parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Fedro tradotto da Gio: Grisostomo Trobelli, 1797

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1797
Forse perchè era letterato. La letteratura sempre ha prodotto
2
1797
Le sue favole pubblicate la prima volta dal Piteo
3
1797
e credute degne per la lor tersa latinità del
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1797
un rio medesmo, da la sete spinti, ¶ L’Agnello
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1797
ne fa ingiusto scempio. ¶ La favoletta per coloro è
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1797
troppo libera licenza, ¶ Sconvolse la città; sicchè del retto
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1797
E fer Signor Pisistrato. La grave ¶ Lor servitude i
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1797
sovran chiedendo, ¶ Che con la forza i rei costumi
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1797
v’aspetta. ¶ FAVOLA III. ¶ La Cornacchia superba e il
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1797
Pavon’ si mischia. A la sfacciata ¶ Essi svelgon le
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1797
accorar ti potrebbe or la ripulsa, ¶ Che schernita ti
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1797
Il Cane che porta la carne per lo fiume
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1797
fiume ¶ Passava un Cane. La fallace immago, ¶ Che forman
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1797
toccar poteo. ¶ FAVOLA V. ¶ La Vacca, la Capra, la
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1797
FAVOLA V. ¶ La Vacca, la Capra, la Pecora, e
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1797
La Vacca, la Capra, la Pecora, e il Leone
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1797
CHi di forza preval, la fe non serba; ¶ E
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1797
Prendo, poichè son re, la prima: l’altra ¶ È
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1797
perchè son forte: anche la terza, ¶ Se vi avanzo
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1797
alcuno poi contrastarmi osa la quarta, ¶ Fia che sciagura
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1797
nozze ottenga? ¶ FAVOLA VII. ¶ La Volpe ad una Maschera
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1797
Imbattè in una Maschera la Volpe: ¶ Oh qual beltà
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1797
VIII. ¶ Il Lupo e la Gru. ¶ SE da’ malvagi
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1797
Erasi al Lupo ne la gola fitto ¶ Un osso
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1797
chi il traesse. ¶ Alfin la Gru dal giuramento indotta
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1797
IX. ¶ Il Passere, e la Lepre. ¶ È Un folle
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1797
Lepre ¶ Altamente gemea. Sì la dileggia ¶ Un Passere: dov
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1797
vita è sul confin la Lepre, ¶ Quasi l’altrui
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1797
X. ¶ Il Lupo e la Volpe innanzi alla Scimmia
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1797
era da un Lupo ¶ La Volpe: essa lo niega
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1797
niega. Eletta è Giudice ¶ La Scimmia, che le parti
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1797
ne fa scempio. ¶ Da la strage indi stanco, a
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1797
che se ignota ¶ Erami la tua schiatta, e ’l
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1797
Util più sia che la tenuta in pregio: ¶ E
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1797
Fermossi un Cervo, e la sua immagin vide, ¶ E
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1797
selva il cela; ¶ E la turba de’ Cani in
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1797
in dispregio. ¶ FAVOLA XIII. ¶ La Volpe e il Corvo
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1797
una finestra il Corvo. ¶ La volpe il vede: o
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1797
al resto è ugual la voce, fra gli augelli
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1797
Per farsi udir, lascia la preda, e canta. ¶ L
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1797
luogo ignoto andonne, e si finse ¶ Medico, e
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1797
ottenne. ¶ Il re de la città, cui da gran
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1797
finto medico, ¶ Vuol che la beva. Esso al timor
