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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, L'amore che torna, 1908

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
debbo essere tua, perchè mi piacerebbe rimaner bella? Mi
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1908
mi piacerebbe rimaner bella? Mi hanno detto che la
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1908
io fossi come lei, mi avresti amata sempre. Germano
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1908
non è vero! ¶ «Eppure mi ricordo sempre una tua
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1908
questo, Germano, ed io mi sono lasciata travolgere dalla
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1908
dalla tua fuga. ¶ «Poi mi ricordo anche un'altra
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1908
Quando lascerai Torre Guelfa? Mi sembra che tu non
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1908
dicono «addio?» Perchè? Io mi sforzo d'immaginare cosa
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1908
uscio faccio questo pensiero. Mi sei così visibile, che
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1908
credo che diverrò pazza. Mi domando qualche volta come
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1908
giorno di questa parola, mi vien quasi una voglia
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1908
amore?... ¶ «Senti: ho paura. Mi sembra che fra qualche
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1908
solito mazzo di fiori. Mi scrivi che ve ne
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1908
hai ben altri pensieri. Mi scrivi che fra pochi
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1908
per te solo che mi piaceva esser ricca; ma
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1908
visitare quel convento! - Elena mi disse allora. ¶ - Vi andremo
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1908
Quando entrai nella sala, mi venne incontro tendendomi la
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1908
le vene del collo. ¶ - Mi sembra, caro Michele, che
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1908
risposi con voce persuasiva, - mi conoscete ormai da un
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1908
signor conte, per quanto mi dispiaccia, e sappia che
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le dico, se non mi paga il giorno preciso
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1908
lo faccio per cattiveria, mi creda. Ma in questo
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1908
le dico! Vuole che mi trovi a mal partito
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1908
quel che dico e mi risulta che state per
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1908
credervi un buon amico, mi ero già prefisso di
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1908
miei propri. Se domani mi eleggono, mi fanno un
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1908
Se domani mi eleggono, mi fanno un piacere; se
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1908
un piacere; se non mi eleggono me ne fanno
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1908
venire ad una conclusione, mi farete il piacere di
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1908
dovrei credere proprio che mi vogliate portar via la
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1908
le vorrei far torto, mi creda, ma noi ci
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1908
corrente per forza... ¶ - Dunque mi credete un uomo rovinato
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1908
delicate, cose che non mi riguardano... - egli osservò perplessamente
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1908
Egli fece una pausa, mi guardò con i suoi
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1908
cosa certa, ed allora, mi capisce, siccome fra noi
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1908
grande maraviglia. - Toh, questa mi piace! ¶ Compresi di non
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1908
d'interesse a cui mi avete prestato il denaro
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1908
è questo: se lei mi dà la prova che
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1908
per Bacco! ¶ - Ebbene, allora mi lasci far due righe
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1908
bicchierini. ¶ - Volentieri: quest'acquavite mi facilita la digestione. ¶ - Allora
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1908
Una lettera di Fabio mi giunse alcuni giorni dopo
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1908
scrivimi sempre.» ¶ Questa lettera mi parve un'umiliazione, e
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1908
stesso in cui finalmente mi vedevo libero, un senso
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1908
di solitudine m'invase. Mi parve per un istante
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1908
per un istante che mi avessero lasciato solo, di
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1908
oscura. ¶ Una immagine fissa mi teneva la mente. ¶ Il
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1908
ormai da padrone, ora mi si chiudeva in faccia
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1908
dissesti, le noie che mi davano i creditori e
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1908
quel tuo amico? - Elena mi domandò, appoggiandosi al mio
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1908
strepito di risa grossolane, mi pareva di udirli ragionare
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1908
donna ch'era meco. Mi prese una collera sorda
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1908
sono triste qui! Terracina mi evoca tante belle memorie
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1908
ben conosco, il quale mi ricorda un mio grande
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1908
Gonzales; ti ricordi? ¶ - Oh, mi ricordo! È stata forse
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1908
languidezza di moribonda... e mi faceva spendere il denaro
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1908
volta, nel passarmi accanto, mi dava un bacio su
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1908
su la bocca. ¶ - Senti, - mi disse piano, abbracciandomi, - vorrei
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1908
la voce di Fabio mi chiamò: ¶ - Eh, lassù!... buongiorno
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1908
paniere. ¶ - Che fai, Lazzaro? Mi devasti il giardino? ¶ - Oggi
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1908
