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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «Lenòr»

nautoretestoannoconcordanza
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Meu Deus, que calor!» ¶ Lenòr si levava all’alba
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e sua madre. ¶ «Brava Lenòr» (la chiamavano tutti così
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bene il proprio nome). «Lenòr tem um bom caracter
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modo parsimonioso: «Muito bem, Lenòr». ¶ Ma adesso... Forse è
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vale più la pena, Lenòr. E poi, tu sei
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del mondo. ¶ «Lascia stare, Lenòr» le disse, sorridendo. «Hai
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pallida. ¶ «Niente di speciale, Lenòr. Entri, ti siedi, ascolti
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insisté, vedendola impallidire. ¶ «Certo, Lenòr» intervenne titìo. «Questi amici
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era avvicinato. Le sorrise. ¶ «Lenòr» disse. «È grazioso questo
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usarlo noi pure? Via, Lenòr, non fatevi pregare.» ¶ «Ma
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Ci avete sorpreso tutti, Lenòr». ¶ «Brava. Molto brava» esclamò
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perché c’era lei, Lenòr. Una ragazza non proprio
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nuova amica. Mia nipote Lenòr.» ¶ «Sono lieto di vedervi
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un po’ difficile spiegarti, Lenòr. Il mondo tende a
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verso voi stesso». ¶ «No, Lenòr. Se così fosse mi
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di seguito: «E di Lenòr Fonseca cosa pensate?». ¶ Lui
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La torta è piccola, Lenòr, non può saziare tutti
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rise: «Stanno qua intorno, Lenòr. Tutti quelli che vedi
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Portiglione.» ¶ Esclamò, eccitato: «Laggiù, Lenòr. Guarda». ¶ Colavano in mare
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Sotto. Sotto l’acqua, Lenòr.» ¶ Nel verde chiaro tremolavano
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attonita. ¶ «Sai cos’è, Lenòr?» domandò Vincenzo, sorridendo. Lei
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sguardo di disprezzo chiamò: «Lenòr. Permettetemi un momento, signori
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Non fermarti all’apparenza, Lenòr. Chiara fa la spregiudicata
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una donna che vale, Lenòr. Quando le diventerai amica
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Non fare la giansenista, Lenòr. Certe cose potrebbero capitare
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così? Deus do Céu, Lenòr, che stupida! Vergogna! ¶ Niente
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più di qualsiasi altra, Lenòr» aggiunse, in tono supplichevole
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illuminò. ¶ «Verrete con noi, Lenòr? Ci verrete, non è
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capo. Alla fine osservò: «Lenòr, io non voglio influenzarti
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ricche. ¶ Così niente libertà, Lenòr. Ma libertà di che
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può perdere la fede, Lenòr? domandava a se stessa
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strinse un braccio. ¶ «Senti, Lenòr. Per l’ultima volta
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insieme. Lui aveva mormorato: «Lenòr» e basta. Ma non
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La ribaciò, disse: «Buonanotte, Lenòr. Domattina passo a prendervi
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per bussarle all’uscio. ¶ «Lenòr. Meu Deus, Lenòr. Cos
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uscio. ¶ «Lenòr. Meu Deus, Lenòr. Cos’hai? Aprimi, per
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di vederla. ¶ «Sei guarita, Lenòr, non è vero?» domandò
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occhi infelici. ¶ «Meu Deus, Lenòr. Che è successo? Dove
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persino capace di sorridergli. ¶ «Lenòr» le borbottò. «Ho saputo
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Al primo lui sussurrò: «Lenòr. Conservo i tuoi versi
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assurdo progetto di sposare Lenòr con Miguelzinho. Lei pensava
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avrebbe voluto saperla sistemata. Lenòr come donna di casa
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no?» ¶ «Non essere sciocca, Lenòr. Quella cantata non era
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La fulminarono a tavola. ¶ «Lenòr. Ci siamo» disse titìo
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immediatamente, ma diversa. Come Lenòr fosse sul punto di
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Contessa Tria. Eleonora Tria. Lenòr Tria» si ripeté, più
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eccitato. ¶ «Sono gente ricca, Lenòr» riprese titìo. «Hanno un
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sorelle di don Pasquale. Lenòr, ora bisogna darsi da
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Mi sono sempre chiamata Lenòr. A me piace di
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bello Eleonora. Donna Eleonora. Lenòr è da creaturelle. E
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come pronunziavano i Napoletani. ¶ Lenòr, dunque, doveva scomparire, uscir
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ritornata. Dopo quattro anni. Lenòr è qui, in una
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che vorrebbero andare. ¶ «Sai, Lenòr, i bambini son rimasti
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Tria. La pagherete. Intanto Lenòr viene via con me
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Per il resto era Lenòr, era Fonseca: gli occhi
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con tono disgustato, ironico: «“Lenòr cara. Dolce amica... Come
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dovresti riprendere a frequentare, Lenòr. Dai Filangieri adesso c
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è tempo di prosa, Lenòr. Di riflessione. Perciò vanno
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non c’è scampo, Lenòr. Non sei tu che
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spiegartelo». ¶ «Tu sei donna, Lenòr. Una donna non può
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capo. ¶ «Non siete sola, Lenòr. I vostri amici vi
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mai avuto una donna, Lenòr». ¶ “Cosa gli dirò, meu
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fermò a rispettosa distanza. ¶ «Lenòr. Fatti vedere.» ¶ Esitò, sorrise
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un incanto. Scrivi ancora, Lenòr?» ¶ «Poesie, vuoi dire? Poesie
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il poeta di Corte.» ¶ «Lenòr, mia cara! Io non
