Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

come in vero valor... Ma no; mi è noto

dar non mi possa?... Ma il fragor di trombe

or muover di pietà: ma nota ¶ m'è del

mi porgevi in Cirta. — Ma, che veggo? ¶ Sdegni il

addursi ¶ dai Romani dovea: ma, non è sempre ¶ dato

tue ¶ esserlo, il fora. Ma, che posso io dirti

cuore ¶ non suolsi aprir; ma o radi molto, o

il mio senno. ¶ Scipione ¶ Ma il valor dell'armi

fiamme io non provai, ma immensa ¶ la sua possa

che inerme, io tengo: ¶ ma, lasso me! morir non

cielo!... Avvampo ¶ d'ira... — Ma fuor del mio regal

maraviglia il suo dir. — Ma, forte duolmi ¶ ciò, ch

entro al romano campo: ¶ ma, ch'io sostenga l

ah! troppo vuoi... ¶ Massinissa ¶ Ma questo ¶ campo ove stiamo

venirne ¶ mai non dovea: ma pur, securo loco ¶ nel

solo ¶ mio cor credei; ma il mio dover, mio

pugnando in sua difesa: ¶ ma i benefici di Scipion

il mio regno trarti: ¶ ma qui mi chiaman l

proposto mio, ¶ mi acqueto... Ma, vien gente: infra i

e tu lo sai. — Ma, dimmi; (al roman duce

nella pugna ferito cadea, ¶ ma non grave era il

è della vittoria nostra. — ¶ Ma, che fia? Tu ten

sento!... ¶ Dal mio stupor... Ma... tu, perché mi accogli

d'amor le fiamme. ¶ Ma pur, di te non

ei non vuol sopravvivere. — Ma, sia ¶ di lui che

soggiacessi a femminile assalto: ¶ ma, tutto a te tolto

coll'amor tuo fatale. — Ma no; sordo ¶ esser non

cape. — Or, tu vaneggi; ¶ ma certo io son, che

primo ¶ ne sentirai pietà. — Ma, posto ancora ¶ che in

nulla mi può... ¶ Scipione ¶ Ma, più di Roma, or

volgeronne al petto mio: ma, dimmi: ¶ son Roma io

tu stesso il puoi; ma, se tu me non

mi squarci il cuor. — Ma, trarne ¶ nulla può il

di Sofonisba i sensi... Ma, chi veggo ¶ venir ver

ciò la fama ebbi, ma avversa ¶ la fortuna, pur

battaglia ¶ di affetti mille. Ma, da me rampogna ¶ niuna

farla ¶ qui ancor potrei... Ma, tu trionfi, o donna

mio. ¶ Sofonisba ¶ ... Ardirò pur, ma con tremante voce, ¶ l

la mia destra promettere; ma data ¶ non l'ho

scudo ebb'io disegno. ¶ Ma, Siface respira? al suo

a non amato sposo; ¶ ma ad un amante oltre

or dunque da me... Ma Scipio a noi ¶ veggio

chi vile osa mostrarsi? ¶ Ma, s'anco vile io

prospera. ¶ Sofonisba ¶ Funesta ¶ gioia, ma gioia pure, in sen

fatale ¶ inciampo egli è: ma un'ombra vana, e

si piange, o Scipio: ma natura ¶ vuol suo tributo

il sopportar le avversità; ma fora ¶ vil stupidezza il

per me nol farei; ma in salvo porre ¶ io

vero ¶ più nol dovea: ma il volle (il crederesti

stesso teco ¶ vuolsi abboccar: ma ch'io il preceda

il comanda alto dovere: ¶ ma, da ogni mal sottrarmi

Indegno ¶ non ten mostrar... Ma, che dich'io? la

almen potessi io solo! — ¶ Ma, di voi non son

il tuo mortal nemico; ¶ ma in tale stato il

avevi il regno tu, ma allor per tanto ¶ tu

tuo regno io tolsi. — ¶ Ma godi tu, trionfa; intera

odio e l'ira. ¶ Ma Siface, che t'ama

lieve, ¶ stimate or forse; ma, se onor vi sprona

ai forti è mai: ma a tutti noi, per

coll'alba ¶ lontani assai. Ma, se inseguirci pure ¶ si

tua salvezza è posta. ¶ Ma se pur crudo il

le umane cose miri. Ma, si asconde ¶ sotto serena

coraggio indomito mi tragge; ¶ ma, degno sforzo. — Ambizion, vendetta

MASSINISSA ¶ Massinissa ¶ Oh dolor!... Ma, breve è il tempo

tende ¶ a guardia vegli: ma comando espresso ¶ vi do

scoglio, ¶ infranger si dovrà. — Ma il passo incerto, ¶ ecco

io fea con voi. Ma, la dovuta ammenda ¶ faronne

Massinissa, ¶ anco tu puoi: ma, fin ch'io spiro

tempo hai da ciò. — Ma omai, che speri? ¶ Ogni

tuo scoprir mi fea. — ¶ Ma invano io 'l seppi

insieme ¶ la fama perderò. Ma, il ciel, deh! voglia

stato appien l'orror... Ma troppo ¶ dal destin di

da un roman brando, ma col brando in pugno

son io da tanto... ¶ Ma, ch'io salvarla in

veggo, una orribil securtà... Ma, trarti... ¶ Sofonisba ¶ Tutto fia

mia reggia io stessi. — ¶ Ma, tu non parli?... disperati

stato nostro è assai: ma, non l'è il

alma viril fo teco: ma non resta ¶ partito a

breve ¶ di Roma avuta: ma per me non volli

tua man tal dono: ¶ ma non puoi tormel tu

me solo ¶ uccider puoi; ma fin ch'io vivo