parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Domenico Starnone, Fare scene, 2010

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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le buone idee e mi sostiene con intelligente fermezza
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successe una cosa che mi turbò molto. C’era
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voleva cancellarla. Ma io mi opponevo, anche se con
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nostre schermaglie, poi intervenne: ¶ «Mi è venuta un’idea
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ai suoi piedi». ¶ «Questo mi piace», disse Raggalli. ¶ «Zitto
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contentezza. ¶ La sera stessa mi misi al lavoro. Ma
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accadde una cosa che mi disorientò: mi venne in
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cosa che mi disorientò: mi venne in mente il
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Poi, quasi con stupore, mi venne il pensiero: ce
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nella vecchia posa fedele. Mi sembrò un balzo stupefacente
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Alla fine fui soddisfatto. Mi parve che le scene
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secondo un equilibrio che mi faceva esclamare come se
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riunione a casa mia, mi preoccupai e andai a
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naturalmente che scoparti, quello mi è proprio impossibile – e
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pseudocommoventi che a leggerle mi davano un insopportabile fastidio
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forse sgangherato, ma almeno mi pareva vicino non dico
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sedavano me e Raggalli. ¶ Mi ricordai che nel corso
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prima volta fu gioviale, mi anticipò per telefono un
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tornato a casa; ma – mi aveva confidato sempre per
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proprio così, di voi, mi dicesse come sono stati
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lavorazione. ¶ Raggalli si allarmò: ¶ «Mi ci vogliono almeno dieci
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coscienza di classe e mi sembrò che tra la
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pagai le tasse e mi resi conto che dovevo
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filosofo non era piaciuto. Mi dichiarai pronto a scrivere
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le sei puntate. Lei mi disse: guarda che Nello
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come un rimorso e mi telefonava per confidarmi le
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il fondo di garanzia», mi annunciava. ¶ Con questa formula
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ho preso, però non mi ricordo né come né
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me». ¶ «Vincent che dice?» ¶ «Mi incoraggia». ¶ «E Susi?» ¶ «È
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entusiasta». ¶ Telefonai a Susi. Mi diede poco spago, stava
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la stessa richiesta. ¶ Raggalli mi telefonò una sera nervosissimo
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una sera nervosissimo e mi ordinò: allunga, aggiungi. Io
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mattina aprii Repubblica e mi accorsi che Raggalli riempiva
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più energie del solito, mi dimenticai presto dell’operaio
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dell’operaio suicida come mi ero dimenticato dei camorristi
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costosi. ¶ «E perché nessuno mi ha detto niente?», mi
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mi ha detto niente?», mi seccai. ¶ «Dai, il film
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ciak con estrema attenzione, mi pareva perfetto. Si rischiarò
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disse seria: ¶ «Lo farò». ¶ Mi diede la buonanotte. Restai
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a cinque stelle) e mi sentii dopo un po
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di film a cui mi ero ispirato ripetendone ad
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con aspirazioni artistiche. ¶ Quando mi ritirai in camera, feci
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quasi alla fine, ma mi orientai prontamente. C’era
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C’era Jimmy Stewart. Mi sforzai di ritrovare l
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ci riuscii. Quell’uomo mi parve sgraziato, un po
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dosso tutto ciò che mi era sembrato buono e
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gli altri attori che mi sono piaciuti: incalzati dai
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da cotone invisibile. No, mi dissi, è evidente, non
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era boh. ¶ «Avete presente», mi giustificavo a proposito di
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Dietrich?» ¶ «No». ¶ «Vi ricordate», mi difendevo a proposito del
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per terra?» ¶ «No». ¶ Perciò mi chiusi in casa volentieri
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in casa volentieri e mi concentrai sugli operai. Dissi
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faccio il momento che mi piace di più è
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il guardiano della fabbrica mi sembrava un parente di
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scena, quella del suicidio, mi sentii stremato, contento, agitato
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di due ore e mi telefonò. ¶ «Bellissimo», disse, «ho
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non lo era affatto. Mi elencò una serie di
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ho una pancia che mi parla, mi suggerisce, mi
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pancia che mi parla, mi suggerisce, mi sussurra le
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mi parla, mi suggerisce, mi sussurra le scelte giuste
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della tua pancia». ¶ Ma mi accorsi che la frase
