parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Massimo Carlotto, Le irregolari, 1998

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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soffrire. I suoi amici mi confidarono le loro preoccupazioni
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una macchietta, la gente mi compatisce». ¶ «Non dargliela vinta
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cosa dire per fermarlo. Mi alzai dal letto e
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e lo abbracciai, lui mi baciò sulle guance e
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assolutamente uguali, la vita mi scivolava addosso ma non
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scivolava addosso ma non mi decidevo a partire. Anche
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comportando in modo ridicolo» mi salutò sedendosi di fronte
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di fronte a me. ¶ Mi venne in mente un
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della panamericana. El Chino mi obbligò a ingozzarmi di
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fiducia nelle Nazioni Unite mi sembrava mal riposta e
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sposati a quell’età. «Mi sembra che qui in
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o scomparsi, di cui mi hanno raccontato le storie
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nostro tallone d’Achille» mi interruppe la donna. «Eravamo
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approfittato». ¶ Alla parola affetti mi vennero in mente “lei
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non dissi nulla perché mi sembrava ingiusto mettermi a
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dei desaparecidos. ¶ Nelly Berenger mi abbracciò sulla porta. «Io
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appena ventidue anni quando mi mandò a dire di
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all’aeroporto; El Chino mi aveva prenotato un posto
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è uno di loro» mi confidò all’improvviso. ¶ «Mi
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mi confidò all’improvviso. ¶ «Mi avevi detto che l
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i liquori in Argentina. ¶ Mi svegliai molte ore dopo
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si era voltato e mi aveva fatto segno di
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segno di raggiungerlo. Quando mi ero avvicinato aveva detto
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alla sua tragedia sudamericana. Mi sentivo infatti indissolubilmente legato
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vicende e persone che mi obbligavano a “esigere Giustizia
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spalle. «Che succede, Inocencio?». ¶ Mi guardò un po’ spaurito
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inutile...». ¶ «Scusa, hai ragione» mi affrettai a interromperlo. ¶ «Così
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il centro della sala. Mi indicò, seduta in un
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fino alla calle seicentoventuno. Mi aprì Estela circondata dai
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vernici del padre. Remo mi parlò del tango e
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parlò del tango e mi regalò una cassetta di
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uscio il vecchio Guido mi disse in spagnolo una
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espressione di Guido quando mi aveva salutato, disse che
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d’altro. Ben presto mi accorsi però che la
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Una mattina il postino mi portò un cd dal
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Mayo” scrissi a Estela. ¶ Mi unii a questo faticoso
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consuma come una candela» mi ammonì una pittrice piccola
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argentina. ¶ Tra la posta mi capitava sovente di trovare
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Clinton si è commossa” mi aveva scritto. “Speriamo che
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Fu particolarmente triste quando mi annunciò la fine delle
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la trattativa. Ogni tanto mi scoprivo a sognare a
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scritto per il Manifesto, mi capitò tra le mani
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analisi politiche, vero?». ¶ «Se mi stai chiedendo se sono
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tipo di operazioni». ¶ «Non mi sembra granché come informazione
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scelta». ¶ Comporre i versi mi costrinse a rivivere tutte
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me stesso nel profondo. Mi fece bene e riuscii
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po’ di serenità che mi aiutò poi ad accettare
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voce». ¶ «Accennami qualcosa che mi convinca, Chino. Sinceramente non
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salutò. ¶ «Come ben sai, mi trovavo giusto dall’altra
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Non scappo più, Chino» mi giustificai senza motivo. «Vedo
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solito simpaticone» aggiunsi acido. ¶ Mi porse un asciugamano: «Aspetta
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prenderanno» insistette. ¶ «Forse no». ¶ Mi porse una cartina del
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luogo e il percorso». ¶ Mi alzai dirigendomi verso la
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per la sera. «Aspetta» mi fermò, «ho un’altra
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la prima cosa che mi venne in mente fu
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di amicizia. ¶ «Ciao Ricky. Mi serve una copia del
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indirizzo?». ¶ Prima di chiudere mi disse che l’avrebbe