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1797
il saper suo, ¶ Ma la stoltezza altrui sì chiaro
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1797
color l’istoria mia, ¶ La cui sciocchezza gl’impostori
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1797
XVI. ¶ Il Cervo e la Pecora. ¶ IN prestito chiedendo
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1797
dovrò cercarvi? ¶ FAVOLA XVII. ¶ La Pecora, il Cane e
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1797
un Cane infinse ¶ A la Pecora un pane, e
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1797
vide il Lupo ne la fossa; e questa ¶ De
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1797
fossa; e questa ¶ De la tua fraude, disse, è
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1797
tua fraude, disse, è la mercede. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ La
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1797
la mercede. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ La donna partoriente. ¶ NEssun brama
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1797
imminente il parto, ¶ Su la terra giacea stesa una
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1797
si possa. ¶ FAVOLA XIX. ¶ La Cagna Partoriente. ¶ SE cortese
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1797
brieve tempo chiede, ¶ Finchè la prole maggior forza acquisti
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1797
impuni irne le offese, ¶ La fronte del Leon coi
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1797
io muojo. ¶ FAVOLA XXII. ¶ La Donnola e l’Uomo
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1797
Donnola e l’Uomo. ¶ LA Donnola da un Uom
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1797
Uom dianzi presa, ¶ Per la morte sfuggir tai preci
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1797
tai preci porge. ¶ Tengo la casa tua netta da
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1797
E in così dir la cattivella uccide. ¶ * Riconosca diretto
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1797
non profitti. ¶ FAVOLA XXIV. ¶ La Rana crepata e il
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1797
vuol, ruina incontra. ¶ * Da la Rana in un prato
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1797
di tanta mole, ¶ Gonfia la scabra pelle, e chiede
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1797
ancora il Bue ne la grandezza avanzi. ¶ Rispondono, che
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1797
si gonfia, ¶ Che rottasi la pelle, estinta giace. ¶ FAVOLA
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1797
fosse nascoso. ¶ FAVOLA XXVI. ¶ la Volpe, e la Cicogna
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1797
XXVI. ¶ la Volpe, e la Cicogna. ¶ NOn offendere alcun
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1797
n’offenda, ¶ A vendicar, la favoletta insegna. ¶ * Dicesi, che
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1797
favoletta insegna. ¶ * Dicesi, che la Volpe invitò a cena
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1797
vivanda: ¶ Talchè tutta lambir la può la volpe; ¶ Il
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1797
tutta lambir la può la volpe; ¶ Il famelico augel
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1797
a gli avari è la novella, ¶ E ad un
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1797
in umil fortuna, ¶ A la fama di ricco avido
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1797
pena ¶ Del sacrilego ardir, la copidigia ¶ Gl’inspirar di
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1797
t’invaghisti. ¶ FAVOLA XXVIII. ¶ La Volpe e l’Aquila
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1797
i figli ¶ Rapì a la Volpe, e a i
78
1797
Li diè in cibo: la prega l’altra indarno
79
1797
Poichè l’augel, cui la sublime cima ¶ Rendea sicuro
80
1797
preghi altrui non cura. ¶ La Volpe, che sue preci
81
1797
l’albero circonda; ¶ E la morte de’ figli a
82
1797
L’augel cui de la prole il rischio affanna
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1797
i Tori pugnar da la palude ¶ Una Rana, e
84
1797
altra, ¶ Se per regger la mandra è la tenzone
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1797
regger la mandra è la tenzone, ¶ E lontan da
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1797
predatore avean deluso. ¶ A la frode e’ ricorre; onde
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1797
apprenda: ¶ Quinci qualunque sia la favoletta, ¶ Se dal proposto
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1797
