parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «Non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
la massima sincerità, lui non ha mai fatto parola
2
1991
e... comunque voglio dirle... non gli avrei detto sì
3
1991
amare un uomo e non riesco a immaginare che
4
1991
parole, sarebbe ridicolo... no, non lo avrei mai sposato
5
1991
e quella stanchezza... così non è bello, poi, quando
6
1991
quando arriva la notte, non è proprio il momento
7
1991
buio, da soli... proprio non ci vorrebbe quella storia
8
1991
abbracciamo... lei dirà che non è più l’età
9
1991
io lo so che non sono più una donna
10
1991
vede, in tanti anni non c’è stata mai
11
1991
mia stanza, nel buio, non gli ho mai detto
12
1991
ho mai detto no... non che succeda così spesso
13
1991
delle volte, così... ma non gli ho mai detto
14
1991
a dire il vero non gli ho mai nemmeno
15
1991
detto di sì, cioè, non gli ho mai detto
16
1991
mai detto niente, ecco, non ci diciamo mai niente
17
1991
ci diciamo mai niente, non una parola... e nemmeno
18
1991
nemmeno dopo, nella vita, non abbiamo mai parlato di
19
1991
parlato di questa storia, non ne abbiamo mai parlato
20
1991
ne abbiamo mai parlato, non una parola... è una
21
1991
già vecchia, allora, e non era vero tutto quello
22
1991
farà... davvero quella giacca non è poi così grande
23
1991
il signor Rail... io non ne ho mai visti
24
1991
se tornerà mai più... non so... mi hanno detto
25
1991
essere un divertimento... lei non ci è mai salito
26
1991
il treno... be’ ovviamente non come gli piacevo io
27
1991
piacevo io... no, scherzo, non mi stia a sentire
28
1991
E il signor Rail. ¶ – Non si può raccontare, non
29
1991
Non si può raccontare, non è possibile... bisogna provare
30
1991
su un treno che non c’era. ¶ – Prova a
31
1991
quel suo modo che non perdonava nessuno, perché nessuno
32
1991
acquario suo personale dove non esistevano le parole e
33
1991
osservarla per un po’. Non disse nulla. Ma a
34
1991
da vedere e che non vide, in viaggio sul
35
1991
volete, ma a me non mi vedrete salire su
36
1991
È vero, il treno non è una cosa da
37
1991
vanno anche i bambini”, “Non bisognerebbe farli salire i
38
1991
farli salire i bambini, non gli si può fare
39
1991
andato e dice che non c’è nessun pericolo
40
1991
giù dalla scarpata eppure non è un treno”, “Oh
41
1991
il teologo, cosa credi, non è mica per niente
42
1991
questo treno”, “Li troverà”, “Non li troverà mai”, “Sì
43
1991
rubare il calesse e non il cavallo”, “Io se
44
1991
lenta di un movimento non suo. ¶ Presa per mano
45
1991
scappare – da cosa, questo non lo capirà mai. ¶ Saliva
46
1991
e campanile che risultò non del tutto chiara essendo
47
1991
Una melodia sola certo non basterebbe, visto l’importanza
48
1991
nessuno avesse obbiettato niente non deve sorprendere perché da
49
1991
come lei le chiama, non hanno la benché minima
50
1991
foglio a Andersson disse ¶ – Non è esattamente uno scherzo
51
1991
casa, e sembra che non la smetterà mai. ¶ Nella
52
1991
casa, e sembra che non la smetterà mai, come
53
1991
più assoluta: quella nota non esisteva. Spalancò la porta
54
1991
affogava dal cielo, ma non smise di correre fino
55
1991
correre fino a che non fu in mezzo alla
56
1991
in un pianto che non era il loro, e
57
1991
frastuono di quel putiferio. Non mollò la nota aprendo
58
1991
capelli e dall’anima, non la mollò fino a
59
1991
mollò fino a che non arrivò nella sua stanza
60
1991
un re – meraviglioso destino. Non la trovò. Smise di
61
1991
gridare quella nota che non esisteva e virando la
62
1991
urlando quella nota che non esisteva ritmicamente si mise
63
1991
estorcergli quello che proprio non avevano e cioè la
64
1991
