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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «Ma»

nautoretestoannoconcordanza
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me stessa. ¶ «Carina,» disse «ma troppo deperita. Non importa
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dall’arrivo nel campo; ma un senso di pudore
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non di uno solo, ma di un’intera schiera
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sai, restano sempre chiuse, ma nei momenti di pausa
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i principi: non ridere, ma credo che all’inizio
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Mio marito sa tutto, ma non che mi baciassero
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slanciarmi verso il cielo; ma le persiane sono chiuse
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riuscivo ancora, almeno approssimativamente, ma lì dentro, in quella
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nelle ore di libertà; ma io no, io non
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rendeva scomoda, senza dubbio, ma inequivocabilmente diversa, creando un
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capisci? Erano lì, intatti, ma appartenevano a una creatura
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a spiegarmi con chiarezza; ma la cosa che mi
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era riuscito a cancellare; ma a simili infortuni siamo
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hanno gli occhi lucidi, ma lucidi di lascivia, mentre
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le teste di morto, ma davanti ai miei occhi
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del tutto la musica, ma allo scoccare della mezzanotte
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presi molto dopo, naturalmente; ma dopo quando? A volte
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non ero tra loro, ma avrei potuto. A che
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casa. ¶ A casa, Maestro… Ma la mia casa ormai
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di quei grotteschi nomignoli; ma la nostra patria non
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solita vicenda delle stagioni? Ma il pensiero più bruciante
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si sopravvive per scelta, ma per forza d’inerzia
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si fosse realmente compiuta; ma l’incantesimo, questa volta
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l’abbia sempre fatto; ma a tutto ci si
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docce e della ciminiera. Ma sono esempi difficilmente imitabili
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a viverci per sempre. ¶ «Ma dov’eri, Sonja, si
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alla porta della soffitta, ma non ebbe la forza
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parso, tutto il contenuto; ma si fosse anche trattato
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né l’altra cosa, ma un testamento rivolto soltanto
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brutale e di sottile ma inflessibile reticenza. Passo dopo
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naturalmente non vivevo sola ma, come tutti i bambini
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o forse con violenza, ma noi dormivamo troppo sodo
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muri non erano azzurri ma bianchi, le persiane non
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persiane non erano verdi ma rosse, e basta così
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così?» ¶ «Un cane, signore; ma non ha importanza.» ¶ «Un
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a scappare, quella volta, ma poi è annegato nel
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sillabe «mi dispiace tanto. Ma tu, invece…» ¶ «Io, signore
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oblio, sino al giorno (ma era appena ieri?) in
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attendeva davanti al cancello. Ma un corpo nudo, come
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calze di seta bianca, ma quando il coperchio fosse
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letto perché potesse guardarla; ma lui l’aveva fissata
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svolgevano con cadenza settimanale; ma non riusciva a provare
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Un braccio, una mano. Ma lei, come avrebbe potuto
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posto. Un po’ severi, ma alla fine mi perdonano
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di essere ancora viva; ma le parve un’indelicatezza
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padrone della sua coscienza. «Ma riesci a dormire lo
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buona. Non molto dolce, ma buona.» ¶ «Non molto dolce
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riluttante, non molto dolce; ma più affettuosa di così
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incrociandomi, si arrestò dubbiosa, ma poi proseguì per la
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di andare?» ¶ Glielo dissi, ma in risposta non ottenni
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è l’ultima volta…» ¶ Ma lui mi trattenne, afferrandomi
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ti separavano da me, ma se avessi gridato, non
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alla conferenza in programma; ma non feci parola dei
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suono della tua voce; ma fu solo un attimo
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che fine avessi fatto ma non osavano intraprendere alcuna
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occhi su di me. Ma questo fu dopo, ovviamente
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una donna in divisa; ma nessuno rise a questa
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spartana vettura di terza, ma su una sorta di
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primo della mia vita, ma davvero c’è poco
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dire. Attraversai mezza Europa, ma senza vedere nulla, nemmeno
