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Luigi Alamanni, Tragedia di Antigone, 1527

concordanze di «Non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1527
e bandir che Polinice non sia sotterrato; Antigone di
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1527
consiglio dell'altra Ismene, non veduta primieramente dalle guardie
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dir che Giove intenda ¶ Non sazio ancor di tante
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nei tuoi e miei non sia caduto, ¶ E Creonte
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ahi lassa me!), dunque non sai ¶ L'alto disnor
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Fu in quella notte, non ho cosa udita ¶ Che
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doglioso e grave? ¶ Antigone ¶ Non ha il fero Creonte
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Ch'alcun de' cittadin non prenda ardire ¶ Di sotterrarlo
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1527
interrompa? ¶ Antigone ¶ Se venir non vuoi meco, io sola
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Creonte ? ¶ Antigone ¶ A lui non lice il mio dever
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Femine fummo, e che non siam bastanti, ¶ Debili e
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e regge, ¶ Ché stimar non si dee saggio colui
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Che quel ch'esser non puote indarno tenta. ¶ Antigone
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indarno tenta. ¶ Antigone ¶ Io non ti vo' pregar, perciò
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che quando ¶ Pur consentissi non saresti mai ¶ Del tutto
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sola. ¶ Ismene ¶ Di questo non tengo io già poca
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il core! ¶ Antigone ¶ Or non mi spaventar, pensa a
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a te sola. ¶ Ismene ¶ Non aprir con altrui cotal
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Ché l'opre pie non den tenersi ascose. ¶ Ismene
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invano. ¶ Antigone ¶ Quando più non potrò, starommi in posa
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starommi in posa. ¶ Ismene ¶ Non si convien l'incominciar
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s'abbia a lasciar non giunta a fine. ¶ Antigone
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Antigone ¶ Taci, s'esser non vuoi nimica espressa ¶ D
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aspetta, forse; ¶ Bench'io non credo mai ch'altro
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un cor gentile ¶ Che non morir con fama eterna
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cui la tua virtù non piace! ¶ Il cor n
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lor si sentia pietra. ¶ Non altrimenti impetra ¶ Chi morte
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regga impero, e che non porga ¶ I buon consigli
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che timor già mai ¶ Non mi faria tacer, vedend
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di gente iniqua, ¶ Costui non vo' ch'alcun si
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che 'l mio voler non torni vano. ¶ Coro ¶ Da
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a tanti ? ¶ Creonte ¶ Per non fidarla a chi non
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non fidarla a chi non abbia fede. ¶ Coro ¶ Qual
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l'uom ch'ei non si sente al fine
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al fine. ¶ Messo ¶ Io non dirò, signor, d'esser
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Tanto veloce ch'io non possa ancora ¶ Per molto
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pena sì greve ? ¶ Or non andar più in là
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messo il risaprà Creonte, ¶ Non ne debbi aspettar vergogna
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e so ch'altro non deggio ¶ Di bene o
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dirò quel che seguito ¶ Non fu per colpa mia
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ben che premio alcuno ¶ Non m'aria fatto far
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so ben ch'ivi non pare ¶ Forma alcuna di
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mostra intorno ¶ Che pensar non si può di chi
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poi che segno alcuno ¶ Non si vedea, né fonda
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di sepolcro i morti. ¶ Non di fera o di
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Anzi diceva ogni uom non esser quello. ¶ Voleva pur
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Dei che fallo ¶ Commesso non avea, né sapeva anco
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terra, e contra dire ¶ Non seppe alcun, né miglior
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1527
e che per nulla ¶ Non si tenesse a voi
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1527
tutto quel ch'udite non sia stato ¶ Senza certo
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alti Dei. ¶ Creonte ¶ Deh, non mi far parlando ira
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sì ria gente ? ¶ Certo non mai, ma non piacendo
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1527
Certo non mai, ma non piacendo a voi ¶ Questo
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fallo, ¶ Quando il penter non val, languendo vede ¶ Ch
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mia no 'l conducete, ¶ Non sarò sazio sol di
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1527
a mente ch'amar non si deve ¶ Sempre il
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a me ch'io non ho commesso fallo. ¶ Creonte
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affermo ¶ Che s'io non veggio qui legati avanti
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del suo natio ¶ Terren non ben contento ardito varca
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in boschi o campagne ¶ Non giova al loro scampo
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ale; ¶ Al fer leon non vale ¶ L'artiglio e
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correnti e snelli, ¶ Fuggir non sanno i cervi, e
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negli ascosi inganni; ¶ Schivar non ponno i danni ¶ Gli
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inganna. ¶ Di mai più non tornar davanti a voi
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Fuggendo in parte ove non porte il vento ¶ L
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parole riprendea ¶ Chi ben non fusse alla sua vista
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selve, ond'altra cosa ¶ Non si sentia né si
