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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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alcolizzato. “Lasciali stare, Mimì,” mi esortò, “tu sì tropp
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passava di certo bene. Mi raccontò che veniva dalla
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quale non posso arrampicarmi,” mi confidò un pomeriggio. Era
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però, all’ultimo non mi volle seguire, non aveva
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mutter, la mamma, e mi voltò le spalle. Da
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corpo del fedele amico. Mi disse che non aveva
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Beethoven. Per quel che mi riguarda facevo ciò che
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un giorno mia madre mi venne vicino ed esclamò
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che stai cumbinann’? Sasà mi ha detto che te
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Mimì, io di te mi fido, so che sei
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spalle e risposi: “Lui mi racconta le sue esperienze
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familiaris.” ¶ Mamma sorrise e mi carezzò la guancia prima
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stare con i barboni!”. ¶ “Mi vedo costretto a ripeterti
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in viale Michelangelo che mi aveva lasciato di stucco
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stavolta si bloccò e mi guardò in cagnesco. ¶ “La
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per le auto.” ¶ Lui mi guardò serio. “Senza i
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troppo convincente perché lui mi salutò appena. È che
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che il ragazzo non mi era molto simpatico, se
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spavalda e arrogante che mi faceva venire i nervi
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i francesi del resto. Mi piace come si esprimono
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Vero, Mimì?” ¶ Fabio non mi diede il tempo di
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sopravvento sulla gelosia che mi aveva fatto restare fino
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con una frase che mi fece sobbalzare: “Che ne
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chiese, e nella domanda mi sembrò di incontrare una
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c’era Viola. Quando mi sarebbe ricapitata un’occasione
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attento a ogni particolare; mi aspettavo che da un
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corte. ¶ Per quel che mi riguardava, ero così deluso
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non ci fosse che mi sedetti sul divano senza
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partecipare ai giochi e mi addormentai al secondo quadro
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quadro di Donkey Kong. Mi risvegliai mezz’ora dopo
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stavano giocando a BurgerTime; mi alzai di scatto e
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Fabio, né tantomeno Sasà mi risposero. Si contorcevano davanti
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un timido “Ciao”. Lei mi fece un cenno con
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il regalo a Viola. Mi pulii gli occhiali appannati
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appannati con la maglietta, mi asciugai la fronte con
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con il braccio e mi gettai furtivamente nel corridoio
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Playmobil che più volte mi ero fermato ad ammirare
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trovai di fronte che mi guardava con fare cattivo
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guardava con fare cattivo: mi portai l’indice al
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letto, ma il cane mi guardava con odio sempre
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affondo. ¶ Pochi secondi e mi sarei ritrovato il signor
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sistemarmi gli occhiali che mi penzolavano come sempre storti
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a rispondere, “posso?” ¶ Viola mi fece entrare e si
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spiritati. E allora, improvvisamente, mi scappò un sorriso, perché
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al suo cuore, e mi sembrò come se la
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se la paura non mi facesse più paura. E
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fiato. ¶ La mia musa mi guardò senza capire. “Il
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occhi e da ultimo mi sorrise, anche se solo
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Dall’interno la macchina mi apparve ancora più inverosimile
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tanto bizzarra...” chiesi mentre mi guardavo attorno. ¶ “Non ti
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come ti avevo promesso”. ¶ Mi rigirai la cassetta fra
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le cose del giornale mi assorbono parecchio, gli altri
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stati amici veri non mi avresti regalato la cassetta
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approfittarne per chiederti se mi aiuti con quell’esperimento
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non ho dubbi.” Poi mi guardò e aggiunse: “Hai
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In ogni caso non mi sembra complicato. Nulla ti
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Sì, già, solo che mi manca un requisito fondamentale
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ha nulla di speciale. Mi dispiace...”. ¶ Restai in silenzio
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parcheggio. ¶ “Che idea?” e mi girai a guardarlo speranzoso
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e rispondere: “In effetti, mi sembra davvero un’idea
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tua preferita?” domandai. ¶ Lui mi guardò dritto in faccia
