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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «Lionardo»

nautoretestoannoconcordanza
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mi li scopersi turbato. ¶ LIONARDO ¶ Non la riprendesti voi
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in tempo bellamente riprendere. ¶ LIONARDO ¶ E in che modo
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di questo che dirgliene. ¶ LIONARDO ¶ O moglie costumatissima! Di
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cose nostre domestiche bene". ¶ LIONARDO ¶ E voi credo, come
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e alle cose nostre". ¶ LIONARDO ¶ Ma pur, Giannozzo, poiché
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e con intera fede. ¶ LIONARDO ¶ Quali documenti più si
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vi farò qui ridere. ¶ LIONARDO ¶ Come, Giannozzo? ¶ GIANNOZZO ¶ Lionardo
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LIONARDO ¶ Come, Giannozzo? ¶ GIANNOZZO ¶ Lionardo mio, come quella la
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mia, come faresti tu?". ¶ LIONARDO ¶ Che rispuose ella? ¶ GIANNOZZO
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dissi io. E vedi, Lionardo mio, quale essemplo mi
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così scialacquare la roba". ¶ LIONARDO ¶ Certo dite il vero
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cose necessarie alla famiglia. ¶ LIONARDO ¶ Insegnastili voi conoscere quando
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scemalo, ripollo e serbalo". ¶ LIONARDO ¶ E per serballo desti
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verso le cose nostre. ¶ LIONARDO ¶ E a questo desse
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non se n'adopera". ¶ LIONARDO ¶ E la donna così
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a procacciarne del migliore. ¶ LIONARDO ¶ Trovate voi masserizia in
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onorevole come di questa. ¶ LIONARDO ¶ Ben si suole dire
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il disordine della famiglia. ¶ LIONARDO ¶ Dicesti voi alla donna
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ne saresti tu onorata?". ¶ LIONARDO ¶ Considerate voi, Battista e
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logori in uno dì". ¶ LIONARDO ¶ Come vi parse la
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che ciascuno s'adoperi". ¶ LIONARDO ¶ O buoni e santissimi
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amore e molta riverenza. ¶ LIONARDO ¶ Quanto fa, quanto è
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bene sarà in te". ¶ LIONARDO ¶ Queste parole la doverono
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pareva alquanto starsi malinconosa. ¶ LIONARDO ¶ E a questo non
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lieta, amorevole e graziosa. ¶ LIONARDO ¶ E' parenti assai credo
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casa molto la riverissono. ¶ LIONARDO ¶ Così a me pare
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verso noi. Giannozzo e Lionardo si levorono incòntroli a
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ce ne siamo acorti. ¶ LIONARDO ¶ Stimate, Giannozzo, questo vostro
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sono stati e' vostri? ¶ LIONARDO ¶ E' più nobili, Adovardo
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da udirlo molto volentieri. ¶ LIONARDO ¶ In tutte l'altre
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Quanto vorrei esserci stato! ¶ LIONARDO ¶ Gioverebbeti, ché aresti inteso
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quello che non è. Lionardo qui sempre fu in
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la troppa affezione di Lionardo in me fa che
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alla masserizia. ¶ ADOVARDO ¶ Né Lionardo stima di voi più
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meno il giudicio di Lionardo che il tuo, Adovardo
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sentendomi non potervi satisfare. ¶ LIONARDO ¶ Siate certo, Giannozzo, che
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e dicoti il vero, Lionardo, mai arei creduto la
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che Giannozzo la distinse. ¶ LIONARDO ¶ Non ne dissi a
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a mezzo. ¶ ADOVARDO ¶ Come? ¶ LIONARDO ¶ Molte più cose: in
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cenere. E in questo, Lionardo e tu Adovardo, parvi
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forse che io erri? ¶ LIONARDO ¶ Quanto io, sono in
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si serbi pell'avenire. ¶ LIONARDO ¶ Che pure miri tu
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puro. Lodarestilo. ¶ ADOVARDO ¶ Se Lionardo me ne consiglia, io
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stimava io che bastasse. ¶ LIONARDO ¶ Crederesti tu potere errare
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ma in alcuna cosa, Lionardo, benché le siano vere
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nell'altre cose conoscete. ¶ LIONARDO ¶ Del trafficare i danari
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Che te ne pare, Lionardo? ¶ LIONARDO ¶ E io ancora
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te ne pare, Lionardo? ¶ LIONARDO ¶ E io ancora il
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esperienze? Così credo io, Lionardo mio, molto più sia
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questa materia. A te, Lionardo, che ne pare? ¶ LIONARDO
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Lionardo, che ne pare? ¶ LIONARDO ¶ A me pare questa
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quasi spregiati e aviliti. ¶ LIONARDO ¶ A me non bisogna
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tali che nulla meglio. ¶ LIONARDO ¶ E quali? ¶ GIANNOZZO ¶ Uditemi
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onesto e bene viverti. ¶ LIONARDO ¶ Intendovi: come d'avere
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GIANNOZZO ¶ Proprio questo medesimo. ¶ LIONARDO ¶ Adunque si chiamino queste
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terribili, crudeli e venenosi. ¶ LIONARDO ¶ Tigri forse? ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi
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Tigri forse? ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi, Lionardo mio, pascere scelerati e
