parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
1
1932
fosse ancor lí con la sua gola d'oro
2
1932
falso. ¶ Questa mattina me la vedo al fianco, una
3
1932
profonde corde sensibili con la sincerità della sua anima
4
1932
importa? Gloria: diciamola pure, la parola ché dà il
5
1932
con lei e con la melodia: ¶ «Ah, non credea
6
1932
kimono di Butterfly, con la cuffietta di Mimí; e
7
1932
di Mimí; e sempre la sua voce d'usignolo
8
1932
sua voce d'usignolo, la sua grazia monellesca, la
9
1932
la sua grazia monellesca, la sua freschezza d'acqua
10
1932
freschezza d'acqua sorgiva, la sua passione di pieno
11
1932
passione di pieno petto, la sua bontà senza difesa
12
1932
il rovescio della medaglia, la preoccupazione intima, tormentosa, deposta
13
1932
qui sta, in parte, la ragione della sua potenza
14
1932
nemmeno dietro le pupille la corrusca visione delle vampe
15
1932
ha, grazie a Dio, la rinuncia malinconica. È gaia
16
1932
sottanelle al ginocchio. Imparare la riverenza di Manon? (Qui
17
1932
di Manon? (Qui me la schizza lei, la riverenza
18
1932
me la schizza lei, la riverenza di Manon: sollevando
19
1932
passo di charleston... Ecco la Manon dei tempi nuovi
20
1932
Manon dei tempi nuovi! ¶ La mimica che accompagna il
21
1932
coi paniers e con la grazia. E anche con
22
1932
grazia. E anche con la capigliatura. Bene, io sono
23
1932
io sono in porto. La piú bella musica è
24
1932
piú bella musica è la musica religiosa. Cantare è
25
1932
e sembra calcinato sotto la veemenza del sole, con
26
1932
a guardarlo. O, piuttosto, la sete è in me
27
1932
piace l'erba medica; la trova piú bella dei
28
1932
se stesso armato per la difesa e l'offesa
29
1932
vivono in moltitudine indisturbata la loro effimera vita d
30
1932
nei quali si libera la loro superbia e malinconia
31
1932
che ingentiliscono i marmi. ¶ La stanza dove ora sono
32
1932
scritto: «Garage umbro». Ma la cosa non m'offende
33
1932
m'offende: sento che la violenza di rapidità delle
34
1932
condotto a termine, domina la piazzuola: chiuse le alte
35
1932
chiuse le alte ogive, la massa pietrosa ferita da
36
1932
colombi mettono nel concerto la nota minore. Volan piú
37
1932
glu, glu-glu-glu. – La fanciulla ch'è con
38
1932
che imparino... ¶ È dolce, la voce di Marcella. ¶ Nei
39
1932
Nei fóri, qua e , fremiti di code pennute
40
1932
gonfie gole color perla. La mole palpita nei precordi
41
1932
mensole da sacrestia con la statuetta di San Francesco
42
1932
carta. Talmente silenziosa è la casa, che sembra deserta
43
1932
della penitenza di Masseo. La valle s'adagia, bionda
44
1932
L'altra finestra guarda la rocca appollaiata come un
45
1932
a' miei piedi è la chiesa edificata sulla casa
46
1932
ma delle quali sento la purità. Poi le cancellano
47
1932
grano già pronti per la mietitura: strada in declivio
48
1932
Solo nello spirito è la salvezza». ¶ Vaste nuvole formano
49
1932
sbrecciata del sogno. Non la rividi. Nella rètina abbagliata
50
1932
i fiori del mandorlo. ¶ LA QUERCIA ¶ La quercia che
51
1932
del mandorlo. ¶ LA QUERCIA ¶ La quercia che s'innalza
52
1932
nella prateria confinante con la Stàffora, e forma bosco
53
1932
or è molto, con la bimba, a sedere sulla
54
1932
in giro al tronco. La bimba si metteva a
55
1932
dalle vicende, seppi che la quercia della prateria, nel
56
1932
se lo sa, che la dicono mia: se mi
57
1932
se ricorda. ¶ Quando sedevo, sotto, con la bambina
58
1932
sedevo, là sotto, con la bambina ai piedi e
59
1932
essa se non per la frescura che mi concedeva
60
1932
da me. ¶ Ora, invece, la vedo: mi si rivela
61
1932
Senz'altri alberi che la costringano da vicino, ha
62
1932
da vicino, ha ampliata la sua chioma in libertà
63
1932
raggi del sole attraverso la fittissima rete delle foglie
64
1932
