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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Tre operai, 1934

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1934
sistemarmi prima economicamente; ma la guarda di nuovo negli
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1934
abbraccio. Appena sente però la voce di Marco che
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1934
di fuori lo chiama, la saluta in fretta, promettendole
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1934
rubano, rubano, vi ripeto, la giornata, per controllare sacchi
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1934
non conosco un mestiere.» ¶ La sera stessa i due
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1934
per un pezzo, lungo la strada del litorale, per
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1934
otto e mezzo trova la saracinesca ancora chiusa a
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1934
vogliono saperne di mandargli la paga.» Ora si commuove
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1934
allarme finché non vede la barba farsi seria, sollevarsi
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1934
lui.» L’uomo considera la cosa; e poi, prendendo
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1934
Rimasto solo, Teodoro ha la sensazione che sia tutta
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1934
spinge lo sguardo oltre la porta e scorge la
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1934
la porta e scorge la bionda che pulisce uno
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1934
nuovo, buongiorno!» gli risponde la donna passando al voi
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1934
anche lei sappia. E la donna, quasi intuendo il
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1934
Teodoro. ¶ «Lui, quello con la barba.» ¶ «Vostro marito?» ¶ «Che
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1934
Che desiderio di crederle! La guarda negli occhi e
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1934
le sedie scricchiolano, per la loro posizione incomoda. ¶ «Forse
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1934
cerca un pacifico lavoro la vita può farne anche
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1934
in bianco, senza averne la minima idea, Teodoro è
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1934
uno che lavora per la causa degli operai, lui
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1934
mai sperato al di di una buona occupazione
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1934
questo lo spaventa: dopo la prima emozione, gli sembra
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1934
forse non vuol dire la cultura, si rincuora lui
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1934
dare l’anima per la causa, Teodoro si trasferisce
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1934
Alla sua ultima lettera la madre è stata lungo
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1934
è sulle spine e la mancanza di calma gli
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1934
giro gran fermento per la dichiarazione di guerra. Gruppi
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1934
e di contadini girano la città scalmanati, gridando, non
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1934
bene che cosa. Abbasso la guerra, viva la guerra
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1934
Abbasso la guerra, viva la guerra! Ed è lui
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1934
foglietti di propaganda contro la guerra e due rivoltelle
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1934
essi non debbano volere la guerra... E con le
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1934
ed uno sul foglietto. La lettera dice: «... dopo tutte
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1934
che gli ha dato la causa è morto in
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1934
ha voluto fargli vedere la fine di questi guai
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1934
e io credo che la causa andrà a finire
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1934
casa che non è la mia. Devi vedere com
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1934
ho nessuno. Invece me la debbo passare tutto il
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1934
incinta e ogni tanto la manda a chiamare. Figlio
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1934
ti spetta partire per la guerra. Spero di no
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1934
tu non ci andrai. La mano di Dio invece
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1934
invece parte. Dovrebbe saperlo, la povera donna, che invece
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1934
grida si spengono, e la stazione pare d’un
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1934
il padre morto; ma la morte del padre lo
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1934
della vita solitaria che la madre conduce tra estranei
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1934
estranei. E lui non la vedrà più; e non
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1934
occupazioni illegali non vale la pena nemmeno parlarne! Ma
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1934
nello stesso letto con la donna laida. Comincia a
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1934
a distendersi per prima. La compagna intanto perde tempo
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1934
benessere del riposo, quando la donna per farsi posto
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1934
fino ad imporsi con la volontà ora debbo dormire
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1934
un ginocchio dell’amica la tocchi perché le palpebre
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1934
Sente un fruscio per la stanza: schiude le palpebre