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non la posso scrivere, mi accuserebbero di plagio». ¶ Alda
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bisognava rinforzare il plot. Mi chiusi in casa e
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un gran film, no?», mi chiese. ¶ Risposi sì. ¶ Consegnammo
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mentre ascoltavo, ogni tanto mi sorprendevo a pensare che
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mesi e mezzo, però, mi chiusi in casa, lessi
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era pronta. Raggalli lesse, mi convocò, disse: ¶ «Che sono
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Comunque i miei amici mi hanno detto che ci
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casa nuova, il mutuo mi sarebbe gravato addosso per
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per dieci anni, ristrutturarla mi stava costando un occhio
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fu piena di garbo. Mi tese la mano per
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si può rifare meglio, mi dia l’ok e
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Nel vostro script non mi pare che ci sia
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una storia». ¶ Mio figlio mi scrisse da Londra, diceva
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po’ con l’operaio. Mi colpì la sua mano
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mignolo. Si può usare, mi dissi. Poi provai vergogna
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attaccata. ¶ «Pensa», mormorò mentre mi accompagnava a casa in
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il file e lui mi accusava di avere altri
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un accordo molto dettagliato, mi chiudevo in casa, lavoravo
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che cazzata è questa, mi gridava Raggalli per telefono
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il mio lavoro e mi imponeva di ricominciare daccapo
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una stucchevole serie televisiva, mi devi mandare al manicomio
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Si dispiacque, si arrabbiò, mi abbracciò, si avvilì, mi
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mi abbracciò, si avvilì, mi pregò di avere pazienza
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il produttore. ¶ Io scrivevo, mi pareva roba buona, la
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Non te la prendere, mi dicevo per consolarmi, la
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Niente da fare, non mi consolavo. ¶ Così arrivammo a
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stremato, ed ecco che mi vedo recapitare una lettera
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carta intestata in cui mi dava del lei e
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dava del lei e mi diceva che si sentiva
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privarsi della mia collaborazione. Mi attaccai al telefono e
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io caso mai che mi privo della tua collaborazione
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disse: ¶ «Nel materiale che mi avete dato c’è
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è un dettaglio che mi ha colpito». ¶ «Cosa», chiese
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ceramiche», esclamò. ¶ «Ceramiche dipinte», mi inserii io, «con colori
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ve lo devo dire – mi annoia fin da quand
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Riparlammo delle sue pagine, mi disse che il nocciolo
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non si ricordava se mi aveva detto che l
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dure. ¶ «E quindi?» ¶ «Quindi», mi rivelò facendo gli occhi
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mai la parola romanzo, mi sembrava troppo impegnativa). ¶ «Sì
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il loro insegnante migliore. ¶ «Mi ispirano gli operai», rispose
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Hai visto il Corriere?», mi chiese. ¶ Cercai subito di
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Io, tu e Raggalli?» ¶ Mi ci volle poco a
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lavorare con lui. ¶ Alda mi tenne al telefono a
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sareste affiatati». ¶ «Ci vedo», mi intromisi io, «anche il
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molto. Vi prego, non mi scrivete una cosa piena
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un’estranea non scherziamo, mi rifiuto di raccontare la
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non lo era: ¶ «Non mi fido di Nello: sia
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quanto prendi di solito». ¶ Mi allarmai: ¶ «Io? Di meno
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cattivo umore, ma non mi va che togli soldi
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prima il contratto. Così mi sottrassi. Lui ritelefonò, inventai
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tornò a inquietarsi, Alda mi telefonò. Disse: fai almeno
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almeno una riunione, Raggalli mi rompe le scatole ogni
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va bene. Ricordo che mi misi anche a buttare
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dito se Nello non mi paga come si deve
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paga come si deve. ¶ Mi rispose fredda: ¶ «Sicuro?» ¶ «Sicurissimo
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linea, sopra la linea. Mi parlò dei milioni di
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del lecito? La cosa mi offese. ¶ «Sopra la linea
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è colpa mia che mi impunto?» ¶ «Be’, è il
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solito alla mia ragionevolezza. Mi ricordò che nel cinema
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politica dovevo accettare. ¶ Accettai. ¶ Mi telefonò in serata contenta
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Riagganciai senza dire ciao. Mi acquietai solo quando incassai
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con la frase seguente: «Mi raccomando, non mi fate
