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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «Maestà»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
giovane. – Ditemi dov’è, Maestà! ¶ E il Re: – Guarda
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ma se a Vostra Maestà non piace, ci vuol
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male per lui. ¶ – Oh, Maestà, mi perdoni… Faccio subito
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a mia figlia? ¶ – Sì, Maestà, – rispose il Principe. ¶ – Come
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Regina e le disse: «Maestà, è vero che lei
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1956
palazzo del Re. ¶ – Sacra Maestà, – disse al Re, – sono
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I naviganti chiesero: – Sacra Maestà, non ha per caso
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a casa con Sua Maestà mio padre, e una
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la visita alle loro Maestà. ¶ E cominciò a frugare
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1956
ambasciatori gli risposero: – Sacra Maestà, sì. ¶ Lui sollevò il
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bella come me? ¶ – Sacra Maestà, sì. ¶ E così sollevò
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1956
chinarono il capo. – Sacra Maestà, no. ¶ – Allora ditele che
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bella come me? ¶ – Sacra Maestà, no. ¶ – Allora ditele che
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le stesse domande. ¶ – Sacra Maestà, no, – risposero gli ambasciatori
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sulla spiaggia. – Ah, Sacra Maestà! – dissero. – Se vedesse che
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poi tornarono dal Re. – Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto
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il Re. ¶ – Io sì, Maestà! ¶ – Bene. Ci avresti piacere
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mio vescovo? ¶ – Oh, magari, Maestà! ¶ – Va’ via! Fuori di
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le viti. ¶ – Buon dì, Maestà, – disse quel giovane. – Così
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mio amico. ¶ – Ahi, ahi, Maestà, no, non ci penso
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con tutto il cuore, Maestà. ¶ – Aspetta un momento, – e
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dammi, dammi… ¶ – Che cosa, Maestà? ¶ – Mio figlio sta per
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e portatelo alla forca! ¶ – Maestà, perdono, misericordia! ¶ – Via, marsc
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subito presentare al Re. – Maestà, voglio andare io da
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preso la corona? ¶ – Sacra Maestà, si figuri se io
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sacco; è venuto lei, Maestà, e ha comperato una
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che è tua! ¶ – Bene, Maestà, ci penso io; non
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da te. ¶ – Dica pure, Maestà. ¶ – Hai detto che l
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forchetta. ¶ – Perché non mangia, Maestà? Non le piace? ¶ – Ma
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e gli dissero: – Senta, Maestà, se vuol guarire, bisogna
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1956
disse: – Ora se Vostra Maestà permette, vado alle mie
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1956
alla presenza di Sua Maestà, il giovane gli chiese
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Drago? ¶ – Sì, sono io, Maestà, e l’ho salvata
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un passo avanti: – Sappia, Maestà, che sono io che
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questo tovagliolo? ¶ – Perché no, Maestà? – rispose lui. – Ma a
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no niente. ¶ – Perché no, Maestà? Affare fatto. ¶ Così il
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Vuoi vendermela? ¶ – Perché no, Maestà? – e fece lo stesso
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a dire. ¶ – Sono io, Maestà, – si fece avanti il
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lo vendi? ¶ – Perché no, Maestà? – rispose lui. – Ma a
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Quelli di prima. ¶ – Eh Maestà, qui bisogna fare nuovi
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premi. ¶ – Faccia delle proposte, Maestà, – disse Menichino, – perché se
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sposa. ¶ Intervenne la madre: – Maestà, faccia attenzione, lei si
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al Re: – Mi permette, Maestà, d’andare a far
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Torniamo indietro, torniamo indietro, Maestà! Ho dimenticato il pettine
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1956
capitare male. La supplico, Maestà, torniamo –. E il Principe
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al Re la seconda. – Maestà, andrò io a comandare
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fece pallida: – Mi rincresce, Maestà, ma ci sono delle
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servitore tornò tutto mortificato: – Maestà, c’è qualche animale
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alla presenza di Sua Maestà. – Sacra Corona, – disse il
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la riverenza a Sua Maestà se n’andò a
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condussero alle stanze reali. ¶ – Maestà, io sono qui secondo
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Allora voi dovete rispondergli: «Maestà, se può essere che
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umile: – Come vuole Sua Maestà; non ho che da
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a casa tua? ¶ – Sì, Maestà, – rispose lei, – ma non
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Non m’aveva detto, Maestà, di tornarmene a casa
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gli disse: – Ma senta, Maestà, bisogna in qualche modo
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Giuseppe. – Che intende dire, Maestà! ¶ – Non conosci le leggi
