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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «Non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
la testa. ¶ – Se tu non la cimenti, neanche la
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1950
cimenti, neanche la vipera non ti morde, – disse Nuto
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1950
Per mio padre… – borbottò, – non glielo dico… ¶ Quando poi
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1950
Io tutto capisco ma non un ragazzo che viene
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1950
io e Nuto, pigliandoci non pochi calci. Ma se
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1950
prima volta fosse quando non ci stavo ancora, l
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1950
che andando con lui non si facevano soltanto giochi
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1950
soltanto giochi da ragazzi, non si perdeva l’occasione
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1950
cominciai a capire che non si parla solamente per
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1950
come va questo mondo. Non ci avevo mai pensato
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1950
È difficile levarceli tutti. Non sentite quanti ce n
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1950
ragazzo, un servitore, di non sapere chiacchierare come lui
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1950
pareva che da solo non sarei mai riuscito a
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1950
diceva che l’ignorante non si conosce mica dal
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1950
I caffè di Canelli non sono osterie, non si
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1950
Canelli non sono osterie, non si beve vino ma
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1950
capita. ¶ – Sarebbe meglio ma non è, – disse lui. – Non
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1950
non è, – disse lui. – Non tutte girano in carrozza
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1950
ragazze. La cosa che non mi capacitava a quei
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1950
dietro al raccolto e non scappassi per nidi coi
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1950
conto. ¶ Dissi che Padrino non l’avevo piú visto
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1950
gli spruzzi sulla faccia: non mi ero aspettato di
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1950
Padrino sprecasse la vigna. Non ce n’hai di
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1950
come un frate. Se non stai attento, – mi disse
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1950
capelli sottili, quasi bianchi. Non voleva mangiare la pappa
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1950
feste alla bambina, io non sapevo se dovevo andarmene
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1950
me. Da un pezzo non le ho piú viste
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1950
come un uomo. Io non ero cambiato per niente
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1950
mi dicevano sempre Anguilla, non capivo la differenza. Nuto
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1950
Nuto mi consigliò di non prendermela; mi disse che
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1950
per cento, e perché non mi compravo l’ocarina
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1950
mi compravo l’ocarina. – Non ci riesco a imparare
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1950
nelle gare del pallone non ci metteva mai becco
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1950
ma se i cani non fossero bestie si metterebbero
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1950
Dove pigliasse queste idee non so, credo da suo
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1950
tempi, certi giorni che non hai neanche piú voglia
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1950
Giulia e Padrino. Ma non trovavo mai l’occasione
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1950
andare a Cossano ma non trovavo mai il tempo
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1950
dissi di scegliere lui. Non mi credeva. – Avanti, sbrígati
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1950
per dirgli «E tu non ci vai?» ma sulla
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1950
cose e sapevo difendermi. Non era mica compassione che
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1950
arrancava per la piazza. Non avevo camminato cosí, non
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1950
Non avevo camminato cosí, non ero zoppo io, ma
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1950
degli zoccoli, avevano detto: – Non vuoi mica andarci scalzo
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1950
anno della Mora e non osavo rivoltarmi. Ma da
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1950
nei beni, «cosí, – pensavo, – non faccio la guardia. Bruciasse
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1950
i ladri». Nei beni non sentivo piú il chiacchiericcio
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1950
mi dispiaceva addirittura di non aver parlato a quei
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1950
compro una cascina. Se non divento piú bravo di
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1950
Padrino, a Giulia, se non era venuta anche lei
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1950
lui. Il sor Matteo non morirà mai su una
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1950
aveva pelato la vigna, non aveva battuto di là
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1950
via. Perché sapevo di non essere nessuno. ¶ Poi andò
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1950
a staccare la capra. Non c’era piú, l
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1950
mi disse il prete, – non fare la donnetta. Che
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1950
