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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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2013
ed un segreto ¶ canto mi sussurravano le onde ¶ prigioniere
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2013
inverno difficile. Ora non mi pare importante ricordare l
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2013
Avevo trent’anni e mi sentivo senza forze, sperduto
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2013
momento immaginare il futuro mi sembrava un’ipotesi remota
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2013
quei mesi i romanzi mi respingevano, ma fui attratto
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2013
montagna di Élisée Reclus. Mi colpì specialmente il viaggio
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2013
dieci mesi all’anno mi sentivo costretto in abiti
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2013
cui obbedire; in montagna mi sbarazzavo di tutto e
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2013
che a vent’anni mi sembrava importante esplorarle a
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2013
urbano che ero diventato mi sembrava l’esatto contrario
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2013
fine della strada asfaltata. Mi caricai lo zaino in
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2013
zaino in spalla e mi incamminai per la mulattiera
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2013
affitto. Arrivato alla porta mi voltai: intorno non c
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2013
non sapevo che cosa mi riservava. Quel giorno il
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2013
lassù sarei rimasto, ma mi poteva anche succedere di
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2013
pronto a scappare via. Mi ero portato libri e
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2013
costruzione, e nel toccarli mi domandavo quante mani li
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2013
ma non faceva paura: mi sembrava un po’ di
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2013
valanga. ¶ Arrivando dalla città mi sembrava di entrare in
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2013
alloggiava la servitù, così mi chiedevo se Angela e
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2013
e il nido e mi tenevano compagnia mentre pranzavo
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2013
veloce del normale e mi sembrava di avere un
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2013
prime luci dell’alba mi rassegnavo ad alzarmi e
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2013
i primi crochi, ma mi bastò cambiare versante, da
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2013
fino all’anca, così mi tirai fuori da quel
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2013
parlare da solo, però mi piaceva cantare a voce
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2013
da una settimana e mi tenevo compagnia così. ¶ Avevo
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2013
appena uscito dal letargo mi diede coraggio: se ce
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2013
in casa. Benché io mi lavassi le mani e
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2013
freddo, quando lo facevo mi ricordavo sempre che l
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2013
suo sapore di notte mi sembrava di sentire la
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2013
le sembianze attuali. ¶ Perché mi interessava tanto questa storia
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2013
il pascolo in cui mi sdraiavo al sole sarebbe
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2013
un bianco sporco che mi piaceva molto. Fuori c
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2013
ostacoli. ¶ Osservandole a volte mi chiedevo: ci sarà stata
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2013
cos’erano serviti, come mi capitava smuovendo una pietra
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2013
scenderò in pianura e mi spedirò una cartolina, frazione
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2013
mattina di metà maggio mi svegliai sotto la neve
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2013
cinque, dieci, quindici centimetri. Mi chiedevo che cosa ne
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2013
che non sapevo riconoscere. Mi colpì scoprire quel viavai
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2013
bosco senza notare nulla. Mi chiesi se avrei imparato
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2013
un metro o due. Mi fece uno strano effetto
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2013
affondavano nella neve, e mi sembrava di sentirlo rantolare
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2013
commosso; non sapevo che mi stavo condannando a un
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2013
corvo. Lasciarlo a loro mi sembrava più giusto che
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2013
uomo salire dal sentiero. Mi affacciai sulla soglia ad
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2013
vedere se la nevicata mi aveva dato problemi, e
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2013
per lavorare. Lui non mi era sembrato particolarmente colpito
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2013
colpito. Senza tante parole mi aveva stretto la mano
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2013
vide i libri che mi ero portato scoprii che
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2013
