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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «Ma»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
è nessuno qui?... BRATH!... Ma che canchero, sono diventati
2
1991
vedeva... ¶ – Va bene, Pit, ma adesso vieni qui... posala
3
1991
io, Magg? ¶ – Dài, Pit, ma fa’ veloce... Torno subito
4
1991
Pit. ¶ – Tu lo sai ma non vuoi dirlo, eh
5
1991
Io forse lo so ma non te lo dirò
6
1991
o fra qualche giorno... ma ci sarà un giorno
7
1991
occhi di Jun Rail. Ma più di ogni altra
8
1991
perlopiù sorridendo, come sempre, ma con la paziente e
9
1991
rimaneva una cosa vaga, ma almeno era uno straccio
10
1991
una lastra di vetro, ma dovessimo farla grande, capisci
11
1991
per tutto assolutamente geniale, ma anche, in tutto e
12
1991
viaggi, non tornò solo, ma arrivò con Mormy, e
13
1991
pelle bruciata dal sole, ma una volta per tutte
14
1991
mestiere o per piacere, ma più probabilmente per mestiere
15
1991
di Jun per dire – ma era quasi un pregare
16
1991
chiedimi quello che vuoi... ¶ Ma Jun non disse nulla
17
1991
si capiva quasi niente, ma almeno quello lo si
18
1991
questa storia dei gioielli, ma una spiegazione definitiva, comunque
19
1991
nome era mai quello. Ma una cosa era chiara
20
1991
gli era chiaro perché, ma aveva l’impressione che
21
1991
un lungo infinito proiettile, ma ad alzare lo sguardo
22
1991
e a non pensare, ma adesso l’ha vista
23
1991
buttare via una gamba, ma quella, ostinata, non vuol
24
1991
via. Può sembrare incredibile, ma con un sistema del
25
1991
testa, in quel tubo, ma neppure la testa di
26
1991
magari non ride, veramente, ma se solo il mondo
27
1991
egli conserva un segreto ma deciso scetticismo nei confronti
28
1991
illuminanti aneddoti da riferirLe, ma la mia mano, come
29
1991
logica di un breve ma acuto saggio. ¶ – Che succede
30
1991
vero, la schifezza? ¶ – No. Ma sta’ attento: dato che
31
1991
noi non siamo calzini ma persone, non siamo qui
32
1991
un po’ a pensare. ¶ – Ma quante volte lo si
33
1991
quadernetto viola: logoro, spiegazzato, ma con una sua dignità
34
1991
tutto, in quel libretto, ma sarebbe già un buon
35
1991
in modo inevitabilmente parziale ma rigorosamente privo di gerarchie
36
1991
sottotenente conteneva una prudente ma precisa domanda di matrimonio
37
1991
seguita da non acutissime ma ragionevoli massime di vita
38
1991
dette. Le aveva scritte. Ma la cosa, per la
39
1991
usasse le sedie, sì, ma per starci in piedi
40
1991
cagare è una delizia. Ma ha i suoi vantaggi
41
1991
cosa precisamente stava inseguendo. Ma aveva capito che, in
42
1991
immagina. Sarà anche stupido, ma la gente si stringe
43
1991
la notte a provare, ma non riusciresti a indovinare
44
1991
regalo per ogni fuga. Ma il segreto era che
45
1991
stesso. Cambiavano le scatole ma lui era sempre quello
46
1991
si arrivava, tutto lì. Ma il treno... quello era
47
1991
macchina non produceva forza, ma qualcosa di concettualmente ancora
48
1991
gara del secolo – piccola ma enorme porzione di umanità
49
1991
bomba sputata nel cielo. Ma sconcertante, questo sì, fu
50
1991
Addormentata nel bosco” scrissero. Ma molto tempo dopo, col
51
1991
unico soffocamento, angoscioso, certo, ma anche... qualcosa come un
52
1991
viste prima, meravigliose certo, ma impossibili perché il solo
53
1991
strategia di difesa, ovvia ma geniale, un piccolo gesto
54
1991
La morte più assurda, ma se si vuole anche
55
1991
sputtanamento definitivo e inconfutabile. Ma il senatore aveva ancora
56
1991
maciullato del senatore, maciullato ma vivo, appeso alla vita