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avresti accolta con imbarazzo, ma anche, nonostante tutto, con
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in salvo per sempre. ¶ Ma non era quella, come
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magico di quei versi, ma non ci riuscii (ora
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la mano dal vagone, ma nessuno risponde al mio
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tua sapienza di poeta. Ma voglio procedere con ordine
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facile, così facile dimenticare… Ma se il dolore ha
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Dunque sono sul treno, ma dai treni prima o
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Lo sai anche tu; ma io allora non me
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scontare la mia pena… ma quanto poteva durare, per
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non mi chiamo Sara ma Adela, che io sono
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dove adesso dorme Sonja, ma da una stanzetta appartata
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lo scroscio del fiume ma si assimila inconsciamente al
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un volto ancora bello, ma inespressivo, su cui le
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uscita senza la stella ma, come ormai capivo, quella
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più alla mia volontà, ma a una forza esterna
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vento, che ci trasportava; ma l’immagine non è
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verso le mie compagne, ma nei loro occhi non
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posto vuoto, nella baracca, ma quasi subito tornava a
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lei non riconoscerebbe me; ma se, per un sinistro
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il bisogno di giustificarmi, ma non allora, e forse
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fisso su di me, ma era lo sguardo arcigno
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reduce da una cavalcata, ma i suoi occhi ci
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sarebbe seguito come punizione; ma lo schiaffo non venne
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parole ruppi in lacrime; ma la caposquadra, ridendo, mi
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una mano sulla spalla. «Ma no, cosa hai capito
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il tailleur verde muschio, ma una nuova divisa, fresca
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divisa, fresca di bucato. ¶ «Ma come? E i miei
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come un pesce.» ¶ «Bene. Ma vogliamo esserne sicuri.» ¶ E
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figlia di un medico, ma lui non rispose una
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il morbillo, la pertosse, ma lui tagliò corto e
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dirigemmo da quella parte, ma verso la zona dove
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caso, ero davvero fortunata… Ma quando, giunta davanti alla
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ridere tra le lacrime, ma quando udii avvicinarsi un
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fui preparata a puntino, ma devo sforzarmi di non
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la mia buona fatina; ma sulle prime la presi
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mi aspettavo che sorridesse, ma non lo fece. Rimase
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certo che non doveva. Ma la prego, cerchi di
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non è sua zia, ma sua sorella, tanto per
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dalla finestra della camera. Ma per favore, non lo
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o come una torre, ma fare salti non le
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ormai più corretto definirmi. Ma il fatto è che
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nutrito nei suoi riguardi; ma di un puro e
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i tuoi?» ¶ «Si sopravvive. Ma entra, non restare sulla
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sembrava del tutto assorbito, ma data la situazione evidentemente
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scambiandoci uno sguardo smarrito. «Ma, figliolo,» disse infine papà
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la difficoltà della cosa; ma ceneremmo presto, in modo
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nessun borghese oserebbe infastidirmi.» ¶ «Ma un camerata in licenza
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non è proprio nuovo, ma neppure troppo démodé, e
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bizzarra, spalancano gli occhi, ma poi si affrettano a
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Anch’io mi vergognavo; ma a Kurt non volli
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per le sette.» ¶ «Spiacente, ma non accettiamo prenotazioni.» ¶ «Come
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ridicola faccenda sarà sistemata.» ¶ Ma la faccenda non fu
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tavoli liberi. «Spiacente, signore: ma anche lei, cerchi di
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un cliente.» ¶ «Riferirò, signore; ma se permette…» ¶ «Non c
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già pronta a colpire, ma io la trattenni per
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curo semplicemente i feriti. Ma certo, questo solo per
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ne ho viste, Adela… ma quella stella gialla sul
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da cima a fondo, ma senza commenti: in assoluto
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qualcuno. A come Adela… Ma doveva trattarsi di una
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a volte (non spesso, ma qualche volta) penso con
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molto se non ritornasse; ma anche questa è una