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seguente: «Mi raccomando, non mi fate scoprire che ho
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d’occhio sul display, mi ricordai all’improvviso di
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all’improvviso di come mi avevano suggestionato fin da
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non so perché, non mi mise di buonumore, anzi
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mise di buonumore, anzi mi rovinò il resto del
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gente prima per come mi appariva e poi per
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come appariva sul display. Mi intristii. ¶ Tornammo a Roma
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non trovai niente che mi confortasse, e per un
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per un attimo lunghissimo mi sembrò che tutti i
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la verità, ai quali mi ero allenato cocciutamente fin
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nella sua terra natale, mi convocò e cominciammo a
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Fu così efficace che mi commossi. ¶ «Lo potresti fare
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l’hai fatto adesso mi ha emozionato». ¶ «Veramente?» ¶ «Te
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soggetto e del trattamento), mi chiusi in casa e
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che, devo dire, non mi dispiacque affatto. Con quei
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brutta fase. Un giorno mi convocavano regista e produttore
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amareggiato. ¶ Il giorno dopo mi convocavano regista e produttore
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residui del cinema che mi aveva colpito da ragazzo
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stentavano a svanire, e mi si imponevano quando mi
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mi si imponevano quando mi abbandonavo sul serio alla
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di fresco a quella, mi pare, del suo violentatore
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di secondo? Siamo ormai – mi dico fissando me e
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veniamo a ciò che mi è successo. Ieri, sul
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sembrato simile a me. Mi sono detto madonna che
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con stupore crescente più mi avvicinavo, più l’uomo
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avvicinavo, più l’uomo mi assomigliava, e lo scetticismo
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intanto cedeva, pensavo: che mi sta succedendo? A pochi
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stesso modo di Freud, mi sono un po’ spaesato
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scoperto – questo sì che mi ha spaventato, dandomi una
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po’ curve – chi era? Mi assomigliava veramente così tanto
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e ho scoperto che mi faceva venire vagamente in
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ai sessant’anni. ¶ Ecco, mi è sembrato di capire
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del mio genitore quando mi induceva a guardare tutta
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mia immagine di schiena mi piace, foto e filmati
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non ho distrutto perché mi pareva che lì, di
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persona, ho pensato, adesso mi rincorrerà, vorrà sapere perché
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lui – lui che ora mi pare non mi assomigli
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ora mi pare non mi assomigli affatto – dirà in
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sulle carte d’identità, mi dimostrerà quasi supplicandomi che
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L’uomo del tram mi ha seguito solo per
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a vedere quello che mi era successo se non
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scoperta dell’abbaglio. Riempio, mi chiedo, lo schermo con
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divagando, e a tratti mi ritorna in mente l
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del tram numero 3. Ieri, mi dico, ho creduto di
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me quasi di schiena. Mi sono spaventato, certo, ma
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certo, ma ciò che mi ha spaventato non è
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uomo del tram non mi assomigliava affatto. Mi ha
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non mi assomigliava affatto. Mi ha spaventato piuttosto il
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a un secondo prima mi ero riconosciuto. ¶ Quale figura
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Quale figura? ¶ Sul tram – mi sorprendo a pensare – per
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e affettuosa e quieta. Mi sono imbattuto, sul tram
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paginette di Raggalli non mi dissero granché. I registi
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anzi per vie segrete mi fecero tornare in mente
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riesaminai e questa volta mi sembrarono una manciata di
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con grandissimo successo (io mi ricordavo che era stato
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sostanza del lavoro. Quando mi sembrò di averle comunicato
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soltanto: ¶ «Raggalli ha». ¶ Lei mi bloccò subito: ¶ «Raggalli? Il
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diventarlo». ¶ «Pensa a Campanella», mi spronò, «sono molti soldi
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ero carico di lavoro. Mi alzavo alle sette ogni
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e un sonnellino pomeridiano, mi dedicavo dalle quindici alle
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gli amori senili, sicché mi parevano esperienze che padroneggiavo
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e mormorava: ah, quanto mi vergogno di come sono
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così giovane, così bella, mi accarezzi, mi abbracci, mi