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Non so se...” ¶ Non mi diede il tempo di
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avvisato mia madre, non mi posso allontanare a cuor
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mentre il vento già mi sbatteva in faccia la
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fantastico pomeriggio sulla Mehari, mi sembra di riprovare le
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allora: il vento che mi scompigliava i capelli e
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voragini, un adulto che mi trattava da adulto, la
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canzone nelle orecchie che mi segue da allora. ¶ Canis
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dello strano incontro che mi capitò di fare quella
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i miei. Tu adesso mi porti a ballare!” ¶ “A
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pare, vero Mimì?”, e mi strizzò l’occhio. ¶ “Sì
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allora vado,” dissi. ¶ Fonzie mi diede un buffetto sulla
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dirgli, ma desistetti e mi diressi verso la piazza
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verso la piazza, dove mi fermai davanti alla videoteca
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in vetrina l’occhio mi fu rubato come sempre
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polvere in un angolo. Mi sembrava tutto così ingiusto
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po’ di tutto. Così mi aveva spiegato il nonno
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giorno. Poi lo sguardo mi cadde sull’ultima vhs
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sguardo al cielo e mi accorsi del signor D
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signor D’Alessandro che mi guardava dal primo piano
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che c’è? Non mi puoi citofonare ogni due
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e chiuse la conversazione. ¶ Mi allontanai in preda allo
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una pellicola che non mi piaceva e che non
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Invece lungo la strada mi imbattei in un grosso
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la lingua di fuori. Mi avvicinai lentamente per cercare
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voce dietro di me mi fece sobbalzare. ¶ “Ehi, amico
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amico, ti piace Beethoven?” ¶ Mi girai di soprassalto e
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girai di soprassalto e mi trovai di fronte un
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non capisce nichts, se mi permetti. Nessuno ti ha
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questo! Vieni qui”, e mi fece segno di avvicinarmi
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mann, un uomo stanco”. ¶ “Mi scusi...” balbettai. ¶ “Mi chiamo
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stanco”. ¶ “Mi scusi...” balbettai. ¶ “Mi chiamo Matthias,” fece, e
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Devo andare,” risposi e mi alzai di scatto. ¶ Quell
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di scatto. ¶ Quell’uomo mi affascinava e mi incuteva
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uomo mi affascinava e mi incuteva timore al tempo
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al ritorno da scuola, mi fermavo a chiacchierare con
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a un sorriso mentre mi accovacciavo a fianco dell
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la Testudo hermanni...” ¶ Lui mi aveva guardato perplesso prima
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una volta tanto. Non mi ci avete portato da
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questo tengo, e questo mi metto!” aveva precisato lei
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crepa ¶ L’agente immobiliare mi fa spazio e mi
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mi fa spazio e mi invita a entrare, poi
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aroma, eppure nella penombra mi sembra quasi di sentire
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maestosi alberi, e quasi mi sembra di rivedere l
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bianco che cigola e mi fa piombare di nuovo
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lattuga a Morla e mi stavo dedicando a passare
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aveva la bocca impastata, mi guardava e sorrideva, noncurante
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giorno dopo, in realtà, mi aveva confessato ben altre
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sul sapone del bagno, mi sono pulito il culo
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Lui, vedendo che non mi divertivo, aveva smesso di
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smesso di sorridere. ¶ “Perché?” ¶ “Mi stavo annoiando,” aveva risposto
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sta piacendo la casa?”. ¶ “Mi è sempre piaciuta,” dovrei
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a pensare che Giancarlo mi stesse evitando di proposito
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ero ingolfato di compiti mi rifugiai in portineria, dalla
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accadeva nel palazzo. Spesso mi capitava di studiare nella
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anche perché la nonna mi stava chiamando con una
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la quale, tolto papà, mi spronava sempre a studiare
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con la nonna, che mi aveva dato il via
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avesse cambiato: una volta mi aveva raccontato di quando
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duro sciopero, un’altra mi aveva confidato che da
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po’ più del dovuto, mi aveva fatto segno di
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al suo fianco e mi aveva narrato di quando
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dei loro interessi economici”. ¶ “Mi sfugge qualcosa,” gli avevo
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Solo se sabato sera mi copri,” precisò subito. ¶ “In