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volta è un tormento, ma ci sono abituata. Il
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non pretendo, gliel’assicuro; ma sarebbe già un conforto
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non chiedo di più. Ma questo poco, Maestro, glielo
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a volte (non spesso, ma qualche volta) questa attesa
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che sua sorella tremasse. Ma quando è stato, signore
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attenti.» ¶ «Sì, stiamo attenti. Ma guarda, Lise: è proprio
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negozio di un gioielliere? Ma rubare non sta bene
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dire in cantina, signore?» ¶ «Ma sì, nel rifugio. Dove
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pianga ancora per Lise, ma dovrebbe…» ¶ «Io non piango
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vorrei gridargli di smettere, ma ho troppa paura, rimango
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Vorrei chiudere gli occhi, ma non ci riesco. Il
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di difendersi, di scappare, ma quelli sono in troppi
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adesso smetta di piangere…» ¶ «Ma il cane… Dov’è
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ho modo di saperlo. Ma immaginarla così vicino e
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per prudenza, mi creda, ma piuttosto per sfida, per
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quel marchio d’infamia. Ma stasera voglio che la
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dei passanti; sarò prudente, ma non vile, se Dio
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non tenterò di avvicinarla, ma scivolerò fuori con discrezione
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resistenza. Provò a tirare, ma senza risultato: la serratura
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monito imperioso e solenne? Ma Sonja era una persona
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se non vado errata; ma quegli anni sono ere
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altra e inattesa destinazione), ma dopo aver compiuto un
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te. Come forse ricorderai (ma no: perché dovresti?) era
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che afferravano la preda. Ma lo strappo non veniva
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accorge neppure di sentirlo. Ma quando all’improvviso non
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vedemmo ricomparire sulla soglia, ma il suo sguardo non
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io però mi dissi: ma sì, è ovvio, non
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dimostrazione di un teorema. ¶ «Ma come…?» domandai. ¶ «Con un
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cupo disgusto. «L’avrebbero…» Ma chi? Come precisarla, quella
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Certo, signore, come no?» ¶ «Ma, Sonja… lo sapevi già
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si sovrapponevano di continuo, ma senza confondersi, separati dalla
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non c’era ancora, ma accanto all’ingresso del
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viene imposto il coprifuoco. Ma certo, è naturale: se
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ne avrebbe il potere; ma questo non toglie nulla
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altrimenti, continuerei a scriverle? Ma lei, la prego, mi
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ignoti meccanismi d’associazione. ¶ «Ma no, signore, stia calmo
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mangia? Che si beve?» ¶ «Ma no, ho detto un
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spessa, da cavallo…» ¶ «Bene. Ma Lise dov’è?» ¶ Sonja
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gli saliva alle labbra, ma Sonja dubitava che i
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Il rumore delle bombe?» ¶ «Ma no, Sonja, che c
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orecchini di sua sorella? Ma chissà dove sono, io
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ne scordo; lei, piuttosto… ¶ Ma forse non è altro
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una sorta di piacere; ma quante persone, in realtà
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esterno, era il dottorino; ma adesso anche lui è
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in un momento simile. Ma un dovere l’ho
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fronte?» ¶ «Dove mi manderanno. Ma vorrei che Adela… Vorrei
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è il mio paese.» ¶ «Ma si sarà pur reso
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bestiole.» ¶ «Scusi la brutalità, ma temo che non tutti
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affrettò a fare altrettanto. Ma il commiato gli era
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potete, vi prego, perdonatemi.» ¶ «Ma che dice? Di che
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scala non aveva serratura, ma la maniglia era talmente
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nella sua esplorazione, faticosamente, ma a ciglio asciutto. Non
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splendido per una pittrice, ma io non so dipingere
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dal bruno al nero; ma quegli svogliati tentativi non
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non aveva mai conosciuto ma alla quale dicevano somigliasse
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mi davano dell’«ebreuccia» ma non potevano impedirmi di
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salverà il mondo… Già, ma quale bellezza? Mi creda
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sue visite nella soffitta. Ma ciò che malattia e
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di sporco sulle guance, ma allora, sotto l’albero
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stava scavando nella memoria… Ma la memoria di chi
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vestito intorno alla persona, ma non aveva bisogno di
