Giovanni Battista Casti, Gli animali parlanti, 1802

disordina e sbaraglia. ¶ Al non atteso insolito tumulto ¶ Tutti

o di congiura; ¶ Che non ben fermo ancor nuovo

e malcontenti, ¶ Finch'ei non vi si accomodi e

vostro un re smentir non cura? ¶ E quei, ma

son io ch'ei non l'ha fatto; ¶ Poichè

del desinar l'ora non giunga, ¶ Che quel dì

Incomodato inver l'avea non poco. ¶ Poi pian pian

fu: ¶ Caro Scimmiotto, io non ne posso più. ¶ E

Videsi allor ciò che non si credea; ¶ Che sebben

continua apparenza ed artifizio ¶ Non si sostien e la

la natura vince; ¶ Ma non facciam da cinici e

è, che un re non sol, ma che s

denti asciutti. ¶ Ma che non può produr d'avida

a taluno, ¶ Un Gatto, non credendo esser guardato, ¶ Pose

All'avvertenza altrui però non scappa ¶ Il sacrilego furto

Di sì fatte miscee non si dan pena, ¶ All

altrui danno affatto indifferenti. ¶ Non era ancor la funzion

gran tempo, ¶ Che venir non può d'Africa altrimente

d'Africa altrimente, ¶ Potuto non avea cogli altri a

poichè neppur col salto, ¶ Non dente d'animal, non

Non dente d'animal, non zampa aggraffa ¶ L'altezza

porta un Coppiere ¶ (Ganimede non già) d'acqua una

di cotal sorte. ¶ E non risparmia il Can cura

quantunque le bestie cortigiane ¶ Non sapesser nè leggere, nè

Da quelle bestie io non saprei dir come ¶ Fra

adunanza ¶ Venian sovente, e non aprian mai bocca, ¶ Se

aprian mai bocca, ¶ Se non per palesar crassa ignoranza

se in dotte assemblee non state zitti, ¶ O cortigiani

se poco omogenee e non simpatiche ¶ Erano le scienze

il servil indegno avvilimento ¶ Non sol dover, ma lo

un dì privato, ¶ Affatto non potea spegnersi in lui

presenti alle passate associa. ¶ Non tai saranno i successor

Lione: ¶ Poichè bestia o non bestia, re o non

non bestia, re o non re, ¶ Nessuno può far

tranquilli e in pace, ¶ Non s'arrogò di lor

lor fatiche il frutto, ¶ Non fu crudel, non avido

frutto, ¶ Non fu crudel, non avido e rapace, ¶ Nè

appieno, ¶ Se render paghe non potea col fatto, ¶ Ei

studi agghiaccia e suda, ¶ Non lo cura verun, verun

cui per altro io non m'impegno ¶ Quel tanto

lasciò vivere. ¶ E se non fece il ben che

sempre avvenne, ¶ Vedria che non ironico e satirico ¶ Questo

nel senso affermativo ¶ Ciò non vuol dir che re

punte e strali! ¶ Perfezion non cerco e non esigo

Perfezion non cerco e non esigo ¶ In prence eletto

ognun che sceglier può non sceglie il peggio. ¶ Ma

voti; ¶ Ma del par non potea stimar suo figlio

Lion Primo però, se non perfetto, ¶ Sì nullo almen

La lieve fronda scuotere non osa. ¶ Allor montò su

Il Can, di cui non v'è da Tile

grande il core e non si pascon d'aria

E d'alcun mai non attendea risposta; ¶ E avendo

esercitando il tuo mestiere, ¶ Non mancar mai di farmelo

Micco un momento... ma non nacque ¶ Inconveniente alcun; e

sai ben ch'io non mi picco, ¶ Franco narrar

osso. ¶ Perciò l'affar non ebbe conseguenza, ¶ Nè bisogno

Inver sì lievi affar non mertano. ¶ E il Lion

piccolo e del grande non vogl'io ¶ Altra misura

gusto accorto), ¶ Ch'ei non andasse a fargliene rapporto

Venia per serio affar, non era ammesso. ¶ Abitudine tal

Vediam che l'uom non men che il bruto

lavor, ma a lui non piacque ¶ Che talun creda

altri ei debba e non a se, ma tacque

