Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

né mezzo né fine ma, poi ch’ella me

pochi luoghi espressi stentatamente; ma ne la rivisione Vostra

toscane segnate in margine. Ma, quello che più importa

ragione che intese anche, ma non la disse, Aristotele

dalla vittoria acquistar onore. Ma bisognerebbe avvertire di non

quel suo primo passaggio. ¶ Ma perché pensai anch’io

bisogni oprar la mano; ¶ ma quando indarno al fin

ardir me solo incolpa. ¶ Ma se questi del mar

spumeggiando ritorna indietro spinto; ¶ ma non può l’ira

vermigli, azzurri e gialli. ¶ Ma non s’offerse cosa

poppe e le carene. ¶ Ma de’ compagni suoi la

i lor maturi frutti. ¶ Ma fra i gusti più

lontano, ¶ fingendo d’aspettar; ma poi d’appresso ¶ scoccava

di lor non fea; ¶ ma sentiva il percosso acerbi

amor verran fra poco; ¶ ma non si geli poscia

suoi, co’ suoi diletti; ¶ ma non sì tosto poi

autun co’ frutti amati, ¶ ma non s’estingua poi

in amor contrarie tempre. ¶ Ma il capitan, che ʼl

che si volea partire; ¶ ma gli ordini e i

già d’età matura ¶ ma saettato di saetta d

questi frutti e fiori; ¶ ma il capitan, ch’a

con parole gravi ¶ cercò; ma poco frutto i suoi

e scorno». ¶ Così dicea; ma gli ostinati petti ¶ non

abbandonate, i’ v’abbandono». ¶ Ma che farà con così

e gli animi ritenta; ¶ ma sorda sempre ai prieghi

isola tornar facea disegno. ¶ Ma del Settentrion la rabbia

il vento il piede; ¶ ma il vento, ch’ottener

le navi a prova; ¶ ma sì stentata è l

perduta sua misera gente; ¶ ma poi che ritornar l

ancor nel mare aperto. ¶ Ma poi che tempo e

esser trasumanati in paradiso. ¶ Ma poi che il sol

sensi oppressi e conturbati; ¶ ma d’urti fieri e

di rimedio non pur ma di speranza ¶ da tutti

che non produce umori, ¶ ma d’un grand’arbore