cioè la nota che non esisteva. Gridava e martellava
65
1991
un vero nubifragio, sa, non è che dalle nostre
66
1991
ricordo... anche se, ovviamente, non è l’unica ragione
67
1991
era successo tutto quello... non so se mi spiego
68
1991
diversi, no?... ma poi non so... non capisco sempre
69
1991
ma poi non so... non capisco sempre quello che
70
1991
così dire, note che non sentiamo... cioè, io e
71
1991
cioè, io e lei non le sentiamo, perché lui
72
1991
lui... ecco... ma poi non so... io non capisco
73
1991
poi non so... io non capisco molto di queste
74
1991
io la penso così... non riesco a capire come
75
1991
certo senso, e allora non mi mossi, restai lì
76
1991
di sopra... sa, allora non c’era ancora Pehnt
77
1991
corridoio... insomma alla fine non sentii più niente, come
78
1991
e guardai fuori. Però non lo vidi subito, c
79
1991
e poi era notte, non lo vidi subito. Poi
80
1991
io lo vidi e non ebbi più paura... anzi
81
1991
fango sotto quel diluvio... non so... alla fine lo
82
1991
lui si faceva portare, non disse nulla... vede, questo
83
1991
questo è vero, io non sapevo quasi niente di
84
1991
abitava da me... e non si può dire che
85
1991
di buongiorno o buonasera... non sapevo chi era, io
86
1991
da notte fradicia, così, non saprei dire perché, ma
87
1991
saprei dire perché, ma non mi chiesi neppure per
88
1991
tremava dal freddo e non diceva niente. Non so
89
1991
e non diceva niente. Non so... aveva il corpo
90
1991
coperta... così. E forse non sarebbe successo niente se
91
1991
successo niente se io non fossi rimasta lì, a
92
1991
avrebbe capito... no, davvero, non lo dico per scusarmi
93
1991
e io gli dissi ‘non si preoccupi, signor Pekisch
94
1991
strano come alle volte non ci sia proprio nulla
95
1991
tanto tempo... anni... no, non ho mai pensato di
96
1991
a dir la verità non me l’ha nemmeno
97
1991
sì, così chissà che non riusciate ad arrivare una
98
1991
una volta puntuali, che non è possibile iniziare sempre
99
1991
tutto il rispetto, ma non ho mai visto entrare
100
1991
chiaro a tutti che non era solo morto il
101
1991
ha visto il dottore? ¶ – Non c’è il dottore
102
1991
il mio si e... ¶ – Non complichiamo le cose, okay
103
1991
E che nota sarà? ¶ – Non lo so, ragazzo. Ma
104
1991
che anche quando cadeva non succedeva niente. Era un
105
1991
dire tutto il vero, non ce l’aveva una
106
1991
vedere il suono, che non è la stessa cosa
107
1991
una sua nota, lui, non l’aveva. Non era
108
1991
lui, non l’aveva. Non era una storia semplice
109
1991
Pekisch. Una cosa che non è facile da capire
110
1991
prezioso ricordo di famiglia. Non è che guardasse l
111
1991
in questa chiamiamola città non è solo logica ma
112
1991
io sappia i binari non li fanno di vetro
113
1991
arrivare il treno. ¶ – Be’, non c’è nessuna città
114
1991
senso. Se un treno non ha una città in
115
1991
è un treno che non ha senso. ¶ Il signor
116
1991
vede il mondo come non l’ha mai visto
117
1991
una volta sola, come non ne ha mai visto
118
1991
tanto di guadagnato: ma non è quello l’importante
119
1991
per quanto mi riguarda, non c’è nessun bisogno
120
1991
arrivare, perché, in generale, non ha bisogno di arrivare
121
1991
mezzo al mondo e non di arrivare in qualche
122
1991
altro discorso, caro ingegnere, non bisogna confondere le cose
123
1991
Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno
124
1991
chilometri, caro ingegnere, e non ci saranno curve, no
125
1991
ingegnere siano assolutamente fondate, non si può negare che
126
1991
arrivo del suo treno non andrebbe esclusa così drasticamente
127
1991
è del tutto indifferente, non dovrebbe infastidirla se, diciamo
128
1991
La studiava come se non l’avesse mai vista
129
1991
Perché no? ¶ – Perché lì non possiamo, Andersson, quella non