57
1991
vita per un soffio ma ancora lì, abbastanza triturato
58
1991
dal dolore per impazzirne ma ancora vivo quel tanto
59
1991
del senatore Walter Huskisson, ma non sotto il titolo
60
1991
Senatore maciullato dal treno”, ma sotto il titolo, lungimirante
61
1991
in mezzo alla campagna, ma quello, nobile, di spegnersi
62
1991
una cosa da nulla ma una cosa immensa – immensa
63
1991
aiutarla... ¶ – Certo, va benissimo, ma adesso silenzio... ¶ – Scusa, Pekisch
64
1991
Potete anche non crederci, ma io vi dico che
65
1991
caro Pekisch mi spiace ma non credo di avere
66
1991
e andarvene, semplicemente andarvene... ma la verità è che
67
1991
c’è... c’è ma voi non la volete
68
1991
con tutto il rispetto, ma non ho mai visto
69
1991
morto il reverendo Hasek ma anche, e in un
70
1991
Non lo so, ragazzo. Ma quando sarà il momento
71
1991
un canyon molto profondo. Ma era un canyon di
72
1991
anche un sasso immobile – ma una sua nota, lui
73
1991
non è solo logica ma del tutto e luminosamente
74
1991
treno... no. ¶ – Mi perdoni, ma una città ci dev
75
1991
altro, tanto di guadagnato: ma non è quello l
76
1991
furibonda all’incolpevole Bonelli. ¶ – Ma tutto questo è assurdo
77
1991
o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella
78
1991
ingegnere... ¶ – SIGNOR RAIL! ¶ – Dica. ¶ Ma invece di dire, Bonetti
79
1991
Nessuno ce lo proibisce ma è meglio che noi
80
1991
solo Jun ti perdonerà: ma quello sarà l’ultimo
81
1991
bello dei regali. ¶ – Regali? Ma quella è un’assurdità
82
1991
a raccontarlo al mondo, ma questo non cambierà nulla
83
1991
può arrivare un treno, ma quel treno ha un
84
1991
studiare attentamente il percorso, ma è probabile che si
85
1991
è esattamente uno scherzo ma credo che con qualche
86
1991
di là dal vetro. Ma più propriamente lo ascoltava
87
1991
lui e il diluvio. Ma, nella notte, la campana
88
1991
lo affogava dal cielo, ma non smise di correre
89
1991
strada, dove di nuovo, ma con il respiro che
90
1991
e questo avrebbe fatto, ma arrivato a metà del
91
1991
dei suoni diversi, no?... ma poi non so... non
92
1991
perfino per lui... ecco... ma poi non so... io
93
1991
vidi. Ed era incredibile ma lui stava là sotto
94
1991
so che è strano, ma... era così... e io
95
1991
non saprei dire perché, ma non mi chiesi neppure
96
1991
lo dico per scusarmi, ma lui era così... lui
97
1991
una donna bella e... ma succede, ecco... ci abbracciamo
98
1991
solo delle volte, così... ma non gli ho mai
99
1991
ricordo, adesso lei riderà, ma... una volta mi svegliai
100
1991
e solo quella notte, ma era vero........ Io l
101
1991
o le cose brutte, ma poi ci sono dei
102
1991
ne ho mai visti, ma mi hanno detto che
103
1991
davvero... così, per dire.......” ¶ 5 ¶ – Ma com’è, signor Rail
104
1991
testa che gli girava, ma ridendo e... ¶ – ... su avanti
105
1991
taceva. Aveva undici anni ma li aveva in un
106
1991
po’. Non disse nulla. Ma a un certo punto
107
1991
po’ quel che volete, ma a me non mi
108
1991
nessun pericolo, assolutamente”, “Di’, ma li legge i giornali
109
1991
è un treno”, “Oh, ma sai che ne dici
110
1991
e tutto il resto”, “Ma figurati se si paga
111
1991
da ricchi il treno”, “Ma il signor Rail mi
112
1991
chiama Elisabeth”, “Elisabeth?”, “Elisabeth”, “Ma figurati...”, “È un nome
113
1991
effetti stava arrivando Elisabeth “Ma chi vuoi che ti
114
1991
sguardi. Nessuno poteva vederla. Ma tutti sapevano che sarebbe
115
1991
risultò chiaro a tutti, ma tutti assentirono con molta
116
1991
anche portare alla morte, ma che restava comunque un
117
1991