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I ricordi si accavallavano; mi resi conto per la
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mente e chissà perché mi ritrovavo a fissare, inorridito
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l’altra». ¶ Il cileno mi incoraggiò dandomi il nome
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stavo facendo in Argentina, mi sarei infatti sentito dare
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per l’ennesima volta. Mi limitai a stare zitto
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dopo un po’. ¶ «Edmundo?». ¶ Mi lanciò una copia del
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fare il viaggio insieme». ¶ «Mi sembra un’ottima idea
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Fu contenta di rivedermi. Mi abbracciò e mi disse
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rivedermi. Mi abbracciò e mi disse: «Odio questo paese
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la situazione offrendomi volontario. Mi oppose un netto rifiuto
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la piazza una canzone». ¶ Mi scrutò per capire se
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volta sognai il nonno. Mi faceva cenno di seguirlo
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tanto si girava e mi indicava delle case. Non
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cento metri dalla piazza mi si affiancò un taxi
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dell’auto che rallentava, mi spaventai. ¶ «Sei l’italiano
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ad annuire, il fiatone mi impediva di parlare. ¶ «Salta
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di parlare. ¶ «Salta dentro» mi disse il conducente, «sono
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Si voltò di scatto, mi riconobbe e mi abbracciò
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scatto, mi riconobbe e mi abbracciò a lungo. «Che
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a trovarti. El Chino mi ha detto che sei
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sei diretto a nord: mi piacerebbe fare il viaggio
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me va bene, amigo. Mi fa piacere avere compagnia
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saluto romano e così mi sono mescolato ai parenti
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ma da tre settimane, mi sta seguendo un pick
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sei già dimenticato come mi hanno ammazzato Gloria?». ¶ Non
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Francia dove lo conobbi. Mi raccontò la sua storia
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di Gloria. ¶ «E allora?» mi spronò. ¶ «Innaffia tutti i
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lungo la panamericana, amigo» mi disse con un’espressione
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lento del previsto. Edmundo mi faceva deviare continuamente verso
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vita. ¶ Fu così che mi lasciai andare e cominciai
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quando crollavo sulla sabbia. Mi mostrava luoghi sconosciuti, e
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luoghi sconosciuti, e spesso mi redarguiva a gesti. ¶ Davanti
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la vecchia padrona che mi svelò il segreto per
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strana vita. La mattina mi svegliavo tardi, abbastanza per
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tornavo all’albergo dove mi aspettava Edmundo per mangiare
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santone. Questi un giorno mi spiegò che Edmundo pisciava
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della sua analisi ma mi trattenni dall’essere sgarbato
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a Edmundo. ¶ Standogli vicino mi ero però reso conto
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e quello che udivo mi faceva soffrire. I suoi
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al vicino N’ontue. Mi raccontò che quella zona
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degli altri immigrati e mi raccontò qualche aneddoto su
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Mentre pagavo il conto mi accorsi che sulla parete
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la realtà». ¶ Il portiere mi restituì la bottiglia e
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campo clandestino Garage Azopardo. ¶ Mi fece cenno di sedermi
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ancora non so perché mi hanno graziato». ¶ «Raccontagli la
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desaparecidos» lo implorai, «ormai mi scivolano dalla memoria e
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scivolano dalla memoria e mi sento in colpa». ¶ Santiago
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di una chiesa moderna mi fece ricordare il volantino
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commentai, pensando a quanto mi aveva detto Lita Boitano
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la fame”, all’inizio mi fece storcere il naso
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con uova e verdura mi conquistò dal primo boccone
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per fucilare i prigionieri». ¶ Mi venne in mente la
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di anice. L’argentino mi scoccò un’occhiata interrogativa
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scoccò un’occhiata interrogativa. «Mi è venuta voglia di
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voglia di bere come mi hanno insegnato in un
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Castigo di Pablo Neruda. Mi salì il sangue agli
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spicciolata, stringendosi nel cappotto. Mi avvicinai a una donna
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È un’amica?» domandai. ¶ Mi guardò sospettosa. «E lei
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Estela Barnes de Carlotto». Mi presentai per tranquillizzarla. «Se