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biancheria smessa. ¶ VIII ¶ Maestro, ma come ha potuto? Sulle
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due sostantivi. La ninfa… Ma la ninfa sono io
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di questo gesto frettoloso; ma inghiottendo l’amaro, mi
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grazie e un addio, ma un addio perché? Per
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compassione? Ricordarmi… Perdoni, Maestro, ma questa è una piccola
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bellezza salverà il mondo, ma quale bellezza? Forse non
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non sarebbe la buccia, ma il nocciolo sepolto; qualcosa
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che a volte mormora, ma a volte anche grida
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mi tocca sopravvivere? ¶ IX ¶ «Ma no, signore, che sta
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a muovere l’alfiere?» ¶ Ma l’alfiere, per il
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era ancora stata rimossa, ma in quella luce sembrava
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e finiamo la partita.» ¶ «Ma no, signore, mi lasci
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un cenno al padrone, ma questi non ricambiò il
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a Roma, a Venezia? Ma a volte ho l
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troppo disincantata, addirittura cinica; ma che vuole, anche noi
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politica, comunitaria, una fiducia… ma in che cosa, Maestro
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causa non solo persa, ma profondamente sbagliata. Quando potrebbe
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Perdoni la mia amarezza; ma lei non può rendersi
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signorina, che cosa desidera?», ma si viene apostrofate con
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non erano di plastica ma di legno, e non
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rivista che stava sfogliando. Ma perché me la prendo
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una volta per tutte. Ma che farci? È sempre
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Ah, capisco, la badante… Ma per qualche settimana, saremo
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ancora di quale entità.» ¶ «Ma… adesso è fuori pericolo
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conoscenza, non può parlare ma è relativamente vigile: forse
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bisogno di una sigaretta, ma soprattutto sentiva il bisogno
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margine di una pagina, ma piantato dritto nei suoi
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signore?» ¶ «Moo… Moorio?» ¶ «No! Ma no, come le viene
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un’attenzione addirittura spasmodica, ma al tempo stesso sembrava
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Conosci tu la terra…» ¶ «Ma sì, la terra dove
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dovrebbe riposare. Io vado, ma ritorno presto: già domani
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tutt’altro che allegro, ma tocca pur affrontarlo, arrivati
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difficile sotto molti aspetti, ma non da ultimo sotto
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guadagno abbastanza. Mi dispiace, ma non possiamo più permetterci
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trovare un nuovo impiego. Ma in tempi come questi
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miei occhi l’Imperatore. Ma non tema, la prosa
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suonare… indovini che cosa. Ma sì, naturalmente: il nostro
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prossima visita in ospedale. Ma poi, nei giorni della
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che «non è parente», ma in tono di assoluta
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intangibile solitudine. Era lì, ma non c’era; per
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esatto né l’autore. Ma quando un giorno, durante
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riuscita a prendere dimestichezza. Ma quello sfrangiarsi esitante, la
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le braccia al collo; ma sarebbe stato come abbracciare
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delle piramidi. ¶ XIII ¶ Maestro, ma sta accadendo davvero? In
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non quel blasone leggendario, ma una nuova, atroce condanna
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l’ora, signor professore, ma proprio non potevo fare
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ho visto anch’io… Ma cosa significa?» ¶ Il dottorino
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notte non entrerà nessuno.» ¶ «Ma si calmi, si spieghi
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fretta di correre qui; ma passando per la piazza
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sua moglie… per Adela.» ¶ «Ma cosa dovrebbe succedere, Dio
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seguito i suoi consigli, ma stanotte di qui non
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sarebbe addormentata all’istante; ma lo scroscio del fiume
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lamento. Bisognerebbe demolirla, pensò; ma a quel pensiero provò
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bellezza!; e la seconda: Ma quale bellezza salverà il
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rantolo insopportabile. La bellezza… Ma quale bellezza? Mentre formulava
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una pioggia di manna…» ¶ Ma a un tratto la
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letto. Tutto avremmo sospettato, ma non che appartenesse alla
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salotto per attendere insieme, ma verso l’alba, quando
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non sarebbero mai cambiate; ma il tempo è veloce
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Non ci crederà, Maestro, ma all’improvviso padroni e