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te. Lo capisci, vero?” ¶ Mi sforzai di annuire. ¶ “Solo
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di annuire. ¶ “Solo che mi rompo a fare questioni
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Scusa.” ¶ Bea sorrise: “Allora, mi copri?”. ¶ “Quale sarebbe la
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visto una bottiglia, quindi mi disegnai in mente il
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paio di anni prima mi ero ritrovato, quasi senza
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tavolo della cucina, e mi ero imbattuto in non
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accanto a me, e mi osservava con aria incredula
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aveva lanciato un grido, mi aveva afferrato una ciocca
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una strana rabbia e mi ero scagliato su di
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volta che ci azzuffavamo. ¶ “Mi ha rubato il diario
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l’uno dell’altra. Mi dovete fare stare tranquilla
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testa, anche se io mi ero messo a sbirciare
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e la voce impastata. ¶ Mi ero proteso verso mia
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aveva pronunciato con fermezza. ¶ “Mi ha rubato il diario
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fatta baciare, ma non mi aveva rivolto la parola
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da lontano. ¶ Nonno Gennaro mi diede uno dei suoi
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arrivò il giorno. ¶ Giancarlo mi citofonò il sabato dopo
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sabato dopo pranzo e mi disse di uscire. Quando
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all’esterno del fabbricato, mi stava aspettando nella mitica
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mitica Batmobile verde e mi sorrideva da lontano, come
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e poi rispose: “Mimì, mi dispiace, te l’ho
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parliamo un’altra volta.” ¶ Mi girai solo un attimo
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aiutarmi con l’esperimento...” ¶ “Mi scusi,” intervenne mia madre
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e alla fine lui mi strizzò l’occhio. Aveva
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Lo stesso sorriso che mi accompagnò nei mesi successivi
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solo di cose brutte. ¶ Mi lavai di corsa le
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non ammetteva obiezioni) e mi sedetti a tavola. Sul
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donne, per l’appunto. ¶ Mi ero imbattuto nella trasmissione
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Appena l’avevo vista mi si era arrampicata una
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e poi sul viso. Mi sentivo strano, pieno di
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riuscivo a contenere, e mi era venuta voglia di
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fra quelle curve sinuose. Mi ero girato a guardare
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il pene duro come mi capitava solo quando dovevo
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pipì, o appena sveglio. Mi ero calato i pantaloni
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un’incombenza da fare. Mi aveva trascinato nel bagno
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nude. Di nuovo, imprevista, mi era venuta a far
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come se niente fosse, mi aveva confidato di essersi
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un incredibile piacere, quindi mi aveva afferrato il braccio
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il mio orgoglio, perciò mi ero spinto a confidargli
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del pranzo che mamma mi aveva ordinato di portare
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è ’stu felis cactus?” mi aveva chiesto la prima
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avevo terminato di pranzare, mi ero infilato il costume
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Spider-Man che non mi potevo permettere ma che
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coraggio. Non dico che mi ero pentito, perché sempre
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ferro, pennacchio (che non mi pare avessero i cavalieri
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collo, e dalla bocca mi pendeva una pipa giocattolo
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fuori dalla salumeria non mi aveva più rivolto la
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te siamo come fratelli, mi puoi anche prendere a
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espressioni del viso, tuttavia mi dovevo arrangiare, un Popeye
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era mai visto. ¶ Lei mi fissò un istante e
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euforia della famiglia non mi lasciò del tutto indifferente
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da metà campo!”. ¶ “Davvero? Mi sembra a dir poco
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bella mostra. Io, invece, mi sdraiavo in mezzo alle
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loro poche chiacchiere e mi sentivo in qualche modo
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e l’immaginazione che mi era stata concessa la
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Chissà se anche Viola mi avrebbe visto alla televisione
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credere alle proprie orecchie. Mi hanno raccontato che la
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per lui!” ¶ Detto ciò, mi aveva caricato in spalla
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sapevo nulla. Ogni tanto mi saltava sulle spalle e
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saltava sulle spalle e mi cingeva il collo con
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fingendo di soffocarmi, e mi costringeva a mantenere gli
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e aveva aggiunto: “Non mi sono dimenticato della cassetta
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durante il precedente Natale mi aveva chiesto di accompagnarla
