Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

volto senza un sorriso. Oh, egli era davvero ben

i suoi «vecchi amici?» Oh! eran le preziose cartacce

alta, bionda, ed elegantissima. Oh sì! ella viveva ancora

un giorno, a pranzo.... oh! il solito malinconico pranzo

la cugina: ¶ — La zia! Oh, la ricordo! la ricordo

pallida. ¶ Io sbadatamente continuai: ¶ — Oh se la ricordo! a

mormorò: ¶ — La riconosci, tu? ¶ — Oh!... – feci io molto turbato

volto del buon Franz. ¶ — Oh, signor Enrico, da due

tutto questo, mia Agnese? ¶ — Oh, signor Enrico, io ho

e la signorina Delfina? ¶ — Oh, povera signorina! È in

quell’arruffío di novità. Oh, se lo sapeva! Pur

suoi dolci occhi verdi. ¶ Oh i vostri occhi verdi

stato mai soverchiamente allegro, oh questo no, certamente! ma

professore, il mio professore! Oh, con che accanimento egli

di Delfina. ¶ E Franz? oh Franz! Egli era troppo

delle sue tavole trigonometriche. ¶ * ¶ * * ¶ Oh, io ricorderò ben sempre

commento alla frase rassegnata. ¶ Oh, mia piccola amica Delfina

bassa, al vecchio guardiano. ¶ — Oh, padroncino.... poichè siete lui

ancora del ricordo maledetto.... Oh, signorino! ¶ Dopo un breve

una stecca, un giorno. Oh! la sua paura e

dai gran capelli biondi! Oh, le smorfie che le

si accorse di nulla; oh! egli era troppo occupato

di trepidazione in trepidazione. Oh, i suoi quindici scolaretti

gl’insegnamenti da impartirle: oh, per questo sior Tonino

infinita, straordinaria, incredibile timidità! Oh, se era timido, il

turbò fortemente sior Tonino. ¶ — Oh, Nenè.... – fece egli, con

e la sua spinetta. Oh! di tutto dirò, in

particolare. Anzitutto il caffè.... Oh, se amava il «suo

liquido profumato e bollente.... Oh, come le rughe del

orticello e la spinetta.... Oh, la spinetta! Era l

quiete e del silenzio: oh no! I suoi occhietti

chiama la signora Gloria. Oh, maestro Piero era stato

ed amica: la spinetta. Oh! la sua spinetta!... Era

c’era l’orto.... Oh, egli era un ben

nei gusti – notai io. ¶ — Oh no! – rispose egli convinto

cosa dunque era avvenuto? ¶ — Oh, una cosa molto semplice

sempre. ¶ Egli mormorò ancora: ¶ — Oh! s’io fossi un

da que’ felici contadini. Oh! era ben piccolo il

le commessure della lapide. Oh se gli vuol bene

Che cosa dice? – chiesi. ¶ — Oh! signore – fece il prete