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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
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portartela dietro per tutta la vita, cercando di darne
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o mai più. Forse la poesia è possibile solo
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vera, insostituibile...” ¶ Italo Calvino ¶ La letteratura dell’inesperienza ¶ Antonio
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o pochi non importa) la scelta di ripubblicare, a
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Calvino scrisse, nel 1964, per la nuova edizione del suo
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cessava mai di commuovermi la straziante contraddizione – enunciata dallo
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due prospettive retrograde che la riconsiderazione della sua opera
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applichi propriamente alla letteratura la definizione che Proust una
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erreur, qui est précisément la “vie”. ¶ Mi disponevo già
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quando, andandomi a rileggere la Presentazione di Calvino, mi
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il solito impareggiabile nitore, la questione che giudico capitale
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quella Presentazione fu scritta: la questione della relazione perduta
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tra letteratura ed esperienza. La letteratura (intesa come insieme
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compongono non perché manchi la commessura tra di esse
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sono perfettamente identiche. Anzi, la parola esatta è “indifferenziate
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Rimane di loro soltanto la materia su cui il
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Italia dell’immediato dopoguerra, la fertilità di quel clima
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ripensando a quei tempi]: la voce anonima dell’epoca
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un rovello problematico generale”, “la voce anonima dell’epoca
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è assente. Non consentono la posizione dell’attesa o
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anni sessanta, ma certamente la sua eco era di
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spenta quando chi ha la mia età si pose
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età si pose per la prima volta il problema
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da vendicarvi”, perseguitate con la verità i vostri persecutori
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tradizione millenaria, antica quanto la civiltà letteraria dell’Occidente
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letteraria dell’Occidente, perorava la causa dello scrittore, per
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E allo stesso modo la tradizione marxista ha continuato
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ha continuato a perorare la causa dello scrittore durante
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scienziato della dottrina economica: “La rivoluzione del secolo decimonono
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decimonono non può trarre la propria poesia dal passato
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coscienza del proprio contenuto, la rivoluzione sociale del secolo
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i loro morti. Prima la frase sopraffaceva il contenuto
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riverbera in queste frasi. La loro luce ci giunge
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anni prima che apparisse la vita sulla Terra. Non
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un sacrario dove onorarne la memoria, dove piangerne la
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la memoria, dove piangerne la scomparsa. È un’idea
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esso. D’altro canto, la rivoluzione invocata da Marx
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idee estinte dell’umanesimo), la rilettura della sua rievocazione
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dei nostri giorni: oggi la nostra letteratura, con buona
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tal punto priva che la parola stessa è caduta
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i suoi contemporanei, tutta la questione letteraria si risolvesse
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il libro che tutta la sua generazione avrebbe voluto
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lui compreso, soltanto allora la stagione di cui racconta
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stagione di cui racconta, la stagione della Resistenza, può
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dirsi compiuta, può esservi la certezza che sia “veramente
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della nostra attuale penuria: la possibilità che le letture
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uno, è esattamente questa la chance negata al nostro
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attraverso l’attività immaginativa, la vivessero alle nostre spalle
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inautenticità che già avvolge la nostra esistenza quotidiana diretta
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di qua e di del labile confine della
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strepitoso e noioso come la farneticazione di un ubriaco
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e non è nemmeno la bellezza ad averci abbandonati
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sessanta, voltandosi indietro verso la sua giovinezza, Calvino poteva
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Sigillando in una battuta la questione letteraria che si
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il problema di trovare la forma adeguata, Calvino scrive
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a questo riguardo, verso la fine della Presentazione, la
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la fine della Presentazione, la congiunzione che Calvino stabilisce
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della sua generazione – e la ricchezza di esperienza di
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nozione di esperienza che la riflessione di Calvino può
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scrittura del primo libro la caratura di un evento
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valore seminale, soltanto finché la letteratura mantiene un rapporto
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fondamentale con l’esperienza, la fonda e si fonda
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il mondo” ecc. – è la struttura stessa dell’esperienza
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non “si vive”, e la sua conoscenza non riposa
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contrario, l’inesperienza è la condizione trascendentale dell’esperienza
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attuale. L’inesperienza è la nuova forma di indigenza
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specialistiche (l’ospedale per la morte, la nascita e
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ospedale per la morte, la nascita e la malattia
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morte, la nascita e la malattia; il carcere per
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delitto; il manicomio per la follia ecc.) o assegnate
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professionali (l’esercito per la guerra). I media elettronici
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I media elettronici, e la televisione in particolare, completeranno
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principio degli anni sessanta, la cultura di massa, che
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di massa, che è la specifica cultura della “società
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hanno preceduta proprio per la “esteriorizzazione multiforme, massiccia e
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pratiche di consumo culturale. La scarnificazione dell’esperienza vissuta
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qui veniamo al punto. La cultura di massa. La
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La cultura di massa. La genealogia dell’inesperienza moderna