130
1991
non possiamo, Andersson, quella non è una città qualunque
131
1991
qualunque. ¶ – Appunto. Proprio perché non è una città qualunque
132
1991
una città qualunque... ¶ – Io non posso fare arrivare il
133
1991
lì, cerca di capire. ¶ – Non c’è niente da
134
1991
lapidi. ¶ – E poi Jun non me lo perdonerebbe mai
135
1991
mormorato “E poi Jun non me lo perdonerebbe mai
136
1991
stanza accanto. Salotto cinese. ¶ – Non solo Jun ti perdonerà
137
1991
bell’e buona, lei non vuole nemmeno sentirne parlare
138
1991
un treno... no, no, non è una buona idea
139
1991
voi due potrete anche non parlarne mai, di Morivar
140
1991
tenervi questo segreto e non sarò io a raccontarlo
141
1991
al mondo, ma questo non cambierà nulla: arriverà quel
142
1991
dico che quel giorno non ci sarà un modo
143
1991
antica e sapeva che non doveva lasciarla arrivare dove
144
1991
lo sguardo. ¶ – Però Jun non lo capirà. ¶ – Quel giorno
145
1991
questo, si badi bene, non accadde nel segreto di
146
1991
orari. E questo ancora non doveva essere uno stupore
147
1991
che se quella locomotiva non esplodeva, allora prima o
148
1991
impossibile, proprio impossibile, che non abbiano pensato, tutti, proprio
149
1991
le ferrovie la natura non palpitava più: era una
150
1991
un posto qualunque dove non tiri la bisa di
151
1991
la paura, e per non farsi risucchiare dalla vertigine
152
1991
cuore di un boato. Non fosse storia vera, vera
153
1991
storia, si potrebbe pensare: non è che la bellezza
154
1991
e per tutti, altro non è mai, lèggere, che
155
1991
fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati
156
1991
strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se
157
1991
si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O
158
1991
a cui, si sa, non si saprà resistere. Si
159
1991
resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso
160
1991
su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo
161
1991
segreto, il segreto, che non sfumi mai nella rinuncia
162
1991
qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la
163
1991
così pauroso, possibile che non se ne andrà mai
164
1991
da quel mondo che non la smetteva di sfrecciare
165
1991
rivelò essere una circostanza non priva di importanza visto
166
1991
sul binario di fianco, non abbastanza lentamente per poter
167
1991
macchine infernali che perfino non avevano vergogna di stritolare
168
1991
spendere e riuscì a non morire lì. Tenne duro
169
1991
voltare un treno – come, non si sa – e lo
170
1991
Poi, a dirla tutta, non lo salvò. Però arrivò
171
1991
lì morì, lì e non prima. Sì che il
172
1991
senatore Walter Huskisson, ma non sotto il titolo, che
173
1991
sotto il titolo, che non sarebbe parso illogico, “Senatore
174
1991
alla quale al senatore non spettò il destino anemico
175
1991
i sogni della gente. Non ebbero paura che si
176
1991
invece di gridarlo, perché non suonasse troppo spaventoso, e
177
1991
a sussurrarlo finché qualcuno non pensò che era tempo
178
1991
successe, un giorno. E non fu una cosa da
179
1991
mia nota, signor Pekisch? ¶ – Non è possibile che ogni
180
1991
ha visto il dottore? ¶ – Non c’è il dottore
181
1991
il mio si e... ¶ – Non complichiamo le cose, okay
182
1991
è molta gente che non è in grado di
183
1991
pressoché universale. Ogni esecutore non aveva che da badare
184
1991
Pekisch. ¶ Ovviamente lo strumento non era capace di grandi
185
1991
della sua eloquenza. ¶ – Voi non venite qui a cantare
186
1991
cantare la vostra nota. Non è una cosa da
187
1991
e addosso. Potete anche non crederci, ma io vi
188
1991
dovunque andiate e giuro non vi mollerà fino a
189
1991
mollerà fino a che non vi deciderete a crepare
190
1991