fittissima rete delle foglie. La quantità, lo spessore, l
65
1932
tramonti grondano sangue: presso la Stàffora, dall'opposto lato
66
1932
fra l'inverno e la primavera, irrompono, soverchiando le
67
1932
il piede, forse una, la piú lunga, arriva, sotterra
68
1932
di mezza estate, quando la luna trasforma le apparenze
69
1932
si fa cipresso e la magnolia si cangia in
70
1932
da bianchi araldi. Ma la quercia no: la quercia
71
1932
Ma la quercia no: la quercia è troppo isolata
72
1932
Resta dov'è, con la cupola palpitante di trilli
73
1932
vorrei sapere si rifugiarono sotto; quanti e quali
74
1932
quiete e riposo; e la cagione del disinganno, della
75
1932
che nel confronto con la grande quercia non sono
76
1932
non sono niente, quantunque la chiamino mia) ho cercato
77
1932
nessuna umana parola vale la freschezza d'una ghianda
78
1932
bisogno di conforto. ¶ Se la quercia mi perdonasse d
79
1932
loro stambugi. Contenta è la quercia – lo capisco solo
80
1932
d'averle in giro: la sua superbia d'albero
81
1932
inchiostro. Forse, chi sa? la sua mamma fa la
82
1932
la sua mamma fa la portinaia, in qualche casamento
83
1932
su: ¶ — Lei è proprio la signora della quercia? ¶ L
84
1932
dico di sí, e la lascio andare. Ella entra
85
1932
sereno, siamo dirette verso la Stàffora. Sappiamo benissimo che
86
1932
qualche pozzarella qua e . Non importa: è bello
87
1932
che sia proprio costei la cantatrice dinanzi alla quale
88
1932
canta piú. Ogni tanto la sua voce, sempre d
89
1932
ne serberà dolcezza tutta la vita. ¶ Ma, nei teatri
90
1932
ha offerto, in voto, la corona d'oro ricevuta
91
1932
chiederle, mentre camminiamo verso la Stàffora, all'ombra dei
92
1932
una porta, e gettata la chiave nell'acqua. ¶ Saper
93
1932
l'ha compiuto, con la spontaneità d'un fanciullo
94
1932
fedelissima di Giuditta Grisi, la grande cantante morta troppo
95
1932
che coprivan di fiori la prima donna e di
96
1932
in me: come se la diva, fosse ancor lí
97
1932
vita. ¶ Il citiso: – Anche la sua testa era divenuta
98
1932
borsa, gli occhi biancastri, la bocca sdentata. ¶ Il deodàra
99
1932
in barca, il chiasso, la vita facile e spendereccia
100
1932
muore; e sí che la porta della camera è
101
1932
parte della montagna divorano la stretta strada, facendo tremare
102
1932
lago, automobili della strada. La signora della villa è
103
1932
far tacere i grilli. ¶ La rosa rossa, sbocciata ieri
104
1932
camera: – Il rantolo cresce, la signora non conosce piú
105
1932
al minuto. Le ristorano la fronte con pezze diacce
106
1932
parola fu: «Ac-qua». La sillabò stamane: non era
107
1932
stamane: non era, no, la sua voce, che voi
108
1932
si sente solo noi. ¶ La rosa rossa: – Vedo il
109
1932
fianco, sussultare a tratti: la figlia che bagna pietosamente
110
1932
il nipote che accarezza la mano inerte, la moglie
111
1932
accarezza la mano inerte, la moglie del giardiniere che
112
1932
padrona: fra non molto la seguirà. Io assisto la
113
1932
la seguirà. Io assisto la moribonda col mio profumo
114
1932
Che faremo noi, quando la vecchia signora avrà cessato
115
1932
su verso l'avambraccio. La porta è rimasta aperta
116
1932
nell'ombra ancor chiara la rosa rossa s'affaccia
117
1932
súbito, lavare e vestire la salma. ¶ La rosa rossa
118
1932
e vestire la salma. ¶ La rosa rossa avverte del
119
1932
séguita a ciangottare contro la darsena, il battello a
120
1932
le stelle a palpitare, la luna a camminare. Nulla
121
1932
d'amore ha colto la rosa rossa vicina alla
122
1932
frenetici giri. Laggiú, lungo la riva opposta confusa alle
123
1932
giro anime inquiete: perché la vita continua. E s
124
1932
via via s'ingrandiva la chioma d'un mandorlo
125
1932
miracolo, sentivo in cuore la sofferenza delle felicità inaspettate
126
1932