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Scusa, forse avevamo appuntamento, ma oggi non mi sento
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essere invadente o inopportuno, ma bisogna che lui sappia
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ne avevo nessuna voglia, ma non osai rifiutare: almeno
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è tutto terribilmente grottesco. Ma ti prego, Adela, rifletti
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parlarne con te, innanzitutto. Ma se tu mi autorizzi
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me non per chiedere, ma per concedere, per offrire
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No» risposi. «Grazie infinite, ma non ti autorizzo.» ¶ «Non
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diverso, chi lo sa; ma non saranno certo quei
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Bene, non parliamone più. Ma anche così, ti prego
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che tante lo fanno, ma io no: noi ninfe
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durante il Terzo Reich, ma ormai la sua fama
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capiva poco o nulla, ma intuiva come quell’odio
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ha dato, tua madre!») ma si riferiva a lei
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fondo, non doveva essere. Ma il demone della curiosità
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e credula di Sonja, ma che adesso quasi la
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come un consigliere sgradito ma influentissimo, finché un giorno
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illeggibili, abbracciavano intere strofe. ¶ Ma cosa scriveva, in fin
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la strada nella fitta ma laconica selva dei commenti
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capo, prima o poi; ma il vecchio, al piano
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situazione non è allegra, ma neppure così tragica come
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campeggia una nuova bandiera, ma il suo aspetto resta
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soltanto restringersi un po’, ma senza conseguenze gravi, almeno
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pazienti e altri no, ma poiché è sempre stato
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sconsigliabile uscire da sole, ma lei usciva pochissimo anche
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occhi lucidi. Io sorrisi, ma lo lasciai fare: in
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ex compagni di università. «Ma che ci fai con
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non che lo ignorassi, ma era una circostanza vaga
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che il profeta Elia; ma ormai persino quelle visite
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ingenuo ciò che dico; ma allora mi aiuti lei
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questo. ¶ IV ¶ Nella breve ma non superficiale formazione attraverso
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Mah… Ormai, quasi niente.» ¶ «Ma una volta? Cosa le
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mio padre ci giocava, ma io non ho mai
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pezzi. Però, se vuole…» ¶ «Ma no, Sonja, lasciamo stare
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passo.» ¶ «Se proprio insiste… Ma l’avverto, quando gioco
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sapeva neppure di ricordarla, ma la scena era lì
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misteri dell’apertura siciliana. ¶ «Ma come vuole che io
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quella.» ¶ «Mi scusi, Sonja, ma vedo con dispiacere che
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O forse non infinite, ma noi ci accontentiamo: l
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e imprevedibile la realtà.» ¶ «Ma appunto per questo, Sonja
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sua risposta (insolitamente breve, ma pur sempre una risposta
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oltre a questa attesa, ma avrei dato sfogo all
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padre invece è impallidito, ma ha saputo mantenere una
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un po’ (di rabbia, ma non solo: era davvero
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non si chiama Lotte, ma Ruth… ¶ Che follia, Maestro
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come noi tanti altri. ¶ Ma non voglio annoiarla. Lei
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usato da tempo immemorabile, ma che si dimostrò ancora
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oltre del suo tempo, ma per dimostrarle che ho
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la goffaggine della posa, ma quella era, se non
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vita con le braccia; ma a quel contatto la
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lui accarezzandole la testa, ma senza guardarla. «Alla mamma
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nebbiosa distanza del passato; ma occorsero alcuni minuti prima
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Mentre io, se potessi… Ma ora vada, non perdiamo
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sua tazza. ¶ «Scusi, signore, ma questi libri sono suoi
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a spolverare in silenzio, ma dopo qualche istante il
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dorsi di quei libri; ma era un ricordo vago
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sua non osavo sperarlo; ma so che lei non
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signorina con la cloche, ma non avrebbe sospettato mai
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fossi io. Scusi, Maestro, ma qui non la capisco
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argomento stamattina a colazione, ma papà era troppo preso
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non lo lascia tranquillo. «Ma noi che c’entriamo
