Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

le terre all’intorno. Oh, un sogno di poesia

al dì d’inkoèu....». ¶ Oh!, quest’è certo, a

verrà un giorno incontro, oh sì sì, certo, anche

spago. ¶ L’adorabile farabutto, oh! sì!, oh! no!, si

adorabile farabutto, oh! sì!, oh! no!, si approprierà le

grazie». ¶ «A rivederci martedì». ¶ Oh confortevole aura, salubre terra

Olona e del Lambro! oh, Sèveso! oh, pioppi! Oh

del Lambro! oh, Sèveso! oh, pioppi! Oh! plasma germinativo

oh, Sèveso! oh, pioppi! Oh! plasma germinativo della gente

flusso metallopermeante dell’elettrico. Oh! terra e aura, nei

cupole sui poveri morti. Oh! sangue e gente delle

cannella sulla panna frullata! ¶ Oh, vada, vada la nera

corona di intangibili nevi. ¶ Oh! il vecchio facchino dal

Sul cantone del Solferino! Oh il garzone del salumiere

rattoppati calzoni da ciclista. ¶ Oh, oh! il sangue vivente

calzoni da ciclista. ¶ Oh, oh! il sangue vivente delle

l’avesse solo lui! Oh! lavandaie oneste della vecchia

e d’ogni gangrena. Oh! porcelli senza frode della

frode della cassina Mornaga, oh! materne vacche, oh! tremuli

Mornaga, oh! materne vacche, oh! tremuli brumisti! e voi

dipanar numero e serie: oh! nobili facchini della «stazione

della «Ditta Fratelli Gondrand!». Oh! pollivendole furbe, che, in

bel pollo, volete denaro. Oh! Oh! ¶ Oh bovisi15 che

pollo, volete denaro. Oh! Oh! ¶ Oh bovisi15 che contrabbandate

volete denaro. Oh! Oh! ¶ Oh bovisi15 che contrabbandate, a

del Nembroth degli asparagi. ¶ Oh! cavalli! oh! gente! Oh

degli asparagi. ¶ Oh! cavalli! oh! gente! Oh, ben è

Oh! cavalli! oh! gente! Oh, ben è d’uopo

furono lasciati in pace. Oh! il briccone conosceva bene

bene i suoi polli. ¶ Oh!: davvero polli. ¶ «Sigüra!»: la

ghìngheri e nastrini celesti: «oh poera mì, i òstrik

i ponti dello zio....». ¶ «Oh! non dir questo! saresti

di studenti....», fece Claudio. ¶ «Oh! è ridicolo.... non era

a tesoreggiare all’infinito: «Oh, che porcellona!... Vergogna!... Ma

alquanto sciocca per giunta, oh!, una strofetta di nulla

oro, poi: conteggiatrice avveduta: oh! quanto a questo.... «A

decidersi a scodellarlo lui. Oh, sì, sì: una più

celeste, e buon tredicesimo! Oh! quanto al prete, il

malestro verso nord-ovest, oh! una trovata: ma diabolicamente

avrebbe respinti...: neppur quelli! Oh! non era il tipo

de’ suoi piedi eroici. ¶ Oh!, lungo il cammino delle

guazzo di sublunari madrèpore, oh sogno! oh musica! come

sublunari madrèpore, oh sogno! oh musica! come coda di

quell’attimo di delizia. Oh! spasimo dolce! Procuratoci dal

di quel di prima. Oh, rabbia! mentre tutti, invece

Con un sorriso appena, oh, un’ombra, una prurigine

qualche altra tasca: quale? oh! se ne scordano all

quei gemelli da polso. Oh! sì, sì! Quello, veramente

i dolori del sabato. Oh! quanto doveva aver sofferto

o estraevano clarini egregi (oh! egregi!), o fagotti, dagli

de’ più promettenti pipì. Oh, no! il destino non

la padrona, e dama, oh! non più! non più

percepire, un impercetto clinamen. Oh! forse, un’idea. Una

d’un’alivola divinità: oh, era la moda di

le capitava sovente, ormai. «Oh!... Ero anch’io come

lui pure a riscòtere. Oh, un paio di stangatelle

perchè cantavo! Sì, cantavo; oh bella!... Cantavo!... perchè avevo

po’ po’ di sermoncino. Oh! Ella avrebbe voluto veder

pedalare il suo Carlo! Oh! allora sì! ¶ Oh! Col

Carlo! Oh! allora sì! ¶ Oh! Col suo Carlo «era

dalle càmole, dai vermi..... Oh! Dio mio! non mi

l’appetito che hanno!... Oh, Signore, Signore!...». I ragazzi

poi subito, ogni volta.... oh! non come tante, che

lasciata metter nel sacco....26 Oh! l’Adalgisa!... Avrei voluto

creatura consumata dalla cloròsi.... oh! quest’è certo.... ma

immediato del nostro ardore. «Oh Dio! compermèss che me

piena di donne tubercolotiche. Oh, ne sarebbe stato capace

al gioco dell’oca.... oh! che risate!... ¶ Gli zii

titolo valido.... in Contenutismo. Oh! quando «soppressava»31 gonne e

un seno piuttosto ragionativo. ¶ Oh! adesso scherzo, per farmi

amanti nelle cortecce silvane.... oh! come i corpi e

so barbìs....». Un uomo. Oh! di questo era certa