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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «La»

nautoretestoannoconcordanza
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occhi e rimase immobile: la testa rilassata, appoggiata alla
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può mica dire...» fece la perpetua inflessibile, trafficando ai
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mise le mani dietro la schiena e prese ad
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cruccio. In quel momento la voce della perpetua interruppe
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di scatto, facendo turbinare la sottana. «Be’, dove volete
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per far due ciarle.» ¶ La perpetua tornò ai fornelli
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insomma, l’americano con la voce fessa, si ritrova
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no? Perché a sentire la Gioconda Pescetto, la vicina
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sentire la Gioconda Pescetto, la vicina di casa, che
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che poi sarebbe anche la presidentessa delle Dame di
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Be’, sia come sia, la Pescetto, dicevo, dice che
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figliolo della Battistina. Ha la motoretta. Oggi è andato
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benedisse i giovanotti con la motoretta che passavano la
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la motoretta che passavano la domenica pomeriggio scarpinando nei
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figlio della Battistina per la sua assenza ai vespri
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funghi?» ¶ «Ah! E... quindi?» la interrogò ansioso l’arciprete
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l’arciprete, pregustando già la risposta. ¶ La perpetua abbassò
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pregustando già la risposta. ¶ La perpetua abbassò la voce
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risposta. ¶ La perpetua abbassò la voce come se stesse
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di capitale importanza e la cucina fosse piena di
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sano, no?» ¶ «Ma Bertina!» la rimproverò monsignore. Tuttavia si
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convinto del suo rimbrotto. ¶ La donna agitò il cucchiaio
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secca risposta. ¶ Sia fatta la volontà del Signore: se
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dopocena gli avrebbe sgomberato la coscienza da ogni dubbio
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sarebbe tornato su durante la notte, quando caso mai
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idea di aver indossato la divisa, perché adesso, non
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piovere a dirotto se la sarebbe presa tutta visto
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ciascuno avesse dovuto digerire la realtà e comprendere appieno
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era avvicinato per impartire la benedizione. Infine il cadavere
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in abito nero, con la camicia bianca e la
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la camicia bianca e la cravatta nera, il volto
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disparte, immobile, a fissare la scena a occhi sbarrati
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lucidi di pioggia. Tutta la piazza scintillava di luci
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incrociò le mani dietro la schiena, eresse il busto
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simili per niente. ¶ Passata la concitazione del momento, Galanti
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aveva ritenuto indispensabile proprio la sua presenza? ¶ Dopotutto fino
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impressione che aveva avuto la mattina, appena letto il
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biglietto d’invito. E la prima impressione, si sa
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chiarire che rendesse opportuna la presenza della Benemerita. ¶ Sì
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proprio quel giorno? ¶ Semplice. La risposta l’aveva data
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il commendatore stesso: perché la fine si avvicinava e
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collo. Bella e giovane la moglie, ma matta come
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cappello? ¶ Ecco. Secondo lui la storia del matrimonio era
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quasi tutti, se lui la domenica sera si fumava
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Chissà cosa aveva combinato la Sampdoria? ¶ Presero a cadere
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i militari potevano indossare la mantella in caso di
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caso di pioggia battente. ¶ La sentiva ancora la voce
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battente. ¶ La sentiva ancora la voce del suo colonnello
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un attimo. Dunque: lei, la Pescetto, il cavalier Damonte
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commendator Storace pencolava tra la vita e la morte
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tra la vita e la morte, altro che organizzare
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e soprabito. Aveva osservato la gente che entrava e
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dei negozi chiusi, visitato la basilica dell’Assunta e
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ombrelli aperti aveva attirato la sua attenzione: doveva esserci
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e i marinai con la voce si ingegnavano a
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voci. Vede quello con la mano davanti alla bocca
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davanti alla bocca? È la chitarra. Poi c’è
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contralto, che noi chiamiamo la bagascetta perché canta in
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buttato fuori perché, nonostante la voce, era impensabile che
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Ci furono le presentazioni: la signora Gioconda Pescetto, la