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1934
pausa di silenzio, durante la quale Anna ascolta il
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1934
ella vede di nuovo la schiena dell’uomo riemergere
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1934
questi risvegli improvvisi, accendono la luce e si guardano
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1934
succede? «Mi hanno rubata la catenina del bambino!» grida
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1934
catenina del bambino!» grida la sorda. ¶ Allora tutte quelle
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1934
vede, dietro il fanale, la schiena curva di uno
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1934
che s’allontana sotto la pioggia. ¶ Dentro intanto continua
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1934
riprende a piangere; e la sorda a maledire per
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1934
girano sulla destra, verso la via del litorale. Raggiungono
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1934
un uomo grasso con la barba, che non dice
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1934
essi non abbiano spiegato la ragione della loro visita
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1934
asserisce l’uomo con la barba. «Ma il fatto
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1934
e poi riprende: «Adesso la persona con la quale
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1934
Adesso la persona con la quale avevo confidenza è
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1934
arresta di nuovo, grattandosi la barba. «Ma non vi
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1934
mettervi in giro per la città, senza complimenti, qui
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1934
a prenderti.» Gli stringe la mano, saluta in fretta
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1934
che si vuol fare la barba» dice, sporgendo il
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1934
saprà cavarsela? E per la prima volta s’accorge
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1934
e con tanto ottimismo. La voce della donna che
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1934
corso dei suoi pensieri. ¶ La voce della donna è
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1934
da fare e non la smette di parlare. Ora
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1934
una mancia? E non la offenderebbe in tal modo
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1934
non apparire preoccupato guarda la donna con insistenza. ¶ «Da
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1934
sente trasportato a considerare la donna più benevolmente. Comincia
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1934
paffutelle, ma ancora nervose. La fissa negli occhi a
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1934
fuoco le sorride perché la mano gli trema, e
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1934
sembra non sappia trovare la punta della sigaretta che
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1934
signore?» aggiunge ironica chiudendo la porticina. ¶ Quando Teodoro esce
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1934
pulisce un’unghia con la lunga lima: «Oh, già
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1934
Ma, si sbaglia o la sedia è stata rimossa
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1934
è sconveniente? Deve allontanarsi? La donna interrompe il filo
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1934
casa, anche loro con la legna.» ¶ «Già, è proprio
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1934
gli piace come parla la donna: ha acquistato un
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1934
marito» riprende a dire la donna, facendo segno di
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1934
riesce a portare avanti la casa. Ma se si
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1934
e veramente le somiglia! La sicurezza di trovarsi di
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1934
allora una mano, e la bacia; e poiché la
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1934
la bacia; e poiché la donna non si ribella
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1934
donna non si ribella, la bacia sulle labbra. Poi
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1934
bacia sulle labbra. Poi la guarda negli occhi umidi
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1934
a perdere tempo dietro la prima donna, son bello
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1934
angolo può ancora indovinare la sua finestra. Traversa le
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1934
e corre a stringergli la mano: «Come va?» ¶ «Bene
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1934
lui non lavora? E la curiosità accresce in lui
100
1934
già andato ma te la voglio raccontare lo stesso
101
1934
Un giorno stavo pulendo la griglia dalle scorie; ed
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1934
quelli che stanno scaricando la caldaia.” “Ma come ci
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1934
gli dico, “sto pulendo la griglia, sto sudato come
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1934
una santa pazienza, lascio la griglia e vado nel
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1934
C’è da fare la spalla di ferro” mi
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1934
rimasi come uno scemo: “La spalla di ferro? e
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1934
vieni qua, ora te la faccio vedere io.” Mi
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1934
parte, si accovaccia sotto la caldaia, e mi fa
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1934
come bisognava alzare con la spalla da un lato
110
1934
Ma che vuoi sollevà, la madonna santissima? Allora mi
111
1934