non tanto da smarrir la visione del sogno, troppo
127
1932
primavera del mandorlo con la libera estate del bosco
128
1932
alba: dolcissimo legame fra la mia vita osservante e
129
1932
mia vita osservante e la mia vita dormente. ¶ Lasciata
130
1932
mia vita dormente. ¶ Lasciata la zona dei pioppi e
131
1932
poi riprendevo il cammino: la parola restava nel vuoto
132
1932
di betulle che costeggia la Stàffora, udii il respiro
133
1932
e sassi; e di continuò il cinguettío: poi
134
1932
o tre volte rifece la spola fra lui e
135
1932
e quel terriccio, ebbe la sicurezza che lí sotto
136
1932
nell'età matura, quando la solitudine è divenuta un
137
1932
a vivere in loro; la vita è appunto un
138
1932
di cinta m'appariva la strada maestra di Salice
139
1932
deserta. Qualche rara automobile la divorava in un lampo
140
1932
piú deserta di prima. La luce la teneva tutta
141
1932
di prima. La luce la teneva tutta in un
142
1932
ombra, quasi azzurra per la violenza del contrasto, ne
143
1932
abbagliante riverbero solare. Ma la fioritura dei rosai non
144
1932
dormire; ma per rivedere la muraglia sbrecciata del sogno
145
1932
erba. Avverte, io credo, la mia presenza: teme ch
146
1932
su tanti libri, ascoltato la parola di tanti maestri
147
1932
quale tutto ignoro fuorché la perfetta eleganza della forma
148
1932
della solitudine, alle quali la presenza di qualche animale
149
1932
Potenza della memoria! Rivedo la stanza terrena del palazzotto
150
1932
grigio di cenere, e la nonna con la cuffia
151
1932
e la nonna con la cuffia, immobile nella poltrona
152
1932
cera, dei baracconi. Di da una grande vetrata
153
1932
a due battenti, che la sera si chiudeva a
154
1932
cip. No, non qui: : nella portineria, dove la
155
1932
là: nella portineria, dove la nonna faceva la calza
156
1932
dove la nonna faceva la calza. Io gli sminuzzavo
157
1932
fantastiche, che lui capiva. La nonna non ci guardava
158
1932
entrambi in terra, dietro la porta di strada, socchiusa
159
1932
Io mi smarrii dietro la cantilena: amavo tanto le
160
1932
battente, per meglio ascoltare: la striscia di sole s
161
1932
sferruzzare. Ero sola con la mia grossa pena, col
162
1932
col cuore vuoto come la gabbia, ma pesante come
163
1932
nella donna, adesso, risveglia la bambina. ¶ LA TERRA ¶ Affondo
164
1932
adesso, risveglia la bambina. ¶ LA TERRA ¶ Affondo le mani
165
1932
risollevo ricolme di terra. La lascio ricadere: ne scavo
166
1932
Sulle palme ne ho la stessa sensazione che si
167
1932
sempre simile a questa, la terra che raccoglierei fra
168
1932
mani. ¶ Simile; ma non la stessa. ¶ Altrimenti, qual ragione
169
1932
tenue del colore atmosferico, la salute e il ritmo
170
1932
ritmo della bella città, la dolcezza del suo lago
171
1932
e delle sue colline, la cordialità della sua gente
172
1932
ritornare in Italia, riaffrontare la presenza delle persone troppo
173
1932
toccar con le mani la terra d'un campo
174
1932
al punto da togliermi la volontà di vivere, io
175
1932
vivere, io dovetti riprendere la strada del mio paese
176
1932
cielo è il medesimo. La terra, no: la terra
177
1932
medesimo. La terra, no: la terra, in ogni paese
178
1932
tutto il mondo; ma la nostra terra ci richiama
179
1932
tornare a premerla con la bocca, e a morirvi
180
1932
costume di rifugiarsi, per la notte, nei due impenetrabili
181
1932
bambú: a nord, presso la fontana: a sud, presso
182
1932
fronde, l'aria. ¶ Dove la ramaglia è piú rada
183
1932
uomo, non avrà mai la vita d'una trepida
184
1932
servirà stanotte a riparar la testina ripiegata nel sonno
185
1932
tanta fatica per morire. ¶ La magnolia che guarda il
186
1932
ingialliranno, si corromperanno, come la carne della vecchia signora
187
1932
tanta fatica per morire. ¶ La magnolia che guarda la
188
1932