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a tutti e' viziosi. ¶ LIONARDO ¶ Sì certo, Giannozzo, sì
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chi te ne consigli. ¶ LIONARDO ¶ E quelle altre due
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posso le fo presto. ¶ LIONARDO ¶ Non vi pensate voi
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le cose maturamente presto. ¶ LIONARDO ¶ Perché? ¶ GIANNOZZO ¶ Perché quello
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altro modo buono, utile. ¶ LIONARDO ¶ E quale? ¶ GIANNOZZO ¶ Ottimo
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Ottimo, utilissimo. Dicotelo. Indugio, Lionardo mio, indugio parecchi termini
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termini, indugio quanto posso. ¶ LIONARDO ¶ E questo perché? ¶ GIANNOZZO
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GIANNOZZO ¶ Pur per bene. ¶ LIONARDO ¶ Desidero sapere che buona
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a pieno mi satisfaccia. ¶ LIONARDO ¶ Ringraziovi, Giannozzo. Voi testé
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tranquillità e onestissimo ozio. ¶ LIONARDO ¶ Bene aspettavamo da voi
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a te forse paiono, Lionardo mio; queste non sono
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subito provegga. Non so, Lionardo mio, quanto questa mia
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mia similitudine ti dispiaccia. ¶ LIONARDO ¶ In che modo potrebbe
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presto e ottimo rimedio. ¶ LIONARDO ¶ Quale? ¶ GIANNOZZO ¶ Dicotelo. Faccia
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io erro qui. Tu, Lionardo, che ne di', che
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che te ne pare? ¶ LIONARDO ¶ Aconsentisco, ché proprio sete
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donne come feci io. ¶ LIONARDO ¶ Voi potete lodarvi che
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ottima madre di famiglia. ¶ LIONARDO ¶ Voi adunque gl'insegnasti
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GIANNOZZO ¶ In buona parte. ¶ LIONARDO ¶ E come facesti voi
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luoghi loro a riposare. ¶ LIONARDO ¶ A tutte queste cose
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serrate. ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi ancora, Lionardo mio, per potelle rivedere
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s'ella non voleva. ¶ LIONARDO ¶ O ricordo ottimo! E
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alcuno secreto. ¶ GIANNOZZO ¶ Mai, Lionardo mio, e dicoti perché
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s'apartenesse; e anche, Lionardo mio, così faceva per
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meno che a me". ¶ LIONARDO ¶ E qui che vi
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nulla s'adoperi male". ¶ LIONARDO ¶ Come vi parse ella
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niuna andasse a male. ¶ LIONARDO ¶ Monstrastile voi come ella
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dotta? ¶ GIANNOZZO ¶ Non credere, Lionardo mio, che una giovinetta
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me paresse d'insegnarli. ¶ LIONARDO ¶ E voi come, Giannozzo
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altri che me appresso? ¶ LIONARDO ¶ Molto mi diletta, Giannozzo
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antichi li sepporo insegnare. ¶ LIONARDO ¶ Ogni altra cosa, ma
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io bene non mancai. ¶ LIONARDO ¶ Molto vorrei udire il
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femine appellano lisci, vedi, Lionardo mio, come bellamente io
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troverresti fracide le guance". ¶ LIONARDO ¶ Monstrò ella assentirvi e
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marito che gli strani". ¶ LIONARDO ¶ Prudentissime parole. Ma fustine
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Io me n'avidi. ¶ LIONARDO ¶ Crucciastivi voi seco? ¶ GIANNOZZO
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voi seco? ¶ GIANNOZZO ¶ Ah! Lionardo, colla donna mai mi
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donna mai mi crucciai. ¶ LIONARDO ¶ Mai? ¶ GIANNOZZO ¶ Perché dovessino
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se non tutta onesta. ¶ LIONARDO ¶ Pur credo vi dovesti
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migliore che non è? ¶ LIONARDO ¶ Spesso. ¶ GIANNOZZO ¶ Però, vedi
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giova che cercarne altrove. ¶ LIONARDO ¶ Voi forse vorresti avere
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e pericolo ad altri ¶ LIONARDO ¶ Venderesti voi quello che
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danari anoverati in cassa. ¶ LIONARDO ¶ Non veggo come cotesto
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polli, ancora e pesce. ¶ LIONARDO ¶ In ogni cosa, Giannozzo
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quali io vi ponessi. ¶ LIONARDO ¶ Vorresti voi campi da
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legne? ¶ GIANNOZZO ¶ Vorrei possendolo. ¶ LIONARDO ¶ Or ditemi, Giannozzo. A
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Quanto sì! Ma pure, Lionardo mio, io mi ricordo
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troppa occupazione tutti trascorrere. ¶ LIONARDO ¶ Buona ragione, però che
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sopra al soccio suo. ¶ LIONARDO ¶ Adunque forse sarebbe il
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genti. ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi giova, Lionardo mio, molto giova trassinare
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stessi, molto e riderai. ¶ LIONARDO ¶ A me questa vostra
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ancora e molti uomini. ¶ LIONARDO ¶ Ben mi ricorda avere
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infinito diletto. E ancora, Lionardo mio, cercherei d'avere
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Poi a me sarebbe, Lionardo mio, che tu sappia
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troppo in me piacere. ¶ LIONARDO ¶ Quale uomo fusse, il
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GIANNOZZO ¶ Che bisogna dire, Lionardo? Tu non potresti lodare
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e governare il campo. ¶ LIONARDO ¶ E anche vi godete