alto è asceso ¶ Dolce non è sensazion, ma peso

peso. ¶ E l'orgoglio non men piccò d'alcune

la storia. ¶ Ma chi non sa che ambizione insana

e dotti, ¶ Che possibil non è che non si

possibil non è che non si adotti. ¶ Poichè il

Prova o che dritto non esiste alcuno, ¶ O, se

Sogli e corone, che non fur disfatte ¶ Da esterna

foco, ¶ Che, s'eterno non è, ci manca poco

affaticate e stanche; ¶ Ma non perciò l'antico mal

parola vana. ¶ Sire, ah non fia che il labbro

prenci, ¶ Sieno bestie o non bestie, esser convienci. ¶ Mentre

femminil bestiame, ¶ Le giovini non men che le squarquoje

E maldicenza e gelosia non tacquero. ¶ Perciò dai primi

si accese ed arse, ¶ Non sol fra dame d

dunque una Cerva ¶ Esser non può bastante a impor

corna? ¶ La Vacca allor: Non vane esterne cose, ¶ Come

un Toro; ¶ Che se non abbiam corna alte e

Vanti la Cerva, e non le corna altrui. ¶ Chi

di quell'affare; ¶ Per non dover dipoi, malgrado mio

v'è a dir, non vi si pensa più

sentenza ¶ Del Gran Cerimonier non piacque al Toro: ¶ Poichè

le private lor dissensioni ¶ Non producesser conseguenze grosse ¶ Da

tal guisa potè, se non appieno, ¶ Rappattumarli in apparenza

ch'eran cortigiani, altro non so. ¶ E il cortigiano

il seme: ¶ Ma ciò non toglie e non aggiunge

ciò non toglie e non aggiunge punto ¶ Al proposito

che il cielo mai non lo permetta) ¶ Disordin non

non lo permetta) ¶ Disordin non accada in etichetta. ¶ E

tai tutta applaudia. ¶ Ma non mica a ogni suddito

merto alcun distinto ¶ Uopo non fu che personal ei

baciaman la funzion novella ¶ Non ebbero Romani, Egizi, Achei

Perfezion d'idee finor non vanta. ¶ E senz'altro

inver le gesta lor non spande ¶ L'avara fama

paragon di corna vere ¶ Non vaglion nulla le posticcie

restaro e le morali. ¶ Non saltava alla Martora capriccio

riccio, ¶ Che con avidità non si adottasse, ¶ Se anche

lui ¶ Per ambasciate di non so qual sorte. ¶ Ma

cose tai ¶ Discreto ascoltator non crede mai. ¶ Volle ancor

gratitudin puoi? ¶ Attendi, e non dei forse attender molto

ascolta intanto i miei non vani auspici. ¶ Tu, che

il Cane, ¶ Diversi mai non ha pensier nè idee

peggiore, ¶ Se possente virtù non vien di sopra, ¶ E

E qualche gran miracolo non opra. ¶ Triegua co' suoi

ed il real bestiame. ¶ Non dorme il Can ministro

Quantunque in oggi altro non sia che un atto

Altro adatto animal noi non abbiamo; ¶ Benchè ei sia

forse appunto ciò, seppur non fallo, ¶ Per cui maggior

la ragion per cui non se glie n'ebbe

in Corte la virtù, non s'ama. ¶ Ma, scevro

Forse avverrà... cosa avverrà? non credo ¶ A vana astrologia

volle a respirar, finchè non giunga ¶ L'ottavo dì

già visti) ¶ Disse: Certo non tu del re novello

Te, Porco-spino mio, non ravvisai. ¶ Deh! almen vieni

nostra ¶ Par che fatta non sia dalla natura, ¶ Come

per cose tai noi non siam fatti, ¶ E contro

massa accresce. ¶ Onde intender non so qual frenesia ¶ Di

Cert'io lasciarmi abbacinar non soglio, ¶ Nè sedur, nè

udir sì giusta critica, ¶ Non sa capire ond'egli

far sorte talor giova non poco: ¶ Perciò molti, che

autorità reale, ¶ Che dritto non s'arroghi universale. ¶ Se

Ogni concezion che sua non sia ¶ Sprezza, e inezia

la reputa e follia. ¶ Non v'è legislator che

