Alberto Moravia, Bacco, tabacco e Venere, 1947

ora del primo pomeriggio, non c’erano ancora clienti

rosso, rivelavano l’età non più giovanile. L’elogio

tornando alla poltrona: "Sì, non c’è male." ¶ "Come

c’è male." ¶ "Come non c’è male?" disse

un ghigno particolare, ma non disse nulla. Il garzone

madre, mi sentivo male... Non ero più io." ¶ Gli

questo mal di stomaco, non sono più felice." ¶ Tutti

guardarono con simpatia, sebbene non fosse la prima volta

bicarbonato," rispose il dispeptico, non senza vanità. "Magnesia bisurata

fermenti lattici... Che cosa non ho provato? Mangio con

stomaco... Eh, voialtri giovanotti non sapete che cosa sia

mignolo. "Intanto, reni o non reni, eccomi qui... Certi

eccomi qui... Certi giorni non connetto più." ¶ "Ora c

Per la mia malattia non serve." ¶ Il padrone, inforcati

garzone seduto sulla soglia, non senza compiacimento. ¶ Il padrone

sera... Ma nella vita non c’è soltanto il

Io, per conto mio, non ho malanni... Faccio corna

forbici in mano: "Se non fumo più di dieci

Dieci sigarette al giorno non sono troppe." ¶ "Tu ne

vuole la sigaretta... Se non fumo, mi sento un

fumo, mi sento un non so che, un prurito

litro la sera... Ora non posso permettermi neanche quelli

vecchio con subitanea irritazione, "non sono mica bugiardo come

quell’altra donna... Ora, non è vero niente." ¶ "Ah

è vero niente." ¶ "Ah, non è vero niente?" ripeté

te lo dico io, non ti fai nessuna donna

disse il biondo, calmo. "Non importa: troverai un giorno

le spalle: "Ma smettila... Non ti reggi sulle gambe

tante volte... In salone non voglio storie." ¶ "È lui

affacciarsi alla porta, brontolando: "Non voglio che nessuno mi