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la signora Gioconda Pescetto, la signorina Ersilia Pittaluga, il
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dell’attenzione poiché rappresentava la novità assoluta in quell
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degli aperitivi, facendo frusciare la sottana. Era un uomo
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e braccia conserte con la schiena alla stufa e
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accento.» ¶ «Ho sempre frequentato la comunità italiana e...» ¶ «Sicuro
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mestiere di frequente, sapete.» ¶ La prossima domanda sarebbe stata
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Ecco. Ci aveva pensato la signora Pescetto. La sua
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pensato la signora Pescetto. La sua voce gli giungeva
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e srotolava senza sosta la collana di perle attorno
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sposato.» ¶ Sapeva bene che la risposta non era soddisfacente
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a ulteriori approfondimenti, quali la domanda se avesse una
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tardi, una volta instaurata la necessaria confidenza. Per il
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poteva anche bastare. ¶ Fu la vecchia insegnante di matematica
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vecchia insegnante di matematica, la signorina Pittaluga, ad aggiungere
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vestita di nero. Girava la testa ora a sinistra
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una gallina che becchetti. La dentiera, troppo grande, a
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non ho ancora trovato la mia strada, ce ne
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sulle posate d’argento. La tovaglia era così candida
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a quel punto che la porta si aprì e
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biancovestita spinse nella stanza la poltrona a rotelle, sulla
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commendatore. ¶ L’infermiera arrestò la carrozzina al centro della
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che cerchi di individuare la preda. ¶ «Scusate se non
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riunione plenaria: c’è la famiglia, rappresentata dal mio
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monsignor Malacalza, che nonostante la mia riluttanza, da tempo
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testamentario.» ¶ Il cavaliere chinò la testa, con aria compiaciuta
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modo o nell’altro la mia casa.» ¶ Le due
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punto tentò di voltare la testa all’indietro, dove
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vi riuscì. Allora alzò la mano e mosse un
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volgere lo sguardo verso la donna. ¶ «L’unica che
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è proprio lei, perciò la pregherei di uscire per
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uscire per un po’. La manderò a chiamare quando
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monsignor Malacalza, detesto cantare la mezza messa, cioè andarmene
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ed Ersilia Pittaluga aprirono la bocca per replicare, ma
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Jole sussultò e voltò la testa di lato, di
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adesso, né di negare la verità. D’altronde devo
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cui mi assumo interamente la responsabilità. Non ho mai
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bolsi, e a me la gente grassa e bolsa
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non piace. Inoltre hai la faccia intelligente, per la
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la faccia intelligente, per la verità più di quanto
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e se hai anche la sua forza di volontà
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un po’ a fissare la fiamma come se quel
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interruppe il giovane con la sua voce infantile. ¶ Il
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perdere.» ¶ «Ma io non la biasimo affatto. Anzi, fino
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e mettermi a posto la coscienza, o, peggio, per
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qui, è stata piuttosto la promessa di rivelarmi qualcosa
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un cenno nervoso con la mano, come a scacciare
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di qualche comparsa... per la scena finale.» ¶ Gli puntò
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Il commendator Storace allungò la mano e premette un
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campanello. ¶ Poco dopo apparve la donna che gli aveva
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che gli aveva aperto la porta. ¶ «Jole, accompagni questo
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quel che gli occorre.» ¶ La donna diede una rapida
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fare a meno... ¶ Nick la seguì attraverso una porticina
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o forse un fantasma. ¶ La sua camera si trovava
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ammezzato superiore, proprio sopra la biblioteca. Aveva il soffitto
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Un gran bel posto. ¶ La voce della domestica lo
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è accanto al letto. La cena è alle sette
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E uscì senza aspettare la risposta. ¶ Capitolo 6 ¶ Questa era
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Storace. ¶ Glielo aveva consegnato la perpetua con aria di
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in persona. Tuttavia, poiché la busta non era sigillata
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il Padreterno gli concedeva la forza voleva dire che
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ci andava una volta la settimana, il mercoledì sera
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verso l’ingresso, dove la perpetua lo aspettava al