Pekisch mi spiace ma non credo di avere proprio
191
1991
c’è ma voi non la volete ascoltare. E
192
1991
e allora tenetevela stretta, non lasciatela scappare più. Portatela
193
1991
impreparazione. Soprattutto lo sconcertava – non a torto – il numero
194
1991
avrebbe messo una vita. Non gli sfuggiva che in
195
1991
verso cui inclina una non insignificante parte di umanità
196
1991
faceva molto meno paura. ¶ – Non è un’idea male
197
1991
male – osservò Pekisch. – Certo non potrai scrivere tutto, in
198
1991
al mattino più tranquillo. Non sarà una fatica sprecata
199
1991
Le cose – scriverle per non dimenticarle. ¶ Da questo assioma
200
1991
vita: perché la luna non è sempre uguale, cos
201
1991
stramba – diceva Pekisch. ¶ Pekisch non era, propriamente, il padre
202
1991
Nel senso che Pehnt non aveva, propriamente, un padre
203
1991
madre. Cioè, la storia non era semplice. ¶ Lo avevano
204
1991
Lo avevano trovato che non aveva più di due
205
1991
città. Ad essere precisi non si chiamava veramente Abegg
206
1991
chiamava veramente Abegg e non era veramente vedova. Cioè
207
1991
e ipotetica, vita matrimoniale. Non di rado le accadeva
208
1991
caro Charlus...”, seguita da non acutissime ma ragionevoli massime
209
1991
il sottotenente, quelle cose, non le aveva mai dette
210
1991
per la vedova Abegg, non faceva nessuna differenza. In
211
1991
fantasia e solide certezze. Non deve stupire dunque la
212
1991
nella capitale. Se invece non diventerai abbastanza grande allora
213
1991
Domande? ¶ – No. ¶ – Bene. ¶ Pekisch non condivideva sempre lo stile
214
1991
quella storia della giacca non trovò nulla da ridire
215
1991
riferimento utile e autorevole. ¶ – Non è poi così grande
216
1991
tra le quali figurava, non ultima, l’aurea regola
217
1991
in piedi sulla sedia. ¶ – Non che sia il massimo
218
1991
vedere ad occhio nudo. Non aveva mai visto la
219
1991
visto la capitale e non poteva immaginare cosa precisamente
220
1991
tubo contorto in cui non sarebbe passata una voce
221
1991
un po’ feroce, che non c’entrava con l
222
1991
intrufolarsi tra le gambe – non c’è niente di
223
1991
di un sorriso ¶ – Jun, non puoi immaginare cosa ho
224
1991
comprato questa volta. ¶ Effettivamente non poteva immaginarselo. Si rannicchiò
225
1991
labbra la sua pelle – non c’è niente di
226
1991
notte a provare, ma non riusciresti a indovinare. ¶ – Mi
227
1991
se stesso, e dunque non smarrirsi, e dunque salvarsi
228
1991
colui che stava arrivando non si era spezzato il
229
1991
uomo arrivava, infine, e non c’era bisogno di
230
1991
una all’altra affinché non svanissero alla deriva di
231
1991
Allo shock della ferrovia. ¶ Non ne avevano mai avuto
232
1991
dell’orologio. Mai. Perché non esisteva il treno. Neanche
233
1991
velocità... velocità. La velocità non perdonava. Se c’erano
234
1991
di viaggi in carrozza non erano mai riusciti a
235
1991
per sé il treno non sarebbe stata gran cosa
236
1991
sarebbe stata gran cosa, non era poi che una
237
1991
è geniale: quella macchina non produceva forza, ma qualcosa
238
1991
ancora sfumato, qualcosa che non c’era: velocità. Non
239
1991
non c’era: velocità. Non una macchina che fa
240
1991
che fa ciò che non era mai esistito. La
241
1991
sembra neanche acqua vera. Non ci sarebbe da stupirsi
242
1991
Per dire. Comunque acqua non regolamentare. Tutt’una generale
243
1991
come ho fatto a non pensarci... caro Pehnt, ecco
244
1991
troveremo... in marcia, ragazzo, non ci faremo fregare così
245
1991
la felicità. ¶ –Ehi, Pekisch... ¶ –Non distrarti, figliolo, se no
246
1991
distrarti, figliolo, se no non lo troveremo mai questo
247
1991
Giobbe e di Dio. ¶ Non staccano gli occhi dal
248
1991
gli occhi dal tubo, non si fermano, continuano adagio