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il terreno con Sua Maestà, tanto per abituarlo all
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ne parlerò a Sua Maestà, ma bada che ne
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umore, e gli disse: – Maestà, se mi permette, vorrei
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che lei ha licenziato, Maestà! – disse il giovane. ¶ Il
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pranzo. ¶ Ma l’assassino: – Maestà zio, è meglio di
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con discorsi come questi: – Maestà zio, lei è in
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E il falso nipote: – Maestà zio, non piangete, il
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1956
e chiede della Regina: – Maestà, – le dice, – avrei da
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chiederle un favore. ¶ – Volentieri, Maestà; tra vicini se si
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terrazzo. ¶ – Ma che dite, Maestà? Ma non sapete che
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tua testa. ¶ – Non dubiti, Maestà, farò del mio meglio
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ha fatto un cane, Maestà, la vostra sposa; scriveteci
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1956
bel giardino che avete! ¶ – Maestà, – rispose la ragazza. – C
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me a desinare? ¶ – Ah, Maestà, – risposero, – ma sarà troppo
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un tratto si ricordarono: – Maestà! Non sarà la Regina
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tutto afflitto. – Ragazze, Sua Maestà m’ha ordinato questo
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1956
all’altra e dissero: – Maestà, noi siamo povere ragazze
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scura. – Cos’avete oggi, Maestà? ¶ – Oh, ragazze mie, sapeste
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Che le è successo, Maestà? ¶ – Non vi dico, ragazze
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stappate che buttavano ancora. ¶ – Maestà, cosa ci dice! ¶ – Care
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Oh, lei ha ragione, Maestà! Un così buon signore
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dal Re e disse: – Maestà, l’ho detto alle
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tanto un buon signore, Maestà…»? ¶ – Sì, me ne ricordo
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1956
devastava la cucina? ¶ – Io, Maestà, – diceva Leonetta e la
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1956
devastava la cantina? ¶ – Io, Maestà! ¶ – E il guardaroba? ¶ – Sempre
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il guardaroba? ¶ – Sempre io, Maestà! ¶ – E tu credi che
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questi soprusi! ¶ – Non so, Maestà! ¶ L’aveva appena detto
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col padre, gli disse: – Maestà, quell’uomo mi pare
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Re. ¶ – Una mia figlia, Maestà, – disse la vecchia. ¶ – Mah
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sposa. I vecchi, figuriamoci: – Maestà, noialtri siamo povera gente
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il suo ritratto? ¶ – Eccolo, Maestà. ¶ – È bella! Mi piace
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Acconsento a questo sposalizio! ¶ – Maestà, vi ringrazio! Mia sorella
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Dove andate? ¶ – A prenderla, Maestà. ¶ – No, dal Regno dei
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e aspetterò. Ma ditemi, Maestà, dove alloggerò nel frattempo
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tanto decantata? ¶ – Che vuole, Maestà… sarà il vento, l
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chiesero al marinaio. ¶ – Sì, Maestà. ¶ – Perché mi ruba sempre
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Voglio vederla. ¶ – Passi, passi, Maestà. Scuserà: è casa di
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Presto, correte da Sua Maestà mio padre e ditegli
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da guardare quel ritratto? ¶ – Maestà, questo ritratto è la
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con le sue uova. – Maestà, anche stasera vai al
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Lasci fare a me, Maestà, che l’aiuto, – disse
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mattina le disse: – Sacra Maestà, ho visto in giro
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mano sulla fronte. – Uh, Maestà mia! Chi se ne
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bianco. ¶ – Perché tanta tristezza, Maestà? – chiese il cavaliere. ¶ – Non
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modo. ¶ Rispose il tignoso: – Maestà, voi avete tre figlie
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siete giunto fin qua? ¶ – Maestà, – rispose il garzone, – mi
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il Re, – vi piacerebbe? ¶ – Maestà, lo volesse il cielo
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che sparasse alle quaglie. – Maestà, – disse allora Temperino, – permettetemi
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al fiume, Temperino disse: – Maestà, spogliatevi prima voi, – e
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cavallina! – gridò Temperino. – Aspettate, Maestà, che devo correr dietro
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Corse a Palazzo reale. – Maestà, – disse alla Regina, – c
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cosa dice? «È possibile, Maestà, che quattro saltafossi ci
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un momento. ¶ – Cosa comanda, Maestà? – disse l’uomo. – Mi
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maggiore per moglie. ¶ – Vostra Maestà vuol scherzare: io non
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chiamò in casa. ¶ – Vostra Maestà mi lasci andare. Ho
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di sposare la sorella. – Maestà, come è possibile? – disse
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chieder la sua mano, Maestà, – disse la vecchia. – Il