ero tanto legato, perché mi avevano aiutato a vedere
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2013
primi giorni lassù. Remigio mi ascoltava con attenzione. Anche
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2013
po’ che l’idea mi girava in testa, e
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2013
l’incontro con Remigio mi diede la spinta decisiva
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2013
quelle dei vecchi. Poi mi sedetti a leggere il
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2013
più di quelli che mi servivano. Mi attaccavano alla
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2013
quelli che mi servivano. Mi attaccavano alla terra, e
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2013
lì a due passi. Mi sembrava già di vedere
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2013
potevo dimenticarmi i frutti, mi spiegò, era già tanto
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2013
stenta, ravanelli, broccoli, porri. Mi andava bene lo stesso
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2013
ma quando alla fine mi sedetti ad ammirarlo la
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2013
gobbe di terra smossa mi sembrarono tumuli sepolcrali. C
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2013
la libertà del prato. Mi sentivo un po’ depresso
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2013
in alto di dove mi fossi mai spinto e
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2013
tenuto lontani gli escursionisti. Mi buttai giù per un
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2013
quella conca in ombra, mi fece cambiare idea. Allora
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2013
fece cambiare idea. Allora mi sdraiai per terra e
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2013
di quota e così mi accorsi che non erano
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2013
stato il suo turno. Mi chiesi se l’adulto
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2013
popolata dalle marmotte, dove mi accolse una selva di
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2013
soglia della tana e mi guardava. Allora mi avvicinai
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2013
e mi guardava. Allora mi avvicinai piano, cercando di
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2013
nel buco e io mi fermai, posai il bastone
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2013
fermai, posai il bastone, mi sedetti lì accanto con
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2013
una canzone, e siccome mi girava in testa da
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2013
muso rispuntare dalla tana: mi ascoltava, mi annusava, cercava
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2013
dalla tana: mi ascoltava, mi annusava, cercava di capire
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2013
altro stava lì e mi guardava. E questo chi
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2013
ascoltò tutte quante. Poi mi alzai e lei subito
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2013
più di un mese, mi ritrovavo a svegliarmi nella
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2013
catastrofe imminente. In città mi tenevano compagnia le luci
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2013
vita sotto di me mi tranquillizzava, i suoi rumori
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2013
tranquillizzava, i suoi rumori mi cullavano fino al sonno
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2013
dal turno di notte, mi assaliva un sonno sordo
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2013
sonno sordo da cui mi risvegliavo intontito a metà
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2013
mattina. ¶ Così una sera mi infilai due maglioni, riempii
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2013
non avere sonno. Allora mi misi seduto senza uscire
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2013
con il buio. Allora mi sembrava un eccentrico, se
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2013
fradicio di rugiada. Così mi alzai, andai a lavarmi
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2013
essere l’autentica vittoria. ¶ Mi ero seduto sui gradini
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2013
un movimento nel prato. Mi voltai verso il punto
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2013
pezzetto di carne che mi era scappato o solo
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2013
alzò la testa e mi vide. I suoi occhi
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2013
Quello sguardo tra noi mi sembrò dilatarsi a dismisura
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2013
ad asciugare e poi mi abbandonai al letto degli
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2013
in dialetto ridevano spesso. Mi sembrava che la felicità
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2013
del tarassaco, e se mi svegliavo presto la mattina
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2013
era rimasto nulla. Mentre mi preparavo la cena, dalla
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2013
dietro le orecchie e mi lasciava un buon odore
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2013
da vecchio capo. Io mi sedetti accanto a lui
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2013
grida di un pastore. Mi affacciai alla finestra e
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2013
sbracciarsi e imprecare. Allora mi slacciai il grembiule, spensi
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2013