della mia vita. ¶ Egli mi sogguardò con una espressione
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1908
badare alle idee che mi frullano per il capo
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1908
amico mio... e questo mi fa paura. ¶ - Chi mai
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1908
farti ridere, ma Elena mi è divenuta necessaria, e
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1908
le labbra, poi subitamente mi prese per un braccio
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1908
Fabio, che strana cosa mi dici... ¶ E chinai la
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1908
domandai dopo un silenzio. ¶ - Mi parve inutile, com'era
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1908
te ne prego: altrimenti mi farei quasi uno scrupolo
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1908
povera figliuola! Che pietà mi fece! ¶ Una lenta e
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1908
sala di Edoarda, quale mi apparve nell'ultimo giorno
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1908
supremo desiderio di pace. Mi parve ancora che dalle
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1908
di quell'ultima domanda: «Mi scriverai da Torre Guelfa
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1908
Cosa ti ha detto? ¶ - Mi ha detto: Germano è
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1908
le sue lagrime. Poi mi raccontò che le scrivevi
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1908
seppi rifiutare. Tuttavia, quando mi giunse a Roma la
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1908
prima lettera, il coraggio mi venne meno. Pensai di
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1908
mutare; il resto non mi spaventa affatto. ¶ - Insomma cosa
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1908
potrebbe anche morirne! - egli mi suggerì, con la voce
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1908
voce piena d'angoscia. ¶ Mi coversi la faccia istintivamente
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1908
che si dicono! ¶ Egli mi fissò con uno sguardo
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1908
angoscia, un furore... Ecco, mi trovo appunto così, non
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1908
esclamò tristemente. - Anche tu mi fai pena. ¶ - Vedi, - continuai
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1908
le cose. Edoarda non mi desidera nè coi sensi
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1908
nè forse col cuore: mi desidera con l'immaginazione
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1908
non l'amo più. Mi conosce troppo e non
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1908
con una penetrazione che mi spaventa. L'amore che
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1908
e, forse per ribellione, mi saprebbe odiare. Ma Edoarda
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1908
ogni giorno: «Tu non mi ami più!...» e costringermi
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1908
pace meridiana. ¶ - Germano, - egli mi disse infine, con una
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1908
E tu che farai? - mi domandò, fermandosi ad un
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1908
tanto semplici; Elena sola mi colma di una totale
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1908
sogno assurdo? E però mi ricordo ancora, come in
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1908
dell'anno passato e mi sembra che fosse di
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1908
chi fossi. Ma tu mi hai guardata, e, forse
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1908
sorriso. Non so perchè, mi è rimasto sempre nella
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1908
non lo sono più; mi hai consumata; e, forse
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1908
illudermi di piacerti ancora. Mi cadono i capelli. Quando
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1908
e non accetto comunioni. ¶ Mi ascoltava un po' curva
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1908
E' una cosa che mi offende, che mi ripugna
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1908
che mi offende, che mi ripugna... ¶ I suoi occhi
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1908
odierò!... ti odierò perchè mi umilii troppo... Lo vuoi
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1908
non importa! Ma non mi voglio vendere a te
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1908
nella silenziosa notte, Elena mi aveva raccontato la storia
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1908
una così bella creatura. ¶ Mi narrava con malinconia le
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1908
Sì, - ella rispose - domani. ¶ - Mi scriverete qualche volta? ¶ - Sempre
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1908
cose vi appartengono, Elena; mi furono consegnate per voi
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1908
madre lasciò l'Ungheria mi diede in custodia questi
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1908
debiti di suo marito. Mi lasciò queste cose con
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1908
di carità umana che mi è concessa da Dio
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1908
disse tristemente: - Voi non mi considerate più come il
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1908
la coltre; poi disse: ¶ - Mi ricordo ancora quand'eravate
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1908
della mia camera; non mi piace che nessuno vi
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1908
un'attrice bella. Solo, mi raccomando, non troppo vestito
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1908
me un domestico e mi ha lasciata questa lettera
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1908
Mathias? ¶ - No. Il quadro mi appartiene. Vi ho dipinta
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1908
con una voce umile, - mi volete ancora bene? ¶ Egli
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uomo, sento che non mi alzerò più. ¶ Ella non
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giovine s'illuminarono; sorrise. ¶ - Mi rimane ancora il mio
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dimenticare. Ma vorrei, se mi fosse lecito, portare con
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1908
la sola felicità che mi venne concessa, e morendo
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venne concessa, e morendo mi rammento come in un
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1908