quello che lavorava con la testa, e mi dice
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1934
a far fuoco sotto la caldaia. Ma ora viene
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1934
ora viene il fino. La sera mi chiama il
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1934
di qua o di , o che ha la
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1934
là, o che ha la Camera del Lavoro a
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1934
pensa: guarda un po’ la fortuna; quando poi si
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1934
poi si dice che la fortuna è l’ultima
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1934
abbassando lo sguardo. ¶ «Qua la mano!» esplode Marco: «ti
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1934
Io vengo ad aggravare la tua posizione.» ¶ «E che
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1934
mio» dice Marco ridendo, «la vita è fatta per
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1934
fatta per chi se la sa pigliare: e se
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1934
l’orologio luminoso sotto la tettoia: «tu cosa prendi
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1934
che costruire materiale per la guerra; in queste condizioni
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1934
dopo l’altro. E la stazione si stende nell
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1934
lei d’un tratto la forza di resistere in
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1934
vivere si è aggiunta la mancanza del suo conforto
127
1934
qualche volta spiacevole; e la certezza che Maria avrebbe
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1934
un mondo nuovo, ove la gente, più che preoccuparsi
129
1934
giorni passavano e più la debolezza la stordiva, al
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1934
e più la debolezza la stordiva, al punto da
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1934
provveduti della lavorante, o la trovavano troppo malvestita e
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1934
una pensione di studenti, la cameriera ammalata. Stava per
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1934
ed a chi rivolgersi. La sera l’ha colta
134
1934
stanno qua ci hanno la casa e quanti passano
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1934
casa e quanti passano la nottata fuori?» ¶ «Li conosci
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1934
quartuccio davanti e passare la notte in santa pace
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1934
un paio di volte la squadra. Ma se ci
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1934
molta fatica parlare con la donna, senza nemmeno un
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1934
e di riluttanza. «Avercela la lira!» ¶ «Oh, se vuoi
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1934
vuoi, senza offenderti, te la posso prestare io.» ¶ «No
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1934
del Re sembra verniciato. La ragazza conduce Anna in
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1934
Siamo in due» fa la ragazza alla donna che
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1934
accoglie. ¶ «Ssss...» fa segno la donna, intascando i soldi
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1934
strada, situato proprio sotto la finestra. ¶ L’amica indica
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1934
di tanto in tanto la mente piena di lusinghe
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1934
di promesse. Non è la donna che fa per
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1934
allo specchio che riflette la sua immagine, piedi scoperti
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1934
invece di mostrarsi riconoscente, la rimprovera persino delle sue
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1934
di buscarti un malanno!» la guarda rapidamente e riprende
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1934
s’attarda a spiegare la camicia. Egli finge di
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1934
quando non rincasa. Dimmi la verità. Certe notti mi
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1934
tutto; le si spegne la voce nella gola; e
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1934
pungono il viso, sente la seta della cravatta di
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1934
nell’amplesso, le brucia. La camicia le si attorciglia
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1934
e tanto meno apprezzare la povera Anna ¶ I rapporti
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1934
Teodoro ha minacciato spesso la fuga e la liberazione
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1934
spesso la fuga e la liberazione da quella schiavitù
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1934
le scale essi trovano la ragazza del quarto piano
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1934
del quarto piano e la signora Bernucci del terzo
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1934
è accesa sull’armadio. La padrona lava le tazze
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1934
grosse macchie di ombra. La lampada dell’armadio è
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1934
suo vetro annerito e la porcellana del portalampade punteggiata
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1934
le rende leggere, e la loro materia diventa ancora
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1934
Essi sono soli con la vedova che prepara il
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1934
siamo ragionevoli» Teodoro cerca la via della persuasione, «posso
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1934
Da capo? Dobbiamo ricominciare la stessa storia? Come vuoi
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1934
ora l’ho capita la tua smania. Tanto, chi
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1934