tranquilli. Non sapevo se mi avrebbero obbedito, l’avevo
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2013
corda di canapa e mi chiese com’ero riuscito
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2013
Disse che quasi quasi mi assumeva come guardiano. ¶ Si
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2013
Da vicino zoppicava vistosamente: mi raccontò che l’anno
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2013
ne andavo a camminare. Mi vedeva dall’alto portando
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2013
impresa di quel giorno mi guadagnai un invito a
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2013
cerca di biscotti, e mi scrutò mentre mettevo i
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2013
grattata sulla testa e mi avviai per il sentiero
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2013
così sei un sovversivo, mi disse stappando il vino
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2013
avevo detto che non mi piacevano le regole e
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2013
e che in città mi sentivo chiuso in gabbia
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2013
cambio della libertà che mi garantiva. Gabriele capì perfettamente
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2013
parole per dirglielo. Quando mi avventuravo in discorsi complicati
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2013
in discorsi complicati lui mi guardava storto, e se
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2013
hai ragione tu, dissi. Mi sa proprio che sono
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2013
piegato dentro al pugno, mi spiegò, usando la nocca
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2013
la stufa. ¶ A cena mi parlava spesso dei tempi
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2013
mancava solo la parola, mi disse. Adesso c’era
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2013
spazzola, la paglietta metallica. Mi faceva uno strano effetto
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2013
lavatoio migliore? Le marmotte mi scrutavano mentre riempivo la
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2013
l’acqua sul fuoco, mi sedevo a pelar patate
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2013
sì che vivi bene, mi diceva guardandosi in giro
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2013
al tavolo quando pioveva. Mi portava sempre un pezzo
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2013
volta disse: va bien, mi sa che adesso vado
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2013
che adesso vado; così mi alzai per aprirgli la
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2013
porta e salutarlo. Lui mi guardò strano e chiese
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2013
Chiusi la porta e mi rimisi a sedere. ¶ Quella
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2013
certo punto della serata mi stiracchiavo la schiena, davo
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2013
quel gran silenzio intorno mi accorsi, per la prima
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2013
che ruminavano nella stalla. ¶ Mi accorsi anche che faceva
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2013
faceva freddo, ora che mi ero abituato al calore
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2013
falò. Nel salutarmi Gabriele mi prestò un maglione e
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2013
grande onore quello che mi concedeva. Con il sentiero
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2013
mani in mano, così mi misi ad aiutare Remigio
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2013
sua madre. Non che mi mancasse tanto la famiglia
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2013
quelli che io invece mi perdevo. Remigio dal volante
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2013
Sua madre all’inizio mi mostrò dove sbagliavo, poi
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2013
non sapevo rastrellare e mi assegnò ai lavori pesanti
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2013
sul rimorchio. Quel lavoro mi veniva meglio: ne prendevo
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2013
per gli spaghi che mi segavano le mani e
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2013
a impilarle per bene. Mi guadagnai un po’ di
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2013
per il fieno che mi pungeva. ¶ Tra un carico
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2013
montagna: il primo che mi aveva legato alla sua
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2013
stare male: la nausea mi rivoltava lo stomaco, gli
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2013
lo stomaco, gli occhi mi si appannavano e mi
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2013
mi si appannavano e mi invadeva una grande nostalgia
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2013
era la persona che mi parlava con dolcezza e
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2013
parlava con dolcezza e mi convinceva ad andare avanti
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2013
il mal di montagna mi era passato e avevo
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2013
ero forte, sul ghiacciaio mi sentivo a casa, fantasticavo
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2013
con Remigio, con cui mi veniva facile parlare. Tra
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2013
sera dopo il lavoro mi invitò da lui per
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2013
