pacco per la signora Rail... ¶ – Per la
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la signora Rail... ¶ – Per la signora Rail? ¶ – È arrivato
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lontano... ¶ – Un pacco per la signora Rail... ¶ – Senti, vuoi
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mezzogiorno... ¶ – Okay, Arold. ¶ – Per la signora Rail, mi raccomando
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Rail, mi raccomando... ¶ – Per la signora Rail. ¶ – Va be
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ho trovata... ho trovato la corda... ¶ – Bravo Pit... mettila
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è un pacco per la signora Rail, okay? Le
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è un pacco per la signora Rail, è arrivato
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È un pacco per la signora Rail... ¶ – ... è arrivato
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È un pacco per la signora Rail, è arrivato
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è un pacco per la signora Rail, è arrivato
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è un pacco per... la signora Rail... per la
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la signora Rail... per la signora Rail, è arrivato
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è un pacco per la signora... ... è arrivato da
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è un pacco per la signora Rail... è arrivato
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Buongiorno, signor Harp!... per la signora Rail... è arrivato
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è un pacco per la signora... signora Rail... e
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è un pacco per la signora Rail... ¶ – Fammi vedere
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è un pacco per la signora Rail, è arrivato
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arrivato un pacco per la signora Rail... ¶ – Un pacco
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scherzo... ¶ – Sai dov’è la padrona? ¶ – L’ho vista
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1991
vista che andava verso la sua stanza... ¶ – Senti, tu
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lo dirò, no... chiudi la porta, dài... ¶ – Non lo
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girò lo sguardo verso la porta chiusa. Jun Rail
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I capelli, gli zigomi, la pelle bianchissima, la piega
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zigomi, la pelle bianchissima, la piega degli occhi di
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lì, come ad aspettare – la bocca di Jun Rail
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bocca di Jun Rail. La bocca di Jun Rail
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in pace. Ti trapanava la fantasia, semplicemente. Ti impiastricciava
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Un giorno Dio disegnò la bocca di Jun Rail
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stramba del peccato.” Così la raccontava Ticktel, che sapeva
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gli altri, stupidi è la stessa cosa diceva lui
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soprattutto lì – girato verso la porta chiusa, perché da
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dallo scrittoio per guardare la porta chiusa e dire
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lo teneva insieme, aprì la carta marrone e sotto
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un passo indietro verso la porta. ¶ – Resta, Magg. ¶ Aprì
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porta. ¶ – Resta, Magg. ¶ Aprì la carta bianca, che avviluppava
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scatola di panno verde. La aprì. Guardò. Non si
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nulla nel suo viso. La richiuse. Allora si voltò
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si mise a correre la voce Sta per tornare
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obbligò ovviamente ad alzare la voce per farsi sentire
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nemmeno tanto tempo dopo, la gente vide arrivare di
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terra, bestemmiare Dio e la Madonna, ripigliare in mano
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bassa voce, come se la notizia gli si fosse
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dopo che era partito. La qual cosa testimonia l
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come sempre, ma con la paziente e disordinata alacrità
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assolutamente intima: lui spegneva la lampada, lui e Jun
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e citano come prova la famosa estate in cui
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ciascuno la sua. ¶ – Ce la farà, signor Rail? ¶ – Io
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e dai suoi occhi la paura. Si tolse dalla
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rosso e si asciugò la fronte. ¶ – Non sono svenuto
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non si preoccupi... ce la faccio... va molto meglio
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a fermarsi lì, per la notte. Sarebbe partito l
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era successo. Gli diedero la stanza che dava sul
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1991
alla vetreria, oggi pomeriggio. ¶ – La faccia di uno terrorizzato
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paura... Lo capisce?, è la magia del vetro... proteggere
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arrivare a quel punto , sotto gli olmi, nel
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indomani Horeau partì presto, la mattina. Aveva ritrovato l
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un architetto di successo, la sicurezza, e il controllo
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di più constatò che la sua anima non conosceva
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tra il trionfo e la disfatta. Con il signor
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entro tre mesi avremo la risposta. E io le
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non posso perdere. ¶ Appoggiò la borsa nel calesse, salì
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signor Rail portando meccanicamente la mano verso la cicatrice
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meccanicamente la mano verso la cicatrice che gli correva
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signor Rail aveva passato la notte a far di
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è un caso? o la mia fattoria, e la
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la mia fattoria, e la vista che c’era
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o quello che sento la notte, invece di dormire
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invece di dormire, tutta la notte... è giù da
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diventato impossibile, questa è la verità... me ne sono
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tutto è cominciato con la storia della gamba... prima
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dire? vuol dir qualcosa?... la vedova Abegg lo sapeva
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è da pazzi decidere la propria vita stando ad
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destino fa fuoco con la legna che c’è
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che ha fatto bene, la vedova Abegg... E non
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sofferto eccome... ma quando la giacca è diventata della
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Pehnt doveva partire... / Alza la testa dal lavatoio, la
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la testa dal lavatoio, la vedova Abegg, la alza
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lavatoio, la vedova Abegg, la alza un istante per
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diavolo è stato tutta la notte, ma non riesce
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Comunque era perfetta. E la vedova Abegg non riuscì
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e solo sentì dentro la percossa di un’emozione