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villa: felicità non conosciuta! ¶ LIONARDO ¶ Lodate voi abitare in
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io lodo la villa. ¶ LIONARDO ¶ Parrebbevi egli pertanto d
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meno vizii che uomini. ¶ LIONARDO ¶ E anche, Giannozzo, nella
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GIANNOZZO ¶ Con tutto questo, Lionardo mio, dubito io quale
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mia copioso e bene. ¶ LIONARDO ¶ Non daresti voi anche
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masserizia non vestirli bene. ¶ LIONARDO ¶ Come la terresti voi
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più logora. Le veste, Lionardo mio, onorano te. Vero
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il simile riguardi loro. ¶ LIONARDO ¶ Vestiresti voi così tutta
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secondo se gli richiedesse. ¶ LIONARDO ¶ E a quelli i
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e verso de' miei. ¶ LIONARDO ¶ Per premiarli, stimo, così
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simili opere e virtù. ¶ LIONARDO ¶ Piacemi, e dite bellissimo
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scioperati e non oziosi. ¶ LIONARDO ¶ Quale essercizio prenderesti voi
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potessi a molti utilissimo. ¶ LIONARDO ¶ Forse questo sarebbe la
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poveri utilità ne viene. ¶ LIONARDO ¶ Questo sarebbe officio di
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e' guadagni essere maggiori. ¶ LIONARDO ¶ E' fattori, Giannozzo, spesso
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mani tinte d'inchiostro. ¶ LIONARDO ¶ Non so se io
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il fattore. Né dubitare, Lionardo mio, ch'egli è
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qualunque buono lasciarlo piggiorare. ¶ LIONARDO ¶ E quanto! Uno fattore
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e alle cose mie. ¶ LIONARDO ¶ Così mi pare certo
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maniere siano le loro. ¶ LIONARDO ¶ E per fattori quali
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opinioni. ¶ GIANNOZZO ¶ Quanto io, Lionardo mio, mai chiamerei fattore
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questione tua, presupponi tu, Lionardo, ch'e' tuoi sieno
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sieno buoni o mali? ¶ LIONARDO ¶ Buoni. ¶ GIANNOZZO ¶ Se fiano
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miei che agli altrui. ¶ LIONARDO ¶ O se fossoro mali
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fossoro mali? ¶ GIANNOZZO ¶ Come, Lionardo? Che non sapessino procurare
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sarebbe qui a me, Lionardo, maggiore debito insegnare a
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miei che agli strani? ¶ LIONARDO ¶ Certo. Ma se, come
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v'ingannassino? ¶ GIANNOZZO ¶ Dimmi, Lionardo, a te saprebbe egli
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strano se gli rapisse? ¶ LIONARDO ¶ Meno a me dorrebbe
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GIANNOZZO ¶ Lievati dall'animo, Lionardo, questa falsa opinione. Non
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GIANNOZZO ¶ Niuna cosa manco, Lionardo mio; niuna cosa manco
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a preda, non punto, Lionardo mio, non, figliuoli miei
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vizio e senza disonestà. ¶ LIONARDO ¶ Quanto a me pare
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cittadini vi darà luogo. ¶ LIONARDO ¶ Molto bene ci ricordate
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onestanza e onorata autorità. ¶ LIONARDO ¶ Che chiamate voi famiglia
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altri domestici, famigli, servi. ¶ LIONARDO ¶ Intendo. ¶ GIANNOZZO ¶ E di
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di loro perderà tempo? ¶ LIONARDO ¶ Se ciascuno farà qualche
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modo e' perderanno tempo? ¶ LIONARDO ¶ Credo se faranno nulla
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e guastano le cose. ¶ LIONARDO ¶ Bene dite. ¶ GIANNOZZO ¶ Maisì
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e allora l'adopero. ¶ LIONARDO ¶ Prendete voi delle cose
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non manchi al bisogno. ¶ LIONARDO ¶ E se ne avanzasse
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al bisogno della famiglia. ¶ LIONARDO ¶ E che trovate voi
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famiglia? ¶ GIANNOZZO ¶ Molte cose, Lionardo mio: buona fortuna, e
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non possono gli uomini. ¶ LIONARDO ¶ Ma quelle quali possono
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da pascerli, poterli vestire. ¶ LIONARDO ¶ E farli virtuosi e
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in allevare e' figliuoli. ¶ LIONARDO ¶ E in quelle adunque
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licito essere vero massaio. ¶ LIONARDO ¶ Dicesti sì; ma pur
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quanto più posso migliore. ¶ LIONARDO ¶ Ma, per avere da
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da credere, e tu, Lionardo, nollo provando non in
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atto come io diceva. ¶ LIONARDO ¶ Oimè, Giannozzo, e noi
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disagio e con onore. ¶ LIONARDO ¶ E a che conosceresti
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certo molto difficile, no, Lionardo mio, e vedi come
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e onoreranno i buoni. ¶ LIONARDO ¶ E dove si troverrebbe
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cose, ivi mi fermerei. ¶ LIONARDO ¶ E quale sono le
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le migliori? ¶ GIANNOZZO ¶ Intendi, Lionardo mio; e' non mi
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truova riguardato da tutti. ¶ LIONARDO ¶ Lo onore? ¶ GIANNOZZO ¶ In
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GIANNOZZO ¶ In ogni lato, Lionardo mio, chi sarà buono
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sarà onorato e pregiato. ¶ LIONARDO ¶ Sono contento. Ma in
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la truovi: l'aria. ¶ LIONARDO ¶ Poi apresso? ¶ GIANNOZZO ¶ L