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amore, che una volta mi aveva svelato essere stata
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quell’abbraccio dal nulla, mi domandavo se anche lui
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Appena saputa la notizia, mi ero fatto avanti per
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dono che la vita mi potesse fare. ¶ L’ammiraglio
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bocca aperta, finché papà mi aveva spintonato dicendo: “Ué
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del palazzo (che papà mi aveva aperto solo dopo
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alle sue orecchie e mi aveva guardato con aria
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spazientito di nuovo e mi aveva piazzato l’immagine
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È che lui sì, mi ascoltava, ma non mostrava
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Triumph e Fonzie non mi era particolarmente simpatico. ¶ “Perché
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a sederti?” ¶ “Sei pazzo, mi ammazzerebbe!” ¶ Così era rimasto
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di Spider-Man, che mi procurava fitte lancinanti allo
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sai chi è quello?” mi chiese un giorno, notando
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fosse il libero, ma mi avrebbe preso troppo tempo
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nella serratura, abitudine che mi era passata subito dopo
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primi tempi. Quel pomeriggio mi venne vicino e disse
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una vampata di calore mi si arrampicò sul viso
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con il tagliere, perciò mi alzai d’istinto per
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per fermarlo, ma lui mi dedicò uno sguardo che
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e la mia moralità mi impediva di dirne, perciò
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di D’Alessandro che mi aveva agguantato la caviglia
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eroi. È vero, Mimì?” ¶ Mi girai a guardare il
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in qualcosa di superiore,” mi uscì d’impulso, “di
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A ogni modo non mi piacciono i miti, e
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nulla di straordinario, però mi rende la vita più
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chiesi quindi infastidito. “Non mi piace ingannare il prossimo
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giochi in casa”, e mi strizzò di nuovo l
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di lui.” ¶ Sbuffai e mi sgranchii le dita della
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nobili nella tua azione, mi dispiace. E poi non
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mito. E io non mi sognerei mai di delegittimarlo
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siamo più amici!”, e mi lasciò sul marciapiede. ¶ Avrei
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Rossi, il semieroe che mi avrebbe condotto dalla mia
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intenzioni, nella speranza che mi aiutasse nell’esperimento per
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sinistra gli occhiali che mi ballavano sulla gobba del
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voltò di scatto e mi vide. “Ciao,” disse quindi
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le parole adatte e mi sembrava che tutto quello
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dallo stereo dell’auto mi raggiunse improvvisa la voce
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quando era iniziata Albachiara mi trovavo davanti alla porta
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attesa che il nonno mi facesse entrare. ¶ Non poteva
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al diventare un eroe, mi stava ugualmente a cuore
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di Vasco, ma lui mi anticipò. “Dov’è il
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emozioni,” risposi serio. ¶ Lui mi offrì uno sguardo divertito
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vita ti coglie impreparato...” mi venne in mente di
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Non so mentire, perciò mi vedo costretto a confessare
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come le sirene”. ¶ Giancarlo mi guardò strabiliato e scoppiò
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e aggiunsi: “Per lei mi sono rotto il braccio
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prima volta nella vita mi sentii libero di sviscerare
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di cose belle. ¶ Quando mi poggiò la mano sulla
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Lo guardai come se mi avesse rivelato un grandissimo
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per credere ai supereroi? Mi dispiace deluderti, ma non
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in mezzo a noi.” Mi sistemai gli occhiali e
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ridevo per nulla, così mi poggiò di nuovo una
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creduto e sperato che mi ascoltasse con più attenzione
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chiuse il pennarello e mi restituì l’arto. Sul
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Chinai il capo. Lei mi si abbarbicò addosso e
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si abbarbicò addosso e mi schioccò un bacio sulla
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a dirlo, Sasà, che mi guardò incuriosito e commentò
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anno prima. Arrossii e mi tornarono alla mente le
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sorella...” ¶ Il mio amico mi fissò incredulo e le
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passa il nervoso...”, e mi mostrò una videocassetta. ¶ Mi
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mi mostrò una videocassetta. ¶ Mi destai del tutto e
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paradiso...” rispose soddisfatto e mi fece dondolare l’oggetto