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così bella, mi accarezzi, mi abbracci, mi baci. ¶ Recitavo
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mi accarezzi, mi abbracci, mi baci. ¶ Recitavo le battute
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scuotevo la testa, e mi fermavo, e accennavo ad
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nefandezze, anche l’orrore. ¶ Mi tormentavo i baffi, sospiravo
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che i miei familiari mi vedessero. La sera, quando
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amico, ero sempre intontito, mi facevano male i polpastrelli
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avviarono le mie, che mi tenevo nascoste dietro lo
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Era una cosa che mi causava imbarazzo, anche un
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tessera era lui identico. Mi ha colpito fin da
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da presa. Mano ferma, mi spiegava. Si dà la
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a meritarselo. La cosa mi emozionava. Temevo sempre di
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avviavo la macchina, non mi veniva più in mente
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i nostri film e mi veniva uno sconforto non
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pezzo dove si voleva. ¶ Mi provai a fare cose
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di quel genere e mi appassionai moltissimo. Questo è
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ci provai più perché mi sembrò che non ci
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il cinema in casa. ¶ Mi sembrò che fosse vero
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è successo ad Anita, mi spiegò, che non c
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e litigarono. ¶ La televisione mi pareva meravigliosa, ma proprio
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anche quel nuovo apparecchio mi sembrò una perdita piuttosto
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Sentivo confusamente che non mi piaceva che spettacolo e
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difficilissima a Napoli. Quando mi pareva che l’ambiente
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Henry Fonda (Marlon Brando mi pareva inadatto alla mia
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dilagare verso altro. ¶ Quanto mi suggestionava quell’uomo. Stavo
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gli usciva di bocca. Mi sentivo un calco dentro
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e la Giulietta. Perciò mi lasciava vedere tanti film
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corsivo. Cosa stava succedendo. Mi trovai per la prima
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pagine di quel giallo – mi accorsi presto – raccontavano che
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soli, zitti. ¶ Questa scoperta mi sembrò che gettasse luce
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e la più importante mi sembrò questa: ciò che
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quelli del cinema Stadio. Mi sembrò di perdere lo
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da bambino e, preoccupato, mi tuffai per recuperarlo in
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III. ¶ Il cinema Imperiale mi piaceva più di ogni
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addirittura mancavano dei pezzi. Mi ricordo di un film
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quel periodo dallo schermo mi è arrivato di tutto
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rabbia, molto prima che mi capitasse di leggere il
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Otto e mezzo e mi resi conto che lì
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lo spettatore. Pensai: non mi devo dimenticare che la
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Senza quelle due donne mi sembrò che non ci
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Davo esami all’università, mi mantenevo con le lezioni
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a Napoli. ¶ A volte mi rilassavo andando al cinema
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mordermi sul collo e mi colpì come si potesse
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cadavere di mia nonna, mi ero ricordato di una
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posto con le dita. ¶ Mi ero chinato a baciarla
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spesso. Si può filmare, mi chiedevo, il gelo della
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del calore della vita? Mi rispondevo sì, e forse
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Si può filmare tutto, mi dicevo, se la scrittura
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questa scatola elettronica e mi è venuto in mente
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oggetti di cui oggi mi servo per documentare a
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ritaglio foto, monto filmati, mi metto in comunicazione con
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di famiglia. ¶ Senza dubbio – mi dico – non c’è
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di un vagone letto. Mi soffermo su quest’episodio
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raccontare un fatto che mi è capitato ieri. ¶ Il
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così. Ma stamattina non mi interessa né il doppio
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che per quel che mi riguarda non aveva funzionato
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aveva funzionato. Jane indubbiamente mi piaceva, quando sfaccendava nella
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era però che non mi entusiasmava Tarzan, né quando
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ragioni per cui non mi immedesimavo in John Wayne
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Il sesso, che non mi era venuto mai in
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all’epoca), ecco che mi investì come una rivelazione
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Tarzan. Il canale che mi portò fino ai turbamenti
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vede una bella ragazza?», mi interrogava amichevolmente il mio
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padre ci andò volentieri, mi ricordo, perché c’era