uscio della nostra camera mi annunziava dalla soglia: ¶ - Una
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1908
Di quella lettera tutto mi affliggeva: la forma, la
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ch'io stesso non mi raccapezzavo più. Qualche volta
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1908
Ho meglio riflettuto, - egli mi rispose, - e sempre più
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1908
la dignità. Secondo quanto mi scrivi, non hai trovato
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1908
Questa lettera di Fabio mi aveva irritato assai. Gli
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1908
limiti alla mia felicità. Mi pareva di riavvicinarmi alla
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1908
della primavera, e spesso mi pervadeva con esaltazione il
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1908
un gesto di Elena mi faceva comprendere il suo
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1908
si rigenerava. ¶ Alle volte mi pareva che le fosse
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1908
quanto sono felice qui! - mi diceva talora, con un
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1908
era passata. ¶ Un giorno mi avvenne di comparare la
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1908
e gli dissi: ¶ - Tu mi farai condurre verso un
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l'arcatura del collo! - mi diceva, inorgoglito. - Sta su
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1908
voltoi bruniti. Lazzaro continuava: ¶ - Mi raccomando, signore: la cavalla
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1908
quel parlare di Lazzaro, mi guardò sorridendo; poi si
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l'ala del cappello. - Mi piace volare così! - E
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1908
La guardai, sorrisi, e mi sentii felice. ¶ - Ecco, - ella
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1908
Ecco, - ella riprese; - io mi ricordo ancora tutto, fin
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1908
cose. Le parole che mi dicesti alla stazione di
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1908
Lazzaro alla stazione, che mi guardò attonito. Indi la
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dietro, continuamente; io che mi stringevo contro di te
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1908
paura, e tu che mi baciavi, piano, perchè l
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stazione. Alcuni d'essi mi salutarono, guardandoci maravigliati. Una
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preghiera: ¶ - Senti... se tu mi volessi aiutare! ¶ - A che
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Ti sarà più facile. ¶ - Mi sarà più facile... E
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che da qualche tempo mi credo malato, che un
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come dire... Promettimi. Fabio! ¶ - Mi chiedi una cosa molto
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una cosa molto grave; mi chiedi anzi una complicità
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anzi una complicità che mi sembra iniqua. ¶ - Fallo per
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1908
Poi d'un tratto mi domandò: ¶ - Partirai con l
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mano su la fronte, mi venne presso, mi guardò
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fronte, mi venne presso, mi guardò. ¶ - Ecco: io non
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ingannarsi ancora? ¶ - Che domanda mi fai... - risposi abbassando gli
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parola d'onore? - E mi tese la mano. ¶ - Su
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Allora divenne estremamente pallido, mi strinse forte la mano
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strinse forte la mano, mi parve che ne' suoi
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leggerlo, poi la cosa mi parve indiscreta. Ascoltai presso
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1908
volta, più volte ancora. Mi sentii tutto rimescolare; poi
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Non saprei, signor conte, - mi rispose. - Non l'ho
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istrada. La mia mente mi pareva chiusa in un
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tutte le cose aeree. ¶ Mi trovai sul marciapiede, sperduto
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marciapiede, che molte persone mi urtavano passando, che un
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potevano «provvedere per lei?» Mi aveva dunque ingannato nell
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della sua vita. ¶ Ora mi dilettavo in pensieri di
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d'aria, - ella spiegò. - Mi doleva il capo: sono
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le labbra che appena mi toccavano. ¶ Poi si mise
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capelli. ¶ - E tu non mi racconti nulla? - continuò Elena
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e raccogliervi la faccia. - Mi sembri di cattivo umore
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No, affatto, Elena. ¶ - Ah... mi era sembrato. ¶ - E tu
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di me. ¶ - Ora non mi dài neppure un bacio
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perchè nell'amaro sospetto mi pareva che le sue
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1908
sono triste. Poi, quando mi baci tu, sento il
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1908
sento il cuore che mi fa male. ¶ - Perchè quando
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1908
momento scordai tutto: ella mi teneva nella sua bellezza
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avesse detto: - Inginòcchiati! - e mi sarei inginocchiato. ¶ - Senti, - le
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Sollevò la faccia illuminata, mi passò le mani fra
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gran mazzo di viole. Mi parve, da quel giorno
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Che significa, Germano? Perchè mi parli così? Hai veramente
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Davvero non ti comprendo. Mi hai affermato in tutti
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posseggo un oggetto che mi sia prezioso, lo tratto
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a nulla di quanto mi dici. ¶ - Oh, questo poi