La magnolia che guarda la montagna: – Io mi trovo
189
1932
disopra del cancello, vedo la gente che passa per
190
1932
gente che passa per la strada: si fermano dinanzi
191
1932
porta, si sarebbe detta la voce di una bambina
192
1932
che delizia! – E davvero la sua voce aveva dodici
193
1932
c'è caso che la donna si tenga un
194
1932
neppur degnato di levar la polvere dai platani, e
195
1932
piú d'un lampo. La Santa Villa San Fiorano
196
1932
spiazzo quasi deserto. Immediatamente, la purità dell'atmosfera, la
197
1932
la purità dell'atmosfera, la novità dei contorni mi
198
1932
di frecce rosse. Fra la distesa d'erba e
199
1932
lo spiazzo si snoda la strada. Di là dalla
200
1932
snoda la strada. Di dalla prateria e dal
201
1932
qui non si vede. La riva opposta s'eleva
202
1932
del crinale. Pallida pallida la casa, fra le due
203
1932
maestà. ¶ Mi volgo indietro. La strada non ha che
204
1932
a una chiesetta: leggo la scritta latina sull'alto
205
1932
nives». Fronteggia, di qui, la solitaria villa sulla collina
206
1932
rivestono le muraglie interne. La pacata serenità della sagoma
207
1932
furono i feudatàri. Cosí la cappella poco lungi, circa
208
1932
una musicalità che ha la rotonda limpidezza d'un
209
1932
d'un «adagio» classico. ¶ La chiesa discorre con la
210
1932
La chiesa discorre con la cappella: la villa alta
211
1932
discorre con la cappella: la villa alta con la
212
1932
la villa alta con la villa bassa: il boschetto
213
1932
bassa: il boschetto con la prateria: le poche case
214
1932
stride in quest'armonia. La stessa locanda, che fa
215
1932
col resto. ¶ Ma, per la cena frugale, non entriamo
216
1932
vite che ne seguono la curva. Si sale, invece
217
1932
Gli s'accompagna, vicinissima, la campana dell'Ave Maria
218
1932
muraglia al terrapieno, di da una siepe di
219
1932
Ma dunque? Ma quando? – La campana risponde: – Credimi, plàcati
220
1932
inconscio bisogno di soverchiarlo. ¶ La cena è finita. Sono
221
1932
un solo fanale presso la chiesa e dalla ghirlanda
222
1932
quattro contadini, seduti con la schiena al muro sul
223
1932
pipa. Dove sarà adesso la giovine donna dal viso
224
1932
alcune ore fa, presso la cappella, curava un branco
225
1932
Le oche salivano, dondolandosi, la scalinata verde: lei, intanto
226
1932
una di queste casucce, la donna del pizzo a
227
1932
aurora sulla chiesa e la cappella, sulla villa vestita
228
1932
vestita di caprifoglio e la misteriosa dimora lassú, inaccessibile
229
1932
i figlioli, i dispiaceri, la miseria. ¶ E io me
230
1932
a recitare in coro la filastrocca. ¶ STELLE ¶ Siamo sulla
231
1932
Vasta e quadrata è la terrazza, aperta per tre
232
1932
luce spettrale, spinge oltre la balaustra i rami di
233
1932
compagnia. Dolce e solenne, la compagnia d'un albero
234
1932
compagnia d'un albero. ¶ La terra si lagna sommessamente
235
1932
nei colloqui degli astri. La Via Lattea vi ondeggia
236
1932
una, guardate, è caduta , dietro il pino piú
237
1932
l'inganno delle distanze, la loro altezza pare vicina
238
1932
inabissarsi, che l'altra la segue. Tutto il cielo
239
1932
zaffiri a regolari distanze. La geometrica precisione del disegno
240
1932
precisione del disegno uguaglia la preziosità della materia. Questo
241
1932
quest'ombra. Non rinnego la mia umanità: la detergo
242
1932
rinnego la mia umanità: la detergo. Non offendo il
243
1932
i rapporti, piú facile la pazienza, piú sincera la
244
1932
la pazienza, piú sincera la pietà. ¶ Deve esistere, di
245
1932
d'alberi secolari, che la fede del popolo onorava
246
1932
da essi. Stanotte, intanto, la voglio trascorrere in veglia
247
1932
notti d'estate: con la Via Lattea chiara come
248
1932
rami piú alti; e la vita occulta di tutte
249
1932
e gli alberi trovano la parola per confidare all
250
1932