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che io dal mondo mi ritraevo inorridito e facevo
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stava nel fatto che mi allarmavo e mi rassicuravo
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che mi allarmavo e mi rassicuravo sempre e soltanto
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nessuno, e la cosa mi rasserenava. Come mi rasserenava
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cosa mi rasserenava. Come mi rasserenava apprendere, grazie a
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ma per finta. Questo mi pareva bello. Pensavo che
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con signorine e signore mi pareva obiettivamente conturbante. È
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con Stewart Granger non mi sentivo granché in sintonia
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lo può sapere ormai. Mi immedesimai a tal punto
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brani delle stoffe tagliate mi hanno sempre impressionato, da
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colla di farina e mi dava una mano ad
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finestre che piano piano mi toglieva la parola per
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del capitano Hornblower che mi aveva colpito moltissimo. Io
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specie di subcomandante che mi veniva a chiamare di
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Annamaria non stava bene. Mi faceva strada, mi portava
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bene. Mi faceva strada, mi portava nella cabina in
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la nefrite di Geppe mi sembrò una specie di
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e cose vere. Nefrite mi suonò in testa come
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in testa come normalmente mi suonava febbre gialla e
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in un primo momento mi piacque. Ma poi mi
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mi piacque. Ma poi mi preoccupò, mi addolorò, mi
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Ma poi mi preoccupò, mi addolorò, mi rese più
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mi preoccupò, mi addolorò, mi rese più muto e
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io della macchina. Capito, mi chiedeva di continuo. Dicevo
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per il meglio. Geppe mi ciondolava intorno. Ogni tanto
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dopo gli entusiasmi iniziali mi accorsi che mi stava
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iniziali mi accorsi che mi stava prendendo lo scontento
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lo scontento. Il proiettore mi infastidiva. Sentirne il fracasso
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da quella che seguiva, mi sembrava uno sciupìo del
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né avrei mai avuto. Mi preoccupava solo che gli
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c’era da arraffare. ¶ Mi ricordo come soffriva se
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Bogart, e anche meglio. Mi ricordo come diventava sarcastico
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mai. ¶ Li guardo e mi chiedo perché già allora
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in seguito, per decenni, mi sono sembrati persone che
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quasi niente di come mi immagino che fossero e
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guardarla, tutto ciò che mi ricordo sono le piccole
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là di ogni immaginazione, mi emozionavo anche solo a
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pensarci. I tempi però – mi disse mio padre – erano
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di cosa che addenta, mi sembrò, che afferra con
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un rigo. Ma non mi lagnavo. Ero uno di
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c’era più». Perciò mi affezionavo sia a pochi
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alcun disagio ma anzi mi faccio un’idea complessiva
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se comprare o no. Mi è rimasta, insomma, un
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ogni tanto: alla fine, mi dico, quando si nasce
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le palpebre desolato. Non mi piaceva la sala, non
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piaceva la sala, non mi piacevano i sedili, non
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piacevano i sedili, non mi piacevano gli spettatori che
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commentavano e ridevano. Non mi piacevano le chiacchiere delle
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hai capito perché» e «mi spieghi come mai» e
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nun­né­capìteniéntenemménotù». Non mi piacevano i bambini, le
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le labbra incollate. Non mi piacevano le porte del
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cambiare l’aria. Non mi piaceva l’aria nuova
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via, i passanti. Non mi piaceva, dopo un po
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nel cielo blu scuro, mi spaventavano – ma forse non
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napoletano dell’infanzia. Non mi piaceva la luce. Non
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piaceva la luce. Non mi piaceva la realtà di
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per niente appassionante. Non mi piaceva niente, niente che
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occhi durante l’intervallo. Mi pesco a farlo ancora
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riaprivo, ma appena non mi badavano più li chiudevo
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là dietro, e tutti mi parevano assai meglio di
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immagino che all’inizio mi sia piaciuta: filmluce, a
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chiusi senza che nessuno mi chiedesse perché stai con
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stato memorabile ogni tanto mi viene voglia di concedermi