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Una vampata di calore mi colorò le guance e
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colorò le guance e mi spinse a rispondere per
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mettermi in imbarazzo, non mi guardò nemmeno e se
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amico con lo sguardo. Mi domandavo dove volesse arrivare
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cucina. ¶ Dovevo fare qualcosa. ¶ Mi alzai di scatto per
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dire, ma il nonno mi rubò la scena, lui
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espressione più arcigna che mi uscì, e dissi: “È
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migliorare le cose!”. ¶ Sasà mi fissò stranito e nonna
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specie di sorriso che mi fece arrabbiare ancora di
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ancora sospettava che Sasà mi stesse riempiendo di balle
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stare?” ¶ Le domande filosofiche mi affascinavano, e il fatto
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cinghia,” proseguì lui. “Perciò mi sono fatto avanti e
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senza trama!” sbottai. ¶ Lui mi guardò divertito, prese fiato
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ricchione?”. ¶ A quel punto mi alzai e mi allontanai
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punto mi alzai e mi allontanai nero in volto
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chiavi nella serratura e mi fece segno di entrare
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le vhs dai contenitori. Mi bloccai subito e lo
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di prendere nulla. Poi mi imbattei in un manichino
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lo prendi?” chiese Sasà. ¶ Mi girai di soprassalto. ¶ “Sei
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indice al naso e mi fece segno di zittirmi
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fatto un salto e mi avesse acciuffato per il
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bene.” ¶ “E la refurtiva?” mi venne spontaneo chiedere. ¶ Lui
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di prendere nulla”. ¶ Quindi mi diede un buffetto affettuoso
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comportava come un adulto; mi dovevo fidare di lui
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di sfilare il giubbino mi accorsi che in mano
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arrotolato che nella foga mi ero dimenticato di posare
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avanti nella lettura, più mi convincevo che la storia
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cercare proprio me, che mi stesse parlando al cuore
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volte durante la lettura mi fermai a riflettere, con
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qualche mese prima, infatti, mi ero imbattuto in un
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rinverdire il mio interesse. ¶ Mi infilai nel letto con
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chiusi gli occhi e mi persi in mille congetture
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a un certo punto, mi feci prendere dall’entusiasmo
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proprio grazie alla telepatia. Mi addormentai alle prime luci
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Le sere in cui mi lasciavo rapire un po
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a mio avviso, che mi avrebbe potuto capire e
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fidata, qualcuno che non mi prendesse in giro o
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in giro o, peggio, mi reputasse un pazzo. Sasà
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non batteva ciglio e mi ascoltava paziente. ¶ L’avevo
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aveva preso sottobraccio e mi aveva costretto a fare
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amico suo e nessuno mi avrebbe potuto toccare. Avevo
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proprie gambe...”, ma lui mi aveva dato un buffetto
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anche se i compagni mi tenevano comunque in disparte
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comunque in disparte perché mi giudicavano “pesante”; e poi
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Perfino la mia famiglia mi considerava un tipo bizzarro
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un tipo bizzarro e mi prendeva in giro, anche
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in realtà un po’ mi beavo di quelle parole
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normale ma per chi mi era accanto tanto normale
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tanto normale non era. Mi piaceva la lingua italiana
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forse non capendo), oppure mi alzavo la sera da
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il pranzo “luculliano” e mi attiravo gli sguardi straniti
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tempo paurosa sensazione che mi portavo dentro sarebbe stata
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prima e un giorno mi prese in disparte. “Ué
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dire baggianate...”, e arrossii. ¶ “Mi sono accorta di come
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ma lei sorrise e mi abbracciò. ¶ A Sasà non
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mostrava nei miei confronti mi lasciavano basito. ¶ Un pomeriggio
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sembri uno scemunito!” ¶ Poi mi guardò, le mani ancora
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della sensazione assurda che mi covava dentro, le avrei
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avrei spiegato di come mi faceva sentire bene, nonostante
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bene, nonostante Viola non mi degnasse di uno sguardo
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schiacciati. ¶ E poi finalmente mi imbattei di nuovo in
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lì il nome, perché mi ricordava il felino del