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che c’entrava con la paura, con la gioia
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con la paura, con la gioia, con la sorpresa
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con la gioia, con la sorpresa e con mille
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1991
mille altre cose. Riabbassa la testa sul lavatoio e
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mosca... lui viveva per la musica e basta... per
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Lorenzo’, sai, c’è la festa quel giorno, la
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la festa quel giorno, la festa di San Lorenzo
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di San Lorenzo, dopo la festa, fermati a sentire
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festa, fermati a sentire la banda e poi parti
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1991
sentire ancora una volta la banda, capisci?, voleva che
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1991
al pianoforte, ha chiuso la porta con il chiavistello
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1991
posate sulle gambe, guarda la tastiera. Gli occhi vanno
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due, e questa era la bellezza di tutta la
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1991
gli riuscì di respirare la quiete. Quando tornò a
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valigie piene di disegni la cui maestria avrebbe sedotto
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nel suo studiolo con la chiara percezione di non
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di avere chiare percezioni. La ragnatela che era la
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La ragnatela che era la sua anima era tornata
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indifferente al concorso che la Società delle Arti di
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decise di indire per la costruzione di un immenso
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reso pubblico il 13 marzo 1849. La data di scadenza per
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data di scadenza per la presentazione dei progetti fu
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consumò 18 a vagabondare con la mente intorno a qualcosa
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nome: Crystal Palace. Posò la penna. E sentì quel
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una ragnatela quando incontra la stupita traiettoria di una
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grande e di sconcertante. La fatica gli rosicchiava la
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1991
La fatica gli rosicchiava la mente, una sotterranea e
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nei suoi calcoli. Intorno, la vita qualunque macinava i
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si chiamava Hector Horeau. La Società delle Arti si
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Arti si riservò peraltro la facoltà di “presentare un
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una banalità. Poi prevalse la consapevolezza, maturata durante gli
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signora Monique Horeau), che la vita è sostanzialmente incoerente
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è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti un
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dal diventare, inaspettatamente, vero. ¶ La concorrenza dell’altro vincitore
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Horeau avrebbe potuto intrattenere la Società delle Arti per
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nota rivista della capitale, la contraddittoria accoglienza del grande
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accoglienza del grande pubblico. La scandalosa originalità del palazzo
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originalità del palazzo divise la gente in tre partiti
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sorprendendolo alle spalle, risalendo la via – che di tutte
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che di tutte è la più misteriosa – della memoria
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1991
Hector Horeau aveva intrattenuto la propria disfatta ai tempi
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tempi dell’incontro fra la signora Horeau e il
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inutile. Il ritaglio con la notiziola sul Brevetto Andersson
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conferma del fatto che la realtà ha una sua
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tazza di caffè. ¶ – Provava la banda, ieri sera – gli
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Così come? ¶ Horeau svuotò la tazza. ¶ – Non importa. ¶ Le
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sul calesse di Arold. La faceva tutti i giorni
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non ci fu verso. La faceva tutti i giorni
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sorridendo l’uomo con la lunga cicatrice e gli
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tasca il ritaglio, posò la grossa cartella di cuoio
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1991
Hector Horeau. ¶ Prima mangiarono. La tavola ovale, i piatti
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col bordo d’oro, la tovaglia di lino. Il
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alla fine si trova la strada per tornare, sì
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1991
Rail né Jun avevano la pelle nera. In compenso
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1991
quello che, nei padri, la vita ha lasciato a
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1991
mille odori. E soprattutto: la luce. La luce che
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1991
E soprattutto: la luce. La luce che ci sarebbe
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1991
Poi però una cosa la disse. ¶ – È un bel
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1991
lo vede? Le pareti, la copertura, il transetto, i
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vetro fa il miracolo, la magia... Entrare in un
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dietro una storia, ciascuno la sua. ¶ – Ce la farà
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più giusta, ritrovare Jun, la storia di Morivar, i
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ritaglio di giornale. Posa la cartella per terra. Guarda
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della pubblicità a cui la ditta Duprat e C
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igienici, atti a guadagnare la fiducia di tutte coloro
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tutte coloro che abbiano la compiacenza di lasciarsi convincere
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azione terapeutica. Benché, infatti, la nostra acqua non abbia
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potere di cancellare, come la fontana della giovinezza, il
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che per l’eleganza, la purezza e la grazia
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eleganza, la purezza e la grazia delle sue forme
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delicato e simile per la grazia fragile delle sue
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funesta del busto crudele. La nostra essenza d’Amazilly
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che quella era letteratura. La perfezione di quel testo
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testo lo sconcertava. Studiava la precisione degli incisi, l
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dosaggio raffinatissimo degli aggettivi. “La stretta funesta del busto
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si arrivava a sfiorare la poesia. Soprattutto lo incantava
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Rail, già note per la loro raffinata produzione di
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ipotesi di città trasparenti. La sera, nel silenzio del
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e accurati progetti aspettavano la propria ora mettendo sotto
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che in definitiva confermavano la tesi di fondo di
500
1991
delle matematiche ad assicurare la stabilità delle costruzioni, Parigi