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esse il buono vino. Lionardo mio, tu ridi. ¶ LIONARDO
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Lionardo mio, tu ridi. ¶ LIONARDO ¶ E quivi vi fermeresti
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e bene fussi veduto. ¶ LIONARDO ¶ Come faresti voi? Comperresti
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quanto manco potessi danari. ¶ LIONARDO ¶ Torresti voi forse fuori
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sia potuto vivere lieto. ¶ LIONARDO ¶ Certo sì, dite il
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una medesima mensa sedessono. ¶ LIONARDO ¶ Per più vostra consolazione
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GIANNOZZO ¶ Grandissima. E anche, Lionardo mio, egli è maggiore
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ad uno solo uscio. ¶ LIONARDO ¶ Così affermate? ¶ GIANNOZZO ¶ E
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certo ancora te. Dimmi, Lionardo, se testé fusse notte
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durava il tutto insieme? ¶ LIONARDO ¶ Certo manco. Chi ne
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meglio scaldarti o peggio? ¶ LIONARDO ¶ Peggio. ¶ GIANNOZZO ¶ Così accade
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me sotto altro tetto. ¶ LIONARDO ¶ Da lodarvi. ¶ GIANNOZZO ¶ Sì
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Da lodarvi. ¶ GIANNOZZO ¶ Sì, Lionardo mio, sotto uno tetto
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tutti d'uno volere. ¶ LIONARDO ¶ O parola degna di
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possino desinare e cenare, Lionardo mio, al tempo e
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tempo e molto bene. ¶ LIONARDO ¶ Cenare bene, posso io
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buone cose? ¶ GIANNOZZO ¶ Buone, Lionardo mio, ancora e abundanti
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sofficienti condimenti al pane. ¶ LIONARDO ¶ Piacemi. E queste cose
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o pur il piggiore? ¶ LIONARDO ¶ Il piggiore, e quello
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rispetto alcuno, pregandomi tu, Lionardo. E' m'è debito
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Vero... Ma sedete. Siedi, Lionardo. Questi garzoni staranno in
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garzoni staranno in piè. ¶ LIONARDO ¶ Sto bene. ¶ GIANNOZZO ¶ Siedi
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Sto bene. ¶ GIANNOZZO ¶ Siedi. ¶ LIONARDO ¶ Sedete voi. Sapete il
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apresso de' vostri libri? ¶ LIONARDO ¶ Che stimate voi, Giannozzo
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non viverebbono tante età. ¶ LIONARDO ¶ Confessolo, ma a mio
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usarle a' bisogni. Intendi? ¶ LIONARDO ¶ Sì bene, però che
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GIANNOZZO ¶ Ancora e danno. ¶ LIONARDO ¶ Danno? ¶ GIANNOZZO ¶ Grande. Ha
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questo, ma gittare via. ¶ LIONARDO ¶ E quanto meglio! Arebbene
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ora costa dieci. Vero? ¶ LIONARDO ¶ Spesso. ¶ GIANNOZZO ¶ Però vedi
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ingiustizia. Dico io bene? ¶ LIONARDO ¶ Molto. ¶ GIANNOZZO ¶ Però conviene
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Ora quali saranno elleno? ¶ LIONARDO ¶ Io odo dire la
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queste? ¶ GIANNOZZO ¶ Oh! queste, Lionardo mio, non sono nostre
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di chi sarà. Tuo? ¶ LIONARDO ¶ Più vostro. ¶ GIANNOZZO ¶ La
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roba e simili cose? ¶ LIONARDO ¶ Può certo sì. ¶ GIANNOZZO
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alcuno, di chi sarà? ¶ LIONARDO ¶ Mio. ¶ GIANNOZZO ¶ Può egli
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sdegni e simili cose? ¶ LIONARDO ¶ Certo no. ¶ GIANNOZZO ¶ Adunque
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cose sono tue proprie. ¶ LIONARDO ¶ Vero dite. ¶ GIANNOZZO ¶ Ma
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il corpo, sono nostre. ¶ LIONARDO ¶ La terza quale sarà
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mani e questi occhi. ¶ LIONARDO ¶ Maraviglia! Che cosa sia
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la voglia essere tua. ¶ LIONARDO ¶ E a mia posta
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non tua. El tempo, Lionardo mio, el tempo, figliuoli
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el tempo, figliuoli miei. ¶ LIONARDO ¶ Bene dite il vero
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tu non la adoperassi... ¶ LIONARDO ¶ Certo non sarebbe mia
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che altra cosa alcuna. ¶ LIONARDO ¶ Mandate a memoria, Battista
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io così fo masserizia, Lionardo mio. Io l'adopero
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che piaccia a Dio. ¶ LIONARDO ¶ Quale sono le cose
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cose ottime e lodatissime. ¶ LIONARDO ¶ Santamente. E queste parole
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fatta o male fatta. ¶ LIONARDO ¶ E questo credete voi
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errore e la infamia. ¶ LIONARDO ¶ Niuna masserizia tanto sarà
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miei? Tenetegli a mente. ¶ LIONARDO ¶ Così faremo, che nulla
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di Bernardo tuo avolo, Lionardo, e padre di messer
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messere Agnolo. Mai sì. ¶ LIONARDO ¶ E tutta questa moltitudine
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mio proposito nel vivere. ¶ LIONARDO ¶ Dio gli renda premio
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cose utili e oneste. ¶ LIONARDO ¶ Certo meritate grazia e
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riguardatori e buoni massai. ¶ LIONARDO ¶ Così confesso si vuole
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essercizio temperato e piacevole. ¶ LIONARDO ¶ Doppo questo? ¶ GIANNOZZO ¶ Lo
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1440
GIANNOZZO ¶ Lo essercizio piacevole. ¶ LIONARDO ¶ E apresso? ¶ GIANNOZZO ¶ Lo
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1440
apresso? ¶ GIANNOZZO ¶ Lo essercizio, Lionardo mio. L'essercitarsi, figliuoli