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non vuoi palesarti? ¶ – Perdono, Maestà, non osavo venire alla
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duole ma non posso, Maestà! ¶ – E perché mai? ¶ – Maestà
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Maestà! ¶ – E perché mai? ¶ – Maestà, vostra figlia è una
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e disse al Re: – Maestà, fate pescare un drago
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disse alla Turca-Cane: – Maestà, Maestà, sapesse che belle
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alla Turca-Cane: – Maestà, Maestà, sapesse che belle cose
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col marito di vostra Maestà. ¶ La Turca-Cane non
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avvicinarsi, e gli dissero: – Maestà, tanto forte dormite alla
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faceva venire compassione: – Reale Maestà, fate la carità a
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palazzo, dicendo: – Signori e Maestà, io sono buona a
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passata. E Cola: – No, Maestà, non mi tuffo più
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Cola! ¶ – Cos’avete fatto, Maestà? La corona del Regno
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Se voi così volete, Maestà, – disse Cola, – scenderò. Ma
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è passata? ¶ – Che ragazza, Maestà? ¶ – Quella che coglie i
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non ho visto niente, Maestà, glielo giuro. ¶ – Bene, domani
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parola a un Barbasavio. – Maestà, – disse il Barbasavio, – chiedete
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pace. Dice il Barbasavio: – Maestà, fate tre giorni di
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cosa ho mai fatto, Maestà? ¶ – Hai fatto che mio
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la moglie del Reuzzo. ¶ – Maestà, io non ho la
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del gallone uguale. ¶ – Aspetta, Maestà, – fece la Gnà Francisca
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lui. ¶ Disse al Re: – Maestà, sono malata e voglio
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ve li trova. ¶ – Baldellone! ¶ – Maestà. ¶ – Va’ a cogliere quattro
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Fichifiori a quest’epoca, Maestà? ¶ – Io non so d
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da suo padre. – Grazia, Maestà! Mi voglio sposare! Voglio
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va. – Ai vostri comandi, Maestà! ¶ – Alzati! Mio figlio s
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fare? Sposiamoli. ¶ – Come volete, Maestà. Ma io sono mercante
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ed asciugatevi al fuoco, Maestà, – disse il vecchio. ¶ Il
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Re. ¶ – Parlo coi pianeti, Maestà, – rispose il vecchio. ¶ – E
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a cercarlo. – Felici nuove, Maestà! Alla Regina stanotte è
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a chiedere mia figlia? ¶ – Maestà, – intervenne il vecchio, – io
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finì per dire: – Ebbene, Maestà, se mi volete in
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finestre dell’Imperatrice. – Affacciatevi, Maestà, – le dissero, – c’è
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Io mi chiamo Pidduzzu, maestà, – disse il pescatorino. ¶ – Allora
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ne vada da Palazzo. ¶ – Maestà, – fece Don Pidduzzu, – in
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di dove sono? ¶ – Siciliani, Maestà, – disse il Catrai. ¶ – Siciliani
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Dio com’è andata, Maestà, – disse Don Pidduzzu, – ora
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roba, disse al Re: – Maestà, io domani sono pronto
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diamo soccorso a Sua Maestà! ¶ Il Re disse: – Erbabianca
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maestri che le insegnino… ¶ – Maestà, – disse l’eremita, – io
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le può dare Sua Maestà non è certo quella
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uno di quei Cavalieri: – Maestà, se volete fare una
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vinto. Il Cavaliere parlò: – Maestà, scusatemi di quello che
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lei in persona. ¶ – Allora, Maestà, ascoltatemi: è vero o
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al Re un medaglione: – Maestà, mi duole dirvi che
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savi del Consiglio risposero: – Maestà, prendete qualcuno dei vostri
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faccia! ¶ E il Grande: – Maestà, se questa faccia non
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lo fate? ¶ – Trecent’onze, Maestà. ¶ – Subito siano pagate trecent
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da pagare? ¶ – Mille onze, Maestà, perché siete voi. ¶ – Subito
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lo consegnò alla vecchia. ¶ – Maestà, – disse la vecchia alla
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Ai piedi di Vostra Maestà! Permettete che prima d
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aggiustare ogni altra cosa, Maestà, aggiustiamo le cose dei
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disse alla Regina: – Ora, Maestà, ditemi un poco come
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statevene un po’ zitto, Maestà, che forse troveremo un
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al Segretario di partire. ¶ – Maestà, – chiese il giovane, – come
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al Re: – E bravo Maestà! l’avete trovato il
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Giuseppe di cui vostra Maestà canta e ricanta le
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Don Giuseppe? ¶ – Mia sorella, Maestà. ¶ Il Re guardò il