stancato!» (Insisti. Questa è la liberazione, e ti toglierai
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1934
vera più che mai la massima che il padre
170
1934
Teodoro scosta con calma la tazza che ha davanti
171
1934
essere calmo. Si vede la sua figura tagliata su
172
1934
Cosa gli diranno dopo la lunga assenza? Potrebbero anche
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1934
poche le domande che la madre gli rivolge. Pare
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1934
di lei; intuisce per la prima volta quanto ella
175
1934
potrà farla felice. ¶ Dopo la minestra egli rimane di
176
1934
un vaporetto nero solca la striscia azzurra di mare
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1934
tra i due battenti. ¶ La madre gli gira intorno
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1934
a provarne nausea. E la casa gli diviene odiosa
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1934
che ti importa? E la madre pare che pianga
180
1934
di dirlo. ¶ Solo allora la donna, voltandosi dalla parte
181
1934
il padre è di , a letto. ¶ «Malato?» domanda
182
1934
poco?» ¶ «Chi sa!» risponde la donna. «È quindici giorni
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1934
e non ha nemmeno la forza di confortarla: sente
184
1934
padre allorché imbrunisce e la luce per le stanze
185
1934
e indecisa. Apre cautamente la porta della camera da
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1934
con le palpebre chiuse. ¶ La madre capisce che ogni
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1934
presto, vedrai...» e nasconde la faccia tra le mani
188
1934
nel cuore. Ed ha la gola serrata da un
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1934
piccolo. Non sa confortarla: la bacia solo – ma sente
190
1934
affanno – ed ella china la testa sulla sua spalla
191
1934
sulla sua spalla. Teodoro la guarda per l’ultima
192
1934
affretta il passo, scansando la gente che cammina lenta
193
1934
Chi glieli prestava? Chi? La biblioteca circolante? E cos
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1934
glieli prestava; e faceva la cinica e diceva che
195
1934
cinica e diceva che la vita voleva godersela, lei
196
1934
ci spetta?» ¶ Teodoro seguiva la discussione senza parteciparvi. Ma
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1934
po’ di tutto e la mente vagava dietro fantasmi
198
1934
bandiere rosse al vento, la presa della Bastiglia, Moreau
199
1934
a farci prendere per la gola, a farci prender
200
1934
liti, mettendo in pericolo la sua posizione di ospite
201
1934
con quelle idee per la testa. ¶ «Voi due, sì
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1934
socialista a quella realtà. La ragazza chiedeva di andare
203
1934
biglietto. Che c’entrava la classe? E poi, che
204
1934
letture in pace. Ma la sua voracità era tale
205
1934
se riusciva ad isolare la mente da tutte le
206
1934
avendo letto poco prima la relazione della Conferenza di
207
1934
cui si diceva che la decisione presa dalla Federazione
208
1934
del Vesuvio si stacca la torre scura della fabbrica
209
1934
circumvesuviana, che nel superare la curva sembra si sollevi
210
1934
maledizione! Vorrei sapere perché la sera mi sento così
211
1934
ci vengo. Vuoi sapere la verità? Mi sono antipatici
212
1934
tua madre.» Teodoro se la ficca in saccoccia senza
213
1934
aria mercanzia per provarne la solidità: questo significa regalare
214
1934
solidità: questo significa regalare la merce; noi non vendiamo
215
1934
ma per mostrare anche la bontà delle nostre cravatte
216
1934
A casa Teodoro lesse la lettera della madre. ¶ «Caro
217
1934
e spero che tu la riceverai presto. Mi hai
218
1934
e non farmi soffrire, la tua mamma.» ¶ Tornare? È
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1934
padre crumiro, che predica la pazienza e il rispetto
220
1934
affogare. Teodoro gira per la stanza. Dal cortile viene
221
1934
una padella, e per la stanza si diffonde un
222
1934
odore di aglio fritto. La cena è pronta, ma
223
1934
pronta, ma Anna rifiuta la sua minestra e fissa
224
1934
l’altra le bagnano la mano. Teodoro passeggia su
225
1934
su e giù per la stanza, pensando che continuare
226
1934
sembrava di aver lasciato la casa paterna solo per
227
1934
cerca di lavoro, ma la figura tipica dello spostato
228
1934
vita da sfruttatore, diciamola la parola “sfruttatore” con loro
229
1934
Anna vorrebbe rispondere che la colpa non è sua
230
1934
osa rispondere e china la testa sul tavolo. ¶ La
231
1934
la testa sul tavolo. ¶ La stanza ha il parato
232
1934
gente, invece Teodoro apre la finestra; pensa forse di
233
1934
macchie alterne sì che la piazza sembra sollevarsi ora
234
1934
una stellina. Proprio sotto la stellina appare una carrozza
235
1934
pregare, scongiurare. Teodoro prova la stessa sensazione di stupore
236
1934
di smarrimento che provò la sera in cui ella
237
1934
ma i due uomini la trattengono, dicendole all’orecchio
238
1934
all’orecchio parole che la fanno ridere, e tutta
239
1934
fanno ridere, e tutta la piazza risuona del suo
240
1934
una mano di Maria. La carrozzella riparte con le
241
1934
sul tragico: e riprende la sua andatura lesta e
242
1934
Entra una locomotiva sotto la tettoia: nell’interno di
243
1934
palate di carbone sotto la caldaia, per poche lire
244
1934
mattoni rossi che cingono la caldaia, eccoli, alcuni smussati
245
1934
massimo di atmosfere che la caldaia può sopportare... ¶ Torna
246
1934
il corso Umberto, poi la Riviera, ed entra nella
247
1934
il sole più tardi. La fontana è un lago
248
1934
chiede Teodoro, meravigliandosi che la sua voce lì dentro
249
1934
appoggia a lui. «Me la son presa tutta addosso
250
1934
di ferro. È curiosa la propria voce dopo un
251
1934
lavoro gli hanno ripetuto la solita canzoncina: “oggi l
252
1934
figlio mio; e con la disoccupazione che c’è
253
1934
non parlarne proprio; e la tessera di navigazione come
254
1934
il suo coraggio e la sua decisione dovessero essere