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1440
e medico della sanità. ¶ LIONARDO ¶ E non faccendo essercizio
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e voi quella seguite. ¶ LIONARDO ¶ Sta bene. Adunque la
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1440
colla sobrietà del vivere. ¶ LIONARDO ¶ Avete detto della masserizia
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gli li permette usare. ¶ LIONARDO ¶ E di queste così
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1440
voi masserizia alcuna? ¶ GIANNOZZO ¶ Lionardo mio, non faccendo masserizia
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arei tenuto altri modi. ¶ LIONARDO ¶ Però dice Battista: raméntati
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e ruinare. ¶ GIANNOZZO ¶ O Lionardo mio, in che modo
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avessi avuta altra opinione. ¶ LIONARDO ¶ E che aresti voi
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l'amistà di fuori. ¶ LIONARDO ¶ Chiamate voi forse, come
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1440
amata e famosa. Séguita. ¶ LIONARDO ¶ Ben istà. Ma prima
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1440
Carlo, tu sta con Lionardo, non rimanga solo. ¶ Così
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1440
gli piaceva, ritornassi da Lionardo, el quale m'aspettava
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1440
cose molto utili. - Da Lionardo, - disse Lorenzo nostro padre
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1440
feci, rende'mi a Lionardo, narra'gli la risposta
246
1440
padri felici, - disse allora Lionardo, - e' quali non avendo
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1440
Allora gli rispuosi io: - Lionardo, facciamo come testé nostro
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1440
lodo e onore. Però, Lionardo, segui. Facciamo questo tempo
249
1440
che dire. Segui. Ascoltiànti. ¶ LIONARDO ¶ Adunque piacemi. Sarò nondimeno
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1440
e' mi pare sentire. ¶ LIONARDO ¶ E anche a me
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1440
BATTISTA ¶ Sì? ¶ CARLO Sì. ¶ LIONARDO ¶ Andià'gli contro, poi
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1440
a più cose risposta Lionardo, delle quali Carlo e
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1440
la giunta del fratello. Lionardo lo ricevè con molta
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1440
Nollo seppi in tempo. ¶ LIONARDO ¶ Sarebbevi l'animo, credo
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1440
Lacrimorono. ¶ GIANNOZZO ¶ Ah, carità! ¶ LIONARDO ¶ Poi si lasciorono l
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1440
O pietà! E Ricciardo? ¶ LIONARDO ¶ Pensatelo voi. ¶ GIANNOZZO ¶ O
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1440
come si sente Ricciardo? ¶ LIONARDO ¶ Pur bene di quello
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Io venia per vederlo. ¶ LIONARDO ¶ Credo io lui testé
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desto e sempre adoperarsi. ¶ LIONARDO ¶ Non vi maravigliate, Giannozzo
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1440
in quanta miseria giacerebbe. ¶ LIONARDO ¶ Adunque non sanza cagione
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sì, farò. Intendi però, Lionardo, questo m'interviene da
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parte quanto io soleva. ¶ LIONARDO ¶ E quante ancora cose
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pareano grate! ¶ GIANNOZZO ¶ Molte, Lionardo mio. E' mi ricorda
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altro lato, stima tu, Lionardo, uno giovane che abbia
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veramente alle orecchie mie, Lionardo, una sassata. Non poteva
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giovane, spendeva e largheggiava. ¶ LIONARDO ¶ Testeso? ¶ GIANNOZZO ¶ Testé, Lionardo
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1440
LIONARDO ¶ Testeso? ¶ GIANNOZZO ¶ Testé, Lionardo mio, sono io prudente
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1440
vivere in miseria. Sicché, Lionardo mio, quello proverbio de
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guardarsi dalle superflue spese. ¶ LIONARDO ¶ Non credo però, Giannozzo
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alcuna delle sue fortune. ¶ LIONARDO ¶ Chi non vuole parere
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cucina, spentone ogni grazia, Lionardo, ogni grazia, e apena
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seconda. Vieni tu stessi, Lionardo, qui apresso uno poco
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1440
quali spendono sanza ragione? ¶ LIONARDO ¶ Pròdigi. ¶ GIANNOZZO ¶ Chiamali come
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1440
e biasimo. Alla fine, Lionardo mio, questi pròdigi si
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sua poca masserizia stentare, Lionardo, ché sarebbe lunga narrazione
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gioventù prodiga e lasciva, Lionardo mio, non dubitare, sempre
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tosto massaio che godereccio. ¶ LIONARDO ¶ Se gli spenditori, Giannozzo
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Bene dici il vero. ¶ LIONARDO ¶ E l'avarizia dispiace
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dispiace? ¶ GIANNOZZO ¶ Sì troppo. ¶ LIONARDO ¶ Adunque questa vostra masserizia
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sarà? ¶ GIANNOZZO ¶ Tu sai, Lionardo, che io non so
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mano. Ma vedi tu, Lionardo, quelli spenditori, de' quali
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questi chiamo io massai. ¶ LIONARDO ¶ Ben v'intendo, quelli
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troppo. ¶ GIANNOZZO ¶ Sì, sì. ¶ LIONARDO ¶ Ma in che modo
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colla misura in mano. ¶ LIONARDO ¶ Aspetto e desidero questa
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Cosa brevissima e utilissima, Lionardo, questa. In ogni spese
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quanto richiede la onestà. ¶ LIONARDO ¶ O Giannozzo, quanto giova
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si truova ogni cosa. ¶ LIONARDO ¶ Così può essere, ma
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utile in cosa alcuna. ¶ LIONARDO ¶ Utilissimo. Questi giovani qui
