Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

le tue forze per non essere vinto com'io

ti lascio in eredità. Non imitarmi: sii in tutto

tutto da me diverso. Non amare la donna come

morente, sarebbe stata vana; non avrebbe, per lui, avuto

della sua vita Egli non dovea somigliare a suo

di tedio sulle tele non finite, su gli abbozzi

antico, erano due buste, non ancora aperte, sopra alcuni

iniziale a svolazzi, ma non l'aprì. Lesse invece

stento e straccamente. ¶ Perchè? ¶ Non la sapeva troppo bene

della sua arte. E non aveva prodotto più nulla

vecchio Genio. ¶ * ¶ * * ¶ E Marino non avea ancora fatto nulla

grande sua apatia, pareva non fosse riuscito a liberarsi

Ma l'opera ancora non veniva. ¶ * ¶ * * ¶ Era così giunto

dalla madre sua, che non paga di essere amata

miserando caso del padre? ¶ Non aveva egli, il figliuolo

di morte che questo non sarebbe avvenuto?.... ¶ * ¶ * * ¶ Oh no

avvenuto?.... ¶ * ¶ * * ¶ Oh no, questo non sarebbe avvenuto! ¶ Ecco perchè

carissima; ecco perchè egli non sarebbe andato, quella sera

Chè, se ritardi.... io non rispondo più di te

nascosto.... il vostro ragazzo non era di là. ¶ Marino

pieno dei vostri sogni.... non è vero? ¶ E abbozzò

il ritratto - disse, scherzosamente. ¶ - Non sono buono. ¶ Marino disse

si guardò intorno. ¶ Ella non rideva più. Era seria

temendo che questa sera non veniste sono venuta io

singhiozzo. Sarebbe ella venuta? Non s'era fatta - ora

avrebbero fatta soffrire, che non avrebbe dovuto mai più

istante - dopo tanto! - ella non aveva che timore.... e

passi da me. Ma non mi mossi. Quando mi

di saluto. Ma ohimè! non seppi.... Come era pallida

occhi no, quelli no, non eran mutati! I dolci

sue labbra tremanti io non iscorsi, in quell'istante

allora! Ella mi sorrise Non seppe ella altro fare

una bimba ammalata.... E non seppi dirle nulla: e

parlare? Che cosa dire? Non sapevano tutto, in quel

ineffabile. Che cosa dissi? Non so, non ricordo. A

cosa dissi? Non so, non ricordo. A un tratto

gemesse: - Grazie, grazie.... ¶ Certo, non disse altro. Furon quelle

era ella stata? Io non sapeva. Io non ricordava

Io non sapeva. Io non ricordava che lo schianto

stata colpevole. Ed io non l'avea più riveduta

voi? ¶ Ella sorrise. ¶ - Sì. Non lo sapevate? E soggiunse

la affido a voi. Non ha altri sulla terra

vorrei che mia figlia non mi somigliasse. Ella è

Mi chiese della madre - non sapeva nulla del suo

l'avea veduta così? Non precisava il giorno, nè

trepidante, come ora. Io non parlavo ed anch'ella

avea ai miei fianchi.... non era dunque lei, sempre

sulla via della quale non conosceva ancora la fine

volto di lacrime. ¶ Ella non aveva più altri che

in quell'epoca ella non era stata che mia

enimma. La madre dunque non avea mai pensato a

mai pensato a ciò? Non lo sapeva ella? Oppure

adunque ancora possibile questo?.... Non aveva io rivissuto il

sognato rinovellato, vergine, purificato? Non avea ancora nelle vene

antico, sulle mie labbra?.... ¶ Non dire nulla, a lei

tutto il mio essere non si ribellava adunque a

nella pietà della donna. ¶ Non era stata lei, forse

struggentesi nella dissoluzione? ¶ E non era stata lei, forse

uomo e di artista? ¶ Non s'era egli avvinghiato

mancante di tutto.... Eppur non ha che uni lamento

ha che uni lamento.... non ha che un desiderio

scosse la testa. ¶ - Si, non chiama, non vuole, non

testa. ¶ - Si, non chiama, non vuole, non desidera che

non chiama, non vuole, non desidera che voi. ¶ Ella

È inutile, amico mio.... non posso. ¶ - Siete crudele. ¶ - No

sotto una viscida carezza. ¶ Non dissi altro. ¶ Ella parve

istante, poi disse: ¶ - Sentite.... non mancate questa sera alla

Poi continuò: ¶ - Ma io non dimentico chi muore per

e perfetto. ¶ Nella sala non era più che una

corse un tremito. ¶ Ella non appariva più oltre involta