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Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «O»

nautoretestoannoconcordanza
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l’alba tua paregi? ¶ O de’ più grandi eroi
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spoglia il sacro monte ¶ o di Sirio o di
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monte ¶ o di Sirio o di Borea arsura o
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o di Borea arsura o neve, ¶ da cui suggendo
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fren reggesti, ¶ ch’Atene o Roma eroe di te
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valer potrà nulla industria o senno, ¶ virtù d’erbe
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erbe e di pietre o suon di carmi, ¶ inganno
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mondo». ¶ Risponde il fiero: «O miei sostegni, o fidi
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fiero: «O miei sostegni, o fidi ¶ de la mia
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flagelli ¶ l’implacabil Mezzenzio o Gerione, ¶ Oco, Ezzelino, Falari
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suo regnatore il chiama. ¶ O qua’ machine volge, o
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O qua’ machine volge, o quai disegna ¶ moti sediziosi
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ritegna ¶ del rio trattato, o che tel scopra almeno
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armi preso: ¶ or giaci, o frate, ad altre cure
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stia? qual ti ritarda ¶ o viltate o follia? Destati
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ti ritarda ¶ o viltate o follia? Destati, desta, ¶ sorgi
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esca a la fiamma, o mantice l’alluma, ¶ ferve
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il cor pungenti cure? ¶ O nostro stato uman non
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uman non mai contento! ¶ O regie signorie non mai
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presso l’alba addormentato o desto, ¶ Giusippo innanzi, il
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mio. ¶ Sia l’innocente o reo, poco mi cale
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mi cale, ¶ sia giustizia o rigor nulla cur’io
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che qui raccolti insieme, ¶ o miei fedeli, al commun
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mio da curar poco? ¶ O deggio pur, pria che
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scogli impriggionato e chiuso, ¶ o qual se carche d
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oro: ¶ «Troppo (diss’egli), o sire, alto periglio ¶ in
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vela il suo chiaro o ’l suo sereno imprime
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nobil mente ¶ mai turbo o tuon di vil furor
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ti parve ¶ notturno innanzi: o fur da gioco e
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ombre vane, finte larve, ¶ o, quant’io credo, il
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deh qual difesa avresti? ¶ o come da l’essercito
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può fuggir? come celarsi o dove ¶ da lui, che
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vede e tutto move? ¶ O che falso è del
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falso è del tutto o ch’è verace ¶ quest
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cura ¶ tenerezza di sangue o di natura. ¶ Questi, calvo
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cede a lo sdegno, ¶ o cede almeno a la
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avrà chi ’l secondi o chi l’aiti. ¶ Ma
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n sua favella ¶ – Guardati, o re giudeo -, parve dicesse
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è chi l’accusi o chi ’l riveli, ¶ dunque
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piacer parli e consigli, ¶ o che molto timor de
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timor de’ danni sui ¶ o che poco pensiero ha
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da te non curati o pur non visti? ¶ Vedi
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visti? ¶ Vedi che schermo o scampo, onde non pèra
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forsi (dicea) rivolti altrove? ¶ o de gl’innocentissimi bambini
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puro a te davante? ¶ o qual colonna in ciel
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altronde, ¶ non ha morte o natal, sempre qual era
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irrevocabilmente il fato uscìo. ¶ «O benedetta» Ei disse «o
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O benedetta» Ei disse «o sola avezza ¶ torcere il
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penna e stile indegno. ¶ «O» diss’Egli, e baciollo
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diss’Egli, e baciollo «o cara mia, ¶ o cara
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baciollo «o cara mia, ¶ o cara, o dolce, o
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cara mia, ¶ o cara, o dolce, o prezioso pegno
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o cara, o dolce, o prezioso pegno, ¶ come rigido
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però gli ardor vicini ¶ o le fulgide penne o
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o le fulgide penne o gli aurei crini. ¶ Porta
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non scota le fronde o fera o vento. ¶ Vedi
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le fronde o fera o vento. ¶ Vedi non ch
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e lineate ¶ quante produce o può produr natura ¶ forme
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natura ¶ forme giamai creabili o create. ¶ Dio di sua
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vestigia sante ¶ rintracci Erode, o chi per lui ne
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felloni ¶ timor t’affreni o di tiranno rio. ¶ Tra
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dice: «E dove andrenne, o figlio, ¶ o di padre
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dove andrenne, o figlio, ¶ o di padre in pietà
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il già vicin periglio, ¶ o di quest’alma afflitta
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intempestivo è quest’essiglio, ¶ o del tronco di Iesse
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dicea «se d’ostro o d’oro ¶ non t
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voce in questa foggia: ¶ «O del celeste essercito pennuto