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poterne ragionare. E vuolsi, Lionardo, dare modo che tu
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compiuta di prestantissima gioventù. ¶ LIONARDO ¶ In questo nostro ragionamento
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io eravamo rimasi con Lionardo. Tacevamo riducendoci a memoria
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1440
delle quali Adovardo e Lionardo, come nel libro di
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1440
copiosamente aveano insieme disputato. Lionardo doppo alquanto passeggiò due
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dotto e più erudito. ¶ LIONARDO ¶ Quasi, Battista, come se
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1440
ragione. ¶ BATTISTA ¶ Stimi tu, Lionardo, la sentenza del nostro
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amici cari e commendati? ¶ LIONARDO ¶ Io non dubito che
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forse sarebbe dal tuo, Lionardo, e dal mio giudicio
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mio giudicio molto dissimile. ¶ LIONARDO ¶ Tu, Battista, son certo
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Sempre fu nostro desiderio, Lionardo, con ogni arte, industria
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1440
lodatissimi. E se tu, Lionardo, per non essere ozioso
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lettere atto a simigliarmiti. ¶ LIONARDO ¶ Niuna cosa a me
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1440
così mi concedi licenza, Lionardo, ardirò contrapormiti; e pure
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men continente che modesto. ¶ LIONARDO ¶ A me in questo
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1440
Segui. ¶ BATTISTA ¶ Pure ardirò, Lionardo. E se io forse
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anime. ¶ Che diremo noi, Lionardo, adunque? Che l'amare
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civiltà e costume! ¶ Quanto, Lionardo, quando io penso alla
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posti dall'amore, stima, Lionardo, sarebbe non difficile persuadermi
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mia propia. Renditi certo, Lionardo, io non amo, e
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degno molto e divino. ¶ LIONARDO ¶ A me piace lo
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1440
e per ogni reverenza, Lionardo, non ardirei oppormi all
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lodo e fama, pure Lionardo, provedi tu se così
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1440
dagli altri truovo leggendo. ¶ LIONARDO ¶ Non credere, Battista, negli
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opera, né con diligenza, Lionardo, per noi mai mancherà
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pericolo prontissimi e paratissimi. ¶ LIONARDO ¶ Così vi lodo, frategli
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non poco desideriamo satisfarti, Lionardo, a te sta in
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1440
e accettissimi. Adunque ora, Lionardo, se da noi qui
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nostra Alberta. E spera, Lionardo, da noi mai mancherà
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1440
tutto ammunirci e ammaestrarci. ¶ LIONARDO ¶ Tutte queste cose ci
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conoscessi la facilità tua, Lionardo, che mai volesti troppo
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1440
aspettare altro che ascoltarti. ¶ LIONARDO ¶ Piàcev'egli pure udirmi
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1440
BATTISTA ¶ Quanto tu vedi. ¶ LIONARDO ¶ E tanto vi sta
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1440
più essere può grata. ¶ LIONARDO ¶ Non posso adunque, né
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1440
tuo. Noi t'ascolteremo. ¶ LIONARDO ¶ Piacemi. Così faremo, e
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1440
voi questo? ¶ BATTISTA ¶ Parci. ¶ LIONARDO ¶ Adunque nel nostro ragionamento
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1440
Queste tutte cose difficilissime, Lionardo, stimi tu sia facile
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1440
de' publici tassatori. Adunque, Lionardo, intendi tu quel ch
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1440
ch'io voglio dire? ¶ LIONARDO ¶ Intendo, e piacemi sia
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vi si potessi aggiugnere. ¶ LIONARDO ¶ Pensa tu; quand'io
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1440
animo a tôr moglie, Lionardo, non so quanto mi
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1440
moglie manco che oneste. ¶ LIONARDO ¶ Taci, Battista, non mi
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1440
noi non se' tu, Lionardo, paruto in questo ragionamento
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1440
morbosi e furiosi? Segui, Lionardo, non trallassare adrieto, non
333
1440
curate troppo sono dannosissime. ¶ LIONARDO ¶ Sanza dubbio questi precetti
334
1440
BATTISTA ¶ E quanto brieve! ¶ LIONARDO ¶ Abbiamo adunque el modo
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1440
mi ti lodare più, Lionardo, o della facilità quale
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1440
questa materia, sopra tutto, Lionardo, in tanta copia di
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1440
Ivi era Adovardo e Lionardo Alberti, uomini umanissimi e
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1440
di più età che Lionardo: - E questo tuo dire
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1440
stima, e di te, Lionardo, come debbo di cari
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verità, Adovardo, e tu Lionardo, non è; ma sia
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Qui è Adovardo, e Lionardo, e saracci Ricciardo, a
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1440
priego, Adovardo e tu Lionardo; voi vedete l'età
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1440
detto Lorenzo. Adovardo e Lionardo stavano muti, intenti, ascoltando
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1440
te altro non paresse. ¶ LIONARDO ¶ A me non acade
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propri miei figliuoli, veramente, Lionardo, sarei non buono parente
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1440
braccia tue. Quanto io, Lionardo mio, sono di questo
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1440
sua non mette barba". ¶ LIONARDO ¶ Ben veggio in parte