255
1934
alla fortuna. Ed ora la sola fortuna può aiutarlo
256
1934
più elementare programma per la giornata. Cosa avrebbe fatto
257
1934
schiacciato sull’acqua, con la lunga ciminiera piena di
258
1934
di fumo. Di qua la parte urbana della città
259
1934
fra i tetti; di la periferia solcata da
260
1934
i tetti; di là la periferia solcata da innumerevoli
261
1934
che appena ne avrà la possibilità, scapperà via. Ma
262
1934
maniera meno lusinghiera: attraverso la sua risoluzione aveva intravisto
263
1934
sua risoluzione aveva intravisto la possibilità di liberarsi di
264
1934
adesso che aveva conquistata la libertà. Nei giorni in
265
1934
saccoccia tutti sanno farsi la vita che vogliono. Basterebbe
266
1934
senza soldi devo sbattere la testa sempre nello stesso
267
1934
bisogno di conforto; e la vede – ora che le
268
1934
teneri. Bisogna che io la veda, che le spieghi
269
1934
non potrebbe trovare lei la via di aiutarmi? In
270
1934
vede Teodoro, ella esterna la sua meraviglia: ¶ «Come va
271
1934
molto: lei fila, fa la buona ragazza. Io no
272
1934
aprire le imposte, e la luce si diffonde nell
273
1934
anche per me!» ¶ Teodoro la segue con gli occhi
274
1934
lei, e, per ritardare la risposta, si serve lo
275
1934
E tenta di stringersi la vestaglia addosso, perché le
276
1934
avvocato che le faceva la corte... e guardandosi una
277
1934
dalla scarpa, si batte la coscia con una mano
278
1934
fianchi perfetti... Gira per la stanza, tocca gli oggetti
279
1934
fisso alla porta dietro la quale Maria si veste
280
1934
aggirerà in sottanina per la stanza, ora si starà
281
1934
Teodoro che discute con la sorella calmo ed attento
282
1934
bugia e qualche contraddizione, la sua situazione e le
283
1934
riesce ad addormentarsi. Rivede la madre girargli dietro con
284
1934
fronte come quando, malato, la mano fredda della madre
285
1934
calde che battevano forte. ¶ La notte sogna: si trova
286
1934
della banchina; corre, e la banchina s’allunga sempre
287
1934
e l’autore e la vittima di quella assurda
288
1934
studiare, si accorgeva che la sua mente era altrove
289
1934
e di rifiuti, assaliva la spiaggia cancellando l’orma
290
1934
orma dei loro corpi. La pioggia divenne sempre più
291
1934
li inseguì fin dentro la spelonca dove si erano
292
1934
contro voglia ad abbracciarsi. La bocca di Anna odorava
293
1934
sorto, come d’incanto, la notte. Certamente è tardi
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1934
quella stanza è proprio la sua, ed è proprio
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che lo guarda con la testa storta e gli
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padre, ed è questa la sua mansione domenicale. Il
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a passi lunghi per la stanza, che sembra diventata
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e non trovi ancora la strada del lavoro. Di
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in casa devi portare la “settimana” se vuoi sederti
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esce in fretta, con la sensazione che il rosso
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saluto, e senza notare la mano che la donna
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notare la mano che la donna ha teso, forse
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ad un pupazzo crocifisso. La strada è grigia, e
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incerto bucato che attraverso la pioggia sembrano ancor più
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da Maria, poi di stesso passerò da Bondini
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placa. Ecco il Vasto, la periferia, dove ogni tanto
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per prima alla mente: la ricorda così bene! Come
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ricorda così bene! Come la vide quella sera in
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uomo più ricco che la fa divertire. ¶ Eccolo per
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per le scale, verso la casa delle due ragazze
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bussare Teodoro si aggiusta la cravatta e si soffia
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il naso. ¶ Gli apre la porta Maria, in una
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una vestaglia succinta, cantando la sua solita canzone Ti
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Anna. ¶ «Dove vai tu la sera?» le chiede, e
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vita tra lei e la sorella. «Esci con Anna
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dondolare una mano lungo la veste. ¶ «Allora qualche volta
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con lei. Anzi ha la sensazione di avere tenuto
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che si avvicina stridendo, la luce dall’interno della
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e luci. Sulle carrozze la pioggia ha lasciato macchioline
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tenta di leggere; ma la mano destra gli si
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faccia da bambino. Spegne la luce. E Moreau gli
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E inoltre, ad aggravare la sua amarezza, s’aggiungeva
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a fargli sentire opprimente la sua casa, la famiglia
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opprimente la sua casa, la famiglia, l’affetto di
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di un’indifferenza mostruosa. La sua vita gli sembrava
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briciole di felicità che la vita gli offriva fra
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perché porta con sé la “felicità”. ¶ Apre gli occhi
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nel letto, ma non la trova; il letto s