come inginocchiarsi e pregare. ¶ LA ROGGIA ¶ La roggia la
251
1932
e pregare. ¶ LA ROGGIA ¶ La roggia la trovo a
252
1932
LA ROGGIA ¶ La roggia la trovo a pochi passi
253
1932
lato del sentiero che la costeggia, una lunga fila
254
1932
spessa cortina verde: scomparsa la grazia e la fragranza
255
1932
scomparsa la grazia e la fragranza dei fiori, resta
256
1932
toccar l'acqua. Di dai muretti scorgo la
257
1932
là dai muretti scorgo la chioma robusta di qualche
258
1932
è disuguale, angusto, fra la ripa e la fila
259
1932
fra la ripa e la fila delle acacie. Terra
260
1932
terra scura: sassi: detriti. La ripa riflette nell'acqua
261
1932
rossi di ruggine, buttati dai fanciulli. Vi si
262
1932
essere interpretata. Se alcuno la guarda, finge di non
263
1932
posandosi, a intermittenze, qui, , su, giú. Quante! Regno
264
1932
è troppo lungo, per la misura dell'ali. Chi
265
1932
se non danzano anche la notte, silenziose cosí, cambiando
266
1932
non li ha che la luna? ¶ Ora il sole
267
1932
perché non ci riusciva. ¶ La corrente va e va
268
1932
suo segreto, che me la rende cosí cara. In
269
1932
fra tronco e tronco, la pianura intorno, e scambia
270
1932
a perdita d'occhio, la pianura è tutta granturco
271
1932
gelsi e granturco. ¶ Se la Provvidenza ci risparmia la
272
1932
la Provvidenza ci risparmia la grandine e tiene a
273
1932
voci sole ma con la pienezza d'un salmo
274
1932
pienezza d'un salmo. ¶ La mia terra. Non ne
275
1932
Non ne posseggo neppure la minuscola quantità che copro
276
1932
stesso. Non è bella, la mia terra: è piú
277
1932
di stupore, di gioia la somiglianza fra il mio
278
1932
modo d'essere e la sua immobilità solo apparente
279
1932
arterie, e di sé la dissetano, la nutrono, come
280
1932
di sé la dissetano, la nutrono, come il sangue
281
1932
leggerissimo rabesco azzurro, sotto la pelle. Ma i campi
282
1932
lo può dare che la roggia: poche spanne d
283
1932
impigriscono al sole; ma la sera, mutate in strumenti
284
1932
e quel bianco, sotto la grigia pesantezza dell'aria
285
1932
senza cercar di spiegarmene la ragione. M'appartenevano, come
286
1932
rimangono; e, piú in , per me non v
287
1932
chiari al nostro spirito, la disperazione equivale alla piú
288
1932
sellino, l'uomo e la sua donna; e c
289
1932
ch'esso intimidiva con la sua presenza, e dove
290
1932
di passaggio? Non bastava la sua apparizione? Il buon
291
1932
sicura di conservarne intatta la memoria, lo presi, lo
292
1932
due passi di qui. ¶ dentro c'è un
293
1932
pace, quando sarà giunta la sua ora di morire
294
1932
e pesante: di che? La gente che passa ha
295
1932
nel volto levato verso la luce, da pensare ch
296
1932
primavera: vado fin che la trovo: dici che la
297
1932
la trovo: dici che la troverò? E chi sa
298
1932
di muratori. Piú in, , catapecchie sventrate, ma non
299
1932
scomparire, mostra qua e magri ciuffi d'insalata
300
1932
baracche pei muratori, di caldaioni per il catrame
301
1932
della lontananza per piantarvi la propria fortuna, della ricchezza
302
1932
il vento m'irrita la pelle, mi dissecca la
303
1932
la pelle, mi dissecca la gola, solleva nembi di
304
1932
muro. Lo pregherò (riconosce la mia voce) di suonarmi
305
1932
sull'aure...». Mia madre la cantava sempre. Nel marzo
306
1932
che fiorivano in primavera. La finestra, sul cui davanzale
307
1932
li aiutano a continuare la strada. ¶ MAMMOLE ¶ Lo sapevo
308
1932
mammole: nella prateria dietro la casa, lungo i cigli
309
1932
i ciuffi dell'edera, la sua corona di mammole
310
1932
viva: che ha, con la mia, rispondenze misteriose. C
311
1932
gambo debole e corto, la testina che si piega
312
1932
stellano di celeste persino la ghiaia delle rèdole: goccioline
313
1932
in verità di veder la luce, e ancora diffidenti
314
1932