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che ritornando al nido ¶ Non vi ritruova i cari
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senza tema alcuna ¶ E non turbata in volto a
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trapassar le leggi ? ¶ Antigone ¶ Non fu Giove colui che
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1527
leggi a noi mortali; ¶ Non pensai già che sendo
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qua giù nel mondo. ¶ Non nacquer tra i mortali
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sì lunga vita ¶ Che non si può saper l
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uom temendo le minacce ¶ Non devea già lassar d
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tal servitù morendo fugge ¶ Non dee dolce com'io
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morte ? ¶ A me dunque non fia la morte doglia
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1527
corso suo rivolto indietro. ¶ Non si conviene aver superbia
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1527
alta regina. ¶ Ma se non pur di mia sorella
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fusse ¶ Di Giove uscita, non porria scampare ¶ Da morte
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1527
nudo ? e se timor non lega ¶ La lingua di
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ardir più di costor non t'è vergogna ? ¶ Antigone
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L'onorare i fratei non merta biasmo. ¶ Creonte ¶ Non
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non merta biasmo. ¶ Creonte ¶ Non era tuo fratel quel
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a quel crudele ? ¶ Antigone ¶ Non si può dir crudel
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uno è morto. ¶ Creonte ¶ Non cancella il morir gli
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altrui peccati. ¶ Antigone ¶ Or non fur questi due fratelli
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sotterri un morto. ¶ Creonte ¶ Non con equale onor l
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Antigone ¶ Per ambe amar non per odiargli nacqui. ¶ Creonte
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nell'inferno, ¶ Ché qui non l'amerai sotto 'l
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1527
amici altrui. ¶ Ismene ¶ Deh non mi dinegar, sorella cara
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quel morto. ¶ Antigone ¶ Meco non morrai tu, né tuo
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Ismene ¶ Deggio, lassa, perciò non morir teco ? ¶ Antigone ¶ Tu
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comune il fallo. ¶ Antigone ¶ Non ti doler che vivi
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ciò ne spinge. ¶ Creonte ¶ Non s'è spento anco
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dargli spose. ¶ Ismene ¶ Ma non come costei chiara e
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chiara e gentile. ¶ Creonte ¶ Non cerca il mio figliuol
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donne. ¶ Antigone ¶ Deh perché non sei qui, mio caro
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ch'ella morrà, ma non più indugio: ¶ Menate queste
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Con vista aguta, e non lasciarle sole, ¶ Che gli
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Costui vede ad ognora ¶ Non sol sé posto in
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al miser cosa alcuna ¶ Non calcata riman da ria
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oscuro ¶ In questa età non chiuda ¶ La giovinetta acerba
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donna ¶ Frale e caduco non rivolga il senno, ¶ E
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rubella al nostro impero: ¶ Non vo' che vane sian
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anciderò, Giove pregando ¶ Che non m'imputi cotal morte
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sforza, e ch'ubidir non pensa ¶ A chi della
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lunghi anni nostri ¶ Consumato non è, nessun porria ¶ Con
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e desse ampio sepolcro, ¶ Non saria questa sempre e
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il ben, padre, io non tegno ¶ Alcuna possession di
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che glorioso il figlio ? ¶ Non si convien fermar sì
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stolto. ¶ Il sapiente mai non ebbe a schivo ¶ Gli
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gran furor de' venti ¶ Non vuol raccor le vele
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buon consigli altrui. ¶ Coro ¶ Non vi sia l'imparar
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che l'età sola ¶ Non si dee riguardar, ma
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degna opra ? ¶ Emone ¶ Io non cerco onorar chi ingiusta
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ingiusta sia. ¶ Creonte ¶ Or non fu 'l suo fallir
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di pena degno ? ¶ Emone ¶ Non dicon quei miglior che
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onora. ¶ Creonte ¶ Il popol non dà leggi al suo
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al suo signore. ¶ Emone ¶ Non è d'un re
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d'esta cittade ? ¶ Emone ¶ Non si truova città che
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d'un solo. ¶ Creonte ¶ Non son di noi signor
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oprare ingiusti effetti. ¶ Creonte ¶ Non è giusto 'l servar
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mio impero ? ¶ Emone ¶ Ma non privar gli Dei del
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o basso spirto ! ¶ Emone ¶ Non fui da cosa vil
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vil macchiato ancora. ¶ Creonte ¶ Non è sol d'una
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santi Dei ragiono. ¶ Creonte ¶ Non sarà già costei tua
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Se così dee morir, non morrà sola. ¶ Creonte ¶ Sei
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Ancor direi, se voi non fusse padre. ¶ Creonte ¶ Non
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non fusse padre. ¶ Creonte ¶ Non mi molestar più, servo
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in sì sconci detti ¶ Non ti rallegrerai d'avermi
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morrà la sposa. ¶ Emone ¶ Non fia già mai che
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1527
altra mora ? ¶ Creonte ¶ Chi non ha colpa in ciò
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ha colpa in ciò non porti pena. ¶ Coro ¶ Che