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le strade sono deserte; la fabbrica è chiusa e
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con lentezza. Al di della finestra vi è
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è vestito, delicatamente chiude la porta alle sue spalle
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sembra altrettanto assurdo quanto la fuga. Cerca di non
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più? Cammina svelto sotto la pioggia, e il suo
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l’altro. In fondo, la piazza con gli alberi
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come verniciate di fresco. La strada è vuota; passa
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gli torna alle labbra la canzone di Maria: Ti
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una domenica all’altra: la prima settimana di lavoro
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organetto che suona lentamente la Marsigliese. Vecchi cartelloni di
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muri. «Ora ti mostro la fabbrica, così domani ti
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Sono venuto per mostrargli la fabbrica, in modo che
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Dietro il tetto spunta la ciminiera corta e arrugginita
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il padre, «questa è la macchina a vapore che
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che manda avanti tutta la fabbrica; questa poi è
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fabbrica; questa poi è la caldaia. In queste vasche
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chiama lavatrice si lava la biancheria; qui invece la
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la biancheria; qui invece la roba bagnata viene messa
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che lui sognava abbandonando la scuola. ¶ Il lunedì Teodoro
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Marco gli dice che la sera egli studia, perché
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del lavoro. Vede per la prima volta i suoi
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di lavoro. In tutta la giornata non ha pensato
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scarpe nuove da mettere la domenica, e credeva di
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imbattuto in Anna Giordano, la ragazza che controlla la
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la ragazza che controlla la biancheria in entrata e
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lei che si corica la sera. ¶ Si sente stanco
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è inesorabile, gli dà la sveglia col fischio e
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col fischio e spalancando la finestra dice che quando
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porta chiusa, si vede la pioggia brillare sul selciato
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rosso come di sangue. La lavanderia è vuota, i
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e nere e con la grondaia che fa un
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lavora ininterrottamente per approntare la biancheria di due vapori
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vapori inglesi che partono la sera. Quando Teodoro esce
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lucido come d’estate. La stanchezza, dopo la giornata
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estate. La stanchezza, dopo la giornata di lavoro, dà
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un operaio. Sabato prenderà la paga e con la
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la paga e con la paga comprerà molte cose
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E si spingono per la campagna deserta e gelata
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Il sabato Teodoro prende la paga ed esce con
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fare una gita con la ragazza, domani. Ma facciamo
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propone Anna, io preparo la colazione per tutti e
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tutti e due, e la gita ci costerà meno
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ad esempio, che lei la vita la sa prendere
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che lei la vita la sa prendere per il
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importa poco quello che la gente mi dice dietro
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tavola, getta sul letto la vestaglia e comincia a
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comincia a girare per la stanza in sottanina. Si
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perché Teodoro guarda troppo la sorella. Eppure Teodoro si
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di fissare i mobili, la cucina, ma il suo
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riporta alla memoria anche la sua miseria, i suoi
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spirituale”, ed è proprio la donna che gli ci
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che sale lento verso la lampada e tra il
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volta che si porta la sigaretta alle labbra. ¶ La
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la sigaretta alle labbra. ¶ La gita domenicale è fallita
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di un riparo, lasciando la colazione sull’arenile. La
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la colazione sull’arenile. La sabbia grigia, bucherellata dalle
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fargliene sentire il peso. La proposta è questa: fittiamo
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dei dintorni, e abiteremo tutti e tre, in