appare piú azzurro e la vita un dono, del
315
1932
d'insonnia, d'udire la stessa musica rombarmi negli
316
1932
della primavera: chinarni verso la zolla, lasciarmi riprendere dall
317
1932
ambizione. E ho considerato la mia esistenza a scopo
318
1932
per imparare a zappar la terra, a coltivare campo
319
1932
Un lampo illumina, dietro la vetrata del balcone, neri
320
1932
musicale ora s'aggiunge: la pioggia, che viene a
321
1932
e d'aria con la sua fresca violenza. ¶ L
322
1932
creatori di musica dopo la scoperta delle sette note
323
1932
d'ogni dolore. E la certezza di trovarmi ora
324
1932
levata all'aurora, spalancando la finestra: vigili custodi, che
325
1932
l'odore, il mormorio, la varietà delle frastagliate masse
326
1932
nebbia d'oro; e la navata s'illumina di
327
1932
candelabri che vi rifrangono la loro luce. Bello e
328
1932
sarebbe, qui, cantar vespro. La pioggia estiva, di breve
329
1932
non riesce a contenerla; la sento traboccare in me
330
1932
coppe di perdizione. Cessata la musica della pioggia, la
331
1932
la musica della pioggia, la continua, piú alta, piú
332
1932
sento di trovarmi sotto la protezione d'un essere
333
1932
a carpire all'humus la sua migliore vitalità per
334
1932
assaggio, in tal guisa, la terra nativa, dalla quale
335
1932
è accolti che dopo la morte, e in una
336
1932
ne assaporo il contatto, la succolenta sostanza, soggetta a
337
1932
D'INCANTESIMO ¶ INCONTRO CON LA LUNA ¶ S'era girata
338
1932
girata, nel pomeriggio, mezza la città-centro. Giunte al
339
1932
in quel mentre, vedemmo la luna; e ci parve
340
1932
rise Libellula. Rideva anche la sua giovine mamma, e
341
1932
mossa con cui scoteva la testa, c'era un
342
1932
accompagnarmi con essa lungo la via. Lasciando, per la
343
1932
la via. Lasciando, per la luna, Libellula e la
344
1932
la luna, Libellula e la sua mamma, mi sentivo
345
1932
fra luce e ombra, la luna nel cielo. La
346
1932
la luna nel cielo. La perdevo, ma solo a
347
1932
tratti, di vista, dietro la cimasa d'un palazzo
348
1932
lampade ad arco: ciascuno la ripeteva nella forma e
349
1932
mentre, nel loro confronto, la vedevo lontanissima, d'un
350
1932
bastioni sempre diritto, e la luna sempre davanti a
351
1932
di rossobragia. L'andirivieni, la ressa, il fracasso, la
352
1932
la ressa, il fracasso, la giostra incessante d'uomini
353
1932
d'abbandonar per sempre la città, quella sera agivano
354
1932
ignota. ¶ Tutto ciò, per la ragione che la placida
355
1932
per la ragione che la placida luna del plenilunio
356
1932
intanto: «È ben questa la medesima luna che naviga
357
1932
basiliche e dei conventi. La medesima che nell'isola
358
1932
incanto, segnando sul mare la via del paradiso: che
359
1932
nubi, fantasmi, forme irreali. La medesima, che sulle pianure
360
1932
reciso. In quel chiarore, la mia voce e quella
361
1932
dalle minacce del mondo: la nostra vita era tutta
362
1932
tutta lí». ¶ Come fedele, la luna! Sempre mi era
363
1932
volta m'era parsa la prima; e anche questa
364
1932
Case altissime mi nascosero la luna; e n'ebbi
365
1932
sul mio capo aveva la delicatissima sfumatura viola-argento
366
1932
pensai che a ritrovar la mia luna, viva, lucente
367
1932
Non s'esaurisce forse la vita nell'attesa, inconsapevole
368
1932
in me di caduco. La scoperta che avevo fatta
369
1932
il mio studio: di dai vetri scorgevo la
370
1932
là dai vetri scorgevo la neve scintillare sui tetti
371
1932
vibrare dell'aria esterna. ¶ La gatta Berilla scese dal
372
1932
piú mi colpiva era la sicurezza di quel fiorire
373
1932
che il suono e la parola per essere una
374
1932
il sole avrebbe lasciato la stanza ugualmente illuminata dal
375
1932
dei fiori, per tutta la vita. Le tendine della
376
1932
che ci rinfreschi con la sua carne nuova. ¶ Era
377