249
1991
lettera il prof. Dallet non ha nascosto moti di
250
1991
che se i tubi non sono isolati dal suolo
251
1991
si chiede perché mai non ha usato, come logica
252
1991
Poiché il prof. Dallet non ha detto altro in
253
1991
compito di segretario. Ciò non di meno – e benché
254
1991
mi posso esprimere, profetico. Non si faccia fermare dalle
255
1991
lo stesso prof. Dallet non è sempre illuminato dal
256
1991
creda, il prof. Dallet non si aspetta molto dall
257
1991
invenzione del logoforo, se non ovviamente quella celebrità che
258
1991
raggiunto senza nemmeno inseguirla. Non ostante certi suoi esperimenti
259
1991
un suo collega e non senza l’ausilio di
260
1991
partita da San Pietroburgo non più di due ore
261
1991
dirLe in tutta umiltà: non rinunci ai Suoi esperimenti
262
1991
di una nuova umanità. ¶ Non lo abbandoni. ¶ So con
263
1991
So con certezza che non potrò più esserLe utile
264
1991
esserLe utile, e questa non è l’ultima delle
265
1991
congedo, col rimpianto di non poterLa conoscere personalmente e
266
1991
Malauguratamente, il prof. Dallet non è nelle condizioni di
267
1991
altra parte, il professore non ha più la freschezza
268
1991
e faticosamente di quanto non li avesse discesi. Rientrò
269
1991
della Polizia, il corpo “non si poteva definire propriamente
270
1991
le gazzette della capitale. Non per molto però. Non
271
1991
Non per molto però. Non fu difficile, infatti, per
272
1991
Moscat. Alle sue esequie non si presentò nessuno. ¶ A
273
1991
relatività del tempo che non ebbe mai modo di
274
1991
cose che nella vita non bisogna fare. ¶ – E ce
275
1991
tutta la vita e non gliene viene in mente
276
1991
stesso, e dorme, o non è in pace con
277
1991
se stesso e allora non dorme. Capisci? ¶ – Sì. ¶ – Dunque
278
1991
dentro, che vuol dire non aver fatto niente di
279
1991
vergognare. E fin qui non c’è niente di
280
1991
pazzesca di qualcosa che non si può fare, o
281
1991
lì la schifezza. ¶ – Però non dovrebbe farla, vero, la
282
1991
attento: dato che noi non siamo calzini ma persone
283
1991
siamo calzini ma persone, non siamo qui con il
284
1991
importante che abbiamo e non si può prenderli in
285
1991
vale la pena di non dormire pur di star
286
1991
momento di pagare uno non pensi a scappare e
287
1991
fare? ¶ – Cosa? ¶ – Fare schifezze. ¶ – Non troppe, se si vuole
288
1991
stava curvo sul giornale. Non alzò nemmeno la testa
289
1991
chiudere gli occhi e non veder più niente, e
290
1991
Jun disse ¶ – Ti prego, non dirlo a nessuno. ¶ – Non
291
1991
non dirlo a nessuno. ¶ – Non posso, Jun. Mormy è
292
1991
occhi chiusi. ¶ – Ti prego, non dirlo a nessuno che
293
1991
che ha fatto Jun”. Non ci si capiva quasi
294
1991
c’era un gioiello. ¶ Non una riga, nemmeno la
295
1991
mettendo mani al portafoglio. Non essendo però il signor
296
1991
poetiche leggende d’amore. Non semplificava il tutto constatare
297
1991
tutto constatare che Jun non sfoggiava mai, assolutamente mai
298
1991
le arrivavano, e anzi non sembrava curarsene più di
299
1991
una spiegazione definitiva, comunque, non la si sarebbe trovata
300
1991
terza Fiala di stibio...” ¶ Non è che Pekisch avesse
301
1991
una cosa era chiara: non era il caso di
302
1991
in tutta quella terra non si trovavano donne così
303
1991
giorni.” ¶ Pekisch rimase immobile. Non gli era chiaro perché
304
1991
che la sua faccia, non propriamente sferica, lasciava nel
305
1991
espediente infantile”, come annoterà, non a torto, il già
306
1991
il tubo. 565 metri virgola 8 non è una distanza che
307
1991
Correva e cercava di non pensare, seguiva con lo
308
1991
a camminare e a non pensare. C’è la
309
1991
piccola sagoma di Pehnt. Non l’avesse vista magari
310