stato un giorno eccezionale, ma non cambia nulla. Arriva
118
1991
qualche istante disse qualcosa, ma molto piano, come a
119
1991
dopo l’altra, ordinatamente, ma poi ce n’era
120
1991
e propria. Allora partivano: ma lo sguardo di Mormy
121
1991
gran clamore di tutti: ma Mormy, tutto questo, non
122
1991
fermava anche un attimo, ma poi era in fondo
123
1991
fila con le altre. Ma per Mormy, quelle stesse
124
1991
una corsa di cavalli, ma poteva anche essere semplicemente
125
1991
tornerà. ¶ Si ricordava tutto ma non il nome. Si
126
1991
il profumo che aveva. Ma il nome no. ¶ ... che
127
1991
nome di un colore... ¶ Ma quella era l’ultima
128
1991
provare? e va bene, ma adesso basta, adesso tutto
129
1991
bene, te ne andrai, ma non adesso, te ne
130
1991
fare quel che vuoi, ma prima no... promettimelo, Andersson
131
1991
suonino la stessa nota. Ma lui muove le carrucole
132
1991
per lui una madre. Ma non pensava mai di
133
1991
piaceva l’acqua bollente ma gli piaceva che Jun
134
1991
impresa viverla e basta. Ma tu... tu sembra che
135
1991
tanto qualche parola spariva, ma c’era, da qualche
136
1991
in fila all’altra, ma anche un po’ una
137
1991
Guarda il signor Rail, ma non negli occhi. ¶ – Io
138
1991
sua vita, Hector Horeau. Ma mai aveva letto qualcosa
139
1991
ne fossero poi tante. Ma Hector Horeau era una
140
1991
mattoni, non in marmo: ma in vetro. Perseguiva tenacemente
141
1991
ammettere negli anni seguenti. Ma ci sono navi che
142
1991
negozio. Non lo sapevano, ma stavano, simultaneamente, entrando in
143
1991
da Marsiglia ad Alessandria: ma il suo dèmone personale
144
1991
di una silenziosa, provvisoria ma percepibile guarigione. Hector Horeau
145
1991
una sua coerenza, illogica ma effettiva – all’unico albergo
146
1991
di chilometri dal paese. ¶ – Ma non sono più come
147
1991
chiederle una cosa? ¶ – Dica. ¶ – Ma quella banda... quella che
148
1991
Rail. Horeau voleva pagarlo ma non ci fu verso
149
1991
credo che dovrei. Davvero. ¶ Ma lo disse con allegria
150
1991
farle anche più grandi... ma questo significava farne quattro
151
1991
non è più nessuno. Ma una volta era un
152
1991
bocce di vetro... enormi... ma questa era una storia
153
1991
assurdità bell’e buona. Ma bisognava immaginarla con migliaia
154
1991
stato diverso, tutto lì... ma... non è questo l
155
1991
vetro, solo il vetro. ¶ – Ma ce ne vorrà a
156
1991
fermò il signor Rail: ma tutti, immobili, rimasero a
157
1991
Hector Horeau non voleva ma alla fine lo convinsero
158
1991
con voce lenta. Infinita. Ma a un tratto si
159
1991
se c’entrava qualcosa, ma era così. Pensava all
160
1991
non solo per quello... ma per come è fatto
161
1991
un po’ di più. Ma al massimo entro tre
162
1991
correva lungo il viso. ¶ – Ma a chi è venuto
163
1991
era bella... non bellissima, ma bella sì... quando ballava
164
1991
era bella... pensavano così... ma io sono diventato impossibile
165
1991
accorto, giorno per giorno, ma non c’era niente
166
1991
così... sapevo vivere, prima, ma poi... non ce l
167
1991
dire ‘è il caso’, ma cosa vuol dire? vuol
168
1991
diventi della tua misura... ma una cosa vale l
169
1991
c’ha sofferto eccome... ma quando la giacca è
170
1991
stato tutta la notte, ma non riesce a dire
171
1991
fosse uno schifo, no... ma perché quello era il
172
1991
sghignazzavano su, quegli stronzi... ma era solo che erano
173
1991
le cambiava, cose così, ma... erano sempre musiche di
174
1991
per far partire Elisabeth... ma lui diceva ‘con il
175
1991
quello ci credi tu, ma tu sei giovane, che
176
1991
giorni, e di fiere... ma io ci sono finito
177
1991