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Mi domandavo: “Cosa farà Lenòr Fonseca? Dove potrei rintracciarla
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potere. Senti a me, Lenòr, che ti sono amico
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in fondo, la marchesa Lenòr Pimentel Fonseca? Non s
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mormorio della parlata forestiera. ¶ «Lenòr, mia cara» diceva. «Lo
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Eppure siete ancora giovane, Lenòr, siete bella. Perché vi
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vi dice di no, Lenòr? Non sono però un
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dispacci. ¶ La voce di Lenòr Fonseca doveva farsi sentire
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profilano.» ¶ «Non datevi cruccio, Lenòr. Sapete quanti anni ho
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il braccio. ¶ «Non temete, Lenòr» sussurrò. «Non credo ci
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era che la “citoyenne” Lenòr Fonseca. Le avevano riempito
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intrigante. Discussero accaniti se Lenòr e Gennaro dovessero presentarsi
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distribuiamo per Toledo. E Lenòr ne lascia qualcuna addirittura
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Esclamò: «Nossignore, cittadini. Non Lenòr. Lo farò io». ¶ «Tutti
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strinse un braccio. ¶ «Attenzione, Lenòr: stiamo a vedere.» ¶ Fu
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la minacciò col dito. ¶ «Lenòr Fonseca, il ne faut
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con una stretta. ¶ «Piano, Lenòr» sussurrò, mostrando ampio sorriso
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Ma quale malattia?» ¶ «Vedete, Lenòr. Vi sono settori della
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sorridendo. ¶ «Non sono venti, Lenòr. Quattordici. Chiara è impazzita
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loro.» ¶ «Non hanno ragione, Lenòr. Credono ancora che un
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Anche quelli sono popolo, Lenòr. Non ci capiscono perché
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caldo. Rimandiamola all’autunno.» ¶ «Lenòr» insiste Chiara. «Ve lo
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fisica elementare.» ¶ «Ma tu, Lenòr, sei davvero convinta che
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limpidi. ¶ «Ci vediamo domani, Lenòr» mormora, con sforzo. Si
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Giacobbe. Io mi chiamo Lenòr, te si’ scordata?» ¶ Graziella
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Lionora. Ch’è ’sta Lenòr?» ¶ Per un attimo aleggiano
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cos’è la rivoluzione, Lenòr. Non esistono più distanze
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il Regno. Dobbiamo prepararci, Lenòr». ¶ Si toglie dal bavero
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arrivé... ¶ «Una musica nuova, Lenòr, quella d’un popolo
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corre incontro, sorridendo. ¶ «Finalmente, Lenòr! Che gioia rivederti!» ¶ Anche
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si possa fare molto, Lenòr. Non so come Pagano
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questo che mi spaventa, Lenòr. Perché lo tengono, se
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esperienza fatta giorni prima. ¶ «Lenòr, devo andare. È venuto
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marchesa Fonseca e cittadina Lenòr. S’irrigidì accanto a
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aggiunse: «Sto bene. Tua Lenòr». ¶ La sorvegliante, riaccompagnandola in
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ma chère, douce, courageuse Lenòr. En attendant nous cherchons
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avvolte da nebbia sulfurea. ¶ «Lenòr! Corri, vieni! Sei libera
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Impugna una pistola. ¶ «Coraggio, Lenòr. Dobbiamo far presto.» ¶ «Dai
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Dobbiamo far presto.» ¶ «Dai, Lenòr» fanno Manthonè e Lomonaco
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dal manico nero. ¶ 3 ¶ «Forza, Lenòr. Coraggio.» ¶ Bisogna correre per
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di Palazzo. ¶ «Devi venire, Lenòr. Non puoi mancare» aveva
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Mille, mille grazie.» ¶ «Figurati, Lenòr. A domani.» ¶ Apre zitta
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E le altre novecento?» ¶ «Lenòr. Se avessimo potuto mandare
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inutile.» ¶ «Non è inutile, Lenòr. Anche se venisse letto
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basso son la maggioranza, Lenòr» interviene Sanges. «Ma Cuoco
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po’ di compagnia a Lenòr: non la vedevo da
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a qualche “festa repubblicana”, Lenòr, vedrai di peggio.» ¶ 1 Il
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sgarbato persino con lei. ¶ «Lenòr, fammi il piacere. Non
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d’accordo anche voi?» ¶ «Lenòr!» esclama Gennaro. Ha espressione
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pubblichi questo, sul “Monitore”?» ¶ «Lenòr, io sono più disgustato
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Gennaro Serra, Ignazio Ciaia, Lenòr Fonseca, Carlo Lauberg, eccetera
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tutto.» ¶ «Te ne prego, Lenòr. Ne abbiamo parlato con
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Astore viene su trafelato. ¶ «Lenòr!» Sta strillando: «Marioliccio degli
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di lei. «Dovresti leggerlo, Lenòr. Non è geniale come
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incerto. ¶ «Luigi.» ¶ «Posso entrare, Lenòr? Scusa per l’ora
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Luigi corruga la fronte. ¶ «Lenòr» esclama, serio. «Tu hai
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dentro i vecchi capelli. ¶ «Lenòr» dice lui, con decisione
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Ma che c’è, Lenòr? Che cosa hai fatto
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tempo. Dobbiamo andarcene immediatamente, Lenòr.» ¶ Lei gli pone una
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tua barchetta.» ¶ «Non scherzare, Lenòr. Non è il momento
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Sono stata la cittadina Lenòr Fonseca. Ho diretto il
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nel batter di portelle. ¶ «Lenòr, andiamo. Prima che si
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mano. «Che ne pensi, Lenòr?» ¶ «Per me è indifferente
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Forse ce la facciamo, Lenòr. Dicono che Ruffo ha
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delle guardie. ¶ «Dio mio, Lenòr!» esclama lui, sfavillante. ¶ È