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Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «Luce»

nautoretestoannoconcordanza
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Il mio nome è Luce. ¶ E sono donna. ¶ Voglia
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e rispondo al citofono. ¶ “Luce, scendi? Sono io...” ¶ “Già
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squadrò e disse: “Uè, Luce, e che hai combinato
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gli occhi e disse: “Luce Di Notte, t’avess
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appena detto, ’o ssaje?”. ¶ Luce Di Notte è il
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frase: “L’ho chiamata Luce, perché Stella Di Notte
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di straordinario, come la luce di notte appunto!” e
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pazziato. Mi chiamavo davvero Luce Di Notte. Il resoconto
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rimasti alla sua frase: ¶ “Luce Di Notte, t’avess
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attimo e aveva detto: “Luce, ma sì sicura? Proprio
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Che donna che sei, Luce! Se avessi qualche anno
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La situazione è delicata, Luce. La signora è separata
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c’hai, i superpoteri? Luce, m’arraccumann’, si tratta
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pazienza prima di ribattere: “Luce, non iniziare a fa
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non il detective.” ¶ “Uffa, Luce, comme sì petulante. Prenditi
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nuovo e ha risposto: “Luce, ma tu che vvuò
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facevamo lo stesso?” ¶ “Sì, Luce, aggio capito, ma...” ha
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Ma che vai dicenne, Luce?” ¶ “No, scusami, è che
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La felicità è silenziosa, Luce, ricordalo. Se fai troppo
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Un po’ di pazienza, Luce, vedrai che qualcosa salterà
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per chiedere informazioni. ¶ “Ué, Luce,” fa lui appena mi
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Così... tanto per parlare...”. ¶ “Luce, qui ti vogliono bene
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Sono più ombra che luce ormai.” ¶ Don Vittorio si
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le cose, ché troppa luce rischia di accecarti! E
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non potremmo apprezzare la luce. C’è un detto
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questa, alti e bassi, luce e ombra. Anzi, più
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riprende lui, “lei è Luce, la figlia della signora
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tu stasera?” ¶ “Ma perché, Luce, da quando...” tenta di
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Ma che bellu nomm’ Luce, mette alleria! Piacere di
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sguardo indagatore. ¶ “Sei tu Luce?” ¶ “Sì,” rispondo secca. ¶ “Sei
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Mi piace il nome Luce, mi fa pensare al
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da tali inutili pensieri. “Luce?” ¶ “Che c’è?” ¶ “A
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sigaretta, risponde: “Mamma mia, Luce, è questo che pensi
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interrogatorio: “Che c’è, Luce, anche nella tua vita
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per punire i colpevoli. ¶ “Luce, il Signore non conosce
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noi per giudicare, cara Luce? Non ho la presunzione
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altra sigaretta, e fa: “Luce, ma tu ’o ssaje
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soffice verso l’unica luce accesa della casa, in
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silenzio della cucina, la luce giallognola proveniente dal piccolo
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fece seria e disse: “Luce, ma tu sì femmena
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con aria severa, commentò: “Luce, anche oggi mi hai
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Hai cura di te, Luce?” ¶ Sollevai le spalle e
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infine mi inquadra: “Uè, Luce, buongiorno, come stai?”. ¶ “Fammi
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sorriso e, infine, ribatte: “Luce, sei una rompiballe di
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chi? La nostra segretaria...” ¶ “Luce, e dico che sì
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guardare il display: “Pronto?”. ¶ “Luce?” ¶ “Chi è?” ¶ “Antonio...” ¶ “Antonio
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azzeccato! ¶ “Zia?” ¶ “Zia!” ¶ Silenzio. ¶ “Luce, ci sei?” ¶ “Certo, dove
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fa.” ¶ “Venti giorni fa?” ¶ “Luce, devi ripetere ogni frase
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è un bel nome.” ¶ “Luce, senti, non ho avuto
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sei di nuovo giù!” ¶ “Luce, sei ancora lì?” ¶ “E
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non serve a nulla.” ¶ “Luce, mamma mia, e come
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Parlerò con mamma.” ¶ “Grazie, Luce, sapevo di poter contare
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sta già per esaurirsi. ¶ “Luce, che c’è, come
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dio!”. ¶ “Ma come parli, Luce? Sembri un maschio!” ¶ “Sì
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a fissarmi. “Sì, cara Luce,” dice poi, “una possibilità
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riprende ed esordisce: “Uè, Luce, ma non è chella
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così vicino e alla luce del sole, qualche lentiggine
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e dire: “Grazie assai, Luce, sì preziosa, te voglio
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don Vittorio, che alla luce del sole mi sembra
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a riportarmi alla realtà. ¶ “Luce, stai bene?” domanda. ¶ Sì
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per un soldatino? Dannata Luce, che le cose semplici
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ti chiami?” fa lui. ¶ “Luce...” ¶ “Luce? Come la luce
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chiami?” fa lui. ¶ “Luce...” ¶ “Luce? Come la luce? Lumière
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Luce...” ¶ “Luce? Come la luce? Lumière? Che bel nome
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impaurito. ¶ “Come ti senti, Luce?” ¶ “Bene.” ¶ “Ma si può
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dentro uno sfolgorio di luce accecante, un bagliore di
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in se stesso. ¶ Quella luce è l’unico vero
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e dire: “Ti prego, Luce, non ti amo più
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ho mai visto, una luce che le colorava il
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lei mi ha anticipata. ¶ “Luce, io non so tu
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voglio andare da qui, Luce, voglio che Kevìn cresca
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dentro e ha sussurrato: “Luce, tu campi qui, a
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punto: “Nel mio mondo, Luce, ’na femmena nun po
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ti immerge in una luce asettica, come quella degli