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vuole, il suo. E la domenica la passerebbero insieme
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suo. E la domenica la passerebbero insieme alla meglio
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questa idea?» domanda Teodoro la sera ad Anna e
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Marco se ne accorga. ¶ La sera i tre prendono
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chi di loro cercherebbe la casa, chi firmerebbe l
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missione di doverla aiutare, la povera Anna! ¶ Entra nella
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buona lena; ma durante la prima metà della giornata
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una matita che ha la punta cacciata fuori coi
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mezzogiorno, quando esce per la colazione, si isola di
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i discorsi dei compagni. La strada accesa di sole
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operai. Il progetto comprendeva la costruzione di un ospedale
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non avevano famiglia. Ma la morte di Cattori mise
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fittare queste casette per la villeggiatura dei signori che
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venivano nei mesi estivi. ¶ La plaga stepposa e arida
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quasi per non vedere la loro vita meravigliosa. ¶ La
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la loro vita meravigliosa. ¶ La domenica anche gli operai
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e le cose, per la vista larga, si perdevano
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ogni cosa brilla, anche la spiaggia che, da quella
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a mettere a posto la biancheria, dandosi la voce
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posto la biancheria, dandosi la voce da una stanza
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qualche bestemmia. Ad avere la peggio era spesso Marco
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solo con Anna, sfogava la sua ira contro Teodoro
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Teodoro non sapendosi spiegare la condotta che Anna teneva
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questo? O forse perché la domenica precedente, quando erano
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sarà così, perché Marco la obbliga... Invece bisogna avvertirlo
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quali ha mostrato sempre la massima buona volontà e
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il più perfetto zelo. La sua condotta sul lavoro
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Marco rilegge più volte la dichiarazione, gongolando per gli
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che gli si fanno. La porta a leggere ad
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e s’incammina verso la stazione. ¶ La stazione è
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incammina verso la stazione. ¶ La stazione è vuota, piena
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volte l’elenco, ma la sua attenzione si ferma
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meccanica di precisione”: è la migliore offerta di lavoro
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precisi, oppure un palmizio; la strada davanti alla fabbrica
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il lavoro significa abbandonare la famiglia e la patria
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abbandonare la famiglia e la patria; il lavoro porta
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porta il benessere e la felicità nelle famiglie; lo
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è l’arma con la quale il proletariato combatte
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gradino materiale e morale la propria patria. ¶ Al cospetto
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Marco quando è presso la porta, «rimangono a voi
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altiforni perennemente accesi. ¶ Dopo la seconda settimana di lavoro
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tanto ti porta, facendo la carità pelosa, perché gli
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non si accorge? Ma la pazienza ha pure un
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trova il coraggio e la forza di opporsi all
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sempre più paura che la lotta sconfini e Marco
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tre vanno a tavola la sera senza guardarsi in
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che gli ha aperto la porta lo prega di
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le ha dato appena la mano, quasi esitante; anche
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Teodoro» dice Maria con la sua più naturale spensieratezza
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di lui. Vogliono ridicolizzare la mia vita di rivoluzionario
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d’altro che valga la pena di raccontare?» dice
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un tratto Teodoro, fissando la pelle di leone che
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mortificato... Dice che aspetta la ricchezza da un’invenzione
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in un sospiro tutta la sua angoscia e poi
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commento: «Eppure, quando vedo la gente che getta soldi
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mai più per tutta la vita...» E tace d
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venuto in voga con la canzone Capinera o con