erano in casa e non uscivano per via del
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1950
volta che passai Belbo non mi voltai indietro. Lo
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1950
torchio e la cucina non avevano in terra il
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1950
secchi di Belbo. ¶ XV. ¶ Non so se comprerò un
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1950
alla figlia del Cola – non credo, la mia giornata
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1950
le canne. ¶ In Gaminella non ero niente, alla Mora
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1950
municipio, l’anno dopo non pensavo già piú a
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1950
la pagnotta. Sulle prime non fu facile perché le
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1950
colture e tante facce. Non avevo mai visto prima
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1950
a cambiargli lo strame non appena stallavano. – Lanzone vuole
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1950
sotto la foglia, che non si fermassero a discorrere
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1950
a lavorare. ¶ Perché adesso non lavoravo ancora veramente; le
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1950
Lui con le donne non ci stava molto; era
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1950
Mora a quei tempi non aveva che il rustico
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1950
il rustico, le figlie non erano ancor nate, e
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1950
lui. ¶ Il sor Matteo non aveva mai lavorato la
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1950
quella volta dell’Africa, non era mai andato piú
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1950
io per un pezzo non ci salii, mi faceva
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1950
facilmente a Belbo che non da Gaminella, perché la
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1950
dovevo stare attento a non fargli male, perché la
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1950
male, perché la sera non avesse lividi da mostrare
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1950
una parola del massaro non me li levava nessuno
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1950
mancava in quella casa. Non mangiavano pane. Bevevano acquetta
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1950
la vigna del casotto non bastava neanche a noi
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1950
noi, e a noi non ci toccava spartire. ¶ Il
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1950
toccava spartire. ¶ Il Valino non parlava con nessuno. Zappava
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1950
lo tenevano legato e non gli davano da mangiare
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1950
per guardare quella tina. Non voleva saperne; diceva: – So
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1950
a imbestiare la gente. – Non hai mai letto sul
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1950
i soldi: averli o non averli, fin che esistono
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1950
fin che esistono loro non si salva nessuno. ¶ Quando
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1950
era al pozzo. Stavolta non si fece aspettare, venne
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1950
a sto cane – e non ci tenne in cortile
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1950
piede su quello scalino. ¶ Non feci in tempo a
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1950
guardò sulla porta, e non cambiò tono, non disse
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1950
e non cambiò tono, non disse niente. ¶ Mi sentii
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1950
ha?» ma la cognata non rispose al mio gesto
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1950
diceva il rosario. ¶ – Possibile? non si lamenta di dolori
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1950
piangesse anche lei. Cinto non venne. ¶ Uscirono invece Nuto
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1950
vettovaglia per la bestia, non la provvede a chi
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1950
ma poi mi trattenevo. Non l’avrebbe goduta, che
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1950
andare a Canelli se non per affari, di non
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1950
non per affari, di non fermarsi all’osteria, e
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1950
di prima queste cose non succedevano. Allora saltò su
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1950
rimuginato queste cose ma non sapevo come dirgli la
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1950
mi chiese brusco se non ne avevo abbastanza, che
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1950
farla allora, – gli dissi, – non è da furbi cimentare
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1950
il Salto. Da principio non si parlava, o si
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1950
il vecchio Berta che non usciva piú dai beni
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1950
soltanto: – Salutiamo –. Il Berta non mi conobbe di certo
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1950
prete. ¶ – Vuoi dire? Perché non gli rispondi? ¶ – Vuoi rispondere
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1950
in chiesa. Se no, non ti credono… La stampa
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1950
anticristiana, lui dice. Se non leggono neanche l’almanacco
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1950
Nizza Alessandria. Da soli non farete mai niente. ¶ Nuto
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1950
i contatti col mondo. Non avete dei partiti che
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1950
come questo. I preti non lavorano mica isolati, hanno
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1950