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con visioni mie che mi sono fabbricato negli anni
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dello tsunami in Indonesia, mi sono detto pieno d
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nero, e quell’immagine mi durerà sotto le palpebre
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sono film su cui mi sento di fare discorsi
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me quasi sempre nuove. Mi lavoravano nella testa e
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fiume scendeva, ah come mi incantava, forse è il
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volta che quei fogli mi ricapitano tra le mani
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con l’accento che mi viene naturale ancora oggi
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chissà quante volte, e mi immagino di aver ricamato
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corpi, prendevo quello che mi pareva più adeguato. ¶ Mi
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mi pareva più adeguato. ¶ Mi sono quasi sempre assegnato
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volta non cambiassi e mi immaginassi come Gregory Peck
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dire, con cui non mi sono mai, mai, identificato
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Wayne: la sua corporatura mi era estranea, i tratti
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i tratti del viso mi disturbavano, e tuttavia non
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disturbavano, e tuttavia non mi viene in mente nemmeno
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probabilmente dall’Amante indiana, mi venne persino, a un
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che gli anni Settanta mi sono sembrati un periodo
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lì allo Stadio che mi vedevo questo film, quando
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la bacia. Quel bacio mi causò un abbandono caldo
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tutti i legacci che mi tenevano insieme il corpo
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fresco bagnato nel latte, mi alzavo con una specie
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fondo allo stomaco e mi andavo a buttare sul
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una carica sessuale. Perché mi causò uno sconvolgimento così
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e quello delle sei. ¶ Mi piaceva molto guardare mia
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bionda e una bruna, mi piaceva ancora di più
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donne piegate a cucire. ¶ Mi piaceva anche guardare mio
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eh sì, il cinema – mi piaceva più di qualsiasi
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il momento che veramente mi dava gioia, tanto che
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il suo nipote preferito. Mi puliva il naso, mi
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Mi puliva il naso, mi sciacquava la faccia, mi
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mi sciacquava la faccia, mi pettinava i capelli ribelli
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a papà, divertitevi, ma mi raccomando, statev’attiént’a
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via Gemito al cinema mi è sempre sembrata lunghissima
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verso la merceria dove mi mandava mia madre per
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gelateria, dove d’estate mi compravo il gelato. ¶ Tutti
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occhi. Affrettavo il passo, mi tiravo dietro i fratelli
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sotto a una macchina. Mi fermavo. L’ultima cosa
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questo è sicuro, e mi faceva battere il cuore
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fare le corna mentre mi fotografavano dovette sembrarmi un
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per raccontare queste cose, mi serve invece per dire
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piloti, ma mentre io mi allenavo di nascosto da
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il braccio. Una volta mi sono seduto sul davanzale
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forse la fine del 1947, mi sembrano buone date per
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faccenda e l’altra, mi osservava perplessa e diceva
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di quella malattia e mi ammalavo sempre di più
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offriva esperienze portentose che mi sentivo in grado di
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nostri genitori uscivano e mi aspettavano al portone. La
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scale. ¶ Questo inganno allora mi piaceva: il nascondiglio, la
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gli occhi scintillanti che mi chiamava per casa in
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mia nonna. Mio padre mi faceva distrarre. Sentivo che
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faceva distrarre. Sentivo che mi guardava ogni tanto per
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se ero sveglio, se mi divertivo, e allora mi
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mi divertivo, e allora mi giravo e facevo la
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ti piace, e io mi sentivo in obbligo di
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fiero di confermargli che mi piacevano esattamente le stesse
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capelli nerissimi. La cosa mi dava ansia, temevo che
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sfuriate, e tuttavia contraddittoriamente mi auguravo che arrivasse il
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per non disturbare me. ¶ Mi voleva così bene che
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che i miei fratelli mi disturbassero; la possibilità di
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pomeriggio, della sera. ¶ Quanto mi piaceva l’aria del
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un dolore stranito, e mi rammaricavo di non poter