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1440
età. Però non dubitare, Lionardo, che l'essere padre
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ma pienissima di maninconia. ¶ LIONARDO ¶ Io posso in voi
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padri tiene grandissimo tormento. ¶ LIONARDO ¶ Troppo aresti tu caro
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1440
E qui me conduco, Lionardo. Sieno, s'egli è
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1440
non pieni di maninconia. ¶ LIONARDO ¶ A me cotesto pare
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1440
lagni e maninconie innumerabili. ¶ LIONARDO ¶ Quanto, Adovardo, se io
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1440
questo ci duole ancora, Lionardo, che noi non sappiàno
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1440
la natura gl'invii. ¶ LIONARDO ¶ Quanto io, stimo a
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1440
pregio. ¶ ADOVARDO ¶ Dilettami certo, Lionardo, questa tua copia, e
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1440
virtù. Ma per certo, Lionardo, o io non so
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1440
d'ogni nostro incarco. ¶ LIONARDO ¶ Tu forse per far
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1440
utili. Molto mi piace, Lionardo, faccia meco come alcuna
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1440
ballano. Così fai tu, Lionardo; a uno suono di
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1440
danza. E io voglio, Lionardo, essere teco un poco
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1440
detto apuntano. Ecco testé, Lionardo, tu dicevi ch'e
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pigliare partito non utile. ¶ LIONARDO ¶ Così mi fa, Adovardo
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1440
in questa tua sentenza, Lionardo, ma parmi forse da
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gioventù ti pare vedere? ¶ LIONARDO ¶ E chi potrebbe essere
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1440
ADOVARDO ¶ Non ti niego, Lionardo, ch'e' padri quanto
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desiderano lode e fama. ¶ LIONARDO ¶ E chi non sa
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1440
e diletto, in verità, Lionardo, te ho ascoltato, e
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faccende. Tutti e' giovani, Lionardo, non sono dello intelletto
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1440
giovani. E qual padre, Lionardo mio, potrebbe a tante
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1440
cosa qual ci disegni? ¶ LIONARDO ¶ Io potrei facile stimare
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1440
mi lascio volentieri vincere, Lionardo. Tu m'hai condotto
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1440
e lieti. Ma dimmi, Lionardo, se tu avessi fanciugli
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Non può ciascuno essere Lionardo, o messer Antonio, o
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E credi a me, Lionardo, ne' padri stanno dell
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e cappare piggior consiglio. ¶ LIONARDO ¶ Se io avessi figliuoli
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ADOVARDO ¶ E questo medesimo, Lionardo, è una delle cose
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1440
o chiamarlo non infelice? ¶ LIONARDO ¶ Io non so vedere
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e ignavia. ¶ ADOVARDO ¶ O Lionardo, se tutti e' padri
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1440
a' meno lodati, - allora, Lionardo, che affanno sarebbe il
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1440
persuadevi e instituisti guidarli? ¶ LIONARDO ¶ Domandimi tu se io
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1440
ogni tua onesta trama? Lionardo, che nuovi pensieri sarebbono
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1440
pensieri sarebbono e' tuoi? ¶ LIONARDO ¶ Che stimi? Di vivere
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1440
contento. ¶ ADOVARDO ¶ Or ben, Lionardo, non m'essere testé
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1440
si vuole essere liberale. ¶ LIONARDO ¶ Prestare, donare loro? ¶ GIANNOZZO
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1440
che infortunati e poveri. ¶ LIONARDO ¶ Ma all'amico che
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lui ti diventi inimico. ¶ LIONARDO ¶ Non so quanto voi
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1440
a te il simile? ¶ LIONARDO ¶ Farebbelo sendo mio amico
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malizia vincere uno malizioso. ¶ LIONARDO ¶ Sì certo, a me
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già stracco provedersi altronde. ¶ LIONARDO ¶ Forse sarebbe il meglio
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1440
domandava danari porgea consiglio. ¶ LIONARDO ¶ Ma se uno de
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1440
miei. ¶ ADOVARDO ¶ O Giannozzo! ¶ LIONARDO ¶ Diritto, buono, prudente padre
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1440
loro facile e liberale. ¶ LIONARDO ¶ Quelli nostri prudenti cittadini
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o per esserne copiosi. ¶ LIONARDO ¶ A me pare comprendere
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1440
GIANNOZZO ¶ Proprio. ¶ ADOVARDO ¶ O Lionardo, quanto m'è Giannozzo
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è Giannozzo utile stamani! ¶ LIONARDO ¶ Molto più fu utile
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si debba esserne massaio? ¶ LIONARDO ¶ Quello no. ¶ ADOVARDO ¶ Forse
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A Ricciardo, Adovardo e Lionardo, uomini litteratissimi, questi e
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1440
mi par questo, - disse Lionardo, - dissimile da quelli conviti
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e disturbava. ¶ Qui disse Lionardo: - Credo, Piero, le ricchezze
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altra cosa molto giovarvi. ¶ LIONARDO ¶ E quale trovasti voi
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degna autorità e laude. ¶ LIONARDO ¶ Prudente consiglio, Piero, fu
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fuori del mio proposito. ¶ LIONARDO ¶ Anzi, assai credo caderebbe
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e' molto prima amava. ¶ LIONARDO ¶ E abbiànne essempli non
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trovai Adovardo rispondea a Lionardo: ¶ ADOVARDO ¶ Parmi certo sì