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imbarcò per la Spagna. ¶ – Maestà, – disse, presentandosi al Re
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folla e gridava: – Grazia, Maestà! Grazia, Maestà! ¶ Vedendo questa
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gridava: – Grazia, Maestà! Grazia, Maestà! ¶ Vedendo questa bella signora
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1956
Che c’è? ¶ – Grazia, Maestà, e Giustizia! Grazia, Maestà
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Maestà, e Giustizia! Grazia, Maestà, e Giustizia! ¶ Il Re
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ti sia concessa. Parla! ¶ – Maestà, il vostro Bracciere, dopo
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nella trappola; disse: – Ma, Maestà, io questa signora non
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a dire al Re: – Maestà, sapeste che bella Signora
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manca! Che bella Signora, Maestà! ¶ E un altro giorno
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E un altro giorno: – Maestà, stamattina ho visto la
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bella! ¶ E ancora: – Sapete, Maestà, che la Signora del
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cadde in ginocchio. – Grazia, Maestà! Non vi avevo riconosciuto
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e me ne vado. ¶ – Maestà, sì, – e quatta quatta
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disse al Re. – Sapete, Maestà, quella rara bellezza della
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di Spagna, e chiese: – Maestà zia, cos’è questa
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1956
La zia gli rispose: – Maestà nipote, è mia figlia
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testa oggi stesso, sciagurato! ¶ – Maestà, si calmi, entri un
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Re e gli disse: – Maestà, per guarire vostra figlia
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istante si sentì guarita. ¶ – Maestà! È guarita, Maestà! – chiamò
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guarita. ¶ – Maestà! È guarita, Maestà! – chiamò il compare. ¶ – Bravo
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Ai piedi di Sua Maestà. ¶ – Cos’abbiamo? ¶ – Intesi il
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il collo di mezzo. Maestà deve darmi l’aratro
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e dissero al Re: – Maestà, che sta facendo? Non
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d’oro? ¶ – Scapolo sono, Maestà, che me ne faccio
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il Re: – Guardi Vostra Maestà: non son alberi laggiù
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a venderlo al Re. ¶ – Maestà, – disse al Re, – vuole
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1956
non dissero al Re: – Maestà, che succede? Non vorrà
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pensato? ¶ E lui: – Sua Maestà voglia caricarmi un bastimento
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Ma perché mangiate così, Maestà? ¶ E il Re: – Noialtri
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di tutti i commensali: – Maestà, provi ora come le
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1956
verdi. Dissero al Re: – Maestà, qui non ne usciamo
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1956
Michele disse al Re: – Maestà, voi avete una statua
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1956
Arcangelo e vi chiedo, Maestà, ragione del torto che
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1956
a dire alla Regina: – Maestà, che bel bambino che
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1956
corse subito dal Re: – Maestà, Vossignoria vede che la
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1956
Che condanna le diamo? ¶ – Maestà, – disse il Ministro, – pigliamo
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1956
balbettando cominciò a raccontare. ¶ – Maestà, – disse al Reuzzo il
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1956
mezzo alla tavola. ¶ – Vedete, Maestà, come finisce quell’empio
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1956
a dire al Reuzzo: – Maestà, venite a sentire cosa
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1956
morì. Il Reuzzo disse: – Maestà, vostra figlia è già
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1956
genero. ¶ E il Reuzzo: – Maestà, mi perdoni, io sono
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1956
gli chiese il Re. ¶ – Maestà, voglio essere il Generalissimo
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1956
e gli disse: – Guardi, Maestà, che o lei avverte
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1956
giorno a voi, Reale Maestà! ¶ – Buon giorno a voi
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1956
giorno a voi, Reale Maestà! ¶ E poi, facendo un
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1956
rivolto al bastone: – Reale Maestà… L’ho portato a
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1956
manzo?» ricominciò a balbettare: – Maestà, me l’hanno rubato
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1956
giorno a voi, Reale Maestà! – e ricominciava il dialogo
220
1956
giorno a voi, Reale Maestà! ¶ – Buon giorno a voi
221
1956
è il manzo? ¶ – Reale Maestà, ¶ Vi dirò la verità
222
1956
vecchia che pareva aspettasse: – Maestà, fatemi l’elemosina! – disse
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1956
via tutti i cerusici, Maestà, e domani il Reuzzo
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1956
andò dal Re. ¶ – Reale Maestà, io vi salvo tutti
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1956
s’affrettò a dire: – Maestà, dovete farle levare prima
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1956
che lo lasciarono salire. – Maestà, voglio restar solo con
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1956
Peppino aperse la porta. – Maestà, ecco vostra moglie –. Subito
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1956
di dir la verità. – Maestà, – disse, – guardate che non
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1956
In un sol colpo, Maestà. ¶ – E come avete fatto