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scoccò un’occhiata con la quale avrebbe potuto incenerire
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potuto incenerire un albero. ¶ La risposta la formulò nella
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un albero. ¶ La risposta la formulò nella sua testa
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doveva scendere a celebrare la messa delle otto, alle
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alle undici c’era la messa grande. ¶ E così
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i pantaloni ma non la camicia, e le bretelle
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nel naso. ¶ Doveva essere la vicina. ¶ Invece la porta
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essere la vicina. ¶ Invece la porta si aprì e
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specchio a lente. ¶ «Era la domestica del commendator Storace
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padrone”, ha detto.» ¶ Eh, la miseria! Neppure la domenica
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Eh, la miseria! Neppure la domenica mattina si riusciva
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un biglietto. ¶ Sospirò, aprì la busta e lesse. ¶ E
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alla radio ad ascoltare la partita raccontata da Nicolò
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per un po’ tra la vita e la morte
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tra la vita e la morte... ¶ Alzò le spalle
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vien fuori tutto storto!» ¶ La moglie capì subito che
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capì subito che aveva la luna di traverso. Sospirò
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e mise sul fuoco la caffettiera. ¶ Del resto quel
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sul pianerottolo della morte la metteva in agitazione: se
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doveva morire, morisse e la facesse finita lì, tanto
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d’accordo, ma con la voce debole del commendatore
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due passi, figurarsi dietro la porta chiusa della biblioteca
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indietro, tanto valeva affrontarlo. ¶ La questione era che il
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di andarmene avendo cantato la mezza messa, ecco. Su
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attinenza con quella faccenda ? Era un’idea. Non
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nessuno, nemmeno consigliarsi con la perpetua. E adesso un
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ancora morire! Non ho la barca in porto, caro
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in porto, caro lei, la mia barca per il
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con un braccio dietro la schiena. Ma neppure la
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la schiena. Ma neppure la disciplina delle orazioni allentò
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lo avrebbe rallegrato come la messa in Albis il
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danno agli ammalati. ¶ E la perpetua lo capì subito
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lei il monsignore non la dava mica a bere
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sentiva ancora completamente imbambolato, la testa pesante e il
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letto sfatto. Nick provò la voce e gli ritornò
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dove, nonostante l’ora, la gente andava e veniva
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fare cola-zione.» ¶ Prese la valigia, la chiuse a
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zione.» ¶ Prese la valigia, la chiuse a chiave e
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chiuse a chiave e la portò con sé, non
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gli altoparlanti avrebbero dato la sveglia a tutto il
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istruzioni di sbarco, e la confusione sarebbe aumentata. Si
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calma, osservò a lungo la gente eccitata che si
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murata: faceva freddo e la costa appariva ancora lontana
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fosse altro da vedere, la città gli apparve all
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l’entrata del porto. ¶ La velocità era diminuita. Ora
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e puntò veloce verso la nave. ¶ A poppa l
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ribollire di spuma bianca. La nave, vibrando dalla chiglia
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di corda srotolata lungo la murata. ¶ Due rimorchiatori neri
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ritrovò in coda, con la valigia in mano, sospinto
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per andare a Sestri?» ¶ La donna dal buio della
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taxi vada per di , in via Gramsci, e
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inondata dal sole. Oltre la strada, dall’aspetto caotico
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neppure di uno sguardo. ¶ La via risuonava di una
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uno di terza, serbando la differenza, con la quale
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serbando la differenza, con la quale se le cose
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bella piazza alberata, dove la gente andava e veniva
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è subito lì.» ¶ Attraversò la piazza, svoltò a sinistra
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era un’unica porta, la targa di ottone lucidata
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LISANDRO STORACE. ¶ Quando tirò la catenella dal pesante pendaglio
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risuonasse in una caverna. ¶ La donna alta dall’aspetto
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aspetto severo che aprì la porta dimostrava una sessantina
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stazzonato di taglio americano, la cravatta mal annodata e
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devo dire?» ¶ «Nicolò Storace.» ¶ La donna questa volta addirittura