1932
brune di mammole sotto la neve che sta per
378
1932
finir piú? ¶ Ancora, dunque, la certezza d'una primavera
379
1932
cogliere, le strappi con la terra e tutto: cosa
380
1932
e tutto: cosa fresca, la terra, nelle mani. E
381
1932
spirituale, in modo assoluto. La gioia di quella fioritura
382
1932
ad una sedia – con la parte inferiore immersa in
383
1932
in una bacinella. Ma la sua altezza e il
384
1932
lí. Ma come per la sosta d'un viaggio
385
1932
L'è mort! ¶ Ma la piú vecchia delle vecchie
386
1932
piú vecchia delle vecchie la scoviamo stasera, io e
387
1932
per anacronismo. Buio come la notte dovrebbe essere quell
388
1932
lontananza di secoli; e la donna sprofondarvisi, fatta invisibile
389
1932
non ha piú corpo. ¶ La vecchierella è, invece, soddisfatta
390
1932
è, invece, soddisfatta che la lampada ci sia: – Qui
391
1932
filo da sbrogliare, io. La masseria, le bestie, andare
392
1932
gravidanza: che a momenti la creatura mi nasceva nel
393
1932
il tifo; l'altro, la guerra; l'altro, l
394
1932
le si sgretolano intorno. La testa di bimba sdentata
395
1932
a diciotto, a venti, la domenica, a ballare nelle
396
1932
sanno per istinto, che la morte va trattata cosí
397
1932
fra l'adolescenza e la giovinezza. In due stanze
398
1932
e mi ritornavano persino la notte, nel sonno, che
399
1932
come una cassa armonica. ¶ La somiglianza fra le vie
400
1932
che chiude, nelle Grazie, la visione della Danzatrice, ed
401
1932
sereno e raccolto è la via Ugo Foscolo: che
402
1932
dagli altri che per la lapide a sommo del
403
1932
destra di chi guarda. La nobile epigrafe commemorativa venne
404
1932
Epistolario): «A Pavia chiedi la casa Buonfico, Borgo Oleario
405
1932
Borgo Oleario: ed è la porta contigua a casa
406
1932
di Beauharnais, a tenervi la cattedra d'eloquenza, già
407
1932
cattedra d'eloquenza, già la casa apparteneva a privati
408
1932
piú nulla di visibile. La sua presenza invisibile, invece
409
1932
presenza invisibile, invece, io la sento in ogni parte
410
1932
azzurra; e s'egli la vedeva). Salí, cruccioso e
411
1932
far rivivere piú allegra la fiamma del mio caminetto
412
1932
caminetto, che correggerà forse la tristezza della nebbia tenebrosa
413
1932
tristezza della nebbia tenebrosa: la quale s'addensa sulle
414
1932
porzione di complimenti, secondo la ricetta accademica.» ¶ Ma il
415
1932
il tre dicembre arriva la notizia che il governo
416
1932
con piú impegno, massime la prolusione. Prima di abolirmi
417
1932
prolusione con gagliardo accanimento. La lettera del sedici dicembre
418
1932
all'ultima riga dà la misura dell'artista e
419
1932
per le scuole superiori. ¶ La prolusione – sull'origine e
420
1932
lezioni, poiché prevede che la cattedra, dopo quell'anno
421
1932
su Napoleone Imperatore, durante la conferenza inaugurale. Ma non
422
1932
Ortis: di circa due, la comparsa dei Sepolcri, che
423
1932
Sepolcri, che gli preparano la celebrità in tutto il
424
1932
e l'idillio con la contessina Francesca Giovio, il
425
1932
poeta non distoglie mai la mente dall'idea di
426
1932
prendendo respiro e forma la divina armonia delle Grazie
427
1932
Teme d'avere perduto la freschezza dell'estro, l
428
1932
di aver quasi toccata la mèta della fredda meditazione
429
1932
L'elettricità, l'anima, la forza d'inerzia, il
430
1932
anni; e già sente la propria gioventú come un
431
1932
Parte da Pavia verso la metà di quel giugno
432
1932
Milano: poi, qua e , reggendo coi denti una
433
1932
collo, un piattello per la questua in mano, gli
434
1932
non lo sia veramente. La rendono piú vasta le
435
1932
intorno tutte basse e la facciata di Santa Maria
436
1932
uno dei lati, con la maestà della sua mole
437
1932
della sua mole e la sanguigna intensità del suo
438
1932
