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Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «Milon»

nautoretestoannoconcordanza
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de sí fatte genti. ¶ 25. ¶ Milon d'Angrante era di
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e fello. ¶ 26. ¶ Questi dopo Milon pari d'onore ¶ furon
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soma ¶ ch'anco portò Milon suo genitore; ¶ egli tenea
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d'un steccato serra ¶ Milon d'Angrante, e nulla
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fugge l'appetito: ¶ cosí Milon, cangiato in un momento
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strale! ¶ 62. ¶ Pazzo che sei, Milon! come non vedi ¶ che
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et alla stanza di Milon si stende. ¶ 62. ¶ Ma ritorniamo
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perché non vi è Milon d'Angrante. ¶ Bovo ch
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ciel trar ogni stella. - ¶ Milon non puote continersi alora
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onor perso di Franza. ¶ 52. ¶ Milon, ch'ascolta l'ambasciata
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Spagnol esser debba vincitore. ¶ Milon, udendo ciò, per aiutarlo
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circonstanti l'alto imperatore. ¶ Milon tocca 'l destrier, e
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in lizza vincitore solo. ¶ 71. ¶ Milon prudente al volgo non
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tosto ripiglia, et in Milon dricciata, ¶ spera il menchion
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di sella trarlo fora. ¶ Milon, che 'l vede, leva
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le piume il dedica. ¶ 81. ¶ Milon già piú non fa
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quanto ¶ era quel di Milon, ch'in men d
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parvoletto, ¶ intorno a lui: - Milon, viva Milone! - ¶ Et ecco
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il chiodo ¶ parlare con Milon ad ogni modo. ¶ 10. ¶ De
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tal pompa ¶ che, se Milon ha cor di pietra
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rege al carnevale. ¶ 16. ¶ Sedea Milon rimpetto a la sua
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insieme, ¶ le fiamme di Milon per lei sí estreme
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in grado ogni barone. ¶ 40. ¶ - Milon? ov'è Milon? - ciascun
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barone. ¶ 40. ¶ - Milon? ov'è Milon? - ciascun dimanda; ¶ ma nulla
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e scotela col pè: ¶ Milon temendo sotto il letto
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ognun intende aver trovato ¶ Milon stracco nel letto suo
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come la sorte di Milon succede, ¶ chiudalo in ciambra
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C'hai fatto con Milon, brutta puttana? - ¶ 47. ¶ Risponde a
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Amor è in poppa. ¶ Milon, Rampallo e Berta nulla
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sol Berta e sol Milon si fida. ¶ Voria Frosina
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in terzo luogo volse. ¶ Milon ascolta il tutto sotto
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cercando con speranza consolarla. ¶ 56. ¶ Milon comprende l'amistà sí
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lei venne. ¶ 58. ¶ - O sola, - Milon disse - o sola quella
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s'empino le carte! - ¶ 63. ¶ Milon ai dolci accenti per
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e chi repente chiocca. ¶ Milon temendo tornasi nascondere; ¶ Rampallo
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stanza ¶ di Berta era Milon restato solo; ¶ pensate se
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stanza già Frosina, ¶ ove Milon avea rotta la porta
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prestezza con cui sòle ¶ Milon saltar a l'arme
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torno al palazzo va Milon tal volta, ¶ ché 'l
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come par ad esso. ¶ 20. ¶ Milon, odendo ciò, guarda in
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stroppiato e mezzo morto. ¶ 23. ¶ Milon, ch'ode il rumore
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pria non giostri ¶ - disse Milon - e quel che sei
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si volse indrieto, ¶ vede Milon e ratto si scolora
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ferirlo subito s'addestra. ¶ Milon non stette a dir
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sol vibrar le vede. ¶ Milon, che 'n mezzo tanti
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mai non doma; ¶ cosí Milon fra quei lupi inumani
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ferir le schiene di Milon s'affretta, ¶ il qual
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manca di ragione. ¶ 33. ¶ - Cessa, Milon, - dicea - non far, ti
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e notte altrui punire! - ¶ Milon cotal parole men d
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a trenta vanno rotolando; ¶ Milon sgombra di lor tutte
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d'un'ora ¶ cacciò Milon di questo mondo fora
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sue cose fido secretaro. ¶ 39. ¶ Milon si parte solo e
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a Dio, voria morire. ¶ 42. ¶ Milon accenna a l'uscio
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colei non sente; ¶ onde Milon, per esser drento accetto
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dirotto. ¶ 43. ¶ Ma poscia che Milon ad invitarla ¶ si mise
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vita mia? - dicendo langue. ¶ Milon risponde: - Donna, omai ti
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le man Berta, da Milon ben rette; ¶ calla per
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che 'n terra stette; ¶ Milon drieto li manda il
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loco chiuso; ¶ ma svelsela Milon di quell'affanno, ¶ che
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che giú s'appiatti; ¶ Milon, encontra, già non si
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trotto al fiume calla. ¶ Milon chiamagli drieto, e ch
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quello trapassar vorebbe: ¶ alor Milon, s'avesse a piedi
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prego, caro amico, ¶ - dicea Milon - e non aver spavento
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avea sotto 'l calcagno; ¶ Milon, ch'è di natura
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giumenta uscisce. ¶ - Ecco, - disse Milon - sazia, pedocchio, ¶ ch'avien
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maledicendo quel villan alpestro; ¶ Milon va innanzi e fa
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Se in te - gridò Milon - avrai bontade, ¶ tu ci
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foco su le fronde. ¶ Milon che vede ciò porta
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cava l'intestine immonde; ¶ Milon a la cavalla trae
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espedisce quel vecchietto libero. ¶ Milon si abbruccia e gli
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gambe al troppo foco. ¶ Milon, che ben l'intende
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sensuale. ¶ 71. ¶ Cosí ti vien, Milon, che per la fame
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tanto pregio sono? ¶ Narrazione ¶ 3. ¶ Milon, dopoi che 'l vecchio
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luntano qui dimmora. - ¶ 4. ¶ Disse Milon: - Se quel non è
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chi guata il fier Milon dagli omer lati; ¶ e
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ma la presenzia di Milon robusto ¶ tien in cervello
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rapirla, già gli artigli. ¶ Milon non sa quella sua
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le sue membra ristorava. ¶ 13. ¶ Milon, che di saper volge
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è vero ch'un Milon malvagio e rio ¶ ha
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che dorme destasi gridando; ¶ Milon, che l'ode, tratto
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piú volte nòce. ¶ Salta Milon in mezzo di quel
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un instante. ¶ 36. ¶ Né di Milon, il qual dopoi la
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mai con Taliani. ¶ 54. ¶ Quivi Milon, orando lungamente, ¶ trasseli for
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grossamente ¶ edificaro e di Milon suo duce ¶ le diero
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volgo insano ¶ non piú Milon, ma l'appellòr Milano
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a divertire, ¶ narrando di Milon le forze magne, ¶ che
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la ruina addosso, ¶ dico Milon, che 'l deto già