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soffitto altissimo e dipinto. La sua immagine riflessa nella
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appariva incongrua e bizzarra. ¶ La fantesca tornò in fretta
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più vasta ancora, poi la donna lo fece entrare
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una bella fiamma e la stanza era decisamente surriscaldata
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nessuno. ¶ «Avanti giovanotto, avanti.» ¶ La voce gracchiante lo fece
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le fiamme del camino. ¶ La mano si mosse, si
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mosse, si tese, Nick la strinse e gli parve
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aprendo il più possibile la cassa toracica. Si mise
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l’umido del ponte, la sera della partenza, tre
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dalla murata avevano acuito la consapevolezza del suo viaggio
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padre che ricordava appena, la madre anch’essa scomparsa
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al più presto fosse la cosa giusta da fare
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dei rimorchiatori. Di colpo, la banchina si era allontanata
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allontanata di alcuni metri. La nave, trainata, aveva preso
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rada. Nick aveva visto la lancia del pilota del
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a prua, sfrecciare sotto la murata. ¶ I rimorchiatori avevano
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I rimorchiatori avevano mollato la gomena di traino e
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cominciavano a girare, spingendo la nave verso il mare
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si erano mosse e la costa si era allontanata
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e intermittente del faro, la statua della libertà, ma
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ne aveva intravisto solo la sagoma nera e immensa
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che si allargava dietro la poppa. ¶ Era rimasto a
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saloni illuminati a festeggiare la partenza. Lui si era
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addormentato di colpo, mentre la musica dell’orchestra, insieme
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ronfava nella cuccetta accanto, la realtà gli appariva meno
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a perdere il lustro, la ragionevolezza, spalancandogli nell’ossessione
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gli occhi gli bruciavano, la gola gli faceva male
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senza far rumore, aprì la valigia e ne estrasse
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estrasse il foglio. Accese la lampadina da notte, bluastra
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volte con attenzione, aggrottando la fronte. ¶ Eppure c’era
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incrociando le braccia dietro la testa. Restò così, immobile
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e lui vi apponeva la firma. ¶ Dopodiché il dottore
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una stanza rettangolare con la finestra che affacciava sul
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ammezzato, dove si trovava la grande stanza da bagno
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indifferenza che le infondeva la consuetudine alla morte e
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consuetudine alla morte e la preservava dai sentimentalismi. ¶ Il
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Eppure...» Il medico prese la borsa con un gesto
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malato. Il medico attraversò la stanza e aprì la
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la stanza e aprì la porta che immetteva nel
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spogliatoio ormai è diventato la camera di consiglio del
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dottor Cabella e sorrise. ¶ La voce del commendatore riprese
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pollo...» ¶ Il commendatore sputò la cannula dell’ossigeno. «Brodo
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sistemargli i cuscini dietro la schiena. ¶ «Eccola qua che
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manipolandomi come un bebè...» ¶ La donna fece finta di
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gli ficcò di nuovo la cannula tra le labbra
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lei cosa piacerebbe?» ¶ Con la cannula in bocca il
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a sua volta, scosse la testa e uscì. ¶ L
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determinazione, ma il malato la precedette. Sputò di nuovo
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precedette. Sputò di nuovo la cannula e protese il
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l’umore e magari la riscalda anche un po
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di nuovo in bocca la cannula dell’ossigeno e
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voi donne sarete anche la costola di Adamo, ma
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n’era accorta anche la perpetua quando, una volta
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compulsive visite ai casinò la sua parte di eredità
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era stata quella faccenda , della quale lui non
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il polso e scosse la testa. Poi accennò alla
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porta dello spogliatoio, dove la notte era solita sonnecchiare
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io mi ritiro di , se succede qualcosa lei
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da una tovaglietta candida. La fantesca lo aveva preparato
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al rituale, quindi indossò la cotta e la stola
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indossò la cotta e la stola penitenziale, si avvicinò
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clinico e decise, secondo la prassi, di tagliare le
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unzione sulla fronte, pronunciando la formula breve. «Per istam