come prima. La frase mi spiazzò: che cosa c
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2013
con la scrittura? Poi mi turbò in modo più
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2013
domandai il significato, Remigio mi spiegò che il foglio
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2013
più toccata da allora. ¶ Mi misi in ascolto con
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2013
la storia in cui mi ero cacciato sperando di
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2013
intorno a casa, e mi parevano sordi e ciechi
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2013
i loro profumi chimici mi colpivano a distanza. Sarò
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2013
a distanza. Sarò io, mi chiedevo, ad avere problemi
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2013
bosco si proteggevano dileguandosi. ¶ Mi mancavano i miei vicini
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2013
caprioli. Così una mattina mi alzai alle sei, buttai
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2013
Dopo tre mesi lassù mi sentivo in gran forma
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2013
villaggi abbandonati e cadenti. Mi fermai al torrente per
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2013
drizzò le orecchie, io mi nascosi tra le rocce
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2013
a salire, ormai chi mi fermava più? Adesso ero
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2013
il resto del branco. Mi fissava facendo un verso
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2013
un lungo giro. Io mi sedetti per terra e
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2013
che badava a me: mi si era accovacciato di
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2013
metri di distanza, e mi scrutava ruminando, e grattandosi
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2013
più da anni e mi sembrò una fortuna. Una
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2013
cemento in cortile, così mi chiesi che ne fosse
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2013
i suoi pensieri. Scusa, mi venne da rispondergli. ¶ Scesi
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2013
ogni direzione. A cosa mi serviva una casa? Mi
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2013
mi serviva una casa? Mi sarebbe piaciuto fare come
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2013
per ripararsi quando piove, mi aveva risposto. ¶ Giù alla
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2013
e contenitori, il padre mi scrutò con quello sguardo
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2013
guardato così anch’io. ¶ Mi scusi, è proprietà privata
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2013
scusi, è proprietà privata?, mi chiese sua moglie, più
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2013
la porta alle spalle mi sembrò di liberarmi di
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2013
di una corrente sotterranea. Mi sentii sollevato quando alla
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2013
che piegava a sinistra, mi lasciai la frana alle
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2013
dal nastro adesivo. Osservandola mi ricordai dei pastori bambini
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2013
sacco a pelo, poi mi sedetti e aprii lo
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2013
ultimi momenti di libertà. “Mi trascinava in estenuanti cavalcate
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2013
capire le cose che mi avevano spinto alla chimica
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2013
più volte. Anch’io mi addormentavo e risvegliavo di
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2013
di due ragazzi che mi avevano preceduto di una
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2013
il sonno. ¶ Anch’io mi alzai quando il cielo
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2013
e rifeci lo zaino, mi allacciai gli scarponi e
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2013
salutai la baita che mi aveva offerto riparo, mi
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2013
mi aveva offerto riparo, mi chiusi la porta alle
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2013
era umida e fredda. Mi sentivo tutto rotto e
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2013
pensare alla parola caffè. Mi fermai in riva a
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2013
a un torrentello e mi lavai i denti, la
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2013
sole tracciava venature scintillanti. Mi aspettavano almeno due ore
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2013
tutto quanto la vita mi ha dato di buono
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2013
destino.” ¶ Rifugio ¶ Per quanto mi svegliassi presto, in rifugio
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2013
e senza nessuno intorno. ¶ Mi ero fermato una notte
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2013
di girare, il posto mi piaceva ma non avevo
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2013
giorni di pensione. Loro mi avevano guardato strano. Ero
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2013
di lì. Alla fine mi avevano risposto che di
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2013
volevo, senza pagare, se mi andava di condividere quella
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2013
un vento gelido che mi respingeva appena mettevo il
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2013