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Dio» ha ripetuto papà, ma non sembrava troppo convinto
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irrequietezza; o il tempo, ma solo per riportare ogni
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facciate dei palazzi rococò. ¶ Ma ora basta, di questo
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ho. È uno spaniel, ma non di razza pura
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è una fervente wagneriana. Ma perché le scrivo queste
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a sopportare le bombe. Ma ora basta, signore, con
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signore?» ¶ «Non lo so, ma me ne sono accorto
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avrebbe dovuto assumermi.» ¶ «Forse. Ma ormai è fatta, non
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per aggiungere: riposi bene, ma non lo fece. Si
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Non sono una virtuosa, ma a furia di esercitarmi
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ossia la mia età, ma proprio come me conosceva
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si intitolava la canzone, ma qui il desiderio si
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riuscita a esprimermi bene, ma spero che lei capisca
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sua parte più preziosa; ma da quando aveva fatto
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poi non hai fame.» ¶ «Ma stai piangendo: perché piangi
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solo undici anni, allora, ma le cose le capiva
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non butta via nulla; ma questo non glielo rendeva
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tempo e dall’uso, ma semplice noncuranza: troppo arido
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era arido e freddo, ma disperato, e questa, ora
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giovane, a quarantotto anni, ma la sua voce aveva
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Questa volta era diverso; ma perché mai? Mentre si
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è Adela a parlarle, ma Fryderyk Chopin; o forse
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reclamare la sua attenzione; ma poi, ed è incomparabilmente
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acqua che scorre limpido, ma irresistibile, e dal quale
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davanti alla tua finestra… Ma ora il sole è
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in un’infinita ripetizione; ma le note scivolano veloci
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saputo dire per chi; ma ora che gli alberi
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a percorrerlo?» ¶ «No, signore, ma lo vedo ogni giorno
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che possa farmi bene… Ma solo una mezz’ora
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prugne un po’ piccole, ma dolci e succose; e
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lo diceva per sé. Ma stia attenta, per favore
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conto da sé». ¶ «Sì, ma niente spese pazze: tutt
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e la ferraglia inutile, ma non ho nessuna intenzione
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spariscono senza lasciar traccia. Ma io mi ricordo, mi
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quotidiano pacchetto di sigarette. ¶ Ma ancora, in un angolo
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occorreva un enorme coraggio, ma lei era sempre stata
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una statua di sale; ma era appunto una leggenda
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uno scialbo, convenzionale «signore». Ma questo è ancora niente
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indulgenza alla sua ammiratrice. ¶ Ma sto perdendo tempo, me
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è forse pane quotidiano ma qui arriva soltanto di
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il rischio di annoiarla. Ma vede, davvero ho solo
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che mi avrebbe capita, ma davanti a tutti quegli
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ricorrente nella cerchia domestica), ma ovviamente lui non osò
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tardi, forse.» «Più tardi? Ma la lettura sta finendo
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lo studente al fianco; ma in realtà, Maestro, ero
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imprecisi, pieni di lacune, ma in modo assolutamente perentorio
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le acque del fiume; ma non lo fece. Risoluta
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floreale. Un po’ stinta, ma era ancora così, stellati
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Sonja.» ¶ «Mi scusi, Sonja, ma forse dell’arredamento potremo
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rispondere al mio annuncio; ma non per questo, badi
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più legittima delle richieste; ma la sua mano era
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una provincia dell’Impero, ma già mio nonno…» ¶ «Bene
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disinteressata vigilanza.» ¶ «Scusi, signore, ma allora perché ha scelto
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perdoni, non volevo canzonarla, ma lei deve ammettere che
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d’affari…» ¶ «Mi scusi, ma non ho la minima
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me lo farò bastare.» ¶ «Ma prima, non vuole almeno
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importa? Bene, meglio così; ma proprio non riesco a
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rassicuri: è una piccola ma ariosa camera al primo
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volevo dire del destinatario, ma per me ogni sua
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caldo e insieme distante; ma non voglio metterla ancora
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dal mio brancolare maldestro. Ma la strada è la
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incerta i primi passi; ma la bellezza, in cui