ed indolente, ¶ (Che, quantunque non siane ei persuaso, ¶ È

Vizio e difetto alcun non vi discerni; ¶ Ma viziosa

L'arte di governar non è ancor fissa, ¶ E

E siccome il parer, non l'esser colti, ¶ Fu

e fior pomposamente adorno. ¶ Non ha ornato il Lion

corone innanzi al carro. ¶ Non vi starò a parlar

mai che qui veder non lice: ¶ Tutte per ben

E acciò in andar non la ritardi e arresti

in quel gran dì non debbe, ¶ Tien l'ombrellin

e al suo dover non manca; ¶ E più di

E più di lui non v'è chi l

furbo, ¶ E attento che non nasca alcun disordine ¶ Che

in quella turba folta ¶ Non moto, non istrepito, non

turba folta ¶ Non moto, non istrepito, non crocchio, ¶ Non

Non moto, non istrepito, non crocchio, ¶ Non respiro, non

non istrepito, non crocchio, ¶ Non respiro, non alito s

non crocchio, ¶ Non respiro, non alito s'ascolta; ¶ Non

non alito s'ascolta; ¶ Non vedi gesto far, non

Non vedi gesto far, non batter occhio: ¶ Tace la

questo; ¶ Che il Lion non ancor di lagno o

abbia la stessa ¶ Significazion non lo conosco; ¶ Perchè inutil

avrem, di che io non dubito, ¶ Un vocabolo poi

avesse i requisiti, ¶ Trovar non si potea sì facilmente

qualunque altro ¶ Furbo simulator non lo pareggia; ¶ Osserva, indaga

in quattro salti. ¶ Dilicato non è, nè scrupoloso: ¶ La

l'importun riguardo ¶ Mai non gli fu d'ostacolo

chi police animalesca brama ¶ Non ha che il gatto

ei col zampin ricopra. ¶ Non crediate però che un

reggia. ¶ So che trovar non puoi in tutto il

dei ¶ Punir severo e non premiare i rei. ¶ Degno

Ed il Lion: che non gli sia permesso, ¶ In

qualche altra impertinenza ¶ Ei non commette con quel suo

quel suo nasaccio, ¶ E non abusa della mia clemenza

regio interprete s'elesse; ¶ Non già perchè, come fra

dovea d'intenzioni arcane, ¶ Non interprete sol, ma esecutrice

sovrani l'interesse allora ¶ Non era dei lor sudditi

birbanti, ¶ E vitupero fan, non che vergogna; ¶ Oggi la

Odia la luce, e non sì tosto aggiorna ¶ Che

dello Jakal eguali; ¶ E non dirò per qual ragione

impieghi, ¶ Ma in uso non essendo oggi fra noi

è in natura, e non pensier poetico, ¶ Che qualsisia

qualsisia sovran, bestia o non bestia, ¶ Talor risenta pizzicor

in tal sito, ove non giugne ¶ A potervi applicare

straordinario, ¶ Che un sovran non si gratti ove gli

forte: ¶ Gratta ciascun, chi non lo sa? Si tratta

guisa ¶ Serio parlar di non più udito impiego: ¶ Cessin

l'inopportune risa, ¶ E non vogliate regolar, vi prego

Di quel sagace Can non deggio omettere ¶ Il bel

Perchè il lor gusto non perdetter mai. ¶ E negli

Ed estirpar lo spazzator non puoteli, ¶ E con lavori

Volumi ammassa e là non pon mai piede; ¶ Bibliotecari

dico solo acciò talun non creda ¶ Che a voi

Come s'ei far non possa i fatti sui

sui, ¶ Se in opera non pon gli organi altrui

Starsen nell'anticamere reali ¶ Non le ore già, ma

pari. ¶ E la ragion non si sapea vedere, ¶ Per

in casi tali, ¶ Che non può la gelosa ed

Ma faccian esse pur, non me n'impiccio. ¶ Or

Sia gran Maitresse, natural non è. ¶ Ma rispondere poss

maschio in lingua italica. ¶ Non ogni legge oltre di

la Salica; ¶ E caso non è inver straordinario, ¶ Che

Se la donna, e non l'uomo ha dritto

al trono, ¶ Quella regna, non questi; e i figli