lombarda con anima lombarda. La parola che dice io
439
1932
parola che dice io la sapevo già, prima di
440
1932
trascolorano alla luce. ¶ Ora la solitudine è rotta, ma
441
1932
descriverla. Non credo che la vera bellezza si possa
442
1932
di dover portare tutta la vita un segno diverso
443
1932
comprende come il fratello la porti in gloria; le
444
1932
mani di lui, sotto la gola: l'euritmia del
445
1932
del fratello, soverchiandolo con la persona e la volontà
446
1932
con la persona e la volontà. Ma dove andrà
447
1932
legge. In che avventure la travolgerà il suo magnetismo
448
1932
della chiesa, che condanna la vanità del corpo per
449
1932
andati, e con essi la bambina, balzata d'impeto
450
1932
giú per una viuzza. La sua luce bionda qui
451
1932
è giusto che sia, la facciata della chiesa domina
452
1932
capitati tre suonatori ambulanti. ¶ La via nuda, senza botteghe
453
1932
liti di gelosia, specie la notte alla Côrtassa, ne
454
1932
trovano, un soldino, per la ciotola che uno dei
455
1932
come a dire, e la crucciosa piega delle labbra
456
1932
e quasi nano, suona la fisarmonica: l'altro, d
457
1932
e non so chi la tenga dal pigliarsi uno
458
1932
un pazzo amore per la sua città, che per
459
1932
per farmela meglio ammirare la percorrerebbe danzando sulle sue
460
1932
quando i suonatori lasciano la Côrtassa, non ci vergogniamo
461
1932
secondo il loro capriccio. ¶ La luce speciale di certi
462
1932
speciale di certi angoli, la loro nascosta bellezza, il
463
1932
orchestra stradaiola, di zingari. La sete ce la leviamo
464
1932
zingari. La sete ce la leviamo alle fontanine pubbliche
465
1932
alle fontanine pubbliche, premendo la bocca alla cannella e
466
1932
al mondo, o è la terra che li caccia
467
1932
suggestione del gioco, che la riscalda e l'inebria
468
1932
spirato: lo annunzia con la solennità d'un'antica
469
1932
affermazione. ¶ Che è mai la morte, per lei, per
470
1932
per il camerata che la finge, per gli altri
471
1932
noi grandi pensiamo sia la morte. Ecco la plorante
472
1932
sia la morte. Ecco la plorante prendere il corpo
473
1932
terreno, poco piú in , che dovrebbe essere, senza
474
1932
dovrebbe essere, senza cerimonie, la fossa: con corteo di
475
1932
si spacchi sul serio la testa, sui ciottoli. Intanto
476
1932
aria; e stride, con la piú acuta voce che
477
1932
li riguarda. Sulla morte, la vera, che scaraventa al
478
1932
scaraventa al mondo di , quanto piú invecchiano tanto
479
1932
meno fissano il pensiero. La morte è cosa da
480
1932
alla fanciulletta ch'è la capa del gruppo quel
481
1932
diversa, e piú cordiale, la loro ombra da quella
482
1932
archetti in mattone. Di dal recinto, ma in
483
1932
ricchissima di torri. Tale la rappresenta un antico affresco
484
1932
di potenza. Piú temuta la casa patrizia che si
485
1932
patrizia che si costruiva la torre piú alta. Era
486
1932
quali colloqui avvengono fra la diroccata chiesetta della Mostiòla
487
1932
l'Angelus del mattino, la sosta del mezzodí, l
488
1932
benefico appunto per questo. La loro solitudine è assoluta
489
1932
parte della città, verso la periferia. Sono la mia
490
1932
verso la periferia. Sono la mia passione: proprio le
491
1932
son troppo aguzze; e la città è piú campagna
492
1932
di torre mi giunga la voce d'una fata
493
1932
d'una fata con la parola d'ordine per
494
1932
il nome dei Borromeo: la muraglia che fa da
495
1932
principesco: il portone che la sigilla imprime anche allo
496
1932
a sud: grigio-calce la muraglia: piú lucenti, quasi
497
1932
pietre rettangolari che compongono la cornice e l'architrave
498
1932
fila di platani, lungo la strada-alzaia che costeggia
499
1932
Altri barconi attendono, presso la ripa: seduti sugli orli
500
1932
una rete: forse conoscono la felicità. ¶ Oltrepassata l'ultima