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bene. È forse questa la causa del loro disagio
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nella mente di Teodoro la scena del suo lavoro
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viene lanciata da qualcuno la proposta di andare tutti
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all’obbligo di seguire la comitiva e con pochi
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di fargli capire che la sua unione con Marco
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ci capisco niente... Spesso la notte qualche volta non
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è facile.» Vuol nascondere la gelosia e soggiunge malaccorto
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ora non voglio guastarmi la festa per lui!» ¶ La
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la festa per lui!» ¶ La modestia con cui Teodoro
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cose che non riguardano la loro vita, ma la
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la loro vita, ma la vita degli altri! Ci
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trovarmi a casa.» E la saluta. Vede l’ombra
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di lei curva, sotto la volta del portoncino, come
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E non potrebbe per la stessa ragione desiderarla anche
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anche fisicamente? Ecco che la pace gli si rompe
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capitasse da lui, come la tratterebbe; e più avanti
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potrà aiutarla lui: non la farà lavorare, non le
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e persino un «W la rivoluzzione». ¶ Teodoro ha fatto
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e vestito. Torna infilandosi la giacca e aggiustandosi il
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mezzo. E sai che la gente chiacchiera! Chi sa
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noi l’accordo e la pace. «Tu mi devi
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da lui. Debbo dirti la verità, Marco non fa
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a che mira quello . Forse vuole che io
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interi reparti dell’esercito. La calma, il silenzio, sotto
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strofina un polso contro la cucitura dei pantaloni e
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tra i compagni: e la posizione politica gli diventa
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e venti più sessanta, la metà, e fanno... uno
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ce l’hanno: ecco la deficienza del proletariato.” ¶ La
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la deficienza del proletariato.” ¶ La pace fra Teodoro e
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alle loro labbra che la parte più superficiale: non
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percossi dallo stampone. Solo la sirena del mezzodì può
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deve preoccuparsi di migliorare la sua posizione, di guadagnare
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tanto di più. ¶ Mentre la sirena suona ancora egli
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senza una preparazione, senza la spinta necessaria ad arrivare
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delle ciminiere che attraversano la strada polverosa come tanti
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imperativo; ma come trovare la via di offrirle dei
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di offrirle dei soldi? ¶ La notte egli dorme male
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Rosa è morta e la zia ha sloggiato di
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sapere dove abita ora la zia Rosa: «Forse sarà
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sapeva di chi fosse, la vita le divenne ancor
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spinsero ancora più fuori dove i vasti terreni
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nelle orecchie, e lontana la città era come un
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nuovo a braccetto verso la città. Solo qualche farmacia
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di bambù e tropicali: la luce ad acetilene macchiava
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coi visi abbronzati, che la luce dell’acetilene rendeva
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ripetevano ormai ogni settimana, la soluzione più logica per
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Poi giungono a casa la sera trafelati, con le
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limita a tastargli distrattamente la pancia piccola e gonfia
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detto che per aiutare la respirazione bisogna tenere, in
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fretta dai balconi. Tutta la camera, questa specie di
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perfino. Getta per aria la caramella, che ha staccata
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si vede riflessa anche la lampada del cassettone, coi
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barbone?» Ma Pippetto ha la testa china sulla spalla
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sa, non sospetta ancora la morte di Pippetto. ¶ Marco
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ringhiera e si tiene la testa in una mano
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mano; un altro ha la camicia quasi fuori dei
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Marco non ha ancora la forza di rispondere: appoggia