figli di lei e non di lui: ¶ Ma poeta

poeta son io, e non causidico, ¶ E mio difetto

e luminose, ¶ Siegui, fallar non puoi, già tel diss

mai grazie reali, ¶ Se non passavan pria pe' lor

Sicuri che alcun mai non oserà ¶ Lagnarsi della nostra

Qual deposito sacro e non qual dono. ¶ Perciò sulla

Che abbiam promesso e non abbiam promesso. ¶ In compenso

alcun ci contradica ¶ Sofferto non abbiam come Lione, ¶ Figuratevi

occasion solenne ¶ Ripeterlo ascoltiam, non fa più caso; ¶ Che

i più grandi ¶ Piaceri non trovar piacer più bello

Sarà accettata ognor, se non gradita. ¶ E voti fer

Che ammetter forse or non vorrà la critica, ¶ Ma

e il quando uopo non è ch'or dica

è ch'or dica. ¶ Non sì tosto il Lion

eletto re, ¶ Che un non so che di dignità

il pel gl'illuminò, non gli arse; ¶ Sfolgorar gli

parean gli astri gemelli. ¶ Non altrimente anche al figliuol

adacqua, ¶ Zucchero e sal non trova più ma l

acqua. ¶ Che quell'onnipotente non so che, ¶ Quell'immensa

immortal virtù infinita ¶ Che non si sa capir che

sopra di lor noi non restassimo, ¶ Vi fu in

il giogo allor, ma non potrete. ¶ Dei quadrupedi sudditi

aere intorno, ¶ Finch'ei non giunga al suo real

che al mondo più non esistesse ¶ Idea di ciò

là dal Gange, in non ben nota ¶ Oriental contrada

Dal re Lion fu non ostante eletto ¶ Della Corte

real primo architetto. ¶ Poichè non s'era ancor il

re, pretesto ¶ O sotterfugio non cercò, e mantenne ¶ La

da ogni dover disciolto ¶ Non si credette, ancora questo

Ma questi difettuzzi io non li conto ¶ De' suoi

sensi, ¶ E in questo, non minor di Cicerone, ¶ Spesso

fosse, a' suoi rival non piacque: ¶ Se gli armò

E la mordace satira non tacque. ¶ Ministro un Can

il Lion nobil sia non è mestieri ¶ Provar, che

elettricismo tal che mai non langue, ¶ Che a certuni

bolle. ¶ Ciò per altro non è mica comune ¶ A

microscopio ¶ Nel sangue nobiltà non scopra forse, ¶ Come nel

Dirassi allor che genealogia ¶ Non è che aristocratica mania

vicino ¶ Stassene ognor, se non sovran, ben spesso ¶ Nobil

prence anch'esso. ¶ Ciò non ostante convenir si dee

fa la nobiltà moderna. ¶ Non convien dunque che in

utili sono o mal non fanno, ¶ E ognor tranquilli

in quella reggia altiera ¶ Non essendo che inetto ed

se interesse del sovran non sia, ¶ Ogni interesse è

ch'io per brevità non nomo, ¶ Cercando nel quadrupede

suo grado sostenne, e non discese ¶ Ad atto vil

e ti sollevi. ¶ Dubbio non v'è che aver

il buon umore, ¶ Cosa non sia da farsene gran

malcontenti, ¶ È voler che non nasca erba ne' campi

Popol capace di capir non v'è, ¶ Ch'ei

è in mio poter, non veggio ¶ Ragion per cui

Ma il caso nostro non è mica questo; ¶ Che

ottenere il regno. ¶ Ma non crediate che pe' merti

segreto io vo' svelarve; ¶ Non me ne fate autor

ne fate autor, io non vo' guai, ¶ Massime col

progetto, ¶ Forse, chè dir non lo potrei di certo

di ciò ch'altri non vede, ¶ Quell'astuto animal

tratta, ¶ Stabilito che sia, non si ritratta. ¶ Tutti finor

colui che altro vantar non puote. ¶ So ben che

che nol rispetti e non l'onori? ¶ Ed alcun

che l'ira sua non tema? ¶ Evvi animal sì

Della possanza sua mai non abusa; ¶ Sdegna le belve

le belve a contrastar non atte, ¶ Perdona ai vinti

fece a lui. ¶ Se non lodato, almen scusabil fia