parlato alle Ca’ Nere non ci torna?… ¶ Ci sedemmo
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1950
spiegò perché il deputato non tornava. Dal giorno della
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1950
i miserabili del paese non andavano loro per il
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1950
governo dei signori che non basta la voglia per
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1950
pianori, alberetti, stradine che non avevo mai visto. Un
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1950
tutto impiccolito e stranito. Non l’avevo mai vista
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1950
sotto la Mora, – dissi. – Non c’è piú il
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1950
ombra e chiedevano. Capisci? non gli basta che si
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1950
mangiata mezza la casa. Non vuole nemmeno che un
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1950
la carrozza. Col vecchio non sarebbe successo… ¶ Nuto non
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1950
non sarebbe successo… ¶ Nuto non disse nulla e strappava
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1950
ciuffi d’erba secca. ¶ – Non c’era soltanto Nicoletto
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1950
aggiustata… Almeno la matrigna non doveva morire… E la
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1950
Stava a Canelli, – disse. – Non potevano soffrirsi con Nicoletto
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1950
era cosí bella… ¶ – Tu non l’hai vista a
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1950
Nuto, – le altre due non erano niente. L’hanno
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1950
viziata, il sor Matteo non vedeva piú che lei
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1950
quando Irene e Silvia non volevano uscire con la
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1950
con la matrigna per non sfigurare? Ebbene Santa era
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1950
Ma come, è sparita? Non si sa cos’ha
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1950
ma neanche con te non posso. ¶ XIV. ¶ Pareva un
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1950
di tanta gente viva, non restassimo adesso che io
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1950
dal terrazzo – questa voglia non me la sarei cavata
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1950
dovevano toccarmi e riconoscermi, non c’erano piú. Da
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1950
piú. Da un pezzo non c’erano piú. Quel
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1950
tutti quegli anni, magari non avrei saputo che farmene
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1950
Venivo da troppo lontano – non ero piú di quella
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1950
piú di quella casa, non ero piú come Cinto
140
1950
voi». A quei tempi non mi capacitavo che cosa
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1950
uva, manovrare la trebbiatrice. Non sapevo che crescere vuol
142
1950
Mangio un cane se non vado a Canelli. Se
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1950
vado a Canelli. Se non vinco la bandiera. Se
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1950
vinco la bandiera. Se non mi compro una cascina
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1950
sulle colline. Da ragazzo non mi ero sbagliato, nel
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1950
paese dove le stagioni non gli anni s’avvicendano
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1950
con questo? Nuto, che non se n’era mai
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1950
luna. Ma io, che non credevo nella luna, sapevo
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1950
sulle colline il tempo non passa. ¶ Tornai verso sera
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1950
di liquori i messicani non avrebbero saputo che farsene
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1950
che lo sapevo che non sarebbe durata, e la
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1950
vedere qualcos’altro che non fossero la valle di
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1950
un paese troppo grande, non sarei mai arrivato in
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1950
arrivato in nessun posto. Non ero piú quel giovanotto
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1950
spinosa e monticelli che non erano colline, e i
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1950
motore – niente da fare, non avevo bobine di ricambio
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1950
In tutto il giorno non avevo incrociato che due
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1950
Nel mio senso, nessuna. Non ero sulla strada statale
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1950
urli dei cani selvatici. Non eran loro il pericolo
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1950
il cruscotto. I fari non osavo accenderli. Almeno passasse
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1950
quando ancora le strade non c’erano, e li
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1950
nessuno toccava terra se non per restarci. Quel filo
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1950
alla stazione 37 quella sera non ci arrivavano certo. ¶ Anche
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1950
facevano una vita che non gli lasciava pace, metà
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1950
metà sulle campagne. Questi non avevano avuto bisogno di
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1950
Avevo bevuto abbastanza da non prendermela piú. Fiutavo quell
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1950
dovuto scapparmene, nascondermi, per non farmi internare, mi sentivo
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1950
davvero spavento. ¶ XII. ¶ Nuto non si era sbagliato. Quei