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per la camera. Poi mi venne vicino e prese
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poco di rancore perchè mi esasperi e mi addolori
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perchè mi esasperi e mi addolori continuamente. ¶ - Mi credi
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e mi addolori continuamente. ¶ - Mi credi cattiva? - E si
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forse, a tuo modo... ¶ Mi passava una mano, lentamente
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1908
Come non credi? ¶ - No: mi avresti certamente seguita. ¶ - Mi
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mi avresti certamente seguita. ¶ - Mi ritieni proprio così geloso
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quello che vuoi. ¶ Ella mi venne vicino, quasi con
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quasi con furia, e mi afferrò le mani ruvidamente
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fanno misteri. ¶ E incollerito mi levai, sciogliendomi dalle sue
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Perchè cerchi di fingere? - mi rispose tristemente. ¶ - Sei molto
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le braccia. Ed ecco mi posi accanto a lei
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piccola stanza nostra, quando mi amavi ancora? ¶ - Perchè dici
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1908
Dopo il pranzo tu mi dicevi: Non verrà nessuno
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zia? - Dormirà. - E allora mi prendevi su le ginocchia
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questo medesimo divano, e mi dicevi tante parole così
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mite che potei: ¶ - Sì, mi ricordo. Ma, vedi: non
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nel mio spirito che mi fa trovare continuamente nuovo
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1908
ho dimenticato, io!... Vedi, mi consumo tutta, perchè ti
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1908
lo sappia? Finora non mi avevi mai fatto così
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la faccia, balbettando: ¶ - Ecco, mi farai morire! ¶ - Ti esalti
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1908
terribili! Sai pure quanto mi disperano! ¶ Ed esagerando la
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1908
esagerando la mia sovraeccitazione, mi diedi a camminare per
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mesi or sono, - ella mi disse, lasciandosi carezzare i
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1908
povero amore? - le domandai. ¶ - Mi hanno detto... Ma no
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1908
a Roma, per istrada; mi ha fermato, mi ha
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1908
istrada; mi ha fermato, mi ha detto che l
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1908
non si avranno più. Mi capisci? ¶ - Sì, forse posso
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1908
tante fiabe! Del resto mi aveva un giorno incontrato
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1908
continua di sentimenti; ora mi fissava, quasi per scrutarmi
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1908
dolore? Ecco: l'idea mi parve semplice, piana, gioconda
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1908
mano questa necessità. ¶ - Non mi credi? - ripresi. - Non mi
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1908
mi credi? - ripresi. - Non mi credi ancora? Ebbene, domandalo
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1908
buona con me. Solo, mi vuoi forse troppo bene
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1908
Fabio! Egli stesso, vedi, mi trova mutato; dice di
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1908
è vero, pur troppo. Mi s'infiltra nelle vene
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1908
da tutti... Che so? mi sembra una malattia. ¶ Ci
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1908
è troppo dolorosa; tu mi comunichi la tua disperazione
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1908
gli occhi atterriti. ¶ - Perchè mi domandi questo? - mormorò, con
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1908
giorno a Torre Guelfa. Mi scade fra poco l
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1908
appena compiuto il rinnovo. ¶ - Mi sembra che tu non
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1908
fece un lungo sogno... ¶ - Mi scriverai da Torre Guelfa
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1908
volta... Che lettere dolci mi scrivevi una volta... ¶ Un
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1908
le mie ciglia, e mi chinai su quella povera
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1908
molti anni, ed anzi mi accordava qualche predilezione. ¶ Gli
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1908
d'un mutuo che mi scade fra pochi giorni
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1908
notare che, per quanto mi riguarda, ho sempre pagato
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1908
i ferri del mestiere... - mi rispose con soavità. ¶ - Io
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1908
scadenza, e se voi mi provvederete il denaro, eviterò
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1908
Voi, prima di sabato, mi farete avere una risposta
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1908
o per il no, mi darete una risposta. ¶ - Peuh
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1908
c'è male, grazie. ¶ - Mi pare che tu abbia
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1908
farti riflettere. Alcuni commenti mi sono spiaciuti per te
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1908
appunto per questo che mi faccio un dovere di
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1908
testa. ¶ - Questa loro benevolenza mi lusinga infinitamente! - esclamai, collerico
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1908
per te. ¶ - Grazie. Tu mi sei amico, e te
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1908
poco il suo monologo mi divenne incomprensibile, finchè, piantatosi
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1908
a lei? che non mi sia torturato fino allo
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1908
Perchè in certi momenti mi pare quasi di odiarla
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1908
più. ¶ - L'avete amata? ¶ - Mi è sembrato, una volta
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1908