ironia; ¶ Ma se ragion non manca, io non iscuso

ragion non manca, io non iscuso ¶ Chi la mordace

in lui vegeta sol, non opra e pensa. ¶ Disse

se ¶ Maravigliando chiederà: perchè? ¶ Non trovo altra ragion che

in differente aspetto. ¶ Se non fosse così, ne seguirebbe

seguirebbe, ¶ Che le assemblee non fallirebber mai; ¶ Cosa assai

inver, ma dubbia assai. ¶ Non vediam tuttodì progetti e

Par che il Can non vi badi e, quel

suste ed altri arredi ¶ Non si accorresse per riporlo

guise ¶ Occhio, onde ben non sai s'ei veglia

porlo in ridicolo vorrai, ¶ Non isperar che tel perdoni

lo prende, e direzion non varia, ¶ Lo manda in

fatal colpo a declinar non tarda; ¶ Scansasi ratto e

sì gran salto, ¶ Che non altro mai più ne

ne fe' tant'alto. ¶ Non colse il Cane, no

che in chi delinque ¶ Non cade ognor punizion ch

Che, come il Can, non eran state all'erta

è dicean ch'ei non sia stato ¶ Alla suprema

Sovente, e in ogni non previsto caso, ¶ Certamente ci

in forse ¶ Se vendicar non debba un tal eccesso

ben s'avvide che non era omai ¶ Più tempo

pienamente consumar conviene, ¶ Poichè non d'altro consultar dobbiamo

consultar dobbiamo, ¶ Altra difficoltà non ci rattiene. ¶ Or quest

Pubblico impiego a sostener non atto. ¶ Anzi ei, partendo

tosto ¶ La voce universal non si pronunzia ¶ A favor

che un re tal non ci divori? ¶ E il

darà: d'aquile altere ¶ Non si generan timide colombe

repliche il Can più non attese, ¶ Sdegnoso d'altercar

E coi potenti disputar non dee. ¶ Ma la Volpe

Se finchè quei parlò non l'interruppe, ¶ Alfin levossi

ed energia ¶ Fatto già non l'avesse in miglior

ridean, poichè capiro ¶ Altro non esser che artifizio scaltro

per parlar si mosse. ¶ Non si tosto si vide

che il singolar più non convenga ¶ Ad un sovrano

al pubblico voler noi non dobbiamo ¶ Opporci, di già

lo sapevamo; ¶ Ma quantunque non senza repugnanza ¶ Prestiamci ad

dorme la Volpe: e non trascura ¶ Un sì importante

persuaso ¶ Che il Can non opra mai nè parla

cose; ¶ Che dichiararsi ella non vuol, se innante ¶ Non

non vuol, se innante ¶ Non scopre di ciascun le

a tutto bada, e non badar s'infinge, ¶ Ma

abusa, ¶ Se legittimo vincolo non frena ¶ Il capriccio dispotico

ombroso, ¶ E temi, ove non son, mali e perigli

ragionamento astratto ¶ Teco in non vo', vo' ti convinca

assoluto ed arbitrario ¶ Util non crede sol, ma necessario

al ben di stato? ¶ Non vedi tu con quanto

Autorità dispotica si renda? ¶ Non vedi come ciaschedun s

grandi e forti ei non avesse? ¶ Onde su punto

Re che di re non ha se non la

re non ha se non la scorza, ¶ È un

nullo. ¶ Impotente voler che non ha forza ¶ Serve altrui

È meglio assai di non ne aver del tutto

leggi e patti ei non sarà mai servo; ¶ Le

fatte. ¶ Nè sol re non vogliam costitutivo, ¶ E abbastanza

e tiranneggi: mai ¶ Popol non fu, che finchè volle

tuon confuso, ¶ Sicchè uditi non fosser dai lontani, ¶ Dicean

pluralità di voti, ¶ Onde non voller d'animal sì

l'infantil sincerità deridi. ¶ Non così i grandi son

vecchia; ¶ Di ciò inquietarsi non però conviene, ¶ Lasciam le

come diss'io, contraria ¶ Non mostrossi del Cane al

e andare adagio, ¶ E non dare alla diavola il

darovvi conto; ¶ Per or non vo' interrompere il racconto