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di sputo violento e la cannula dell’ossigeno venne
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spruzzo di saliva centrò la cotta del sacerdote, proprio
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Il moribondo sussultò, aprì la bocca, spalancò le palpebre
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indietro, si nascose dietro la sottana del prete e
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paura!» ¶ In un attimo la porta dello spogliatoio si
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e l’infermiera attraversò la stanza al volo, facendo
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a poco a poco la loro fissità, il velo
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mossero, sino a incontrare la sagoma del prete. Dal
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raschiamento di corde: era la sua voce. ¶ «Ah! L
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rendersi utile: vada di e mi porti un
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un dito di cognac.» ¶ La donna lanciò un’occhiata
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senza parlare, si tolse la stola, si sfilò la
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la stola, si sfilò la cotta e le gettò
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tosse. «Suvvia reverendo, non la faccia tanto lunga, lei
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Retour d’Egypte e la spostò davanti allo scrittoio
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avanti né indietro, aprì la ribalta, si dispose nella
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commissione anche per lui.» ¶ La voce sembrava un alito
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ho paura che stavolta...» ¶ La signorina Pittaluga aveva sospirato
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copriva quasi per intero la parete lunga del salone
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parete lunga del salone. «La mania che ha per
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gli pare», aveva concluso la Pittaluga, riprendendo a sgranare
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stato Damonte a prendere la parola, con l’aria
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aria di voler riportare la conversazione su un piano
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si era interrotto mordendosi la lingua, a disagio: aveva
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Da quando?» aveva insistito la Pescetto con piglio sadico
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tagliato corto Damonte, scantonando la trappola. ¶ «Eh, sì», si
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scarafaggi, se devo dire la verità, mi fanno proprio
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di tarme, e dare la caccia alle farfallette dalla
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è capitata quella faccenda ... si è messo a
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quasi come un recluso», la Pescetto aveva prontamente riannodato
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lei d’altronde, cara la mia Gioconda!» aveva sparato
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Gioconda!» aveva sparato lì la signorina Pittaluga, a mo
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lo sguardo e sibilare la dentiera. ¶ «Fatto sta che
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parlare, di quella faccenda ...» ¶ «Diventa intrattabile, sgarbato!» ¶ «Cattivo
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È che quella faccenda lo ha sempre fatto
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sembrava proprio di avere la risposta giusta. «Eh, cosa
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cosa volete farci? È la questione del contrabbasso!» ¶ «Del
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modesto e aveva abbassato la voce. «Boh! Pare che
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classe, situata appena sopra la linea di galleggiamento. Il
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le lamiere dello scafo. ¶ La branda conteneva a malapena
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ballatoio, tintinnò con discrezione. ¶ La fantesca riemerse subito dalla
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si avviò svelta verso la porta e, asciugandosi le
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diresse senza indugio verso la porta socchiusa, in fondo
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ha bisogno di domandare la strada. ¶ D’altronde era
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strada. ¶ D’altronde era la terza volta in trentasette
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a dipartire. ¶ Non che la cosa lo spazientisse più
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gran trambusto una volta la settimana e poi, al
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monsignore aveva dovuto interrompere la trattativa in corso per
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trattativa in corso per la fornitura dei ceri d
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parrocchia, e precipitarsi lì. ¶ La volta precedente invece era
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guadagnato una bella polmonite. ¶ La volta prima ancora era
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era di domenica, dopo la messa grande. Aveva dovuto
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atto di contrizione per la sua umana insofferenza verso
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da centro, si tolse la berretta col fiocco e
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berretta col fiocco e la posò distrattamente sul piano
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volse a mezzo verso la fantesca. ¶ «Allora Jole... stavolta
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Jole... stavolta ci siamo?» ¶ La donna allargò le braccia
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della stazione», ammiccò verso la porta socchiusa, «che a
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medicina che tenga, cara la mia Jole, niente di
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sacrestia!» ¶ Subito sentì rimordere la coscienza per il cattivo
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undici. Stava leggendo, di nella sala dei libri
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sere gli ho portato la camomilla. A un certo