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certo sì, quanto dicevi, Lionardo, tutto el ragionare di
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alcuno appieno mi satisfece. ¶ LIONARDO ¶ Sarebbeti forse Piero piaciuto
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recuperarla, e perpetuo conservarla. ¶ LIONARDO ¶ Questo ordine tuo apresso
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io a te negherei, Lionardo, e' precetti antiqui assai
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1440
ne' casi incerti. Dicoti, Lionardo, non fia forse come
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1440
vero e onesto amore. ¶ LIONARDO ¶ Quasi, Adovardo, come se
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godere con felice amicizia. ¶ LIONARDO ¶ E' sono apresso gli
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precetti qui necessari mancherebbono, Lionardo, a chi volesse lato
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qui teco essere inetto, Lionardo, quasi come instituendo te
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me. E che dirai, Lionardo? che siano ampli questi
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spente, e farle maggiori. ¶ LIONARDO ¶ Non te con questi
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dedutto e meglio composto. ¶ LIONARDO ¶ E a chi sì
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età da tutti approvati. ¶ LIONARDO ¶ Riderebbe certo Battista qui
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non grave né debole? ¶ LIONARDO ¶ E chi ricusasse non
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monstrarmi qui teco erudito, Lionardo, ma per esplicare me
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a voi, non a Lionardo, uomo dottissimo, repeto questi
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non qui vorre' io, Lionardo, più essere stato che
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preme testé all'animo, Lionardo, onde sospiri, quasi come
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mente occorso qualche tristezza? ¶ LIONARDO ¶ Anzi, Adovardo mio, quanto
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onestà la contenga. Parti? ¶ LIONARDO ¶ Parmi. ¶ ADOVARDO ¶ Fia pertanto
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suspizione e oblivione fermissima. ¶ LIONARDO ¶ E quale si truova
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potersi vero riputare amico? ¶ LIONARDO ¶ Che poi? ¶ ADOVARDO ¶ Dirolti
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chi tu ami migliore. ¶ LIONARDO ¶ Non mi sendo luogo
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pare che io faccia? ¶ LIONARDO ¶ Parci. ¶ ADOVARDO ¶ Ascoltatemi. Apresso
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così vi si persuadono, Lionardo, aremo a vedere quale
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e gratissimo uso amatorio. ¶ LIONARDO ¶ E chi desiderassi qui
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benificare chi egli ami. ¶ LIONARDO ¶ Que' gravi adunque incommodi
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per benificare l'amico? ¶ LIONARDO ¶ A molti. ¶ ADOVARDO ¶ Parrà
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amico lieto e contento? ¶ LIONARDO ¶ Certo, e a molti
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per salvare l'amico? ¶ LIONARDO ¶ E quanto gravissimo! ¶ ADOVARDO
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pericoli per accumularsi roba? ¶ LIONARDO ¶ Assai. ¶ ADOVARDO ¶ Non so
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lode esporrei molte ricchezze. ¶ LIONARDO ¶ E noi, stima, siamo
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credi tu degli altri? ¶ LIONARDO ¶ Credo quasi si troverà
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molto cureremo le ricchezze. ¶ LIONARDO ¶ Certo sì. ¶ ADOVARDO ¶ E
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minore che la infamia. ¶ LIONARDO ¶ Persuadesi. ¶ ADOVARDO ¶ Grave adunque
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adunque stimeremo l'infamia. ¶ LIONARDO ¶ Siamo in cotesta sentenza
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guardia, prudenza e onestà. ¶ LIONARDO ¶ Lodoti. E parmi così
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soffra el rende suo". ¶ LIONARDO ¶ E a me può
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noi essere luntani. Parvi? ¶ LIONARDO ¶ Massime. ¶ ADOVARDO ¶ Adunque vedute
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non licito a vendicarsi. ¶ LIONARDO ¶ Ragione vòle che non
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a sé stessi infamia. ¶ LIONARDO ¶ Non posso non approvare
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palesare e vizii suoi. ¶ LIONARDO ¶ Non potrà egli accadere
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da' costumi altrove conosciuti. ¶ LIONARDO ¶ Chi sia virtuoso uomo
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male potrà vendicandosi gastigarli. ¶ LIONARDO ¶ Così adunque qui teco
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di chi e' biasima? ¶ LIONARDO ¶ E quanti troviamo qualunque
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altro voi non richiedessi. ¶ LIONARDO ¶ Certo e ottimi precetti
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Così era mia sentenza, Lionardo. E dico, chi sé
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sopratutto carissima e preziosissima. ¶ LIONARDO ¶ Piacemi. Ma forse fia
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e acquistarti nuovo amico? ¶ LIONARDO ¶ E chi stimi tu
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ADOVARDO ¶ Non voglio dubiti, Lionardo, che la facilità, benignità
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fresca, che sendo invecchiata. ¶ LIONARDO ¶ Piacemi. Ma ramentami quanto
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dite? Così vi pare? ¶ LIONARDO ¶ Affermiamo sarà utile investigarne
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forse non altrove udita. ¶ LIONARDO ¶ Né a ragione possiamo
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studioso mandai a memoria. ¶ LIONARDO ¶ Non interruppi questa tua
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avevi tu da desiderarvi? ¶ LIONARDO ¶ Nulla, se coteste tutte
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benivolenza e lode immortali. ¶ LIONARDO ¶ Aspetto udire quale essa
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ADOVARDO ¶ Che dice Carlo? ¶ LIONARDO ¶ Dice messere Antonio Alberti