popol fiero a governar non atto ¶ Lor parve un

Ma il Can, per non so quai motivi sui

persona, ¶ Ma buon re non saria che per le

Poichè si sa, se non s'ignora affatto ¶ La

Grato l'Asino poi non obliò; ¶ E quando ottenne

popoli il destino. ¶ Saran, non dubitarne, appien saranno ¶ I

grande sessione intervenire ¶ Potuto non avean, proposti furo ¶ Da

bestia tutto: ¶ Che tal non era inver l'Orangutano

o supposti, ¶ Che ballottar non si potean gli assenti

consuetudini, prammatiche; ¶ Che avesser, non direi, codice scritto, ¶ Ma

anche al presente ¶ Jus non scritto diciam comunemente. ¶ Poichè

è la consuetudine, ¶ E non, come fra noi, seconda

altrui norma sicura; ¶ Ma non entriam, di grazia, in

pochi: ¶ Chi pretende e non merta ognor vedrai; ¶ Chi

vedrai; ¶ Chi merta e non pretende è raro assai

quegli animali, ¶ In chi non si trovaron requisiti, ¶ In

Poichè fra tutti lor non v'era bruto ¶ Che

bruto ¶ Che in se non fosse persuaso e certo

altri intollerante ed orgogliosa, ¶ Non può la Tigre il

Ma opporsi alla concorde non potea ¶ General volontà dell

Udiam in verso dir, non men che in prosa

l'incolpo; ¶ Che inver non v'era altro animal

la maggior parte altro non sono che traduzioni o

accurati critici, diverso esser non sembra da Esopo. ¶ Or

di persuasione. E certamente non isdegnò Demostene di valersene

alla favola. Questo stratagemma non fu però bastante a

fassi de' vizi medesimi? Non già di tal carattere

Tito il quale, o non curava le censure che

e calunniose, come lui non riguardassero, o profittavane, se

viziosi potenti perseguitata, e non mai favorevolmente accolta. ¶ Non

non mai favorevolmente accolta. ¶ Non mancarono poi nelle moderne

scrittori di tal genere non pare che altro abbiano

sopra alcun pubblico oggetto, non lo hanno fatto che

riflettere, se per avventura non convenisse di fare una

il cui interesse esser non può nè generale nè

di esso intraprese mai non avrebbero. E in fatti

individuali allusioni, alle quali non è unito che un

permesso a colui che non parla che di bestie

somma della cosa e non delle persone, ella è

poesia di simil genere non hanno altro di comune

la mia ottogenaria età, non ho avuto tempo di

riserva e che, se non soffocare l'intimo sentimento

Credo pertanto che utile, non che dilettevole al pubblico

considerar si dee; ¶ E non è che un frenetico

antichissimi nostri avoli, ¶ Altro non è che un'anarchia

giustizia e di ragion non è ¶ Trascurar mille e

certo amalgama posticcio, ¶ Un non so che d'amfibio

stabil concordia ¶ Esser mai non potè, l'attesta Omero

Chi vive in monarchia non muor d'inedia. ¶ Vengono

assai; ¶ Nulla di buon non si conclude mai. ¶ Chi

dir, nessuno ignora; ¶ Ma non meno di noi perite

a' propri interessi ei non potesse, ¶ Siccome fare il

aristocrazia avrian voluto, ¶ Conseguir non potendo i loro intenti

i loro intenti, ¶ Ammetter non volean un re assoluto

regi, ¶ Che l'oro non confondano col fango, ¶ E

il regno, ¶ Dagli elettori non si fosse fatta ¶ Giustizia

indipendente ¶ Altro al fin non vuol dir che re

può, se strettamente unito ¶ Non tiensi al democratico partito

cotali ¶ Profitto trarre, e non cangiarle o torle ¶ Procurò

demagogo; ¶ Più il regno non ambì, cangiò registro, ¶ E