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dormiva nello spogliatoio di , quello di fianco alla
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anche adesso è di . A sentir lui da
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Bisogna tenere sempre accesa la lanterna, perché non si
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lasciando teatralmente in sospeso la conclusione della parabola. ¶ «Appunto
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convenne il reverendo scrollando la testa. ¶ «Sì, il cuore
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filosoficamente il sacerdote, «è la legge del contrappasso, come
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come diceva l’Alighieri.» ¶ La fantesca inarcò le sopracciglia
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compiere il nostro dovere.» ¶ La fantesca riprese il catino
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e impettita, poi spinse la porta e gli cedette
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astuccio e fece scattare la serratura della borsa. Poi
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sui presenti. ¶ C’era la signora Pescetto, Gioconda Pescetto
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conosceva bene perché era la presidentessa delle Dame di
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di san Vincenzo. Aveva la fronte aggrottata come se
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e srotolava senza sosta la collana di perle attorno
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senza perdere di vista la figura stesa sul letto
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e lo salutò con la mano, come a voler
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salvietta a frange che la Jole prontamente gli sottrasse
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lo aiutò a infilarsi la giacca. ¶ Il medico agguantò
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giacca. ¶ Il medico agguantò la borsa, prese il cappello
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be’, arrivederci.» E infilò la porta con decisione. ¶ «Se
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il commendatore vuole confessarsi.» ¶ La signora Pescetto fissò il
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dai suoi pensieri, afferrò la borsetta e si diresse
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e si diresse verso la porta. ¶ La signorina Pittaluga
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diresse verso la porta. ¶ La signorina Pittaluga si alzò
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tasca della giacchetta e la seguì, lanciando un’ultima
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ficcandosi sotto il braccio la cartella di cuoio consunto
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a destra e imboccare la contrada della Paglia, verso
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sicuro lo aspettava dietro la porta, coi bigodini in
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tempo per sé. Attraversò la piazza barcollando, passò accanto
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deiezioni dei colombi. ¶ «Oh , là, là, là... po
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dei colombi. ¶ «Oh là, , là, là... po, po
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colombi. ¶ «Oh là, là, , là... po, po, po
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Oh là, là, là, ... po, po, po, po
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espressione astuta e inghiottì la saliva, facendo andare su
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uno che aveva fatto la guerra, nel 1957 non potesse
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mimò una riverenza storcendo la bocca in una smorfia
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a raccattar cicche per la strada. Continuava a ripetergli
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finire a terra. ¶ «Oh , là, là, là... po
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a terra. ¶ «Oh là, , là, là... po, po
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terra. ¶ «Oh là, là, , là... po, po, po
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Oh là, là, là, ... po, po, po, po
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un buco, nell’altra la busta delle cartine c
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di qua e di e non voleva saperne
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di venir fuori, manco la tasca fosse stata grande
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fosse stata grande quanto la stiva d’un barco
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fianco. ¶ Il Nizza aguzzò la vista. ¶ Quattro finestre al
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esagerato per davvero, perché la luce andava e veniva
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e cercò di fermare la danza dell’immagine. Niente
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reggeva il capo con la mano correndo a piccoli
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pesantemente sulla panchina. ¶ «Oh , là, là, là... po
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sulla panchina. ¶ «Oh là, , là, là... po, po
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panchina. ¶ «Oh là, là, , là... po, po, po
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Oh là, là, là, ... po, po, po, po
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portone, il maresciallo bloccò la figura rinsecchita che correva
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rinsecchita che correva e la riportò indietro tenendola per
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tenendola per un braccio. La costrinse a sedere su
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su una panchina, poi la fece sdraiare, tirò fuori
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al bagliore dell’incendio. La figura si issò sul
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gli occhi e spalancò la bocca per gridare, ma
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alcun suono. ¶ Troppo tardi. ¶ La prima figura spiccò il
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Poi tutto si confuse, la scena divenne frenetica, si
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gli si incrociavano e la vista si appannava. ¶ Aveva
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lato, sulla panchina. ¶ «Oh , là, là, là... po