prolissa esser non dee la lode. ¶ FAVOLA I. ¶ Il
89
1797
Fiero Leone. Un Cacciator giunto ¶ Ne chiede parte
90
1797
Ricco l’ardir, e la modestia grama! ¶ FAVOLA II
91
1797
modestia grama! ¶ FAVOLA II. ¶ La Vecchia e la Giovane
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1797
II. ¶ La Vecchia e la Giovane, amanti d’un
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1797
amate, ¶ Vi spogliano a la fin. Ecco l’esempio
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1797
Donne amava; ¶ Una con la lindezza gli anni asconde
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1797
crin’ gli avea ¶ Svelti la Giovinetta, e l’altra
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1797
morso, ¶ Pane gittò ne la ferita intinto, ¶ Che remedio
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1797
tale mercè sia de la colpa, ¶ Rimarem tutti de
98
1797
FAVOLA IV. ¶ L’Aquila, la Gatta, e la Scrofa
99
1797
Aquila, la Gatta, e la Scrofa selvaggia. ¶ L’Aquila
100
1797
Depose i porcelletti a la radice: ¶ Nel cavo ch
101
1797
continuo scavar che fa la Scrofa ¶ La quercia atterrar
102
1797
che fa la Scrofa ¶ La quercia atterrar vuol, sicchè
103
1797
astuta corre in ver la Scrofa; ¶ E in gran
104
1797
gran periglio, dice, è la tua prole. ¶ Quando uscirai
105
1797
uscirai con essa a la pastura, ¶ L’Aquila è
106
1797
a farne avida preda. ¶ La Gatta dopo aver anche
107
1797
Indi pian piano a la campagna uscendo, ¶ Giunta la
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1797
la campagna uscendo, ¶ Giunta la notte, del trovato cibo
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1797
alti rami ad osservar la Scrofa. ¶ Questa, i figli
110
1797
le sien tolti, ¶ De la tana non esce. Indi
111
1797
cure immersa, ¶ Qua e senza ragion corre affannosa
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1797
Tiberio a Napoi, ¶ A la sua Villa di Miseno
113
1797
da le spalle ¶ Tratta, la veste tal raggruppa e
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1797
Precorre, ed ivi pur la polve ammorza. ¶ L’astuzia
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1797
presenta, ¶ E lieto attende la guanciata amica, ¶ Che libertade
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1797
apporti. Sorridendo ¶ Così scherzò la maestà del Prence: ¶ Poco
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1797
FAVOLA VI. ¶ L’Aquila, la Cornacchia, e la Testuggine
118
1797
Aquila, la Cornacchia, e la Testuggine. ¶ NEssun contro a
119
1797
Che tutta ascosa entro la dura scorza ¶ Non lascia
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1797
augel le faccia offesa. ¶ vola una Cornacchia, e
121
1797
l’abbandona, e infranta ¶ La dura scorza, a tuo
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1797
parte ne dona a la Cornacchia. ¶ Così colei difesa
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1797
dal collo, ¶ Erta tien la cervice, ed orgogliosa; ¶ Dimesso
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1797
Mulo altero, e ne la zuffa ¶ In cui la
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1797
la zuffa ¶ In cui la ricca soma a lui
126
1797
Mentre il compagno de la sorte duolsi: ¶ A gran
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1797
Tal ha timor, ne la vicina villa, ¶ Entro a
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1797
a’ boschi io riedo. ¶ La notte vien, e a
129
1797
vien, e a’ Buoi la fronde arreca ¶ Il bifolco
130
1797
Cervo ascoso. ¶ Ei chiama la famiglia: il prende, e
131
1797
il prende, e uccide. ¶ * La Favola tal senso in
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1797
onore arreca. ¶ Quantunque ne la gloria e’ mi prevenne
133
1797
cura allontana, onde a la sciolta ¶ Mente de’ versi
134
1797
sciolta ¶ Mente de’ versi la forza pervenga. ¶ Ma il
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1797
il corpo stanco, ¶ E la mente da mille cure
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1797
giogo, ¶ U’ diè a la luce l’alma Dea
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1797
unqua non prese, ¶ Ne la sacra famiglia a stento
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1797
brievemente qual’origin trasse ¶ La Favola dirò. Per iscoprire
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1797
inventar seppi, ¶ Da cui la parte scegliere mi piacque
140
1797
giudicio attendo. ¶ FAVOLA I. ¶ La Vecchia all’anfora, o
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1797
ottimo Falerno vecchi avanzi. ¶ La cui fragranza d’ogni
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1797
mi conosce. ¶ FAVOLA II. ¶ La Pantera, o i Pastori