la radio accesa. ¶ Io mi ero impossessato della cucina
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2013
sorpreso che i ragazzi mi avessero accolto con tanta
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2013
con tanta naturalezza, ma mi sembrava di averne capito
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2013
che non c’è, mi dissero. ¶ Perché si chiama
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2013
trovi anche le trote. ¶ Mi indicarono una strada che
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2013
anch’io. Scivolai, caddi, mi rialzai, risi da solo
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2013
risi da solo e mi abbandonai all’istinto di
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2013
trasformazione che la montagna mi provocava: questa gioia di
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2013
momento dopo il lago mi aveva strappato tutto. Ecco
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2013
pensai. Da principiante non mi ero portato materiale di
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2013
aria si fece elettrica. Mi dissi ecco, ora mi
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2013
Mi dissi ecco, ora mi lavo. Dentro lo zaino
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2013
abbastanza amici da confidarci, mi disse che di montagna
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2013
Grecia o in Sicilia. Mi raccontò dei viaggi che
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2013
tutto il resto. Qualcosa mi diceva che ci sarebbe
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2013
versanti. In qualche punto mi toccò usare le mani
223
2013
per tirarmi su, finché mi ritrovai a cavalcioni sulla
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2013
spalle, lievemente, ¶ che non mi prenda ¶ il freddo. ¶ Io
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2013
salivo di qualche passo, mi fermavo, mi piegavo a
226
2013
qualche passo, mi fermavo, mi piegavo a terra per
227
2013
filo del crinale e mi sembrava di non essere
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2013
senza ammazzarsi. Non sempre mi era andata bene. Due
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2013
un dirupo, e allora mi era toccato tornare indietro
230
2013
cinghie dello zaino che mi segavano le spalle e
231
2013
quello stato d’animo mi capitò un passaggio più
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2013
mezza scorticata, però non mi pareva di avere niente
233
2013
avere niente di rotto. Mi sdraiai su quella stessa
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2013
non ti vede nessuno. Mi misi a singhiozzare sdraiato
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2013
sasso perché ero stanco, mi mancavano tutti quanti e
236
2013
un vallone parallelo, ma mi ero convinto che si
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2013
camosci si disperdevano. Così mi sfiancavo su per un
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2013
all’altra senza sforzo. Mi sentivo stupido, arrogante, trascinato
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2013
resistendo abbastanza a lungo, mi sarei trasformato in qualcun
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2013
ogni eremitaggio. In questo mi sentivo come al primo
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2013
puntando una preda, e mi venne istintivo il sospetto
242
2013
osso: i loro scheletri mi mettevano tristezza, però mi
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2013
mi mettevano tristezza, però mi consolava il pensiero che
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2013
qualcun altro. Potendo scegliere, mi sarebbe piaciuto fare quella
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2013
fine anch’io. ¶ Poi mi alzai. Subito l’aquila
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2013
quota e si allontanò. Mi aggiustai le bretelle dello
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2013
mettevo i piedi. Non mi accorsi di essere in
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2013
un canto di chiesa. Mi tolsi lo zaino, mi
249
2013
Mi tolsi lo zaino, mi sdraiai di nuovo e
250
2013
tra gli alberi, così mi spuntò davanti come succede
251
2013
morbida. Io più gentilmente mi tolsi gli scarponi sui
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2013
fin dall’inizio. Non mi dispiaceva restituirlo al prato
253
2013
dai nodi del legno; mi ricordavano la lunga primavera
254
2013
da lei proprio perché mi conosceva così bene, e
255
2013
baita, di me, non mi dovevo vergognare. Mi accoglieva
256
2013
non mi dovevo vergognare. Mi accoglieva e mi invitava
257
2013
vergognare. Mi accoglieva e mi invitava a riposarmi tra
258
2013
stagione del raccolto. Allora mi sedetti contro un larice
259
2013
montagna, e a loro mi sentivo devoto come a
260
2013
mai fino in fondo. Mi turba la sua indifferenza
261
2013
distese di abete rosso mi fanno pensare alle foreste
262
2013
agosto, sotto un abete mi sono protetto in un
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2013
di quell’albero che mi faceva da tana. ¶ Ammiro
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2013
dal letargo. Quell’odore mi ricorda il sud e
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2013
sostenere una casa, e mi sembra il servizio più
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2013
d’acqua dal cielo. Mi è sembrato di avere
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2013
stava scoprendo i classici. Mi raccontò della sua infanzia
268
2013
per dire come stava. ¶ Mi fermai. Camminavamo nel bosco
269
2013