1991
a camminare e a non pensare, ma adesso l
311
1991
gamba, ma quella, ostinata, non vuol saperne, e ogni
312
1991
peraltro, ché pure quella non ne vuol sapere di
313
1991
Tanto che alla fine non ne mancano ormai che
314
1991
grande come una tazza. Non c’è santo che
315
1991
cielo e vede Pekisch. Non è che sappia proprio
316
1991
Pekisch. ¶ – Ciao cosa? ¶ – Ciao. ¶ Non avesse il cuore che
317
1991
mormora. ¶ – Per favore, Pehnt. Non dire cretinate. Dimmi cos
318
1991
potrebbe farlo per sempre, non smettere mai più. ¶ – Di
319
1991
di Abele e... ¶ – Pehnt, non devi indovinare, non c
320
1991
Pehnt, non devi indovinare, non c’è niente da
321
1991
hai sentito. E se non hai sentito niente, devi
322
1991
sentito niente, devi dire non ho sentito niente. ¶ Pausa
323
1991
ho sentito niente. ¶ Pausa. ¶ – Non ho sentito niente. ¶ – Niente
324
1991
furore. Parole in processione. ¶ – Non è possibile, accidenti... non
325
1991
Non è possibile, accidenti... non è possibile, non è
326
1991
accidenti... non è possibile, non è possibile, non è
327
1991
possibile, non è possibile, non è possibile... non può
328
1991
possibile, non è possibile... non può sparire così, da
329
1991
deve andare a finire... non puoi versare litri e
330
1991
segreto, provare e riprovare, non si arriverà mai a
331
1991
mai a niente se non ci si ostina a
332
1991
è il massimo. E non c’è uomo, per
333
1991
un’assurdità del genere non senta da qualche parte
334
1991
di ridere. Poi magari non ride, veramente, ma se
335
1991
irresistibile. Una cosa da non crederci. Perfino l’acqua
336
1991
sole basso sull’orizzonte, non sembra neanche acqua vera
337
1991
da lontano ¶ UNO ¶ 1 ¶ – Allora, non c’è nessuno qui
338
1991
tutti sordi quaggiù... BRATH! ¶ – Non strillare, ti fa male
339
1991
è a pezzi, Arold, non dovresti andare in giro
340
1991
roba piuttosto... ¶ – Cos’è? ¶ – Non lo so cos’è
341
1991
signora Rail. ¶ – Va be’... non fare fesserie, Brath... e
342
1991
via... Ci vediamo Brath! ¶ – Non ci andrei tanto veloce
343
1991
quel calesse, EHI, AROLD, NON CI ANDREI... Non dovrebbe
344
1991
AROLD, NON CI ANDREI... Non dovrebbe andarci tanto veloce
345
1991
in mezzo al grano, non si vedeva... ¶ – Va bene
346
1991
ripetilo mentre corri, così non te lo dimentichi... forza
347
1991
leggero... cosa dici Stitt, non ha tutta l’aria
348
1991
uno scherzo... ¶ – Vero che non è uno scherzo, Magg
349
1991
Tu lo sai ma non vuoi dirlo, eh? ¶ – Io
350
1991
forse lo so ma non te lo dirò, no
351
1991
chiudi la porta, dài... ¶ – Non lo dico a nessuno
352
1991
a nessuno, giuro che non lo dico... ¶ – Pit, sta
353
1991
Sssst! Fermati qui, Pit. Non muoverti da qui, va
354
1991
va bene? ¶ – Va bene. ¶ – Non muoverti......... Signora Rail... scusi
355
1991
bocca di Jun Rail non ti lasciava in pace
356
1991
verde. La aprì. Guardò. Non si mosse nulla nel
357
1991
tanto in tanto, partisse. Non c’era mai una
358
1991
se alla fine, finalmente, non finisse con una cerimonia
359
1991
normale del mondo. Jun non gli chiese niente. Lui
360
1991
gli chiese niente. Lui non disse niente. La servitù
361
1991
dei mesi. La cosa non spostava di un millimetro
362
1991
sue più radicate consuetudini: non dare la benché minima
363
1991
sé. Lui, letteralmente, spariva. Non una lettera, niente. Jun
364
1991
niente. Jun sapeva e non perdeva tempo ad aspettare
365
1991
paghe sotto gli occhi. Non ne capiva niente, lui
366
1991
il vetro, di paghe non ne capiva nulla. Vagolava
367
1991
uno dei suoi viaggi, non tornò solo, ma arrivò
368
1991
verso terra. Solo Jun non lo fece. Guardava la
369
1991
era bellissima”. ¶ Due pensieri non riempiono che un attimo
370
1991
mi chiamo Jun e non sono tua madre. E
371
1991