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le offro un caffè, mi racconta la storia di
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storia. ¶ «Hijo de puta» mi apostrofò senza cattiveria e
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discorso. L’ultima frase mi aveva colpito per la
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è capitato a tutti” mi dissi... “Anche a lei
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a scorrermi nelle vene. ¶ Mi rivolse un sorriso rassegnato
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si allontanò senza salutare. ¶ Mi sedetti su una panchina
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di Elsa Manzotti che mi domandò il motivo della
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parlare con me?». Così mi affrontò, incrociando le braccia
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ancora vive mia madre. Mi sono sposata molto giovane
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Io li aiutavo quando mi chiedevano di ospitare qualche
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maternità e io adesso mi sento madre di tutti
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solo quarantotto anni e mi sono sentita vecchia; oggi
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ne ho sessantotto ma mi sento vent’anni più
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vivi! Ogni volta che mi metto il fazzoletto sento
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prezzo. I miei figli mi hanno insegnato che la
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ammazzarono perché loro non mi hanno insegnato questo. Jorge
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anche se so che mi preferirebbe morta. Gli agenti
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un’istruzione adeguata. Oggi mi è rimasta solo la
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sono con me e mi riscaldano con il loro
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il fazzoletto. Ogni notte mi addormento cullata da bellissimi
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mamma e ogni mattina mi sveglio piena di odio
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di una pistola, Santiago mi indicò un uomo seduto
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di cantare Zamba de mi esperanza, un brano messo
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giornata pesante, señor» così mi accolse Inocencio. ¶ «È iniziata
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non è finita meglio» mi lamentai, tirando fuori dal
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vie. ¶ «Benvenuto in Cile» mi dissi quando lessi calle
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sei isolati a piedi. ¶ Mi aprì la porta di
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Parigi. ¶ «Hai fatto presto» mi salutò. ¶ «Come ben sai
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Subito dopo un’altra mi diede un secondo invito
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prima. ¶ Un’altra ancora mi porse un volantino intitolato
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in ospedale e che mi dava notizie del nipotino
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la faccia da sopravvissuto mi afferrò il polso: «Domani
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Evita e il Che. Mi consegnarono un appello per
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Mayo volgeva al termine, mi passò accanto un altro
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dittatura. Sentendo chiamare “Carlos”, mi voltai di scatto: «Sei
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rispose sorpreso. ¶ «Un amico mi ha raccontato la storia
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dei tuoi genitori e mi ha detto che ti
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lui, nella mia lingua, mi invitò a bere del
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di nuovo la fotografa. Mi aveva colpito la sua
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la sua immediatezza e mi sarebbe piaciuto conoscerla. Non
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per caso» spiegai, mentre mi sedevo al suo tavolo
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le ragioni...». ¶ «Proprio così. Mi chiamo Massimo...». ¶ «So chi
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affrontare l’argomento che mi interessava. ¶ «Non sei una
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pulita di questo paese». Mi accorsi che usava le
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Sapere tutto questo non mi aiuterà certo a rendermi
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che generazionali. Ogni tanto mi piacerebbe vincere qualche battaglia
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Poi si girò e mi scattò una fotografia. ¶ «Adios
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loro. ¶ «Un bel giorno mi ritrovai a vivere con
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mandarmi da una psicologa. Mi raccontò che i miei
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Gli altri ragazzi risero. «Mi dissero allora che avevo
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avevo quattro genitori: due mi avevano messo al mondo
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al mondo e due mi stavano allevando. Quando lo
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ragazza con gli occhiali mi offrì uno snack al
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Ti piace Buenos Aires?» mi chiese, cambiando discorso. ¶ «Non
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la merendina con appetito. Mi guardarono con stupore. «Dal
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portiere tucumano dell’hotel mi ha preso dalle mani
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dal sorriso radioso. «“Dove mi avete portato?” chiedevo ai
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Daniela, la ragazza che mi aveva offerto lo snack
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sottolineai. ¶ «Anche il cognome. Mi chiamo Daniela Boscarol. La
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paghino per quello che mi hanno fatto». ¶ Continuammo a