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dalla finestra proprio mentre mi alzavo per raggiungere i
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nulla, ma la fisica mi entusiasmava. Il signor D
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solo con la punta...”. ¶ Mi posizionai di fianco al
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piroetta su te stesso,” mi ripetei mentre calciavo la
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passi...” avevo risposto, e mi ero aggiustato gli occhiali
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Sasà (in arte Dirceu), mi scivolavano ogni due per
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come ero da chi mi vedeva solo come un
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Stevenson. All’ultimo, però, mi ricordai del discorso di
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di aggettivo, scemunito, che mi aveva attribuito papà, perciò
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aveva attribuito papà, perciò mi feci forza e decisi
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e ruzzolai per terra. ¶ Mi ero rotto il braccio
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mentre Angelo e Sasà mi superavano e andavano incontro
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signor D’Alessandro che mi fissava. Sfilai dentro l
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mostrare alcuna smorfia, nonostante mi sentissi svenire dal dolore
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sguardo, paura che lei mi scoppiasse a ridere in
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sera commentò: “Che sfizio, mi sembra di essere tornata
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sotto dell’ombelico. Poi mi sedevo sul bidè e
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movimenti e il sapone mi scivolava continuamente dalla mano
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scuola, risposi che non mi sentivo bene. Lui sembrò
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quelle poche volte che mi ritrovavo per strada con
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per strada con lei mi rendevo conto che non
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cugina al Mazzini. Io mi ero risentito e lui
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tempo delle mele, che mi costringeva a guardare almeno
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mille pensieri astrusi nemmeno mi rendevo conto che, da
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cacciò un Uniposca. Quindi mi prese il braccio e
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che sto arrivando. Non mi sfiora neppure il pensiero
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dice venendomi incontro, e mi allunga la mano. ¶ Ricambio
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vita. ¶ Mentre l’agente mi dà le spalle e
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un gatto rosso che mi fissa dal tettuccio di
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tettuccio di un’auto mi ruba un sorriso malinconico
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interesse. Gli sorrido e mi accorgo che il bagliore
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addentavo un Doemi che mi si sbriciolava sul maglione
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ai nippoli. ¶ Papà non mi guardava, le mani a
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su una sedia e...” mi scrutò un attimo e
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l’unica della casa. Mi avvicinai al vetro sul
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la luce del lampione mi ricordava le farfalline bianche
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improvviso, appariva ovattata e mi sembrava di non sentire
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un po’ di settimane mi ronzava attorno senza mai
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portato dal vento. ¶ Sasà mi guardò e disse solo
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strada, che un giorno mi aveva mostrato fiero le
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con qualche vecchia zia. “Mi sa che se continua
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andava dicendo, “da adulto mi diventa un letterato!” ¶ “Loredà
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mia brandina. La sera mi bastava infilare la mano
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e urtando il libro mi perdeva il segno. Una
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le pagine che più mi colpivano. Nella vita di
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miei interlocutori. Invece papà mi guardava come se fossi
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e Bea una volta mi aveva bloccato per un
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nessun maestro Miyagi che mi aiutasse a tirar fuori
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accorgendosi del sorriso che mi si era aperto sul
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un’auto speciale...” e mi strizzò l’occhio. ¶ “Già
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fermai in tempo. “Comunque mi piace molto...” ¶ “L’auto
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fumetti. Tutti i pomeriggi mi recavo nel reparto di
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della videoteca in piazza, mi sistemavo in un angolo
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nei casi estremi. ¶ “Nulla...” mi discolpai, “quando trovo un
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trovo un manifesto che mi piace, lo scollo dal
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e una spatola. Ultimamente mi aiuta anche Sasà.” ¶ Papà
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il paradiso non esista. Mi piacciono, semplicemente, i soprannomi
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è pazzo!” incalzò Beatrice. ¶ Mi alzai e corsi in
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ridere (e la cosa mi lasciò interdetto, perché a
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giornata. Il calcio non mi appassionava più di tanto
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tutti i maschi che mi circondavano, nondimeno trascorrevo ogni
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amici, il pomeriggio spesso mi rifugiavo nella portineria da
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sfogliare riviste pseudoscientifiche (che mi procurava, come sempre, mia