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1797
una Pantera ¶ Sdrucciolò ne la fossa. De’ villani, ¶ Chi
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1797
le portasse offesa, ¶ Pur la trarrebbe sua sventura a
145
1797
a casa riede. ¶ Ma la Pantera, poi ch’ebbe
146
1797
un lieve salto ¶ Da la fossa spiccando al suo
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1797
Allor quei che a la fiera dier perdono, ¶ La
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1797
la fiera dier perdono, ¶ La vita in don le
149
1797
giusto fio. ¶ FAVOLA VI. ¶ La Mosca, e la Mula
150
1797
VI. ¶ La Mosca, e la Mula. ¶ UNa vil Mosca
151
1797
sul timone assisa ¶ A la Mula: Sei pur, dice
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1797
il dì sia de la soglia ¶ Da i ladri
153
1797
soglia ¶ Da i ladri la magion guardi la notte
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1797
ladri la magion guardi la notte. ¶ Io son pronto
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1797
roso il Can da la catena ha il collo
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1797
dorma, e desto sia la notte: ¶ Sciolto su l
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1797
porta il pane; ¶ Da la mensa il padron l
158
1797
l’ossa mi porge; ¶ La famiglia gli avanzi; e
159
1797
VIII. ¶ Il Fratello, e la Sorella. ¶ SPesso a mirarti
160
1797
Veggion lo specchio de la madre, e in esso
161
1797
agli Amici. ¶ RAra è la fè, comun d’amico
162
1797
Picciola casa fabbricossi Socrate. ¶ (La cui morte, se ugual
163
1797
avesse ¶ Fabbricato richiede. Oh la potessi ¶ Riempier di veri
164
1797
breve il mostrano. ¶ A la madrigna perchè fe si
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1797
tutto indaghi, ¶ Anzi che la sentenza s’avventuri. ¶ Ma
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1797
Tenero amor in ver la moglie, e il figlio
167
1797
figlio, ¶ Cui preparata avea la pura toga, ¶ Portava un
168
1797
esposti. ¶ Più però de la moglie, e sovra ogni
169
1797
in città rimaso occulto ¶ La notte a casa d
170
1797
E va direttamente ove la moglie ¶ Dorme, ch’il
171
1797
ivi pur dorma, ¶ De la già adulta età custode
172
1797
in qua, chi in , ei che non pote
173
1797
il figlio vede, ¶ E la casta consorte ancor nel
174
1797
delitto nel pensier raggira ¶ La giusta pena, e il
175
1797
in se rivolge. ¶ Accusata la moglie, a Roma è
176
1797
il nodo, ¶ Porti a la fe del giuramento aita
177
1797
e il ver ne la sua fonte appreso: ¶ Paghi
178
1797
che n’è autore, ¶ La pena. L’empio e
179
1797
figlio uccise. ¶ Merta pietà la Donna, e non gastigo
180
1797
vecchio ¶ Sollecito ricerco, e la menzogna ¶ Supposta a duro
181
1797
sue voglie inchina. ¶ Odio la porti, o amor; a
182
1797
se gli arrogaro. Fu la lite ¶ Portata al tribunal
183
1797
al tribunal. Giudice siede ¶ La Vespa, che ben sa
184
1797
non discerno. ¶ Perchè dunque la fe giurata io serbi
185
1797
io serbi, ¶ Tal vo’ la prova: altro alvear si
186
1797
cere. ¶ Tal sapor, da la forma, che somigli ¶ Quel
187
1797
palese. ¶ Spiace a’ Fuchi la legge, accetta è a
188
1797
Pronunzia tal sentenza allor la Vespa: ¶ Chi far non
189
1797
omesso avrei, ¶ Se avesser la promessa attesa i Fuchi
190
1797
teso in mezzo a la via posto, ¶ Che cosa
191
1797
che forza acquisti. ¶ * Così la stanca mente abbia ristoro
192
1797
Qui non c’è la tua madre: indi in
193
1797
racconto addita. ¶ FAVOLA XVI. ¶ La Cicala, e la Civetta
194
1797
XVI. ¶ La Cicala, e la Civetta. ¶ SOvente avvien, che
195
1797
sue parole ¶ Dispregiarsi, veggendo la Civetta, ¶ A la frode
196
1797
veggendo la Civetta, ¶ A la frode rivolta sì le
197
1797
Vieni che il beveremo. La Cicala, ¶ Ch’ardea di
198
1797
vola. ¶ Tosto fuor de la tana l’altra escita
199
1797
tana l’altra escita, ¶ La trepida Cicala insiegue, e
200
1797
di vantaggio priva ¶ Vuol la novella mia che non
201
1797
dove ammira ¶ Di quel la voce ognun; ei fuori
202
1797
ognun; ei fuori appena ¶ La manda, che dispregio, e
203
1797
dispregio, e beffe incontra. ¶ La Dea il consola: ed
204
1797
canto, a te beltà, la forza a l’Aquila
205
1797
è il Corvo, e la Cornacchia a manca, ¶ Predicon
206
1797
che pria del consueto ¶ La cena appresti: per alcune
207
1797
fuoco, al quale accenda ¶ La lucerna, e a la
208
1797
La lucerna, e a la fine lo ritrova: ¶ E
209
1797
lo ritrova: ¶ E accorciando la strada, per la piazza
210
1797
accorciando la strada, per la piazza, ¶ Tosto a casa
211
1797
Da un lor diletto la cagion richiesta: ¶ Lusingava costui
212
1797
LIBRO QUARTO. ¶ FAVOLA I. ¶ La Donnola, e i Topi
213
1797
De’ Topi e de la Donnola. Da gli anni
