Lorenzo Marone, La primavera torna sempre, 2020

giorni limpidi, nonostante indossi la mascherina. Il rione vuoto

le labbra le prendono la forma di un sorriso

i soldi,” e infila la mano nell’abbondante reggiseno

stavo andando a fare la spesa... Gennaro mi tiene

cara signora. Tu sei la figlia di donna Carmela

figlia di donna Carmela, la sarta, giusto?” ¶ “Eh.” ¶ “Luce

eri accussì,” e poggia la mano a mezz’aria

un’altra vita.” ¶ “Ve la saluto. Ora vado, perché

è intalliato: voleva fare la solita passeggiata, ma gliel

senza nient’altro per la testa. In verità mi

starmi zitta. Pensa che la sera a volte me

mett’ a parlà con la televisione... e lo so

vi chiamo al ritorno.” ¶ La vecchia si zittisce ma

su un davanzale sotto la pioggia. Ma almeno un

preparato il sacchetto con la spesa. “Gennà,” dico da

Gennà,” dico da dietro la mascherina, “dammi un pezzo

di pane anche per la signora Assunta, per favore

Ritorno sui miei passi, la maggior parte delle serrande

nessuno sembra più avere la fretta di prima. Dalle

Dalle case alte arriva la voce di un neomelodico

il telegiornale, qualche volta la brezza mi porta sotto

alle domeniche di bambina. La signora Assunta è sempre

casa, m’arraccumann’.” ¶ Prendo la pasta e lascio il

e lascio il pane, la saluto, lei ritira il

sparisca dietro il palazzo” la sento dire. ¶ La mascherina

palazzo” la sento dire. ¶ La mascherina mi toglie il

il rumore delle stoviglie, la gente si prepara a

a mangiare. Da dietro la porta al piano terra

a fatica i piani, la mascherina si prende l

salta addosso, mi cerca la faccia con la lingua

cerca la faccia con la lingua. ¶ “Aspè, Cane Superiore

corpo in casa e la testa sul balconcino, a

occhi e si gode la pace. Mi viene voglia

lei, ma c’ha la tristezza nella voce. ¶ “Che

di Assuntina.” ¶ “Assuntina?” ¶ “Eh, la signora col tuppo, al

le due stanze, cerca la luce come fuga e

come fuga e non la trova. “Ma tu guarda

non capisce dov’è la finestra.” ¶ “È prigioniero...” ¶ “Si

prigioniero...” ¶ “Si sente prigioniero,” la correggo. ¶ “È la stessa

prigioniero,” la correggo. ¶ “È la stessa cosa...” fa lei

avere una risposta, allungo la mano al pacchetto di

faccia, è tutta qui la sua libertà. ¶ “La guerra

qui la sua libertà. ¶ “La guerra è un’altra

un’altra cosa, mamma, la guerra se la fa

mamma, la guerra se la fa la gente, e

guerra se la fa la gente, e noi lo

noi lo sappiamo bene, la guerra vera caccia il

ci sto a perdere la testa, io voglio stare

fare diversamente. Anche se la sera a volte gli

paura. ¶ “Domani ti porto la spesa e ci salutiamo

Mà...” ¶ “M’è presa la voglia di abbracciarti.” ¶ Scoppio

abbracciarti.” ¶ Scoppio a ridere. “La voglia di abbracciarmi? Tu

e tuo fratello.” ¶ Spengo la sigaretta sul marmo del

È venuta a tutti la fissa delle videochiamate adesso

e ti vede con la striscia bianca della ricrescita

Manco adesso ti passa la fissazione di vedermi accasata

aggancio. ¶ Oggi non ho la forza di ascoltare vittimismi

mette a cantare. Scartoccio la pasta e la rovescio

Scartoccio la pasta e la rovescio in un piatto

sugo denso mi profuma la cucina e mi porta

don Vittorio ha ritirato la spesa, il sacchetto è

di casa. Lui apre la porta per metà, infila

porta per metà, infila la ruota della carrozzina sul

bene,” e si gratta la barba sfatta. “Hai imparato

pensare, ti assicuro che la scienza ha dimostrato che

a pensare per tutta la vita.” Ridacchia prima di

mi viene naturale inclinare la testa, come fa Alleria

di farlo, di riempirti la vita da lontano, e

poggiato storto sulle gambe, la sua immagine mi parla

trasandatezza e solitudine, eppure la voce è chiara e

a cui va peggio, la vita inizia con uno

in capa c’hanno la guerra, e quelli non

nemmeno il Padreterno, neanche la fede. Insomma, credo di

dietro le spalle sale la voce di Pino Daniele

al petto. “Dovrebbe farsi la barba,” commento. ¶ Lui, come

un certo punto?” ¶ Spinge la carrozzina più all’esterno

gentile, nennella, a farmi la spesa.” ¶ “Lo faccio con

del tutto, forse è la solitudine, che ne saccio

spreco?” ¶ Lui si porta la mano al mento e

va e viene e la mezza cupola di una

serena, in attesa che la primavera porti aria nuova

a farmi compagnia. ¶ “Apparecchia la tavola con cura, non

sei.” ¶ Sbuffo per celare la commozione, perché quest’uomo

unica davvero utile, è la gentilezza. Tu hai i

universo. E questo fa la differenza.” ¶ Mi passo una

debito, perché mi porti la spesa, ma in verità

pianerottolo vuoto. ¶ Lui lascia la porta socchiusa, sento solo

porta socchiusa, sento solo la sua voce: “Sono convinto

un modo per mostrarci la strada da prendere domani

strada da prendere domani: la gentilezza”. Rientro in casa

il nido. Potrebbe essere la stessa che entrava e

oppure è proprio Primavera, la nostra Primavera, la rondine

Primavera, la nostra Primavera, la rondine che avevamo accudito

che tutto passa, e la primavera torna sempre e

pizza di scarole, come la fai tu, piena di

Eh, se vuoi te la preparo, trovo un modo

fartela avere.” ¶ “Perché non la cuciniamo insieme al telefono

guidi passo passo. Anzi, la facciamo insieme, io qua

io qua e tu là, e stasera ce la

là, e stasera ce la mangiamo insieme, al telefono

sua!” ¶ “Promesso, mà, promesso.” ¶ La rondine sfreccia per l

venuta anche a me la voglia di dare il

in cambio – nessun obbligo, la scelta è vostra – solo

pensato subito a Luce, la protagonista di Magari domani

importante. ¶ Mi auguro che la nostra piccola grande femmena

battagliero che da sempre la guida, con la sua

sempre la guida, con la sua positività, tenacia e