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sulla panchina. ¶ «Oh là, , là, là... po, po
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panchina. ¶ «Oh là, là, , là... po, po, po
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Oh là, là, là, ... po, po, po, po
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come se avesse passato la notte nella ghiacciaia del
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succedendo qua?» chiese con la voce impastata. ¶ «Un incendio
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incendio. Un brutto incendio, , al primo piano. Aveste
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finestra, forse per salvarsi la vita. Ma... dev’essere
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tragedia mai vista sotto la cappa di Cristo, da
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e si avviò verso la contrada della Paglia. ¶ Attraversando
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giornata perfetta per morire. ¶ La fantesca, una donna imponente
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far rumore. Poco dopo, la campanella accanto alla porta
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otto, quando aveva finito la colazione e se ne
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stata Jole a prendere la telefonata e a chiamarlo
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sceso di corsa, infilandosi la vestaglia sul pigiama, aveva
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po’ di quella faccenda che le interessa». ¶ Nicolò
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sa, che quello inviti la gente a casa sua
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accuratamente una federa e la depose in cima alla
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che quel quadrone di , nell’ingresso, prenderà il
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buia e cocciuta, incassò la testa tra le spalle
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Io sento che scoprire la verità è fondamentale. Importantissimo
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indirizzo qualunque? Ha lasciato la città oppure è ancora
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di vetro e trovarci la risposta?» ¶ «No», rispose Nicolò
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come se ci trovasse la risposta ai suoi dubbi
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le spalle e scosse la testa. «Va a sapere
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ore.» ¶ «Eppure...» Nicolò aggrottò la fronte nello sforzo di
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da sapere, così poi la pianterà lì di fare
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fare più versi che la scimmia per scoprire quel
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stupidaggini. Ma visto che la mosca al naso tanto
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proprio io che so la verità, prima che le
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mi racconti subito tutto!» ¶ La fantesca, imperturbabile, prese sulle
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imperturbabile, prese sulle braccia la pila di biancheria stirata
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ammezzato inferiore, dov’era la stanza degli armadi. ¶ Nicolò
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stanza degli armadi. ¶ Nicolò la seguì tutto eccitato, come
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devo andare a far la spesa, e alle dieci
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col cavalier Damonte per la successione. Poi va a
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a scendere con cautela la scaletta ripida e tortuosa
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scalino. «Come sarebbe stasera?» ¶ La figura di Jole scompariva
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le spalle e vide la crocchia di Jole sparire
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il cavaliere aveva varcato la soglia di casa, il
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quello spazio e vendere la casa, il che a
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tavola, dove lei aveva la sua poltrona e un
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svelti, tutto impettito, con la voluminosa borsa di cuoio
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cuoio sotto il braccio. ¶ La stanza era fredda, il
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vi era entrato per la prima volta il giorno
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mezz’aria. ¶ Damonte chiuse la porta, tolse il soprabito
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e accese qualche lampada. La stanza assunse subito un
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cifre e raccomandazioni con la sua voce chiara ma
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quadri destinati alla basilica, la settimana seguente mi occuperò
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degli arazzi...» ¶ Nicolò per la prima volta sembrò incuriosito
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volta sembrò incuriosito. Indicò la vetrina stipata di vasi
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non ha ancora visto la collezione di vasi del
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del commendatore?» ¶ Nicolò scrollò la testa. «No, non ne
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mi riprometto di visitare la casa ma poi me
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c’erano quattro porte: la prima si apriva sul
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sul salone d’ingresso, la seconda sull’andito delle
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scale che comunicava con la stanza da letto dello
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letto dello zio e la biblioteca, la terza immetteva
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zio e la biblioteca, la terza immetteva nella biblioteca
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zio ci aveva sistemato la sua collezione di vasi
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spiraglio inaspettato. ¶ «Comunque», riprese la donna, «penso che il
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carattere. Il carattere e la differenza d’età. Così
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piccola ringhiera verde. «Era la Jole che usciva, insieme
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quando c’è stata la lite e, naturalmente, si