214
1797
morta. Un Topo esca la crede, ¶ E se le
215
1797
farina sei. ¶ FAVOLA II. ¶ La Volpe, e l’Uva
216
1797
Partì, dicendo, io non la curo: è acerba. ¶ *La
217
1797
la curo: è acerba. ¶ *La favola è per tal
218
1797
gli uomini in rete: la seconda ¶ Sol’era a
219
1797
filar lane intenta: ¶ Bruttissima la terza, e bevitrce. ¶ Erede
220
1797
e bevitrce. ¶ Erede fa la madre; ma con patto
221
1797
Cento sesterzj paghino a la madre. ¶ Già ne va
222
1797
piena Atene; in van la donna ¶ Più Giuristi ricerca
223
1797
a sue ragioni ¶ Cede la madre, e come sa
224
1797
come sa, del vecchio ¶ La mente adempie: femminili arredi
225
1797
vin vecchio piene ¶ A la terza destina, con polita
226
1797
Allor repente Esopo ¶ Ne la folla s’intrude, e
227
1797
sì l’arcano scioglie: ¶ La casa, gli ornamenti, gli
228
1797
servitori, eccetera ¶ Dati a la bevitrice: abbia la bella
229
1797
a la bevitrice: abbia la bella ¶ Gli armenti, e
230
1797
e quel ch’ottenne ¶ La bevitrice, d’onde vin
231
1797
campi e lane, ¶ Dissiperà la casa, e gli orti
232
1797
ciò che vendero, avrà la madre ¶ Il denar, che
233
1797
e ben nota è la storia, ¶ Nè v’è
234
1797
v’entraro ed iscampar la morte; ¶ I Duci, che
235
1797
seguan gli altri ne la pugna, ¶ Avean le corna
236
1797
a gran periglio esposti: ¶ La vil plebe ritrova agevol
237
1797
onori, ¶ Soffri, finchè de la tua austera fronte ¶ Le
238
1797
consiglio di Palla Argo la nave, ¶ Ch’a Barbari
239
1797
l’ignoto sen: indi la morte ¶ Ampla vide a
240
1797
piagne del superbo Aeta ¶ La casa, e di Medea
241
1797
e il varco ¶ A la fuga trovò; in quel
242
1797
un giusto freno a la baldanza impose. ¶ Come fia
243
1797
audace lingua. ¶ FAVOLA VII. ¶ La Vipera e la Lima
244
1797
VII. ¶ La Vipera e la Lima. ¶ CHi un più
245
1797
favoluccia si ravvisi. ¶ * Ne la bottega d’un ferrajo
246
1797
per costume? ¶ FAVOLA VIII. ¶ La Volpe e il Becco
247
1797
caduta ¶ In un pozzo la Volpe, a cui l
248
1797
l’acqua, le chiede. ¶ La Volpe a frode intesa
249
1797
Scende il barbuto: allor la Volpicella ¶ S’appoggia a
250
1797
Tu però, scellerato, con la vita, ¶ Allor che giunga
251
1797
il sagro fuoco ¶ A la lucerna, o questa a
252
1797
Quanto d’util racchiuda la novella, ¶ Il potrà solo
253
1797
rei, ¶ Ma spesso tarda la vendetta il fatto ¶ Con
254
1797
Pluto il figlio ¶ De la fortuna, altrove gli occhj
255
1797
una Favola connessa con la seguente: nè meritano essi
256
1797
quinci ¶ Un rio piacer la voluttà ne prova. ¶ FAVOLA
257
1797
allorchè Giove ¶ Fe’ de la barba a le Caprette
258
1797
comuni. ¶ * A non curar la novelluzza insegna ¶ Se alcun
259
1797
allegrezza ¶ Darsi in preda; la vita è or lieta
260
1797
timor li sorprese, che la reggia ¶ Tutta lordar’ di
261
1797
sospetto, ¶ Novelli ambasciatori destinaro. ¶ La fama intanto il lor
262
1797
il gran Padre, e la folgore scuote. ¶ Trema ogni
263
1797
Pari a l’onta la pena; e sarà questa
264
1797
uom le ingiurie. A la prigion son tratti, ¶ Nè
265
1797
giovar renda. ¶ FAVOLA XIX. ¶ La Volpe e il Drago
266
1797
per formar sua tana ¶ La Volpe, e fatte alquante
267
1797
Libitina non acquisti ¶ Tutta la spesa al funeral recidi
268
1797
chi il danajo ¶ De la vita sostegno, al seno
269
1797
vicina, ¶ Cittade antica, e drizzan suoi passi. ¶ Uom
270
1797
a lui destina. ¶ Con la tabella il vitto accattan
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sospeso un Monte. ¶ A la fin n’uscì un
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io veggio. ¶ FAVOLA XXIII. ¶ La Formica e la Mosca
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XXIII. ¶ La Formica e la Mosca. ¶ FRa la Mosca
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e la Mosca. ¶ FRa la Mosca era insorta, e
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Mosca era insorta, e la Formica, ¶ Chi di lor
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acre contesa. ¶ Sì cominciò la Mosca: ed ancor osi
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villana? ¶ Lo seder a la mensa de gli Dei
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commendi altera. ¶ Mi disfidi la state, il verno taci
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l’argomento lieve a la feconda ¶ Vena frenando il
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e un terzo ¶ De la mercede convenuta ottenne. ¶ Richiesta
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ottenne. ¶ Richiesta l’altra, la daran risponde, ¶ Quei ch
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a’ congiunti ascrivo,) ¶ A la cena invitai, te pure
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l’apparato ¶ Il convito, la casa empion di gioja