sono tua madre. E non lo sarò mai. ¶ Con
372
1991
mi chiamo Jun e non sono tua madre. E
373
1991
sono tua madre. E non lo sarò mai.” ¶ Quella
374
1991
testa aspettando tuoni che non arrivavano mai. Aveva otto
375
1991
Aveva otto anni e non sapeva bene cosa gli
376
1991
un suono che poi non te lo togli più
377
1991
rimase fino a che non sentì le braccia del
378
1991
che vuoi... ¶ Ma Jun non disse nulla. Semplicemente, senza
379
1991
Così piangeva, Jun. E non smise mai, nemmeno per
380
1991
e a baciarlo ovunque, non smise mai, continuò a
381
1991
lacrime immobili e silenziose – non ci sono lacrime più
382
1991
pelle liscia e incredibile – non c’erano labbra più
383
1991
mente tutto ciò che non era l’elementare pretesa
384
1991
ancora di più. E non smise di piangere – e
385
1991
lei ci può anche non credere, ma era così
386
1991
di quaderni pieni. Lui non voleva che io li
387
1991
senza dire una parola. Non sapevano bene cosa fare
388
1991
Tutti dicevano Resisterà, perché non poteva andarsene così un
389
1991
una cosa del genere, non brucia il ferro, non
390
1991
non brucia il ferro, non brucia il vetro eppure
391
1991
c’è qualcosa sotto, non è possibile. Non ha
392
1991
sotto, non è possibile. Non ha senso. E in
393
1991
senso. E in effetti non aveva senso, proprio nessun
394
1991
quasi se ne accorse, non era che una, tra
395
1991
Mamma, cos’è stato?, Non so, Ho paura, Non
396
1991
Non so, Ho paura, Non aver paura, torna a
397
1991
Ma cosa è stato? Non lo so, bambino mio
398
1991
e scrive e scrive. Non c’è un rumore
399
1991
un tagliacarte d’argento. Non si sarebbero mai più
400
1991
scritto e riscritto che non abito più lì. Io
401
1991
lo vorrà. E soprattutto NON STO PIÙ DAL SIGNOR
402
1991
tu ti ostini a non voler pensare che io
403
1991
io sto qua e non sono più... ¶ ... un vento
404
1991
nel senso dei pensieri, non delle teste quelle che
405
1991
pensarci, è stupido che non si sia mai pensato
406
1991
ci fa la farina. Non ha poesia nella testa
407
1991
la poesia. ¶ Va be’. ¶ Non rimbecillire, gira alla larga
408
1991
larga dai ricchi e non dimenticare il tuo vecchio
409
1991
signor Ives. Dice che non stai più da lui
410
1991
stai più da lui. Non per sapere i fatti
411
1991
guardarlo, per ore e non mi sembra vero che
412
1991
mio figlio, è da non crederci, l’ho fatto
413
1991
quale? ¶ Sono felice e non capisco più niente. ¶ Neppure
414
1991
Ma quel che proprio non posso permetterti è di
415
1991
nome ridicolo. E poi non è neanche un nome
416
1991
nome vero, dico. Io non son mica nato che
417
1991
in una città che non mi ricordo nemmeno più
418
1991
A me sembra che non abbia dimostrato di portare
419
1991
signor Rail dice che non vuole assicurare la ferrovia
420
1991
ferrovia perché la ferrovia non esiste più. È una
421
1991
avere vostre notizie. Inoltre non è certo carino da
422
1991
a voi dedicato, potrebbe non essere del tutto inutile
423
1991
partorire ineguagliabili scrittori umoristici. Non sottovaluto certo l’ironia
424
1991
avverbi che il medesimo non dovrebbe mai usare al
425
1991
Vecchio, benedetto, Pekisch, ¶ questo non me lo devi fare
426
1991
me lo devi fare. Non me lo merito. Io
427
1991
arrivasse davvero, e invece non arrivava. Non è mai
428
1991
e invece non arrivava. Non è mai arrivata. E
429
1991
musiche che a Quinnipak non esistono: Mozart, Beethoven, Chopin
430
1991
pace con me stesso. Non c’è altro. Questa
431
1991
Io lo so che non ti piace, ma non
432
1991
non ti piace, ma non voglio che tu me
433
1991
parlare, un silenzio orrendo, non sapevamo cosa fare, e
434
1991
era là, per terra, non faceva un gesto, niente
435
1991
volevo far qualcosa ma non si sapeva nemmeno dove
436
1991
sapeva nemmeno dove toccare, non si riusciva nemmeno a