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svogliatezza stordita con cui mi riadattavo a spazi che
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spero si sia capito, mi aveva addestrato al cinema
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solo con mia madre, mi permetteva di andare con
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di seguito allo Stadio – mi orientavo subito e non
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provavo nessun disagio, anzi mi piaceva quell’ingresso a
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a caso nel film, mi piacevano gli attimi in
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gli attimi in cui mi afferravo a ogni dettaglio
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per capire, e soprattutto mi dava tranquillità l’idea
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lettore in quegli anni mi sottoponevo per necessità a
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senza inizio, senza fine. Mi ricordo un romanzo che
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e quell’ombra non mi dicevano più niente. ¶ Fui
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umana del povero Campanella mi costava una fatica che
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costava una fatica che mi rimbambiva, sicché quando Nello
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rimbambiva, sicché quando Nello mi telefonò non capii lì
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parlando. Poi piano piano mi orientai. ¶ Come se non
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del tuo compare che mi deve tagliare tutta la
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che guarda il tramonto». ¶ Mi sbatté il telefono in
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una telefonata di Vincent. Mi chiese se potevo dedicargli
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esile e malaticcio, tuttavia mi sembrò cambiato: non sembrava
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non lo sapevo. Non mi ero mai accorto che
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era la sua natura mi fece incazzare, significava che
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incazzare, significava che non mi aveva mai giudicato una
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del suo compagno. Pagai, mi alzai, dissi che dovevo
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in ordine?» ¶ «No, Vincent, mi dispiace. Rivolgiti a Susi
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dargli una mano». ¶ Questo mi fece veramente irritare. ¶ «Bene
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tra tanta sofferenza fisica. Mi pareva che non ci
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in modo tale che mi facevano venire un freddo
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se avessi la febbre. Mi diedi a lunghi respiri
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tornava da Raggalli che, mi immaginavo, era divorato dall
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e, per quel che mi riguarda, spesso pensavo ad
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all’altro dello schermo mi dicevo: via, se togli
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alla lettera del suicida, mi vennero brividi di ribrezzo
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su per la schiena, mi augurai che un improvviso
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volte con la bocca. Mi resi conto che Raggalli
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feci a vederlo soffrire. Mi alzai, lo abbracciai. Bello
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Capite l’italiano? Non mi lascio mutilare il mio
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stronzata abbiamo qui». ¶ Alda mi fece due volte cenno
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po’ spaventato di Susi mi ravvidi e tacqui. ¶ Raggalli
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Campanella. ¶ Ogni tanto Alda mi diceva come stavano andando
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povera Alda (tu non mi proteggi, tu non intervieni
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musica davvero efficace, be’, mi disse Alda soddisfatta, è
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è stato molto amato». ¶ Mi attaccai al telefono e
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ci deprimi e basta». ¶ Mi invitarono alla fine in
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bocca e scappò via. ¶ Mi seccai. Vidi il film
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sono stato a Tokyo mi pareva che la vita
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asciugato al punto che mi venne da dire entusiasta
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un mélo ascetico». ¶ Raggalli mi chiese in ansia: ¶ «Bello
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la conscience de classe. Mi informò minutamente su come
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sua opera. Una volta mi invitò persino a casa
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quello appena ultimato – e mi confermò che nell’ultimo
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trionfo internazionale. Voi italiani – mi ammonì con una punta
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Francia, o forse Bordeaux. ¶ Mi preparai ad andare a
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Palma d’oro. ¶ Susi mi telefonò emozionatissima, non la
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che sei sempre gentile. Mi ha costretta a fare
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nessuno per quindici giorni. ¶ Mi fece pena. Cercai di
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bellissimo di Clorinda Sanchez mi sembrarono veramente brutti. Mentre
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del suo amico suicida – mi imbattei nel critico Marco
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critico Marco Giusti che mi disse: ¶ «Hai sentito com
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Fischi, risate, buuuh». ¶ «Scherzi?» ¶ «Mi dispiace, no». ¶ Tacqui cercando
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altri due conoscenti che mi chiesero: hai saputo? con
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Venezia, anche se invece mi stava crescendo un dolore
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Sì». ¶ «Pezzi di merda». ¶ Mi guardai intorno. Stentai a