tutte le cianfrusaglie dentro... ma non lo trovavo, un
178
1991
a bere qualcosa insieme... ma avevo una roncola in
179
1991
nessuno lo vuole capire ma era così... che ci
180
1991
giorno, io e Mary... ma era una roncola quella
181
1991
le avevo mai sentite... ma anche quelle... anche quelle
182
1991
dire semplicemente qualche passante, ma decine e decine di
183
1991
infinito. ¶ Non per altro: ma è sempre un qualche
184
1991
stesso giorno del Re, ma senza finire sui giornali
185
1991
specie di temporale sonoro – ma molto più dolce di
186
1991
tutt’e due, contemporaneamente, ma distinti – c’è qualcuno
187
1991
mille posti per posarsi ma è sul collo di
188
1991
vestitino giallo, niente cappellino, ma i capelli tirati su
189
1991
in mano e camminava, ma qualcosa stava succedendo, se
190
1991
il trombone di Ort, ma qualcosa gli si stava
191
1991
passi sempre più piccoli, ma bellissimi, a modo loro
192
1991
tutto come un grido / ma non risponde, Hector Horeau
193
1991
Pekisch, sembra che preghi / ma è nel punto più
194
1991
direzione? / no, qualsiasi cosa ma piangere no, proprio adesso
195
1991
no, qualsiasi cosa, Pehnt, ma quella no – perché? – non
196
1991
lì dovranno pur passare – ma nessuno si fermerà, giusto
197
1991
abbiamo cercato di fermarli ma erano in troppi, e
198
1991
io non so perché ma Mormy è rimasto indietro
199
1991
gridato di venir via, ma lui non sentiva, io
200
1991
allora si sono fermati, ma era ormai troppo tardi
201
1991
darcele di santa ragione, ma quella è brutta gente
202
1991
tiravano dietro le pietre, ma così, per prenderci per
203
1991
incazzare, io non so, ma quel che ho visto
204
1991
correre. Siamo tornati indietro, ma non c’era più
205
1991
i soldi che aspettavano, ma loro non volevano saperne
206
1991
che venisse anche Mormy ma lui voleva venire e
207
1991
parlare e a convincerli, ma è brutta gente quella
208
1991
so com’è cominciata ma alla fine ci siamo
209
1991
eravamo portati qualche bastone, ma così, non proprio per
210
1991
arrivare a mani vuote... ma quando io ho visto
211
1991
a correre anche lui, ma poi io non l
212
1991
io volevo far qualcosa ma non si sapeva nemmeno
213
1991
ce l’avrebbe fatta, ma non c’erano più
214
1991
dove. Voglio andargli incontro. ¶ – Ma non è possibile, nessuno
215
1991
Arrivavano treni, partivano treni. Ma lei se ne stava
216
1991
di anni e anni. Ma sorrise, e disse piano
217
1991
disse piano ¶ – Scusami, Dann. Ma dovevo chiederti una cosa
218
1991
tutti l’hanno perdonato. Ma gli dica anche questo
219
1991
girarti da qualsiasi parte ma tutto sembrava maledettamente uguale
220
1991
intorno, il signor Rail, ma non c’era verso
221
1991
passo potrebbe schiantare tutto, ma su quelle trecento facce
222
1991
Provarono con i veleni ma quelli non ci cascavano
223
1991
fermare tutto. Era ridicolo, ma non ci si poteva
224
1991
ovviamente, diceva la sua, ma non c’era un
225
1991
indescrivibile. Bisogna esserci stati. Ma com’è? È vero
226
1991
vetro, come una serra, ma mille volte più grande
227
1991
può anche non credere, ma era così. Andava in
228
1991
che io li leggessi, ma quand’è sparito allora
229
1991
a barili, si intende, ma niente poteva fermare quella
230
1991
lacrima, nessuno la vide, ma il segnale era quello
231
1991
in quel modo assurdo, ma alla grande, questo bisogna
232
1991
paura, torna a dormire, Ma cosa è stato? Non
233
1991
un uomo molto paziente, ma la questione vera è
234
1991
ho detto, a Caspar. Ma lui dice che col
235
1991
È un bravo ragazzo, ma gli manca la poesia
236
1991
sapere i fatti tuoi, ma cos’è ’sta storia