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non puoi avere una luce fredda a farti compagnia
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a diffondere la loro luce giallastra per la stanza
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a entrare in stanza. ¶ “Luce, l’avvocato si è
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a vivere da solo?” ¶ “Luce, ma stamattina non hai
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mai: sentirmi una stanghettona. ¶ “Luce, tesoro, come va? Manuel
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riflettere e poi dice: “Luce, una volta mi raccontasti
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cade nel tranello. “Uuh, Luce, nun me fa perdere
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subito a me. “Vabbuò, Luce, parlare con te dei
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che c’appizza mò, Luce, famme capì?” ¶ “Niente, è
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mi afferra la mano. “Luce, senti a me, mò
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che saremmo stati amici, Luce, ma io, non fraintendermi
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s’è fatta brutta, Luce, brutta assai. E allora
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dell’ufficio chiudersi. ¶ “Allora, Luce, torniamo a noi...” fa
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ok, però...” ¶ “Nisciuno però, Luce,” ribatte e fa due
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deve fare questo gesto?” ¶ “Luce, io alle femmine modestamente
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ne aveva voglia. “Sai, Luce,” ha sussurrato, “a volte
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Pronto, don Vittò...” ¶ “Ué, Luce, che fai, non vieni
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e aveva infine replicato: “Luce, non siamo tutte uguali
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qui non si usa ¶ “Luce!” ¶ A chiamarmi è Sasà
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mozzicone per terra. “Be’, Luce, insomma, se io fossi
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tasca, poi dice: “Senti, Luce, io nun saccio niente
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e dice preoccupato: “Comunque, Luce, t’aggia confidà ’na
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sopportarlo. ¶ “Per tanto tempo, Luce, ho pensato solo a
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non si vede la luce. ¶ “Sarebbe pure ora...” dice
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Anche io sono ignorante, Luce, anche io non ho
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si smette di amare, Luce, senti a me. Perciò
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rubinetto che perde, della luce in ingresso che non
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cose belle che avevo. ¶ “Luce...” continuava a ripetere nostra
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chiedo con voce sfastidiata. ¶ “Luce.” ¶ “Eh...” ¶ “Ciao, ti ricordi
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l’alto: “Mamma mia, Luce, come siamo belle stasera
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a questa parte. Brava Luce! ¶ “Excusez-moi!” esclama lui
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guardare...”. ¶ Eccoti sconfessata, cara Luce, la vita stasera ha
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in mano. Ha la luce cobalto della luna che
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fatto che mi chiamo Luce e non Lù, che
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Troppa umidità?” ¶ “E dai Luce, non fare come sempre
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Niente che ti interessi.” ¶ “Luce, e dai, non ci
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belle parole!” ¶ “Ti giuro, Luce, sono stato un codardo
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Silenzio. ¶ “Amore, ci sei?” ¶ “Luce, sono Manuel...” ¶ “Ciao, come
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un passo da lui. ¶ “Luce,” fa, e mi abbraccia
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rabbia. ¶ “Sì n’avvocato, Luce, è accussì?” ¶ Sono fregata
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nun te chiamm’ nemmeno Luce?” ¶ Le mani mi tremano
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Se fosse per me, Luce, te perdonass’, perché aggio
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dica: “Me ne vaco, Luce, statte buono”. ¶ “Carmen, io
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nonna!” ¶ Lui sbuffa contrariato: “Luce, ma quante fesserie che
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va da nessuna parte, Luce, resta al suo posto
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casa. ¶ “Domattina, con la luce del sole, anche lei
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di rientrare in casa. ¶ “Luce?” ¶ “Eh”, e mi volto
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Tutti. Anche tu.” ¶ Per Luce e Antonio ¶ Non sono
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cucina, nella quale la luce, anche nei giorni di
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scritto a biro: “Per Luce e Antonio”. Ci squadrò
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fare con quella casa, Luce? Era una cantina!” ¶ “Una
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è perché è triste.” ¶ “Luce?” ¶ “Aspè,” ho detto a
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frastornato dal fascio di luce proveniente dal faro della
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è triste assai.” ¶ “Uuh, Luce, sai quanti ne ho
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piccola vita, mia cara Luce”, e torna ad ammirare
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Lo sei, lo sei, Luce, come tutte le persone
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il naso e fa: “Luce, sient’, io so’ venuta
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che fai là dint’, Luce, se vuoi bene a
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avvio verso la porta. ¶ “Luce, mi raccomando, non fare
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afferra per un braccio. “Luce, te vulev’ dicere che
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sarebbe il topolino vincente. ¶ “Luce, mamma mia, e che
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mano. ¶ “Uè, Centogrà,” dico. ¶ “Luce,” fa lui e sfodera
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fa quindi Centogrammi, “a Luce piace sempre scherzare! Tiene
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impegnato, ma la conosce Luce, la conosciamo entrambi!”. E
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rattose sulle braccia. ¶ “Uè, Luce, che piacere rivederti! Hai
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è jurnata!” ¶ “Veramente...” ¶ “No, Luce, io te voglio bene
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si fa serio. “Uuuhhh, Luce, te ne sei andata
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se stesso e basta, Luce, è l’unico modo
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domanda: “Tu sai campare, Luce?”. ¶ Se non stesse facendo
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commenta a denti stretti: “Luce, ho fatto quello che
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cose di un uomo. ¶ “Luce, sempre con la testa
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quelli come mio marito, Luce, sanno fa ’a guerra
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così ho potuto conoscere Luce” e si gira verso
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chiarirmi, soprattutto cu’ te, Luce, che ti starai facendo
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capitata. ¶ Altro respiro profondo. ¶ Luce, ti ricordi cosa ti
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essersi innamorato subito di Luce e del suo caratteraccio