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1950
importa, – disse un altro, – non ti ricordi quello zoppo
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1950
della madama della Villa, – non vuol dire. Tutti i
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1950
guardandoci adagio, – la colpa non è stata di questo
172
1950
tutti. Allora dissi che non ero d’accordo. Mi
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1950
Possibile, – gli chiesi, – che non uno di questi ragazzi
174
1950
rischiato la pelle davvero, non ha voglia di parlarne
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1950
parlarne. ¶ I due morti non si poteva riconoscerli. Li
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1950
chiuse l’inchiesta. ¶ Chi non chiuse ma si mise
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1950
Dei partigiani il Cavaliere non giudicò. – Ragazzi, – disse. – Ragazzi
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1950
al suo mulino e non aveva ancora digerita l
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1950
messi d’accordo. Siccome non si poteva denunciare nessun
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1950
tempo era passato, e non c’erano piú sovversivi
181
1950
e pregare. Tutti mobilitati. ¶ – Non sarò io a rallegrarmi
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1950
di fuori. Anche ignoranti. Non s’era mai vista
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1950
quelli delle Ca’ Nere non ne ha mai fatte
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1950
violenti, ai senza dio. Non credessero che l’avversario
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1950
A me quel discorso non dispiacque. Cosí sotto quel
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1950
chiesa, da quanto tempo non sentivo piú la voce
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1950
morti servivano a lui. Non bisogna invecchiare né conoscere
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1950
conoscere il mondo. ¶ Chi non apprezzò il discorso fu
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1950
sia pure ben morti, non poteva far altro. Coi
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1950
dovevano nascere. Raccomandò di non iscriversi ai partiti sovversivi
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1950
ai partiti sovversivi, di non leggere la stampa anticristiana
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1950
anticristiana e oscena, di non andare a Canelli se
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1950
per il mondo, ma non aveva avuto fortuna. I
194
1950
Cosí civile com’era, non sapeva difendersi, e allora
195
1950
vede che il Vecchio non era morto del tutto
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1950
troppo solo, casa sua non era un luogo da
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1950
vendere. Gli risposi che non ero in paese per
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1950
No no, – disse subito, – non parlo di questo. Una
199
1950
che per molte ragioni non poteva vendere la vigna
200
1950
solo… ¶ – Lei, – mi disse, – non sa che cos’è
201
1950
morti? ¶ Gli dissi che non lo sapevo. Tacque un
202
1950
e gli sembrava ieri. Non un morto com’è
203
1950
rimorsi. Ma una cosa non mi perdono. Quel ragazzo
204
1950
che a quell’ora non prendevo mai niente. Lo
205
1950
ai gabbiani. Di qui non si vedevano né San
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1950
Da ragazzo fin lassú non c’ero mai potuto
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1950
Stazione, ma di qui non si vede. Il Piola
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1950
le rive, nei gerbidi… ¶ – Non si può mica bruciare
209
1950
nel buono… ¶ Questi discorsi non finivano mai, perché quella
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1950
a vedere – e partiva. Non mi lasciava mai capire
211
1950
di fame in campagna. Non potrà mai dare di
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1950
o portare i cavagni. Non andrà neanche soldato e
213
1950
neanche soldato e cosí non vedrà la città. Se
214
1950
Tanto se le cose non cambiano sarà sempre un
215
1950
andare e cavarsela. Finché non va in mezzo alla
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1950
Irene e Silvia?… ¶ Nuto non disse niente. M’ero
217
1950
accorto che della Mora non parlava volentieri. Con tanto
218
1950
terra. ¶ – Ma, Nuto, – dissi, – non ci crede neanche Cinto
219
1950
Cinto. ¶ Eppure, disse lui, non sapeva cos’era, se
220
1950
Perfino gli innesti, se non si fanno ai primi
221
1950
primi giorni della luna, non attaccano. ¶ Allora gli dissi
222
1950
vecchio come il Valino non saprà nient’altro ma
223
1950
mentre andavo rimuginavo che non c’è niente di
224
1950
che sono inutili e non dànno raccolto, eppure hanno
225
1950
m’ero accorto, che non sapevo piú di saperla
226
1950
pensare a queste cose non la finivo piú, perché
227
1950
me». Invece il figlio non l’avevo, la moglie
228
1950
l’avevo, la moglie non parliamone – che cos’è
229
1950
venga dal mare, che non sappia niente della luna
230
1950
da ragazzo – queste cose non le sapeva, e nessuno
231
1950
paese le sapeva, se non forse qualcuno che se
232
1950
mia. O meglio ancora non parlarne: fare come se
233
1950
meglio, ma neanche qui non mi credevano. Potevo spiegare
234
1950
delle stagioni eran passate, non degli anni. Piú le
235
1950
inumana, che la guerra non fosse servita a niente
236
1950
e frustava anche Cinto – non era il vino, non
237
1950
non era il vino, non ne avevano tanto, era
238
1950
le figlie, il vecchio non aveva piú nessuno in
239
1950
noialtri. Sentii voci che non conoscevo, tirai via. ¶ A
240
1950
che ai miei tempi non c’era, ma sentii
241
1950
per delle strade dove non sarebbe ripassato. Sapevo ch
242
1950
erano morti in guerra – non gli restava che un
243
1950
Dalla valle del Belbo non era mai uscito. Senza
244
1950
se vent’anni prima non fossi scappato, quello era
245
1950
le spalle ossute e non muoveva la gamba. D
246