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senza mai un amico, mi avevano vietato di restarmene
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casupola di legno e mi avevano gettato, è proprio
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lungo le braccia e mi facevo rosso in viso
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non conosceva Rodari, perché mi sfilò davanti senza dire
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le elementari, i miei mi avevano condotto da Eugenio
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d’Oro, e lì mi ero innamorato di un
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che per di più mi rendevano il volto ancora
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la pallonata, la nonna mi portò subito in bagno
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a difendermi e nemmeno mi interessava esserlo. Poi, una
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Poi, una mattina, Sasà mi aveva preso sottobraccio e
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dato la schiena e mi ero rifugiato nella stanza
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La chiacchierata con Giancarlo mi aveva fatto riflettere. “Coltivala
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tue mani.” E allora mi era venuto in mente
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all’incontro con lui, mi fossi reso conto di
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specie di scintilla che mi si accendeva nella pancia
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per me, che mai mi ero allontanato da Napoli
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coraggioso si avvicinò e mi rubò un sussurro di
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gonfiò il petto e mi spiegò fiero che Beep
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trovarmi quegli struzzi davanti mi affascinò oltremodo: conoscevo bene
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tutt’altra cosa, e mi colpì parecchio, tanto che
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e me che non mi sarebbero bastate cento enciclopedie
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passato Ferragosto quando papà mi venne a svegliare all
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Spalancai gli occhi e mi ritrovai il suo faccione
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luogo perché lui non mi ci aveva mai portato
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dai, scendi dal letto.” ¶ Mi stropicciai gli occhi. Mamma
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il respiro profondo, e mi feci rapire dal suo
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restava immobile. Una volta mi ero messo in testa
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mattina a scuola non mi era possibile certo chiudere
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in uno sbadiglio e mi alzai a sedere sul
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un luogo che non mi sembrava di conoscere, al
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a rispettare i ruoli”. ¶ Mi ero messo paziente in
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viso ancora sotto, e mi aveva mostrato il dito
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poi... poi mio padre mi aveva svegliato. ¶ “Sei ancora
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papà affacciandosi nella stanza. ¶ Mi trascinai in soggiorno, il
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Sasà. Il mio amico mi mancava da morire. Mi
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mi mancava da morire. Mi mancava la sua presenza
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alla vita ogniqualvolta questa mi faceva del male. ¶ “Dai
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che si fa tardi,” mi esortò papà, quando fui
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a non far niente mi sembravano sprecate. Nel tempo
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fare il bagno...” ¶ “Non mi attrae il mare, lo
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nu fantasma. E poi mi aiuti a pescare,” tagliò
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invece incuriosivano poco. Non mi ha mai davvero rimproverato
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con aria fiera e mi guardò. Si era già
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suo petto villoso quasi mi accecava. Indosso aveva un
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per farsi aiutare (non mi chiese nulla in tal
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e di ciò che mi piaceva, stava cercando, a
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me, invece, rilassa, non mi fa pensare, e poi
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fa pensare, e poi mi piace il contatto con
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soldi a palate”, e mi strizzò l’occhio. ¶ “Non
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strizzò l’occhio. ¶ “Non mi interessano i soldi, voglio
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sasso in acqua e mi alzai. “E se io
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qualsiasi altro lavoro che mi obblighi a trascorrere il
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la mano sulla sabbia. ¶ Mi accovacciai accanto a lui
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di come sei e mi fido di te. Solo
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a una persona che mi sembrava di non conoscere
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Ecco, insomma, tua madre mi ha chiesto di parlarti
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un vortice di dolore mi strizzava la pancia e
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della mia vita.” ¶ Papà mi scrutò per cercare di
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Ci vediamo a settembre, mi devi leggere il tuo
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mio primo bacio, nonostante mi aspettasse un agosto con
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entusiasmanti con le quali mi aveva descritto e, mentre
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senso di oppressione che mi aveva preso. ¶ “È il
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Questo avrei dovuto risponderle. ¶ Mi ero affacciato alla balaustra