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un ufficio. ¶ I ragazzi mi dissero che era italiana
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domenica mattina lo zio mi portava in macchina al
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ventinove maggio del ’76. Nessuno mi avvertì. Capii quello che
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di habeas corpus e mi rivolsi a un cugino
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caro amico. All’uscita, mi fermai a parlare con
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una conoscente: mia figlia mi precedette di una cinquantina
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riuscii nemmeno a gridare. Mi feci il segno della
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salvare Silvia. All’inizio mi rimproverò di avere allevato
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avere allevato sovversivi, poi mi disse che solo se
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per i nostri figli. ¶ Mi rivolsi al consolato e
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non solo perché già mi conoscevano per le borse
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nessun aiuto. ¶ Il console mi raccontò il caso di
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dato ascolto. L’incarico mi era stato affidato non
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scalinata di una chiesa. Mi feci il segno della
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le scale della metropolitana mi accorsi di avere fame
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accorsi di avere fame. Mi infilai in un ristorante
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vicina di casa e mi hanno ordinato di non
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minuto del giorno... Soprattutto mi tormentavo pensando agli ultimi
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della sua vita, e mi chiedevo se si era
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gettata a terra. ¶ Nel 1980 mi recai in Brasile con
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Guido, il bambino, nacque, mi sembra, il ventisei giugno
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la riportarono al campo mi disse: “Sono proprio tarati
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disse: “Sono proprio tarati. Mi chiedono di indicare le
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de Plaza de Mayo. «Mi avete sequestrato e ammazzato
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e la sua famiglia. Mi voltai a guardarli. Per
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situazione fu un sollievo: mi sentii meno sola. Capii
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militare dove Laura partorì. Mi ha contattata già da
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fino alla morte... Evidentemente mi conosceva più di quanto
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dire». ¶ «Penso di sì». ¶ «Mi sento già parte della
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un passato che già mi appartiene... Una storia che
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a ingoiare lacrime che mi sembravano fuori luogo, dopo
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Vagando con lo sguardo mi accorsi che sul muro
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a immaginare che cosa mi avrebbe riservato il destino
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gli assassini di Laura». Mi interruppi per sollevare lo
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un futuro da funzionario» mi confidò, «l’istituto si
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nel mio stesso ufficio mi chiese di nasconderlo. Disse
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con il passato... Inocencio mi ha detto che il
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tessuto nero, l’argentino mi mostrò le spalle del
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ancora smesso di ballare. Mi passarono di fianco. Lui
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passarono di fianco. Lui mi sorrise. Lei mi guardò
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Lui mi sorrise. Lei mi guardò negli occhi, si
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avvinghiò a me e mi prese le mani. Sentii
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non perderlo di vista mi lanciai nella corsa precipitata
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tratto tutto si confuse. Mi bloccai nel passo della
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ballare il tango. Ricordalo!» mi ammonì. «Altrimenti ti si
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qualche ora. ¶ L’argentino mi prese sotto braccio. «Andiamo
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incontrerai Elsa, la madre» mi informò l’argentino. «È
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questa notte la morte mi cola dal naso e
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Nonne, attraversai avenida Corrientes. Mi ero svegliato come turbato
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qualcuno. ¶ La donna che mi aprì aveva i capelli
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capito perfettamente quello che mi era passato per la
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zuppo di sangue. Io mi trasferii nella capitale per
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là di capelli bianchi, mi resi conto per la
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della mia generazione. Come mi aveva preannunciato Santiago, incontrai
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Paese nel 1810. ¶ Ben presto mi resi conto che si
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aggettivi. Per un attimo mi guardai attorno preoccupato, temendo
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il suo incedere coraggioso, mi vergognai della mia paura
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presidente Menem. Ogni tanto mi voltavo a guardare gli
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male vederle divise, vero?» mi chiese, puntando l’obiettivo
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ricerca di altri soggetti. ¶ Mi spostai verso il monumento