1950
che cercavo il Valino. Non c’era, era andato
247
1950
rachitico, vidi il ginocchio non piú grosso del suo
248
1950
donna. ¶ Calmato il cane, non mi dissero niente e
249
1950
Pa. Allora dissi che non ce n’era bisogno
250
1950
detto che questo qui non aveva le ossa buone
251
1950
strapazzata, aveva detto che non era mica il latte
252
1950
il dottore, ma adesso non c’era piú tempo
253
1950
e mi accorsi che non era che ridesse – aveva
254
1950
mondo. Se di qui non fossi uscito per caso
255
1950
scarpe. Da quanto tempo non andavo piú scalzo? Per
256
1950
anch’io come lui, non bastava che gli parlassi
257
1950
in fondo alla vigna. Non riconobbi piú i filari
258
1950
laggiú – allora si vedeva, non c’erano quegli alberi
259
1950
pastura. D’inverno quando non passavano piú i cacciatori
260
1950
cacciatori era brutto, perché non si poteva neanche andare
261
1950
e una volta – adesso non ci sono piú – da
262
1950
lupi che nei boschi non trovavano piú da mangiare
263
1950
questa voce sulle colline. ¶ – Non si capiva piú come
264
1950
Nuto per quella tina. Non viene? ¶ Allora gli spiegai
265
1950
voluto rivedere la campagna. Non la conoscevo piú, tant
266
1950
era il camino che non tirava piú – l’avevano
267
1950
volute delle braccia che non c’erano piú. ¶ Allora
268
1950
dei morti. Dei figli non disse niente. Borbottò. Quando
269
1950
gente – tanta gente forestiera non s’era mai vista
270
1950
aver tempo di cercarli –. Non mise disgusto nella voce
271
1950
un momento, poi disse: – Non hanno fruttato da vivi
272
1950
hanno fruttato da vivi. Non fruttano da morti. ¶ Ecco
273
1950
tutti qui intorno, Nuto non avrebbe mai chiesto se
274
1950
bisogna rifarlo. ¶ Il Valino non mi disse se salivo
275
1950
guardava a terra e non rispose. Allora il Valino
276
1950
coi salici in braccio. Non si voltò nemmeno quando
277
1950
avesse menato a lui non potendo prendersela con me
278
1950
s’arrabbia, – disse Cinto. ¶ – Non devi dirglielo. Che colpa
279
1950
odore d’acqua corrente. ¶ – Non vai a fare l
280
1950
dal balcone del municipio. Non l’avrei detto, da
281
1950
grosso, libero. Da ragazzo non lo sapevo ancora, eppure
282
1950
in confronto con me non si è mosso. Lui
283
1950
si è mosso. Lui non è andato per il
284
1950
andato per il mondo, non ha fatto fortuna. Poteva
285
1950
anche a lui che non si è mosso è
286
1950
stanza dell’Angelo – allora non c’ero mai stato
287
1950
piccolo avvocato calvo che non faceva l’avvocato: le
288
1950
ma erano cose che non quadravano con la vita
289
1950
si agitava, ma Nora non era mai stata nell
290
1950
stata nell’Alessandrino e non capiva. Versai perfino al
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un vino da pasto non c’è… ¶ – Non c
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pasto non c’è… ¶ – Non c’è niente, – gli
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lui. – C’è confronto? Non sanno mica suonare… ¶ E
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suonato suonato, la gente non si muoveva piú, s
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macchine, sul ciglione vuoto. Non c’era luna ma
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lasciata rovesciare sull’erba, non mi sarebbe bastato. I
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sarebbe bastato. I rospi non avrebbero smesso di urlare
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pini, che quelle stelle non erano le mie, che
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arance grosse come angurie, non erano niente, somigliavano a
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bruciate, montagne di ferraccio. Non era un paese che
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paura. Neanche tra loro non si conoscevano; traversando quelle
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per morto. E avevano non soltanto la sbornia, ma
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pensavo. Ma queste cose non si dicono a nessuno
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si dicono a nessuno, non serve. Un bel mattino
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serve. Un bel mattino non mi avrebbe piú visto
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sapevo suonare come te, non andavo in America, – dissi
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fare, esser qualcosa, decidersi. Non ti rassegni a far
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strada di Canelli… ¶ – Ma non la prendono, – disse Nuto
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investire quel bue? Perché non sapevo suonare neanche la
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Proprio a me? Ma non c’era bisogno di
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di bello, – disse Nuto, – non hai fatto i soldi
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fatto i soldi? Magari non te ne sei neanche
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ragazzi, della gente che non è niente, non fanno
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che non è niente, non fanno nessun male, ma
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quando ci eravamo rivisti non mi ero ancora abituato
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Ma Nuto quella sera non vuotò il sacco. Cambiò
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se li fanno mangiare. ¶ – Non dici che la spesa
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in questo paese. Comunista non è chi vuole. C
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Ci vorrebbero dei comunisti non ignoranti, che non guastassero
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comunisti non ignoranti, che non guastassero il nome. Il
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coltello dal manico… ¶ – Io non avevo che una pialla
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meglio dei cristiani. Ma non basta per rivoltarsi. La
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anche tu sulle colline? ¶ Non gliel’avevo mai chiesto