chiesi incuriosito. Nel senso, mi spiegò Remigio, che aveva
270
2013
dice quando sei triste?, mi chiese. Si dice: mi
271
2013
mi chiese. Si dice: mi sembra lungo. Cioè il
272
2013
per trascinarsi a valle. Mi disse che il nemico
273
2013
dire: a casa mia. Mi chiedevo perché, io che
274
2013
giorno. Lungo il sentiero mi indicava i luoghi chiamandoli
275
2013
come si chiama qui?, mi diceva. Il pian des
276
2013
parole dimenticate. ¶ Nei ruderi mi guidava come un archeologo
277
2013
proprietà, appalti di costruzione. Mi spiegò che, nei tempi
278
2013
ancora più semplici. Remigio mi indicava i dettagli: il
279
2013
la data di costruzione. Mi spiegava le tecniche per
280
2013
saremmo mai stati. ¶ Io mi sentivo meglio sotto le
281
2013
sentiero immaginario. Alla fine mi sembrò di scorgere qualcosa
282
2013
della roccia. ¶ La vedi?, mi chiese. ¶ Sì, risposi mentendo
283
2013
insieme due giorni che mi sembrarono lunghi, per la
284
2013
per la concentrazione che mi richiesero. Quando andò via
285
2013
Tra le canzoni che mi ha insegnato, la mia
286
2013
montagna e da bambino mi cantava della Grande Guerra
287
2013
e sono uscito. Fuori mi sono lavato la faccia
288
2013
del bosco. Di soprassalto mi sono voltato per affrontarlo
289
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come un gioco e mi rincorreva sempre più lontano
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sempre più lontano. Finché mi rassegnavo a portarlo con
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Averlo tra i piedi mi metteva allegria. Giù da
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legavo lì perché non mi seguisse fino a casa
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Io scendendo a Fontane mi tappavo le orecchie per
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arrivavano più lontano: così mi capitava di sentire un
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il moschettone al collo mi faceva sentire più in
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avevo mai voluto. Uno, mi avrebbe impedito di viaggiare
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impedito di viaggiare. Due, mi avrebbe distratto dalla scrittura
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scrittura. Tre, quattro, cinque, mi avrebbe tolto libertà in
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sotto il tavolo. Allora mi tagliai un pezzo di
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di pane e formaggio, mi sedetti a tavola e
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il quaderno come ultimamente mi piaceva fare, scribacchiando mentre
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il muso sulle gambe, mi sbavò i pantaloni. Ebbe
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stanchezza o malinconia. Qualcuno mi salutò perfino. È tuo
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io. Sperai che non mi toccasse di nuovo. Lo
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dal modo in cui mi sfuggivano che quel ghigno
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mai riuscito a legare, mi dispiaceva per i cani
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dispiaceva per i cani. Mi sarebbe mancato il suono
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svegliato dai loro latrati. Mi affacciai alla porta, tenendo
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lepre che ogni sera mi scrutava da lontano, facendomi
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coraggio di avvicinarsi. Adesso mi vergognai di quel paziente
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fucile? La sua morte mi sembrò un delitto intollerabile
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state le nove quando mi ha abbandonato anche la
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faceva nessun rumore. ¶ Io mi sono rassegnato, che altro
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Ascoltarla scoppiettare al buio mi faceva una bella compagnia
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trovato il suo elemento: mi precedeva a balzi, si
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foto in verticale perché mi piacevano gli alberi, la
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ho acceso il fuoco, mi sono ricordato che non
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annerito sul fondo. ¶ Quando mi sono seduto al tavolo
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quaderno era lì che mi aspettava: fermo a ieri
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bene. Di mattina Lucky mi svegliava leccandomi la faccia
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percorsi del topo che mi teneva compagnia. Nella notte
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si può andare avanti, mi dicevo, pulendo la baita
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bastone nuovo, tanto non mi sarebbe servito. In compenso
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alle scarpe, che ormai mi si disfacevano intorno ai
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granché come concime, ma mi sembrò giusto farlo: era
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e il rastrello. Poi mi lavai le mani alla
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giorno non c’era mi guardava e non capiva
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te, gli dissi. Magari mi insegnerai a scappare sulla
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torna indietro. Remigio invece mi cacciò di casa quando
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fare, e poco dopo mi scrisse un messaggio per