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sì crudele scempio, ¶ Ma non già basti a ritenerla
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e la mente ¶ Umil non pieghi al tuo sagrato
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ch'amoroso duol più non m'accora, ¶ Mostro altrui
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e mira ¶ Per più non rimirar del sole i
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sole i rai, ¶ Per non più rimirar, lassa, ché
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più che morte acerba; ¶ Non gusterò le dolci nozze
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questo mortal viaggio estremo, ¶ Non da nocente infermità distrutta
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i vivi. ¶ Coro ¶ Tu non sarai tra i vivi
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alta ruina, ¶ Ch'ancor non truova fondo. ¶ O maladette
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onorare i morti, ¶ Ma non per ciò si deve
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sol veder mai più non deggio; ¶ Ohimè, del duro
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Struggersi in pianto, alcun non veggio intorno ¶ Ch'almen
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coi sospir seco credesse, ¶ Non queteria già mai la
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ch'io d'aver non spero, ¶ Et or cercando
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tal son giunta; ¶ Ma non mi pento già d
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l mio diletto sposo, ¶ Non avrei forse tal periglio
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l'altro mio parente ¶ Non avea da sperar nuovo
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d'altrui, ch'ei non sostegna ¶ Pena maggior che
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alma è scarca e non da tema oppressa. ¶ Creonte
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Io ti conforto a non aver più spene ¶ Ch
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morte corro, e più non tardo; ¶ O cari cittadin
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Noi spietati di noi, non pur soccorso ¶ Non le
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noi, non pur soccorso ¶ Non le porgiam, ma grevi
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ben s'estima) se non sogno et ombra, ¶ Ma
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son, s'ei più non sente et ode ? ¶ Un
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perigli, in mille affanni; ¶ Non pioggia, neve, o vento
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pioggia, neve, o vento, ¶ Non caldo cura, o giel
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ti mostro. ¶ Creonte ¶ Io non fui mai dal tuo
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ne' miei sacrifici mai non parse ¶ Chiara la fiamma
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l fuoco ¶ Dal cener non mostrò mai luce aperta
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1527
morto, ¶ Onde gli Dei non voglion più da noi
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Ond'assai folle, ma non stolto in tutto ¶ Si
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Perdona al morto, e non voglia esser crudo ¶ Verso
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Verso colui che più non puote aitarsi: ¶ E che
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quel ch'è morto ¶ Non farete coprir d'altro
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sangue le celesti sede, ¶ Non vorria consentir (temendo questo
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so che cosa ¶ Mortal non può macchiar gli Dei
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l pensò mai? ¶ Creonte ¶ Non bisogna cercar chi 'l
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sei tu compreso. ¶ Creonte ¶ Non voglio ad un profeta
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1527
sei saggio profeta, ma non giusto. ¶ Tiresia ¶ Cosa dir
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mi farai ch'io non volea. ¶ Creonte ¶ Di' pur
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risguardi a prezzo? ¶ Creonte ¶ Non or che sai ch
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sappia che 'l sole ¶ Non dee da questo volger
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sepolcro abietto e nudo: ¶ Non sai tu ben ch
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a te far ciò non lice? ¶ E che fai
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core, ¶ Di cui fuggir non puoi la piaga acerba
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più saggio ch'ei non mostra. ¶ Coro ¶ Signore, or
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si fer d'argento, ¶ Non trovammo il suo dir
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Gite voi stesso e non mandate altrui. ¶ Creonte ¶ Andianne
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ch'i nostri sdegni ¶ Non devrien sormontar l'antiche
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Lubrica, et inconstante, ¶ Fermar non sai le piante, ¶ Tant
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Nessun porria biasmar se non a torto. ¶ Io seguia
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sue pervenne un pianto ¶ Non conosciuto ancor, ma seco
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a me, figlio, e non voglia esser duro ¶ Al
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più dannoso errore ¶ Il non dar fede ai buon
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spero forse ¶ Che per non empier la città di
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pur saggia, onde temer non posso ¶ Che soverchio dolor
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stato ¶ Il proprio suo, non già l'altrui difetto
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tuoi, ¶ Ohimè, ohimè, ohimè! non già tua colpa ¶ Or
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acerbo ¶ Tosto udirete, e non minor del primo. ¶ Creonte
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1527
in tanti affanni, ¶ Viver non voglio, e pure ¶ Temo
195
1527
e pure ¶ Temo (e non so perché), morte, i
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1527
Creonte ¶ Lasso me, più non posso, o voglio altrui
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1527
occhio mortal mai più non scerna, ¶ Ch'io non
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1527
non scerna, ¶ Ch'io non son più Creonte, io
199
1527
Coro ¶ Al miser uom non giova andar lontano, ¶ Che
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nuovo sol mai più non veggia. ¶ Servo ¶ Lasciate ire
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Il qual te figlio (non volendo) ancise, ¶ E te
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uom ch'è saggio: ¶ Non si deono spregiar gli