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fuori appena, ¶ Che cadendo la volta tutti opprime, ¶ Nè
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tutti opprime, ¶ Nè a la porta più alcun giovin
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loro encomj, gli donar’la vita. ¶ FAVOLA XXV. ¶ Il
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come. ¶ Benchè sia ricca la materia in guisa, ¶ Che
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Quel premio, che a la nostra brevitade ¶ Promettesti, io
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Quando tu stesso a la pietade inchini? ¶ Spesso perdono
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Ricca perchè restasse altrui la messe: ¶ Il mio pensier
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è il racconto, è la materia antica. ¶ Se tu
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medesmi, ancorchè angoscia ¶ De la mutata sorte il cuor
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cuor lor punga; ¶ A la man, che gli aggrava
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S’unìo: sciolta è la veste: ondeggia il passo
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impugna; e via gittata ¶ La Penola, che il braccio
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core, ¶ Più valor ne la zuffa avrei dimostro. ¶ Or
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affidar non dessi. ¶ * Ne la favola mia colui ravviso
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III. ¶ Un Calvo, e la Mosca. ¶ UN Calvo, cui
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pur da pena non la sciolsi unquanco. ¶ FAVOLA IV
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ne cibò, vivesse ancora. ¶ * La favoletta tal timor m
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autore: ¶ Di lode a la tenzon vengon gli artieri
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teatro alcun non vide. ¶ La fama tutta la cittade
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vide. ¶ La fama tutta la cittade aduna; ¶ Fassi il
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Fassi il teatro a la gran folla angusto. ¶ Quando
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scena compare. Si procaccia ¶ La stessa novità silenzio: il
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additando de l’error la prova, ¶ Ecco, dice, quai
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le latine lettere rimanga, ¶ La brevità, se non l
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Ciò avvenne, si sovvien) la manca coscia, ¶ Tal ei
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ed offre, perchè almen la scena ¶ Renda col suo
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i Cavalieri: ¶ Che chiegga la corona il volgo stima
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volgo stima; ¶ Ma poichè la sua sciocchezza ognun comprese
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Candida benda in van la coscia avvolge, ¶ In van
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In van bianca ha la veste, e bianco il
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dipinta. ¶ LIeve il corso, la man di ferro armata
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ferro armata, ¶ Chioma a la fronte,e capo, e
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il segua, afferrar puote; ¶ La breve simboleggia, e fuggitiva
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rosi denti ¶ Fugge franca la fiera, e si rinselva
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oltra speranza ¶ Omai veggendo la sua vita un Nibbio
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vita un Nibbio, ¶ Prega la madre, che a camparlo
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fra l’alghe a la rinfusa. ¶ Un Lepre allor
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par vivete. ¶ FAVOLA III. ¶ La Volpe, e Giove. ¶ NOn
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ciel con tai motti la sbandìo. ¶ Vivi qual merti
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offendere i minori insegna ¶ La favola. * Dormendo ne la
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La favola. * Dormendo ne la selva ¶ Un Leon, mentre
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a l’intorno, ne la fossa inciampa. ¶ Tosto che
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il dono, e fattane la scure, ¶ I roveri più
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atterra. ¶ Il Frassino a la Quercia in cotai motti