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Augustina e Margarita che mi salutarono con molto affetto
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con molto affetto e mi presentarono Nora Cortiñas, la
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della manifestazione; una madre mi fermò e mi diede
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madre mi fermò e mi diede un volantino invitandomi
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sia amico di Fidel» mi confidò il portiere quando
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confidò il portiere quando mi avvicinai al banco, puntando
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ai primi aggettivi che mi venivano in mente. «Storie
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dimentichi quella del nonno» mi ammonì. «Deve riannodare tutti
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per infilare avenida Belgrano. Mi stancai presto della realtà
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con la città perché mi lasciasse il tempo di
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Che cazzo è successo?” mi domandai con una punta
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proprio dietro il conducente. Mi bastò allungare il braccio
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lui portava i basettoni» mi informò Santiago, «allora andavano
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spalle. ¶ «Santiago» esclamai esterrefatto, «mi stai descrivendo le fototessere
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di un televisore. ¶ Santiago mi pregò di dimenticare il
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Roisinblit e a quanto mi aveva detto. «Cosa hanno
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Un tizio ben informato mi ha confidato che tra
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approfittai per guardarmi attorno. Mi colpì il fatto che
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speranza che il luogo mi rivelasse qualcosa, iniziai a
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un semicerchio perfetto. Sorpreso, mi guardai attorno. Seduti a
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una coppia di anziani mi osservava sorridendo. ¶ «Cosa mi
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mi osservava sorridendo. ¶ «Cosa mi è successo?» domandai, allargando
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di un taxi. ¶ Inocencio mi ascoltò attento e si
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diciotto. ¶ Alle diciannove Guido mi telefonò, pregandomi di andare
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successo qualcosa, lo sento» mi disse. «Vado a vedere
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Chiamai mio fratello e mi feci accompagnare all’indirizzo
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giorno dopo i vicini mi raccontarono che nel primo
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trovare un intermediario che mi mettesse in contatto con
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contatto con i sequestratori. Mi chiesero quaranta milioni di
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che teneva i contatti mi assicurò che il denaro
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arrivato ai sequestratori e mi consigliò di consegnargli i
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peggiori criminali della dittatura. Mi ricevette con gentilezza e
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ricevette con gentilezza e mi offrì da bere. Mi
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mi offrì da bere. Mi rimproverò di aver pagato
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e cominciò a interrogarmi. Mi rivolse domande che avevano
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sequestro di mio marito; mi insospettii al punto che
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dormire. Andando a scuola mi capitava di vedere macchie
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Laura, tra mille difficoltà, mi dava sue notizie. L
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segretario della giunta militare. Mi fece sottoporre a umilianti
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controlli di sicurezza e mi ricevette con una pistola
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per Laura e lui mi rispose in modo tale
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gli dissi, «voglio che mi sia restituito il cadavere
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dei desaparecidos». ¶ «Voglio, voglio...» mi schernì. «Piuttosto mi dica
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voglio...» mi schernì. «Piuttosto mi dica qual è il
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e non lo scongiurai. Mi comportai con dignità: per
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al giudice Russo che mi raccontò, senza vergogna, un
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domandai disperata. ¶ «Quale bambino?» mi sfotté il poliziotto, alzandosi
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Poi si voltarono e mi sbarrarono il passo. ¶ «Non
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ometto di mezza età: «Mi chiamo D’Ercole» si
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del ragazzo?» ammiccò. «Altrimenti mi tocca farlo sparire». ¶ Lo
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diceva sul serio. ¶ «Se mi dice il nome, ci
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perché l’esercito non mi paga abbastanza... ma comunque
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nipoti rapiti...». ¶ L’uomo mi interruppe con un gesto
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campo di concentramento clandestino». ¶ Mi lasciai cadere su una
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con un mezzo sorriso. Mi tese la mano: «Abel
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concluse alzandosi dalla sedia. Mi fece cenno di seguirlo
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nel suo ufficio, Abel mi spiegò che le nonne
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uomo che sigue luchando». ¶ Mi aveva risposto come nonna