burlatevi di me! ¶ - Non mi burlo affatto. Se questo
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1908
affatto. Se questo che mi avete detto è vero
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1908
aver fatto soffrire. ¶ E mi parve che un'ombra
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1908
il mio pensiero: ¶ - Elena, mi siete veramente un po
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1908
Sapete, - le dicevo, - io mi domando sempre come avvenne
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1908
era una fanciulla che mi amava, che professava per
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1908
addietro, che si chiamava, mi ricordo: La svernata in
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1908
in Abbruzzo; insomma ella mi venne incontro come chi
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1908
alla fontana. Questo non mi diede nessuna gioia, tranne
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1908
udita per caso. Ella mi ascoltava senza perdere una
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1908
poco... infine la promessa! ¶ Mi era quasi appena caduta
254
1908
dalle labbra, che già mi pentivo di averla data
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1908
avrei dovuta sposare. ¶ Ella mi ascoltava ora con la
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1908
una gran casa taciturna mi attendeva: in quella casa
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1908
pallida fino allo squallore. Mi attendeva lo sforzo di
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1908
concedere una speranza. ¶ Come mi avrebbe accolto Edoarda, dopo
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1908
che stava nella carrozza mi avesse o no veduto
260
1908
o no veduto. Infine mi sarei dunque deciso ad
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1908
persone e le cose, mi erano familiari, avevano al
262
1908
quella casa tutti oramai mi consideravano come il padrone
263
1908
dell'onor familiare. ¶ Edoarda mi venne incontro per il
264
1908
sopra un cuscino. Quando mi vide, balzò diritto e
265
1908
vide, balzò diritto e mi corse incontro saltellando, abbaiando
266
1908
su le mie gambe, mi grattava le scarpe, urlava
267
1908
e piena d'infermità, mi accolse in un modo
268
1908
in quel giorno ella mi parve stremata. Il lungo
269
1908
aveva devastata la faccia. ¶ - Mi ha detto il cocchiere
270
1908
perchè voi, naturalmente... ¶ Io mi precipitai a raccogliere gli
271
1908
Un'altra?... - feci evasivamente. - Mi stupisce. Sebbene dovrei sapere
272
1908
sua ironia. L'incidente mi creda, si è svolto
273
1908
talvolta volendo interrompere, Edoarda mi ascoltava senza batter palpebra
274
1908
Whisky, lasciato il gomitolo, mi saltellava dietro le calcagna
275
1908
amore. Un paragone involontario mi si affacciava nel pensiero
276
1908
d'improvvisa divinazione che mi ha sempre soccorso in
277
1908
necessarie, deciso a tutto. ¶ Mi parve che avrei meglio
278
1908
dissolvimento, della perpetua fine. Mi parve che il far
279
1908
Un senso di vertigine mi strinse, avrei voluto quasi
280
1908
voce del rimorso, e mi sconfortò la sofferenza che
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1908
di domandarne: rapida, ella mi diede il suo pane
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sorrise perchè le sorrisi. ¶ Mi salì nella mente una
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Questa immagine funeraria non mi era mai sembrata così
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lo battevo leggermente, allora mi fissava con impertinenza e
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fissava con impertinenza e mi abbaiava contro, quasi maravigliandosi
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accaduto. Ma questo pensiero mi dispiacque, poichè vedevo per
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che per sua volontà mi appartenevano, cose che adoperavo
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Non importa; va sferrato. - Mi detti a comprimere la
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una sua mano furtiva mi cercò. ¶ - Germano, - disse con
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una specie di perversità mi chinai su quella bocca
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bocca troppo vicina, che mi alitava su la faccia
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caldo respiro. ¶ - Voi, Guelfo, - mi disse, rannicchiandosi nella pelliccia
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di un pensiero che mi avete fatto nascere voi
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sottile ironia: ¶ - Come sta, - mi disse - quella nostra povera
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Le cose tue che mi erano sommamente piaciute suscitarono
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lentezze della tua voce mi annoiarono, il vezzeggiativo con
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mio nome, anch'esso mi dispiacque, la tua sensibilità
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le tue tenerezze soverchie mi vennero a noia. Un
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valerti della tua femminilità. Mi hai fatto conoscere l
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te; ma oggi tutto mi riesce vano. È finito
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ti amo più, perchè mi possiede, m'inebbria e
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angoscia continuava. ¶ Ogni venerdì mi era necessario trovare un
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soavemente la luce. ¶ Colà mi conveniva essere un'istrione
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IV ¶ - Dove andiamo, signore? - mi domandò il vetturino, tutto
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n'era uno che mi dava insolitamente noia. Giorgio
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giorno della Immacolata Concezione, mi càpita un rovescio! Si
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la rosa perch'essa mi porti fortuna. Ho la
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Continuammo. La fortuna non mi lasciò. Molti si esasperavano
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togliendosi nervosamente l'occhialetto, mi fissava con animosità, poich
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amor del cielo! - questi mi rispose, facendo le corna
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la ff-accia tua! ¶ - Mi apparterebbe forse, - risposi, vincendo
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colpo iniziato, - se non mi fosse contesa. V'è