re di fatti e non un re di nome

chiunque a soverchiarlo imprenda. ¶ Non curiam di gran prence

e proterva ¶ Gli aspri non soffrirem modi oltraggianti; ¶ Giacchè

tanti. ¶ Legittimo padrone io non ricuso; ¶ Serva chi vuol

E chimerici son regolamenti. ¶ Non parlo invan, millanterie non

Non parlo invan, millanterie non trincio: ¶ Ragiono da filosofo

Che fatto fin allor non altro avea ¶ Che gli

assicurato pria: ¶ Ch'ei non solea troppo fidarsi altrui

dir le attente orecchia ¶ Non presta, e chi sbadiglia

e chi sonnecchia. ¶ Ma non dorme la Volpe: e

dicean però, tai bagattelle ¶ Non far del fu Lion

ma voglie; ¶ Voglie, e non altro; nè potersi alfine

che fra bestie anticamente ¶ Non era il tuon della

di pensiero; ¶ Donna or non dee desiderar fra nui

desiderar fra nui ¶ Cosa non sua, non che la

nui ¶ Cosa non sua, non che la coda altrui

E se dimenticato appien non fu, ¶ In breve almeno

fu, ¶ In breve almeno non parlossen più. ¶ Ma pria

Così punito vien chi non onora ¶ I regj aborti

Un così grande e non sperato acquisto; ¶ Solo fra

mole colossal dell'Elefante ¶ Non gli aveva fin'allora

Che quel lento bestion, non intrigante, ¶ Ama starsen tranquillo

lo lascia; ¶ Ma tal non è la Tigre; altrui

è la Tigre; altrui non cede, ¶ E a chicchesia

le arti, in cui non v'è chi lo

era la zuffa, ¶ Appena non avean nemici a fronte

Corte ¶ Sì pertinacemente incaparbita ¶ Non si fosse a far

attesi, ¶ All'ordine real non si sian resi. ¶ E

all'Aquilino albergo ¶ Ir non speri animal, se non

non speri animal, se non ha l'ali; ¶ Havvi

faconda tanto, ¶ Che Tullio non potea fare altrettanto. ¶ O

Di temerarie bestie argin non pone, ¶ Tosto saran, non

non pone, ¶ Tosto saran, non dubitarne, tutte ¶ Le animalesche

Più gli altri re non stimeransi un cavolo. ¶ Ma

in cui parlar solea. ¶ Non potendo però nulla capire

e cosa vuol colui? ¶ Non so, l'altro risponde

altro risponde, e se non fallo, ¶ Quei che a

parlata, ¶ Che della version non so se il testo

Pensate voi s'or non fu punto e offeso

o fanciullo, ¶ In cui non trovi che ignoranza e

dei regni, ¶ Se ministri non ha, scorte e sostegni

lontano ¶ Stassi tranquillo e non si mostra in Corte

Intanto opra ed ardor non si sparagna ¶ I necessari

che tutto fece; ¶ Mezzi non trascurò nè diligenza: ¶ Ma

forti al fatto e non andiam più in là

congressi ognor son critici; ¶ Non nascon da tai visite

come in fatti son, non vede, ¶ Dell'universo le

furo alfin necessitati, ¶ Per non restar vinti del tutto

che velen mi strazia), ¶ Non regna sol la perfida

mille infamità, stanca e non sazia, ¶ In braccio a

real persona ¶ A scuoterti non val, mira il dominio

balzò dall'auge antica. ¶ Non già dorm'ella, no

e rea, par che non cerchi e brami ¶ Che

ha visto e inteso, ¶ Non sa se illusion, se

è vero, è ver; non v'è a dir

passaggio, ¶ Che di rettil non solo ha la figura

l'inviluppa, ¶ Fa che non tema unghia feroce o

unghia o zanna ostil non li molesta. ¶ Bestie al

mi sento crepar se non mi sfogo. ¶ Ho già

ben, parlando di pettegole, ¶ Non già quando trattiam di

di profumi un vaso ¶ Non spandesse l'odor che

Costor cosa si dicano non sanno; ¶ Essere immobilmente ognor

fior di gioventù: ¶ Rimanersi non può fisso in un