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scendendo deve aver incontrato la Jole che usciva. Più
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A un certo punto la Jole è tornata, e
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l’ho più rivista.» La signora Pescetto provò nuovamente
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quadro. «Ricordo che aveva la sua bella pelliccia di
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più parlato, come se la signora Gilda non fosse
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Lisandro dopo quel fatto?» ¶ La donna sospirò e si
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sospirò e si ravviò la permanente con un gesto
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di cui ha riempito la casa. Sembrava che quel
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e arrossati. ¶ Gioconda chiuse la porta, tornò in salotto
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tornò in salotto, aprì la finestra con un gesto
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di poca salute con la voce da chierichetto, che
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che arrossisce nel vedere la sua ombra, che si
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ficcanasare, si capisce. E la Ersilia cosa gli aveva
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ragazzo era bene che la piantasse di andare in
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tonalità e timbro che la gente di Sestri decifrava
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si fermasse, come se la città restasse sospesa, incantata
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gamelle e pagnotte: incurvando la schiena le riparavano dal
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suonare, monsignor Malacalza posò la cornetta sulla forcella, si
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e prese a percorrere la stanza a grandi passi
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una belva in gabbia: la fronte corrugata, le mani
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corrugata, le mani dietro la schiena e un nervoso
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prelatizia, che faceva strapiombare la talare nascondendogli alla vista
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talare nascondendogli alla vista la punta delle scarpe. ¶ Alzò
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aver diritto di convocare la gente nel suo ufficio
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rispondere. ¶ Bertina mise dentro la testa, le sopracciglia inarcate
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appunto richiamato per darmi la risposta. A proposito, giusto
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puntò il dito contro la perpetua. «Datemi un po
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Un’informazione che riguarda la di lui famiglia. Ebbene
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me proprio niente», fece la perpetua rizzandosi sul busto
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interrogata, io vi dico la mia. Dico solo che
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con quattro falcate circumnavigò la scrivania, come un vascello
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sospirò e reclinò graziosamente la testa su un lato
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Aspettava il resto. ¶ Infatti la donna alzò la mano
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Infatti la donna alzò la mano e prese a
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che non è mica la stessa cosa, neh! In
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facciamo a mezzogiorno, non la sera. Perché non conviene
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parrocchiani, in casa vostra, la sera. Neppure un giovinotto
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un sospiro e spianò la fronte, già convinto e
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della talare e seguì la perpetua su per le
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scale in penombra. «E la buridda, invece, com’è
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invece, com’è venuta la buridda?» ¶ Bertina gli rispose
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lasciò andare. «Eh, cara la mia Bertina! Voi sì
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si era riaddormentato. ¶ Adesso la gola gli bruciava un
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pentolino sulla stufa durante la notte si era consumata
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di donna, credo fosse la moglie del commendatore perché
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acuto, mentre Jole ha la voce piuttosto bassa e
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e roca. Doveva essere la solita crisi isterica: di
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violente. Per il resto la signora si limitava a
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poi ho sentito sbattere la porta. La scenata era
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sentito sbattere la porta. La scenata era finita.» Ersilia
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scoprire cosa è successo.» ¶ La donna scrollò di nuovo
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che c’era stata la solita crisi e la
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la solita crisi e la signora aveva vomitato, così
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stesse per uscire.» ¶ «E la signora? Il commendatore?» ¶ «Non
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mi ha detto che la signora aveva preso la
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la signora aveva preso la solita dose di sedativo
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me. Andava a fare la spesa.» ¶ «Quindi lo zio
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tornata anche Jole, con la spesa. Ci siamo guardate
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i capelli spettinati e la faccia stravolta. A bassa
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detto a Jole che la signora stava partendo, e
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aveva appena udito. «Quindi la signora se ne è
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Sono salita in casa. La porta del commendatore era
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ricordo che ho visto la pelliccia della signora su
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perché dalle mie finestre la piazza qua sotto non