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durante il pranzo pasquale; ma anch’io, almeno in
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comprenderla. Perdoni la sfacciataggine, ma con chi altri potrei
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protagonista di quel romanzo, ma somigliava a lei, Maestro
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con te» gli gridai; ma lui era già sparito
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ospitare persone di servizio; ma resisteva, immutata, la tappezzeria
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angoli dei suoi occhi; ma al tempo stesso si
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chiunque in quella situazione), ma perché reputava suo stretto
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soltanto da tre persone; ma nessuno aveva mai pensato
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sé. Andò alla finestra, ma era già buio, del
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che durasse per sempre; ma all’improvviso la donna
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davvero, anche questa volta. Ma sì, che altro avrebbe
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negli scaffali di casa, ma Schopenhauer, Nietzsche, sono fuori
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è la più profonda, ma anche la più ardua
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sembra, negli ultimi anni, ma solo per via di
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erano e forse no; ma certo non poteva proporsi
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soglia. Capiva poco, allora, ma adesso capiva fin troppo
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sia oppresso dal caldo. ¶ Ma con la figlia, con
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e forse nemmeno auspicabile; ma quell’inadeguatezza della realtà
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attraverso i vetri chiusi, ma al quale ho fatto
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io non potrei saperlo), ma perché un poeta, quando
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in un ingannevole tepore. Ma che importava, a Sonja
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ghiaccio, non una lastra, ma un sepolcro profondo. ¶ Quando
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ve li avrebbe gettati; ma il camino ormai era
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non quello delle lettere, ma un altro più antico
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era un responso ambiguo; ma lei non era venuta
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loro resa dei conti, ma i conti dei vivi
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a prolungargli la vita, ma per togliersi almeno dagli
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babbucce foderate di pelo, ma la caposala era stata
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il bicchier d’acqua; ma quasi subito si rese
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stufo di restare qui. Ma deve aver pazienza, signore
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cose, signore, dei regali; ma come faccio a darglieli
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era neppure un libro, ma il vecchio album delle
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Sonja voltò la pagina. «Ma adesso è già una
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non mi somiglia molto. Ma adesso non li vorrebbe
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camere, porte, pareti divisorie, ma un solo spazio aperto
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da quella posizione scomoda; ma l’infermiera, con qualche
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segnalargli che era arrivata, ma lui non sembrò darsene
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uccello che è ferito, ma si sforza di volare
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sua, una tragedia storica, ma semplicemente la morte, la
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proprio accanto alla portineria.» ¶ «Ma no, non ha capito
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rubinetto? No, mi scusi, ma questo è impossibile. Anzi
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l’acqua del rubinetto.» ¶ «Ma perché?» ¶ «Mi creda, signora
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creda, signora, meglio evitare.» ¶ Ma certo, pensò Sonja: è
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Ha ragione.» ¶ «Scusi, signora, ma posso domandarle se deve
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altro signore, proprio accanto, ma i parenti mi hanno
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di una pausa.» ¶ «Bene. Ma domani è festa, si
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casa della sua infanzia; ma le parve subito una
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tornarci tutti i giorni; ma qualcuno doveva pur farlo
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fosse finalmente divenuto simpatico, ma in fin dei conti
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le chiavi di casa, ma era un trionfo effimero
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era forte; come sempre, ma con una consapevolezza nuova
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dita ricoperte di polvere; ma le importava poco. ¶ La
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miopia. Le antiche ore… Ma quali, se le ore
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giù, verso il fiume; ma sempre, adesso, eccola anche
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della casa sul fiume, ma quello della stazione ferroviaria
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essere non se stessa, ma una giovane, bellissima donna
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di un Grande Poeta, ma più modestamente a quella
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cercato un nuovo impiego, ma senza fretta, perché nei
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metodica coscienziosità della turista, ma semplicemente a guardarla, lasciandosi
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sulla reticella dei bagagli; ma ora, da persona coraggiosa