vigor bolliva; ¶ Or ella non saria gran stravaganza ¶ Da

Ma cose sono che non si ama udire; ¶ E

benchè fora meglio a non parlarne, ¶ (Sia vizio, sia

Per quanto io faccia, non le so tacere. ¶ La

Vecchia regina inspira, e non amore. ¶ Ma la Tigre

il grasso il bel non toglie. ¶ Or che per

sdegnano udir regine vecchie, ¶ Non so che dir, si

Asin fu ognor tenuto, ¶ Non sofistican mai sul più

al minuto; ¶ Se ciò non fosse, in limiti assai

dir: su punto tal non cedo. ¶ La Lionessa esser

Attempatetta sì, ma poi non tanto, ¶ Come consta dal

Dall'alloggio real lungi non molto, ¶ Sorgea, dal gran

trova ancor sui cenci. ¶ Non altrimenti le lascive voglie

al pover Zampier, che non ha moglie, ¶ Persino di

Che tal disprezzo meriti non pare. ¶ Ciò l'Asino

e l'Asino allor non parlò più. ¶ Stavasi a

Rimprovero che al ver non s'indirizza; ¶ Ma s

la brutal Corte allora. ¶ Non qui perdon gl'istanti

voglie impudiche, ¶ Onde tanti non mai, sino ai dì

lesse ¶ Cosa in oggi non è più controversa, ¶ Che

novelle, ¶ Ne' tempi anterior non esistenti; ¶ Ma ciascuna le

di toro, ¶ Bench'ei non fosse della specie loro

ciò di buon grado ¶ Non vide, e lei da

Gli alti meriti suoi, non ha le corna, ¶ E

i pregi suoi parecchi, ¶ Non ha l'onor degli

di celarla omai forza non ebbe. ¶ E trovatolo a

E che star più non può racchiuso in petto

onor di Corte. ¶ Simpatia non avea per la Pantera

sdegno, ¶ Poichè in amor non vuol soffrir rivali; ¶ E

più periglioso assai; ¶ Che non obblia l'altiera i

Più volte offerti, e non curati mai: ¶ Come una

così negletta, ¶ Come potea non meditar vendetta? ¶ Perciò Toro

affezione, ¶ Pria ch'ei non ricevesse un qualche sgarbo

lo prese, ¶ Che, per non distaccarselo dal lato, ¶ Aitante

poi caro pagollo. ¶ Io non so se la Tigre

la Tigre ebbe o non ebbe ¶ Coll'Ajo intrighi

il pose, ¶ Ch'ella non men d'amor per

dica: oh costì poi non ci si arriva: ¶ V

oggetti ¶ La brutal sfrenataggine non ebbe, ¶ De' mostri all

infinito il numer crebbe. ¶ Non è dunque stupor, se

nausea a recar, forse non s'ode, ¶ Nelle storie

bello del quadro, e non il brutto ¶ Sempre scoprir

cicalecci insulsi e sciocchi ¶ Non così facilmente eran sedotte

a lei portosse, ¶ Uscier non v'è per lui

ombre taciturne ascosa, ¶ Poichè non vuol che si sospetti

Intrepido l'incontra, e non si turba; ¶ Contro la

perchè: di sangue intriso, ¶ Non pago di tor vita

occulto calle, ¶ Ad assalir non vengali alle spalle. ¶ Si

il profitto suo trar non sapesse ¶ Da quella che

error, dell'ignoranza altrui ¶ Non abusasse per li fini

ti condanna. ¶ Impunita ir non dee grida impostura, ¶ L

nell'alme estingue. ¶ Così non schiavo sol, ma muto

Che l'allumò spegner non può l'incendio; ¶ E

si noma ancora, ¶ Benchè non spetti alla porcil famiglia

maggior delle sue colpe. ¶ Non solo al Babirussa il

è assai simpatico, ¶ Se non fisica sempre, almen morale

stanzin secreto. ¶ Di che non è capace un vil

accetto! ¶ E il principin, non men crudel che stupido

principino ¶ Un qualche giorno non venga in pensiero ¶ Di

sire, ¶ Che altra legge non ha che i voler

Chiunque è reo di non piacere a lui; ¶ Ed

Che farne apologia onta non s'ebbe. ¶ Poichè rubelli

amici ¶ Alla pietà, dicean, non aver dritto; ¶ Nè cal