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gli occhi le fiede, ¶ o qual d’augei notturni
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nobil arte, alto disegno, ¶ o prendesse a trattar con
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argento e l’oro, o pur l’avorio e
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stampar d’alta pietade? ¶ o perché la mia penna
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da l’Orto. ¶ Fuggite, o madri, e i dolci
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pianto, in orror, fuggite o madri. ¶ Fabrica in Bettelem
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Che sala fosse anticamente o loggia ¶ del re de
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scior la lingua perfetta o piè spedito. ¶ Forma quei
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sul far del nodo? ¶ O qual era a veder
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se da pesante ¶ maglio o mazza percossa avvien che
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muggiti empie la piaggia; ¶ o come rossignuol tra verdi
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e forse tua ingiuria o mio peccato? ¶ Uccidi almen
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perché, pur cercando ¶ nemico o reo, chi non t
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si spinse, e disse: «O re superbo, ¶ e perché
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che le sia morto o tolto. ¶ Ma le sta
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non disciolse ¶ voce, pianto o sospir; tacque e sofferse
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stromento. ¶ Ei non mirollo o non curollo, e dritto
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perché ella ove mova o fermi il piede ¶ disgiunti
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genitrice in prima aveste? ¶ o stelle del mio mal
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viscere mie miseri avanzi? ¶ O specchi del mio cor
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me stessa vagheggiar solea, ¶ o soli di quest’occhi
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mille dolcezze ognor avea, ¶ o labra, onde pur or
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felice chi non nacque o nacque altrove, ¶ felice chi
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felice chi non nacque o nato poi ¶ diè fine
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come in chiari fiumi o in vivi fonti: ¶ là
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a librar l’anno, o bell’Astrea, ritorni, ¶ e
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caso sì strano intese o vide? ¶ Un colpo, un
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distinse ¶ Malecche, e disse: «O fortunata sorte, ¶ ecco pur
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inchina e poi comincia: «O sire, ¶ un son io
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m’apre l’abisso o ’l mar profondo? ¶ Donne
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rischio aspro e mortale, ¶ o con inganno almen spietato
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grado a le stelle, o cari figli, ¶ ch’a
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mia balia v’avessi, ¶ o qual nido v’accoglie
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Figli, deh qual fortuna o pur qual loco ¶ vi
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lassa, inceneriti il foco? ¶ o sepolcro vi dier l
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cani, a gli augelli? o fatto gioco ¶ siete de
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e de l’onde? ¶ o col sangue innocente estinta
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e dice: ¶ – Per farlo, o crudi, incenerire a pieno
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sventurato figliuol degna vendetta. ¶ O servi del tiranno iniquo
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in un momento ¶ tratto, o come da lei trattato
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ha» dicea «sì concia, o di me stessa ¶ sembianza
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genitor corona e scettro? ¶ O fera de le fere
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e sorda ¶ Sirte produsse, o l’Ellesponto irato, ¶ o
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o l’Ellesponto irato, ¶ o la Sfinge di sangue
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lorda, ¶ l’empia Chimera o Cerbero spietato, ¶ o l
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Chimera o Cerbero spietato, ¶ o l’infame Cariddi o
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o l’infame Cariddi o Scilla ingorda; ¶ e ti
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vedi e tel soffri, o Cielo? ¶ Figlio, et io
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l dì ch’apristi, ¶ o pargoletta mia tenera prole
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membro talor tronco repente ¶ o da ferro crudel traffitto
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degg’io? te, figlio, o te, conforto? ¶ Te spenta
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de gli anni tuoi, ¶ o te morto al natal
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consorte al sangue vostro? ¶ O di quanto crudel, misero
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ch’ei ti prepara? ¶ O che apparecchio tragico e
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e qual ciò volse ¶ o tuo fallo o mio
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volse ¶ o tuo fallo o mio fato? e come
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fanciul spesso è schernito; ¶ o com’api sollecite et
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e vergognar l’Inferno? ¶ O sacri, o santi, o
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l’Inferno? ¶ O sacri, o santi, o cari, o
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O sacri, o santi, o cari, o benedetti ¶ martiri
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o santi, o cari, o benedetti ¶ martiri trionfanti, invitti
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gli aspettati giubili vicini. ¶ O stille, oh sangue, o
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O stille, oh sangue, o stille no ma stelle
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stille no ma stelle, ¶ o sangue no ma porpore
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et attuffarsi il sole. ¶ O carissimi gemiti e sospiri
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concento imparano le sfere; ¶ o dolcissimo duol, da’ cui
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sue tragge il Piacere, ¶ o bellissima morte e ben
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rotte fascie alte bandiere. ¶ O ne’ tormenti ancor felice