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qualcosa nei suoi occhi mi disse che Silvia era
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sbarazzina. ¶ «Ti presento Elena» mi disse. «È la prima
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all’intervento delle Nonne». ¶ Mi strinse distrattamente la mano
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andò ridacchiando e Abel mi raccontò che suo padre
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tranquillità del suo volto mi diede il coraggio di
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con la pistola. ¶ «Quando mi vennero a prendere, una
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a prendere, una giudice mi disse che dovevamo parlare
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disse che dovevamo parlare» mi spiegò Elena, passando il
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adottata e quando lei mi raccontò che mio papà
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e mia mamma non mi avevano abbandonato, come mi
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mi avevano abbandonato, come mi era stato detto, ma
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Solo “lui”. Un giorno mi ha aspettato davanti a
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ringraziai del racconto e mi alzai. ¶ «Il giorno in
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dalla finestra, «la nonna mi ha mostrato una foto
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e Margarita ¶ Nonna Amelia mi avvertì che quella mattina
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misure per la tomba» mi sussurrò un sindacalista della
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Linea Fundadora”. ¶ Bussai e mi trovai di fronte due
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di due vecchie amiche. Mi colpì il tono: delicato
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un vivissimo, attonito dolore. ¶ Mi sedetti vicino a loro
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de Mayo le gambe mi tremavano così tanto che
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mio figlio e loro mi dissero che ero loca
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un paio di madri. Mi ero presentato e avevo
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del nonno!» esclamai. ¶ Lei mi raccontò che il padre
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capitale. ¶ Il nome non mi era nuovo e frugando
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señora Estela» sussurrai incredulo. ¶ Mi strinse in un abbraccio
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una vita. Quella volta mi era stato sufficiente attraversare
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in avenida Corrientes, Estela mi fece visitare la sede
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visitare la sede, e mi presentò alle persone che
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mio status di parente mi permise di continuare a
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sigaretta alla finestra e mi avvicinai. ¶ «La mia guida
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fatto?». ¶ «Ottima» risposi convinto. «Mi ha dato l’impressione
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Purtroppo quelli sono pochi. Mi sono occupato in generale
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alle malvagità della dittatura. Mi sono laureato in un
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sigaretta nel portacenere e mi invitò a seguirlo in
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ribellione...». ¶ «Estela» lo interruppi, «mi ha detto che sua
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il gusto argentino. Arturo mi osservava in silenzio. «Devo
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OTTAVO ¶ Rosa ¶ Una nonna mi portò un messaggio di
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messaggio di Estela che mi consigliava di non attendere
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accordo, va bene, capisco». ¶ «Mi chiamo Rosa de Roisinblit
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la vicepresidente dell’associazione». ¶ Mi alzai in piedi per
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aria di Buenos Aires. Mi infilai in una pizzeria
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con la bocca piena. ¶ Mi venne voglia di scambiare
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sostenere l’ombrello che mi riparava da una pioggia
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pioggia fitta e sottile. Mi trovavo esattamente al centro
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po’ di coraggio e mi avviai in direzione del
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dal tenentino. Col frustino mi intimava di abbassare il
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pizzico di disperata follia. Mi ero limitato a baciarle
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canna. ¶ L’ultima volta mi aveva guardato senza sorridere
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perché lo conoscevo, e mi sarebbe bastato per tutta
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pensai. In realtà se mi beccavano non rischiavo poi
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marcendo El Torito. Oppure mi sarei infilato nella precordigliera
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la conosco» tagliai corto. ¶ «Mi scusi» continuò l’altro
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duecentoquattro». ¶ «Sì, señor?». ¶ «Prima mi ha parlato delle Nonne
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muovevano dietro le tende. Mi scossi e, presa la
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sensazione di inevitabile che mi avevano afferrato. Ma, quando
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la chiave al portiere, mi ritrovai di nuovo a
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vetrata della hall. ¶ «Señor» mi chiamò l’uomo. ¶ Mi
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mi chiamò l’uomo. ¶ Mi voltai e fissai un
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stinta con gli alamari. ¶ «Mi chiamo Inocencio e vengo
