Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

Franchi un diacono, chiamato Martino, spedito da Leone, arcivescovo

scendere in Italia. Questo Martino fu poi uno de

legato d'ADRIANO papa ¶ MARTINO, diacono di Ravenna ¶ DUCHI

ti chiamo. ¶ SCENA TERZA ¶ MARTINO introdotto da ARVINO, e

mio campo, ¶ Illeso, inosservato? ¶ MARTINO ¶ Inclita speme ¶ Dell'ovil

via. ¶ CARLO ¶ Qual via? ¶ MARTINO ¶ Quella ch'io feci

ardito ¶ Pensier ti venne? ¶ MARTINO ¶ All'ordin sacro ascritto

giungi ¶ Angel di gioia. ¶ MARTINO ¶ Uom peccator son io

rischi, ¶ Tutto mi narra. ¶ MARTINO ¶ Di Leone al cenno

qual è? che fan? ¶ MARTINO ¶ Securi ¶ Da quella parte

come al nemico ascosa? ¶ MARTINO ¶ Dio gli accecò. Dio

io ¶ La compirò. ¶ (a Martino) ¶ Pensa, o Latino, e

la via che percorresti? ¶ MARTINO ¶ Il puote. ¶ E a

alla tua scorta affido. ¶ MARTINO ¶ Con lor sarò: di

al legato e a Martino) ¶ E voi, le mani

partono il Legato e Martino) ¶ SCENA QUARTA ¶ CARLO ¶ Così

secolo IX, e conobbe Martino, di cui descrive l