237
1991
qualcosa a questo bambino. Ma da dove bisogna partire
238
1991
Ce ne sarà una, ma quale? ¶ Sono felice e
239
1991
tempo ragionevole, a inebetire. Ma quel che proprio non
240
1991
sentito da qualche parte, ma chi si ricordava dove
241
1991
gran fortuna, come nome, ma comunque... Magari potrebbe bastare
242
1991
trasportano polvere da sparo. Ma mi si consenta di
243
1991
che non ti piace, ma non voglio che tu
244
1991
del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo
245
1991
so come fartelo capire, ma qui si vive al
246
1991
Io non lo so. Ma mi tengo stretta questa
247
1991
Quinnipak, insieme a te. Ma qui non c’è
248
1991
che pensava anche lei, ma quel che è importante
249
1991
Sapeva dove voleva arrivare, ma non sapeva da dove
250
1991
vetro. Inventò quasi tutto. Ma alcune cose erano vere
251
1991
trovare la frase giusta. Ma è lei che la
252
1991
l’ha mai detto. Ma è là che deve
253
1991
è una storia strana ma è così. Laggiù c
254
1991
giorno magari lo leggerò. Ma prima devo portarlo laggiù
255
1991
bisogna fare nella vita, ma lei quel libro lo
256
1991
lei, ormai da anni. Ma non riuscirò per sempre
257
1991
che sembra un’assurdità, ma è così. Prima di
258
1991
destino trattiene il fiato. Ma un giorno tornerà a
259
1991
devi dire a nessuno. Ma è così / ¶ – Mi lascerai
260
1991
spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la
261
1991
vedersi svaligiare la casa: ma al rallentatore e in
262
1991
andarsene, dopo un po’. Ma in fondo aspettava qualcosa
263
1991
sala fino alla fine, ma con la mente spenta
264
1991
sta sempre là. Semivuota, ma da fuori non si
265
1991
delle gabbie di legno. Ma c’erano anche quelli
266
1991
uno stato di inoffensiva ma profonda estraneità nei confronti
267
1991
Continuò nel suo assurdo ma preciso lavoro. Per minuti
268
1991
Volevo solo vivere, io. Ma non si può, vero
269
1991
Pekisch finì il bagno, ma non finì la singolare
270
1991
a un volume misurato, ma con ferma ostinazione. Era
271
1991
aulenti: ci riuscì, infatti, ma era esausto quando tornò
272
1991
là. Mancava il clarinetto, ma a sostituirlo erano sopraggiunti
273
1991
verso un bel finalino. Ma si accorse subito che
274
1991
tutti i toni possibili ma sempre il suono del
275
1991
fatta di note invisibili. ¶ – Ma che cazzo di scherzo
276
1991
La vedova rimase sconcertata ma mostrò una certa propensione
277
1991
po’ tutti, a trovarlo, ma nessuno sapeva cosa dire
278
1991
sono tante, di malattie, ma quella che diavolo era
279
1991
per lui. Parlò piano, ma lei lo sentì. ¶ – Stanno
280
1991
cose, la vedova Abegg. Ma quando ti viene quella
281
1991
se almeno stesse zitto. Ma lui deve parlare. Gli
282
1991
Quel che ti viene. Ma lo devi fare bene
283
1991
Poi torna, è ovvio, ma intanto, per un po
284
1991
ricominciato tutto da capo. Ma non era facile venir
285
1991
in malora. È ridicolo, ma quello che mi sarebbe
286
1991
serate a fumare sigarette. Ma non c’era roba
287
1991
che non esistevano prima. Ma non so se era
288
1991
le navi che partivano. Ma poi non cambiava niente
289
1991
orribile. Scappavamo a Quinnipak, ma neanche più quello funzionava
290
1991
roba da non crederci. Ma non potevo andarmene. Pagavano
291
1991
degli occhi bellissimi, Tool. Ma mi spaventava a guardarmi
292
1991
ogni tanto, a Quinnipak, ma nemmeno là lo trovavo
293
1991
la forza per farlo. Ma un giorno ho riempito
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1991
so, Elena, perché scappo. Ma lo capirò. A poco
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1991
Ne ho viste tante, ma solo due cose sono