437
1991
l’avrebbe fatta, ma non c’erano più, gli
438
1991
erano più, gli occhi, non c’era più niente
439
1991
c’era più niente, non sapevi a cosa parlare
440
1991
ho preso le mani, non mi è venuto in
441
1991
come un bambino, io non so, è che era
442
1991
un’idiozia così... perché non è scappato, eh? cosa
443
1991
avrà mai visto, io non lo so, lui ti
444
1991
con quegli occhi pazzeschi, non ti guardava come lo
445
1991
giorni, fino a che non le arrivò un pacchetto
446
1991
Voglio andargli incontro. ¶ – Ma non è possibile, nessuno sa
447
1991
mi hai detto che non moriremo mai, noi due
448
1991
assicurare, signor Rail, che non potrei mai farmi latore
449
1991
come le ho detto non sono assolutamente a conoscenza
450
1991
rotaia. A guardarsi intorno non c’erano che prati
451
1991
il signor Rail, ma non c’era verso di
452
1991
venirne a capo. Proprio non riusciva a capirlo. Niente
453
1991
capirlo. Niente da fare. Non riusciva proprio a scoprirlo
454
1991
della grande casa: silenziosa. Non si erano mai più
455
1991
Poi Horeau è arrivato. ¶ – Non c’era neve, a
456
1991
Hector Horeau. ¶ – Credevano che non sarebbe stato su. Quando
457
1991
al momento cruciale qualcuno non ce la fa, e
458
1991
e abbassa gli occhi, non vuole vedere, e dunque
459
1991
vuole vedere, e dunque non li vedrà, gli immani
460
1991
e grandi baffi bianchi. Non credevano che sarebbero state
461
1991
due. Una processione che non finisce più. Chissà se
462
1991
su quelle trecento facce non c’è scritto niente
463
1991
quella marcia senza senso. Non schianterà niente, arriveranno in
464
1991
e poi una terza. Non si sa mai. Avanti
465
1991
pavimento di legno che non crollerà. Buffa storia. Anche
466
1991
Palace. Migliaia di passeri, non si poteva più lavorare
467
1991
erano stati già montati. Non c’era verso di
468
1991
scompigliava la testa. Sparargli non si poteva, con tutto
469
1991
i veleni ma quelli non ci cascavano. Si fermò
470
1991
tutto. Era ridicolo, ma non ci si poteva far
471
1991
diceva la sua, ma non c’era un sistema
472
1991
un sistema che funzionasse, non uno. E sarebbe andato
473
1991
diavolo se la regina non avesse detto chiamate il
474
1991
falco. Portate un falco”. Non disse altro e se
475
1991
un caldo cane? No, non è vero. E come
476
1991
E come avranno fatto? Non so. È vero che
477
1991
fuori, però sei dentro. Non c’è bisogno di
478
1991
e già ha capito, non appena lo vede da
479
1991
e spiare l’infinito. Non c’è bisogno di
480
1991
certi meccanismi idraulici da non crederci. Aveva posato il
481
1991
uomo del Crystal Palace / non ci sono ormai più
482
1991
che partirà – Pehnt che non sentirà più niente del
483
1991
quella fornace, e allora non stupirebbe che la mano
484
1991
in un irraccontabile naufragio – non c’è niente di
485
1991
Pehnt, addio amico che non ci sarai più, ancora
486
1991
signor Horeau / cinque metri, non di più – uno spasimo
487
1991
come un grido / ma non risponde, Hector Horeau, posa
488
1991
uno dentro l’altro – non c’è inizio non
489
1991
non c’è inizio non c’è fine – una
490
1991
ingorga tra loro, e non ci sarà più bisogno
491
1991
piccoli eserciti di note – non ce n’è uno
492
1991
ma quella no – perché? – non adesso Pehnt / e sì
493
1991
lo ricordo – terrore che non finisse più – e invece
494
1991
è Paxton? – Uno che non sono io / sente la
495
1991
impercettibile deviazione, un attimo, non di più, senza un
496
1991
riflesso di qualcosa – chi non lo capisce, questo, non
497
1991
non lo capisce, questo, non capisce nulla – perché dove
498
1991
morte è un niente – non c’è null’altro
499
1991
pochi metri alla fine – non si sono spostati di
500
1991
nostalgia – svapora il rito – non c’è nessuno che