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avere un significato preciso. Mi indicò l’angolo tra
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a fare un giro» mi informò in tono paterno
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Buenos Aires Horror Tour» mi salutò, innestando la marcia
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Non dissi nulla e mi sedetti proprio dietro di
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El Reencuentro. Solo allora mi resi conto che c
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volta di un marciapiede. Mi indicò un punto preciso
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ha terminato le munizioni...». ¶ «Mi chiamo Santiago» si presentò
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passerò alla stessa ora». ¶ Mi riportò all’hotel. Scendendo
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riportò all’hotel. Scendendo mi fermai sul secondo gradino
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mai». ¶ Inocencio, il portiere, mi porse le chiavi attraverso
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sovversivi fin dalla nascita» mi confidò. ¶ Annuii e con
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raccontai a Inocencio che mi ascoltava con evidente piacere
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figura del nonno, e mi sono spesso ripromesso di
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voglia di ascoltare e mi subissò di domande. Un
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a tornare in Italia. ¶ «Mi rendo conto che novantasei
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calcolo di fusi orari, «mi sono imbarcato su un
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certo che il destino mi avesse concesso una tregua
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bellezza della prosa poetica mi riconciliarono presto con la
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campanello dell’appartamento H. ¶ Mi aprì una donna anziana
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dall’aspetto curato, che mi fece strada fino a
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il diritto alla vecchiaia. ¶ Mi guardai intorno e posai
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Ieri sera un tizio mi ha detto che non
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ha detto che non mi basterà la vita per
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attraversò il tavolo e mi accarezzò delicatamente il viso
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accarezzò delicatamente il viso. «Mi chiamo Amelia Herrera De
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di chilometri dalla capitale» mi informò «Arriverà verso mezzogiorno
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Adesso si chiama Mercedes» mi informò, concludendo il racconto
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informò, concludendo il racconto. Mi rivolse un timido sorriso
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seguir luchando. A volte mi sento tanto stanca». ¶ CAPITOLO
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da tutto il mondo. Mi soffermai a osservare la
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futuro dato che non mi sembra ci siano in
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parla perfettamente lo spagnolo» mi informò, tornando a un
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necessario perché El Chino mi fornisse tutte le informazioni
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testa idee da sognatore» mi ammonì. «È una specie
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giardino coltivato a rose. Mi aprì un uomo sulla
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uomo sulla cinquantina che mi accompagnò in un salotto
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dell’allenamento di hockey. ¶ Mi chiesero subito di chiarire
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parole li tranquillizzarono e mi parlarono a lungo del
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e dopo un po’ mi confessarono di essere terrorizzati
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lettera dei genitori adottivi, mi informavano che avrebbero trascorso
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una minuscola spiaggia. Roque mi strinse la mano come
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fine della registrazione, poi mi avvicinai. «Perché hai chiesto
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crimini...». ¶ «Nel materiale che mi hai spedito ho letto
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prima di essere uccisi» mi interruppe con un tono
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seguente. ¶ Finalmente nonno Guglielmo mi svelò che la città
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la città misteriosa che mi faceva visitare in sogno
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spesso. ¶ «Altri cocci generazionali» mi salutò l’ultima volta
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per l’Argentina, Estela mi chiamò per annunciarmi commossa
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Ci vediamo al processo» mi salutò. ¶ Giovedì 15 gennaio 1998. ¶ Nel
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Dalla sede delle Nonne mi giungeva la copia di
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domandai nella speranza che mi avesse riservato qualche parola
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e, continuando a parlare, mi diressi verso il corpo
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soprano e della chitarra mi fecero da sottofondo fino
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caffè ¶ e il dolore mi scende un po’ più
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quedo dormido abrazado a mi soledad ¶ Ti cerco nella
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cerco nella nostra piazza ¶ mi passi accanto insieme agli
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la cantiamo?» domandò Gianco. ¶ Mi venne in mente Torito
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il vento è malato» mi sentii abbozzare «Non porta