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al mondo quando noi non avevamo vent’anni – che
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gliele avevo chieste, ma non se lui avesse portato
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teste calde – e Nuto non era di nessuno di
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e tante voglie che non sapevo piú d’avere
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campagne; quasi quasi vorrei non aver fatto la mia
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mani dietro la schiena, non tutti sanno che me
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muretto, un trapianto, e non possono farlo. – Dove sono
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dico, – questi profitti? Perché non li spendete nei beni
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di dove venivo; Valino non cambiò quella faccia scura
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detto: – Tu in Gaminella non mangiavi tutti i giorni
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mangiavi tutti i giorni… – Non scherzava piú, adesso. – Eppure
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scherzava piú, adesso. – Eppure non vi toccava spartire. Adesso
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mobili su un carretto non suo, per delle strade
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questo paese, qui e non invece a Canelli, a
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o in Alba. Qui non ci sono nato, è
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certo; dove son nato non lo so; non c
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nato non lo so; non c’è da queste
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ero prima di nascere». Non so se vengo dalla
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duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna
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adesso stava nel casotto non era dunque piú cosí
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strapiombava sul Belbo. Ma non mi ero aspettato di
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mi ero aspettato di non trovare piú i noccioli
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scoraggiò al punto che non chiamai, non entrai sull
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punto che non chiamai, non entrai sull’aia. Capii
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che cosa vuol dire non essere nato in un
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nato in un posto, non averlo nel sangue, non
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non averlo nel sangue, non starci già mezzo sepolto
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un cambiamento di colture non importi. Certamente, di macchie
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Cosí questo paese, dove non sono nato, ho creduto
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di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo
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Un paese ci vuole, non fosse che per il
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Un paese vuol dire non essere soli, sapere che
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tuo, che anche quando non ci sei resta ad
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resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo
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mondo che ho visto, non sappia ancora che cos
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C’è qualcosa che non mi capacita. Qui tutti
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infatti mi piace. Ma non basta. Mi piace anche
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in confronto con me, non si è mai allontanato
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vivere in questa valle non bisogna mai uscirne. Proprio
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ville di Canelli dove non ero mai stato. ¶ Adesso
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ci dev’essere chi non ha nome né casa
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ha nome né casa? Non siamo tutti uomini? ¶ – Lascia
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parlartene; ma quelli che non ce l’hanno fatta
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ce l’hanno fatta? Non sai quanti meschini ci
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dal Padrino, ma mangiavi. Non bisogna dire, gli altri
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per due tre giorni non chiudevano piú la bocca
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tutto quello spreco e non sapere mai bene chi
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se fa sul serio. ¶ – Non hai fornito l’ospedale
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matti, suonare cosí. – Serenate non ne ho mai fatte
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ragazza, se è bella, non è la musica che
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amiche, cerca l’uomo. Non ho mai conosciuto una
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lui dicevamo: Quei due non si parlano mica, si
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rive. Da quanto tempo non bevevo di quel vino
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occhiata alla Mora? ¶ Difatti. Non c’ero andato. Era
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casa del Salto e non c’ero andato. Sapevo
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anni fa? – quando ancora non pensavo a tornare, quando
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di casa riderebbero». Ma non si zappa in California
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piemontesi e mi seccai: non valeva la pena aver
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fatto una ragazza che non mi piaceva piú da
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baccano sotto le stelle. Non voleva saperne. Strillava come