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dall’arrivo delle mestruazioni. Mi colpì, sulla mia destra
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Marchesi di Rai Tre. Mi chiesi due volte chi
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ma anche da come mi era apparsa nei materiali
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la telecamera, quelli che mi ero diligentemente studiato prima
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opera immortale, dagli studenti. ¶ Mi inserii molto nervoso nel
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un cenno di saluto, mi rispose con un ciao
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non passò, anzi crebbe. Mi sdraiai sul letto, meravigliato
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Del film di Raggalli mi ricordavo solo noie e
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più intimi. E poi, mi dissi, che ci posso
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Quando vidi le recensioni mi arrabbiai molto e lasciai
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galere. I processi non mi davano problemi, pare roba
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Nuovo a Napoli. Cosa mi potevo inventare? In una
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A un certo punto mi capitò tra le mani
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prima. Dopo un po’ mi sedetti e mi dimenticai
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po’ mi sedetti e mi dimenticai di Campanella. Quale
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sorriso l’avventura che mi è accaduta parecchi anni
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il leader della classe, mi rivolse la domanda di
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qui; lui, poco convinto, mi chiese di tracciare alla
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disegno per qualche istante, mi chiese qualche precisazione ulteriore
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qualche precisazione ulteriore, poi mi espose il piano che
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anticipo. Ma lei non mi lasciò nemmeno dire ah
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del film nelle sale». ¶ Mi piazzai in ansia davanti
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all’improvviso attenuati. Adesso mi sentivo parte di un
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tante fatiche sprecate. Già mi pareva che il film
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producono in Italia. Sì, mi dicevo, un premio se
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è ritornato in circolazione, mi ha telefonato, ha detto
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gloria di un’attrice. Mi ispiro, ho detto, ad
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e poi è abbandonata? Mi ispiro a Medea? Mi
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Mi ispiro a Medea? Mi ispiro ad Antigone? Mi
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Mi ispiro ad Antigone? Mi ispiro ad Angelica, bramata
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soldato semplice e saraceno? Mi ispiro a Emma Bovary
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poiché li vedevo perplessi, mi sono messo a raccontare
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a un certo punto mi ha chiesto: devi partire
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tu direttamente? La domanda mi ha disorientato, ho buttato
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fretta e bene – e mi sono dovuto difendere con
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dicevo tutto quello che mi passava per la testa
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e lei faceva altrettanto. Mi ha raccontato la sua
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a uno sguardo divertito, mi è piaciuto. Abbiamo passato
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scrittura si imbroglia, quando mi sento la testa e
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mai nemmeno una capatina. Mi rifiuto di umiliarlo con
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la mia buona salute, mi rifiuto di veder soffrire
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è un bell’esercizio. Mi permette di avere nella
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finta, la morte finta mi consolano. ¶ Alla fine di
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di questo monologo, Clo mi ha fissato con occhi
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film e dei libri?» ¶ «Mi pare di sì». ¶ «Chi
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degli umani. Che dici. Mi pare bello. E lui
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o a quel festival, mi chiedeva senza parere: che
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fuori dal gorgo. Clo mi ha detto una volta
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Susi, ha chiuso, non mi vede più. E come
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questo punto che succede? ¶ Mi frugavo nella testa ma
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era la realtà e mi dicevo che grande attrice
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che grande attrice, quindi mi affrettavo a telefonarle, a
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messaggi dove dicevo: se mi vuoi, accorro, lei che
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vuoi, accorro, lei che mi rispondeva con toni sempre
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l’estremo saluto. Ma mi disgusta – mi disgusta farlo
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saluto. Ma mi disgusta – mi disgusta farlo. E anzi
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vero, com’è falso), mi si torce sotto gli
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sotto gli occhi, non mi piace, decido di ricominciare
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separatamente o all’unisono mi gridano di voler accantonare
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degli- ¶ Non so come mi è venuto in mente
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è un momento che mi mette ansia. Due ospiti
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colte. Tempo addietro, quando mi capitava di vederla in
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se ne accorgesse. Non mi piaceva il momento in
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per mestiere. Ogni persona, mi pare, nel­l’accorgersi