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fresca e lo sguardo mi era caduto su due
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quelli di cui Matthias mi aveva parlato. Stavolta se
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lo sguardo e quasi mi era sembrato di incontrare
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la mia presenza? Che mi stessero spiando per capire
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boccia con Red, e mi ero chiuso alle spalle
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acqua del povero pesce mi cadeva come una cascata
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vino annacquato ¶ Quando papà mi aveva parlato della Puglia
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sulla guerra alla criminalità mi avevano dato la forza
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spingermi là dove non mi ero mai spinto e
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testa da quando Matthias mi aveva fatto quello strano
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momento di grande euforia mi ero infilato il costume
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Spider-Man, convinto che mi avrebbe dato la forza
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parla e non parla, mi fa capire. E allora
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migliore dei casi, non mi avrebbe ascoltato, nel peggiore
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avrebbe ascoltato, nel peggiore, mi avrebbe deriso. ¶ Mamma si
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Mamma si alzò e mi afferrò per il braccio
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per il braccio, quindi mi guardò dritto negli occhi
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camera da letto e mi cambiai, quindi aprii la
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motore si era arrestato. Mi avvicinai: Giancarlo aveva il
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parlare di superpoteri, non mi lasciò finire e ribatté
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accompagnai all’ascensore e mi fermai a osservarlo mentre
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importanti, però, ecco, non mi viene, è che sono
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dopo che ebbi bussato. Mi sedetti al suo fianco
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Lei si voltò e mi guardò seria. “Mi sono
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e mi guardò seria. “Mi sono lasciata con Mauro
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sapevo cosa dire. ¶ “Anzi, mi ha lasciata lui,” aggiunse
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sollevò a sedere e mi agguantò le spalle, poi
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giungeva troppo tardi: io mi ero già innamorato di
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innamorato di Viola, e mi sarei innamorato ancora, di
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liceo classico al quale mi sarei iscritto dopo l
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letto e aggiunse: “Però, mi dispiace, ma se sarà
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Ma va’,” rispose e mi tirò un buffetto sulla
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abbozzai, solo che Beatrice mi interruppe subito: “Avresti dovuto
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una sorella sì che mi avrebbe fatto comodo...”, e
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era in colonia e mi mancava ogni giorno di
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per la Puglia non mi reggevo in piedi perché
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inconfondibile borbottio della Mehari. Mi ero avvicinato, Giancarlo aveva
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esclamato: “Grande Mimì!”. Quindi mi aveva invitato a sedermi
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giornalista scrive cose pericolose. Mi preoccupa vederti al suo
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cosa devo fare. Non mi piace il calcio”, e
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capo per fissarmi, “non mi trovo più a mio
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modo. E poi non mi sembra che lui sia
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ho una testa, e mi piace farla funzionare,” avevo
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per strada, ma non mi rispose e mi condusse
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non mi rispose e mi condusse in piazza Medaglie
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era quello dove mamma mi portava da bambino per
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di cane piaceva molto. ¶ “Mi raccomando la frangetta,” diceva
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fiatare e alle feste mi presentavo sempre con un
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non li devi tagliare?” mi chiese a un certo
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genitori. Aspettò paziente che mi cambiassi e non raccolse
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il caschetto quando Sasà mi porse, infine, il sacchetto
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disse: “Iamm’, Mimì, non mi far spiegare che non
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chiesi sbigottito. ¶ Sasà non mi aveva mai regalato nulla
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che ci vai dietro...” ¶ Mi rigirai più volte la
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dell’abito svanirono presto. Mi infilai un’anonima camicia
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blu da mercato che mi aveva regalato mamma e
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mio orecchio: “Che tamarro, mi vergogno di uscire con
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a ingoiare finché Fabio mi aveva risvegliato dal coma
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ore che ti chiamo! Mi passi il panino di
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con quel grandioso regalo mi aveva dimostrato tutto il
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secondo giorno il nonno mi squadrò contrariato e disse
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alle venti e trenta mi ero piazzato davanti alla
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e malinconici; l’estate mi era piombata addosso con