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fin che da fuori non sfiatarono il clacson. Nora
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quei due ufficiali, di non avergli chiesto che cosa
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figli la museruola perché non mordessero. Sapeva le storie
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sole la mattina, perché non patissero. Sapeva di un
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la maglia, «tanto, – diceva, – non li adopera nessuno». – Cosa
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fai? – gli avevo detto, – non comprate già il giornale
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sempre un tapino se non leggi nei libri. ¶ Passando
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da quasi vent’anni non lavoro piú di forza
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il mio nome come non avrei mai creduto, se
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le mani capisco che non sono un signore e
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imparato che le donne non ci fan caso neanche
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capivo che quella musica non era la musica che
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bande, parlava d’altro, non era fatta per Gaminella
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figlie del sor Matteo non erano per me, e
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diceva che la matrigna non voleva sposarle, non voleva
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matrigna non voleva sposarle, non voleva che andassero via
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A Irene, cosí bionda, non osavo pensare. Ma un
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Santina nella sabbia e non c’era nessuno, le
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gridando a Santina di non muoversi, aveva raccolto dei
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fatto l’attendente, per non avere sempre intorno i
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ho sempre fatto cosí – non rispondevo e la guardavo
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e mi chiedeva se non avevo una ragazza che
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mi lavasse le camicie. – Non a Genova, – dissi. ¶ Allora
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portavo il fagotto. ¶ – Io non ci torno al paese
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io e le dicevo «non si sa». ¶ Quando divenne
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un mestiere, e perché non volevo tornare a casa
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dirle che anche Genova non era abbastanza, che a
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mi chiedeva sempre perché non facevo ricerche, se non
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non facevo ricerche, se non ero curioso di conoscere
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insensato, nato allocco. – Insensato non vuol dire cattivo, – diceva
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giornale del cinema, e non volle mai raccontarmi che
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padre o suo nonno, non succedeva mai di chiederlo
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di ragazze di campagna non ce n’erano. Anche
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quelle dell’alta valle non sapevano mica cos’era
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ch’io potevo servirle non so; quando le chiedevo
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m a girl). E non era una stupida, sapeva
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voleva delle cose impossibili. Non toccava una goccia di
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piegarsi i capelli. Chi non l’avesse conosciuta avrebbe
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studentessa. Che cosa insegnasse non so; i suoi ragazzi
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Mi chiese subito perché non mi facevo americano. Perché
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mi facevo americano. Perché non lo sono, brontolai – because
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Ma io mi tenni, non volli – con quella mamma
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l’ebbi con me, non concluse niente. Certe domeniche
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mio letto. Io ridevo, non so bene di chi
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macchina – mi disse che non dovevo dir niente, ch
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con quella voce rauca. – Non serve. Ho perduto. I
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lost my battle. ¶ Invece non andò a casa, tornò
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ancora alla costa. Ma non uscí mai sui giornali
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soldi. Glieli mandai e non mi rispose. Non ne
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e non mi rispose. Non ne seppi piú niente
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molti soldi; adesso che non sono piú giovane mi
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mi cercano loro, ma non importa – e ho capito
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figlie del sor Matteo non erano poi le piú
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belle – forse Santina, ma non l’ho veduta grande
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Ho anche capito che non erano in gamba, che
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col tè, coi parasoli, non sapevano farsi una vita
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comandare. Irene e Silvia non erano piú contadine, e
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erano piú contadine, e non ancora vere signore. Ci
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accorsi, via, anche se non capivo ancor bene. Per