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millantare in questo momento, - mi disse un po' livido
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ironia; - perchè, sebbene non mi chiamino l'«Assillo», qualche
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Insomma ti avverto che mi secchi! - egli esclamò dando
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placidità provocante, - ora poi mi sembri sommamente ridicolo! ¶ Egli
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abbia perduta la bussola! - mi disse a mezza voce
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come andarono le cose. Mi avete fatta fare una
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Ma, si capisce! Quando mi diedero la notizia, ebbi
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questo non conta! Poi mi hanno detto che il
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Ma voi, voi... ¶ E mi scoteva davanti agli occhi
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Ecco: sono venuta sùbito; mi sento ancora un po
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la storia brevemente. Allora mi venne più presso, e
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le mani sul braccio mi domandò: ¶ - Perchè avete fatto
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questo? ¶ - Perchè l'altro mi dava noia. E' molto
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ne parli più. ¶ Ella mi guardava co' suoi grandi
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tizianesco del rame antico. Mi chinai su la sua
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e non osando ancora, mi indugiai a respirare nel
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il lor pallore. Tace, mi fissa; tace, contempla il
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E quando la interrogo, mi risponde con la voce
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Perchè taccio? Non so... Mi sembra di sentirmi un
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letto? ¶ - No. ¶ - Scritto? ¶ - Nemmeno. ¶ - Mi volete un poco di
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due polsi; ma subitamente mi respinge: ¶ - Lasciàtemi, lasciàtemi... Non
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che non voglio! ¶ Allora mi guarda un momento e
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lettera? ¶ - Ieri. ¶ - E non mi avete detto nulla ieri
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No. ¶ - Per qual ragione? Mi sembraste anzi così allegra
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fiamma: ¶ - Ebbene - domandò - non mi dite nulla? non mi
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mi dite nulla? non mi salutate neppure? ¶ - Vi aspettavo
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sono le sei... Veramente mi pare un po' tardi
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collera? ¶ - Con voi non mi riesce! Solo, durante le
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medito, e quando medito mi assale a poco a
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spiegherò. ¶ - A che serve? Mi sarebbe così difficile credervi
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spiegatevi pure. ¶ - Permettete che mi sieda? - ella domandò in
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ne prego. ¶ - E che mi tolga la pelliccia? i
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la punta delle dita? ¶ Mi tese una piccola mano
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libro molto bello, e mi ricordai dell'ora solo
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dite, un poco tardi. ¶ Mi guardò col suo riso
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perchè ne' suoi libri mi rassomiglia un poco; sente
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me ne guardo bene. Mi avete già data una
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vieta ogni ulteriore commento. Mi avete detto: «La mia
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dolcezza - perchè tormentarci? Perchè mi lascerete partire con un
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l'interruppi vivamente. - Ieri mi avevate quasi promesso che
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ho meglio riflettuto, e mi sono persuasa che devo
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Roma. Per ora non mi domandate nulla, nulla, vi
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soffrire della sua presenza, mi sarei creduto per sempre
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Non posso lasciarvi partire! ¶ Mi guardò a lungo, mi
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Mi guardò a lungo, mi porse la mano, ebbe
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sorriso pieno di tristezza, mi disse: ¶ - Anch'io vorrei
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più; mai più. ¶ - Perchè mi dite questo? Anche la
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un po' confuso. ¶ - Via! Mi piace la sicurezza con
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Parlando con voi, talvolta mi sembra di assistere alla
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alcuni prediligono i fiori. Mi è piaciuto coltivarle, carezzarle
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altra cosa vi dirò: mi è mancata una, forse
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chiudeva con ostinatezza non mi sono mai fermato a
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La vostra ironia non mi ferisce affatto, perchè davvero
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creduto di amarne alcuna, mi sono accorto alla fine
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dopo un silenzio - perchè mi guardate così? ¶ - Io?... - fece
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sua bellezza non posseduta mi assediava come un incubo
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Le cose più futili mi richiamavano a questo pensiero
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le avrebbe calzato. Così mi avveniva di fermarmi fanciullescamente
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marchesa Serra di Marziano mi sorprese davanti un negozio
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carrozza e d'improvviso mi capitò dietro le spalle
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sala di prova e mi fece sedere in un
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davvero impareggiabile, non solo mi accordò volentieri questa licenza
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Non vi sta bene; mi sembra un po' troppo