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dell’inesperienza moderna è la medesima della cultura di
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Nel 1964, quando Calvino scriveva la sua Presentazione, la cultura
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scriveva la sua Presentazione, la cultura di massa in
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non ancora giunta. Oggi la profezia si è avverata
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o non ci piaccia, la cultura di massa siamo
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sottrarci ad essa, adottando la tattica che fu ancora
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tutto il Novecento, cioè la tattica di “sottrarsi all
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del futuro, di rifiutare la falsa pienezza della vita
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possiamo più farlo perché la cancellazione dell’orizzonte del
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della pienezza di vita, la cancellazione delle tre estasi
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inesperienza contemporanea producono anche la cultura di massa come
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esiste al tempo presente). La realtà si racconta da
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di stato in vita (la televisione è il contrario
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dell’arte, ci mostra la vita grezza, nuda, lo
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non essere una finzione, la sua presenza pseudonaturale nega
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le parole di bocca”, la tramontata autorità della testimonianza
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nella civiltà del romanzo, la testimonianza era il racconto
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esperienza impossibile), conservava perciò la sua autorevolezza fintanto che
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forma della sua narrazione. La testimonianza era il racconto
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della nuda vita, che la modernità ha screditato e
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ha screditato e che la medesima modernità non cessa
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sue immagini; per questo, la mia generazione di scrittori
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rumore sordo della battaglia, la questione si formulava in
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termini: come può raccontare la guerra uno per il
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uno per il quale la guerra è stato uno
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mediata, principalmente dalla televisione. La guerra era ancora una
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quest’espressione attribuiva Fenoglio. La guerra era ora una
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plenitudine dell’esperienza secondo la mitologia moderna – doveva dunque
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questo tipo di inesperienza. La soluzione che adottai per
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Rinascimento (e di come la “rivoluzione della polvere da
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fine al Medioevo cavalleresco), la vicenda contemporanea raccontava del
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Francesi e Spagnoli tra la fine del Quattrocento e
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al tempo stesso, denunciare la finzione attraverso il rilievo
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mondo. Lo scarto fra la finzione e la realtà
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fra la finzione e la realtà che le corrisponde
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il sottile discrimine tra la finzione e la menzogna
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tra la finzione e la menzogna. Ed è proprio
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nella nostra civiltà letteraria, la finzione assurge alla massima
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della falsità non è la verità ma, per l
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ma, per l’appunto, la finzione. Ma la mia
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appunto, la finzione. Ma la mia era anche una
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una tattica vecchia come la strategia modernista, cioè fedele
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fare da controcanto deepicizzante la squallida vicenda del suo
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dentro un’opera letteraria la massima di Harold Bloom
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di Harold Bloom secondo la quale ciò che in
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processo della propria composizione la contraddizione da cui nasceva
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senza aggirarla, avrebbe recato la traccia della paradossale inesperienza
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l’altra vecchia quanto la tarda-modernità europea, mi
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in precedenza, raggiunge oggi la sua iperbole, e la
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la sua iperbole, e la sua epitome, nel trionfo
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dal polo della finzione, la quale tradizionalmente mette capo
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un autore e dichiara la propria artificialità. L’immaginario
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statuto dell’immaginario è la grande novità culturale del
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è quello in cui la cultura di massa dà
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il senso del tragico. La confusione tra reale e
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tra reale e immaginario, la sfocatura tra realtà e
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io). ¶ Non a caso, la cultura di massa prosegue
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cultura di massa prosegue la tradizione immaginaria del confronto
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del confronto basale con la morte, propria di tutte
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massiccia, permanente della violenza. La cultura di massa, questo
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ma inesperite come immaginarie. La cultura di massa, scrive
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muoiono e non io”. La felicità offerta all’uomo
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grande rimosso raccontando non la sua guerra ma la
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la sua guerra ma la sua inesperienza della guerra
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ma che non accettasse la nascita come un privilegio
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Oggi mi pare che la ricerca debba riprendere, che
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è un ambiente immaginario. La critica della società, dunque
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dell’immaginario. Ma se la cultura di massa realizza
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state l’arte e la vita, traviando entrambe, un
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caduto in disuso (con la sintomatica eccezione de La
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la sintomatica eccezione de La storia di Elsa Morante
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negli anni in cui la nascita delle televisioni commerciali
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come un romanzo storico. ¶ La Presentazione scritta da Calvino
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ogni nuova edizione. Io la cito dall’edizione Mondadori
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dato alle stampe per la prima volta nel 1963, cioè
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prima che Calvino scrivesse la Presentazione. Ora lo si
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Debord rimanda al celeberrimo La Société du Spectacle, a
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massa (Buchet-Chastel, Paris, 1967). La massima di Harold Bloom
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trad. it., Spirali, Milano, 1985), la riflessione di Michail Bachtin
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trovano in Marc Augé, La guerra dei sogni (trad