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perfino il sor Matteo non poteva entrare nella stanza
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vestite che l’Emilia non poteva neanche criticarle. Certe
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gli occhi rossi e non mangiava. Io non capivo
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e non mangiava. Io non capivo che cosa potessero
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cosa potessero avere che non fosse la vendemmia e
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apposta? Le tre donne non lasciavano piú pace al
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incagnita era adesso Santina. – Non ho mica ammazzato nessuno
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Poi venne vendemmia e non ci pensai piú. Ma
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desideravano delle cose che non avevano. Non tutti i
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cose che non avevano. Non tutti i signori valevano
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morissero d’andarci e non potessero. Si sapeva soltanto
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Da noi questa carrozza non s’era mai fermata
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fa, quando la vecchia non c’era ancora, i
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i signori del Nido non andavano nemmeno a sentir
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terrazzo o in giardino – non avevano un lavoro, una
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anno. Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo
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sono neanche lavori; caldo non fa piú, freddo non
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non fa piú, freddo non ancora; c’è qualche
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chi li cercava che non sul raccolto quindici giorni
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raccolto quindici giorni prima. Non smise di piovere a
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sentivamo il biroccio arrivare, non era tranquillo. Le finestre
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la piccola strillava perché non l’avevano portata a
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suonare il piano per non parlargli, Silvia stava a
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benissimo anche Arturo. Chi non lo voleva era Irene
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falso – che la musica non l’ascoltava neanche, che
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neanche, che a tavola non sapeva stare, e faceva
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te lo lascio. Perché non lo prendi tu? ¶ – Buttatelo
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che gioca e che non ha un pezzo di
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un pezzo di terra non è un uomo. ¶ Verso
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riacchiapparla al volo. ¶ – Se non fosse che è toscano
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soldo e se perdeva non tornava piú a casa
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forte. Alzando gli occhi non si vedeva che la
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anche all’Emilia, ma non si poteva capire come
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quel villano d’Arturo non l’avrebbe nemmeno voluto
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voluto per servitore ma non poteva farci niente se
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Irene parlasse al toscano non era possibile, perché Arturo
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E tu, – gli disse, – non ti vogliono. Capito? ¶ Arturo
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capisce che un uomo… ¶ – Non sei un uomo, – aveva
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toscano. Ma la matrigna non ebbe il tempo di
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come quelli. Di Nuto non si parla nemmeno. Una
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ma da quella sera non passarono piú nei prati
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piú con calma e non erano cosí prepotenti. Irene
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nessuno s’irritava mai. Non ne aveva bisogno, perché
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arrivato troppo tardi, e non potevo piú far niente
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a Irene. E Nuto non ci pensava perché ormai
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col buio gli invitati non avrebbero visto che i
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drizzarmi la cravatta per non sfigurare. ¶ Ma quando a
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fui fuori rimpiangevo di non aver guardato meglio quella
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cielo – visti da sotto non erano piú un boschetto
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teneva apposta spiantati perché non le mangiassero la casa
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questo spiantato, questo contino, non si degnò mai di
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contessa ci tiene molto… Non può mica un ragazzo
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casa tutti i giorni… ¶ – Non vuole nemmeno che vada
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trovarti potrebbe venire. Perché non viene? – disse Silvia d
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a trovarti qui. Perché non viene?… Sta’ attenta, Silvia
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fidi… Vorrei soltanto che non fosse grossolano come l
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a bassa voce. Io non potevo star sempre fermo
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Irene disse: – Avrà sentito, non credi? ¶ – Va’ là, è