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les hommes, mon Dieu!...» - mi disse con un sorriso
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chiuse questo profumo talvolta mi dava il mal di
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Ma quello che più mi dispiace si è che
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la più bella! ¶ Io mi strinsi un poco nelle
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di torbido, che improvvisamente mi accendeva nella memoria il
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nuovo, poichè aveva taciuto. Mi fissò gli occhi negli
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Un senso d'angoscia mi sopraffece, in cui v
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d'una luce ambigua, mi parve rivedere in lei
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pòlline un fiore. E mi piacque, perchè aveva la
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la prima volta che mi fai queste nere predizioni
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ella con la bocca mi suggellò fortemente la bocca
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bocca. Non so perchè mi sentii nascere nell'anima
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molte cose anch'ella mi taceva, trattenuta forse dalla
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pena d'esser letto. Mi rallegro tuttavia nel vedere
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nulla, in questo momento mi riposo; cioè godo con
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volessi farti qualche rimprovero, mi troveresti uggioso, e se
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mediti, Germano, all'avvenire? Mi sembra che non sarebbe
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che penso a te mi sento stringere il cuore
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sua villa d'Albano; mi scrive sovente, senza parlarmi
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e penosa, ma non mi stupirebbe affatto se fra
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per oggi, finchè tu mi risponda. ¶ Questo tuo vecchio
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sesso gentile. Le signore mi dànno il braccio volentieri
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vuol dire che non mi credono più sensibile a
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a leggere; una perfino mi ha confidato i suoi
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i suoi falli!... Questo mi fa comprendere che son
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Addio! ¶ Fabio.» ¶ Questa lettera mi lasciò indifferente; pensai che
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insistenza. Le sue parole mi sembravano artifizi facili a
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dei fatti ch'egli mi raccontava. Come supporre infatti
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questo pensiero, in verità, mi causava una molestia singolare
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Fabio, gli dissi che mi rallegravo assai di saper
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fortuna, e qualche speculazione mi aveva nuovamente procacciati lauti
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non lascio Elena. ¶ - Eppure, - mi disse con accorgimento - avevo
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romani. Cosa ne dici? ¶ - Mi domando perchè non la
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con una insistenza esasperante, mi spingevano al matrimonio. ¶ - Ed
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e tanto fece che mi urtò i nervi con
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l'ultima. Senza ragione mi sono affezionato a te
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Avrai notato che non mi difendo mai delle tue
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Ecco una domanda che mi pone in grave imbarazzo
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Prima di tutto perchè mi sei stato utile, anzi
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valore della tua disutilità. Mi hanno chiamato una volta
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leggere. ¶ - E tu, mago, mi hai finalmente cavato un
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che prenda moglie! Non mi credi capace d'altro
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sono momenti nei quali mi sento giovane ancora come
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tua vita. Germano! Ora mi stupii nel vedere come
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ricamava, io, come sempre, mi riposavo. Guardandomi nello specchio
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riposavo. Guardandomi nello specchio mi trovai ben conservato ancora
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specchio, e rise. ¶ - Certo, - mi rispose. - Ma non siete
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e dopo un silenzio mi rispose: ¶ - Credete che una
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altra. ¶ - Ed ora? - ella mi domandò poco dopo, forse
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che le facesti. Anzi mi ha detto: «Gli altri
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la vostra vita? ¶ - Chissà? - mi rispose. - Non ho altro
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continuare il discorso interrotto, mi fece questa domanda: ¶ - Voi
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di tranquillità reciproca? - E mi parve, dal tono della
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questo, in molti casi, mi parrebbe anzi un dovere
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sventure: la maternità. - Edoarda mi diede la mano e
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diede la mano e mi rispose: - Grazie, - semplicemente. La
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alcuna previsione. Con lei mi sono astenuto da qualsiasi
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farti un piccolo regalo. ¶ - Mi chissà quanto l'avrai
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devi spendere, Germano. ¶ E mi buttò le braccia al
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giocava una partita violenta; mi venne la tentazione di
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le grandi cose; poi mi sentivo allegro: tentai. Perdetti
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come faceva una volta, mi portò alcuni gettoni da
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percorsi a piedi. ¶ - Infine, - mi dissi, - poco male. Ora
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la porta di casa mi venne un'altra idea
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Il Vigna, venendomi vicino, mi consigliò in italiano: ¶ - Vattene
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un poco, ma non mi fece alcun rimprovero. Aveva
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amore: questo no: - E mi sentii due lacrime scendere
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non andai a pagare. Mi conoscevano, avrebbero atteso. Non
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guadagnato in Borsa poichè mi era tanto necessario. Il
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necessario. Il domani Elia mi scrisse dicendomi che gli
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gli urgeva parlarmi, sicchè mi pregava di passare da
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fai tra questo disordine? Mi sembri un ministro nel
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sottomano i libri che mi hanno insegnato a vivere
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Questi per esempio. ¶ E mi segnò con la mano
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aforismi e dimmi perchè mi hai chiamato. ¶ Prevedevo un
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un esordio ampolloso e mi premeva di andar sùbito
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lunga pazienza. ¶ - Dunque, - riprese, - mi son risolto ad uscire
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poco dal riserbo che mi è parso necessario di
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con te. ¶ - Bene! Questo mi fa piacere, perchè infatti
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faccio questa premessa perchè mi sembra opportuna. ¶ - Ebbene, se
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vuol dire che io mi creda un briccone, o
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mio buon amico, tu mi sembri oggi un re
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pregiudizi e per questo mi risollevai sempre. ¶ - Cosa chiami
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stupirai - la coscienza non mi rimorde per nessuna fra
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visita alla tua, però mi augurerei di trovarla così
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Petronio con quello che mi devi dire? ¶ - Bene, se
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La sua generosità non mi è chiara. ¶ - Quello che
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lento, guardandomi fisso, e mi rispose accentuando le parole
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questa parola, perchè non mi soccorre alcun sinonimo più
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la mia idea. Spesso mi ricordo di due compari
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di tutto cuore, perchè mi avvedo che la tua
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furfante. ¶ - Oh, figurati!... Se mi hai compreso, basta. Sappi
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luce. ¶ - Vedi questi perle? - mi disse pacatamente. - Sono magnifiche
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più. ¶ - Bene: siccome non mi servono, le vorrei vendere
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secondo luogo perchè non mi conviene. Fìdati, Guelfo; io
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poteva dire. Ma non mi dilungherò a narrare queste
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cittadine fatiche. Ed Elena mi seguiva, taciturna sovente, quasi
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angoscia e d'umiliazione. Mi trasformai; divenni sospettoso, irascibile
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mia. ¶ Un giorno Elena mi disse: ¶ - Fra qualche mese
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sta per compiersi non mi dà più alcuna gioia
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rispose, continuando a sorridere: ¶ - Mi dicono che sarò una
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sarò una grande attrice, mi ripetono che ho «l
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Fece una pausa e mi volse nel viso gli
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della mia prima recita mi verrai a sentire? ¶ - Oh
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dissi, - le tue parole mi sorprendono, quantunque non sia
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E' un uomo che mi diverte: non voglio sapere
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convinto ch'egli non mi possa nuocere in alcun
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Anzi, la trovo naturale. Mi sembra tuttavia che il
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visita? ¶ - No davvero! Non mi è sembrato necessario. ¶ - Di
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discorrere di lui? Non mi sembra che ne valga
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questo. ¶ - Per cosa dunque? - mi domandò con un sorriso
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che dall'altra sera mi perseguitate... ¶ - Oh... che stranezza
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piaccia, non vuol dire, mi sembra, esser fedele. È
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Avete un profumo che mi turba... ¶ - Sì? Lo compero
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che il profumo ancora, mi turbava il contatto del
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porto mai; forse non mi è necessario... su, lasciatemi
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su, lasciatemi stare! ¶ E mi puntò le due braccia
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irrequieta. ¶ - Ah, no, via... mi solleticate!... ¶ Le sue fine
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carezza sola. ¶ - Poi... - dissi - mi piaci! mi piaci! ¶ Aveva
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Poi... - dissi - mi piaci! mi piaci! ¶ Aveva negli occhi
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aspirassero un profumo forte. ¶ - Mi sei piaciuta sùbito, - continuai
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i tuoi polsi, e mi pareva di sentirmeli passare
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tuoi seni malnascosti, e mi sentivo male. ¶ Incrociò le
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sue ginocchia tremavano appena. ¶ - Mi sembri una creatura piena
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che ti batterei! ¶ - Perchè mi dite queste cose?... - ella